IL RISCHIO MECCANICO IN AZIENDA.

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1 CORSO CORSO RLS IL RISCHIO MECCANICO IN AZIENDA. FERRARA Docente: Ing. Roncarati Alessandro MERCOLEDÌ 2 DICEMBRE 2015

2 IL RISCHIO MECCANICO Applicazione del D.Lgs 81/2008, in particolare riferimento all utilizzo delle attrezzature di lavoro ed il loro mantenimento in sicurezza. 2

3 Infortunio: L'infortunio è l'evento occorso al lavoratore per causa violenta in occasione di lavoro e da cui sia derivata la morte o l'inabilità permanente al lavoro, assoluta o parziale, ovvero un inabilità temporanea assoluta che comporti l'astensione dal lavoro per più di tre giorni. 3

4 Da un noto spot di dentifrici Prevenire è Meglio che Curare 4

5 Buone Norme di prevenzione L'informazione e la formazione dei lavoratori (Artt 36, 37 D.Lgs 81/2008) La progettazione, costruzione e corretto utilizzo di ambienti, strutture, macchine, attrezzature e impianti («Ergonomia» della postazione di lavoro) L'evitare situazioni di pericolo che possano determinare un danno probabile (rischio); L'adozione di comportamenti e procedure operative adeguate; Il controllo dei luoghi e la segnalazione di situazioni di pericolo. 5

6 Alcune definizioni: attrezzatura di lavoro: qualsiasi macchina, apparecchio, utensile o impianto, inteso come il complesso di macchine, attrezzature e componenti necessari all attuazione di un processo produttivo, destinato ad essere usato durante il lavoro. 6

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8 uso di una attrezzatura di lavoro: qualsiasi operazione lavorativa connessa ad una attrezzatura di lavoro, quale la messa in servizio o fuori servizio, l impiego, il trasporto, la riparazione, la trasformazione, la manutenzione, la pulizia, il montaggio, lo smontaggio; 8

9 zona pericolosa: qualsiasi zona all interno ovvero in prossimità di un attrezzatura di lavoro nella quale la presenza di un lavoratore costituisce un rischio per la salute o la sicurezza dello stesso; lavoratore esposto: qualsiasi lavoratore che si trovi interamente o in parte in una zona pericolosa; operatore: il lavoratore incaricato dell uso di una attrezzatura di lavoro. 9

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11 LA DIRETTIVA MACCHINE D.Lgs. 17/01/2010 n 17 LO SCOPO DELLE DIRETTIVE COMUNITARIE RECEPITE CON IL D.Lgs. 17/2010 E QUELLO DI CREARE LE CONDIZIONI NECESSARIE AFFINCHE LE INDUSTRIE CHE OPERANO NELL AMBITO DELL UNIONE EUROPEA (U.E.) POSSANO REALIZZARE PRODOTTI RISPONDENTI AI MEDESIMI REQUISITI DI SICUREZZA PER LE PERSONE, L AMBIENTE, GLI ANIMALI COSI COME RICHIESTO DAGLI ARTT. 100 E 118A DEL TRATTATO DI ROMA 11

12 Immissione sul mercato e messa in servizio 12

13 Sicurezza macchine: Dispositivi di comando I dispositivi di comando devono essere: chiaramente visibili e individuabili utilizzando, se del caso, pittogrammi, colore differente, ecc disposti in modo da garantire una manovra sicura, univoca e rapida, progettati in modo tale che il movimento del dispositivo del comando sia coerente con l'azione del comando, 13

14 I dispositivi di comando devono essere inoltre: situati fuori delle zone pericolose tranne il caso, all'occorrenza, di taluni dispositivi di comando, come un arresto di emergenza o una pulsantiera pensile, progettati o protetti in modo che l'azione comandata, se comporta un pericolo, possa avvenire soltanto in seguito ad un'azione deliberata, 14

15 SICUREZZA DELLE MACCHINE Avviamento L'avviamento di una macchina deve essere possibile soltanto tramite un'azione volontaria su un dispositivo di comando previsto a tal fine. 15

16 SICUREZZA MACCHINE Arresto di emergenza La macchina deve essere munita di uno o più dispositivi di arresto di emergenza, che consentano di evitare situazioni di pericolo che rischino di prodursi nell'imminenza o che si stiano producendo. 16

17 SICUREZZA MACCHINE Rischio di perdita di stabilità La macchina, elementi ed attrezzature compresi, deve avere una stabilità tale da evitare il rovesciamento, la caduta o gli spostamenti non comandati durante il trasporto, il montaggio, lo smontaggio e tutte le altre azioni che interessano la macchina. Se la forma stessa della macchina o la sua installazione prevista non garantiscono sufficiente stabilità, devono essere previsti ed indicati nelle istruzioni appositi mezzi di fissaggio. 17

18 SICUREZZA MACCHINE Rischi dovuti agli elementi mobili Gli elementi mobili della macchina devono essere progettati e costruiti per evitare i rischi di contatto che possono provocare infortuni oppure, se i rischi persistono, essere muniti di ripari o dispositivi di protezione. Devono essere prese tutte le disposizioni necessarie per impedire un bloccaggio improvviso degli elementi mobili di lavoro. 18

