PROTOCOLLO DI INTESA per il coinvolgimento del privato sociale
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- Gianpaolo Tarantino
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1 All. n.2 AMBITO TERRITORIALE n.18 CAMERINO Sistema Integrato di Interventi e Servizi Sociali Comuni di: Acquacanina, Bolognola, Camerino, Castelsantangelo sul Nera, Fiastra, Fiordimonte, Montecavallo, Muccia, Pievebovigliana, Pieve Torina, Serravalle di Chienti, Ussita, Visso. Ente Capofila: COMUNITÀ MONTANA DI CAMERINO AMBITO 5 Via Venanzio Varano Camerino (MC) Tel. 0737/ Fax 0737/ bancadati@comcamerino.sinp.net PIANO D AMBITO SOCIALE TRIENNALE PROTOCOLLO DI INTESA per il coinvolgimento del privato sociale Ambito Sociale 17
2 ENTI FIRMATARI la Comunità Montana Camerino Ambito 5, rappresentata dal Presidente, quale ente capofila dell Ambito territoriale n.18 Camerino e, quindi, per conto di tutti gli enti locali dell Ambito stesso e, precisamente Comuni di: Acquacanina, Bolognola, Camerino, Castelsantangelo sul Nera, Fiastra, Fiordimonte, Montecavallo, Muccia, Pievebovigliana, Pieve Torina, Serravalle di Chienti, Ussita, Visso. le Istituzioni Scolastiche i soggetti del privato sociale: PREMESSA La Regione Marche, con Delibera della Giunta (DGR) n. 337 del , come modificata con DGR n. 592 del , ha istituito gli Ambiti Territoriali Sociali del Piano regionale per un Sistema Integrato di Interventi e Servizi Sociali; L'Ambito Territoriale Sociale n.18 di Camerino comprende i 13 Comuni già inseriti nel territorio della Comunità Montana e corrisponde al Distretto Sanitario di Camerino della Zona Territoriale 10 dell ASUR; Il Comitato dei Sindaci dell'ambito ha individuato quale ente capofila la Comunità Montana di Camerino Ambito 5; La Regione Marche, con DGR n del 30/8/2009, ha approvato le linee guida per la predisposizione e l approvazione dei Piani triennali di Ambito Sociale 2010/2012; Le linee guida sopra richiamate prevedono che: - Il Piano Sociale Triennale e i relativi Piani attuativi annuali sono gli elementi portanti della programmazione sociale territoriale; - Il Piano Sociale Triennale e i relativi Piani attuativi annuali per il triennio 2010/2012 dettano metodi, regole e contenuti della pianificazione delle politiche sociali correlando tra loro i servizi e gli interventi già consolidati con la capacità di offrire risposte innovative e flessibili anche in seguito all emergere di nuovi bisogni; - Il Piano Sociale Triennale d Ambito è lo strumento della programmazione ad ampio respiro e delinea indicazioni e strategie dei miglioramento della qualità della vita dei cittadini ad arco temporale ampio e interviene concretamente sulla organizzazione annuale del sistema degli interventi e dei servizi sociali; - Alla base della Programmazione d Ambito sta la declinazione territoriale delle finalità e degli obiettivi generali di governo riportati nel Piano Sociale Regionale 2008/2010, Delibera Amministrativa n. 98 del 29 luglio 2008, a implementazione del modello di welfare comunitario definito dalla Legge n.328/ La bozza del Piano Sociale d Ambito Triennale 2010/2012 è elaborata attraverso varie fasi di concertazione e progettazione partecipata che coinvolgono: il Comitato dei Sindaci, il Coordinatore d Ambito, l Ufficio di Piano, i soggetti pubblici e del privato sociale, i cittadini; Ambito Sociale 17 2
3 - Il Piano, nella sua elaborazione definitiva, è approvato dal Comitato dei Sindaci dell Ambito; - La formalizzazione del Piano d Ambito Sociale Triennale 2010/2012 avviene attraverso lo strumento dell Accordo di Programma (di cui all art. 34 del D.Lgs n. 267/2000); in esso si conferma l accordo unanime sulla progettazione e sui modi della sua attuazione, sulla vigilanza, sull esecuzione e su ogni altra modalità necessaria per il buon risultato; - E auspicabile che, parallelamente e contestualmente alla firma dell Accordo di Programma, i soggetti che hanno partecipato ai Tavoli di concertazione per l elaborazione del Piano Sociale d Ambito, insieme con gli enti pubblici coinvolti, sottoscrivano un Protocollo di Intesa con contenuti analoghi ed equivalenti all Accordo di Programma. Il Protocollo