Osservatorio Tariffe e Tributi Locali

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1 Regione Umbria Associazioni dei Consumatori Agenzia Umbria Ricerche Giunta Regionale Regione Umbria Assessorato Sviluppo Economico Osservatorio Tariffe e Tributi Locali Rapporto Aprile 2008

2 Gruppo di lavoro Elisabetta Tondini (coordinamento) Meri Ripalvella (gestione archivi, metodologia ed elaborazione dati) Laura Pelliccia (stesura testi) Riconoscimenti e ringraziamenti Il presente Rapporto è, come il precedente, frutto dell attività congiunta di un gruppo di lavoro già ampiamente sperimentato, composto principalmente da Laura Pelliccia, da Meri Ripalvella e dalla sottoscritta. Quantunque ciò che si legge in queste pagine sia il risultato della collaborazione e del confronto continuo delle tre ricercatrici, il piano operativo è stato contraddistinto da una specializzazione dei compiti secondo la seguente articolazione: chi scrive ha curato il coordinamento generale, Laura Pelliccia la stesura del rapporto, Meri Ripalvella la gestione del data base e l elaborazione dei dati. E stato un lavoro reso particolarmente complesso dalle difficoltà incontrate nell acquisizione dei dati restituiti dai Comuni nei tempi originariamente programmati. E, poiché alcune fasi del percorso di analisi sono per loro natura incomprimibili e/o non delegabili ad altri soggetti che non abbiano la padronanza dell argomento trattato e delle sue problematiche metodologiche, l opera ha richiesto un enorme sacrificio per poter effettuare un lavoro soddisfacente nei contenuti e nel rispetto di tempi contingentati dalle scadenze burocratiche (relative ai fondi ministeriali cha hanno permesso la realizzazione del progetto). Ancora una volta vorrei ringraziare Laura, per la professionalità con cui ha condotto il lavoro di analisi. Un grazie particolare va a Meri, che ha dovuto affrontare il difficile compito di gestione ed elaborazione dell enorme mole di dati di tre anni, di cui le tabelle e i grafici qui riportati non rendono certo giustizia al lavoro profuso e alle difficoltà via via incontrate. Grazie a Maria Rita Di, per la pazienza dimostrata nel contattare più volte i Comuni al fine di verificare e correggere i dati riportati. Grazie ad Emanuele Pettini, che ha costruito le carte tematiche e a Diletta Tancini per il - seppure circoscritto contributo alla correzione delle bozze. E certamente grazie a Fabrizio Lena, per il lavoro di editing. Si ringraziano i rappresentanti delle Associazioni dei Consumatori che si sono attivati per sollecitare i Comuni nell opera di compilazione del questionario digitale, Chiara Vivoli per l assistenza ai Comuni alla compilazione, funzionari degli Ato che hanno collaborato alla costruzione della griglia di rilevazione e supportato il gruppo di lavoro alla interpretazione dei dati dagli stessi comunicati. Grazie all Anci Umbria per l importante supporto alla rilevazione dei dati e grazie infine a tutti quei Comuni che, tramite i propri dipendenti, hanno reso disponibili le informazioni richieste. Elisabetta Tondini Servizio Commercio Dirigente Dott. Enzo Santucci Responsabile del programma Dott. Pietro Spadoni

3 Indice 5 Presentazione 7 Premessa 11 Scenari e metodologie 19 L addizionale comunale Irpef 33 L Imposta Comunale sugli Immobili 83 L occupazione del suolo pubblico: Tosap e Cosap 123 Il servizio di nettezza urbana: Tarsu e Tia 187 Il Servizio Idrico Integrato 257 Gli asili nido 283 Il servizio mense scolastiche 317 I trasporti scolastici 341 I trasporti pubblici locali 359 Un paniere di tariffe e tributi 387 Appendice metodologica

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5 Presentazione L Osservatorio regionale sulle tariffe e sui tributi locali presenta una nuova serie di dati, riferiti al triennio La continuità è un fattore di rilievo nelle attività conoscitive ed è la migliore testimonianza dell importanza che assumono le conclusioni di una ricerca. I dati provengono dall indagine svolta presso i Comuni dalle Associazioni dei Consumatori nell ambito del progetto co-finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico e sono stati elaborati utilizzando le elevate competenze dell Agenzia Umbria Ricerche. Essi sono lo specchio di un settore di grande rilievo per la vita civile e per le attese di un gran numero di famiglie. Non si tratta di dati riferiti esattamente all universo dei Comuni e dei servizi in esame, anche per le difficoltà di recepimento ed organizzazione che non vogliamo attribuire ad insensibilità o peggio ad avversione per l iniziativa, ma che sono invece espressione delle tensioni operative di molte strutture comunali alle prese con compiti crescenti e risorse, specie di personale, ridotte e spesso decisamente insufficienti. I risultati sono comunque significativi e dimostrano un settore in tensione, con tariffe crescenti per finanziare una rete di servizi estesa eppur inferiore alle esigenze, con rilevanti differenze tra realtà simili per consistenza demografica e caratteristica dei servizi. Pesano in modo rilevante le scelte legislative in materia di trasformazione da tassa a tariffa (che pur contiene aspetti irrisolti di grande importanza come l assoggettabilità o meno all imposta sul valore aggiunto), il finanziamento degli investimenti tramite la tariffa stessa e in generale la criticità dei bilanci degli Enti 5

6 Locali, in un contesto di pesante redistribuzione di risorse rispetto ai trasferimenti dello Stato e con vincoli forti del patto di stabilità. Con questo Osservatorio, che continuerà nel tempo la propria attività, ci proponiamo intanto di fornire informazioni oggettive ed incontrovertibili sui settori in esame, auspicando per altro che tra le Istituzioni Pubbliche e le Organizzazioni dei Consumatori si consolidi un confronto costruttivo per il miglioramento dei servizi e l ottimizzazione delle risorse impegnate che rappresentano una componente così significativa dei consumi delle famiglie. Mario Giovanetti Assessore allo Sviluppo Economico e Attività Produttive della Regione Umbria 6

7 Premessa Il volume che presentiamo, frutto di una specifica committenza del governo regionale in funzione dell attività dell Osservatorio Tariffe e Tributi Locali, rappresenta un punto molto importante del più generale lavoro di ricerca dell Aur (Agenzia Umbria Ricerche) sulla realtà dell Umbria contemporanea. L impegno analitico si è rivolto infatti ad indagare alcune delle realtà fondamentali nelle quali è oggi articolato il complesso intervento pubblico nella vita sociale della regione: quei servizi, incardinati sui municipi, che sono fondamentali per la qualità della vita sociale della comunità e che intervengono sia nel governo di talune risorse che verso bisogni essenziali, dall acqua al ciclo dei rifiuti, ai trasporti, ai servizi per l infanzia e che si traducono, dentro una dizione più generica di tariffe e tributi, in specifici rapporti tra cittadini ed istituzioni. E questi, per la loro complessità, contribuiscono non poco a qualificare il più generale spazio pubblico della società regionale. Pur nella ristrettezza dei tempi e in continuità con il primo lavoro svolto nel 2006 riferito alle dinamiche del 2003, quello odierno, che copre l intero periodo dal 2004 al 2006, rappresenta la costruzione di una prima, importante, base analitica per valutare quel che accade in tanti ambiti essenziali dell azione delle municipalità umbre sia sul terreno della fiscalità che su quello della organizzazione dei servizi. Lo si potrebbe definire un primo, organico, lavoro di sistemazione e di raccolta di dati che potrà, in futuro, essere molto arricchito e perfezionato. Qui sta la peculiarità del presente lavoro: esso infatti si è sviluppato attraverso la predisposizione di un data-base fornito dalle risposte che on-line sono state fornite direttamente dalle stesse municipalità. Non tutte. E questo qua e là ha determinato anche talune difficoltà ed aporie di interpretazione che, in futuro, potranno essere 7

