IL COLLEGIO DI ROMA. Prof. Avv. Raffaele Lener Membro designato dal Conciliatore Bancario e Finanziario

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1 IL COLLEGIO DI ROMA composto dai Signori: Dott. Giuseppe Marziale Presidente Dott.ssa Claudia Rossi Membro designato dalla Banca d'italia Prof. Avv. Pietro Sirena Membro designato dalla Banca d'italia Prof. Avv. Raffaele Lener Membro designato dal Conciliatore Bancario e Finanziario Prof. Avv. Claudio Colombo Membro designato da Confindustria, di concerto con Confcommercio, Confagricoltura e Confartigianato [Estensore] nella seduta del 26/10/2012, dopo aver esaminato il ricorso e la documentazione allegata; le controdeduzioni dell'intermediario e la relativa documentazione; la relazione istruttoria della Segreteria tecnica; Fatto Con istanza pervenuta il 20 luglio 2011, la società ricorrente ha adito questo Arbitro Bancario e Finanziario al fine di ottenere la cancellazione delle segnalazioni a sofferenza in Centrale Rischi ed in C.R.I.F., che assume essere state effettuate dalla banca resistente. In punto di fatto, ha premesso la ricorrente: - che alcuni pagamenti disposti in proprio favore risultavano successivamente essere stati effettuati mediante carte di credito clonate; - che le dispute tra gli effettivi titolari delle carte oggetto di clonazione e l esercente erano state risolte dall intermediario in favore dei primi; - che a seguito di ciò, veniva effettuato un riaddebito sul conto della ricorrente (per un importo pari a quanto in precedenza accreditato sulla base dei pagamenti Pag. 2/6

2 fraudolenti), e che ciò veniva a determinare un esposizione nei confronti della resistente pari ad 2.470,00; - che a causa di tale esposizione, la resistente avrebbe effettuato una segnalazione a sofferenza sia presso la Centrale Rischi della Banca d Italia, che presso la C.R.I.F.; - che successivamente, tra le parti era intervenuto un accordo transattivo, con rinuncia della banca ad una parte ( 988,00) del proprio credito di 2.470,00 (relativamente al quale la segnalazione era stata inizialmente effettuata) e contestuale versamento della differenza da parte della ricorrente; - che, nonostante l intervenuta transazione e l avvenuto pagamento da parte della ricorrente, la resistente avrebbe omesso ingiustificatamente di cancellare le segnalazioni effettuate. Sulla scorta di tali premesse, la ricorrente ha concluso nel senso anzidetto. Nelle proprie controdeduzioni, la resistente dopo aver ricostruito nel dettaglio la vicenda per cui è controversia ha anzitutto affermato che nessuna segnalazione in C.R.I.F. era mai stata effettuata da parte sua. Quanto, invece, alla segnalazione presso la Centrale Rischi della Banca d Italia, la ricorrente ne ha affermato in primo luogo la piena legittimità, sia formale che sostanziale. Ha poi precisato la banca che nel mese di maggio 2011 (allorché si era perfezionato l accordo transattivo), essa aveva provveduto a rettificare la segnalazione e ad inserire l importo di 988,00 con la dicitura sofferenze crediti passati a perdita, e che successivamente la segnalazione a sofferenza era venuta a cessare. Tanto premesso, ha concluso la resistente per il rigetto del ricorso. Diritto Il ricorso merita accoglimento. Deve anzitutto premettersi come, con riferimento alla richiesta di cancellazione dell asserita segnalazione in C.R.I.F., dagli atti non emerga alcuna evidenza della sua effettiva esistenza; esistenza peraltro espressamente negata dalla resistente, senza che la ricorrente abbia formulato alcuna replica sul punto. Pag. 3/6

3 Dovendosi, dunque, ritenere che nessuna segnalazione in C.R.I.F. sia mai stata effettuata, la domanda volta ad ottenerne la cancellazione non può che essere rigettata. Relativamente, invece, alla contestata omessa cancellazione tempestiva della segnalazione a sofferenza (questa sì, effettivamente avvenuta) nella Centrale Rischi della Banca d Italia, si osserva quanto segue. Ai sensi della Circolare della Banca d Italia n. 139 dell 11 febbraio 1991 ( Centrale Rischi, Istruzioni per gli intermediari creditizi ), e successivi aggiornamenti, è previsto che «la segnalazione [a sofferenza] non è più dovuta dalla rilevazione successiva a quella in cui il credito è stato interamente passato a perdita ovvero è stata rimborsata la perdita» (ivi, II, 5.5), fermo restando che il pagamento del debito non comporta la cancellazione delle segnalazioni a sofferenza relative alle rilevazioni pregresse (ivi, II, 1.5) Orbene, nel caso di specie risulta acquisito: - che nel maggio del 2011 le parti perfezionavano un accordo in virtù del quale la resistente rinunciava al pagamento di 988,00 e la ricorrente provvedeva al contestuale versamento della differenza tra l importo di 2.470,00, relativamente al quale la segnalazione era stata inizialmente effettuata, e la somma anzidetta; - che dal successivo mese come si evince dagli estratti prodotti in atti la banca aveva provveduto a rettificare la segnalazione e ad inserire con la dicitura sofferenze Crediti passati a perdita l importo di 988,00, cui per l appunto aveva rinunciato; - che, successivamente, la segnalazione a sofferenza era cessata. Ciò posto, poiché il ricorrente chiede che detta segnalazione sia cancellata fin dall origine, e quindi eliminata anche rispetto alle rilevazioni pregresse, è necessario verificare l originaria legittimità della segnalazione. Ai sensi del Cap. II, Sez. 2 par. 1.5 della Circolare della Banca d Italia n. 139 dell 11 febbraio 1991, e successive modificazioni, gli intermediari devono «informare per iscritto il cliente e gli eventuali coobbligati (garanti, soci illimitatamente responsabili) la prima volta che lo segnalano a sofferenza». Sotto tale profilo, la banca ha effettivamente dato prova di aver tempestivamente comunicato alla resistente con missiva del 14 dicembre 2010 prodotta in atti che «in difetto della regolarizzazione del pagamento di quanto dovuto, i dati relativi sar[ebbero] stati registrati in uno o più sistemi di informazione Pag. 4/6

