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1 LA PERCEZIONE

2 Percezione 1. Meccanismi cerebrali della percezione visiva 2. Percezione visiva degli oggetti 3. Percezione visiva dello spazio e del movimento

3 Meccanismi cerebrali della percezione visiva Corteccia visiva primaria Corteccia associativa visiva Effetti delle lesioni cerebrali sulla percezione visiva

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5 Corteccia visiva primaria Figure 7.2: Responses of a Single Cortical Neuron to Lines of Particular Orientations That are Passed Through its Receptive Field

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8 What and where Via del where (dorsale): elaborazione della localizzazione spaziale e del movimento Via del what (ventrale): riconoscimento degli oggetti (colore, forma..)

9 Effetti di lesioni cerebrali sulla percezione visiva Acromatopsia Agnosia visiva Disturbo nel riconoscimento degli oggetti Sindrome di Balint Percezione del movimento e la capacità di inseguire oggetti in movimento Atassia ottica Prosopoagnosia Difficoltà a riconoscere i volti noti

10 La percezione visiva degli oggetti Figura e sfondo Le leggi della Gestalt sull organizzazione percettiva Modelli di percezioni di pattern Elaborazione bottom-up e top-down: elaborazione delle caratteristiche e del contesto Sistema percettivo ( What ) e dell azione ( Where ): Una possibile integrazione

11 Raggruppamento perce.vo Articolazione figura sfondo Inclusione: diventa figura la regione inclusa Completamento amodale: tendenza delle aree minori a diventare figura

12 Interposizione (Figura illusoria di kanizsa, 1976)

13 Leggi di organizzazione percettiva della Gestalt 1. Legge della prossimità 2. Legge della simmetria 3. Legge della similarità 4. Legge della continuità 5. Legge della chiusura 6. Legge del destino comune

14 Legge della prossimità

15 Legge della similarità

16 Legge della buona continuazione

17 Legge della chiusura

18 Le leggi della Gestalt 18

19 Elaborazione bottom-up e top-down: Il ruolo delle caratteristiche e del contesto Elaborazione bottom-up guidata dai dati o dall elaborazione dello stimolo Elaborazione top-down elaborazione guidata dai concetti Esperimento di Palmer, 1975 (cucina e tachistoscopio)

20 Effe2o contesto: Palmer (1975) ha dimostrato che forme generali di contesto influiscono sulla percezione degli ogge.. Palmer nel suo esperimento prima mostrava contesd generici come una cucina. Poi udlizzando un tachitoscopio-> mostrava le immagini di singoli ogge.. Ha dimostrato quando gli ogge. erano coerend alla scena di contesto l'84% delle persone li riconosceva. Quando non lo erano le prestazioni cadevano so2o il 50%. Questo perché il contesto adeguato facilitava il riconoscimento e quello inadeguato lo interferiva. ->quesd processi sono inconsapevoli e automadci.

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22 22

23 Milner e Goodale (1995) Le due vie analizzano gli stessi attributi degli oggetti ma per scopi diversi Via ventrale: percezione consapevole dell identità degli oggetti e della loro configurazione spaziale Via dorsale: controllo visivo delle azioni

24 Illusione di Ebbinghaus

25 Sono indipenden)? Via dorsale Via ventrale

26 Il caso di DF: agnosia visiva Avvelenamento da monossido di carbonio Lesione alla corteccia occipitale laterale

27 AGNOSIA VISIVA DF: lesione corteccia occipitale ventro-laterale (che aveva risparmiato l area visiva primaria, per cui non era cieca) Era incapace di riconoscere i vold familiari e amici (..prosopoagnosia) forme, dimensioni ed orientamento di semplici figure geometriche

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29 Goodale et al., 1991

30 ATASSIA OTTICA PazienD con lesione della parte superiore della corteccia parietale (via visiva dorsale) Errori di direzione quando muovono l arto superiore e/ o gli ochhi sugli ogge. del campo visivo Non un problama visivo: descrivono bene idendtà e posizione reladva degli ogge. che non riescono a raggiungere Non un problema motorio (ce la fanno quando le informazioni sono uddve o proprioce.ve..) DEFICIT VISUO-MOTORIO

31 Atassia ottica

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33 Doppia dissociazione (in accordo a modelli adul)) Visione per percezione Visione per azione Agnosia visiva deficitario inta<o Atassia o=ca inta<o deficitario

34 h2ps:// v=4odhsq46vtu&list=pltl9h8phb_djj1_da544k6zknawxdydzc (atassia o.ca) h2ps:// (prosopagnosia) h2ps:// (agnosia apperce.va)

35 CIO CHE VEDIAMO (O CHE PENSIAMO DI VEDERE) NON E UGUALE A CIO CHE GUIDA LE NOSTRE AZIONI

36 Percezione dello spazio e del movimento Percezione della profondità Indizi binoculari Indizi monoculari Percezione del movimento

37 Percezione della profondità Come l immagine retinica bidimensionale viene trasformata nella percezione di un mondo tridimensionale Indizi monoculari Indizi binoculari Indizi oculomotori: contrazione dei muscoli perioculari

38 Indizi monoculari (indizi pittorici) prospettiva lineare Prospettiva aerea Tessitura o densità Interposizione Ombreggiatura Familiarità delle dimensioni Parallasse di movimento

39 Esempi di indizi monoculari Tessitura Interposizione Parallasse di movimento 39

40 Effetto tessitura

41 Ombreggiatura

42 a b c d e

43 Indizi binoculari ed oculomotori Indizi oculomori Convergenza e accomodamento Accomodamento: cambiamento nello spessore del cristallino che alterano il suo potere di rifrazione della luce

