Prof. Giuseppe Baldassarre. CORSO DI LAUREA Scienze della Formazione dell Infanzia e dell Adolescenza
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- Giacomo Franceschini
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1 Prof. Giuseppe Baldassarre. CORSO DI LAUREA Scienze della Formazione dell Infanzia e dell Adolescenza
2 Corso di METODI E DIDATTICA DELLE ATTIVITÀ SPORTIVE. Corso di Laurea SCIENZE DELLA FORMAZIONE DELL INFANZIA E DELL ADOLESCENZA
3 Il sistema nervoso
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5 SISTEMA NERVOSO CENTRALE: cervello, cervelletto e midollo allungato
6 SISTEMA NERVOSO CENTRALE: midollo spinale
7 SISTEMA NERVOSO PERIFERICO: nervi cranici 1 Olfattivo responsabile del riconoscimento degli odori; 2 Ottico trasmette le informazioni visive; 3 Oculomotore muscoli esterni del bulbo oculare con fibre motorie e sensoriali; 4 Trocleare muscoli esterni del bulbo oculare con fibre motorie e sensoriali; 5 Trigemino muscoli relativi alla masticazione e sensazioni tattili dal viso; 6 Abducente movimento laterale degli occhi e della chiusura delle palpebre;
8 SISTEMA NERVOSO PERIFERICO: nervi cranici 7 Facciale muscoli dell espressività facciale, del gusto dei 2/3 anteriori della lingua. 8 Uditivo responsabile delle funzioni dell udito e dell equilibrio; 9 Glossofaringeo sensazioni e i sapori dalla parte posteriore della lingua e della gola, controlla la deglutizione; 10 Vago collegamenti sensoriali e motori a molti organi nel petto e nell addome; 11 Accessorio-Spinale funzionalità di sternomastoideo e trapezio; 12 Ipoglosso muscoli della lingua ed alcuni muscoli minori del collo.
9 SISTEMA NERVOSO PERIFERICO: nervi spinali
10 SISTEMA NERVOSO AUTONOMO SISTEMA SIMPATICO E PARASIMPATICO
11 Sistema Simpatico e Parasimpatico Questi due sistemi distinti anatomicamente, lavorano in modo coordinato. Il Parasimpatico controlla le azioni di routine e le funzioni di riposo e digestione. Il Simpatico al contrario interviene in situazioni di stress quando si ha una funzione fuga/attacco Il SNA mantiene l omeostasi grazie ad un equilibrio tra attività simpatica e parasimpatica
12 IL NEURONE Il neurone è caratterizzato da una struttura altamente polarizzata, evolutasi per favorire la ricezione, l integrazione, e la trasmissione degli impulsi nervosi.
13 I dendriti rappresentano una regione periferica del neurone deputati al collegamento con i neuroni adiacenti. Essi si occupano di recepire i messaggi per mezzo di piccole protuberanze estroflesse dette SPINE. Il corpo cellulare fa nei neuroni il lavoro che svolge in altre cellule: -Immagazzina materiale genetico; - sintetizza proteine e altre molecole necessarie alla sopravvivenza della cellula. L assone trasporta messaggi ad altre cellule. Si comporta come un conduttore elettrico, infatti grazie alla presenza di alcuni ioni come sodio, cloro, calcio e potassio viene creato un flusso ionico che genera una corrente elettrica. Può terminare poco distante o estendersi fino a distanze molto lunghe.
14 L impulso nervoso Ogni cellula nervosa è composta da un corpo centrale dal quale si diramano numerose ramificazioni, (dendriti) mentre dall'altro lato vi è una lunga fibra con ramificazioni soltanto nella su parte terminale (assone). I nervi sono costituiti da fasci di assoni, che li percorrono interamente. Gli impulsi nervosi possono avere una sola direzione di movimento, cioè provengono dai dendriti e si dirigono verso l'assone. La struttura dell'assone possiede una membrana, sulla quale sono disposti ioni sodio Na- e potassio K-, gli uni all'esterno, gli altri all'interno della membrana stessa. La presenza di questi ioni produce una differenza di potenziale, che, quando la fibra è a riposo, non è cioè attraversata da impulsi nervosi, è di 70 mv: il potenziale di riposo.
