MEZZI DI ESTINZIONE FISSI - IMPIANTI IDRICI ANTINCENDIO - NASPI ANTINCENDIO - IDRANTI ANTINCENDIO - SISTEMI AUTOMATICI SPRINKLER

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1 MEZZI DI ESTINZIONE FISSI - IMPIANTI IDRICI ANTINCENDIO - NASPI ANTINCENDIO - IDRANTI ANTINCENDIO - SISTEMI AUTOMATICI SPRINKLER - IMPIANTI AD ESTINGUENTI GASSOSI

2 RETI AD IDRANTI - RIFERIMENTI NORMATIVI -UNI /2009 Requisiti minimi da soddisfare nella -progettazione, installazione ed esercizio degli Impianti idrici -permanentemente in pressione, destinati all alimentazione di -idranti e naspi antincendio. -UNI 12845/2009 installazioni fisse antincendio-sistemi -automatici a sprinkler- Progettazione, installazione e -manutenzione. -UNI 11292/2008 Locali destinati ad ospitare gruppi di pompaggio per impianti antincendio -

3 RIFERIMENTI NORMATIVI -UNI EN 671/1: 2003 Caratteristiche tecniche dei Naspi antincendio con tubazioni semirigide -UNI EN 671/2:2004 Caratteristiche tecniche degli Idranti a muro con tubazioni flessibili - UNI EN 671/3:2001 raccomandazioni relative alla manutenzione dei naspi e degli idranti antincendio.

4 GENERALITA Le reti antincendio, tramite gli idranti ed i naspi ad essa collegata devono essere dimensionate e realizzate per poter combattere l incendio di maggiore entità, ragionevolmente prevedibile, nell area da proteggere. Un fabbricato o un area sono considerati protetti se ogni parte del fabbricato o dell area protetta sono raggiungibili con il getto d acqua di almeno un idrante o naspo.

5 SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE DELLA NORMA UNI 10779/2009 Non è compito della norma definire in alcun modo i casi in cui la rete di idranti deve essere realizzata. Tale decisione o è prevista dalle norme di riferimento per l attività o scaturisce da un processo di analisi e valutazione del rischio di incendio per l attività in esame.

6 D.M. Ministero dell'interno del 16/05/1987 n. 246 Norme di sicurezza antincendi per gli edifici di civile abitazione (Omissis) 7. Impianti antincendi. Gli edifici di tipo b, c, d, e, devono essere dotati di reti idranti conformi a quanto di seguito riportato. La rete idranti deve essere costituita da almeno una colonna montante in ciascun vano scala dell'edificio; da essa deve essere derivato ad ogni piano, sia fuori terra che interrato, almeno un idrante con attacco 45 UNI a disposizione per eventuale collegamento di tubazione flessibile o attacco per naspo. Il naspo deve essere corredato di tubazione semirigida con diametro minimo di 25 mm e di lunghezza idonea ad assicurare l'intervento in tutte le aree del piano medesimo. Tale naspo deve essere installato nel locale filtro, qualora la scala sia a prova di fumo interna. Al piede di ogni colonna montante deve essere installato un idoneo attacco di mandata per autopompa. L'impianto deve essere dimensionato per garantire una portata minima di 360 l/min per ogni colonna montante e, nel caso di più colonne, il funzionamento contemporaneo di 2. L'alimentazione idrica deve essere in grado di assicurare l'erogazione, ai 3 idranti idraulicamente più sforiti, di 120 l/min cad., con una pressione residua al bocchello di bar 1,5 per un tempo di almeno 60 min. Qualora l'acquedotto non garantisca le condizioni di cui al punto precedente dovrà essere installata idonea riserva idrica; questa può essere ubicata a qualsiasi piano e deve essere alimentata da acquedotto pubblico e/o da altre fonti. Tale riserva deve essere mantenuta costantemente piena. Le elettropompe di alimentazione della rete antincendio devono essere collegate all'alimentazione elettrica dell'edificio tramite linea propria non utilizzata per altre utenze. Negli edifici di tipo d, e, i gruppi di pompaggio della rete antincendio devono essere costituiti da due pompe, una di riserva all'altra, alimentate da fonti di energia indipendenti (ad esempio elettropompa e motopompa). L'avviamento dei gruppi di pompaggio deve essere automatico. Le tubazioni di alimentazione e quelle costituenti la rete devono essere protette dal gelo, da urti e dal fuoco. Le colonne montanti possono correre, a giorno o incassate, nei vani scale oppure in appositi alloggiamenti resistenti al fuoco REI 60.