8 positivamente superate. La peculiarità più interessante del lavoro sta infatti nella sua possibile evoluzione dinamica. Questo è almeno il nostro intendimento scientifico. Tale evoluzione potrà andare sia in direzione di una riflessione validante che dovrà venire dalle municipalità che hanno partecipato alla ricerca (81 su 93) sia dalle riflessioni che vorranno fare i grandi corpi sociali che, nella loro vita quotidiana, sono protagonisti di rapporti specifici e continui con l intervento pubblico delle istituzioni. Qui sta anche il senso del contributo che può venire da questo lavoro a quelle forme di contrattazione sociale che oggi sono, e saranno sempre più in futuro, essenziali per contrastare, alla luce del sole e in trasparenza, tutte le forme di frantumazione che attraversano la vita della società contemporanea, mirando sempre più a collegare l intervento pubblico alla reale soggettività della vita delle donne e degli uomini e dunque producendo un nuovo agire strategico delle istituzioni. E ancora. Si potrà meglio vedere dentro le complesse forme delle gerarchie sociali contemporanee e nelle loro disparità, spesso acute, quanto ci sia di problematiche che attengono alla produzione e al livello di remunerazione del lavoro e quanto ai meccanismi della riproduzione, al costo dei servizi, a tutto quello che fa qualità della vita. Non sfugge quanto a questo groviglio di problematiche sia collegata quella che gli studiosi chiamano capacità di immaginazione e di produzione di futuro della comunità. Non pochi di essi, da tempo, sottolineano come il fare società costituisca oggi una frontiera essenziale della democrazia e del rinnovamento della vita sociale: la costruzione consapevole cioè di un legame sociale più ricco, capace di includere le nuove forme dell individualismo moderno contrastandone gli effetti di dispersione. 8

9 E qui che si collocano le azioni dei tanti soggetti sociali, del ricco e variegato mondo associativo, dei corpi intermedi. E qui che si colloca anche, essenzialmente, la realtà di quei nuclei primigeni e fondamentali della vita statuale che sono i Comuni e la trama delle relazioni che, a partire da essi, si istaura con la comunità. Sarà fondamentale per questo, nei prossimi tempi, aprire un più vasto campo di ricerca sulla vita dell Umbria contemporanea, per arrivare ad avere una visione d insieme della finanza pubblica locale, delle sue scelte, delle sue coerenze, del suo peso, che è enorme, sulla qualità della vita dell Umbria. Si vedrà allora come, anche in un regionalismo maturo, la rappresentanza locale, la sua qualità, sia sempre più essenziale per la democrazia. Si vedrà quanto può contare, nella cultura delle classi dirigenti, la questione della propria autonomia progettuale nei confronti delle tante articolazioni e poteri del corpo sociale. Si vedrà ancora, come le politiche del controllo, le azioni di sindacato sulla vita pubblica, non debbano essere considerate una concessione, ma parte dell esercizio di quel potere dal basso che è stato una radice essenziale della storia dell Umbria e del suo pensiero politico, nelle sue più articolate componenti. Il lavoro di questo volume offre alcuni importanti approdi analitici. Molto resta ancora da fare. Saranno per questo fondamentali le ulteriori sollecitazioni che ci verranno, a cominciare da quelle dell Anci (Associazione nazionale dei Comuni Italiani) e del Governo regionale che ha scelto nel Patto per lo sviluppo un asse strategico assai significativo per progettare il futuro dell Umbria. Claudio Carnieri Presidente dell Aur Anna Ascani Direttore dell Aur 9

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11 Scenari e metodologie Dando continuità al progetto Osservatorio tariffe e tributi locali, afferente alle Iniziative della Regione a vantaggio dei consumatori - Programma generale d intervento 2005 denominato Strumenti d informazione e comunicazione appropriata ai cittadini consumatori e utenti, l AUR, quale soggetto attuatore incaricato dalla Regione Umbria (DD n del 28 dicembre 2005), ha proseguito l opera di aggiornamento e analisi all anno 2006 del sistema di imposte e tasse comunali e dei principali servizi, individuali e a rete, erogati a livello locale. L obiettivo che ha ispirato l intero progetto e che ha mosso e muove gli sforzi ricognitivi ed analitici è pervenire alla conoscenza delle politiche tariffarie e impositive dei comuni umbri utilizzando una chiave di lettura ispirata al principio di trasparenza e di informazione del rapporto tra Cittadino e Pubblica Amministrazione. Lasciatosi alle spalle il Rapporto Tariffe e Tributi locali , il presente nuovo Rapporto, relativo al triennio , seppure abbia mantenuto la struttura portante di quello che lo ha preceduto, è nato e si è articolato su un percorso di indagine e di analisi caratterizzato da tre elementi distintivi: lo sviluppo e l applicazione di un nuovo strumento di rilevazione; la differenziazione dei soggetti presso cui effettuare la raccolta dei dati; l analisi e l approfondimento di sezioni di indagine che hanno potuto contare su un supporto informativo particolarmente dettagliato. La novità metodologica più rilevante riguarda l adozione di una piattaforma digitale attraverso la quale i responsabili dei vari comuni (opportunamente individuati dagli stessi enti) hanno provveduto ad inserire i dati richiesti. Gli effetti di questo nuovo strumento di indagine hanno comportato conseguenze rilevanti dal punto di vista della dotazione informativa ottenuta su cui vale la pena indugiare un po. La sostituzione di un apparato cartaceo con uno strumento digitale (effettuata seguendo le direttive stesse del progetto oltreché criteri ispirati, almeno in via teorica, a una maggiore efficienza) ha, da un lato, permesso la ritaratura di alcuni items del questionario originario ma, al contempo, ha prodotto uno strumento di raccolta dati per definizione assai rigido. Infatti, la necessità di selezionare elementi conoscitivi ritenuti indispensabili e a cui il singolo ente era tenuto a 11

