CONSEGUENZE IN CASO DI APPELLO INAMMISSIBILE

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1 CONSEGUENZE IN CASO DI APPELLO INAMMISSIBILE 1. Premessa - 2. Il fatto - 3. La nozione di deposito - 4. Le norme di riferimento - 5. La posizione della dottrina La prassi - 7. Una problematica giurisprudenziale: la costituzione in giudizio a mezzo del servizio postale - 8. L inammissibilità e l improcedibilità dell impugnazione principale Il diritto Conclusioni. 1. PREMESSA La decisione della Suprema Corte che si commenta verte sull applicazione di norme processuali, in particolare riferite al contenzioso tributario in sede di appello. L interpretazione fornita dalla Suprema Corte con riferimento alla disciplina prevista dal D.lgs. n. 546/1992 in materia di impugnazione della sentenza di prime cure, in ordine agli effetti del mancato deposito dell atto di appello nella segreteria della Commissione tributaria, è chiara ed aderente al dato normativo, che risulta pertanto correttamente interpretato. Il mancato rispetto delle formalità previste dalla legge in capo al ricorrente, nella specie il mancato deposito dell atto di appello nella segreteria della Commissione tributaria adita, determina l inammissibilità dell appello che deve essere dichiarata anche d ufficio e comporta la stessa conseguenza per l eventuale secondo appello principale non ritualmente depositato che pertanto non può, ai sensi di legge, essere riproposto. 2. IL FATTO In data 14 novembre 2001 il Comune di S. Ferdinando di Puglia ha notificato al soggetto resistente un atto di appello, nel rispetto dei termini ex art. 327 c.p.c. Successivamente, il 19 dicembre 2001 il resistente si costituiva in giudizio mediante deposito di un atto contenente controdeduzioni ed appello incidentale presso la Segreteria della Commissione tributaria adita constatando ed eccependo la mancata costituzione in giudizio della parte appellante. Il 26 aprile 2002 il Comune ha depositato presso la Segreteria della Commissione Regionale adita un ulteriore atto di appello notificato a controparte in data In data 28 maggio 2002 l appellato si è nuovamente costituito in giudizio eccependo l inammissibilità anche dell appello notificato il 10 aprile Il giudice di appello con la sentenza impugnata ha ritenuto inesistente il primo appello, ha dichiarato inammissibile il primo appello incidentale e, nel merito, ha accolto parzialmente i secondi appelli, principale ed incidentale. 3. LA NOZIONE DI DEPOSITO Comunemente, il sostantivo deposito, così come riportato dai dizionari, lessicalmente, si sostanzia nell atto materiale di depositare ovvero nella consegna di un oggetto perché venga successivamente restituito a richiesta o alla scadenza del termine previsto. Giuridicamente, il deposito di un atto comporta per il soggetto interessato il compimento di una attività materiale di consegna all ufficio competente, di regola presso la segreteria dell organo giurisdizionale adito, del documento richiesto dalla legge, da cui derivano determinati effetti giuridici LE NORME DI RIFERIMENTO L istituto della costituzione in giudizio nel processo tributario, del ricorrente e della parte resistente, è disciplinato dagli artt. 22, 23, 53, 54 D.lgs. 31 dicembre 1992 n In particolare, l art. 22 riferito al ricorrente, dispone che questi entro trenta giorni dalla proposizione del ricorso, a pena d inammissibilità deposita, nella segreteria della commissione tributaria adita, l originale del ricorso notificato( ) ovvero copia del ricorso consegnato o spedito per posta ( ). L inammissibilità del ricorso 1 Devoto - Oli, Nuovo vocabolario illustrato della lingua italiana, Milano,

