Corso AVIS - Rimini, 18 maggio Psicologia Clinica. DPT di Biotecnologie e Scienze della Vita

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1 Selezione dei donatori e prevenzione delle MST: Il COUNSELLING per l HIV Eugenia Trotti Psicologia Clinica Università degli Studi dell Insubria - Varese DPT di Biotecnologie e Scienze della Vita 1

2 IL COUNSELLING nell infezione da HIV - AMBITI DI APPLICAZIONE - Prevenzione primaria (modificazione di C.A.R.) Pre-test (valutazione rischio e preparazione al test) Post-test (comunicazione risultato e pianificazione strategie future) Informazione e counselling per i donatori di sangue Infezione asintomatica (sostegno e prevenzione, stigma sociale) Malattia conclamata (sostegno e prevenzione, lutto anticipatorio, famiglia) Soggetti in trattamento (adesione / compliance terapeutica ) 2

3 IL COUNSELLING per i DONATORI ORI di sangue Definizione (WHO, 1994 Bellani e Trotti, 1997) Il counselling per i donatori di sangue è un colloquio tra un operatore esperto, addestrato all ascolto e alla guida, nonché a fornire informazioni e supporto (counsellor), ed una persona che si rivolge ad un servizio trasfusionale con l intenzione di donare il proprio sangue; Scopo: aiutare la persona a maturare e ad esprimere una decisione consapevole riguardo al suo gesto volontario prendere in considerazione i motivi che la inducono a rivolgersi al servizio e le implicazioni che ne deriverebbero se fosse HIV sieropositiva, sia per se stessa che per coloro che potrebbero ricevere il suo sangue. 3 3

4 IL COUNSELLING nell infezione da HIV - CARATTERISTICHE- Il counselling è un intervento personalizzato specifico intenso limitato nel tempo attivo focalizzato integrato 4

5 - FINALITA - Prevenzione Supporto 5

6 COUNSELLING per i DONATORI: RAZIONALE Selezione di donatori con stili di vita sani Approfondimento area C.A.R. Diffusione cultura della donazione Miglioramento qualità della donazione Supporto e assistenza ai donatori (soprattutto sfera sessuale) 6

7 COUNSELLING per i DONATORI Il counselling per i donatori è un processo che comincia ben prima e si estende al di là della pura restituzione del risultato del test. 7

8 DIAGRAMMA di FLUSSO nel COUNSELLING per i DONATORI di sangue (WHO-CDC-IRFC, 1994 / D.M. 3 marzo 2005) STADIO 1: informazione pre-donazione STADIO 2: counselling pre-donazione Autoesclusione INVIO INVIO Rafforzamento della prevenzione STADIO 3: donazione volontaria e test STADIO 4 Informazione e/o Counselling post-donazione Negativo Reclutamento come donatore regolare Positivo INVIO Servizi sanitari e di supporto 8 tipizzazione, follow-up, cure, sostegno

9 STADIO 4. Informazione e Counselling POST-DONAZIONE 2 principi di base autonomia del soggetto capacità di autodeterminazione E fondamentale il rispetto dei valori dell individuo di id Secondo l OMS, idealmente tutti i donatori dovrebbero essere messi a conoscenza degli esiti del proprio test sull HIV sullhiv dopo che hanno accettato di donare il sangue e sono stati adeguatamente informati delle possibili implicazioni. Il counsellor incoraggia attivamente i donatori a ritornare per conoscere i risultati. Ma il counselling non può essere reso obbligatorio poiché risponde ai principi di autonomia e autodeterminazione del soggetto. 9

10 STADIO 4. Informazione e Counselling POST- DONAZIONE: Modalità di comunicazione dei risultati E importante anche programmare opportune strategie per comunicare il risultato a quei donatori che, pur desiderando essere informati, per varie ragioni (ridotta mobilità, difficoltosa accessibilità, ecc.) sono impossibilitati a ritornare al servizio trasfusionale per conoscere gli esiti. Questo è il motivo per cui la coordinazione con le strutture ed i servizi presenti sul territorio è di vitale importanza. 1 0

11 STADIO 4. Informazione e Counselling POST- DONAZIONE: Modalità di comunicazione dei risultati Il D.M. 3 marzo 2005 parla solo di adeguata informazione del donatore con risultato positivo, senza specificare le modalità. La situazione di counselling faccia a faccia è di sicuro la più efficace al duplice fine di tutelare la salute psico-fisica del soggetto e della comunità. Ma i responsabili del servizio trasfusionale devono considerare vantaggi e svantaggi dei diversi modelli a disposizione (notifica scritta tramite lettera, avviso scritto o comunicazione telefonica di presentarsi al servizio, etc.), valutandone rischi e conseguenze, anche dal punto di vista etico, deontologico e della responsabilità medico-legale. 1 1

12 IL RUOLO DELLE ASSOCIAZIONI Reclutamento di donatori di sangue potenziali Informazione/educazione/counselling pre-donazione Informazione post-donazione volta a rinforzare i messaggi preventivi per i donatori regolari Sistema di collegamento e di rete tra i servizi sanitari e la comunità 1 2

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