Famiglie, Giovani ed opportunità, interventi sociali per l infanzia e l adolescenza in Emilia-Romagna:

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1 Famiglie, Giovani ed opportunità, interventi sociali per l infanzia e l adolescenza in Emilia-Romagna: la legislazione di riferimento, alcune priorità di lavoro e di prospettiva Ferrara 15 gennaio 2013 Monica Pedroni Servizio Politiche Familiari Infanzia e Adolescenza

2 Le scelte della RER in questi ultimi anni: La Regione Emilia-Romagna, in riferimento alla famiglia, ha sviluppato una serie di politiche che si caratterizzano per una pluralità di interventi di sostegno alle funzioni familiari e genitoriali: - Politiche di conciliazione orientate prioritariamente a sostenere le scelte lavorative delle madri, in particolare attraverso la costruzione di un sistema di servizi per la prima infanzia; - Politiche abitative con percorsi preferenziali verso le giovani coppie, famiglie in condizioni di vulnerabilità sociale, famiglie monogenitoriali, straniere, ecc; - Politiche a sostegno delle famiglie che al loro interno presentano problemi di non autosufficienza, persone anziane e disabili, per garantire accompagnamenti mirati, accesso al sistema della rete dei servizi, alleggerimento del carico economico, ecc

3 Le scelte della RER in questi ultimi anni: - Sostegno alla procreazione libera e responsabile ed alla neogenitorialità, attraverso la rete dei Consultori Familiari e dei Centri per le Famiglie - Agevolazioni alle famiglie nell ambito del diritto allo studio, con l erogazione di buoni libri, borse di studio, tariffe agevolate in relazione alle diverse fasce di reddito - Sostegno alle famiglie in condizioni di rischio sociale e/o multiproblematicità, con una particolare attenzione ad intercettare preventivamente il bisogno (accesso, valutazione del bisogno, lavoro integrato tra i diversi servizi e professionisti, lavoro di prossimità )

4 Le scelte della RER in questi ultimi anni: La promulgazione di una legge specifica sul tema delle giovani generazioni (L.R. 14/2008) L approvazione di un Piano Straordinario per l infanzia, l adolescenza ed il sostegno alla genitorialità con risorse dedicate L attivazione di importanti azioni formative di accompagnamento e Convegni dedicati a sperimentazioni territoriali interessanti.

5 Le scelte della RER in questi ultimi anni: Mantenere alta l attenzione alla ricerca in questo settore (RISC, P.I.P.P.I.,APS-Animazione Sociale, Gift del Comune di Ferrara ecc) Rivisitare e modificare alcuni dispositivi normativi regionali in un ottica di maggiore semplificazione e raccordo con le esigenze dei territori (DGR 1904/2011, L.R. 6/2012 e DGR 85/2012).

6 LEGGE REGIONALE 14/2008 Il 28 luglio 2008 l'assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna ha approvato la nuova legge Norme in materia di politiche per le giovani generazioni. La Legge è volta a perseguire l'integrazione delle politiche per l'infanzia, l'adolescenza e i giovani per poter guardare nell'insieme tutti i processi educativi, culturali, economici e sociali.

7 Principi ispiratori (art. 2) diverse abilità, differenze di genere partecipazione, cittadinanza attiva dialogo intergenerazionale, interculturale, interreligioso educazione a pace, legalità rifiuto violenza autonomi diritti di bambini e ragazzi (convenzioni internaz.li) Principio di uguaglianza (art. 3 Cost.) condizioni di salute (fisica, mentale, sociale) pari opportunità di crescita e realizzaz. progettazione ambientale e dei tempi della città nel rispetto delle esigenze delle giovani generazioni interventi e servizi con facilità di accesso, ascolto, prossimità diritto alla salute stili di vita sani istruzione, formazione, riconoscimento di talenti e aspirazioni

8 Sistema dei servizi ed opportunità per l infanzia e l adolescenza Diritto ad una famiglia e accoglienza Azioni a favore di bambini e adolesc. (area della promozione) Prevenzione e tutela (minori vittime e autori di reato, disabili, in cura) Sistema (parte II, titolo II: artt.10-32) Strumenti per l integrazione delle politiche (coordinamenti) Servizi del territorio (Servizio Sociale, Centri per famiglie, Servizi Educativi, Équipe )

