STRUTTURE AEREE IN CLIMI RIGIDI IN ASSENZA DI SALI DISGELANTI
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- Silvestro Rosi
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1 3 STRUTTURE AEREE IN CLIMI RIGIDI IN ASSENZA DI SALI DISGELANTI Questa sezione è dedicata al calcestruzzo destinato alle strutture di elevazione di edifici residenziali, edifici pubblici o adibiti ad attività commerciali o ricadenti nel settore del terziario che in servizio sono esposte all ambiente esterno e sono direttamente interessate dall azione della pioggia situate in zone climatiche dove le oscillazioni della temperatura ambientale intorno a 0 C sono frequenti e, pertanto, espongono il calcestruzzo al rischio di degrado per cicli di gelo-disgelo. In linea di massima queste condizioni ambientali nel nostro Paese si verificano in tutte le aree alpine e prealpine ad altitudini superiori agli 800 metri e in quelle situate lungo la dorsale appenninica ad altitudini superiori ai 1000 metri. La presente sezione riguarda elementi strutturali quali pilastri, travi, solai in latero-cemento o a soletta piena, parapetti di balconi e terrazze, scale a soletta rampante, muri di recinzione, corpi scala e nuclei ascensore che si trovano esposti all esterno all azione dell acqua piovana in zone a clima rigido. Inoltre, sono esposti al rischio di degrado per cicli di gelo-disgelo quegli elementi strutturali in alta montagna quali i canali, le vasche non interrate di contenimento di acque, le sponde di contenimento e le briglie dei torrenti. Le strutture di elevazione in clima rigido sono esposte, al pari di quelle che operano in aree a clima temperato, al rischio di corrosione promosso dalla penetrazione dell anidride carbonica presente nell aria. Questa è capace di diffondere attraverso i pori della matrice cementizia e, raggiunta l armatura, può promuoverne la corrosione se sono presenti anche ossigeno ed acqua. Si intuisce, quindi, come maggiormente esposti al rischio di corrosione siano quegli elementi in calcestruzzo che sono direttamente esposti all azione dell acqua piovana quali i pilastri perimetrali dei porticati degli edifici, gli elementi aggettanti quali le solette dei balconi, gli elementi di parapetto di balconi e terrazze, i corpi scala e i nuclei ascensori esterni. Alla corrosione delle armature sono esposte anche le parti emergenti delle sponde di vasche di contenimento dei liquidi, dei canali e dei torrenti. Per queste strutture, infatti, nei periodi asciutti (o di emersione) l anidride carbonica può penetrare insieme all ossigeno nella matrice cementizia e nei periodi di pioggia (o di immersione) il processo elettrochimico di corrosione può diventare significativo in quanto la saturazione di acqua del copriferro aumenta la conducibilità elettrica del calcestruzzo promuovendo la formazione della ruggine. All aggressione promossa dall anidride carbonica nei confronti dell armatura nelle strutture in clima rigido si associa quella derivante dai cicli alternati di gelo-disgelo che, invece, si esplica direttamente nei confronti del conglomerato cementizio. Le pressioni indotte all interno della matrice cementizia a seguito della trasformazione in ghiaccio dell acqua contenuta nei pori capillari è capace di provocare il progressivo sgretolamento del calcestruzzo con una iniziale perdita di pasta di cemento nelle zone superficiali degli elementi strutturali cui segue una consistente perdita di conglomerato che può interessare anche spessori centimetrici della struttura. L esposizione delle armature conseguente all espulsione del calcestruzzo del copriferro determina un accelerazione del processo di corrosione che nel volgere di breve tempo può determinare un precoce degrado delle strutture e, quindi, una perdita rapida di funzionalità delle stesse. Occorre sottolineare come il degrado diventa tanto più rilevante quanto maggiore è il grado di saturazione del conglomerato. Pertanto, le strutture orizzontali e quelle a contatto con acqua sono maggiormente esposte al rischio di degrado per cicli di gelo-disgelo.