2 è rilevabile d ufficio in ogni stato e grado del giudizio, anche se la parte resistente si costituisce a norma dell articolo seguente. L art. 23, che disciplina la costituzione in giudizio della parte resistente, dispone che i soggetti interessati nei cui confronti è proposto il ricorso si costituiscono in giudizio entro sessanta giorni dal giorno in cui il ricorso è stato notificato, consegnato o ricevuto a mezzo del servizio postale. La costituzione è fatta mediante deposito presso la segreteria della commissione tributaria adita del proprio fascicolo contenente le controdeduzioni. Per quanto riguarda la forma del ricorso in appello, l art. 53 dispone che tale atto è proposto nelle forme di cui all art. 20, commi 1 e 2, nei confronti di tutte le parti che hanno partecipato al giudizio di primo grado e deve essere depositato a norma dell art. 22, commi 1, 2 e 3. L art. 54 regola le controdeduzioni dell appellato e l appello incidentale: Le parti diverse dall appellante devono costituirsi nei modi e termini di cui all art. 23, depositando apposito atto di controdeduzioni. Nello stesso atto depositato nei modi e nei termini di cui al precedente comma può essere proposto, a pena d inammissibilità, appello incidentale. 5. LA POSIZIONE DELLA DOTTRINA Si esaminano ora brevemente le varie posizioni della dottrina in materia di costituzione del ricorrente nel processo tributario. La notifica del ricorso alla controparte instaura il contraddittorio fra le parti ma non è ancora in grado di radicare il processo che richiede la partecipazione del giudice. La costituzione del ricorrente si realizza, a pena d inammissibilità, mediante il deposito del ricorso e del fascicolo nella Segreteria della Commissione tributaria e cristallizza il rapporto fra la parte ed il giudice. Il giudice può dichiarare l inammissibilità anche d ufficio, in ogni stato e grado del giudizio: ciò, anche in ipotesi di costituzione della parte resistente, alla quale la legge, evidentemente, non riconosce alcuna efficacia sanante. Per tale ragione si può definire come assoluta l inammissibilità così duramente sanzionata dalle norme in esame e, indirettamente, se ne può dedurre il favor da parte del legislatore per il mantenimento del provvedimento impugnato. La sanzione dell inammissibilità, comportando l esclusione di ogni sanatoria, anche in ipotesi di rituale costituzione del resistente, non escluderebbe tuttavia la riproponibilità del ricorso, una volta eliminata la causa dell inammissibilità ed ancora in termini, come meglio si esaminerà nel corso della trattazione. La disciplina in esame appare assimilabile a quella regolatrice del contenzioso giurisdizionale amministrativo. Si può confrontare il deposito regolato nel processo tributario con l apparato normativo riferito al processo amministrativo: si individua l art. 21 L. 6 dicembre 1971 n. 1034, come modificato dall art. 1 L. 21 luglio 2000 n Al riguardo tale norma dispone che il ricorso, con la prova delle avvenute notifiche e con copia del provvedimento impugnato, ove in possesso del ricorrente, deve essere depositato nella segreteria del tribunale amministrativo regionale, entro 30 giorni dall ultima notifica. Autorevole dottrina ha sostenuto che se la notifica non fosse seguita dal deposito il processo non potrebbe ritenersi mai iniziato. Il deposito viene a porsi nel processo amministrativo, per consolidata giurisprudenza, come l elemento conclusivo di una fattispecie complessa, con lo scopo di ricondurre il suo inizio al momento del deposito dell atto stesso: ne consegue l inammissibilità del ricorso che non sia stato depositato dal ricorrente ovvero che sia stato da questi depositato dopo la scadenza del termine previsto ex lege. Quindi, la mancata costituzione dell attore nel processo amministrativo, differentemente che nel diritto civile, impedisce la prosecuzione del giudizio. In sostanza, si può individuare una sostanziale assimilazione fra la struttura processuale amministrativa e quella tributaria nonché, parimenti, una differenziazione rispetto alle regole del processo civile in quanto entrambe le procedure, amministrativa e tributaria, sono caratterizzate dal principio dell unilateralità dell azione, cui consegue che la mancata costituzione del ricorrente nelle forme e nel termine previsto preclude ogni decisione sulla domanda. 6. LA PRASSI 2

