LE FAMIGLIE DEGLI UOMINI

Transcript

1 PROGETTO AREA Antropologica (Studi sociali) TITOLO Le famiglie degli uomini SCUOLA Elementare: classe OBIETTIVO Confrontare situazioni famigliari diverse E' passato da qualche tempo il tempo in cui anche noi vivevamo organizzati per tribù. Oggi il nucleo base della nostra società è la famiglia e tutti sappiamo cos'è, come è fatta una famiglia. Le famiglie si somigliano un po' tutte Sarà vero? LE FAMIGLIE DEGLI UOMINI I. Carlo vive con i suoi a Bergamo. Chi sono i suoi? Il padre, la madre, la nonna materna, perché ci vive assieme. Il fratello maggiore? Forse, perché vive anche lui a Bergamo ma in un altra casa. La nonna paterna non conta perché vive a Venezia. Quest anno in casa di Carlo ci abita anche la cugina Matilde, che però è cugina solo alla lontana. Anche lei è dei suoi? II. Luisa è una ragazza di ventidue anni. Parla sempre della sua grande famiglia. Lei è la maggiore di sette fratelli ; gli altri sei vivono ancora con i genitori. Tra zii e zie né conta ben quindici e i cugini non riesce a ricordarli tutti. Luisa vive sola al dodicesimo piano di una casa popolare alla periferia di Milano. III. Pierino ha sette anni. Nelle prossime vacanze il papà gli farà conoscere la sua famiglia. I nonni paterni di Pierino sono inglesi e abitano a Manchester. A Londra vivono due suoi zii e tre cugini, inglesi anche loro.

2 IV. La mamma di Francesco si è sposata due volte: dal primo matrimonio ha avuto una figlia, Carla, che ha avuto anche lei una bambina, più piccola però di Francesco. Francesco, Carla e la bambina si vogliono molto bene. Quando però gli domandano della sua famiglia, Francesco non nomina mai Carla e la sua piccola. Non li sento come dei parenti dice, ma come qualcosa di più : come veri amici. V. Rosa e sua madre vivono sole a Palermo. Più che madre e figlia sono amiche, anche se tra loro ci passano quasi vent anni. VI. I genitori di Aldo vorrebbero adottare un bambino. Aldo non vorrebbe: ha paura di diventare geloso. I genitori lasciano a lui l ultima decisione. Aldo acconsente. Dice È un po come se l avessi adottato anch io. E, infatti, ora gli vuole un gran bene. RIFLESSIONI METODOLOGICHE La famiglia è la struttura base della nostra società: di fatto, di diritto, soprattutto però come ideologia. E nell ideologia sta la sua forza che si riflette nel diritto e nel costume -, ma anche la sua debolezza. In una società in via di planetarizzazione posto che ci riesca la forza (che spesso degenera in violenza) del pensiero ideologizzato ci appare sempre più come un intralcio al necessario confronto e alla reciproca modulazione tra culture e modelli di società. Riteniamo quindi opportuno offrire anche alla scuola qualche spunto di riflessione sulla variabilità di questa struttura-base entro il nostro stesso tessuto sociale. Sappiamo, infatti, che la famiglia, come noi la concepiamo, non ha da sempre e ovunque goduto della centralità che qui e

3 oggi le riconosciamo. E anche le più forti ideologie è bene si rendano, qui e oggi, disponibili al confronto con il diverso. INDICAZIONI DI LAVORO I. Spesso, invece di dire i suoi famigliari, diciamo semplicemente i suoi (o i miei, i tuoi.). Chi sono i nostri? Quelli che secondo la legge formano la nostra famiglia (genitori, figli, fratelli, nonni, zii, cugini ) o solo quelli con cui effettivamente conviviamo? Probabilmente i pareri saranno discordi, oppure si distinguerà tra nucleo famigliare ristretto e famiglia allargata. Allargata quanto? Anche Carlo non sembra avere le idee chiare. Aiutatelo voi, se ci riuscite. II. Stando a ciò che dice Luisa, fate delle supposizioni sulle famiglie dei nonni (paterni e materni). Se Luisa tra zii e zie né conta 15, - le coppie di nonni potrebbero aver avuto rispettivamente 7 e 8 figli (o 6 e 9 o.) - ma alcuni dei figli potrebbero essere sposati e allora il loro numero si ridurrebbe (di uno per ogni coppia). - potrebbero, questi figli (cioè gli zii di Luisa), essere tutti sposati? Ma il senso di questo breve testo non sta nella descrizione della grande famiglia di Luisa né nel numero dei suoi componenti. Infatti: Luisa vive. Forse non ha bisogno della sua grande famiglia. Ma allora perché ne parla sempre?