12 rispondere pena la impossibilità di passare all item successivo ha inevitabilmente sacrificato la ricchezza dell apparato informativo e la stessa libertà del compilatore nel trasmettere informazioni aggiuntive ritenute caratterizzanti il proprio contesto municipale relativamente all applicazione di una determinata imposta o tariffa. Pertanto, è venuta meno la conoscenza di elementi, importanti in alcuni casi, per pervenire alla completa conoscenza del fenomeno analizzato e permettere di effettuare simulazioni di spesa relativamente a situazioni medie di riferimento. E il caso, ad esempio, di alcuni servizi a domanda individuale (gli asili nido, le mense scolastiche, i trasporti scolastici) per i quali nella passata edizione era stato possibile simulare un costo complessivo annuo sulla base di situazioni familiari tipo differenti. I dati , non avendo al riguardo il dettaglio informativo necessario per prefigurare la casistica nella sua interezza, non hanno reso possibile tale simulazione sui suddetti servizi. Inoltre, come succede ogni volta che si sperimenta un nuovo criterio di indagine, l adozione della piattaforma digitale ha implicato ulteriori limiti dovuti alla diffidenza nei confronti di uno strumento poco familiare, per definizione più ostico da approcciare, da gestire, dunque da compilare 1. Con conseguenti penalizzazioni quantitative e quantitative: in nessun anno si è potuta avere la risposta di tutti i 92 comuni (nel 2004 hanno aderito 81 comuni, nel , nel 2006 ancora 81); inoltre, da un anno all altro, il gruppo di comuni rilevati varia non solo per numerosità ma anche per composizione, comportando una disomogeneità interna che, sotto un profilo metodologico, ha reso molto più complicata la trattazione dei dati oltre che reso inopportuno effettuare confronti temporali sulla media regionale del fenomeno. Inoltre, le informazioni restituite non sono state del tutto soddisfacenti da un punto di vista qualitativo: le numerose incongruenze o anomalie riscontrate, dovute a errori di immissione o di interpretazione della domanda, hanno infatti costretto a ricontattare numerosi comuni per correggere il dato oppure, ancora, ad eliminare lo stesso dal data set. 1 A dimostrazione di ciò, vi sono stati numerosi casi di comuni che hanno restituito i dati su formato cartaceo. 12

13 La copertura dell universo è stata tuttavia soddisfacente, visto che la percentuale di popolazione coperta dai comuni che hanno partecipato alla rilevazione oscilla dal 96% al 98%. Un altra innovazione introdotta nella più recente evoluzione del progetto è stato il coinvolgimento degli Ambiti Territoriali Ottimali, quali soggetti di riferimento per l acquisizione di dati utili a sviluppare l analisi del Servizio Idrico Integrato, un servizio indispensabile per il cittadino ed al contempo una voce di spesa tra le più ingenti nel paniere di beni analizzati. E per questo che il servizio idrico e di depurazione e fognatura è stato uno degli argomenti a cui il Rapporto ha riservato una particolare attenzione: l analisi sviluppata per addivenire a confronti inter-ambiti, vista l adozione di criteri di tariffazione differentemente concepiti, ha richiesto di lavorare su ipotesi di riferimento che rendessero omogenei dati altrimenti non confrontabili. Alla fine, le funzioni di spesa ottenute sono riuscite a ricostruire la relazione funzionale tra il volume di acqua e la spesa a carico dell utente nei diversi Ato e per fattispecie diverse. Un altro ambito che ha meritato un approfondimento specifico di lavoro è stato il servizio di nettezza urbana, anche in relazione al fatto che il 2006 per alcuni comuni umbri è stato l anno di introduzione della Tariffa di Igiene Ambientale. E stato pertanto interessante vedere come è cambiata, per quelle realtà, la spesa a carico dell utente ma anche, in generale, evidenziare differenze territoriali riscontrate su ipotesi particolari in riferimento alle quali sono state fatte simulazioni di spesa. E ancora, in relazione all Ici, anche in questo Rapporto, volendo sintetizzare gli effetti delle tre variabili coinvolte a fini dell importo dell imposta sull abitazione principale, nel caso specifico, sono state replicate le simulazioni già sperimentate nel Rapporto precedente, stimando per un caso specifico di cespite l imposta netta dovuta nei vari comuni umbri. In tutti i casi lo sforzo analitico è stato quello di arrivare ad effettuare confronti territoriali tra grandezze non sempre facilmente confrontabili. Perché differenze all interno del territorio regionale ve ne sono. E sono riscontrabili sia considerando singolarmente le singole imposte/tasse/tariffe, sia considerando la spesa per un paniere di beni. 13

14 La portata di queste differenze si può visualizzare sinteticamente con i seguenti grafici che riportano, ciascuno, per il 2006, informazioni elementari o complesse relative ad un determinato argomento: si parte dall addizionale comunale Irpef (graf. 1), si passa al livello dell aliquota Ici per l abitazione principale e alla relativa detrazione (graf. 2), alla tariffa applicata con più frequenza nel servizio asilo nido (graf. 3), alla tassa o tariffa per il servizio di nettezza urbana pagata dalle famiglie di quattro componenti che vivono in una casa di 100 mq (graf. 4), quindi alla spesa per il Servizio Idrico Integrato posto che tale famiglia consumi 200 mc di acqua all anno (graf. 5). Graf. 1 Aliquota addizionale comunale Irpef applicata nei comuni umbri (2006)* 6 5 Valori per mille media regionale 1 0 Comuni * Il valore delle ordinate corrisponde al livello di ciascun comune per cui si ha la disponibilità del dato. La numerosità dei comuni riportati nei seguenti grafici può pertanto variare da caso a caso. Graf. 2 Ici per abitazione principale: posizionamento dei comuni umbri (2006)* Detrazione (euro) ,8 4,0 4,3 4,5 4,8 5,0 5,3 5,5 5,8 6,0 6,3 6,5 6,8 7,0 7,3 Aliquota abitaz. principale ( ) * I punti corrispondono ai comuni per cui si ha la disponibilità del dato. La numerosità dei comuni riportati nei seguenti grafici può pertanto variare da caso a caso. 14

15 Graf. 3 Tariffa adottata con maggiore frequenza per fruire del servizio asilo nido nei comuni umbri dotati del servizio (2006)* Euro annui media regionale Comuni * Il valore delle ordinate corrisponde al livello di ciascun comune per cui si ha la disponibilità del dato. La numerosità dei comuni riportati nei seguenti grafici può pertanto variare da caso a caso. Graf. 4 Spesa annua per Tarsu/Tia nei comuni umbri da parte di una famiglia di 4 persone che vive in una casa di 100 mq (2006)* 350 Euro annui (100 mq, 4 componenti) media regionale 0 Comuni * Il valore delle ordinate corrisponde al livello di ciascun comune per cui si ha la disponibilità del dato. La numerosità dei comuni riportati nei seguenti grafici può pertanto variare da caso a caso. 15