15 L impulso nervoso Quando giunge un impulso, viene aumentata la permeabilità della membrana e quindi viene favorito l'ingresso del sodio nell'assone, il che produce una differenza di potenziale di +50 mv. Dopo pochissimo la permeabilità della membrana torna a diminuire, ristabilendo la differenza di -70 mv. Questa meccanismo (pompa ionica) crea il trasporto dell impulso nervoso (cariche positive e negative) cioè depolarizzazione della membrana.
16 Le sinapsi La sinapsi ( o giunzione sinaptica o bottone sinaptico) è una struttura che consente la comunicazione tra le cellule del tessuto nervoso. Attraverso la trasmissione sinaptica, l impulso nervoso può viaggiare da un neurone all altro o da un neurone ad una fibra. La membrana pre-sinaptica rilascia molecole neuroattive racchiuse in minuscole vescicole dette vescicole sinaptiche. La membrana post-sinaptica riconosce e cattura le molecole neuroattive scatenando un potenziale postsinaptico o impulso nervoso eccitatorio
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18 Dal punto di vista funzionale, esistono due tipi di sinapsi: le sinapsi elettriche e le sinapsi chimiche. Nei vertebrati superiori prevalgono le sinapsi di tipo chimico. Una sinapsi chimica è formata da tre elementi: membrana pre-sinaptica, spazio sinaptico (detto anche fessura intersinaptica o vallo sinaptico) e membrana post-sinaptica. La membrana pre-sinaptica è quella parte del neurone portatore del messaggio che rilascia il neurotrasmettitore nello spazio sinaptico. Qui quest'ultimo entra in contatto con la membrana postsinaptica ove sono presenti specifici recettori o canali ionici. Il neurotrasmettitore in eccesso viene riassorbito nella membrana presinaptica, o scisso in parti inerti da un apposito enzima.
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20 Sinapsi elettrica
21 Sinapsi chimica
22 Sinapsi chimica
23 Sinapsi chimica
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29 La giunzione neuromuscolare (o placca motrice) è la sinapsi che il motoneurone forma con il muscolo scheletrico. Fra nervo e muscolo c è uno spazio intersinaptico. Il nervo è pre-sinaptico e il muscolo è post-sinaptico. 1) fibra motrice e sue ramificazioni terminali; 2) bottone sinaptico; 3) sarcolemma; 4) fibra muscolare
30 In prossimità della giunzione neuromuscolare, la fibra motrice perde il suo rivestimento di mielina e si divide in ramificazioni terminali che si adagiano lungo la doccia sinaptica sulla superficie del sarcolemma. La membrana ha la funzione di ricevere e condurre stimoli. Le alterazioni della stabilità e del sistema di riparazione della membrana sarcolemmale possono portare alla distrofia muscolare. La membrana plasmatica della fibra muscolare è notevolmente invaginata e forma numerose pliche giunzionali per aumentare la superficie di contatto fra nervo e muscolo.
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32 Nei terminali assonici sono presenti molte vescicole sinaptiche contenenti acetilcolina (ACh), il mediatore chimico della placca motrice, sintetizzata in periferia del neurone.
33 Acetilcolina ACh
34 PLACCA MOTRICE: formazione anatomica rotondeggiante situata nella compagine di un muscolo, nel punto in cui la terminazione di una fibra nervosa motrice viene a contatto con una fibra muscolare. Trasmette gli impulsi di moto ai muscoli volontari
35 Le basi neurofisiologiche e neurobiologiche del movimento
36 SISTEMA NERVOSO RAPPRESENTAZIONI SOMATOTOPICHE VIE DI CONDUZIONE MEDIATORI CHIMICI
37 L organizzazione del sistema motorio a livello del S.N.C. è fondata su tre componenti: SISTEMA PIRAMIDALE provvede ai movimenti volontari dei muscoli, permettendo la pianificazione del movimento. Le aree del cervello più comunemente preposte al movimento sono: - l area 4 di Brodmann - l area piramidale temporo-parietale - l area precentrale SISTEMA EXTRAPIRAMIDALE agisce direttamente o indirettamente sulla corretta azione motoria, controllando le reazioni istintive orientate e adattandole al movimento volontario, coordinato dal sistema piramidale. Risiede a livello corticale nell area di Brodmann (promotrice), area 5, area 22 temporale e nell area sensitiva SISTEMA CEREBELLARE Con il cervelletto è responsabile della postura, dell equilibrio e del tono muscolare.
