IL PROBLEMA DELLA CONOSCENZA E LA COMPLESSIVA ESIGENZA CRITICA
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- Rosalia Albanese
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1 IL PROBLEMA DELLA CONOSCENZA E LA COMPLESSIVA ESIGENZA CRITICA la questione della conoscenza rientra in disegno più ampio: analizzare quali sono i limiti e le possibilità dell intelletto umano (confronto con Cartesio*) esigenza CRITICA di Locke = operare una chiarificazione preliminare su capacità, poteri reali, campi di applicazione dell intelletto che non ha solo uno scopo scientifico, ma nasce dall esigenza pratica di contrastare i pregiudizi e il fanatismo della cultura inglese del tempo indagine su legittimità della teorie politiche e sui limiti delle istituzioni della vita associata corrisponde sul piano gnoseologico al tentativo di limitare le pretese indebite della metafisica rispetto al corretto funzionamento dell intelligenza umana Epistola al lettore Locke racconta l occasione che diede avvio alla sua ricerca sul problema della conoscenza (1671) Discutendo tra amici di argomenti morali e religiosi, senza tuttavia che i dubbi e le disparità di opinione trovassero una soluzione, mi venne di fatto di pensare che eravamo sulla strada sbagliata e che, prima di accingerci a ricerche di questa natura, era necessario esaminare le nostre capacità, e vedere quali oggetti le nostre intelligenze erano o non erano adatte a trattare. Proposi questo ai miei compagni, che prontamente furono d'accordo; perciò fu stabilito che questa sarebbe stata la nostra prima ricerca
2 IL PROBLEMA CONOSCENZA: l INTELLETTO INDAGA SE STESSO ORIGINE della CONOSCENZA:IDEE SEMPLICI/QUALITA PRIMARIE/SECONDARIE INCONOSCIBILITA DELLA SOSTANZA LIMITI E CONFINI DELLA CONOSCENZA UMANA PROBLEMI E QUESTIONI APERTE
3 IL PROBLEMA DELLA CONOSCENZA e il SAGGIO SULL INTELLETTO un opera di lunga gestazione SCOPO dell opera = ricondurre la conoscenza ai suoi fondamenti primi METODO = analitico, storico, genetico e descrittivo OBIETTIVI POLEMICI = critica al dogmatismo (metafisica) la ragion umana è uno strumento limitato e allo scetticismo (che col pretesto che vi sono cose che non siamo in grado di comprendere, mette tutto in dubbio) già nei primi Abbozzi Locke enuncia la teoria fondamentale del Saggio la conoscenza deriva dai sensi e ciò che è al di fuori della nostra esperienza non è conoscibile tale metodo dovrà essere in grado di dare una spiegazione dei modi in cui il nostro intelletto acquisisce le nozioni delle cose e di stabilire sia i gradi di certezza della nostra conoscenza (knowledge) sia i fondamenti di quelle convinzioni così varie e diverse che si trovano tra gli uomini, siano esse credenze (beliefs) o semplici opinioni (opinions). istruiti da questi insegnamenti, gli uomini sapranno essere più cauti circa le cose che superano la loro comprensione e si accontenteranno di una quieta ignoranza nei confronti di quelle che, dopo averle esaminate, risulteranno al di là delle loro capacità T3 pg 388
4 il SAGGIO e la struttura dell opera 1. contro l INNATISMO 2. ORIGINE e GENESI delle IDEE 3. l analisi del linguaggio e la prospettiva nominalistica 4. natura e gradi della CONOSCENZA pg 419 libro I CONTRO L INNATISMO la mente non possiede conoscenze a priori e deriva interamente i propri contenuti dall esperienza polemica vs consensus gentium = NO verità morali, logiche e religiose innate (NO idea innata di Dio, non mette però in dubbio la sua esistenza che può essere dimostrata*) alcune verità che sembrano innate trovano fondamento nel linguaggio (temi tratti da argomenti su diversità culturale)
5 libro II GENESI E STRUTTURA DELLE IDEE innatismo: la mente ha in sè principi non derivati da esperienza empirismo: la conoscenza deriva dall esperienza L INTELLETTO deriva interamente i suoi contenuti da ESPERIENZA che può essere di 2 tipi sensazione riflessione INTELLETTO è PASSIVO idee di sensazione: senso esterno, gli oggetti esterni vengono a contatto con i ns organi di senso idee di riflessione senso interno, volizioni ecc. siamo consapevoli delle idee della ns mente IDEE SEMPLICI sono gli elementi primi non ulteriormente divisibili della conoscenza
6 LA CONOSCENZA DERIVA DAI SENSI l esperienza procura alla mente i materiali del pensiero PROBLEMI 1. termine idea assai vasto e risente del linguaggio cartesiano (sia immagini sensibili che concetti astratti) 2. se le idee di sensazione sono i primi atti del pensiero, quale rapporto avranno queste con quelle di riflessione? (il contatto dei sensi con gli oggetti produce idee di sensazione e la mente poi rivolge la sua attenzione alle idee della sensazione ed elabora idee di riflessione (desiderio, volontà memoria ) che rivelano il modo di operare dell intelletto, tutti i pensieri anche i più alti o sublimi derivano da queste due fonti) 3. quali idee corrispondono effettivamente agli oggetti esistenti fuori di noi? QUALITA PRIMARIE/SECONDARIE La mente non ha nulla da pensare se prima l esperienza non le ha fornito prima i materiali su cui riflettere, da cui ricavare gli elementi della conoscenza e dell azione. La mente è come un foglio bianco privo di ogni carattere e in che modo giungerà a ricevere delle idee? Con l esperienza, che è il fondamento di tutte le nostre conoscenze; da qui esse traggono la loro origine. Le osservazioni che facciamo intorno agli oggetti esteriori e sensibili sia intorno alle operazioni interiori della nostra mente che percepiamo e sulle quali noi stessi riflettiamo, forniscono alla nostra intelligenza tutti i materiali del pensiero.