44 Far Stereopsis in two stages: Matched features in the input to the two eyes need to be identified Near The retinal disparities between these sets of features need to be calculated Involves cells in area MT 44 Accommodation Convergence

45 Visione tridimensionale che origina dalla stimolazione simultanea di elementi retinici disparati orizzontalmente La distanza con cui un oggetto viene fissato non sono perfettamente uguali nei due occhi

46 Convergenza

47 Percezione del movimento Movimento è cambiamento di posizione del tempo

48 Dete2ori di movimento in V1

49 Percezione del movimento Movimento è cambiamento di posizione del tempo Il cambiamento può essere di due Dpi: gli occhi sono fermi e l ogge2o si sposta sulla redna Gli occhi inseguono un ogge2o in movimento (in questo caso lo sdmolo sulla redna resta fermo) Area cerebrale MT in cui la maggior parte dei neuroni è sensibile ad una pardcolare direzione e velocità di movimento

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51 Da esperimend sulle scimmie (Newsome and Pare, 1988) UDlizzavano scimmie addestrate a percepire il movimento di pund correlad Le aree MT delle scimmie venivano lesionate RisultaD: Le scimmie necessitavano di un livello di segnale (in termini di robustezza del movimento in una direzione dei pallini) 10 volte più alto rispe2o a prima

52 Svantaggi dell usare i metodi di lesionamento sele.vo per lo studio del moto: Sono metodi invasivi Le lesioni possono essere incomplete o danneggiare altre aree oltre a quelle di interesse Successivi studi hanno udlizzato metodi di registrazione dell a.vità di singoli neuroni, studi di paziend e tecniche di neuroimmagine

53 Deficit nelle aree MT portano, sia nelle scimmie che nell uomo, a gravi deficit nella percezione del movimento Nell inseguimento oculare di una mira

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55 Domini Dominio distale: gli oggetti sono uguali o diversi tra loro rispetto ad attributi quali forma grandezza, colore, riflettanza (cioè la proporzione di luce riflessa dalla superficie), posizione ed orientazione; Dominio prossimale: ogni attributo del dominio distale ha un attributo corrispondente nel dominio prossimale: forma, grandezza colore, luminanza (cioè la quantità di luce riflessa dalla superficie che raggiunge la retina) posizione ed orientazione dell immagine retinica Dominio fenomenico: ogni attributo del dominio prossimale ha un attributo corrispondente nel dominio fenomenico: forma, grandezza, colore, posizione ed orientazione percepita. Bressan,

56 Regole per interpretare i diversi domini Le regole di scrittura che trasformano gli oggetti distali in oggetti prossimali sono le leggi della geometria proiettiva. Le regole di lettura che trasformano gli oggetti prossimali in oggetti fenomenici sono articolate nel linguaggio del sistema nervoso. La relazione tra gli attributi fenomenici e i corrispondenti attributi distali e prossimali costituisce l essenza del problema delle costanze visive. 56

57 Outcome perce.vi - i tre domini concordano tra loro - dominio distale e dominio fenomenico concordano tra loro ma non con il dominio prossimale (costanza) - dominio prossimale e dominio fenomenico concordano tra loro ma non con quello distale (visione prossimale) - dominio distale e dominio prossimale concordano tra loro ma non con quello fenomenico (illusione) 57

58 Outcome perce.vi - i tre domini concordano tra loro - dominio distale e dominio fenomenico concordano tra loro ma non con il dominio prossimale (costanza) - dominio prossimale e dominio fenomenico concordano tra loro ma non con quello distale (visione prossimale) - dominio distale e dominio prossimale concordano tra loro ma non con quello fenomenico (illusione) 58

59 Il sole e la luna: un giudizio di grandezza su base prossimale 59

60 Outcome perce.vi - i tre domini concordano tra loro - dominio distale e dominio fenomenico concordano tra loro ma non con il dominio prossimale (costanza) - dominio prossimale e dominio fenomenico concordano tra loro ma non con quello distale (visione prossimale) - dominio distale e dominio prossimale concordano tra loro ma non con quello fenomenico (illusione) 60

61 Illusioni perce.ve 61

62 Outcome perce.vi - i tre domini concordano tra loro - dominio distale e dominio fenomenico concordano tra loro ma non con il dominio prossimale (costanza) - dominio prossimale e dominio fenomenico concordano tra loro ma non con quello distale (visione prossimale) - dominio distale e dominio prossimale concordano tra loro ma non con quello fenomenico (illusione) 62

63 Costanza di grandezza Gli oggetti mantengono la medesima grandezza nonostante cambi la grandezza della loro immagine retinica Variabile di confusione: distanza 63

64 Fonti d errore: le ambiguità sensoriali a b a b Un oggetto dà origine ad un immagine retinica tanto più piccola quanto esso è più lontano.

65 Costanza di grandezza

66 66

67 Costanza di forma Gli oggetti mantengono la medesima forma nonostante cambi la forma della loro immagine retinica Variabile di confusione:inclinazione dell oggetto rispetto alla direzione dello sguardo 67

68 68

69 Percepiamo variazioni - costanza di bianchezza I due quadrati grigi appaiono uguali pur riflettendo una quantità di luce molto diversa. Una superficie mantiene la medesima bianchezza (colore di superficie) nonostante cambino i valori i valori di luminanza della immagine retinica 69 69

70 Contrasto simultaneo 70

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