16 Graf. 5 Spesa per il Servizio Idrico Integrato nei comuni umbri da parte di una famiglia di 4 persone che consuma 200 mc di acqua/anno (2006)* Euro annui media regionale 200 Comuni * Il valore delle ordinate corrisponde al livello di ciascun comune per cui si ha la disponibilità del dato. La numerosità dei comuni riportati nei seguenti grafici può pertanto variare da caso a caso. I grafici riportati sono sintetici e spesso costruiti su ipotesi di lavoro necessarie per rendere omogenei dati altrimenti non confrontabili. Il Rapporto condurrà progressivamente il lettore verso la individuazione di questi risultati partendo dall analisi dei dati più elementari fino ad arrivare alla quantificazione di grandezze più significative ai fini delle interpretazioni finali di ciascun argomento trattato. Infine, verrà fatta una simulazione di spesa sostenuta da due famiglie tipo, entrambe costituite da due genitori e da due figli minorenni, proprietarie dell abitazione in cui vivono (appartenente alla categoria A/2 di classe di pregio medio, di 5 vani, di complessivi 100 mq) che consumano 200 mc di acqua all anno, ma caratterizzate da una situazione reddituale differente. Tale spesa è relativa ad un paniere di beni considerati particolarmente significativi: il costo per l addizionale comunale Irpef, l Ici per l abitazione principale, la spesa per il Servizio Idrico Integrato, quella per la nettezza urbana. Si vedrà così l incidenza di detta spesa sulle famiglie medesime. Ed emerge che differenze territoriali, già evidenti considerando singole voci di spesa, si ripropongono anche su un paniere più ampio, a testimonianza del fatto che vivere in un luogo piuttosto che in un altro può avere conseguenze specifiche in termini di impatto sulla spesa dell utente o del contribuente che fruisce di determinati servizi ed è soggetto all onere di imposte comunali. La lettura delle differenze territoriali va tuttavia effettuata con estrema prudenza. 16

17 Come già sottolineato nel precedente Rapporto, infatti, è importante ricordare che i dati impiegati sono tutti di natura quantitativa: ciò rileva ovviamente per i servizi, sia essi individuali che a rete, in relazione ai quali il costo a carico dell utente rappresenta una variabile approssimativa che non tiene conto del livello qualitativo ovvero della bontà del servizio offerto e del suo apprezzamento da parte del cittadino. Un altra ragione che impone grande cautela nel confrontare il livello tariffario dei servizi ma anche le aliquote tributarie deriva dalla discrezionalità dell ente municipale nelle politiche fiscali e di governo, che può decidere di contingentare costi a carico dell utente di particolari servizi e riversare su altre voci le conseguenze di questa scelta. Perdipiù, per particolari tipologie di servizi (ad esempio gli asili nido), la scelta tariffaria si carica di un significato più complesso che coinvolge aspetti di natura sociale in primis ma che finisce per impattare sul contesto economico e lavorativo di riferimento, perché connesso sia al lavoro di chi eroga il servizio sia al lavoro per il mercato delle madri che vengono supportate nel lavoro di cura. Così il criterio di tariffazione più opportuno (per quel singolo comune) può non esserlo per un altro che si caratterizza per una configurazione demografica, un attenzione al sociale e più in generale per priorità di governo differenti, con conseguente difformità territoriale dell utilizzo della variabile tariffaria quale strumento per raggiungere una qualche forma di equità. E, stando all analisi dei dati, tra i comuni umbri, l attenzione alle ricadute redistributive di certe scelte e lo sforzo proteso per agevolare situazioni di indigenza, visibile già dall orientamento e dall impostazione dei criteri tariffari per la somministrazione di taluni servizi, non è certo uniforme, seguendo in più occasioni procedure diverse e non sempre confrontabili. Ma è ovvio che tali comparazioni, per forza di cose limitate all analisi solo di alcuni spaccati che, pure, sottendono scelte di governo locale, non sono sufficienti a ricostruire un quadro esaustivo necessario a far luce fino in fondo sulle politiche adottate dalle singole municipalità. E dunque con tutte queste accortezze che, ancora una volta, va condotta la lettura del presente Rapporto. Elisabetta Tondini Responsabile Area Processi e Politiche Economiche e Sociali dell Aur 17

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19 L addizionale comunale Irpef L addizionale comunale Irpef è nata come uno strumento per conferire ai comuni uno spazio di autonomia tributaria. Dopo una prima fase applicativa, tuttavia, le possibilità di intervento dei comuni su questa materia sono state sostanzialmente mutilate: infatti, con la legge finanziaria per il 2003, nell intento di perseguire una politica che evitasse aumenti della pressione fiscale, è stato disposto, a livello centrale, il blocco degli aumenti delle addizionali comunali Irpef. L analisi dei livelli di addizionale Irpef tra i comuni umbri si colloca temporalmente proprio nella fase di vigenza di detto blocco, ragion per cui sono emersi risultati che descrivono una situazione di quasi stazionarietà rispetto a quella rilevata nella precedente edizione dell Osservatorio Tariffe e Tributi. In ogni caso, alla luce dei dati più aggiornati a disposizione, abbiamo cercato di cogliere le più rilevanti differenze tra i comuni sia per quel che riguarda il livello delle aliquote che per quel che concerne il livello del gettito di detto tributo. Le aliquote A partire dal 2000, i comuni hanno avuto la facoltà di introdurre una propria addizionale Irpef con un aliquota che poteva essere aumentata annualmente al massimo di 0,2 punti percentuali, fino al tetto complessivo massimo dello 0,5. Come già rilevato nella precedente edizione del Rapporto di questo Osservatorio, nel 2002 già 78 comuni umbri avevano fatto ricorso a questo strumento applicando un aliquota positiva (tab. 1). Dopo che la legge finanziaria per il 2003 ha impedito che entrassero in vigore nuovi aumenti, a meno che non fossero stati deliberati prima del 29 settembre 2002, per il biennio successivo, nel contesto regionale, le variazioni di aliquote sono state alquanto rare: di fatto, nel 2003 si è assistito ad un inasprimento delle aliquote solo a Deruta, Piegaro e Todi, comuni che avevano deliberato entro il termine oltre il quale è entrato in vigore il blocco. Nel 2004 la relativa legge finanziaria ha prorogato il congelamento delle aliquote, per cui, di fatto, in nessun comune è aumentata la pressione tributaria, nemmeno a Cannara e Cascia, realtà dove i municipi hanno comunque deliberato aumenti (il primo dal 2 al 4 e il secondo introducendo per la prima volta il tributo nella misura del 2 ): a causa del blocco disposto a livello centrale, infatti, tali misure 19

