ASSOCIAZIONE NAZIONALE AUTIERI D ITALIA
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- Stefano Guido Marchesi
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1 ASSOCIAZIONE NAZIONALE AUTIERI D ITALIA DIRETTIVA SULLA SICUREZZA E ANTINFORTUNISTICA Ed
2 SOMMARIO PREMESSA 1. SCOPO SCENARI DI RISCHIO DI PROTEZIONE CIVILE COMPITI DEI VOLONTARI E VALUTAZIONE DEI RISCHI Eventi Atmosferici Avversi Idrogeologico alluvioni Sismico Incendi di interfaccia e boschivi Chimico, nucleare, industriale, trasporti Difesa civile scenari caratterizzati l assenza di specifici rischi di protezione civile FORMAZIONE ED INFORMAZIONE LA SALUTE DEI VOLONTARI Il controllo sanitario visite mediche base La sorveglianza sanitaria visite specialistiche di controllo I DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALI (D.P.I.) IL REGISTRO DELLE ATTIVITA E DELLE ESPOSIZIONI
3 Premessa : Il percorso della sicurezza per i volontari di protezione civile Il decreto legislativo n. 81/2008, la legge che tutela la sicurezza dei lavoratori, si applica alle attività svolte dai volontari di protezione civile con moità specifiche dedicate esclusivamente a loro. Il legislatore ha ritenuto infatti che un settore tanto importante per la vita del Paese e caratterizzato da esigenze particolari e non assimilabili ad altri ambiti di attività come è il volontariato di protezione civile meritasse un attenzione particolare. In particolare, la sicurezza deve essere vissuta dai volontari di protezione civile come un processo continuo, parallelo allo sviluppo della propria organizzazione, all acquisizione di nuovi mezzi ed attrezzature o di nuove specializzazioni, alla crescita del ruolo che il singolo volontario può essere chiamato a svolgere nel gruppo a cui appartiene. In tal senso le disposizioni contenute nel d. lgs. 81/2008 non devono essere applicate alle attività del volontariato di protezione civile mediante la faticosa ricerca di somiglianze più o meno difficilmente individuabili - "qualcosa di simile" all attività di un azienda, "qualcuno di simile" ad un datore di lavoro, e così via). È, invece, necessario considerare tutto il percorso dispositivo appositamente predisposto. Il presente documento, rappresenta l elaborato finale che tiene conto dell intero percorso della sicurezza rappresentato dai tre seguenti capisaldi normativi : art. 3, comma 3-bis, del d. lgs. 81/2008, che ha stabilito che nei riguardi delle organizzazioni di volontariato della protezione civile, le disposizioni del testo unico sulla salute e la sicurezza negli luoghi di lavoro sono applicate tenendo conto delle particolari moità di svolgimento delle rispettive attività da individuarsi con un successivo decreto interministeriale; decreto interministeriale di attuazione del 13 aprile 2011, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 11 luglio 2011; decreto del Capo del Dipartimento della Protezione Civile del 12 gennaio 2012, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 6 aprile 2012 con il quale, d intesa con le Regioni e le Province Autonome e in condivisione con la Consulta Nazionale delle Organizzazioni di Volontariato di Protezione Civile, con la Croce Rossa Italiana ed il Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico, vengono definite le moità di effettuazione della sorveglianza sanitaria per i volontari di protezione civile e vengono condivisi indirizzi comuni in materia di scenari di rischio di protezione civile e dei compiti in essi svolti dai volontari, di controllo sanitario di base, di formazione. 3
4 1. SCOPO Il presente documento definisce l insieme di procedure, valutazioni, moduli, registri e moità formative ed operative per la corretta applicazione delle disposizioni per la tutela della salute e della sicurezza dei Volontari di Protezione Civile iscritti alla Associazione Nazionale Autieri d Italia (ANAI). Le specifiche esigenze che caratterizzano le attività dei Volontari possono essere riassunte nei seguenti punti : necessità di intervento immediato anche in assenza di preliminare pianificazione; organizzazione di uomini, mezzi e logistica, improntata a carattere di immediatezza operativa; imprevedibilità e indeterminatezza del contesto degli scenari emergenziali nei quali i Volontari sono