7 COMPOSIZIONE DI UN IMPIANTO Le reti antincendio di idranti comprendono I seguenti componenti principali: - 1- Alimentazione idrica Tubazioni per la rete (fuori terra e interrati) Valvole di intercettazione Naspi Idranti a parete - 6 Idranti soprasuolo e sottosuolo Attacchi di mandata autopompa

8 SHEMA DI RETE ANTINCENDIO Acquedotto

9 1- ALIMENTAZIONE IDRICA deve essere in grado di garantire la portata e la pressione richiesta dall impianto, per il tempo di erogazione previsto dalle norme, o dalla valutazione del rischio effettuta in fase di progetto. deve mantenere permanentemente in pressione tutta la rete. deve essere ad uso esclusivo dell impianto con le eccezioni per gli acquedotti e le riserve virtualmente inesauribili. e consentito l utilizzo di acqua salata o salmastra purchè l impianto sia normalmente caricato con acqua dolce.

10 A) acquedotto cittadino ALIMENTAZIONI IDRICHE deve essere installato un pressostato di allarme per bassa pressione a monte della valvola di non ritorno. Dati statistici e dichiarazione dell ente gestore devono attestare una indisponibilità dell acquedotto, in quell area, non superiore a 60 ore /anno, considerata accettabile per le aree di livello 1 e 2. B) serbatoio di accumulo ( a gravità con pompe di surpressione) La capacità del serbatoio può ridursi al 50% rispetto a quanto nominalmente richiesto se viene previsto il rincalzo da acquedotto. Il rincalzo deve essere automatico attraverso valvole meccaniche a galleggiante. C) serbatoio in pressione D) sorgenti inesauribili (fiumi, laghi, mare, canali, ecc.)

11 TIPO DI ALIMENTAZIONI IDRICHE Alimentazioni idriche singole Sono ammesse le seguenti alimentazioni idriche singole: a) un acquedotto; b) un acquedotto con una o più pompe di surpressione; c) un serbatoio a pressione; d) un serbatoio a gravità; e) un serbatoio di accumulo con una o più pompe; f) una sorgente inesauribile con una o più pompe.

12 Alimentazioni idriche singole superiori sono delle alimentazioni idriche singole che forniscono un elevato grado di affidabilità. Esse comprendono: a) un acquedotto alimentato da entrambe le estremità da due o più sorgenti. b) un serbatoio a gravità, oppure un serbatoio di accumulo con due o più pompe c) una sorgente inesauribile con due o più pompe.

13 Alimentazioni idriche doppie Sono costituite da due alimentazioni singole (come definite al punto precedente) in cui ogni alimentazione è indipendente dall altra.

14 Alimentazioni idriche combinate Le alimentazioni idriche combinate devono essere delle alimentazioni idriche singole superiori o doppie, progettate per alimentare più di un impianto fisso antincendio, come per esempio nel caso di installazioni combinate di idranti, e sprinkler. Le alimentazioni combinate devono soddisfare le seguenti condizioni: a) l alimentazione deve essere in grado di fornire la somma delle massime portate richieste da ciascun sistema alla pressione dell impianto che ne richiede maggiormente; b) la durata dell alimentazione non deve essere inferiore a quanto richiesto per l impianto che ne richiede maggiormente; d) tra l alimentazione idrica e i sistemi devono essere installate tubazioni di collegamento doppie.

