Gli interventi educativi/abilitativi. Dott.ssa Silvia Chieregato Dott.ssa Emanuela Rocci

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1 Gli interventi educativi/abilitativi Dott.ssa Silvia Chieregato Dott.ssa Emanuela Rocci

2 CHI SIAMO AUTISMO&SOCIETA DIRETTORE SCIENTIFICO DOTT. L.MODERATO METODO SUPERABILITY

3 INTERVENTI ABILITATIVI-EDUCATIVI PERCHE? + AUTONOMIA + INDIPENDENZA + LIBERTA

4 DALL ATTIVAZIONE ALL ABILITAZIONE ATTIVITA ABILITA ESECUZIONE RISTRETTA GENERALIZZAZIONE

5 FASI DEL PROCESSO 1. PRIMO COLLOQUIO - RACCOLTA DELLA DOMANDA 2. OSSERVAZIONE SUL CAMPO E VALUTAZIONE FUNZIONALE (in prima persona, o appoggiandosi alle figure già coinvolte) 3. STESURA PROGRAMMA EDUCATIVO ABILITATIVO INDIVIDUALIZZATO 4. CONTROLLO OUTCOME E FOLLOW UP

6 COSA OSSERVIAMO ABILITA ACQUISITE ABILITA EMERGENTI ABILITA ASSENTI VALUTAZIONE FUNZIONALE

7 abilità Guarda una persona negli occhi spontaneamente Guarda una persona negli occhi su richiesta Resta seduto per un tempo sufficiente allo svolgimento di un compito ESEMPIO CHECKLIST CATEGORIA: PREREQUISITI DELL APPRENDIMENTO sostegno verbale «Guardami negli occhi» «Siediti e fai questo gioco/lavoro» criterio materiale sostegno procedurale Guarda negli occhi la persona che ha di fronte In modo spontaneo per almeno tre secondi Guarda negli occhi la persona che ha di fronte su richiesta per almeno tre secondi Rimane seduto su una sedia per almeno cinque minuti, svolgendo l attività richiesta Genitori, parenti, educatori, amici Materiale per giocare, lavorare, o imparare, che interessi al soggetto Osservare il soggetto Collocarsi di fronte al soggetto. Dare il sostegno verbale Predisporre un attività di gioco, lavoro o ludico-didattica, da svolgersi seduti ad un tavolo. Dare il sostegno verbale valutazione Presente Assente Emergente Presente Assente Emergente Presente Assente Emergente

8 IL PROGETTO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO VALUTAZIONE FUNZIONALE E PROGRAMMAZIONE DEVONO ANDARE DI PARI PASSO SEMPLICE COMPLESSO

9 CRITERI di BASE per una corretta programmazione EDUCATIVA/ABILITATIVA 1. CHIAREZZA nelle definizioni dell obiettivo 2. DEFINIZIONE OPERATIVA dell obiettivo 3. IDENTIFICAZIONE delle metodologie 4. CONTINUITA nel tempo 5. COERENZA E UNIFORMITA interna e tra i diversi attori

10 IDENTIFICARE GLI OBIETTIVI COLLABORARE CON LE FIGURE SIGNIFICATIVE NELLA SCELTA DELLE PRIORITA FORMULARE GLI OBIETTIVI IN MANIERA POSITIVA DIVIDERE GLI OBIETTIVI IN SOTTO-OBIETTIVI ORGANIZZARE UN PROGETTO A LUNGO TERMINE E GLOBALE QUALITA DI VITA E INDIPENDENZA

11 ESEMPIO PROCEDURE PROGRAMMA SAPERE CATEGORIA: PREREQUISITI DELL APPRENDIMENTO Obiettivo Rimane seduto cinque minuti per svolgere un attività di gioco, lavoro, o ludicodidattica Sostegno materiale/educativo Gioco, o attività ludico-didattica che il soggetto conosce e che suscita il suo interesse Sostegno procedurale Predisporre un attività di gioco, di lavoro, o ludico-didattica, da svolgersi ad un tavolo. Dare il sostegno verbale. Inizialmente far stare il soggetto seduto e impegnato nell attività anche solo per un minuto, per arrivare gradualmente all obiettivo di cinque minuti. (Non è importante che il soggetto porti a termine l attività, ma che la svolga in modo idoneo, ossia che rimanga seduto e concentrato su di essa) Sostegno verbale «Siediti e fai questo gioco/lavoro»

12 LAVORARE IN RETE Professionisti diversi obiettivi comuni e condivisi Favorire l integrazione degli interventi COINVOLGIMENTO DEI GENITORI Ascolto, definizione obiettivi, programma abilitativo

13 CASO PRATICO Un ragazzo di 21 anni che vive con i genitori e due sorelle Diagnosi di Autismo a basso funzionamento Primo colloquio con il dott. Moderato 2 anni fa: ipersensoriale, poche autonomie personali, mangia tutto, ma molto velocemente. Frequenta un laboratorio di manualità e il nuoto, ma da qualche mese manifesta tutta una serie di comportamenti problema soprattutto a casa. Indicazioni: - progetto educativo individualizzato - lavoro sulle autonomie personali (agende visive)

14 - strategia con il cibo: dividere la portata in tre porzioni - trovargli delle occupazioni (inserimento in centro diurno?) FASE 1 Osservazione a casa più indicazioni e programma individualizzato per le autonomie personali Incontro con l educatore che lo accompagna a nuoto (insieme si pensa di provare con la corsa avendo un pomeriggio con lui senza alcuna attività specifica)

15 Richiesta ai servizi per centro diurno FASE 2 Difficoltà nel lavoro sulle autonomie a casa Continua ad andare a nuoto e a correre con l educatore Inserimento in un centro diurno vicino a casa: - incontro di rete (operatori centro, educatore privato, genitori e psicologa) per condividere il progetto

16 SITUAZIONE ATTUALE È autonomo nel vestirsi (autonomia appresa al centro e generalizzata a casa) Al centro: - autonomie personali - abilità fino-motorie e abilità cognitive (training di apprendimento individuale più attività occupazionale in piccolo gruppo) Comportamenti problema e stereotipie. Due ipotesi: - un problema di salute - cambiamento (non c è più l educatore, nuovi inserimenti al centro)

17 CASO PRATICO Un bimbo di 3 anni con una sorellina di 6 Diagnosi di Autismo a basso funzionamento Primo colloquio con il dott. Moderato un anno fa: nessuna autonomia personale, difficoltà a togliere il pannolino, no presenza di linguaggio verbale, prossimo inserimento presso la scuola materna Indicazioni: - progetto educativo individualizzato - autonomie personali - lavoro di rete - inserimento a scuola

18 FASE 1 Osservazione a casa e stesura analisi funzionale Incontro con le figure di riferimento (psicomotricista, logopedista, scuola, genitori) Stesura progetto educativo individualizzato FASE 2 Identificazione delle priorità da cui partire sul progetto La definizione del chi fa cosa, divisione dei compiti tra i vari attori e coordinamento per ciò che riguarda le strategie Inserimento scolastico con la figura di sostegno

19 SITUAZIONE ATTUALE Obiettivi stabiliti alla partenza raggiunti, ridefinizione dell intervento sulla base delle abilità acquisite Lavoro di rete con le figure di riferimento

20 ...GRAZIE PER L ATTENZIONE

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