2 Al fine di prevenire gli indesiderati effetti dei cicli di gelo-disgelo sul conglomerato è necessario ridurre la porosità della matrice adottando rapporti a/c relativamente bassi per ridurre il grado di saturazione del calcestruzzo. Inoltre, è indispensabile utilizzare al momento del confezionamento dell impasto degli additivi aeranti capaci di stabilizzare l aria in forma di microbolle di diametro compreso tra 100 e 200 μm omogeneamente disperse all interno della matrice cementizia e aventi spaziatura (spacing) di μm. Questo sistema di microbolle ha la funzione di allentare le pressioni indotte dalla formazione del ghiaccio a valori tali da non superare la resistenza del calcestruzzo evitando la comparsa di fenomeni di degrado. Accanto a questi accorgimenti occorre anche impiegare aggregati non gelivi capaci di resistere senza collassare alle tensioni indotte dalla formazione del ghiaccio. Ovviamente accanto alle prescrizioni relative alla prevenzione del degrado indotto dai cicli di gelo-disgelo, occorre anche adottare i provvedimenti finalizzati alla prevenzione della corrosione promossa dall anidride carbonica dell aria, già discussi nella sezione precedente e che per comodità di lettura di lettura vengono di seguito riproposti qui di seguito: - ridurre la porosità del calcestruzzo al fine di rallentare il processo di diffusione della CO2 attraverso l impiego di un conglomerato caratterizzato da un rapporto a/c tanto più basso quanto più elevato è il rischio di corrosione; - aumentare lo spessore del copriferro in modo che il processo di corrosione possa innescarsi in corrispondenza della scadenza di vita nominale (50 anni) della struttura. In definitiva la norma UNI inquadra le strutture aeree in clima rigido: - nella classe di esposizione XC4+XF1. Questa classe di esposizione è relativa ai pilastri, ai corpi scala, ai nuclei ascensore alle solette aggettanti di balconi e terrazze, ai parapetti, ai muri di sostegno non in prossimità di strade adibite al traffico veicolare, ai muretti di recinzione. Per questi elementi strutturali, in prevalenza a sviluppo verticale, la norma UNI non prevede l impiego dell additivo aerante in quanto ritiene che il grado di saturazione del calcestruzzo sia modesto e tale da non determinare, a seguito dei cicli di gelo-disgelo, pressioni tali da promuovere il degrado del conglomerato. Per queste strutture la norma UNI 11104, pertanto, impone di adottare gli stessi accorgimenti richiesti per quelle esposte all esterno in clima temperato con la sola integrazione di ricorrere all utilizzo di aggregati non gelivi in accordo alla UNI-EN Allo scopo si farà riferimento alla scheda 3.1; - nella realtà, tuttavia, le strutture menzionate al punto precedente, anche perché spesso non si pone particolare attenzione alla realizzazione dei particolari costruttivi tesi ad un corretto smaltimento delle acque, risultano imbibite di acqua con il risultato che i cicli di gelo-disgelo possono promuoverne un degrado precoce. Pertanto, esse sono assimilabili a strutture orizzontali e, in deroga a quanto stabilito dalla norma UNI 11104, debbono essere inquadrate nella classe di esposizione XC4+XF3 per le quali, ai fini del rispetto delle condizioni di durabilità, è necessario ricorrere ad un rapporto a/c massimo di 0.50, ad una classe di resistenza caratteristica minima C25/30, all impiego di aggregati non gelivi, all inglobamento di un sufficiente volume di aria, in relazione alla massima pezzatura dell aggregato impiegato, e ad un dosaggio di cemento non inferiore a 340 Kg/m 3. Inoltre, in accordo con gli Eurocodici per queste strutture occorrerà prevedere un copriferro di 35 o 45 mm rispettivamente per opere in c.a. o in c.a.p. Per le prescrizioni di capitolato si farà riferimento alla scheda 3.2. Le prescrizioni di capitolato contenute