chiamati ad operare tempestivamente e la conseguente impossibilità pratica di valutare tutti i rischi connessi secondo quanto disposto dagli articoli 28 e 29 del decreto legislativo n. 81/2008; necessità di derogare, prevalentemente per gli aspetti formali, alle procedure ed agli adempimenti riguardanti le scelte da operare in materia di prevenzione e protezione, pur osservando ed adottando sostanziali e concreti criteri operativi in grado di garantire la tutela dei volontari e delle persone comunque coinvolte; Il presente documento individua: gli scenari di rischio, nei quali il Volontario può essere chiamato ad operare; i compiti che possono essere svolti Volontario; la formazione, l informazione e l addestramento, del Volontario; il controllo sanitario ; la sorveglianza sanitaria esclusivamente per quei Volontari che nell ambito delle attività di volontariato svolte in associazione, risultino esposti agli agenti di rischio previsti nel decreto legislativo 81/2008 in misura superiore a soglie di esposizione previste e calcolate secondo appositi procedimenti di media generale; la dotazione di dispositivi di protezione individuale (DPI) idonei per i compiti che il volontario può essere chiamato a svolgere nei diversi scenari di rischio di protezione civile e l idonea formazione per il loro uso. 2. SCENARI DI RISCHIO Gli scenari di rischio all interno dei quali il Volontario può essere chiamato ad operare sono di seguito riportati: - eventi atmosferici avversi; - idrogeologico alluvioni; - sismico; - incendi di interfaccia e boschivi; - chimico, nucleare, industriale, trasporti (limitatamente all attività di supporto a favore di altri soggetti); - ambientale, igienico sanitario (limitatamente all attività di supporto a favore di altri soggetti); - scenario caratterizzato l assenza di specifici rischi di protezione civile. Inoltre vengono assimilati a scenari di rischio i seguenti contesti: - incidenti che richiedono attività di soccorso tecnico urgente; - attività di assistenza e soccorso in ambiente acquatico; - attività di assistenza e soccorso in ambiente impervio, ipogeo o montano; - attività di difesa civile.. 4
5 3. COMPITI DEI VOLONTARI E VALUTAZIONE DEI RISCHI I Volontari appartenenti ai Gruppi facenti capo all Associazione svolgono la loro attività nel campo della logistica e di conseguenza in ogni scenario il compito di operatore comprende il rischio di derivante le attività proprie di ogni scenario 3.1 Eventi atmosferici avversi Intervento di soccorso immediato per liberare le strade da alberi abbattuti, detriti di case, svuotamento cantine e sottopassi allagati viene effettuato con utilizzo di attrezzature specifiche come le motopompe, le motoseghe, scale, verricelli e piattaforme aeree. I rischi che incombono su questa attività sono di due tipi : - tecnico legato all uso delle attrezzature specifiche: l uso delle attrezzature è subordinato alla preventiva formazione sia tecnica che di sicurezza specifica. Ogni attrezzatura ha una apposita scheda su cui sono indicate le corrette procedure di utilizzo, i rischi correlati e i Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) idonei. Inoltre su ogni scheda sono indicati i nomi dei Volontari abilitati al loro uso; - generico: si tratta dei rischi per la salute derivante l esposizione alle intemperie, alla movimentazione dei carichi, alla non corretta illuminazione dell area di intervento, al rumore, alle operazioni che si svolgono in aree aperte al movimento di mezzi e al lavoro i quota (scale, ponteggi e piattaforme aeree). 3.2 Idrogeologico alluvioni - frane L intervento dei Volontari in questo scenario e molto differenziato e abbraccia la macroarea della assistenza alla popolazione (trasporto sfollati durante una evacuazione, servizi socio assistenziali, logistica, montaggio tende, impiantistica elettrica, distribuzione pasti ecc.) all intervento più manuale per la regimentazione di argini con la predisposizione dei sacchi di sabbia. In questo ambito i rischi a cui i Volontari possono essere esposti sono: - generico: movimentazione dei carichi, movimentazione di attrezzi semplici (badili, vanghe e raschietti), non corretta illuminazione dell area di intervento al rumore, operazioni che si svolgono in aree aperte al movimento di mezzi, allestimento e gestione di un campo; - sanitario : esposizione alle intemperie, contatto con moltitudine di soggetti deboli e malati, ambienti insalubri post alluvione, presenza di carogne di animali. 