9 Un Programma straordinario per l infanzia e l adolescenza (DGR 378/2010 e seguenti) per rispondere ad una emergenza ormai visibile per omogeneizzare, sostenere, sviluppare e mettere a sistema l insieme degli interventi che si realizzano nell area dell infanzia e dell adolescenza per la consapevolezza che l età evolutiva è una fase vulnerabile quanto determinante per la salute del resto della vita per tradurre in pratica i contenuti della LR 14/08 e del piano sociale e sanitario

10 Priorità sostenere le competenze dei genitori - La maggior parte dei problemi dei bambini di cui ci occupiamo nasce da debolezze della famiglia e i genitori sono insostituibile fonte di benessere e salute attenzione e cura all età della preadolescenza e adolescenza - Creare occasioni di crescita e partecipazione, prevenire i rischi bambini e ragazzi fuori famiglia in aumento - Necessità di raggiungere la massima appropriatezza nelle situazioni a rischio di allontanamento dei minori

11 Tre aree di intervento 1. Promozione del benessere e attivazione del contesto comunitario 2. Prevenzione e sostegno a situazioni di rischio sociale 3. Protezione, cura, riparazione per ognuna delle quali ricostruire quello che si fa e prevedere azioni in ogni distretto scelte in relazione alle necessità

12 il sistema dei servizi sociali territoriali per minori gli enti gestori sono 67, di cui: (9 tipologie di gestione) 29 comuni singoli 10 Unioni di Comuni 9 AUSL 6 Comune capofila/associazioni 5 ASP 4 Azienda sociale/speciale 2 AUSL e Comuni in accordo di programma 1 Comunità montana 1 Istituzione comunale per gestione distrettuale

13 i Centri per le Famiglie una rete di 27 Centri per offrire risposte presenti almeno in tutti i Comuni con più di 50mila abitanti nel 2012: Piu di famiglie ricevute Più di accessi agli sportelli informativi

14 Aggiornare di dispositivi normativi: la DGR 1904/2011 Direttiva in materia di affidamento familiare, accoglienza in comunità e sostegno alle responsabilità familiari Da dove viene: L.R. 14 del 2008 (art. 31): pari dignità di affidamento familiare e accoglienza in comunità, scelti in base alle esigenze del singolo ragazzo differenziazione delle risposte accoglienti monitoraggio e raccordo delle realtà locali per raggiungere omogeneità di trattamento

15 CONTENUTI PRINCIPALI DELLA DGR 1904/2011 Centralità dei diritti del bambino (art. 31 L.R. 14 del 2008) Sostegno alla famiglia di origine (per prevenire l allontanamento o diminuirne la durata) Formazione famiglie e educatori Autorizzazione per tutte le tipologie di comunità Integrazione socio-sanitaria

16 UNA FINALITÀ FONDAMENTALE Non solo allontanare meno ma anche allontanare meglio : il collocamento del bambino fuori famiglia deve avere una funzione educativa e non di sola protezione deve essere strumento per l aiuto e il recupero della famiglia

17 Strumenti di partecipazione: la costituzione di un Tavolo di Monitoraggio pubblico privato COMPITI contribuirà a verificare la corretta applicazione della Direttiva 1904/2011 ed a fornire suggerimenti circa le principali criticità incontrate; tra i temi da affrontare: il tema della qualificazione del sistema di accoglienza e della sua sostenibilità (formazione del personale, integrazione socio-sanitaria, progettazione di rete, ecc);

18 ALCUNI DATI La difficoltà del crescere bambini e ragazzi Residenti al 1 gennaio ,0% la media di bambini e ragazzi in carico ai servizi sociali (al 31/12/2010 sono circa ) con differenze provinciali: dal 12% (PC) al 5,3% (RN) 6% bambini e ragazzi seguiti dalle Unità Neuropsichiatria Infantile (poco oltre ) 54% bambini e ragazzi in carico per problemi abitativi/economici della famiglia

19 I MINORI IN AFFIDO e IN STRUTTURA RESIDENZIALE di cui FUORI FAMIGLIA 1721 in struttura residenziale 1574 in affido familiare e parentale (tempo pieno e part time) 1290 in struttura residenziale senza la presenza della madre 1231 in affido familiare e parentale a tempo pieno 3295 in struttura residenziale o in affido 2521 fuori famiglia in carico ai servizi territoriali della regione al 31/12/2010 compresi i ragazzi anni (continuità progettuale) e i non accompagnati fonte: Sisam e rilevazione integrativa 19