in questa scheda possono essere estese anche a tutte le strutture che operano in clima rigido e che vengono in contatto diretto con acqua, quali le sponde di canali, i muri di contenimento (briglie) di torrenti che non contengono anidride carbonica libera in misura superiore a 15 mg/l per le quali si rimanda alle prescrizioni di capitolato contenute nella scheda 3.3. Per queste strutture, infatti, oltre all azione dell anidride carbonica gassosa dell aria nei confronti dei ferri di armatura e quella del gelo-disgelo nei confronti del calcestruzzo occorre tener presente anche dell effetto degradante promosso dall anidride carbonica libera presente nelle acque in forma di acido carbonico. Quest ultimo è capace di provocare una lenta ma inesorabile dissoluzione della matrice cementizia
3 per effetto della trasformazione del carbonato di calcio nel più solubile bicarbonato provocando asportazioni consistenti di pasta di cemento dalla superficie delle strutture. La prevenzione di queste forme di degrado è affidata all impiego di calcestruzzi di bassa porosità e all impiego di cementi resistenti al dilavamento in accordo con la norma UNI In particolare, queste strutture sono inquadrate nella classe di esposizione XC4 + XF3 + XA: quest ultima valutata in funzione della concentrazione di anidride carbonica libera nelle acque. Nella presente sezione non sono incluse le opere in calcestruzzo situate in zona a clima rigido che vengono in contatto con soluzioni a base di sali disgelanti utilizzate per la prevenzione della formazione del ghiaccio o per la rimozione dello stesso dalla sede stradale al fine di favorire il transito dei veicoli per le quali si rimanda alla Sezione 6 relativa alle strutture e infrastrutture stradali. Allo stesso modo, la presente sezione non riguarda le pavimentazioni in calcestruzzo di piazzali esterni operanti in zone a clima rigido per le quali si rimanda alla Sezione 11. Per strutture di importanza strategica per i quali il committente richiede una classe di vita nominale 2 (100 anni) in accordo alle Norme Tecniche per le Costruzioni le prescrizioni contenute nella presente sezione debbono essere modificate sia per quanto attiene alla qualità del calcestruzzo, allo spessore del copriferro che deve essere incrementato di almeno 10 mm, alla scelta del tipo di armature che potrebbe compendiare l impiego di barre di acciaio zincato o inossidabile che, infine, alla eventuale protezione del calcestruzzo con rivestimenti impermeabili.
4 SCHEDA 3.1 Calcestruzzo destinato alla realizzazione di strutture di elevazione 1 di fabbricati residenziali, di edifici pubblici o adibiti ad attivita commerciali o del terziario che in servizio sono esposte all azione della pioggia in zone a clima rigido Voce di capitolato Calcestruzzo a prestazione garantita, in accordo alla UNI EN 206-1, per strutture di elevazione di edifici che operano in servizio all esterno esposte direttamente all azione della pioggia in aeree a clima rigido, in classe di esposizione XC4 + XF1 (UNI 11104), R ck 40 N/mm 2, Classe di consistenza S4/S5 o slump di riferimento 230 ± 30 mm, D max 32 mm, Cl 0.4, aggregati non gelivi F2 o MS25 Campo di validità Le prescrizioni di capitolato riportate nella presente scheda sono rivolte agli elementi di elevazione di edifici che operano in servizio all esterno e sono direttamente interessati dall azione della pioggia in zone caratterizzate da clima rigido con frequenti escursioni cicliche della temperatura intorno a 0 C. Le prescrizioni di capitolato contenute nella presente scheda, pertanto, sono rivolte a pilastri, travi, solette aggettanti, parapetti di balconi e terrazze, muri di recinzione, corpi scala e nuclei ascensore che appartengono a strutture che ricadono in Classe 1 di Vita Nominale in accordo alle Norme Tecniche per le Costruzioni (D.M. 14/01/08) che sono situate nella fascia prealpina e alpina ad altitudini superiori a 800 m e sulla dorsale appenninica ad altitudini superiori ai 1000 metri. Avvertenze Per gli elementi strutturali, pilastri, travi, solai, scale che in servizio si trovano all interno di edifici consultare le prescrizioni contenute nella scheda 1.1. Per gli elementi strutturali che in parte o in toto si trovano in servizio direttamente esposti all ambiente esterno in aeree a clima temperato consultare la scheda di capitolato 3.1. Per gli elementi strutturali di edifici esposti all esterno all azione della pioggia e a quella dell aerosol marino (edifici situati lungo la costa) consultare la scheda 5.1. Per le strutture di elevazione che operano in aree a clima rigido dove i particolari costruttivi determinano un costante ruscellamento delle acque piovane sulla superficie degli elementi strutturali (ancorché a sviluppo verticale) consultare le prescrizioni di capitolato contenute nella scheda 3.2. Per le strutture idrauliche che operano in clima rigido quali sponde di canali, vasche non interrate per il contenimento di liquidi, muri di contenimento e briglie di torrenti in alta montagna in contatto con acque contenenti anidride carbonica aggressiva in misura inferiore o superiore a 15 mg/l consultare rispettivamente le prescrizioni di capitolato contenute nella scheda 3.2 e 3.3. PRESCRIZIONI DI CAPITOLATO Prescrizioni per gli ingredienti utilizzati per il confezionamento del conglomerato A1) Acqua di impasto conforme alla UNI-EN 1008 A2) Additivo superfluidificante conforme ai prospetti 3.1 e 3.2 o superfluidificante ritardante conforme ai prospetti 11.1 e 11.2 della norma UNI-EN A3) Additivo ritardante (eventuale solo per getti in climi molto caldi) conforme al prospetto 2 della UNI-EN A4) Aggregati provvisti di marcatura CE conformi alle norme UNI-EN e Assenza di minerali nocivi o potenzialmente reattivi agli alcali (UNI-EN e UNI 8520/2) o in alternativa aggregati con espansioni su prismi di malta, valutate con la prova accelerata e/o con la prova a lungo termine in accordo alla metodologia prevista dalla UNI , inferiori ai valori massimi riportati nel prospetto 6 della UNI 1 pilastri, travi, solai in latero-cemento e a soletta piena, corpi scala e nuclei ascensore, muri di recinzione, parapetti.
5 8520 parte 2; Aggregati non gelivi aventi assorbimento d acqua inferiore all 1% o appartenenti alle classi F2 o MS25 in accordo alla UNI-EN A5) Cemento conforme alla norma UNI-EN A6) Ceneri volanti e fumi di silice conformi rispettivamente alla norma UNI-EN 450 e UNI-EN parte 1 e 2. Prescrizioni per il calcestruzzo B0) In accordo alle Norme Tecniche sulle Costruzioni (D,M.14/01/08) il calcestruzzo dovrà essere prodotto in impianto dotato di un Sistema di Controllo della Produzione (FPC) effettuata in accordo a quanto contenuto nelle Linee Guida sul Calcestruzzo Preconfezionato (2003) certificato da un organismo terzo indipendente autorizzato. B1) Calcestruzzo a prestazione garantita (UNI EN 206-1) B2) Classi di esposizione ambientale: XC4+XF1 B3) Rapporto a/c max: 0.50 B4) Classe di resistenza a compressione minima: C(32/40) B5) Controllo di accettazione: tipo A (tipo B per volumi complessivi di calcestruzzo superiori a 1500 m 3 ) B6) Dosaggio minimo di cemento: 340 Kg/m 3 B7) Aria intrappolata: max. 2,5% B9) Diametro massimo dell aggregato: 32 mm (Per interferri inferiori a 35 mm utilizzare aggregati con pezzatura 20 mm) B10) Classe di contenuto di cloruri del calcestruzzo: Cl 0.4 B11) Classe di consistenza al getto S4/S5 o slump di riferimento 230 ± 30 mm B12) Volume di acqua di bleeding (UNI 7122): < 0.1% Prescrizioni per la struttura C1) Copriferro minimo: 35 mm (45 per opere in c.a.p) C2) Scassero oppure durata minima della maturazione umida da effettuarsi