3.3 Sismico L intervento dei Volontari in questo scenario è molto differenziato e abbraccia la macroarea della assistenza alla popolazione L intervento dei volontari in questo scenario e molto differenziato e abbraccia la macroarea della assistenza alla popolazione (trasporto sfollati durante una evacuazione, servizi socio assistenziali, logistica, montaggio tende, impiantistica elettrica, distribuzione pasti ecc.) In questo ambito i rischi a cui i Volontari possono essere esposti sono: - generico: movimentazione dei carichi, movimentazione di attrezzi semplici (badili, vanghe e raschietti), non corretta illuminazione dell area di intervento al rumore, operazioni che si svolgono in aree aperte al movimento di mezzi, allestimento e gestione di un campo; - sanitario : esposizione alle intemperie, contatto con moltitudine di soggetti deboli e malati, ambienti insalubri post alluvione, presenza di carogne di animali 5
6 3.4 Incendi boschivi e di interfaccia L intervento dei Volontari in questo scenario è principalmente di supporto al personale abilitato ad intervenire nelle operazioni di spegnimento. In questo ambiente i rischio a cui i Volontari possono essere esposti è: - generico: derivante all esposizione al rumore; - tecnico: legato all impiego di mezzi antincendio in dotazione al Gruppo. L uso delle attrezzature è subordinato alla preventiva formazione sia tecnica che di sicurezza specifica. Ogni attrezzatura ha una apposita scheda su cui sono indicate le corrette procedure di utilizzo, i rischi correlati e i Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) idonei. Inoltre su ogni scheda sono indicati i nomi dei Volontari abilitati al loro uso. 3.5 Chimico, nucleare, industriale, trasporti L intervento dei Volontari in questo scenario è di supporto al personale abilitato ad intervenire nei citati scenari. A titolo d esempio i Volontari potranno essere impiegati per il controllo e interdizione di aree pericolose, illuminazione di varchi e accessi in zone verdi, somministrazione pasti e logistica assistenziale di breve durata. In questo ambiente i rischio a cui i Volontari possono essere esposti è: - generico: stress legato ai turni svolti e alle operazioni che si svolgono in aree aperte al movimento di mezzi; - sanitario : relativa vicinanza ad aree potenzialmente con un livello di esposizione a fattori di rischio chimico e fisico di elevata pericolosità e rumore. 3.6 Ambientale, igienico-sanitario L intervento dei Volontari in questo scenario è di supporto al personale abilitato ad intervenire nei citati scenari. A titolo d esempio i Volontari potranno essere impiegati per il controllo e interdizione di aree pericolose, illuminazione di varchi e accessi in zone verdi, somministrazione pasti e logistica assistenziale di breve durata. In questo ambiente i rischio a cui i Volontari possono essere esposti è: - generico: stress legato ai turni svolti e alle operazioni che si svolgono in aree aperte al movimento di mezzi; - sanitario : relativa vicinanza ad aree potenzialmente con un livello di esposizione a fattori di rischio igienico sanitari di elevata pericolosità e rumore. 3.7 Scenari caratterizzati l assenza di specifici rischi di protezione civile Si tratta di tutte quelle attività dove l impiego dei Volontari viene richiesto in occasione di eventi a rilevante impatto locale che possono comportare gravi rischi per la popolazione locale. Nella stessa tipologia di scenario ricade il concorso fornito alle competenti Autorità nella ricerca di persona scomparsa. I compiti svolti dai volontari in questi scenari sono la sommatoria di quasi tutti i compiti previsti dai precedenti scenari I rischi a cui sono esposti i Volontari sono: - tecnico: utilizzo di attrezzature speciali e macchine operatrici; - generico: rischi esposizione al rumore, alle operazioni che si svolgono in aree aperte al movimento di mezzi, stress; - sanitario : esposizione alle intemperie, lunghi periodi di intervento senza necessari turni di riposo. 6