15 POMPE ANTINCENDIO LOCALI PER GRUPPI DI POMPAGGIO- Devono essere installati : - in locali ad uso esclusivo - aventi una resistenza al fuoco non inferiore a REI 60 - con accesso diretto dall esterno - opportunamente areati Qualora non sia possibile il locale ad uso esclusivo, per le sole pompe di tipo elettrico, è ammessa l ubicazione in locali comuni ad altri impianti tecnologici purchè tali locali siano : - caratterizzati da pericolo d incendio molto ridotto - accessibili direttamente dall esterno - separati da altri locali con strutture almeno REI 60

16 ELETTROPOMPE CARATTERISTICHE DELLE ELETTROPOMPE - Le pompe devono essere ad avviamento automatico su segnalazione dei pressostati ed arresto mediante azionamento manuale. L alimentazione elettrica deve essere disponibile in ogni tempo. L alimentazione per il quadro di controllo della pompa deve essere ad uso esclusivo del gruppo di pompaggio. L alimentazione per il quadro di controllo deve essere prelevata a monte dell interruttore generale. I fusibili del quadro di controllo delle pompe devono essere ad alta capacità di rottura per consentire il passaggio della corrente di spunto per almeno 20 sec. I cavi devono essere protetti contro il fuoco e i danni meccanici, anche tramite strutture di protezione REI 60.

17 MOTOPOMPE DIESEL CARATTERISTICHE DELLE MOTOPOMPE La motopompa deve essere ad avviamento automatico entro 15 sec. dalla segnalazione del pressostato e ad azionamento di arresto manuale. La motopompa deve essere dotata di serbatoio di combustibile in grado di far funzionare la pompa per almeno 3 ore. Deve inoltre essere dotata di pulsante di avviamento manuale in emergenza protetto da coperchio frangibile. Per consentire la verifica periodica dell avviamento deve essere previsto un ulteriore pulsante di prova e un indicatore luminoso.

18 Gruppi ad alta affidabilità a) - Elettropompa collegata a linea elettrica preferenziale e - Motopompa antincendio ad avviamento automatico b) - Due elettropompe collegate a distinte sorgenti elettriche c) - due motopompe ad avviamento automatico

19 GRUPPO ANTINCENDIO CON MOTOPOMPA

20 GRUPPO ANTINCENDIO CON ELETTROPOMPA E MOTOPOMPA

21 2-TUBAZIONI - Le tubazioni possono essere fuori terra o interrate. - Vengono classificate con il Diametro Nominale DN che indica il diametro interno espresso in mm. Diametro nominale Diametro esterno in mm. Per tubi in acciaio 40 48, , , ,9

22 TUBAZIONI interrate e fuori terra - Nei tratti fuori terra si devono utilizzare esclusivamente tubazioni metalliche, con giunzioni saldate o filettate. - Nei tratti interrati le tubazioni possono essere di acciaio, plastica, ghisa ecc. Se metalliche devono essere esternamente protette contro la corrosione con rivestimento bituminoso. - Le tubazioni devono essere collaudate ad una pressione non minore di 12 bar

23 INSTALLAZIONE TUBAZIONI - Le tubazioni devono essere installate ad anello. - Devono essere opportunamente ancorate per sopportare le vibrazioni causate dalla pressione dell acqua. - Devono essere protette da urti accidentali e dal passaggio di automezzi. - Negli attraversamenti di strutture devono essere lasciati attorno al tubo giochi adeguati sigillati con lana minerale o schiuma. - Non devono attraversare locali che presentano significativo pericolo di incendio se non opportunamente protette. - Se interrate la profondità di interramento non deve essere < di 80 cm. - E vietata l installazione al di sotto di edifici o strutture che impediscono l ispezionamento.

24 DIMENSIONE MINIMA TUBAZIONI Elementi alimentati Due o più naspi Due o più idranti a muro Due o più idranti a colonna Diametro nominale tubazione >= 32 mm >= 50 mm >= 80 mm

25 3 VALVOLE DI INTERCETTAZIONE - Scopo delle valvole di intercettazione poste in una rete ad anello è quella di poter sezionare una parte della rete, per guasti, modifiche e/o manutenzione, consentendone l utilizzo della restante parte senza dover mettere fuori servizio l intero impianto. - Il posizionamento delle valvole deve essere tale da consentire l esclusione di non più del 50% degli idranti di ciascun compartimento, e di non più di 5 idranti esterni. - devono installate in posizione facilmente accessibile. - Se interrate devono essere posizionate dentro un pozzetto tale da evitare che ne sia ostacolato l utilizzo. - Devono necessariamente indicare la posizione di apertura e chiusura.

