STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE ED INDIRIZZO SULLA BIODIVERSITÀ IN PIEMONTE: CRITICITÀ ED OPPORTUNITÀ

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1 DIREZIONE AMBIENTE STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE ED INDIRIZZO SULLA BIODIVERSITÀ IN PIEMONTE: CRITICITÀ ED OPPORTUNITÀ Vincenzo Maria Molinari, Viola Erdini, Elisa Malenotti, Matteo Massara M

2 PIEMONTE E BIODIVERSITA FLORA 3510 ENTITA (11% ALLOCTONE) (Fonte del dato: Conti et al., Check-list della flora d Italia) Aggiornamento al 2009: 3665 ENTITA (Fonte del dato: Selvaggi et al., in prep.) IN PIEMONTE È PRESENTE IL 46% DELLA FLORA ITALIANA ED È LA REGIONE ITALIANA PIÙ RICCA DI SPECIE DELLA FLORA VASCOLARE

3 PIEMONTE E BIODIVERSITA FAUNA 400 SPECIE DI UCCELLI, 80 SPECIE DI MAMMIFERI, 40 DI RETTILI E ANFIBI, 60 DI PESCI.

4 BIODIVERSITA E NORMATIVA REGIONALE L.R. n. 24 del 13 agosto 1974 Protezione della flora L. R. n. 68 del 6 novembre 1978 Norme per la conservazione del patrimonio naturale e dell'assetto ambientale L. R. n. 32/1982 Norme per la conservazione del patrimonio naturale e dell'assetto ambientale Immagini settore

5 BIODIVERSITA E NORMATIVA REGIONALE AREE PROTETTE Legge regionale n. 43/1975 Norme per l'istituzione dei parchi e delle riserve naturali Art. 2. La Giunta Regionale predispone un piano regionale dei parchi e delle riserve naturali (omissis) L. R. n. 19 del 29 giugno 2009 Testo Unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità

6 BIODIVERSITA E NORMATIVA REGIONALE RETE NATURA 2000 Direttiva 79/409/CEE Direttiva Uccelli Direttiva 92/43/CEE Direttiva Habitat D.P.R. n 357/1997 (integrato e modificato con D.P.R. 120/2003) L. R. n. 19 del 29 giugno 2009 Testo Unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità

7 BIODIVERSITA E NORMATIVA REGIONALE AREE PROTETTE + RETE NATURA 2000 Tipo di area n. siti ha % superficie regionale Aree protette ,98 8,59 SIC ,91 10,99 ZPS ,90 12,12 Rete Natura ,797,78 15,62 Totale ,10 18,62

8 BIODIVERSITA E PIANIFICAZIONE Piano Territoriale Regionale Piano di Gestione del Po Piano Tutela delle acque Piano Sviluppo Rurale Piano Paesaggistico Piano Faunistico Venatorio Piano Stralcio per l'assetto Idrogeologico del bacino del Po Piano d Area della Fascia Fluviale del Po Piano regionale per la tutela e la conservazione degli ambienti e della fauna acquatica e l esercizio della pesca

9 BIODIVERSITA E PIANIFICAZIONE CRITICITA Le problematiche della biodiversità non sempre sono adeguatamente approfondite; sono spesso analizzate mediante l applicazione di modelli e criteri di studio non univoci portando alla definizione di strumenti di pianificazione che tutelano oggetti diversi in nome dello stesso valore: la biodiversità; raggiungono quindi risultati differenti, definendo politiche difficilmente integrabili e quindi non sempre coordinabili.

10 BIODIVERSITA E PIANIFICAZIONE Due esempi recenti (2009): PIANO FAUNISTICO VENATORIO PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE Entrambi i Piani considerano come elementi costitutivi della rete ecologica regionale le Core areas, le Buffer zones, i Corridoi ecologici, le Stepping Stones ma utilizzano metodologie differenti per individuarli sul territorio.

