Gli ambiti di intervento del Piano di Zona
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- Agnella Antonini
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1 Conferenza di Welfare dei Consorzi In.Re.Te di Ivrea e C.I.S.S.-A.C di Caluso Gli ambiti di intervento del Piano di Zona e i prossimi passi a cura di Barbara Arcari 8 febbraio
2 AZIONE CONGIUNTA SULLE AREE DI BISOGNO TRASVERSALI L'analisi integrata dei bisogni e dei problemi rilevati sui territori su cui operano i due Enti Gestori ha consentito di individuare obiettivi trasversali raggiungibili a partire dalla condivisione di responsabilità e dalla messa di comune di risorse e di energie. Quelle individuate a livello trasversale sono grandi tematiche che, affrontate in maniera congiunta, possono realmente vedere garantita la messa in atto di risposte più efficaci ed economiche, rispetto al singolo intervento a livello locale. E la 2 possibilità di cogliere opportunità nuove o
3 AZIONE SPECIFICA SULLE AREE DI BISOGNO LOCALI La lettura di un ambito così grande e diversificato e la conseguente progettazione di risposte trasversali si è parallelamente accompagnata alla esplicitazione prima, alla condivisione poi, delle peculiarità locali dal punto di vista dei problemi e delle dinamiche prevalenti, delle possibili risposte attivabili, delle opportunità da cogliere. Per dare valore alle specificità legate ai due territori, sono stati così individuati precisi ambiti di intervento a livello locale e conseguentemente progettate risposte ai bisogni specifici caratterizzanti le due realtà. 3
4 Le aree di intervento TRASVERSALI ai due ambiti LAVORO fasce deboli COMUNICAZIONE inter-istituzionale PdZ CASA (adulti con problematiche psichiatriche) INFORMAZIONE alla cittadinanza DOMICILIARITA' ANZIANI MINORI PREVENZIONE AUTOMONIA DISABILI (disabilità post traumatiche) 4
5 Le aree di intervento TRASVERSALI ai due ambiti Sono 7 le aree sulle quali i 2 Consorzi hanno fissato obiettivi trasversali raggiungibili attraverso azioni integrate e costruito partenariati. FORMAZIONE E LAVORO A SUPPORTO DELLE FASCE DEBOLI (giovani, adulti in difficoltà, persone con disabilità): Integrazione del Tavolo crisi, incontro con le parti datoriali, studio di risposte specifiche per target. INFORMAZIONE alla cittadinanza: costruzione di un pacchetto unico di informazioni essenziali da garantire al cittadino, indipendentemente dal luogo/interlocutore al quale si rivolge; azioni sulla famiglia e sui minori; azioni di marketing sociale per promuovere iniziative di successo e diffondere opportunità. 5
6 COMUNICAZIONE INTER-ISTITUZIONALE: piano di comunicazione integrata e valorizzazione dei punti chiave dei processi di comunicazione (MMG, pediatri, amministratori) ANZIANI, PROMOZIONE DELLA DOMICILIARITÀ: Mantenimento e sviluppo delle abilità motorie (specie non auto a domicilio); Sostegno alla famiglia che assiste l'anziano (specie decadimento cognitivo e alzheimer); Progetti di accoglienza diurna. CASA, ADULTI CON PROBLEMATICHE PSICHIATRICHE: Supporto per il mantenimento della casa (iniziative con il Servizio di Salute Mentale) 6
7 DISABILI, SVILUPPO DELLE ABILITA' E DELL'AUTONOMIA: riflessione congiunta tra servizi sociali e sanitari in merito a possibili soluzioni e all'individuazione di risorse specifiche alla disabilita post traumatica. MINORI, PREVENZIONE: Iniziative finalizzate alla prevenzione dei comportamenti a rischio e alla incentivazione dei comportamenti sani. 7