di Intesa si configura come accordo, tra soggetti pubblici e privati, ai sensi dell art. 15 della legge 241/1990. Nel testo dell Accordo di Programma si deve far esplicito riferimento al corrispondente Protocollo di Intesa; - Dal confronto con i vari soggetti coinvolti sono emerse indicazioni, utili suggerimenti e priorità di intervento; - Si sono tenute in debito conto tutte le osservazioni registrate e si è cercato di riportarle in maniera operativa nel Piano, facendo il tentativo di inserirle e integrarle in un quadro più generale rappresentato dalla totalità dei servizi e degli interventi; - L attività del Comitato dei Sindaci, dell Ufficio di Piano e dei vari Tavoli di Lavoro, è riportata nel Piano d Ambito Sociale e nel sito dell Ambito Sociale ( ); - il Protocollo di Intesa, nello specifico del Piano d Ambito Sociale, costituisce la forma giuridica per il coinvolgimento del privato sociale anche nella fase di conferma ufficiale e formale del Piano stesso, con uno strumento che impegni reciprocamente per la sua attuazione gli enti pubblici e i soggetti collettivi firmatari. Il Protocollo di Intesa si configura, quindi, come accordo, tra soggetti pubblici e privati, ai sensi dell art. 15 della legge 241/1990 Gli attori sociali che devono essere coinvolti nel processo di costruzione del Piano d Ambito Sociale Triennale 2010/2012 sono quelli che l art. 1 della legge n. 328/2000 ( legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali ) identifica in: - organismi non lucrativi di utilità sociale; - organismi della cooperazione; - associazioni ed enti di promozione sociale, Fondazioni ed enti di patronato; - organizzazioni di volontariato; - enti riconosciuti dalle confessioni religiose don le quali lo Stato ha stipulato patti; - organizzazioni sindacali; - associazioni sociali e di tutela degli utenti; - agenzie educative con particolare riferimento alle autonomie scolastiche. Ambito Sociale 17 3
4 Tutto ciò premesso, i sottoscritti, in rappresentanza degli enti sopra elencati, stipulano il seguente: PROTOCOLLO D INTESA Art. 1 - Oggetto dell'accordo Oggetto del Protocollo di Intesa è il coinvolgimento dei soggetti del privato sociale nell attuazione del Piano d Ambito Sociale Triennale 2010/2012. L Accordo è finalizzato al coordinamento dei servizi socio-educativo-assistenziali con quelli territoriali e complementari della sanità e della scuola, per favorire un'effettiva integrazione sociale. Gli enti firmatari si accordano sui seguenti criteri da porre alla base del presente Protocollo di Intesa: organizzazione della rete dei servizi a livello locale ispirata a: centralità dei bisogni; sussidiarietà quale metodo per garantire l adeguatezza delle prestazioni; efficacia ed efficienza in funzione della massimizzazione della capacità di prestazione; Implementazione della governance e del metodo della partecipazione attiva delle persone nella definizione delle politiche che le riguardano; integrazione degli interventi nell insieme delle politiche sociali, sanitarie, dell istruzione, formazione e lavoro; promozione del dialogo sociale e della collaborazione tra tutti gli attori pubblici e privati, i soggetti non lucrativi, le parti e le organizzazioni sociali, incoraggiando l azione di tutti i cittadini e favorendo la responsabilità sociale delle imprese; potenziamento delle azioni per l informazione, l accompagnamento e la promozione sociale; potenziamento degli interventi per la domiciliarità e la deistituzionalizzazione; interventi per favorire l integrazione sociale; aumento dell appropriatezza attraverso la diversificazione e personalizzazione dei servizi e delle prestazioni sociali. Tali criteri costituiscono il fondamento di un nuovo Patto Sociale tra istituzioni e cittadini finalizzato a: valorizzare e sostenere le responsabilità familiari e in particolare la libera assunzione di responsabilità, le capacità genitoriali, le pari opportunità e la condivisione delle responsabilità tra uomo e donna, la visione positiva della persona anziana; rafforzare i diritti dei minori, ivi compresi quelli immigrati, consolidando le risposte destinate all infanzia e all adolescenza; contrastare la povertà, con particolare attenzione alle povertà estreme, restituendo alle persone la capacità di condurre la propria vita con dignità; sostenere le persone non autosufficienti (in modo particolare anziani e disabili gravi) e i loro familiari, favorendone la permanenza nella famiglia o l accoglienza in strutture a carattere familiare, limitando il ricorso alla istituzionalizzazione; favorire la prevenzione delle dipendenze e l inclusione della popolazione immigrata. Ambito Sociale 17 4