20 sono risultate inefficaci e, conseguentemente, sono rimasti in vigore i coefficienti del La legge finanziaria per il 2005 ha aperto solo un piccolo spiraglio alla possibilità di ritocco delle aliquote. Infatti, ha concesso la possibilità di un aumento dello 0,1 (complessivamente per il triennio ) agli enti che fino a quel momento non si erano avvalsi della facoltà di introdurre la suddetta addizionale. Nel panorama umbro tre comuni che fino a quel momento non avevano esercitato la propria autonomia impositiva, hanno scelto di utilizzare questa finestra, passando da un aliquota nulla ad una dell 1 : si tratta di Preci, Valtopina e Perugia (tra i pochi comuni dove fino al 2004 l addizionale Irpef non veniva applicata vi era anche il capoluogo di regione, mentre Terni già dal 2001 applicava lo 0,2%). Si sottolinea che lo sblocco previsto dalla legge finanziaria per il 2005 ha riguardato solo i comuni che fino a fine 2004 non avevano mai disposto aumenti di addizionale 1 : paradossalmente ne sono rimasti esclusi quei comuni che avevano deliberato aumenti dopo il 20/9/2002 che, tuttavia, erano stati sospesi. E il caso di Cascia, la cui delibera di introduzione di addizionale del 2004 continua ad essere inefficace anche per il 2005; invece Cannara, l altro comune che nel 2004 aveva subito una sospensione della delibera di aumento dell aliquota, nel 2005 ha disposto, con un nuovo provvedimento, un ritorno del coefficiente di imposta ai livelli del A livello normativo, non è stata introdotta nessuna novità per il 2006 e, pertanto, la situazione delle aliquote applicate in Umbria in quest ultimo anno è sostanzialmente identica a quella del 2005; per avere novità di rilievo si è dovuto attendere la finanziaria per il 2007 che, permettendo ai comuni di alzare le proprie aliquote fino al limite complessivo dello 0,8%, ha di fatto sancito la fine del periodo di blocco delle addizionali. In seguito a queste vicende, nel 2006 l addizionale comunale Irpef si applica in 81 comuni umbri (tab. 2), mentre le realtà municipali senza questo tributo sono 11: si tratta in prevalenza di centri demograficamente molto piccoli (8 casi al di sotto dei abitanti); fa eccezione Assisi, l unico comune oltre i abitanti dove non si applica l addizionale (tab. 1). 1 Come precisato dalla Circolare n. 1 del 2005 del Dipartimento per le Politiche Fiscali del Ministero dell Economia. 20

21 Tuttavia, l assenza di addizionale Irpef non è certo una prerogativa dei comuni minori, perché, in ogni caso, tra i comuni al di sotto dei abitanti è molto diffusa l applicazione del tributo (32 casi su 40), anche ricorrendo ad aliquote relativamente alte (quasi la metà dei comuni minori applica coefficienti del 4 e del 5 ). Anche tra i comuni con abitanti prevale la scelta delle aliquote più elevate e lo stesso dicasi per i comuni della quarta fascia dimensionale (tabb. 2-3 per il 2006, tabb. 1A-4A per gli anni precedenti). Nei due capoluoghi di provincia, invece, come già anticipato, le aliquote in essere sono relativamente basse rispetto al resto della regione e lo sono anche se paragonate agli altri capoluoghi italiani: secondo un indagine recentemente svolta a livello nazionale 2, infatti, nei comuni capoluogo di provincia l aliquota media in uso nel 2006 è dello 0,34% 3 : tra questi Perugia risulta tra i 12 comuni con l aliquota più bassa (0,1%); Terni si colloca invece tra i 20 comuni capoluogo che, applicando lo 0,2%, si posiziona nel terzultimo gruppo in ordine decrescente di aliquota 4. Tornando alla realtà umbra, al 2006, nel complesso l aliquota maggiormente applicata è il 4 (presente in 29 comuni), seguita dal 5 (con 25 casi). Gli accertamenti Dopo aver analizzato i livelli delle aliquote, è utile anche una breve ricognizione sulle entrate che ogni comune umbro realizza dal gettito dell addizionale comunale Irpef. Ignorando sporadiche incongruenze emerse dal confronto tra il valore delle aliquote e il valore degli accertamenti 5 (ancorché abbiamo lavorato sui dati di 2 Cfr. Centro Studi Sintesi, aprile La media è calcolata considerando solo le realtà dove l addizionale è applicata. 4 Secondo una nostro conteggio effettuato sui dati raccolti da Sintesi in merito a tutti i capoluoghi di provincia italiani, nel 2006 la situazione italiana dei comuni capoluogo risulta così articolata: 9 capoluoghi non hanno introdotto l addizionale, 12 applicano lo 0,1%, 2 lo 0,15%, 20 lo 0,2%, 8 lo 0,3%, 1 lo 0,33%, 1 lo 0,35%, 24 lo 0,4%, 1 lo 0,47%, 1 lo 0,475% e 27 lo 0,5% (Sintesi, 2007). 5 In un contesto di contabilità finanziaria pubblica, nel processo formale di entrata, l accertamento è il momento di diritto in cui sorge un obbligazione giuridica a favore dell azienda pubblica, ovvero la fase in cui si constata l esistenza della ragione del credito sulla base di un idoneo titolo giuridico, si individuano debitore, scadenza e si quantifica la somma da incassare. Per le entrate tributarie, se riscosse a mezzo di ruoli, l accertamento coincide con l iscrizione al ruolo: una volta che i ruoli sono consegnati al soggetto abilitato alla riscossione e che vengono pubblicati, il contribuente è obbligato a pagare e il comune rileva l accertamento. Per le entrate tributarie che affluiscono 21

22 fonte Ministeriale, che fornisce sia le aliquote applicate che gli accertamenti risultanti dai bilanci consuntivi) 6, si può constatare che, passando dal 2004 al 2005, gli accertamenti realizzati dal gettito rinveniente da tale tipo di imposta sono cresciuti in media nella regione del 14,7% (tab. 1). Scorporando dagli importi complessivi i comuni che sono subentrati dal 2004 al 2005 (Perugia, primo fra tutti, che pesa circa l 8% sul totale degli accertamenti, ma anche Preci e Valtopina), l incremento è stato del 5,3%, come effetto per lo più di variazioni nella base imponibile, vista la sostanziale invariabilità delle aliquote (i rialzi sono stati molto rari). In 9 comuni tali entrate sono diminuite (a Fabro e Pietralunga, addirittura del 67,6 e del 46,4%), mentre i massimi incrementi sono stati registrati a Corciano (+28,5%), Castel Viscardo (+27%) e Gubbio (+24,5%). Dal 2005 al 2006 l incremento degli accertamenti complessivi è stato più contenuto (8,7%), se poi si scorporano i tre comuni subentrati nell ultimo anno in esame (Orvieto, Lugnano in Teverina e Spello) la variazione su base omogenea è stata del 2,3%. Tra i comuni 16 hanno visto un calo dei propri accertamenti, 37 un aumento (e altri 3 comuni Orvieto, Spello, Lugnano in Teverina - che nel 2006 hanno applicato l addizionale). Tra i comuni che hanno visto aumentare nell ultimo anno il gettito per questa imposta si segnalano Terni (con un +10,1%) e Narni (+22,7%). Per quel che riguarda gli accertamenti pro-capite (tab. 4), a fronte di una media regionale del 2006 di 29,8 eur, si osservano comuni con introiti modesti (ad esempio Valtopina e Preci hanno valori tra i 7 e gli 8 eur) e, per contro, centri con cifre pro-capite decisamente consistenti (ad esempio Tuoro sul Trasimeno con 108,2 eur e Porano con 166,1 eur, i due valori molto più alti che distanziano notevolmente i 55,6 eur di Paciano, terzo nella graduatoria al 2006). all ente tramite il concessionario alla riscossione (come il caso dell Ici), l accertamento avviene ad inizio esercizio in base a stime della base imponibile e poi, successivamente, nel momento dell incasso (Anessi Pessina E., 2000). 6 Il data base su cui abbiamo lavorato si compone di due fonti: quella del Ministero dell Economia e delle Finanze (aliquota) e quella del Ministero degli Interni (accertamento). Dalla unione di queste due fonti si sono avuti i seguenti casi anomali: aliquote non dichiarate con accertamenti nulli ma anche aliquote non nulle con accertamenti nulli. Per rendere congruenti dati che congruenti non sono, è stata fatta una verifica telefonica con i comuni appartenenti alla seconda fattispecie: Bettona, Marsciano e Piegaro ci hanno comunicato gli importi degli accertamenti mancanti. Per gli altri comuni che presentano aliquote non nulle e accertamenti nulli si è verificato o una sospensione dell aliquota (è il caso di Cannara e Cascia) oppure una probabile mancata comunicazione dell accertamento. 22

