Dar voce a bambini e ragazzi Un esperienza
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- Cipriano Biaggio Borrelli
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1 Dar voce a bambini e ragazzi Un esperienza ((((( Piacenza, 23 febbraio 2012 Marco Bonamici, Dirigente Psicologo Azienda ULSS 17, Veneto L istituzione - la norma L UPTM è istituito con la L.R. n. 42/1988. Le attribuzioni: Libertà ed indipendenza Rete dei Tutori volontari Vigilanza sull accoglienza Promuove prevenzione/trattamento Promozione culturale Pareri per il legislatore Rilevazione/segnalazione 1
2 L istituzione: i principi guida Convenzione internazionale sui diritti del fanciullo - New York 1989 (ratifica Italia 1991) Promozione e protezione diritti - Provvedere, proteggere, promuovere Come &? - Proteggere Monitoraggio nelle procedure istituzionale giudiziarie Convenzione europea sull esercizio dei diritti dei fanciulli - Strasburgo 1996 (ratifica Italia 2003) L istituzione: Le raccomandazioni Le convenzioni raccomandano agli stati/territori di dotarsi di istituzioni non giurisdizionali: Pubblico Tutore Minori 2
3 L istituzione: obbiettivo Esigibilità Aumentare la certezza e la fruibilità dei diritti dei minori, nella cornice del suo sistema sociale e culturale. Personalizzazione Contemperare i diritti della persona minorenne con il carattere evolutivo che la connota. L istituzione: il modello veneto Il PTM opera per la promozione non conflittuale e non sanzionatoria dei diritti dei minori. Il PTM ha una funzione sussidiaria, in primo luogo verso i Servizi sociosanitari e l Autorità giudiziaria. 3
4 L istituzione: aree di attività 1. Garanzia dei diritti Vigilanza e protezione dei diritti. 2. Promozione culturale Cambiamento culturale per i diritti. 3. Ricerca e analisi Indagini sull esercizio reale dei diritti. Area 1. Garanzia dei diritti: 1.1 Ascolto Oggetto Segnalazioni per diritti violati o trascurati. Attività Sul caso: consulenza, mediazione, segnalazione. Sul sistema: interventi sulle procedure, normative, politiche. 4
5 Area 1. Garanzia dei diritti: Ascolto Area 1. Garanzia dei diritti: Ascolto 5
6 Area 1. Garanzia dei diritti 1.2 Vigilanza Oggetto Vigilanza sull assistenza prestata ai minori in accoglienza: struttura, famiglia, degenza Metodo - Monitoraggio e promozione delle risorse accoglienti. - Stimolo alle autorità con compiti di controllo. Area 1. Garanzia dei diritti 1.3 Linee guida Promozione di linee guida per la definizione di responsabilità e procedure dei soggetti attivi in area minori. - Linee Guida 2008 per i Servizi Sociali e Sociosanitari La cura e la segnalazione - Orientamenti 2008 per la comunicazione tra Scuola e Servizi 6
7 Area 1. Garanzia dei diritti 1.3 Linee guida La declinazione territoriale: circa 1700 partecipanti. Terzo Settore; 17,2 Altro; 4,8 Appartenenza istituzionale Comuni; 26,3 Comuni Scuola; 11,7 A.ULSS Scuola Terzo Settore Altro A.ULSS; 40,0 Area 1. Garanzia dei diritti 1.4 Tutori volontari Oggetto Rappresentante legale del minore, in sostituzione dei genitori. Attività - Reperire, selezionare e preparare volontari. - Dare consulenza e sostegno ai tutori. 7
8 Area 1. Garanzia dei diritti 1.4 Tutori volontari I volontari Periodo 2005/2010: 39 corsi per 922 partecipanti. 34 corsi base 5 corsi MSNA Oggi sono attivi 681 volontari, in collaborazione con 42 referenti territoriali. Area 1. Garanzia dei diritti 1.4 Tutori volontari Le nomine 8
9 Area 2. Promozione culturale A scuola con i diritti umani Informazione e formazione per insegnanti. Partecipazione Buone prassi per la partecipazione. Area 2. Promozione culturale Laboratorio sulla comunicazione dell infanzia e adolescenza Collaborazione con i media locali per favorire una corretta comunicazione alla/della infanzia e adolescenza. 9
10 Area 3. Ricerca e analisi Diritti dei minori in ospedale Minori Stranieri Non Accompagnati Segnalazioni alla Procura della Repubblica presso TM Verifica Linee Guida con i Servizi socio-sanitari La rete di relazioni istituzionali Il tessuto istituzionale che accoglie queste attività è costruito con i principali Soggetti sociali attivi in area minori, ricordo: Comuni e Provincie Regione Autorità Giudiziaria Scuola Aziende ULSS Terzo settore 10
11 Lo stile di lavoro Posizione terza del PTM: non esercita in proprio prerogative amministrative, giurisdizionali, legislative. Promotore di una cornice condivisa dagli attori sociali dell area minori. Ruolo di promozione, mediazione, armonizzazione. Punti critici di esercizio - Le interfacce tra istituzioni: fini, procedimenti, linguaggi diversi. - La composizione di principi operativi: legalità e beneficità; protezione e istruzione - La coesione degli schemi concettuali: capacità genitoriale, ascolto del minore 11