11 BIODIVERSITA E PIANIFICAZIONE PIANO FAUNISTICO VENATORIO Individua le componenti della Rete Ecologica Regionale tramite l applicazione di un modello. Valutazione delle caratteristiche territoriali in modo da identificare le aree idonee alla presenza della specie (Modello BIOMOD) Integrazione riguardo la presenza di fattori antropici (strade, aree urbanizzate ) e naturali (quota, orografia.) (Modello FRAGM) INDIVIDUAZIONE DELLA RETE ECOLOGICA REGIONALE

12 BIODIVERSITA E PIANIFICAZIONE PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE Si caratterizza perché si appoggia esplicitamente al concetto di rete ecologica regionale prevista dalla L.R. 19/2009 (Testo Unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità) L.R. 19/ Art. 2 Rete ecologica regionale Comma 2. La rete ecologica regionale è composta dalle seguenti aree: a) il sistema delle aree protette del Piemonte; b) le zone speciali di conservazione, i siti di importanza comunitaria proposti ed approvati e le zone di protezione speciale, facenti parte della rete Natura 2000; c) i corridoi ecologici.

13 BIODIVERSITA E PIANIFICAZIONE PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE Core areas Gli elementi della Rete Ecologica Regionale Formati dal sistema delle aree protette del Piemonte, Rete Natura 2000 (SIC, ZPS e SIR): sono le aree con maggiore ricchezza di habitat naturali; Corridoi ecologici Formate dai corridoi su rete idrografica, dalle aree di continuità naturale e dalle principali fasce di connessione sovraregionale Buffer zones Sono aree in cui modulare l impatto antropico fra il nodo della rete e l ambiente esterno.

14 BIODIVERSITA E PIANIFICAZIONE

15 BIODIVERSITA E PIANIFICAZIONE Rispetto alla Rete Ecologica Regionale i due piani : si basano su presupposti metodologici diversi, individuando oggetti differenti meritevoli di tutela; definiscono politiche di pianificazione e tutela che, basandosi su ambiti territoriali differenti, risultano difficilmente integrabili; ipotizzano sotto il profilo della biodiversità gestioni del territorio talvolta contrastanti. PIANO FAUNISTICO VENATORIO PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE

16 CRITICITA OPPORTUNITA

17 Legge regionale n. 19/2009 CARTA DELLA NATURA REGIONALE Già prevista dalla Legge quadro sulle Aree protette (L.394/91) Individua lo stato dell'ambiente naturale e determina: a) la rete ecologica regionale; b) i territori che, per caratteristiche ambientali e naturali, possono essere oggetto di istituzione ad area protetta. Entro tre anni dall'entrata in vigore della presente legge la Giunta regionale, (omissis) adotta la carta della natura regionale. Le province recepiscono la carta della natura regionale e i comuni adeguano i propri strumenti di pianificazione territoriale.

18 LA DIREZIONE AMBIENTE E LA DIREZIONE AGRICOLTURA DELLA REGIONE PIEMONTE, CON IL SUPPORTO DI ARPA PIEMONTE, HANNO AVVIATO UN CENSIMENTO DELLA RETE DI AREE UMIDE DEL TERRITORIO REGIONALE. OBIETTIVI: D.G.R del 28 Luglio 2009 Censimento della rete di aree umide presenti in Piemonte CENSIMENTO DI BANCHE DATI ESISTENTI; CLASSIFICAZIONE TIPOLOGIE DI ZONE UMIDE; REALIZZAZIONE BANCA DATI REGIONALE E CARTOGRAFIE TEMATICHE; REALIZZAZIONE DI UN WEB GIS PER LA PUBBLICA CONSULTAZIONE.

19 l.r. 32/1982 Norme per la conservazione del patrimonio naturale e dell'assetto ambientale Art.2 (Finalità) La Regione interviene nel recupero di ambienti lacustri e fluviali, nella individuazione, recupero e ripristino di aree degradate, nella tutela della flora spontanea, di alcune specie di fauna minore, dei prodotti del sottobosco e regola interventi pubblici e privati connessi a tali beni al fine di garantire la conservazione del patrimonio naturale e dell'assetto ambientale.