3 L analisi della posizione del ricorrente nell ambito del processo tributario è stata effettuata ad opera di due Circolari ministeriali interpretative del dato normativo esistente. La Circolare 23 aprile 1996 n. 98 ha fornito chiarimenti sull art. 22 D.lgs. n. 546 del 1992, precisando che la costituzione è, dunque, l atto con cui il ricorrente si presenta in modo formale, nel processo davanti alla Commissione tributaria, nella sua pratica concretezza esso non è altro che il deposito del ricorso e del proprio fascicolo con i documenti rispettivamente indicati nei commi 1 e 4, nella Segreteria della Commissione adita. L importanza di tale atto si manifesta in tutta evidenza poiché il ricorrente (già diventato parte per effetto della notificazione del ricorso) costituendosi, diviene ufficialmente e fattivamente presente nel processo instaurando un rapporto diretto con il giudice. Per quanto concerne l art. 53 ha evidenziato che è inoltre richiesto il deposito dell atto di appello nella segreteria della commissione tributaria adita nel termine perentorio di trenta giorni, a pena d inammissibilità. Con riferimento, invece, all art. 54 D.lgs. n. 546 del 1992 la Circolare ha previsto che nel caso in cui avverso la sentenza vengano proposte due impugnazioni entro il termine ordinario, sebbene in tempi diversi, ci si trova di fronte a due appelli del tutto autonomi e ciò comporta che l inammissibilità dell impugnazione proposta per prima non determina anche l inammissibilità di quella proposta successivamente, purchè la stessa sia tempestiva. Sull argomento è nuovamente intervenuta la Circolare 3 aprile 2001 n. 36 che ha ribadito come la costituzione in giudizio della parte ricorrente, che deve avvenire nell osservanza del disposto dell art. 22 D.lgs. n. 546 del 1992, completi la costituzione del rapporto processuale investendo il giudice della controversia, perché la semplice notifica non è sufficiente a porre in relazione il ricorrente ed il giudice. 7. UNA PROBLEMATICA GIURISPRUDENZIALE: LA COSTITUZIONE IN GIUDIZIO A MEZZO DEL SERVIZIO POSTALE La giurisprudenza si è più volte occupata della questione inerente l ammissibilità nel processo tributario della costituzione in giudizio realizzata con la spedizione postale del ricorso alla segreteria della commissione tributaria adita. Si sono contrapposti, fondamentalmente, due distinti orientamenti. L uno, minoritario, favorevole all ammissibilità della costituzione in giudizio mediante la spedizione del ricorso a mezzo posta. L altro maggioritario, favorevole per la declaratoria di inammissibilità di tale forma di costituzione. La questione è stata altresì sottoposta al vaglio della dottrina che, prevalentemente, ha sposato la posizione favorevole per la declaratoria dell inammissibilità del ricorso. Non sono comunque mancate le posizioni di coloro che hanno ritenuto ammissibile il ricorso, operando una ricostruzione evolutiva della norma che oltrepassasse il dato strettamente testuale e valutando positivamente il raggiungimento dello scopo da parte dell atto: nel caso concreto il fine verrebbe raggiunto portando a conoscenza del giudice la controversia. La Corte Costituzionale ha posto fine alla querelle con la decisione n. 520 del 6 dicembre disponendo l illegittimità costituzionale dell art. 22, commi 1 e 2, D.lgs. n. 546 del 1992 (Disposizioni sul processo tributario in attuazione della delega al Governo contenuta nell articolo 30 della legge 30 dicembre 1991, n. 413), nella parte in cui non consente, per il deposito degli atti ai fini della costituzione in giudizio, l utilizzo del servizio postale. Con tale sentenza la Corte delle leggi ha ricostruito i propri orientamenti contenuti in precedenti declaratorie di incostituzionalità, per violazione degli artt della Costituzione, con riferimento a quelle disposizioni legislative che, imponendo oneri ( ) o modalità tali da rendere ( ) estremamente difficile l esercizio del diritto di difesa o lo svolgimento di attività processuale, in qualche modo vengono a porre ostacoli, non giustificati da un preminente interesse pubblico, per la tutela di diritti soggettivi dei cittadini. Inoltre, con specifico riferimento al processo tributario ed ai problemi di inammissibilità che lo caratterizzano, ha riconfermato l esigenza che una norma che comporti la sanzione dell inammissibilità al tempo stesso debba garantire la tutela delle parti in posizioni di parità, evitando irragionevoli sanzioni di inammissibilità in danno del soggetto che si intende tutelare. La Corte in particolare non ravvisa una razionale giustificazione nel processo tributario per cui il deposito debba avvenire brevi manu. Ciò in particolare quando il Legislatore ha riconosciuto per l intero sistema processuale civile, amministrativo e contabile la possibilità di adottare mezzi informatici e telematici, sia per la costituzione in giudizio che per la presentazione di atti e documenti. 8. L INAMMISSIBILITÀ E L IMPROCEDIBILITÀ DELL IMPUGNAZIONE PRINCIPALE 3