8 Le aree di intervento a livello locale C.I.S.S-A.C. SOSTEGNO ALLA FAMIGLIA (ruolo educativo, capacità di ascolto, risoluzione problemi, capacità di autoattivazione) PdZ DOMICILIARITA' ANZIANI (ricerca sulla condizione abitativa) SOSTEGNO ALLA PERSONA IN DIFFICOLTA' (soddisfacimento bisogni primari) TRASPORTO (coordinamento delle risorse ed opportunità esistenti a livello locale) 8 COMUNICAZIONE inter-istituzionale e accesso a canali di finanziamento altri
9 Le aree di intervento a livello locale IN.RE.TE SOSTEGNO ALLA GENITORIALITA' (comprese famiglie affidatarie) SOSTEGNO ALLA PERSONA IN DIFFICOLTA' (studio mensa sociale) PdZ INTEGRAZIONE SCOLASTICA, SOCIALE LAVORATIVA della persona disabile EMERGENZA ABITATIVA RESIDENZIALITA' e CONVIVENZA FACILITATA (studio progetto di micro comunità) SVILUPPO AUTONOMIA della persona disabile (tavolo di confronto; mappare il bisogno di mobilità) 9 ACCESSIBILITA' SERVIZI (rimozione barriere architettoniche)
10 I prossimi passi e le dimensioni dell'accompagnamento formativo A) ACCOMPAGNAMENTO ALL'ATTUAZIONE DELLE AZIONI DEL PIANO Due line prioritarie: 1) Supporto all'azione dei Gruppi di Lavoro (partenariati) che saranno chiamati ad avviare le azioni del Piano per l'anno 2012 e dei loro Responsabili. 2) Aggiornamento della valutazione rispetto al grado di realizzabilità di quelle azioni, pensate dai Tavoli tematici e dagli organismi tecnici in risposta ai bisogni emersi, sulle quali tuttavia al momento della sottoscrizione del Piano non esistevano condizioni sufficienti alla loro messa in opera. 10
11 B) IL MONITORAGGIO DELLE AZIONI DEL PIANO Il monitoraggio sarà focalizzato sulle azioni del Piano al fine di garantirne una verifica in itinere ed una eventuale ricalibratura in funzione delle mutate condizioni di realizzazione o di particolari criticità intervenute nel corso del loro svolgimento. Saranno valutate le singole azioni che compongono il Piano di Zona ed il loro insieme per comprenderne la portata. Verranno costruiti in maniera partecipata gli strumenti per il monitoraggio delle azioni e per la raccolta-gestionediffusione delle informazioni. Il monitoraggio delle azioni avverrà semestralmente. 11
12 C) LA VALUTAZIONE DEI RISULTATI DELLE AZIONI E DEL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI DI PIANO Tale fase intende supportare dal punto di vista i due Enti Gestori e l'ufficio di Piano nelle attività finalizzate ad indagare, in maniera qualitativa (attraverso interviste/focus group con il coinvolgimento di alcuni stakeholders significativi), il grado di aderenza della programmazione agli obiettivi previsti, sia in riferimento alle singole azioni che ai più ampi obiettivi di Piano. Come per le altre fasi, sarà prestata particolare cura per i momenti di comunicazione dei risultati e di confronto. 12
13 D) LA VALUTAZIONE DELLA QUALITÀ DELLA RETE E DEL SISTEMA GOVERNANCE DEL PIANO E' la rete l elemento organizzativo prioritariamente responsabile del successo o dell insuccesso di un Piano. Il governo della rete è pertanto una delle condizioni indispensabili per la realizzazione di un adeguato sistema di governance capace di alimentare la fiducia e di costruire identità specifiche forti capaci di produrre capitale sociale. La qualità della governance è di fatto l elemento determinante della qualità del Piano di Zona. In questa fase verranno indagate in maniera qualitativa: il grado di coinvolgimento degli attori significativi, il miglioramento della presa di decisione, gli apprendimenti di sistema, il grado di fiducia, le relazioni. 13
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