mediante ricoprimento della superficie non casserata con geotessile bagnato ogni 24 ore (o con altro metodo di protezione equivalente): 7 giorni C3) Acciaio B450C conforme al D.M. 14/01/2008: Proprietà Requisito Limite di snervamento f y 450 MPa Limite di rottura f t 540 MPa Allungamento totale al carico massimo A gt 7,5% Rapporto f t /f y 1,15 R m /R e 1,35 Rapporto f y misurato / f y nom 1,25 Resistenza a fatica assiale* 2 milioni di cicli Resistenza a carico ciclico* 3 cicli/sec (deformazione 1,5 4 %) Idoneità al raddrizzamento dopo piega* Mantenimento delle proprietà meccaniche Controllo radiometrico** superato, ai sensi del D.Lgs. 230/1995 D. Lgs. 241/2000 * = prove periodiche annuali ** = controllo per colata
6 SCHEDA 3.2 Calcestruzzo destinato alla realizzazione di strutture idrauliche 2 in contatto con acque non contenenti anidride carbonica aggressiva situate in aree a clima rigido Voce di capitolato Calcestruzzo a prestazione garantita, in accordo alla UNI EN 206-1, per strutture idrauliche in contatto con acque non contenenti anidride carbonica aggressiva situate in aeree a clima rigido, in classe di esposizione XC4 + XF3 (UNI 11104), R ck 30 N/mm 2, Classe di consistenza S4/S5, D max 32 mm, aria inglobata 5 ± 1%, Cl 0.4, aggregati non gelivi F2 o MS25 Campo di validità Le prescrizioni di capitolato riportate nella presente scheda sono relative a strutture idrauliche in contatto con acque non contenenti anidride carbonica aggressiva in misura superiore a 15 mg/l che operano in aree con clima rigido con frequenti escursioni cicliche della temperatura intorno a 0 C. Queste aree sono quelle relative alla fascia prealpina e alpina ad altitudini superiori a 800 metri e quelle situate lungo la dorsale adriatica ad altitudini maggiori di 1000 metri. Le prescrizioni di capitolato contenute nella presente scheda, pertanto, sono rivolte a vasche non interrate di contenimento di liquidi, alle sponde di canali e ai muri di contenimenti di torrenti situate ad altitudini relativamente elevate. Le prescrizioni di capitolato contenute nella presente scheda, inoltre, sono rivolte a edifici situati in zone con clima rigido i cui pilastri, travi, solette aggettanti, parapetti di balconi e terrazze, muri di recinzione, corpi scala e nuclei ascensore si trovano direttamente esposti all azione dell acqua ruscellante e che, pertanto, sono caratterizzati da lunghi periodi di imbibizione. Le prescrizioni di capitolato contenute nella presente scheda si riferiscono a strutture che ricadono in Classe 1 di Vita Nominale in accordo alle Norme Tecniche per le Costruzioni (D.M. 14/01/08). Avvertenze Per le strutture idrauliche che operano in clima rigido quali sponde di canali, vasche non interrate per il contenimento di liquidi, muri di contenimento e briglie di torrenti in alta montagna è opportuno far eseguire una analisi tesa alla valutazione del contenuto di anidride carbonica libera al fine di stabilire se essa risulta maggiore di 15 mg/l. Per acque caratterizzate da un tenore di CO 2 superiore a questo limite consultare le prescrizioni di capitolato contenute nella scheda 3.3. Per gli elementi strutturali, pilastri, travi, solai, scale che in servizio si trovano all interno di edifici consultare le prescrizioni contenute nella scheda 1.1. Per gli elementi strutturali che in parte o in toto si trovano in servizio direttamente esposti all ambiente esterno in aeree a clima temperato consultare la scheda di capitolato 3.1. Per gli elementi strutturali di edifici esposti all esterno all azione della pioggia e a quella dell aerosol marino (edifici situati lungo la costa) consultare la scheda 5.1. Per le strutture di elevazione che operano in aree a clima rigido dove i particolari costruttivi consentono un corretto smaltimento delle acque piovane evitando che le stesse possano