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39 CORTECCIA MOTORIA AREE CORTICALI SENSORIALI GANGLI DELLA BASE CERVELLETTO NEURONI TRONCO ENCEFALICO INTERNEURONI SPINALI MOTONEURONI MOVIMENTO
40 Aree corticali sensoriali: ricezione degli stimoli sensoriali Aree motorie: pianificazione del movimento Cervelletto & gangli della base: confronto tra movimento pianificato e movimento eseguito; feed-forward; pianificazione Nuclei motori tronco encefalo: controllo muscoli facciali Neuroni di proiezione tronco encefalo: ritrasmissione al midollo Interneuroni spinali: coordinazione dei vari pool di motoneuroni Motoneuroni: controllo dei muscoli
41 Percorsi sensoriali Percorso sensoriale ascendente Questo percorso trasporta informazioni ricevute da tutto il corpo verso specifici livelli del midollo spinale e successivamente verso il cervello. L informazione proviene da cellule specializzate, come i sensori nella pelle (che si occupano del tatto, del dolore o dei cambiamenti ambientali) e i sensori che monitorano gli organi interni (ad esempio cuore, polmoni, intestino ecc).
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43 Percorsi sensoriali Percorso sensoriale (motorio) discendente Questo percorso controlla sia i muscoli degli organi interni (es. cuore, stomaco, intestino, ecc.) sia i muscoli coinvolti nei movimenti. Il percorso discendente inizia dai nervi localizzati nel cervello i quali spediscono segnali elettrici al il midollo a livelli specifici: qui poi i neuroni trasmettono gli impulsi a parti specifiche del corpo.
44 Percorsi sensoriali Il midollo spinale contiene parti di circuiti neuronali che sono coinvolti nei riflessi spinali. Questi circuiti coinvolgono i messaggi che sono stati ricevuti dai nostri organi di senso, che sono arrivati al midollo spinale, e dal quale è partita una risposta diretta ai muscoli senza necessariamente che il cervello sia stato coinvolto con una decisione. Un esempio classico è il riflesso rotuleo: quando il ginocchio viene toccato il riflesso spinale causa un movimento automatico (e quindi di riflesso) della gamba che così si estende. In questo caso non è il cervello che dice alla gamba di muoversi ma è il riflesso spinale che consente il movimento: tuttavia al cervello viene inviato un messaggio per informarlo di quello che è successo.
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46 L ATTIVAZIONE NEUROMUSCOLARE Durante l esecuzione di un movimento è fondamentale avere informazioni sullo stato del muscolo, con particolare riferimento alla: - Lunghezza delle fibre muscolari - Tensione (Forza) sviluppata La capacità di acquisire informazioni che riguardano lo stato dei muscoli e quindi su come il nostro corpo è posto e si muove nello spazio è detto PROPRIOCEZIONE Alcuni riflessi consentono di controllare continuamente la lunghezza o la tensione: il riflesso miotatico ed il riflesso miotatico inverso
47 Sono due i recettori principali per la propriocezione: Fuso neuromuscolare: lunghezza muscolo Riflesso miotatico Organo tendineo del Golgi: tensione Riflesso miotatico inverso
48 RIFLESSO MIOTATICO Consente di contrarre i muscoli se stirati troppo ( riflesso stiramento ): correggere errori durante l esecuzione di movimenti mantenere il tono muscolare (forza con cui i muscoli si oppongono a stiramento) opporsi alla forza di gravità: mantenere la postura
49 RIFLESSO MIOTATICO INVERSO Controllo tensione sviluppata dal muscolo
50 Recettori per dolore RIFLESSO FLESSORIO
51 A seconda della loro elaborazione neuromuscolare i movimenti vengono suddivisi in : Riflessi: - movimenti semplici, rapidi, stereotipati, involontari (es. riflesso rotuleo) Attività motorie ritmiche: - solo l inizio e la fine della sequenza motoria sono volontari, il resto è quasi un riflesso (es. cammino) Movimenti volontari: - intenzionali, appresi, migliorano con la pratica
52 RIFLESSI: tipologie RIFLESSO DEI PUNTI CARDINALI o di RICERCA Si ottiene stimolando la cute periorale del neonato. La risposta è rappresentata dalla rotazione del capo verso il lato stimolato; RIFLESSO DI SUZIONE E rappresentato da movimenti di suzione ritmici, che si verificano introducendo una tettarella nella bocca del neonato;
53 RIFLESSO DI FUGA Consiste nella retroazione, o allontanamento, di una parte del corpo su cui venga applicato uno stimolo nocicettivo. Rientra nel complesso delle reazioni di difesa nei confronti di stimoli acuti ed improvvisi. RIFLESSO DI PRENSIONE PALMARE Si determina per stimolazione della superficie palmare. La risposta è rappresentata dalla flessione delle dita sull oggetto stimolante, con chiusura e pugno della mano. RIFLESSO DI MORO Si verifica in seguito ad una brusca modificazione della posizione del capo rispetto al tronco. Nella prima fase vi è un improvvisa estensione ed abduzione degli arti superiori, con apertura delle mani e pianto; nella fase successiva, una flessione e adduzione degli arti superiori;
54 RIFLESSO DELLA MARCIA AUTOMATICA E rappresentato da un automatismo deambulatorio, che viene a determinarsi sostenendo il neonato in posizione eretta, in lieve antero-flessione; REAZIONE GLOBALE DI RADDRIZZAMENTO Si ottiene verticalizzando il neonato e stimolando la superficie plantare sul piano di appoggio. Ciò determina l estensione progressiva degli arti inferiori, del tronco e del capo.