23 Il graf. 1 evidenza il campo di variabilità inter comunale considerando questo tipo di gettito e la carta 1 visualizza la distribuzione territoriale del fenomeno. Tab. 1 Addizionale comunale Irpef nei comuni umbri: aliquote ( ) e accertamenti ( ) Aliquota addizionale Irpef (valori per mille) Accertamenti addizionale Irpef ( ) Variazione accertamenti (%) / / 2006 Acquasparta 5,0 5,0 5,0 5,0 5, ,3 10,2 Allerona 5,0 5,0 5,0 5,0 5, ,4 1,4 Alviano 2,0 2,0 2,0 2,0 2, ,0 2,6 Amelia 4,0 4,0 4,0 4,0 4, ,0 4,5 Arrone 4,0 4,0 4,0 4,0 4, ,1-2,8 Assisi 0,0 0,0 0,0 0,0 0, ,0 0,0 Attigliano 2,0 2,0 2,0 2,0 2, ,0 0,0 Avigliano Umbro 4,0 4,0 4,0 4,0 4, ,0 0,0 Baschi 4,0 4,0 4,0 4,0 4, ,5 0,0 Bastia Umbra 4,0 4,0 4,0 4,0 4, ,3-1,5 Bettona 4,0 4,0 4,0 4,0 4, ,0 0,0 Bevagna 4,0 4,0 4,0 4,0 4, ,3 8,8 Calvi dell'umbria 4,0 4,0 4,0 4,0 4, ,2 4,7 Campello sul Clitunno 2,0 2,0 2,0 2,0 2, ,7-15,1 Cannara 2,0 2,0 4,0* 2,0 2, ,0 1,5 Cascia 0,0 0,0 2,0* 2,0* 2,0* ,0 0,0 Castel Giorgio 4,0 4,0 4,0 4,0 4, ,0 0,0 Castel Ritaldi 5,0 5,0 5,0 5,0 5, ,5 0,0 Castel Viscardo 4,0 4,0 4,0 4,0 4, ,0 2,8 Castiglione del Lago 5,0 5,0 5,0 5,0 5, ,8-5,7 Cerreto di Spoleto 0,0 0,0 0,0 0,0 0, ,0 0,0 Citerna 2,0 2,0 2,0 2,0 2, ,6 7,7 Città della Pieve 5,0 5,0 5,0 5,0 5, ,3 0,0 Città di Castello 4,0 4,0 4,0 4,0 4, ,5-2,0 Collazzone 2,0 2,0 2,0 2,0 2, ,0 9,1 Corciano 2,0 2,0 2,0 2,0 2, ,4 7,0 Costacciaro 2,9 2,9 2,9 2,9 2, ,3 28,9 Deruta 4,0 5,0 5,0 5,0 5, ,4 2,9 Fabro 5,0 5,0 5,0 5,0 5, ,6-7,2 Ferentillo 4,0 4,0 4,0 4,0 4, ,0 5,3 Ficulle 2,0 2,0 2,0 2,0 2, ,8 0,0 Foligno 3,0 3,0 3,0 3,0 3, ,5-3,4 Fossato di Vico 0,0 0,0 0,0 0,0 0, ,0 0,0 Fratta Todina 4,0 4,0 4,0 4,0 4, ,8-3,4 Giano dell'umbria 2,0 2,0 2,0 2,0 2, ,0 9,1 Giove 4,0 4,0 4,0 4,0 4, ,4 0, segue 23

24 Aliquota addizionale Irpef (valori per mille) Accertamenti addizionale Irpef ( ) Variazione accertamenti (%) 2004 / / 2006 Gualdo Cattaneo 5,0 5,0 5,0 5,0 5, ,0 14,3 Gualdo Tadino 2,0 2,0 2,0 2,0 2, ,1-2,2 Guardea 4,0 4,0 4,0 4,0 4, ,9 1,9 Gubbio 4,0 4,0 4,0 4,0 4, ,9-1,0 Lisciano Niccone 4,0 4,0 4,0 4,0 4, ,0 0,0 Lugnano in Teverina 2,0 2,0 2,0 2,0 2, ,0 Magione 5,0 5,0 5,0 5,0 5, ,6-0,5 Marsciano 5,0 5,0 5,0 5,0 5, ,0-8,5 Massa Martana 2,0 2,0 2,0 2,0 2, ,0 5,3 Monte Castello di Vibio 5,0 5,0 5,0 5,0 5, ,3 3,3 Monte Santa Maria Tiberina 5,0 5,0 5,0 5,0 5, ,0-4,1 Montecastrilli 4,0 4,0 4,0 4,0 4, ,0 0,0 Montecchio 5,0 5,0 5,0 5,0 5, ,4 35,7 Montefalco 5,0 5,0 5,0 5,0 5, ,6 0,0 Montefranco 5,0 5,0 5,0 5,0 5, ,0 0,0 Montegabbione 3,0 3,0 3,0 3,0 3, ,1 2,0 Monteleone di Spoleto 0,0 0,0 0,0 0,0 0, ,0 0,0 Monteleone d'orvieto 4,0 4,0 4,0 4,0 4, ,6 6,8 Montone 4,0 4,0 4,0 4,0 4, ,8 6,4 Narni 4,0 4,0 4,0 4,0 4, ,0 22,7 Nocera Umbra 2,0 2,0 2,0 2,0 2, ,0 0,0 Norcia 2,0 2,0 2,0 2,0 2, ,5-9,1 Orvieto 5,0 5,0 5,0 5,0 5, ,0 Otricoli 5,0 5,0 5,0 5,0 5, ,4-1,2 Paciano 5,0 5,0 5,0 5,0 5, ,0 0,0 Panicale 5,0 5,0 5,0 5,0 5, ,4 4,1 Parrano 2,0 2,0 2,0 2,0 2, ,9 3,6 Passignano sul Trasimeno 5,0 5,0 5,0 5,0 5, ,1 15,1 Penna in Teverina 3,0 3,0 3,0 3,0 3, ,0 0,0 Perugia 0,0 0,0 0,0 1,0 1, ,0 Piegaro 4,0 5,0 5,0 5,0 5, ,4 0,0 Pietralunga 2,0 2,0 2,0 2,0 2, ,4 56,6 Poggiodomo 0,0 0,0 0,0 0,0 0, ,0 0,0 Polino 0,0 0,0 0,0 0,0 0, ,0 0,0 Porano 5,0 5,0 5,0 5,0 5, ,1 10,4 Preci 0,0 0,0 0,0 1,0 1, ,0 San Gemini 4,0 4,0 4,0 4,0 4, ,5 0,0 San Giustino 4,0 4,0 4,0 4,0 4, ,0 0,0 San Venanzo 5,0 5,0 5,0 5,0 5, ,3 16,2 Sant'Anatolia di Narco 0,0 0,0 0,0 0,0 0, ,0 0, segue 24