20 l.r. 32/1982 Norme per la conservazione del patrimonio naturale e dell'assetto ambientale Art.12 Recupero aree degradate a)promuove e coordina gli interventi in base a richieste o programmi di comuni e comunità montane; b)promuove studi e ricerche sulle tecniche sui metodi di recupero; c)concede a comuni e comunità montane, dietro presentazione di progetto conforme agli strumenti urbanistici vigenti e agli indirizzi della presente legge, contributi in conto capitale fino al 90% della spesa ritenuta ammissibile.

21 l.r. 32/1982 art. 12 INTERVENTI EURO Tipologie di interventi: verde pubblico aree seminaturali di consolidamento ambiente fluviale/lacustre tipologia mista 289 interventi in 264 comuni 82 verde urbano 75 aree seminaturali 73 consolidamento 14 ambiente fluviale/lacustre 45 misti

22 l.r. 32/1982 Norme per la conservazione del patrimonio naturale e dell'assetto ambientale Realizzazione osservatorio avifauna ZPS IT Zone umide di Fossano e S. Albano Stura

23 l.r. 32/1982 Norme per la conservazione del patrimonio naturale e dell'assetto ambientale Comune di Castello d Annone (AT) Recupero dell area ex- Accornero lungo il Fiume Tanaro

24 l.r. 32/1982 Norme per la conservazione del patrimonio naturale e dell'assetto ambientale Comune di Castello d Annone (AT) Recupero dell area ex- Accornero lungo il Fiume Tanaro

25 L.R. 47/1995 Norme per la tutela dei biotopi ALTRO 10,7% CONTROLLO SPECIE FAUNISTICHE 3,4% CONSERVAZIONE E SALVAGUARDIA DI SPECIE 27,8% DIVULGAZIONE - TURISMO 21,6% GESTIONE DATI - PIANI DI AZIONE 10,9% PROGETTI DI RICERCA 3,9% RIQUALIFICAZIONE HABITAT 21,6% TOTALE : Euro

26 PIANO DI SVILUPPO RURALE ASSE II Conservazione della diversità biologica, tutela delle risorse idriche, del suolo e del paesaggio, contrasto dei mutamenti climatici. Misura 214 Pagamenti agroambientali Misura 216 Sostegno agli investimenti non produttivi Misura 227 Sostegno agli investimenti non produttivi Misura 221 Primo imboschimento di terreni agricoli Misura 323 Tutela e riqualificazione del patrimonio rurale

27 CONTRATTI DI FIUME E DI LAGO CONCERTAZIONE TRA SOGGETTI PUBBLICI E PRIVATI AL FINE DI PERSEGUIRE OBIETTIVI COMUNI DI TUTELA E VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE IDRICHE E DEGLI AMBIENTI CONNESSI: RIDUZIONE DELL INQUINAMENTO DELLE ACQUE; RIQUALIFICAZIONE DEI SISTEMI AMBIENTALI E PAESISTICI E DEI SISTEMI INSEDIATIVI; USO SOSTENIBILE DELLE RISORSE IDRICHE; RIEQUILIBRIO DEL BILANCIO IDRICO; CONDIVISIONE DELLE INFORMAZIONI.

28 CONCLUSIONI Per aumentare l efficacia dell azione regionale a tutela della BIODIVERSITÀ occorre: ASSICURARE L INTEGRAZIONE CONCETTUALE E METODOLOGICA NEGLI STRUMENTI DI INDIRIZZO E PIANIFICAZIONE; CENSIRE, CONFRONTARE E DIFFONDERE LE ESPERIENZE DI GESTIONE, RIPRISTINO, MONITORAGGIO E RICERCA REALIZZATE; COMUNICARE EFFICACEMENTE AL TERRITORIO LE ESIGENZE DI TUTELA SOTTOLINEANDO I VANTAGGI E LE OPPORTUNITA LEGATE ALLA CONSERVAZIONE DELLA BIODIVERSITA.

29 DIREZIONE AMBIENTE GRAZIE PER L ATTENZIONE!

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