7 4. FORMAZIONE ED INFORMAZIONE La formazione e l informazione, in particolare gli aspetti riguardanti la sicurezza e la salute sono fondamentali per la tutela del Volontario nell espletamento delle sue attività. Ogni Gruppo dovrà provvedere alla formazione nell ambito delle disposizioni/direttive emanate la Regione di appartenenza del proprio personale ricorrendo a corsi ad hoc. Analoga attività di programmazione sarà condotta la Presidenza e riguarderà il personale Volontario di tutti i Gruppi. Sono previsti due livelli di formazione: - base; - specialistico. 4.1 Il piano formativo base Il piano formativo base è rivolto a tutti i componenti dei Gruppi di Volontariato ed ha lo scopo di formare il personale ad affrontare i rischi derivanti lo svolgimento delle attività e l utilizzo di mezzi e materiali. La formazione e informazione deve essere tenuta da personale debitamente formato o che sia in possesso di provata esperienza, deve essere somministrato a tutti i volontari e deve prevede una lezione generale sulla tutela della propria salute, sulle principali azioni per operare in sicurezza e sull uso corretto dei principali Dispositivi di Protezione Individuali. Questa parte formativa viene obbligatoriamente ripetuta ogni due anni. 4.2 Il piano formativo specialistico Il piano formativo specialistico viene somministrato solo ai volontari che svolgono particolari mansioni e/o che utilizzano particolari attrezzature. Si compone di una parte teorica, e una parte pratica. I formatori devono aver frequentato corsi di formazione riconosciuti a livello regionale per attività di formazione programmate le Regioni di appartenenza, o nazionale per attività di formazione programmate la Presidenza. Tutta la formazione specialistica prevede una sessione di rinfresco su base annuale o in funzione di sopraggiunte modifiche alle attrezzature a cui si riferisce. I responsabili dei Gruppi dovranno, per ogni Volontario, redigere, aggiornare e conservare una scheda (All.1) nella quale è riportato il profilo del Volontario stesso. 5. LA SALUTE DEI VOLONTARI I controlli sanitari ai quali i Volontari devono sottoporsi devono essere considerati quali misura generale di prevenzione e devono integrarsi nel percorso di tutela della salute del cittadinovolontario. 5.1 Il controllo sanitario Il controllo sanitario è costituito da una serie di accertamenti preventivi minimi di seguito riportati: a. VISTA MEDICA La visita medica sullo stato di salute generale deve comprendere l anamnesi ed esame obbiettivo, rivolto in particolare al riscontro di patologie correlabili agli scenari di rischio di protezione civile e alle rispettive attività del volontario Particolare attenzione dovrà 7
8 essere rivolta alla raccolta dei dati anamnestici riguardanti le abitudini di vita del volontario che possano costituire dei cofattori di rischio nelle proprie attività ( esempio alcolismo, tossi dipendenza, ecc.) b. VACCINAZIONI Obbligatorie, come previsto dai Piani Vaccinali Regionali c. PERIODICITA - Ogni 5 (cinque) anni per i Volontari con meno di anni 60; - Ogni 2 (due) anni per i Volontari con più di anni 60 d. PROCEDURE L effettuazione del controllo sanitario può essere assicurata da medici abilitati all esercizio delle professione. L esito del controllo riconosce la capacità generica del soggetto allo svolgimento dell attività di volontariato e deve essere comunicata esclusivamente all interessato, che è responsabile della conservazione delle informazioni che lo riguardano. Il Volontario riferisce l esito della visita al proprio responsabile tramite l attestazione del medico la quale, anche in caso di esito negativo, non contiene dati personali sanitari. Il controllo sanitario per soggetti diversamente abili va definito in relazione ai compiti attribuiti. 