12 Il parere degli operatori Qual è il problema? Problemi Lavoro e disoccupazione 3% 40% Famiglie in difficoltà (non economica) 13% 19% Migrazione 26% 17% Minori in difficoltà 16% 5% Anziani in difficoltà 10% 2% Dipendenze 9% 6% Altre problematiche 23% 11% Totale (N. casi) 100% (281) 100% (303) Il parere degli operatori Conoscenza della Convenzione di NY e dell UPTM. Ne conosce l esistenza Servizi sociali Scuola Altri tot L ha letta
13 Il parere degli operatori Giudizi sulle attività dell UPTM. Servizi Scuola Altri tot Competente sociali 92 Positiva Interessante Adeguata 84 Negativa Innovativa 80 Neutro Aperta al confronto 80 Non saprei Autorevole N casi Subord. Ass. region. (110) (78) 51 (70) (258) Subordinata Aut. Giudiz. 50 Poco incisiva 41 Confusa 35 Inutile Responsabilità nella relazione di aiuto Responsabile: che risponde, che è garante di qualche cosa o per qualche persona. Responsabile è colui che risponde, rendendo ragione del suo agire. Solo una persona capace e libera è sanzionabile. Chi risponde in prima persona corre un rischio. 13
14 Responsabilità nella relazione di aiuto Responsabilità unisce domanda e risposta in una relazione tra persone: - Prima: ascolta, sospende il giudizio e riflette per non pregiudicare l incontro. - Dopo: offre un opportunità all altro, non ne pre-determina il futuro. Responsabilità nella relazione di aiuto Condizione complessa in cui convivono la collaborazione ed il conflitto. Nello scontro usare una forza mite : ricerca di soluzioni diversificate secondo adeguatezza e proporzionalità. Sintesi La responsabilità genera risposte personali e moderate 14
15 Impianto concettuale Famiglia Dispositivo sociale Lettura - Costituzione Italiana, art. 30 ( [...] mantenere, istruire ed educare [...] ) - Legge 184/1983, riformata L. 149/2001 ( Diritto del minore ad una famiglia ) Impianto concettuale - Le relazioni familiari originali sono un diritto protetto. - Ai genitori sono assegnati alcuni compiti. - Lo stato intende compensare i fattori di rischio. - Se la compensazione fallisce, lo stato si sostituisce ad i genitori. - La sostituzione utilizza i piani amministrativo e giuridico. - I compiti genitoriali sono: prendersi cura, rappresentare legalmente, stabilire una relazione fondamentale. 15
16 Dimensioni della genitorialità Un modello sociale di lettura della genitorialità. La funzione genitoriale poggia sulla rete relazionale familiare: nucleare e prossimale. Cura Rappresentanza Relazione Rete sociale 1 e 2 Struttura degli interventi Intervento Intervento consensuale coatto / vigilato Principio di beneficità; continuità delle cure P. Amministrativo P. Giuridico Principio di legalità; interazione giuridico/amministrativa 16
17 Dinamica dell intervento Recupero Perdita La genitorialità è decostruita secondo un modello operativo/normativo imperniato sulla capacità genitoriale. Le funzioni genitoriali sono disaggregate, vicariate, ricomposte nell interazione tra famiglia, amministrazione e giudiziario. L orientamento ideale è il recupero delle risorse familiari. La base sicura della responsabilità La responsabilità genera risposte personali e moderate. tuttavia, espone al rischio, all esplorazione, all incertezza. Regola: prima la sicurezza, poi l esplorazione 17
18 La base sicura della responsabilità Per favorire una relazione d aiuto responsabile è necessario prendersi cura dei sistemi di cura. Principi e condizioni operative devono essere bilanciati, pena la deriva burocratica. Da qui la scelta di investire su: a) La rilevazione delle difficoltà di sistema. b) La definizione di regole responsabili e condivise per la protezione dei minori. Una base sicura : focus del PTM Le Linee Guida: un focus sul P. Amministrativo coordinamento tra due piani di appoggio della genitorialità: piano amministrativo e piano giuridico. P. Giuridico La protezione dei minori richiede interfacce istituzionali funzionali, pena: - Vulnerabilità agli effetti istituzionali della sofferenza mentale. - Distonia tra tempo evolutivo/soggettivo e tempo istituzionale. 18
19 Una base sicura : regole responsabili Linee Guida 2008 per i Servizi Sociali e Sociosanitari. La cura e la segnalazione Le responsabilità nella protezione e nella tutela dei diritti dell infanzia e dell adolescenza in Veneto - Assessorato alle politiche sociali, volontariato e non profit - Osservatorio regionale nuove generazioni e famiglia - Tribunale per i minorenni di Venezia - Procura minorile presso TM - ANCI Veneto - Ufficio del Pubblico Tutore dei Minori della Regione Veneto Le regole di lavoro per le LG - LG e Orientamenti: la matrice. Tema Soggetti Azioni Proprie Azioni tra soggetti Riferimenti normativi / organizzativi - Il metodo di costruzione: condivisione e ricorsività. - La posizione: le interfacce tra i sistemi. - Una politica di implementazione. 19