4 Tenuto conto che l essenza della decisione in commento verte in materia principalmente processuale e ruota intorno al concetto di inammissibilità del ricorso d appello, si rende utile ed opportuna una disamina della nozione di tale istituto. Secondo autorevole dottrina i concetti di inammissibilità ed improcedibilità sono fenomeni specifici delle impugnazioni 2. In particolare, esaminando gli effetti della declaratoria di inammissibilità si rileva che, ai sensi dell art. 358 c.p.c. l appello dichiarato inammissibile non può essere riproposto anche se non è decorso il termine fissato dalla legge. Si dovrebbe dedurre che il Legislatore, disciplinando il principio di consunzione, sintetizzato dalla norma sopraindicata, ha inteso vincolare la manifestazione di volontà dell impugnante all osservanza di molteplici requisiti. Al riguardo, il principio di consumazione dell impugnazione espresso dalla norma sopra richiamata mentre non consente a chi abbia proposto una rituale impugnazione di proporne una successiva, non escluderebbe che a seguito della proposizione di un impugnazione viziata possa esserne riproposta una seconda, che sia destinata a sostituire la prima. In particolare, si è posto il problema della possibilità per l impugnante di rinnovare il gravame prima della pronuncia dichiarativa dell inammissibilità. La giurisprudenza si è pronunciata sulla questione propendendo generalmente per la soluzione affermativa: ha ammesso, cioè, che dopo la proposizione dell impugnazione viziata possa esserne avanzata una seconda, immune dai vizi della prima e destinata a sostituirla, semprechè il relativo termine non sia trascorso o non sia intervenuta medio tempore una dichiarazione giudiziale di inammissibilità o di improcedibilità del precedente gravame 3. Pertanto, in mancanza della declaratoria è stata ritenuta consentita la proposizione di un ulteriore impugnazione, di contenuto identico ovvero differente, a condizione tuttavia che tale seconda impugnazione si presenti tempestiva con riferimento non solo al termine lungo ancora in corso, ma anche al termine breve, decorrente dalla data di proposizione della prima impugnazione, che è quello della conoscenza legale della sentenza da parte dell appellante. Concordemente a tale interpretazione si è espressa parte della dottrina, secondo cui in ipotesi di inammissibilità non dichiarata il gravame può essere tempestivamente riproposto solo se inficiato da un vizio formale 4. Altri autori, invece, negano decisamente la possibilità di riproporre il gravame 5. L inammissibilità dell impugnazione principale non esclude tuttavia l instaurazione del giudizio con particolare riferimento alla rituale proposizione dell appello incidentale da parte dell appellato contro la stessa sentenza, nel termine e nella forma richiesti dalla legge. 9. IL DIRITTO La decisione in esame, con riferimento alle eccezioni di violazione e falsa applicazione della legge sollevate in relazione agli artt. 22, 23, 53, 54 e 49 D.lgs. n. 546 del 1992 nonché agli artt. 325, 326, 327, 329 e 353 c.p.c. erroneamente interpretati dal giudice d appello, che ha ritenuto ammissibile e tempestivo il secondo appello proposto dal Comune sul presupposto della inesistenza del rapporto processuale costituitosi con la notifica del primo ricorso, ha operato un interpretazione ortodossa. La sanzione processuale correlata al mancato deposito dell atto è l inammissibilità del ricorso, non certo la sua inesistenza. 2 C. Canova, voce: Inammissibilità ed improcedibilità, Enciclopedia giuridica Treccani, 1989; Carnelutti, Istituzioni del processo civile italiano, Roma, 1956, p. 336; Lugo, voce: Inammissibilità ed improcedibilità (diritto processuale civile), in Nss. D.I. VIII, Torino, 1962, pp. 483 ss; Fabbrini, L opposizione ordinaria del terzo nel sistema dei mezzi d impugnazione, Milano, 1968, pp. 270 ss; Vaccarella, Inattività delle parti ed estinzione del processo di cognizione, Napoli, 1975, pp. 189 ss. 3 Corte dei Conti 18 aprile 2000 n. 127; ID. 25 maggio 2001 n. 182, in ; Cass. 30 ottobre 1963 n. 2904; ID. 2 aprile 1977 n. 1255; ID. 23 gennaio 1998 n. 643, in Foro It. 1998, p. 2942, con nota di Rascio: non costituisce ostacolo alla riproponibilità dell appello, tanto nella forma di un nuovo autonomo ricorso, quanto in quella del ricorso incidentale, la semplice pendenza della precedente impugnazione in sé improcedibile od inammissibile. 4 Amato, Rinuncia al ricorso per cassazione inammissibile od improcedibile e riproponibilità del ricorso, in Riv. Dir. Proc. 1970, p Vaccarella, op. cit. 4