26 4- NASPI ANTINCENDIO UNI-EN 671/1 NASPO: apparecchiatura antincendio, collegata ad una rete di alimentazione idrica, costituita da una bobina mobile su cui è avvolta una tubazione semirigida collegata ad una estremità con una pistola erogatrice. Naspo fisso Naspo snodabile - La lunghezza della tubazione deve essere massimo 30 m. - diametro nominale della tubazione mm. - la tubazione deve essere dotata di lancia erogatrice a getto pieno o frazionato.

27 4- NASPI ANTINCENDIO - Vengono indicate con la sigla Idranti UNI 25 - Vengono derivate da tubazioni con diametro nominale non inferiore a DN 32 - Le norme antincendio delle varie attività soggette a controllo dei Vigili del Fuoco prescrivono, nella maggior parte dei casi, caratteristiche idrauliche di: Prestazione normale Q= 35 l/min - p= 2 bar Prestazione elevata Q= 60 l/min - p= 3 bar

28 5- IDRANTI A MURO UNI-EN 671/2 IDRANTE A MURO : Apparecchiatura antincendio composta essenzialmente da una cassetta o da un portello di protezione, un supporto della tubazione, una valvola manuale di intercettazione, una tubazione flessibile completa di raccordi e lancia antincendio. idrante a muro - in una cassetta per montaggio a parete - la lunghezza della tubazione non può essere superiore ai 20 m. - La gittata massima si assume uguale a 5 m. - La lancia deve permettere il getto frazionato e/o getto pieno

29 ESEMPI DI IMMAGINI Lancia frazionatrice a leva Esempi di lancia a rotazione

30 5- IDRANTI A MURO - Vengono indicate con la sigla Idranti UNI 45 - Vengono derivate da tubazioni con diametro nominale non inferiore a DN 50 - Le norme antincendio delle varie attività soggette a controllo dei Vigili del Fuoco prescrivono, nella maggior parte dei casi, caratteristiche idrauliche di: Q= 120 l/min (portata al bocchello) p= 2 bar (pressione dinamica)

31 POSIZIONAMENTO DI IDRANTI E NASPI -devono essere posizionati in modo che ogni parte dell area da proteggere sia raggiungibile con il getto d acqua di almeno un idrante/naspo. -devono essere installati in posizione ben visibile, segnalata e facilmente raggiungibile. -Devono essere posizionati sopratutto in corrispondenza delle uscite si emergenza e tali da non ostacolare il normale deflusso. -Se sono presenti più compartimenti il posizionamento degli idranti viene effettuato considerando i compartimenti indipendenti e tali che: - ogni apparecchio protegga non più di 1000 mq. - ogni punto dell area protetta disti massimo 20 m. dall idrante e 30 m dal naspo più vicino.

32 AREA PROTETTA DALLA RETE IDRANTI 20 m.

33 6- IDRANTI A COLONNA SOPRASUOLO DI GHISA L idrante antincendio soprasuolo è un dispositivo connesso permanentemente ad una rete di alimentazione idrica interrata. Esso è essenzialmente costituito da una valvola alloggiata nella porzione interrata dell apparecchio, manovrata attraverso un albero verticale che ruota nel corpo cilindrico. La parte soprasuolo è dotata di attacchi filettati per il collegamento di manichette da 45 e 70 ed una attacco DN 100 per il prelievo acqua per autopompa. esempio di idrante soprasuolo UNI 70 soprassuolo

34 IDRANTI SOTTOSUOLO ESEMPIO DI INSTALLAZIONE TIPO esempio di chiusino per sottosuolo esempio di collo cigno per idrante sottosuolo chiave idranti sottosuolo copia

35 6- IDRANTI SOPRASUOLO E SOTTOSUOLO - Generalmente sono del tipo idranti UNI 70 - Vengono derivate da tubazioni con diametro nominale non inferiore a DN 80 - Le norme antincendio delle varie attività soggette a controllo dei Vigili del Fuoco prescrivono, nella maggior parte dei casi, caratteristiche idrauliche di: Q= 300 l/min (portata al bocchello) p= 3 bar (prestazione normale) 4 bar (prestazione elevata)

