DIREZIONE DIDATTICA 2 CIRCOLO SANTARCANGELO DI ROMAGNA. IL PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER GLI ALUNNI STRANIERI A cura di Barbara Tosi

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1 DIREZIONE DIDATTICA 2 CIRCOLO SANTARCANGELO DI ROMAGNA IL PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER GLI ALUNNI STRANIERI A cura di Barbara Tosi PREMESSA L impegno che oggi è richiesto ad ogni cittadino della Terra, a ogni collettività e autorità della Terra, è di iniziare a concepire e vivere questa comunità planetaria in positivo: considerare l appartenenza a un intreccio globale di interdipendenze come l unica condizione adeguata per garantire e migliorare la qualità della vita dei popoli, dei gruppi e degli individui.(m. Ceruti) Le dimensioni sempre più ampie dei flussi migratori e la nuova disciplina prevista in materia di immigrazione, rendono opportune considerazioni sulla presenza degli alunni stranieri nella scuola italiana ed indicazioni operative per la scuola dell obbligo, nella quale il fenomeno risulta più consistente e complesso.(...) le presenti esigenze degli alunni extracomunitari richiedono più specifica attenzione e interventi di maggiore complessità. (CM n. 205/1990) La realtà della presenza di stranieri, rende di particolare attualità una nuova e mirata attenzione della scuola alle tematiche connesse all educazione interculturale quale condizione strutturale della società multiculturale. Il compito educativo, in questo tipo di società, assume il carattere specifico di mediazione fra le diverse culture di cui sono portatori gli alunni: mediazione non riduttiva degli apporti culturali diversi, bensì animatrice di un continuo, produttivo confronto fra differenti modelli. L educazione interculturale avvalora il significato di democrazia, considerato che la diversità culturale va pensata quale risorsa positiva per i complessi processi di crescita della società e delle persone. Pertanto l obiettivo primario dell educazione interculturale si delinea come promozione delle capacità di convivenza costruttiva in un tessuto culturale e sociale multiforme. Essa comporta non solo accettazione e rispetto del diverso, ma anche il riconoscimento della sua identità culturale, nella quotidiana ricerca di dialogo, di comprensione e di collaborazione, in una prospettiva di reciproco arricchimento. (CM n. 205/1990) Il presente documento rappresenta la sintesi di un percorso di lavoro che ha visto coinvolte tutte le insegnanti del Circolo; il loro impegno, unitamente alla preziosa consulenza di Tania Di Leo e Giuseppina Cannini dell Associazione Culturale Girogiromondo, ha portato alla costituzione della Commissione Intercultura e alla elaborazione del Protocollo di Accoglienza. 1

2 IL PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA Il protocollo di accoglienza nasce con lo scopo di definire criteri, principi, indicazioni riguardanti l iscrizione e l inserimento degli alunni immigrati, definisce i compiti e i ruoli degli operatori scolastici, traccia le fasi dell accoglienza e indica le attività di facilitazione per l apprendimento della lingua italiana. Accogliere in maniera positiva i bambini e i ragazzi immigrati vuol dire organizzare modalità di inserimento non casuali e penalizzanti; costruire luoghi educativi aperti e disponibili al confronto con l altro; applicare la normativa individuando gli spazi e le risorse per realizzare un progetto di integrazione adeguato e valido. Il protocollo di accoglienza è un documento che viene deliberato dal Collegio Docenti; rappresenta uno strumento flessibile, aperto alle esigenze emergenti e rivedibile: la sua attuazione deve avvenire in modo graduale, identificando annualmente gli obiettivi e le azioni da realizzare. Tra gli scopi del protocollo, ritroviamo: Definire una prassi condivisa, all interno del Circolo, in tema di accoglienza di alunni, figli di immigrati Facilitare l ingresso di soggetti appartenenti ad altre nazionalità nel nostro sistema scolastico e sociale Favorire un clima di accoglienza scolastica e sociale che prevenga e rimuova eventuali ostacoli alla piena integrazione Costruire un contesto favorevole all incontro con le culture e con le storie di ogni individuo Promuovere un circuito comunicativo fra scuola e terrritorio, nell ottica di rete e di comunità educante Sostenere il lavoro degli insegnanti Predisporre degli strumenti concreti per la conoscenza e l integrazione degli alunni stranieri. Il protocollo: definisce alcune prassi condivise di carattere amministrativo, comunicativo, educativo-didattico, sociale, prevede l istituzione formale della Commissione Accoglienza o Intercultura come articolazione del Collegio dei docenti e l istituzione di gruppi di lavoro all interno delle singole scuole. Il Dirigente Scolastico svolgerà un ruolo di promozione e coordinamento, predisponendo gli strumenti attuativi della proposta formativa ed assicurando il regolare espletamento degli atti relativi alle iscrizioni, in sintonia con la normativa vigente. 2