20 Quanto durano affidi e presenze in struttura Minori con intervento di inserimento in struttura residenziale in corso al per tempo di permanenza Bambini e ragazzi con intervento di affido a tempo pieno e parziale in corso al per durata di permanenza in carico ai servizi territoriali della regione fonte: Sisam e rilevazione integrativa

21 SPESA SOCIALE NETTA PER SETTORI Serie Storica cfr. Anni Valori assoluti e ripartizione % sul totale di tutti i settori (dati Istat definitivi, dati 2008 provvisori) Fonte: ISTAT-RER Indagine sugli interventi e i servizi sociali dei Comuni singoli o associati ANNO 2006 ANNO 2007 ANNO 2008 AREA DI INTERVENTO importo % sul totale di spesa importo % sul totale di spesa importo % sul totale di spesa Famiglia e Minori , , ,5 Giovani (*) , Disabili , , ,1 Dipendenze , , ,9 Anziani , , ,1 Immigrati , , ,0 Disagio adulti , , ,7 Multiutenza , , ,7 TOTALE TUTTE LE AREE (*) Dall'anno 2007 l'area Giovani è stata distribuita sull'area Famiglia e Minori o sull'area Dipendenze, a seconda della finalità prevalente dell'intervento Disagio adulti 3,7% Immigrati 3,0% Multiutenza 7,7% Anziani 19,1% Famiglia e Minori 50,5% Dipendenze 0,9% Disabili 15,1%

22 60,0 Spesa sociale dei comuni - Area Famiglia e Minori (Consuntivo % per tipologia di Inervento/Servizio) 7,2 50,0 40,0 % Centri diurni e Serv. semiresidenziali % Affido familiare Spesa netta (Spesa lorda - Comp. Utenti - Comp SSN) 30,0 50,8 20,0 Spesa per Affido Minori (2,5%) quasi 9 milioni euro 2,1 Spesa Comunità (13%), quasi 47 milioni euro 10,0 0,4 11,9 13,2 0,0 4,9 5,0 3,1 0,4 1,1 Attività di Servizio sociale professionale Integrazione sociale Interventi e servizi educativo-assistenziali e per l'inserim ento lavorativo Assistenza dom iciliare Servizi di supporto Contributi economici Centri e strutture semi-residenziali (a ciclo diurno) Strutture comunitarie e residenziali

23 DIMENSIONI QUALIFICANTI CHE POSSONO DARE FIDUCIA AL SISTEMA DEI SERVIZI La consapevolezza della necessità/opportunità che siamo di fronte ad un inevitabile cambiamento e forse siamo sufficientemente maturi per affrontarlo in un ottima maggiormente integrata Alla dimensione tecnico-specialistica che ha caratterizzato l ultimo ventennio occorre affiancare l acquisizione di linguaggi comuni L approccio per target o di risposta al sintomo/problema difficilmente produce un cambiamento consapevole ed una crescita sociale Il tema della valutazione degli esiti, della riflessività circa il proprio operato e conseguentemente della necessità di un tempo e spazio riconosciuto e dedicato in quest area è una questione centrale che deve trovare maggiori garanzia di attuazione.

24 STRATEGIE Sostenere chi sostiene: i genitori, i familiari, gli educatori, gli operatori informali, la prima linea dei nostri servizi Intervenire il prima possibile: sviluppare collaborazioni e capacità predittive condivise Leggere oltre il disagio, l attenzione al contesto ed alle condizioni di vita in cui esso si manifesta Intervenire il meno invasivamente possibile Intervenire in modo integrato, in una logica di sistema, orientati a risultati comuni

25 Avvio di revisione del PSSR (Piano sociale e sanitario regionale) ALCUNI TEMI AL CENTRO DEL DIBATTITO il tema della crisi economica e del decremento delle risorse Necessità di affrontare i principali temi prescindendo da una suddivisione per targhet di utenza Dare cura, sostegno e occasioni alle giovani generazioni, come fattore protettivo e di prevenzione dei processi di esclusione sociale Una società sempre più multiculturale La comunità come risorsa per attivare nuove forme di coesione sociale Sviluppare e migliorare il servizio sociale territoriale

26 Grazie dell ascolto

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