7 QUALI IDEE CORRISPONDONO EFFETTIVAMENTE ALLA REALTA FUORI DI NOI? Di fronte al discredito gettato sui sensi dal Razionalismo, Locke recupera una concezione della conoscenza che può essere definita realistica* e che recupera la distinzione (già di Galileo e Cartesio) tra qualità primarie e secondarie dei corpi vi sono delle qualità inseparabili dai corpi (estensione, numero, figura, moto) dunque primarie, oggettive e indipendenti dalla ns relazione con i corpi altre invece (colori, suoni, sapori ) sono soggettive, proprie del soggetto che percepisce in relazione all oggetto, ma non sono nei corpi, e sono secondarie perché scaturiscono dall incontro che il soggetto fa con gli oggetti dell esperienza, ma non hanno alcun riscontro nei, sono percezioni della mente. Nei corpi non esiste nulla di simile a queste idee bisogna evitare di credere che le idee le nostre idee siano sempre immagini fedeli della realtà, anzi, la maggior parte delle idee nate dalla sensazione non somiglia affatto qualcosa che esiste fuori di noi, più che non somiglino alle nostre idee i nomi che si usano per esprimerle le qualità primarie appartengono realmente alla materia
8 IL PROBLEMA DEL RAPPORTO IDEE/REALTA per Locke dunque la conoscenza che deriva dai sensi rappresenta, almeno in parte qualcosa di reale, perché anche se tutte le idee sono apparenze (nel senso che esistono solo in virtù di una mente che le pensa e ne ha coscienza) ad alcune di esse corrisponde qualcosa di reale, altre invece restano puri oggetti del pensiero. fuori di noi esistono dunque oggetti dotati di certe qualità che hanno il potere di produrre nella nostra mente certe idee alcune sono oggettive (i loro contenuti corrispondono effettivamente a qualità possedute dai corpi) ex chicco di grano a contatto con i ns organi di senso le qualità primarie producono anche qualità secondarie, che esistono solo nella ns mente le qualità primarie appartengono realmente alla materia le qualità secondarie (colori, odori sapori) solo al soggetto che percepisce
9 le IDEE COMPLESSE E L IDEA COMPLESSA DI SOSTANZA L intelletto però non è solo recettivo combina le idee semplici dando vita ad idee complesse di relazione, modo e sostanza le idee di sostanza sorgono perché l intelletto constata per esperienza come alcune idee semplici siano costantemente unite tra loro e pensa che vi sia un supporto che esiste senza dipendere da altro e che le sostenga MA l idea di sostanza rimane per Locke ignota, una supposizione che non è riconducibile a nessuna esperienza sensibile, perché la ns mente combina insieme una serie di qualità che poi riferisce ad un ipotetico supporto, ma all interno dell esperienza dei sensi e della riflessione non esiste alcuna conoscenza diretta di quell ipotetico supporto qui ha inizio l opera di dissoluzione della metafisica l idea che noi abbiamo e a cui diamo il nome generale di sostanza, non essendo altro che il presunto, ma ignoto, sostegno di quelle qualità che scopriamo esistenti e che non immaginiamo possano sussistere sine re substante, senza qualcosa che le sorregga, quel sostegno lo chiamo substantia dal che mi sembra probabile dedurre che le idee semplici che riceviamo dalla sensazione e della riflessione siano i confini dei ns pensieri, oltre i quali, la mente per quanti sforzi faccia non è in grado di avanzare di un passo
10 Libro III IDEE GENERALI: ESSENZA NOMINALE ED ESSENZA REALE secondo Locke l illusione di conoscere la sostanza delle cose risiede soprattutto nella falsa apparenza prodotta dal ns linguaggio che ci porta a scambiare nomi con cose e a confondere le idee generali richiamate dai nomi con le idee di sostanza riferite alle cose. Ciò significa confondere l essenza nominale perfettamente conoscibile, perchè è una costruzione mentale operata dagli uomini a partire generalizzazioni linguistiche di casi particolari con l essenza reale (sostanza) che resta ignota.