36 POSIZIONAMENTO DI IDRANTI SOPRASUOLO E SOTTOSUOLO Gli idranti devono essere installati ad una distanza massima di 60 m. Si deve preferire l uso di idranti a colonna soprasuolo. Devono essere installati in prossimità dell ingresso all area da proteggere. in posizione sicura anche durante l incendio, generalmente tra 5 e 10 m dalle pareti dell edificio, in funzione dell altezza. Se del tipo sottosuolo evitare di allocare l idrante ove possa essere facilmente coperto da automezzi in sosta In prossimità di ciascun idrante deve essere prevista una cassetta per contenere almeno uno spezzone di lunghezza unificata di tubazione flessibile DN 70, completa di raccordi unificati e lancia erogatrice conforme alla normativa di riferimento.

37 7- ATTACCHI DI MANDATA PER AUTOPOMPA Gli attacchi di mandata per autopompa servono a fornire un alimentazione idrica sussidiaria. ESSI HANNO QUINDI L ESCLUSIVA FUNZIONE DI IMMETTERE ACQUA PER PRESSURIZZARE L ANELLO ANTINCENDIO. Gruppo mandata flangiato

38 ATTACCHI AUTOPOMPA ESEMPIO COSTRUTTIVO DIREZIONE DELL ACQUA ATTENZIONE: L ATTACCO DI MANDATA SERVE SOLO PER L IMMISSIONE DI ACQUA DA PARTE DELL AUTOPOMPA E MAI PER PRELIEVO

39 I gruppi di attacco motopompa devono essere installati in posizione accessibile agli automezzi anche in caso d incendio. Se si trovano sottosuolo il pozzetto deve essere apribile senza difficoltà dimensioni tali da rendere agevoli le manovre dal parte degli operatori. ATTACCHI AUTOPOMPA INSTALLAZIONE I gruppi devono essere contrassegnati e segnalati per permettere l immediata individuazione dell impianto. e

40 SISTEMI DI PROTEZIONE INTERNA ED ESTERNA Protezione interna: protezione che si ottiene mediante idranti a muro, interni o esterni al fabbricato, installati in modo da consentire il primo intervento sull incendio da distanza ravvicinata, e tali da essere utilizzabili dalle persone che operano all interno dell attività. Protezione esterna: protezione che si ottiene mediante idranti a colonna soprasuolo e/o sottosuolo, esterni al fabbricato, installati in modo da consentire un opera di contenimento dell incendio quanto l evento non è fronteggiabile da vicino ma è richiesto l intervento a distanza espletato da personale specificatamente addestrato.

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42 APPENDICE ALLA NORMA PROGETTAZIONE IMPIANTO ANTINCENDIO La documentazione di progetto di un impianto antincendio deve contenere i seguenti elaborati: - La relazione tecnica : con tutti gli elementi necessari per il corretto dimensionamento ed installazione dell impianto. - La relazione di calcolo idraulico : con i calcoli dettagliati evidenziando le caratteristiche idrauliche degli idranti e dei naspi utilizzati - I disegni di lay-out dell impianto : con una planimetria riportante l esatta ubicazione dei dispositivi antincendio, dei punti di misurazione e dei dati tecnici dell impianto.

43 LIVELLI DI RISCHIO LIVELLO DI RISCHIO 1: aree nelle quali la quantità e/o la combustibilità dei materiali presenti sono basse e che presentano basso pericolo di incendio in termini di probabilità di innesco, velocità di propagazione e controllo da parte delle squadre di emergenza. ( es. locali ufficio, residenziali ecc.) LIVELLO DI RISCHIO 2: aree nelle quali c è una presenza non trascurabile di materiali combustibili e che presentano un moderato pericolo di incendio in termini di probabilità di innesco, velocità di propagazione e controllo da parte delle squadre di emergenza.( es. tutte le attività di lavorazione che non prevedono accumuli particolari di merci combustibili) LIVELLO DI RISCHIO 3: aree nelle quali c è notevole presenza di materiali combustibili e che presentano alto pericolo di incendio in termini di probabilità di innesco, velocità di propagazione e possibilità di controllo da parte delle squadre di emergenza. ( es. magazzini intensivi di materie plastiche espanse, liquidi infiammabili ecc.)