4 creditizie, ove sar[ebbero stati] conservati per i tempi prescritti dal Codice Deontologico». Avuto riguardo alla sussistenza dei presupposti formali, dunque, la condotta della resistente non appare in alcun modo censurabile. A diverse conclusioni deve invece pervenirsi per ciò che concerne i suoi presupposti sostanziali. Sempre in virtù del Cap. II, Sez. 2 par. 5 della Circolare della Banca d Italia n. 139 dell 11/2/1991, infatti, «nella categoria di censimento sofferenze va ricondotta l intera esposizione per cassa nei confronti di soggetti in stato di insolvenza, anche non accertato giudizialmente, o in situazioni sostanzialmente equiparabili, indipendentemente dalle eventuali previsioni di perdita formulate dall'azienda. (Omissis). L'appostazione a sofferenza implica una valutazione da parte dell intermediario della complessiva situazione finanziaria del cliente e non può scaturire automaticamente da un mero ritardo di quest ultimo nel pagamento del debito. La contestazione del credito non è di per sé condizione sufficiente per l appostazione a sofferenza». Alla luce di ciò, come pure rilevato da questo Arbitro in alcuni precedenti (cfr., tra le altre, le decisioni Collegio di Roma del 1 giugno 2012, n. 1836, e Collegio di Roma del 30 luglio 2012, n. 2636), non è legittimo segnalare nella categoria sofferenze il cliente che ometta o ritardi il pagamento del debito, senza prima aver compiuto una valutazione complessiva della situazione finanziaria del cliente stesso, essendo a tal fine necessario analizzare non soltanto lo specifico o gli specifici rapporti in corso di svolgimento tra la banca ed il cliente, ma valutare la complessiva situazione patrimoniale del debitore (cfr., sul punto, anche Cass. 24 maggio 2010, n ). Ne deriva che l appostazione a sofferenza «non può quindi scaturire dal mero ritardo nel pagamento del debito o dal volontario inadempimento, ma deve essere determinata dal riscontro di una situazione patrimoniale deficitaria, caratterizzata da una grave e non transitoria difficoltà economica equiparabile, anche se non coincidente, con la condizione di insolvenza» (così, Cass. 1 aprile 2009, n. 7958). Orbene, nel caso di specie, la segnalazione a sofferenza in Centrale Rischi è avvenuta in relazione ad un esposizione debitoria complessivamente assai esigua e traente causa dal disconoscimento, da parte del titolare, dell autenticità dell ordine relativo all utilizzo di una carta di credito per il pagamento di servizi resi dall albergo gestito dalla società ricorrente. Come anticipato, infatti, quest ultima Pag. 5/6

5 riteneva di non dovere ripetere alcunché, ritenendo di essere rimasta vittima di una truffa (missiva del 15 maggio 2009). La resistente, per contro, replicava di aver diritto al rimborso sulla base di quanto contrattualmente previsto, avendo il titolare della carta disconosciuto la paternità dell operazione (missive del 30 giugno e del 26 agosto 2009). Quindi, dopo aver reiteratamente sollecitato il pagamento della somma reclamata (missive del 14 ottobre e del 28 febbraio 2011), procedeva alla segnalazione a sofferenza in Centrale dei rischi (in data 31 marzo 2011). Per la verità, la ricorrenza dei presupposti per procedere a tale segnalazione era stata affermata dalla resistente [v. la missiva del 28 febbraio 2011, in cui si sostiene che il mancato pagamento derivava da uno stato di insolvenza, ovvero di oggettiva difficoltà economica a far fronte alle ( ) obbligazioni di pagamento ]. Tuttavia, al di là del fatto che la resistente non ha fornito alcun elemento a sostegno di tale assunto, sulla scorta di quanto precede deve effettivamente ritenersi che nel caso di specie non sussistessero i requisiti sostanziali per procedere alla segnalazione. La segnalazione a sofferenza e quella, consequenziale, nella categoria Sofferenze crediti passati a perdita devono essere, dunque, conseguentemente cancellate. P.Q.M. Il Collegio accoglie il ricorso nei sensi di cui in motivazione. Dispone, inoltre, ai sensi della vigente normativa, che l intermediario corrisponda alla Banca d Italia la somma di Euro 200,00 (duecento/00) quale contributo alle spese della procedura e al ricorrente quella di Euro 20,00 (venti/00) quale rimborso della somma versata alla presentazione del ricorso. IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 6/6