ruscellare sulla superficie dei manufatti consultare le prescrizioni di capitolato contenute nella scheda 3.1. PRESCRIZIONI DI CAPITOLATO Prescrizioni per gli ingredienti utilizzati per il confezionamento del conglomerato A1) Acqua di impasto conforme alla UNI-EN 1008 A2) Additivo superfluidificante conforme ai prospetti 3.1 e 3.2 o superfluidificante ritardante conforme ai prospetti 11.1 e 11.2 della norma UNI-EN A3) Additivo ritardante (eventuale solo per getti in climi molto caldi) conforme al prospetto 2 della UNI-EN A3.1) Additivo aerante conforme al prospetto 5 della norma UNI-EN A4) Aggregati provvisti di marcatura CE conformi alle norme UNI-EN e Assenza di minerali nocivi o potenzialmente reattivi agli alcali (UNI-EN e UNI 8520/2) o in alternativa aggregati con 2 Sponde di canali, vasche non interrate per il contenimento di liquidi, sponde di contenimento di torrenti
7 espansioni su prismi di malta, valutate con la prova accelerata e/o con la prova a lungo termine in accordo alla metodologia prevista dalla UNI , inferiori ai valori massimi riportati nel prospetto 6 della UNI 8520 parte 2; Aggregati non gelivi aventi assorbimento d acqua inferiore all 1% o appartenenti alle classi F2 o MS25 in accordo alla UNI-EN A5) Cemento conforme alla norma UNI-EN A6) Ceneri volanti e fumi di silice conformi rispettivamente alla norma UNI-EN 450 e UNI-EN parte 1 e 2. Prescrizioni per il calcestruzzo B0) In accordo alle Norme Tecniche sulle Costruzioni (D,M.14/01/08) il calcestruzzo dovrà essere prodotto in impianto dotato di un Sistema di Controllo della Produzione (FPC) effettuata in accordo a quanto contenuto nelle Linee Guida sul Calcestruzzo Preconfezionato (2003) certificato da un organismo terzo indipendente autorizzato. B1) Calcestruzzo a prestazione garantita (UNI EN 206-1) B2) Classi di esposizione ambientale: XC4 + XF3 B3) Rapporto a/c max: 0.50 B4) Classe di resistenza a compressione minima: C(25/30) B5) Controllo di accettazione: tipo A (tipo B per volumi complessivi di calcestruzzo superiori a 1500 m 3 ) B6) Dosaggio minimo di cemento: 340 Kg/m 3 B7) Aria inglobata: 5.0 ± 1,0% B9) Diametro massimo dell aggregato: 32 mm (Per interferri inferiori a 35 mm utilizzare aggregati con pezzatura 20 mm) B10) Classe di contenuto di cloruri del calcestruzzo: Cl 0.4 B11) Classe di consistenza al getto S4/S5 B12) Volume di acqua di bleeding (UNI 7122): < 0.1% Prescrizioni per la struttura C1) Copriferro minimo: 35 mm (45 per opere in c.a.p) C2) Scassero oppure durata minima della maturazione umida da effettuarsi mediante ricoprimento della superficie non casserata con geotessile bagnato ogni 24 ore (o con altro metodo di protezione equivalente): 7 giorni C3) Acciaio B450C conforme al D.M. 14/01/2008: Proprietà Requisito Limite di snervamento f y 450 MPa Limite di rottura f t 540 MPa Allungamento totale al carico massimo A gt 7,5% Rapporto f t /f y 1,15 R m /R e 1,35 Rapporto f y misurato / f y nom 1,25 Resistenza a fatica assiale* 2 milioni di cicli Resistenza a carico ciclico* 3 cicli/sec (deformazione 1,5 4 %) Idoneità al raddrizzamento dopo piega* Mantenimento delle proprietà meccaniche Controllo radiometrico** superato, ai sensi del D.Lgs. 230/1995 D. Lgs. 241/2000 * = prove periodiche annuali ** = controllo per colata