19 ESEMPIO DI ELEMENTI MOBILI DI TRASMISSIONE 19

20 RIPARI DI PROTEZIONE costruzione robusta non provocare rischi supplementari non facilmente neutralizzabili o rese inefficaci situati ad una idonea distanza dalla zona pericolosa (UNI EN ISO 13857:2008 ) non limitare l osservazione del ciclo di lavoro permettere gli interventi indispensabili sull attrezzatura di lavoro 20

21 ALCUNI ESEMPI RIPARO FISSO riparo mantenuto nella sua posizione di chiusura A - o in modo permanente (es. saldatura) B - o per mezzo di elementi di fissaggio (es. viti) che ne rendono impossibile la rimozione/apertura senza l uso di utensili 21

22 A B 22

23 ESEMPIO DI RIPARI A SEGREGAZIONE TOTALE SI TRATTA DI RIPARI CHE NON RENDONO TOTALMENTE ACCESSIBILE L AREA IN CUI STA OPERANDO L UTENSILE 23

24 BARRIERA DISTANZIATRICE - riparo che non racchiude completamente la zona pericolosa, ma impedisce o riduce l accesso in virtù delle sue dimensioni e della sua distanza (UNI EN ISO 13857:2008) dalla zona pericolosa (es. riparo a tunnel per zona di carico/scarico) 24

25 RIPARO MOBILE - riparo collegato meccanicamente alla struttura dellamacchina (es. con cerniere) può essere aperto senza l uso di attrezzi per quanto possibile deve rimanere unito alla macchina quando è aperto 25

26 RIPARO MOTORIZZATO riparo mobile azionato da una fonte di energia diversa da quella umana o dalla gravità. Esempio riparo azionato da pistone pneumatico 26

27 RIPARO REGOLABILE riparo fisso o mobile regolabile allo scopo di limitare l accesso alle parti di elementi mobili indispensabili per la lavorazione (esempio cesoie di lamiere) - La regolazione: - rimane fissa durante la lavorazione - si deve effettuare facilmente e senza attrezzi 27

28 DISTANZE DI SICUREZZA UNI EN ISO 13857: ATTREZZATURA 2. PIANO LAVORO 3. BARRIERA a. H. zona pericolo b. H. barriera c. Dist. Orizzontale zona pericolosa 28

29 A Seguito dell altezza della barriera si dovrà considerare: 1. Accessibilità attorno ad una struttura di protezione in funzione del movimento della mano per raggiungere l attrezzatura. 2. Accessibilità attraverso aperture in funzione della distanza dell utilizzatore dalle falangi Si rimanda alle tabelle della UNI EN ISO 13857:

30 Dispositivi bordo macchina Riparo interbloccato: - Dispositivo a bordo macchina il quale ne impedisca Il funzionamento fino a quando non sia chiuso - L apertura determini l arresto macchina - Serve sempre e comunque l avvio dell operatore Alla chiusura dello stesso Se la macchina è dotata di moto inerziale: La possibilità di accedere alla stessa dovrà avvenire A completo fermo macchina. 30

31 IL SELETTORE MODALE DI FUNZIONAMENTO (cfr. UNI EN 12100:2005) 31

32 il selettore deve poter essere bloccato in ciascuna posizione di funzionamento; ciascuna posizione del selettore corrisponde un solo modo di comando o di funzionamento; se per alcune operazioni la macchina deve poter funzionare con i dispositivi di protezione neutralizzati, il selettore deve simultaneamente: escludere il comando automatico; autorizzare i movimenti solo mediante dispositivi di comando ad azione continuata; autorizzare il funzionamento degli elementi pericolosi solo in condizioni di sicurezza migliorata (es.velocità ridotta, ad impulsi). 32

33 DISPOSITIVO DI INTERBLOCCO dispositivo meccanico, elettrico o di altro tipo il cui scopo è di impedire agli elementi di una macchina di funzionare in determinate condizioni (generalmente finché il riparo non sia chiuso) 33

34 COMANDO A DUE MANI tre tipologie (CEI EN punto ) (UNI EN 574/98 ASPETTI FUNZIONALI): tipo 3 offre le maggiori garanzie di sicurezza per: uso contemporaneo delle due mani attivazione continua durante le fasi pericolose interruzione ciclo al rilascio di un pulsante rilascio di entrambi i pulsanti per comandare un nuovo ciclo comando simultaneo dei pulsanti (entro 0,5 sec) 34

35 DISPOSITIVO SENSIBILE dispositivo che provoca l arresto della macchina o dei suoi elementi (o assicura condizioni di sicurezza equivalenti) quando una persona o una parte del suo corpo va oltre il limite di sicurezza (UNI EN 12100:2005) 35

36 commenti 36

37 commenti 37

38 commenti 38

39 Grazie per l attenzione PROGETTAZIONE - AMBIENTE - SICUREZZA - SERVIZI Via Cairoli, Ferrara (Italy) Tel (r.a.) Fax e.mail: formazione@passferrara.it 39

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