5 E infatti il deposito che perfeziona il rapporto processuale nei confronti del giudice, il quale non può affermare che l azione non sia stata esercitata ma deve dichiarare l inammissibilità dello strumento introduttivo del giudizio. La Corte si sofferma sugli effetti della notifica dell atto di impugnazione e, correttamente, rileva che con essa si costituisce il rapporto processuale fra le parti e da essa decorre il termine di sessanta giorni ai fini degli adempimenti per la costituzione in giudizio dell appellato che consistono nel deposito, a pena d inammissibilità, dell atto di controdeduzioni e dell appello incidentale. Nel processo civile, ai sensi dell art. 333 c.p.c., non sono disciplinate differenti formalità per l appello principale ed incidentale, i quali si distinguono esclusivamente in ragione della diversa successione temporale. Più precisamente si afferma il principio di unicità del processo di impugnazione il quale comporta che, una volta avvenuta la notificazione della prima impugnazione tutte le altre devono essere proposte in via incidentale nello steso processo 6. Nel processo tributario, invece, in ipotesi di proposizione di un primo appello principale, la proponibilità dell appello incidentale è vincolata al deposito dell atto in segreteria, a pena di inammissibilità, senza necessità di autonoma notifica, richiesta per l appello principale. Nell ipotesi della c. d. soccombenza ripartita, che si verifica quando le parti contrapposte siano rimaste reciprocamente soccombenti su distinti capi della sentenza, qualora ciascuna parte impugni autonomamente la stessa sentenza prima di conoscere l iniziativa di controparte, la qualifica di appello principale ed incidentale dipenderà, ratione temporis, unicamente dalla successione cronologica fra le due impugnazioni. Ora con riferimento ai fatti di causa, quanto al primo appello principale, notificato il 14 novembre 2001 e non seguito da tempestiva costituzione, esso doveva essere dichiarato inammissibile e non certamente inesistente. Tale declaratoria non avrebbe potuto influire negativamente sia sulla ritualità dell appello incidentale proposto correttamente in termini sia, parimenti, sulla corretta instaurazione del giudizio, funzionale alla rituale proposizione dell appello incidentale avverso la stessa sentenza. Per questa ragione, decide la Corte, il giudice d appello avrebbe dovuto sindacare tale impugnazione fin dalla sua prima formulazione. Inoltre, quanto al secondo appello principale, notificato il 10 aprile 2002 e depositato il 26 aprile, ritenuto valido dal giudice sul presupposto dell inesistenza del primo, la Corte respinge anche tale interpretazione in quanto, così come il primo appello doveva essere dichiarato inammissibile, a norma di legge, anche il secondo avrebbe dovuto subire la stessa sorte. L art. 358 c.p.c. dispone espressamente che l appello dichiarato inammissibile o improcedibile non può essere riproposto, anche se non è decorso il termine fissato dalla legge ; identicamente dispone l art. 60 D.lgs. n. 546 del 1992: sono entrambe espressioni del principio di consumazione del potere d impugnazione. Ora, tenuto conto dei consolidati orientamenti dottrinari e, soprattutto, giurisprudenziali di legittimità sopra esaminati e formatisi in particolare in relazione al processo civile, qualora il primo appello principale non fosse stato ancora dichiarato inammissibile ma la seconda impugnazione fosse stata comunque ritualmente proposta, con particolare riferimento alla sua tempestività temporale, quest ultima avrebbe potuto essere riproposta e dichiarata ammissibile. La Suprema Corte è stata