4 III. Ma come? Si può avere una famiglia e non conoscerla? E il caso di Pierino. Il padre di Pierino non è nominato. E possibile che Pierino non lo conosca? E quelli che Pierino non conosce, anzi, non sono neppure italiani, fanno parte dei suoi? Discutete le diverse opinioni, e, se vi va, andate a vedere su una cartina geografica dell Inghilterra dove si trovano Londra e Manchester. IV. Che cos è Carla per Francesco? E che cos è per lui la figlia di Carla? Fanno parte dei suoi? Francesco come la pensa in proposito? Per lui l amicizia è più forte del legame di parentela. Questo testo è ricavato da un dialogo con un bambino di due anni e quattro mesi: Paola: Ecco, lui si chiama Boris. Chicco: Zio Boris. Paola: Allora anch io sono zia Paola. Chicco: No, tu sei un amica. (Paola, infatti, aveva giocato con Chicco per tutto il pomeriggio, mentre Boris non se n era occupato). V. E possibile essere amici dei propri figli e, reciprocamente, dei propri genitori? Certo la differenza di età ha la sua importanza. Ma è questo l unico ostacolo? O non è piuttosto una questione di ruoli? Ai genitori spettano l allevamento e l educazione dei figli e già questo rende asimmetrico il rapporto. Mentre l amicizia presuppone la parità, la simmetria: tanto io sono amico per te quanto tu lo sei per me.

5 Questo ci dice l esperienza, il luogo comune. E per forza di cose così? Prendiamo per esempio l azione educativa. Siamo sicuri che i figli non educhino i genitori, non modifichino la loro vita, non li facciano crescere? Ci dicono gli psicologi che la mente infantile è molto più attiva di quella dell adulto: è possibile che la loro intelligenza non abbia nulla da insegnarci? O non sarebbe bene che gli adulti si ponessero in simmetria con i bambini, non solo per formare loro, ma per formare se stessi? D altro lato, anche l amicizia, seppure affettivamente simmetrica, non può basarsi su competenze asimmetriche, complementari, come tra un contadino e uno scienziato? VI. Il problema delle adozioni ha oggi rilevanza sociale. Sempre più di frequente le famiglie dei paesi ricchi vi fanno ricorso, e non solo quando non hanno figli propri. Una sorta di coscienza planetaria fa sì che molti si facciano carico, attraverso le adozioni, di parte del disagio che grava sui paesi poveri. Le difficoltà tuttavia non sono poche, a cominciare dall incognita rappresentata dal figlio adottato. Incognita, comunque, in nulla diversa da quella rappresentata da un qualsiasi nascituro. E se in famiglia ci fossero già dei figli? E il caso del nostro testo. Che ne pensano in classe del problema dell adozione? La vedono allo stesso modo i maschi e le femmine? Quali sono i loro argomenti pro o contro? E della paura di Aldo (di diventare geloso) che pensano? E tra fratelli naturali non è possibile la gelosia? E la rivalità? I bambini avranno certo da dire qualcosa in merito. Un ultimo punto: i genitori di Aldo, su cui ricadrà per intero la responsabilità anche del figlio adottivo, che bisogno hanno di lasciare la decisione ad Aldo? E se, come crediamo, hanno fatto bene, quali sono le loro ragioni?