44 DIMENSIONAMENTO DEGLI IMPIANTI LIVELLO DI RISCHIO 1 PROTEZIONE INTERNA 2 idranti con portata di 120 l/min cad. Ad una pressione non minore di 2 bar OPPURE 4 naspi con portata di 35 l/min cad. Ad una pressione non minore di 2 bar PROTEZIONE ESTERNA GENERALMENTE NON PREVISTA DURATA T 30 min Per superfici del compartimento > 4000 mq. I valori vengono raddoppiati

45 DIMENSIONAMENTO DEGLI IMPIANTI LIVELLO DI RISCHIO 2 PROTEZIONE INTERNA * 3 idranti con portata di 120 l/min cad. Ad una pressione non minore di 2 bar OPPURE * 4 naspi con portata di 60 l/min cad. Ad una pressione non minore di 3 bar PROTEZIONE ESTERNA 4 idranti UNI 70 con una portata di 300 l/min cad. Ad una pressione non minore di 3 bar DURATA T 60 min * Per superfici del compartimento > 4000 mq. I valori vengono raddoppiati

46 DIMENSIONAMENTO DEGLI IMPIANTI LIVELLO DI RISCHIO 3 PROTEZIONE INTERNA * 4 idranti con portata di 120 l/min cad. Ad una pressione non minore di 2 bar OPPURE * 6 naspi con portata di 60 l/min cad. Ad una pressione non minore di 3 bar PROTEZIONE ESTERNA 6 idranti UNI 70 con una portata di 300 l/min cad. Ad una pressione non minore di 4 bar DURATA T 120 min * Per superfici del compartimento > 4000 mq. I valori vengono raddoppiati

47 CALCOLO IDRAULICO DI UN IMPIANTO ANTINCENDIO - Incognite - Volume della riserva idrica antincendio (mc) - Potenza del gruppo di pompaggio ( Kw, CV) - Dimensione delle tubazioni antincendio ( mm) - Dati di progetto: - Portata massima Q= l/min - Pressione P = bar - Durata di funzionamento dell impianto T = min

48 ALIMENTAZIONI IDRICHE (riserva idrica e gruppo pompe) L alimentazione idrica deve essere in grado di fornire le condizioni di portata e pressione richieste dall impianto. V = Qmax x T In presenza di più impianti, non indipendenti, l alimentazione idrica deve assicurare la somma delle massime portate di ciascun singolo impianto alla pressione dell impianto che ne richiede maggiormente. La durata dell alimentazione non deve essere inferiore a quanto richiesto per l impianto che ne richiede maggiormente.

49 CALCOLO IDRAULICO TUBAZIONI Di regola la velocità nelle tubazioni non deve essere maggiore di 10 m/sec. A tub = Qmax : Vmax In funzione della portata e della velocità dell acqua all interno delle tubazioni si determinano, per attrito, perdite di carico distribuite e localizzate dovute a valvole, raccordi, curve, gomiti, ecc. valvole, raccordi, curve, ecc, devono essere trasformate in lunghezza di tubazione equivalente ed aggiunte alla lunghezza reale della tubazione.

50 DIMENSIONAMENTO POMPE ANTINCENDIO 1000 x Q x Ht P (KW) = x n 1000 x Q x Ht P (cv) = x n 1000 = peso specifico dell acqua Kg/mc Q = portata in mc/s Ht = prevalenza totale in metri n = rendimento della pompa

51 SCELTA DELLA POMPA ANTINCENDIO La pompa idonea alle richieste di progetto viene scelta in funzione della sua curva caratteristica che mette in relazione Q e H. Prevalenza m. Q x H Portata mc/s

52 CALCOLO PREVALENZA H3 (perdita di carico condotta mandata) HTot (prevalenza totale Espressa in metri) H2 (pressione alla lancia) P= 2 bar (pari a 20 metri) H1 (altezza geodetica) Riserva idrica P

53 CALCOLO IDRAULICO TUBAZIONI Le perdite di carico per attrito nelle tubazioni si calcolano con la formula di Hazen-Williams: 1,85 9 6,05 x Q x 10 H3= x Ltot 1,85 4,87 C x D - H = perdita di carico in mm. di colonna d acqua, Q= portata in litri/minuto D= diametro interno tubazione in mm. C= costante che dipende dalle caratteristiche del tubo Ltot.= lunghezza totale della tubazione (L + Leq.) C= 100 per tubi di ghisa, 120 tubi in acciaio, 150 tubi in plastica