costante nel riconoscere che la consumazione del potere di impugnazione non si verifica in relazione alla sola proposizione dell impugnazione sulla quale incida una causa di inammissibilità o, in genere, un fatto estintivo del processo, bensì per effetto della dichiarazione giudiziale dell inammissibilità o dell improcedibilità dell impugnazione stessa. Di conseguenza fin quando tale dichiarazione non sia intervenuta la pura e semplice pendenza della precedente impugnazione non preclude, sempre che il relativo termine non sia decorso, la valida rinnovazione dell impugnazione. E stata costantemente ammessa la proponibilità di un secondo atto di appello, immune dai vizi del precedente e destinato a sostituirlo, purchè tale impugnazione risulti tempestiva. Il termine di riferimento, tuttavia, è stato fissato con riferimento al termine breve decorrente dalla data di proposizione della prima impugnazione, equivalendo essa alla conoscenza legale della sentenza da parte dell impugnante 7. Non c è ragione di discostarsi da tali insegnamenti con riguardo al rito vigente nel processo tributario. Le suesposte condizioni tuttavia non si sono verificate in concreto con riferimento all analisi degli atti di causa, in quanto il secondo ricorso è stato proposto tardivamente: per questo motivo si è imposta la corretta 6 Principio dell unicità del processo d impugnazione: Cass, sez. III, 9 aprile 2003 n. 5578, in Mass. 2003, cd-rom Foro it ; ID, sez. II, 2 agosto 2002 n ibidem. 2002, cd-rom Foro It Cass., SS.UU., 20 maggio 1982 n. 3111, in Foro it. 1982, I, p. 2210; ID., sez. I, 7 settembre 1999 n. 9475, in Repert. Foro It. 1999; ID., sez. II, 29 ottobre 1999, n , ibidem 1999; ID., sez. I, 21 luglio 2000 n. 9569, ibidem

6 applicazione della norma processuale generale, che comporta la sanzione dell inammissibilità anche per il secondo appello. La Corte ha evidenziato come tale atto, comunque, non avrebbe potuto essere recuperato nemmeno come appello incidentale rispetto al primo appello incidentale per ipotesi elevato ad appello principale, depositato il 19 dicembre 2001, poiché sarebbe stato comunque tardivo rispetto al termine di 60 giorni decorrenti da tale data e previsto dal combinato disposto fra gli artt. 53, comma 2, e 23, comma 1, D.lgs. n. 546 del 1992, essendo stato notificato e depositato soltanto nel mese di aprile CONCLUSIONI La decisione in esame non può che essere condivisa in quanto perfettamente aderente alle norme vigenti in materia di disciplina delle impugnazioni nel processo tributario. Coerentemente con il disposto normativo la successione di appelli principali, il primo dei quali non depositato a pena d inammissibilità ed il secondo tardivamente proposto rispetto ai termini processuali di legge, deve essere sanzionata con la declaratoria di inammissibilità, ai sensi della norma generale dell art. 358 c.p.c. in materia di impugnazioni. Qualora il secondo appello, in assenza di previa declaratoria di inammissibilità, fosse stato tempestivamente depositato nei termini previsti dagli artt. 23, comma 1, e 53, comma 2, D.lgs. n. 546 del 1992 sarebbe stato considerato come ritualmente proposto, in sostituzione della prima impugnazione proposta. Nel caso sottoposto al giudizio della Corte il giudice d appello avrebbe dovuto valutare favorevolmente l ammissibilità dell appello incidentale tempestivamente proposto dall appellato fin dalla sua prima formulazione in quanto idonea ad instaurare il processo. Quindi, si può concludere osservando che la decisione appare condivisibile nel suo contenuto che risulta conforme agli orientamenti dottrinari, giurisprudenziali e di prassi consolidati nella presente materia. Francesco Morfini Funzionario SIAE e Cultore di Diritto Amministrativo presso l'università Ca' Foscari di Venezia 8 In tal senso vedasi Cass., SS UU, n del 1982, cit, a nt. 23, che precede, per la quale l impugnazione inammissibile o improcedibile, nei limiti in cui è riproponibile ex art. 358 e 387 c.p.c., può essere riproposta nella forma dell impugnazione incidentale alla impugnazione incidentale proposta dalla parte cui era stata notificata l originaria impugnazione principale inammissibile o improcedibile. 6

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