11 Libro IV NATURA DELLA CONOSCENZA: CERTEZZA e PROBABILITA per Locke CONOSCERE significa PERCEPIRE ACCORDO/DISACCORDO tra IDEE, a cui si può pervenire ciò significa 1. tutta la ns conoscenza più certa dipende da queste 3 modalità, che presentano caratteristiche diverse, soprattutto quella sensoriale ci rende certi solo dell esistenza di qualcosa di reale fuori di noi, senza però dare garanzie su come sia tale realtà di per sé, indipendentemente dalla sensazione che ne abbiamo. 2. anche il sapere chiaro ed evidente di un intuizione e dimostrazione conosce i suoi limiti: perché se conoscere significa confrontare idee, vuol dire che ci è impossibile conoscere ciò di cui non abbiamo idea. Infatti laddove le idee non sono chiare e distinte, ma confuse come l idea di sostanza delle cose, la conoscenza che ne deriverà sarà sempre oscura e confusa. per via INTUITIVA (immediatamente) massimo grado di evidenza (Io) per via DIMOSTRATIVA (mediatamente) minore chiarezza (Dio) per via della SENSORIALE (che ci fa essere certi di una realtà fuori di noi attraverso la sensazione) evidenza ancora minore
12 Libro IV NATURA DELLA CONOSCENZA: CERTEZZA e PROBABILITA 1. intuizione e dimostrazione sono modalità conoscitive che riguardano idee, non la realtà e allora tutte le conoscenze più certe (fondate su intuizione e dimostrazione prescindono nella loro verità con il confronto con la realtà. L uomo può avere fondata certezza solo di saperi come la matematica, geometria, ed etica, perché interamente elaborati per astrazione dalla mente e la loro evidenza deriva da idee la cui verità non si misura in base alla corrispondenza con la realtà. 2. la sola conoscenza che è in grado di mettere in comunicazione i due ambiti (mondo mentale e realtà esterna è quella sensoriale che ci dà certezza solo nell attualità della sensazione) 3. non solo delle cose fuori noi non è possibile conoscere la sostanza, ma neanche dell io o di dio. T3 4. ne consegue che fuori dalla conoscenza intuitiva, dimostrativa e attuale dei sensi, si apre un vastissimo spazio del sapere probabile, nel quale la conoscenza (concordanza discordanza di idee) riferendosi ad un ignota sostanza è solo supposta, le prove trovate spesso fallibili 5. della realtà così come è in se stessa non vi sarà mai scienza, ma solo conoscenza probabile allorché invece di applicarvi la matematica e la geometria se ne voglia indagare la sostanza la comprensione dell intelletto rispetto alla vastità delle cose è estremamente circoscritto e limitato, ma comunque sufficiente a soddisfare tutti gli scopi umani
13 PROBLEMI E QUESTIONI APERTE 1. DALLA RAGIONE COME FONDAMENTO ALLA RAGIONE COME STRUMENTO 2. INCONOSCIBILITA NO NEGAZIONE SOSTANZA postula l inconoscibilità della sostanze, ma ne riafferma l esistenza non si spinge a negare l esistenza extra-mentale) di realtà ultime quantunque non siano mai oggetto di esperienza, facendo riferimento poi ancora alla differenza tra sostanze spirituali e materiali, non esce dall universo del cartesianesimo e gli obietterà Berkeley non c è motivo di presupporre l esistenza di sostanze materiali esterne, se noi conosciamo solo idee, non abbiamo bisogno di presupporre l esistenza di un mondo indipendente da chi percepisce. 3. IDEA il termine resta troppo GENERICO e omnicomprensivo (sia sensazioni che concetti): Hume dirà allora la conoscenza vera non sarà più da cercare nella riflessione posteriore del pensiero, ma nell atto della sensazione) Locke offriva una visione del sapere inteso come strumento di orientamento dell uomo, fatto di credenze più o meno elaborate, ma sempre riconducibli alle nozioni quotidiane che ci derivano dalle cose. Anche l immagine dell uomo, dei suoi poteri psicologici ed intellettuali diventava più semplice e diretta rispetto a quella aristotelica o cartesiana, una volta che essa non aveva più il compito di garantire all uomo una posizione molto elevata nell universo. Il pensiero non era più la scoperta dell essere e l uomo poteva essere consapevole di sè, senza passare per la conoscenza della sostanza spirituale E tuttavia al modello dell innovatore e del precursore della storiografia kantiana si sta sostituendo oggi il modello di un epigono C.A Viano
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