3 LA COMMISSIONE ACCOGLIENZA O INTERCULTURA La commissione è eletta dal Collegio Docenti e ne rappresenta una articolazione. Il DPR 394/ 99 art. 45, attribuisce al Collegio dei Docenti numerosi compiti deliberativi e di proposta in merito all inserimento nelle classi degli alunni di nazionalità non italiana. La commissione dovrebbe essere composta dai seguenti soggetti: il Dirigente scolastico, che necessariamente presiede la commissione quando debba eventualmente decidere sull assegnazione dell alunno neoarrivato a una classe diversa da quella corrispondente alla sua età anagrafica un insegnante per plesso un membro di segreteria incaricato eventualmente un mediatore culturale la Funzione strumentale per l integrazione degli alunni stranieri eventuale docente incaricato su progetto. I compiti della commissione: si riunisce al momento dell iscrizione di un alunno straniero e periodicamente durante l anno scolastico; è preposta all accertamento delle competenze, abilità e livelli di preparazione dell alunno e alla verifica del livello di conoscenza della lingua italiana; assegna l alunno alla classe, in base all età anagrafica, alla scolarità pregressa, al titolo di studio ed alle capacità, tenendo conto degli ordinamenti degli studi del Paese di provenienza; incontra gli insegnanti che accoglieranno l alunno; cura il monitoraggio e la valutazione del Protocollo di accoglienza; entra in contatto con i Centri di Documentazione, con gli Enti Territoriali, le Associazioni, le ONG, le biblioteche; raccoglie e/o prepara il materiale informativo bilingue, libri e materiale informativo sui diversi Paesi stranieri presenti, sui sistemi scolastici, sulle religioni; coinvolge i genitori italiani e stranieri, prevedendo per questi ultimi, la traduzione di avvisi e comunicazioni tradotti in più lingue, sollecita scambi di informazioni e di solidarietà attiva, organizza feste, mostre; promuove o individua sul territorio, corsi di formazione per insegnanti e genitori; organizza corsi di italiano L2 per gli alunni neo-arrivati; organizza l intervento del mediatore culturale; organizza la biblioteca della scuola, avendo cura che ci sia uno scaffale multiculturale. 3

4 PROCEDURA DI ISCRIZIONE DELLO STUDENTE Un incaricato della segreteria (membro della Commissione), iscrive lo studente; raccoglie la documentazione anagrafica, sanitaria e quella relativa alla precedente scolarità; avvisa tempestivamente il fiduciario e il referente della commissione intercultura del plesso interessato (ed un eventuale docente incaricato su progetto oppure la Funzione strumentale); invita i genitori e il bambino al primo colloquio. Se necessario, l incaricato utilizzerà il materiale di iscrizione bilingue e chiederà l intervento di un mediatore linguistico-culturale (anche in previsione del primo colloquio scuola- famiglia). PRIMA CONOSCENZA DELLA FAMIGLIA e dell ALUNNO Dopo che un incaricato della segreteria avrà invitato i genitori ed il bambino al primo colloquio, un membro della commissione (insieme all eventuale docente su progetto o alla F.S.), insegnante nel plesso interessato dall inserimento, richiederà, se necessario, un mediatore linguistico-culturale; effettuerà tempestivamente un incontro con la famiglia e lo studente; mediante l uso di questionari bilingue, raccoglierà una serie di informazioni sul bambino e, tenuto conto della documentazione sul suo percorso scolastico pregresso, compilerà una essenziale biografia; offrirà materiale informativo sulla scuola in Italia tradotto in più lingue (se ciò non fosse stato già fatto dall incaricato della segreteria); convocherà la commissione Intercultura e i docenti della classe interessata dal nuovo inserimento, per procedere all assegnazione. PROCEDURA DI ASSEGNAZIONE ALLA CLASSE I criteri di riferimento per l assegnazione alla classe trovano la base normativa nell art.45 del DPR 394/99. La commissione Accoglienza o Intercultura limitata per l occasione al Dirigente scolastico, alle referenti intercultura del Circolo e del plesso interessato, alle eventuali insegnanti della classe di accoglienza, assegna di norma l alunno neoarrivato alla classe in base all età anagrafica. L ordinamento degli studi del Paese di provenienza può determinare l iscrizione ad una classe immediatamente inferiore o superiore. Dal momento dell iscrizione all inserimento in classe è bene prevedere un tempo adeguato affinchè le insegnanti che accoglieranno l alunno possano documentarsi e preparare un adeguata accoglienza insieme alla classe. La Commissione fornisce alle insegnanti di classe i primi dati raccolti e il materiale didattico che ritiene utile alla prima accoglienza. 4