5 Con il presente atto, gli enti firmatari confermano l accordo sui contenuti del Piano d Ambito Sociale 2010/2012 e dei documenti allegati e collegati ai quali il Piano fa diretto riferimento, visionabili nel sito parte integrante del Piano stesso. Art. 2 Impegni degli Enti locali La Comunità Montana, in rappresentanza di tutti gli Enti Locali dell Ambito Territoriale Sociale (per i quali la formalizzazione del Piano d Ambito Sociale avviene attraverso un apposito Accordo di Programma), si impegna ad approvare, nella sua interezza, il Piano d Ambito Sociale Triennale 2010/2012 anche attraverso le funzioni attribuite al Coordinatore d Ambito Sociale: a elaborare, predisporre, istruire gli atti necessari alla definizione dei progetti e degli interventi del Piano d Ambito Sociale e dell'accordo di programma; a mettere in atto modalità di intervento e strategie di raccordo e di integrazione tra i servizi, gli interventi ed i soggetti promotori e attuatori del Piano d Ambito Sociale, nonché con tutti i nodi della rete che sul territorio si andrà a costituire; a realizzare, con la collaborazione degli altri Enti e di tutti i soggetti interessati, gli interventi previsti nel Piano anche mediante opera di coordinamento e programmazione; a proporre programmi di formazione e aggiornamento degli operatori pubblici, privati e del volontariato su temi che si individueranno collegialmente e sulla base delle necessità espresse dal territorio; a favorire le continuità e il raccordo tra le varie agenzie sociali, educative e scolastiche con riferimento ai servizi e interventi proposti; a finanziare nel periodo di validità del Piano, con fondi propri, con quelli derivati dai trasferimenti della Regione e con altre forme di finanziamento, gli interventi previsti nel Piano d Ambito Sociale. Art. 3 Impegni delle istituzioni scolastiche Le Istituzioni Scolastiche si impegnano collaborare, per quanto, di loro competenza, nella realizzazione delle azioni previste al paragrafo 3.4 Integrazioni col mondo della scuola, e nelle relative schede allegate e collegate. Art. 4 Impegni dei soggetti del privato sociale I soggetti del privato sociale si impegnano a: Partecipare agli organismi di consultazione, concertazione e progettazione attivati dall Ambito (Tavoli di Lavoro organizzati per aree d intervento); Collaborare all attuazione del Piano d Ambito Sociale triennale, nelle azioni progettuali che li vedono coinvolti, con le modalità meglio definite nelle singole progettazioni esecutive, alle quali si rimanda. Ambito Sociale 17 5
6 Art. 5 Monitoraggio, verifica e vigilanza La vigilanza sull esecuzione del Protocollo d intesa è svolta dal Collegio di Vigilanza previsto dall Accordo di Programma per l attuazione del Piano d Ambito Sociale Triennale 2010/2012, integrato con i rappresentanti degli enti del privato sociale. Le modalità di svolgimento della vigilanza sono le stesse indicate nel richiamato Accordo di Programma. Art. 6 Durata Il Protocollo di Intesa ha validità per lo stesso periodo di vigenza del Piano d Ambito Sociale triennale 2010/2012. Art. 7 Norma finale e di rinvio Per tutto quanto non espressamente previsto nel Protocollo di Intesa, gli enti firmatari fanno rinvio: al Piano d Ambito Sociale Triennale 2010/2012 dell ATS n. 18 Camerino e ai documenti allegati e collegati ai quali il Piano fa diretto riferimento; alle disposizioni normative che possono trovare applicazione nel caso di specie. Letto, approvato e sottoscritto Camerino 09/07/2010 ENTE FIRMA Ambito Sociale 17 6
7 Ambito Sociale 17 7
PROTOCOLLO DI INTESA per il coinvolgimento del privato sociale
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