25 Aliquota addizionale Irpef (valori per mille) Accertamenti addizionale Irpef ( ) / 2005 Variazione accertamen ti (%) 2005/ 2006 Scheggia e Pascelupo 3,0 3,0 3,0 3,0 3, ,0 0,0 Scheggino 0,0 0,0 0,0 0,0 0, ,0 0,0 Sellano 0,0 0,0 0,0 0,0 0, ,0 0,0 Sigillo 4,0 4,0 4,0 4,0 4, ,1 2,1 Spello 4,0 4,0 4,0 4,0 4, ,0 Spoleto 5,0 5,0 5,0 5,0 5, ,9 2,3 Stroncone 4,0 4,0 4,0 4,0 4, ,6 6,4 Terni 2,0 2,0 2,0 2,0 2, ,4 10,1 Todi 2,0 4,0 4,0 4,0 4, ,1 7,8 Torgiano 4,0 4,0 4,0 4,0 4, ,3 0,0 Trevi 2,0 2,0 2,0 2,0 2, ,3 3,7 Tuoro sul Trasimeno 4,0 4,0 4,0 4,0 4, ,4 2,8 Umbertide 2,0 2,0 2,0 2,0 2, ,3-1,9 Valfabbrica 5,0 5,0 5,0 5,0 5, ,6 0,0 Vallo di Nera 0,0 0,0 0,0 0,0 0, ,0 0,0 Valtopina 0,0 0,0 0,0 1,0 1, ,0 Valori totali e medi ,7 8,7 Sub totali riferiti ad universi confrontabili ,3 2,3 * Comuni per cui si è verificata una sospensione dell applicazione dell aliquota., Ministero dell Economia e delle Finanze, Ministero degli Interni Tab. 2 Addizionale comunale Irpef nei comuni umbri per classe dimensionale (2006) valori assoluti Aliquote (valori ) Totale 0 1,0 2,0 2,9 3,0 4,0 5,0 classe ampiezza comuni 2006 fino ab oltre Totale Fonte: elaborazioni Aur su dati Ministero dell Economia e delle Finanze e Istat Tab. 3 Addizionale comunale Irpef nei comuni umbri per classe dimensionale (2006) distribuzione percentuale Aliquote (valori ) Totale 0 1,0 2,0 2,9 3,0 4,0 5,0 Classe ampiezza comuni 2006 fino ab 19,5 4,9 17,1 2,4 7,3 26,8 22,0 100, ,9 0,0 24,1 0,0 0,0 34,5 34,5 100, ,0 0,0 33,3 0,0 0,0 33,3 33,3 100, ,5 0,0 0,0 0,0 12,5 50,0 25,0 100,0 oltre ,0 50,0 50,0 0,0 0,0 0,0 0,0 100,0 Totale 12,0 3,3 20,7 1,1 4,3 31,5 27,2 100,0 Fonte: elaborazioni Aur su dati Ministero dell Economia e delle Finanze e Istat 25

26 Tab. 4 Accertamenti pro-capite rivenienti da gettito per addizionale comunale Irpef (anni 2004, 2005, 2006) Acquasparta 40,3 44,1 48,1 Allerona 39,1 39,9 40,3 Alviano 14,6 14,7 15,0 Amelia 32,8 33,2 34,5 Arrone 53,4 51,5 49,4 Assisi 0,0 0,0 0,0 Attigliano 16,1 16,1 16,0 Avigliano Umbro 32,2 31,9 32,2 Baschi 26,7 25,9 25,8 Bastia Umbra 37,3 38,0 36,8 Bettona 29,4 28,6 28,3 Bevagna 31,9 33,8 37,0 Calvi dell'umbria 24,2 24,6 26,1 Campello sul Clitunno 18,5 21,2 17,7 Cannara 14,7 15,2 15,5 Cascia 0,0 0,0 0,0 Castel Giorgio 28,3 28,3 28,4 Castel Ritaldi 34,1 41,5 41,4 Castel Viscardo 32,6 41,6 42,9 Castiglione del Lago 42,5 45,3 42,6 Cerreto di Spoleto 0,0 0,0 0,0 Citerna 14,4 15,8 16,9 Città della Pieve 44,9 49,4 49,0 Città di Castello 36,3 38,8 37,9 Collazzone 17,7 17,3 18,4 Corciano 19,7 24,7 25,3 Costacciaro 22,1 21,1 27,5 Deruta 45,2 46,2 46,8 Fabro 127,1 40,7 37,7 Ferentillo 29,4 29,5 31,2 Ficulle 15,0 15,7 15,7 Foligno 31,9 33,6 31,7 Fossato di Vico 0,0 0,0 0,0 Fratta Todina 27,8 32,6 31,2 Giano dell'umbria 14,2 15,4 16,6 Giove 29,8 29,2 29,2 Gualdo Cattaneo 33,6 33,5 38,0 Gualdo Tadino 18,2 19,0 18,6 Guardea 25,9 27,5 27,6 Gubbio 30,9 38,5 38,2 Lisciano Niccone 21,0 21,1 21,3 Lugnano in Teverina 0,0 0,0 13,5 Magione 34,1 40,5 39,5 Marsciano 37,6 41,1 37,2 Massa Martana 13,4 15,0 15,6 Monte Castello di Vibio 35,2 36,8 37,8 Monte Santa Maria Tiberina 48,9 43,8 41,9 Montecastrilli 28,5 28,1 27,7 Montecchio 33,3 34,3 47,1 Montefalco 38,2 42,2 42,1 Montefranco 41,4 42,3 42,9 Montegabbione 18,9 19,8 20,6 Monteleone di Spoleto 0,0 0,0 34,3 Monteleone d'orvieto 29,7 32,4 0,0 Montone 26,8 29,1 30,9 Narni 32,2 32,0 39,3 Nocera Umbra 14,7 14,6 14,7 Norcia 12,5 13,3 12, segue 26