5.2 La sorveglianza sanitaria visite specialistiche di controllo La sorveglianza sanitaria deve assicurare un presidio continuo di salute e sicurezza per i Volontari che tenga conto delle particolari moità di svolgimento delle loro attività e coniughi la tutela della sicurezza e salute del volontario con il perseguimento degli obiettivi per il quale è stato istituito il Servizio Nazionale della Protezione Civile. Il D. Lgs. 81 prevede quali sono le mansioni, fonti di fattori di rischio, che devono essere sottoposte a sorveglianza sanitaria, in particolare: - Titolo VI Movimentazione di carichi manuali; - Titolo VII- Attrezzature munite di videoterminali; - Titolo VIII Agenti fisici; - Titolo IX Sostanze pericolose; - Titolo X Agenti biologici, Tutti i Volontari che potranno essere esposti a tali fattori di rischio dovranno essere preventivamente individuati, e in caso di superamento dovranno essere sottoposti alla sorveglianza sanitaria mediante visite effettuate di un apposito medico competente, indicato e a carico del Dipartimento della Protezione Civile. Ogni Gruppo dovrà impiantare tiene un apposito registro cartaceo di ogni attività (All. 2) fatta dai Volontari. (può essere informatizzato ma dovrà comunque essere stampato mensilmente, siglato Responsabile e le pagine custodite in apposito raccoglitore presso la sede legale.) Ogni volontario, ogni caposquadra e ogni dirigente, incaricato della effettuazione di una attività di protezione civile, è tenuto ad aggiornare il registro per il tramite del Volontario designato presidente. Pertanto al termine di ogni attività il responsabile o il caposquadra dovrà compilare l apposito modulo di relazione e inviare il documento al volontario designato alla tenuta del registro. E cura di ogni Volontario verificare se questa azione viene regolarmente svolta proprio caposquadra. Il registro si compone delle seguenti voci : - data attività - tempo totale in ore attività - nome e cognome volontario - ruolo nella attività - ore esposizione Titolo VI (DL81) - ore esposizione Titolo VII (DL81) 8
9 - ore esposizione Titolo VIII (DL81) - ore esposizione Titolo IX (DL81) - ore esposizione Titolo X (DL81) - località o titolo della attività - note generali o rimandi a relazioni ufficiali 6. DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALI (D.P.I.) Il Dispositivo di Protezione Individuale (DPI): - è qualsiasi attrezzatura destinata a proteggere il Volontario dai rischi alla sua salute o sicurezza durante l effettuazione dei compiti; - devono essere impiegati quando i rischi non possono essere evitati o sufficientemente ridotti da misure tecniche di prevenzione, da mezzi tecnici di protezione collettiva o da particolari procedure operative. Ogni Gruppo dovrà: - consegnare ad ogni Volontario i DPI compilando apposita ricevuta (All. 3); - formare e informare i Volontari sul loro uso. 9
10 All.1 SCHEDA DI FORMAZIONE DEL PERSONALE Sezione di.. VOLONTARIO Nato a il ABILITAZIONI / ATTESTAZIONI POSSEDUTE Patente di guida (mod..) Abilitazione per macchine operatrici, piattaforme, muletti Attestato HCCP ABILITAZIONI / ATTESTAZIONI ACQUISITE Formatore Abilitazione all utilizzo di motoseghe Abilitazione all utilizzo di decespugliatori Abilitazione all utilizzo di motopompe Abilitazione all utilizzo di Gruppi elettrogeni Segreteria Operativa Operatore Logistico. 10
11 Segue All.1 REGISTRO DELLE ATTIVITA FORMATIVE VOLONTARIO. Codice Attività Periodo Titolo Attività Località Codice Attività 01 Corso base 02 Corso di specializzazione 03 Refresch 04 Esercitazioni 05 Seminari/Convegni 06 Altri 11
12 All. 2 REGISTRO DELLE ATTIVITA Ai sensi del D.Lgs. 81 e del Capo DPC del 12 gen Associazione Nazionale Autieri d Italia Gruppo di Protezione Civile di. Indirizzo Data Cognome Nome Ore Località/Attività Titolo VI Titolo VII Titolo VIII Titolo IX Titolo X IL RESPONSABILE 12
13 All.3 VERBALE DI CONSEGNA DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALI Ai sensi del DL 81/08 e s.m.i.,decreto interministeriale 13/04/2011, Dec. Capodipart. Protezione Civile del 12/01/2012 IL sottoscritto Volontario di Protezione Civile iscritto all Associazione Nazionale Autieri d Italia Sezione di dichiara di aver ricevuto i seguenti DPI DPI Quantità Data Firma per ricevuta Nella occasione si ricorda quanto segue : - I DPI consegnati sono personali e non devono essere ceduti o prestati ad altri - I DPI quando non usati devono essere conservati in luogo pulito e sempre a disposizione - I DPI usai vanno usati secondo le disposizioni ricevute Il sottoscritto volontario dichiara di esser stato informato sul corretto uso dei DPI e sui rischi residui che comunque rimangono nelle operazioni di protezione Civile. Data FIRMA PER RICEVUTA 13
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