55 Trazione per le braccia In risposta a tale manovra, alla nascita, il capo rimane notevolmente arretrato rispetto al tronco. E possibile osservare, tuttavia, una contrazione dei muscoli sternocleido-mastoidei, che traduce un tentativo di allineamento testa-tronco. Solo verso i 3 mesi tali tentativi cominciano a divenire fruttuosi, permettendo un allineamento della testa col tronco nel corso di tutta la manovra. All età di 5 mesi, infine, si rileva l anticipo del capo sul tronco, con partecipazione attiva del bambino alla modificazione del decubito.
56 Abilità statico-posturali Controllo del capo 2-3 mesi Epoca Mantenimento posizione seduta Mantenimento quadrupedica 6-7 mesi 8-10 mesi Mantenimento sezione eretta mesi
57 Abilità dinamico-locomotorie Rotolamento prono-supino Rotolamento supino-prono Strisciamento Passaggio in seduta Andatura quadrupedica Passaggio in eretta Deambulazione autonoma Epoca di comparsa 2-4 mesi 3-5 mesi 4-6 mesi 7-9 mesi 8-10 mesi mesi mesi R. Militerni, Psicologia dello sviluppo,idelson-gnocchi, Napoli, 2001, p. 75.
58 LO SVILUPPO DELLA MOTRICITA FINE Lo sviluppo della motricità fine, si riferisce in genere alla progressiva acquisizione di quelle abilità manuali che permettono al bambino di afferrare, manipolare, costruire e modificare. Età Fino a 4 mesi Verso i 5 mesi Dai 6 agli 8 mesi A partire dagli 8 mesi All età di 10 mesi Comportamento Il bambino si limita ad osservare il cubo Allunga il braccio per afferrarlo La prensione è più sicura, ma l oggetto viene tenuto contro il palmo della mano dalle ultime quattro dita Inizia la partecipazione del pollice in collaborazione col dito indice; modalità a pinza inferiore La prensione avviene fra i segmenti distali delle due dita (pinza superiore)
59 TAPPE RELATIVE ALLE ATTIVITA DEL BAMBINO SULL OGGETTO Età Comportamento 6-8 mesi Il bambino afferra l oggetto, lo porta alla bocca, lo scuote e lo batte 7-9 mesi Afferra due oggetti, li batte fra loro, li passa da una mano all altra 8-10 mesi Estrae un oggetto da un contenitore e riesce ad esplorarlo nelle sue parti mesi Depone l oggetto nel contenitore mesi Costruisce una torre di 2 cubi mesi Riesce a voltare le pagine di un libro mesi Comincia a scarabocchiare
60 Corso di METODI E DIDATTICA DELLE ATTIVITÀ SPORTIVE Corso di Laurea SCIENZE DELLA FORMAZIONE DELL INFANZIA E DELL ADOLESCENZA Baldassarre, G. (2012) Ricerca e Didattica: Analisi del movimento e nuove tecnologie. Guida - Napoli Sibilio, M. (2005). Lo sport come percorso educativo. Guida Napoli Raiola, G. (2012). La complessità dello studio in ambito sportivo educativo. Pensa - Lecce
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