Le istituzioni totali sono luoghi locali o insieme di locali,edifici, costruzioni dove si svolge con regolarità una certa attività sono istituzioni

Transcript

1 Le istituzioni totali sono luoghi locali o insieme di locali,edifici, costruzioni dove si svolge con regolarità una certa attività sono istituzioni razionali come il manicomio che racchiudono l irrazionalità.

2 La casa del malato mentale, dello schizofrenico, è il manicomio. Franco Basaglia, nelle Conferenze brasiliane, descrive le istituzioni totali, nella loro doppia funzione, materiale e simbolica. Egli definisce le istituzioni totali come le istituzioni della violenza. La psichiatria infatti, attribuendo ai malati mentali le ideologie dell incurabilità e dell incomprensibilità della loro malattia contribuiva fortemente al processo di segregazione ed alla distruzione della razionalità e dell umanità dei malati stessi. Trovo ingiusto chiudere, legare, rinchiudere, internare, mettere l altro, il diverso, lo straniero dentro mura, dentro recinti, dietro fili spinati, dietro grate, dentro case più o meno vigilate.

3 Le parole Istituzioni totali fanno rabbrividire Le immagini sono di gruppi di persone con gli occhi spenti, vestite con casacche informi, senza più alcun interesse per il mondo e i suoi movimenti; i suoni sono quelli duri di ordini urlati, percosse inflitte, lamenti bisbigliati. Pensare ad uno scenario del genere nel nuovo millennio pare una sciocchezza, fa quasi sorridere se non fosse per il rispetto che si porta agli esseri umani svuotati in quei luoghi: luoghi chiusi, recintati, sterili, inospitali, che non permettevano la possibilità di avere un proprio armadio, un proprio guardaroba e, peggio, che cancellavano ogni traccia di personalità presente nell uomo rinchiuso.

4 Negli anni 50 vi erano oltre internati nei manicomi; Queste istituzioni svolgevano anche una funzione di contenitore sociale di problemi diversi dalla malattia mentale vera e propria: Vi erano ricoverati pure disabili gravi, alcoolisti e disadattati, ed il problema non era tanto la gravità della malattia mentale, quanto la pericolosità sociale o addirittura il pubblico scandalo.

5 Nel 1978 la situazione cambia: la legge 180, conosciuta con il nome del suo fondatore, lo psichiatra Franco Basaglia,che ha stabilito la chiusura degli istituti psichiatrici e il riconoscimento ai malati del diritto ad un adeguata qualità della vita. A trent`anni di distanza dalla legge Basaglia resta vivo il dibattito sulla cura e la gestione dei malati psichiatrici. La critica più decisa alla 180 riguarda il fatto di non aver pensato in modo approfondito le conseguenze della chiusura degli istituti psichiatrici.

6 La norma ha infatti affidato alle Regioni l`esecuzione dei provvedimenti di salute mentale, generando una differenza di trattamento. Mentre alcune sono state rapide nell`attuare la normativa, altre hanno tardato, causando nel tempo effetti su qualità ed efficacia dell`assistenza. Attualmente le strutture dedicate all`assistenza psichiatrica sono i Dipartimenti di salute mentale istituiti principalmente nelle strutture delle ASL. Queste strutture assicurano le attività di difesa, cura, riabilitazione e reinserimento del malato mentale.

7 Ognuna di esse per soddisfare le tante esigenze dei pazienti, offre diversi tipi di assistenza: per prima cosa i Centri di salute mentale e gli ambulatori, che si occupano dell`assistenza territoriale e domiciliare. Ci sono poi i Servizi psichiatrici di diagnosi e cura, chiamati Day hospital, che forniscono le cure di ricovero, e i Centri mattutini che si occupano degli interventi socio-riabilitativi in regime semiresidenziale. Le Strutture residenziali offrono infine gli interventi terapeutico-riabilitativi in regime di permanenza temporale, divisi secondo le tre tipologie previste, in base all`intensità assistenziale sanitaria: nelle 24 ore, nelle 12 ore e a fascia oraria.

8 Erving Goffman è un autore del quale si è molto discusso ed è noto per i suoi studi prima sull interazione che troviamo nella sua opera La vita quotidiana come rappresentazione (1959) e per una successiva ricerca, Asylum, sugli ospedali psichiatrici in occasione della quale elaborò il concetto di istituzioni totali.

9 L azione è generalmente studiata dalla sociologia in rapporto ai fini (cioè strumentalmente), Goffman tende a integrare questo punto di vista con la concezione secondo cui l azione può essere studiata, modulata, anche dal punto di vista delle impressioni che chi agisce vuole suscitare negli altri. Ecco che l azione viene posta in essere come una vera e propria rappresentazione: chi agisce (l attore) usa intenzionalmente o involontariamente un equipaggiamento espressivo di tipo standardizzato (la facciata) che è essenziale

10 Nella vita quotidiana dinanzi al singolo non vi sono solo altri singoli ma vi è piuttosto una serie di raggruppamenti che possono anch essi essere utilmente spiegati attraverso la metafora del teatro. L attore agisce come su un vero e proprio palcoscenico dove si distingue una ribalta (che è il luogo dove l attore mette in atto la propria rappresentazione) ed un retroscena (che è il luogo dove l attore dismette i suoi panni di teatrante e mette in mostra se stesso). Il retroscena può essere la casa, un luogo privato dove l attore, può permettersi di mostrare se stesso senza dover necessariamente ben impressionare.

11 Liceo James Joyce a.s 2013/2014 Lavoro realizzato da: Bianchi Athena, Iannilli Pamela, Silverio Chantal, Forti Lisa