8 SCHEDA 3.3 Calcestruzzo destinato alla realizzazione di strutture idrauliche 3 in contatto con acque contenenti anidride carbonica aggressiva situate in aree a clima rigido Voce di capitolato A) Calcestruzzo a prestazione garantita, in accordo alla UNI EN 206-1, per strutture idrauliche in contatto con acque contenenti anidride carbonica aggressiva compresa tra 15 e 40 mg/l, situate in aeree a clima rigido, in classe di esposizione XC4 + XF3 + XA1 (UNI 11104), R ck 30 N/mm 2, Classe di consistenza S4/S5, D max 32 mm, aria inglobata 5 ± 1%, Cl 0.4, aggregati non gelivi F2 o MS25, cemento MRD a moderata resistenza al dilavamento in accordo alla UNI 9606 B) Calcestruzzo a prestazione garantita, in accordo alla UNI EN 206-1, per strutture idrauliche in contatto con acque contenenti anidride carbonica aggressiva compresa tra 40 e 100 mg/l, situate in aeree a clima rigido, in classe di esposizione XC4 + XF3 + XA2 (UNI 11104), R ck 30 N/mm 2, Classe di consistenza S4/S5, D max 32 mm, aria inglobata 5 ± 1%, Cl 0.4, aggregati non gelivi F2 o MS25, cemento ARD ad alta resistenza al dilavamento in accordo alla UNI 9606 C) Calcestruzzo a prestazione garantita, in accordo alla UNI EN 206-1, per strutture idrauliche in contatto con acque contenenti anidride carbonica aggressiva maggiore di 100 mg/l, situate in aeree a clima rigido, in classe di esposizione XC4 + XF3 + XA3 (UNI 11104), R ck 35 N/mm 2, Classe di consistenza S4/S5 o slump di riferimento 230 ± 30 mm, D max 32 mm, aria inglobata 5 ± 1%, Cl 0.4, aggregati non gelivi F2 o MS25,cemento AARD ad altissima resistenza al dilavamento in accordo alla UNI Campo di validità Le prescrizioni di capitolato riportate nella presente scheda sono relative a strutture idrauliche in contatto con acque contenenti anidride carbonica aggressiva in misura superiore a 15 mg/l che operano in aree con clima rigido con frequenti escursioni cicliche della temperatura intorno a 0 C. Queste aree sono quelle relative alla fascia prealpina e alpina ad altitudini superiori a 800 metri e quelle situate lungo la dorsale adriatica ad altitudini maggiori di 1000 metri. Le prescrizioni di capitolato contenute nella presente scheda, pertanto, sono rivolte a vasche non interrate di contenimento di liquidi, alle sponde di canali e ai muri di contenimenti di torrenti situate ad altitudini relativamente elevate in contatto con acque dilavanti. Le prescrizioni di capitolato contenute nella presente scheda si riferiscono a strutture che ricadono in Classe 1 di Vita Nominale in accordo alle Norme Tecniche per le Costruzioni (D.M. 14/01/08). Avvertenze Per le strutture idrauliche che operano in clima rigido quali sponde di canali, vasche non interrate per il contenimento di liquidi, muri di contenimento e briglie di torrenti in alta montagna è opportuno far eseguire una analisi tesa alla valutazione del contenuto di anidride carbonica libera al fine di stabilire se essa risulta maggiore di 15 mg/l. Per acque caratterizzate da un tenore di CO 2 inferiore a questo limite consultare le prescrizioni di capitolato contenute nella scheda 3.2. PRESCRIZIONI DI CAPITOLATO Prescrizioni per gli ingredienti utilizzati per il confezionamento del conglomerato A1) Acqua di impasto conforme alla UNI-EN 1008 A2) Additivo superfluidificante conforme ai prospetti 3.1 e 3.2 o superfluidificante ritardante conforme ai prospetti 11.1 e 11.2 della norma UNI-EN A3) Additivo ritardante (eventuale solo per getti in climi molto caldi) conforme al prospetto 2 della UNI-EN A3.1) Additivo aerante conforme al prospetto 5 della norma UNI-EN A4) Aggregati provvisti di marcatura CE conformi alle norme UNI-EN e Assenza di minerali nocivi o potenzialmente reattivi agli alcali (UNI-EN e UNI 8520/2) o in alternativa aggregati con espansioni su prismi di malta, valutate con la prova accelerata e/o con la prova a lungo termine in accordo alla metodologia prevista dalla UNI , inferiori ai valori massimi riportati nel prospetto 6 della UNI 8520 parte 2; Aggregati non gelivi aventi assorbimento d acqua inferiore all 1% o appartenenti alle classi F2 o MS25 in accordo alla UNI-EN A5) Cemento conforme alla norma UNI-EN scelto in accordo alla tabella seguente in base alla concentrazione di anidride carbonica nelle acque: 3 Sponde di canali, vasche non interrate per il contenimento di liquidi, sponde di contenimento di torrenti.