20 Il metodo di costruzione Attività sociosanitaria e giudiziaria Gruppo di lavoro LG Valutazione & Cambiamento Linee Guida Una base sicura : regole responsabili Linee Guida 2008 per i Servizi Sociali e Sociosanitari La Indice cura e la segnalazione Le responsabilità nella protezione e nella tutela - Gli attori dei diritti dell infanzia e dell adolescenza in - La Veneto cura (stima, diagnosi, interventi, vigilanza) - La segnalazione (e denuncia) - Norme, protocolli, riferimenti 20
21 Una base sicura : regole responsabili Orientamenti Indice per la comunicazione tra scuola e servizi sociali e sociosanitari - Aree: aggressività, maltrattamento, carenze familiari, per la protezione e tutela dei diritti dei bambini e fragilità, stranieri dei ragazzi nel contesto scolastico - La struttura: il problema, le azioni, le inter-azioni (schede di accesso) - I soggetti - Le norme Una base sicura : regole responsabili Linee Guida 2008 per i Servizi Sociali e Sociosanitari L affido familiare in Veneto Cultura orientamenti, responsabilità e buone pratiche per la gestione dei processi di affidamento familiare 21
22 Tema 1 Gli attori I primi attori sono i bambini, adolescenti e le loro famiglie. Comparsa: - Conclusione del ciclo: oggetto di protezione -> soggetto di diritti. - La rete sociale del minore è l agente primario della protezione e promozione dei minori. - La rete sociale ha risorse e finalità proprie; con essa si negozia la relazione d aiuto. Tema 1 Gli attori Effetti - Gradazione dell intervento istituzionale secondo principi di effettività (protezione) e sussidiarietà. - Centralità dell ascolto del minore. - Sentito il minore, il punto di equilibrio tra effettività e sussidiarietà è l attrattore verso cui tende la definizione dei progetti di intervento. 22
23 Tema 1 Gli attori + Presa in carico Esposizione Dimissione _ Famiglia Servizi SS SS & AG -_ Sussidiarietà + Tema 2 - Il sistema di protezione Maturazione delle politiche regionali di protezione. - Promozione delle risorse accoglienti della comunità, contrasto e cura del maltrattamento. - Strumenti per favorire l integrazione sociosanitaria e accompagnare la gestione degli interventi. 23
24 Tema 2 - Il sistema di protezione Effetti Nelle LG enfasi sugli strumenti di costruzione partecipata degli interventi: - Coinvolgimento destinatari - Multidisciplinarietà (UVMD) - Progetto Quadro Tema 2 - Il sistema di protezione Linee di indirizzo regionali per lo sviluppo dei servizi di protezione [ ] (DGR n. 2416, 8 agosto 2008) Una linea di intervento I percorsi territoriali: prendersi cura dei sistemi di cura per accompagnare il radicamento locale della miglior capacità di promozione/protezione dei diritti dei minori espressa dalla nostra comunità regionale. 24
25 Tema 2 - Il sistema di protezione - Le attività Gruppo istituzionale Conferenza Sindaci Direzione Sociale Gruppo operativo Referenti Tavolo territoriale Tema 2 - Il sistema di protezione - Due strumenti chiave: Atto di recepimento Atto di programmazione Per la loro costruzione attivazione dei Percorsi territoriali di sostegno allo sviluppo del sistema di protezione, legati ai Piani di Zona. 25
26 Tema 3 Interfacce istituzionali In contesti diversi, uno stesso termine appartiene a reti logiche distinte e può avere significati scarsamente compatibili tra loro. Il pericolo è il malinteso operativo. Le LG promuovono alcune categorie teoriche/operative, che possano svolgere un ruolo di interfaccia tra istituzioni diverse. Tema 3 Interfacce istituzionali Capacità genitoriale (valutazione) - Indica un insieme di funzioni genitoriali da valutare secondo modelli socio-sanitari. - A tali modelli si richiedono alcune caratteristiche che ne rendano esportabili gli esiti in ambito giudiziario. - In ambito giudiziario, la Capacità genitoriale si declina secondo riferimenti normativi che orientano la tutela dei diritti. 26
27 Tema 3 Interfacce istituzionali Ascolto del minore - Categoria in progressiva definizione, si candida a costituire un secondo snodo centrale. - L ascolto risponde a richieste procedurali proprie del piano giudiziario. Insieme richiede modelli appropriati sul piano sociosanitario. - Attualmente sembra una criticità di sistema. Note conclusive Linee guida e prassi - Focus sui confini istituzionali - Costruzione ricorsiva - Politiche di implementazione e incentivi di sistema - Soggetto terzo per monitoraggio / promozione 27
28 Grazie per l attenzione Fine! Piacenza, 23 febbraio 2012 Marco Bonamici, Dirigente Psicologo Azienda ULSS 17, Veneto 28
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