54 CALCOLO IDRAULICO TUBAZIONI CALCOLO LUNGHEZZA EQUIVALENTE Tipo di accessorio DN Lunghezza equivalente in m. Curva a Curva a Pezzo a T saracinesca Valv. di non ritorno

55 COLLAUDO IMPIANTO ANTINCENDIO - Il Collaudo degli impianti deve includere le seguenti documentazioni ed operazioni di verifica: - documentazione comprovante la corretta realizzazione e installazione dell impianto secondo il progetto e la relazione tecnica redatta dal progettista; - Verifica della conformità dei componenti utilizzati alle disposizioni normative richiamate dalla presente norma; - verifica della posa in opera a regola d arte -L esecuzione delle prove specifiche di seguito elencate:

56 PROVE DI COLLAUDO Nel collaudo devono essere eseguite le seguenti operazioni: - Esame generale dell intero impianto; - Prova idrostatica delle tubazioni ad una pressione di almeno 1,5 volte la pressione di esercizio dell impianto con un minimo di 14 bar per 2 ore; - Collaudo delle alimentazioni; - verifica del regolare flusso nei collettori di alimentazione, aprendo completamente un idrante terminale per ogni ramo principale della rete a servizio di due o più idranti; - Verifica delle prestazioni di progetto con riferimento alle portate e pressioni minime da garantire, alla contemporaneità delle erogazioni, e alla durata delle alimentazioni. -Questi accertamenti devono essere fatti in punti di misurazione predisposti ed indicati e dotati di attacco per manometro.

57 ESEMPI DI IMMAGINI esempio di misuratore pressione e portata

58 MANUTENZIONE COMPONENTI RETI IDRANTI ESERCIZIO E VERIFICA DELL IMPIANTO - L utente è responsabile del mantenimento delle condizioni di efficienza dell impianto, che rimangono sotto la sua responsabilità anche esistendo il servizio di ispezione periodica da parte della ditta installatrice o di altro organismo autorizzato. -L utente deve seguire un programma di ispezioni, deve approntare una tabella di manutenzione e deve tenere le registrazioni delle ispezioni eseguite (come previsto dall art. 5 D.P.R. 37 del 12/01/98).

59 OPERAZIONI PREVISTE L utente deve provvedere affinché venga effettuata: - La sorveglianza dell impianto; - la manutenzione periodica;

60 SORVEGLIANZA La sorveglianza consiste in un esame visivo, nel periodo che intercorre fra due manutenzioni periodiche, che può essere effettuato da personale normalmente presente sul luogo dopo avere ricevuto adeguate istruzioni allo scopo di accertarsi che: ogni attrezzatura sia integra, completa dell equipaggio, collocata nel posto designato ed opportunamente segnalata Eventuali anomalie devono essere segnalate al RSPP

61 MANUTENZIONE -La manutenzione deve essere eseguita da personale competente e qualificato. -Deve essere effettuata con la frequenza prevista dalle disposizioni normative e comunque almeno 2 volte all anno. -tutte le tubazioni flessibili e semirigide devono essere verificate annualmente sottoponendole alle pressioni di rete ed ogni 5 anni collaudate alla pressione di 12 bar. L esito delle verifiche deve essere annotato su registro, firmato dai responsabili, tenuto a disposizione degli organi di controllo.

62 REGISTRO DEI CONTROLLI L esito delle verifiche deve essere annotato su registro, firmato dai responsabili, tenuto a disposizione degli organi di controllo e deve riportare: -I lavori svolti sull impianto; -Le prove eseguite; -I guasti riscontrati e se possibile le cause; -L esito delle verifiche periodiche dell impianto.

63 Decreto del M. I. 20 dicembre 2012, recante "Regola tecnica di prevenzione incendi per gli impianti di protezione attiva contro l'incendio installati nelle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi"

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67 LOCALI DI PUBBLICO SPETTACOLO D.M. 19/8/1996

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