9 Concentrazione di CO 2 nelle acque (mg/l) Tipo di cemento (UNI 9606) MRD ARD > 100 AARD A6) Ceneri volanti e fumi di silice conformi rispettivamente alla norma UNI-EN 450 e UNI-EN parte 1 e 2. Prescrizioni per il calcestruzzo B0) In accordo alle Norme Tecniche sulle Costruzioni (D,M.14/01/08) il calcestruzzo dovrà essere prodotto in impianto dotato di un Sistema di Controllo della Produzione (FPC) effettuata in accordo a quanto contenuto nelle Linee Guida sul Calcestruzzo Preconfezionato (2003) certificato da un organismo terzo indipendente autorizzato. B1) Calcestruzzo a prestazione garantita (UNI EN 206-1) B2-B5) Classi di esposizione ambientale, rapporto a/c massimo, classe di resistenza a compressione minima e dosaggio minimo di cemento in accordo alla seguente tabella in funzione della concentrazione di anidride carbonica nelle acque: Classe di esposizione Concentrazione di CO 2 nelle acque (mg/l) a/c max C(x/y) minima Dosaggio minimo di cemento (kg/m 3 ) XC4 + XF3+ XA C25/ XC4 + XF3 + XA C25/ XC4 + XF3 + XA3 > C28/ B6) Controllo di accettazione: tipo A (tipo B per volumi complessivi di calcestruzzo superiori a 1500 m 3 ) B7) Aria inglobata: 5.0 ± 1% B8) Diametro massimo dell aggregato: 32 mm (Per interferri inferiori a 35 mm utilizzare aggregati con pezzatura 20 mm) B9) Classe di contenuto di cloruri del calcestruzzo: Cl 0.4 B10) Classe di consistenza al getto S4/S5 o slump di riferimento 230 ± 30 mm per la classe Rck 35 N/mm 2 B11) Volume di acqua di bleeding (UNI 7122): < 0.1% Prescrizioni per la struttura C1) Copriferro minimo: 35 mm (45 per opere in c.a.p) C2) Scassero oppure durata minima della maturazione umida da effettuarsi mediante ricoprimento della superficie non casserata con geotessile bagnato ogni 24 ore (o con altro metodo di protezione equivalente): 7 giorni C3) Acciaio B450C zincato conforme al punto del D.M. 14/01/2008 e alla normativa Europea applicabile: Proprietà Requisito Limite di snervamento f y 450 MPa Limite di rottura f t 540 MPa Allungamento totale al carico massimo A gt 7,5% Rapporto f t/f y 1,15 R m /R e 1,35 Rapporto f y misurato/ f y nom 1,25 Resistenza a fatica assiale* 2 milioni di cicli Resistenza a carico ciclico* 3 cicli/sec (deformazione 1,5 4 %) Idoneità al raddrizzamento dopo piega* Mantenimento delle proprietà meccaniche Controllo radiometrico** superato, ai sensi del D.Lgs. 230/1995 D. Lgs. 241/2000 * = prove periodiche annuali ** = controllo per colata
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