5 PROCEDURA DI ACCOGLIENZA Per facilitare l ingresso nella scuola degli alunni stranieri, sostenendoli nel primo adattamento ed incentivando un clima accogliente e favorevole all incontro fra le diverse culture, si ritiene importante dilazionare nell arco di tempo che va da almeno 3 giorni ad una settimana, le buone pratiche condivise per l accoglienza. In questo lasso di tempo, i docenti della classe preparano l ambiente corredando i locali della scuola con cartelli in più lingue; organizzano giornate di incontro coi compagni; progettano momenti di osservazione in situazione; con l eventuale aiuto dell insegnante su progetto e degli esperti in alfabetizzazione, strutturano percorsi adeguati alle competenze attivando laboratori a più livelli per passare dalla lingua della comunicazione (I livello) a quella dello studio (II livello), a quella specifica delle discipline (III livello). Il bambino proveniente da un altro Paese spesso è già alfabetizzato e possiede sul piano cognitivo le categorie sottese all uso di una lingua. Si tratta di proporre un nuovo codice che diventerà vero patrimonio se sarà possibile attivare anche la prima lingua d origine: ciò sarebbe auspicabile sul piano sia degli apprendimenti, sia della vita affettiva. Occorre, quindi, rivedere la progettazione di classe. I coetanei rappresentano, in questa prima fase, il mezzo mediatico per creare contesti comunicativi ricchi in cui l italiano sia veicolo di contatti amicali, delle curiosità e del confronto. Il docente referente di plesso, membro della Commissione Intercultura, mette in atto dei percorsi di facilitazione dell inserimento nella classe, dopo aver raccolto le informazioni necessarie. I docenti della classe: organizzano il 1 colloquio con i genitori del neo-arrivato, alla presenza (se necessario) di un mediatore linguistico, al fine di raccogliere informazioni: sulla storia personale e scolastica dell alunno; sulle sue aspettative nei confronti della scuola; sulla situazione familiare; sulla condivisione di obiettivi e percorsi nel progetto educativo. Favoriscono l integrazione nella classe, promuovendo attività o percorsi individualizzati di piccolo gruppo, con la collaborazione del mediatore culturale (specialmente nei primi giorni di frequenza scolastica). Progettano apposite attività di sostegno, in base al D.L. 297/ 94, per adattare l insegnamento della lingua italiana e delle altre materie di studio e per promuovere l insegnamento della lingua e della cultura del Paese di origine. Incontrano i genitori di tutta la classe per informarli sui diritti all istruzione del minore straniero e renderli partecipi nel sostenere un clima accogliente, favorevole all incontro tra le diverse culture. 5

6 Individuano tipologie di intervento atte a realizzare percorsi efficaci di approccio alla nuova lingua con momenti di laboratorio, attività di recupero, percorsi personalizzati,... Progettano esperienze in ogni ambito, che favoriscano la conoscenza di sè e delle altre culture, momenti di aggregazione con l ausilio di volontari, feste tradizionali locali e di altre culture. Elaborano, in appositi incontri, una programmazione specifica soprattutto in lingua italiana. Prestano attenzione al clima relazionale, alla gestione dei conflitti,... 6

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