27 Orvieto 0,0 0,0 51,5 Otricoli 33,7 35,1 34,5 Paciano 51,3 55,2 55,9 Panicale 39,1 43,3 44,9 Parrano 17,5 14,7 15,5 Passignano sul Trasimeno 40,5 43,5 49,0 Penna in Teverina 21,7 21,2 21,3 Perugia 0,0 11,5 11,4 Piegaro 39,0 51,2 51,3 Pietralunga 13,4 7,2 11,3 Poggiodomo 0,0 0,0 0,0 Polino 0,0 0,0 0,0 Porano 157,3 152,1 166,1 Preci 0,0 7,6 7,6 San Gemini 34,5 36,7 36,6 San Giustino 35,9 35,6 35,2 San Venanzo 34,9 35,4 40,9 Sant'Anatolia di Narco 0,0 0,0 0,0 Scheggia e Pascelupo 21,6 20,9 21,0 Scheggino 0,0 0,0 0,0 Sellano 0,0 0,0 0,0 Sigillo 33,0 35,0 35,6 Spello 0,0 0,0 42,2 Spoleto 49,3 50,5 51,8 Stroncone 27,5 28,6 30,2 Terni 20,7 20,7 22,8 Todi 34,2 38,1 41,4 Torgiano 37,7 40,1 39,1 Trevi 16,5 16,6 17,2 Tuoro sul Trasimeno 104,5 105,3 108,2 Umbertide 16,8 17,0 16,5 Valfabbrica 39,5 41,1 41,0 Vallo di Nera 0,0 0,0 0,0 Valtopina 0,0 6,9 6,9 Valori medi 27,4 27,8 29,8 Fonte: elaborazioni Aur su dati Ministero degli Interni e Istat Graf. 1 Comuni umbri che applicano l addizionale comunale Irpef in ordine decrescente in termini di accertamenti pro capite, anno 2006 valori in eur max Porano media 29,8 eur min Valtopina 0 Fonte: elaborazioni su dati Ministero degli Interni e Istat 27

28 Carta 1 Aliquota per addizionale comunale Irpef e accertamenti pro capite nei comuni umbri al 2006 Fonte: elaborazioni Aur su dati Ministero degli Interni, Ministero dell Economia e delle Finanze, Istat 28

29 Appendice statistica Tab. 1A Addizionale comunale Irpef nei comuni umbri per classe dimensionale (2005) valori assoluti Aliquote (valori ) Totale 0 1,0 2,0 2,9 3,0 4,0 5,0 classe ampiezza comuni 2005 fino ab oltre Totale Fonte: elaborazioni Aur su dati Ministero dell Economia e delle Finanze e Istat Tab. 2A Addizionale comunale Irpef nei comuni umbri per classe dimensionale (2005) distribuzione percentuale Aliquote (valori ) Totale 0 1,0 2,0 2,9 3,0 4,0 5,0 classe ampiezza comuni 2005 fino ab 20,0 5,0 17,5 2,5 7,5 25,0 22,5 100, ,7 0,0 23,3 0,0 0,0 36,7 33,3 100, ,0 0,0 30,8 0,0 0,0 38,5 30,8 100, ,3 0,0 0,0 0,0 14,3 42,9 28,6 100,0 oltre ,0 50,0 50,0 0,0 0,0 0,0 0,0 100,0 Totale 12,0 3,3 20,7 1,1 4,3 31,5 27,2 100,0 Fonte: elaborazioni Aur su dati Ministero dell Economia e delle Finanze e Istat Tab. 3A Addizionale comunale Irpef nei comuni umbri per classe dimensionale (2004) valori assoluti Aliquote (valori ) Totale 0 2,0 2,9 3,0 4,0 5,0 classe ampiezza comuni 2004 fino ab oltre Totale Fonte: elaborazioni Aur su dati Ministero dell Economia e delle Finanze e Istat Tab. 4A Addizionale comunale Irpef nei comuni umbri per classe dimensionale (2004) distribuzione percentuale Aliquote (valori ) Totale 0 2,0 2,9 3,0 4,0 5,0 classe ampiezza comuni 2004 fino ab 24,4 17,1 2,4 7,3 26,8 22,0 100, ,9 24,1 0,0 0,0 34,5 34,5 100, ,0 30,8 0,0 0,0 38,5 30,8 100, ,3 0,0 0,0 14,3 42,9 28,6 100,0 oltre ,0 50,0 0,0 0,0 0,0 0,0 100,0 Totale 15,2 20,7 1,1 4,3 31,5 27,2 100,0 Fonte: elaborazioni Aur su dati Ministero dell Economia e delle Finanze e Istat 29

30 Graf. 1A Comuni umbri che applicano l addizionale comunale Irpef in ordine decrescente in termini di accertamenti pro capite, anno 2005 valori in eur max Porano media 27,8 eur min Valtopina 0 Fonte: elaborazioni su dati Ministero degli Interni e Istat Graf. 2A Comuni umbri che applicano l addizionale comunale Irpef in ordine decrescente in termini di accertamenti pro capite, anno 2004 valori in eur max Porano media 27,4 eur min Norcia 0 Fonte: elaborazioni su dati Ministero degli Interni e Istat 30

31 Bibliografia Anessi Pessina E., 2000, La contabilità delle aziende pubbliche, Egea, Milano Centro Studi Sintesi, 2007, Ici e addizionale Irpef: le strategie dei comuni capoluogo, Centro Studi Sintesi Srl Unipersonale, 31

32

33 L Imposta Comunale sugli Immobili Recenti tendenze in materia di Ici Sebbene la disciplina dell Ici sia sostanzialmente rimasta invariata negli ultimi anni, di recente questa imposta è stata spesso al centro dell attenzione dell opinione pubblica e del dibattito politico, in quanto da più fronti si è messa in discussione la validità, avanzando programmi che ne prevedevano la riduzione o, addirittura, la totale abolizione. Nonostante alcune evidenti criticità applicative di cui si discuterà in seguito, dal punto di vista economico essa continua ad essere considerata anche a livello scientifico un imposta molto adatta al finanziamento della fiscalità municipale, come del resto ribadito dall Alta Commissione di Studio per il Federalismo Fiscale (Acoff, 2006): l Autore, nel suo rapporto conclusivo, si esprime favorevolmente a proposito dell Ici, in quanto ritiene coerente che la tassazione sugli immobili sia esercitata dai comuni, perché sono proprio questi enti ad offrire al proprietario dell immobile i servizi che gli permettono di godere della sua proprietà e, pertanto, per il principio di correlazione, è giusto che il relativo prelievo sia assegnato ai municipi (Acoff, 2006). Anche in Muraro (2007) si ribadisce che proprio perché il comune è responsabile della viabilità, dell illuminazione, dell arredo urbano, dei trasporti e della sicurezza, l esistenza di un tributo sugli immobili a favore delle casse comunali debba essere ritenuto appropriata al finanziamento dei municipi. Peraltro, l imposta è considerata anche molto adatta a perseguire finalità redistributive, in quanto colpisce il patrimonio, un aggregato molto più concentrato nelle classi più abbienti rispetto al reddito (Muraro, 2007) 1. Ciò è stato dimostrato anche a livello empirico da un recente studio sulla realtà toscana (Sciclone, 2006) che evidenzia che: sebbene si tratti di un imposta proporzionale, l Ici sia di fatto progressiva rispetto al reddito; la sua applicazione riduce lievemente la diseguaglianza del reddito tra le famiglie; 1 Gli effetti distributivi vengono peraltro amplificati dall esistenza della detrazione per la prima casa e dalla maggior aliquota applicata alle seconde case, beni concentrati soprattutto tra i più ricchi (Muraro, 2007). 33

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