ASCENSIONE DEL SIGNORE LECTIO DIVINA PER LA VII DOMENICA DI PASQUA (ANNO A) «Io sono con voi» Mt 28, Di Emio Cinardo

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "ASCENSIONE DEL SIGNORE LECTIO DIVINA PER LA VII DOMENICA DI PASQUA (ANNO A) «Io sono con voi» Mt 28,16-20. Di Emio Cinardo"

Transcript

1 ASCENSIONE DEL SIGNORE LECTIO DIVINA PER LA VII DOMENICA DI PASQUA (ANNO A) Di Emio Cinardo «Io sono con voi» Mt 28,16-20

2 Lettura del testo Dal Vangelo secondo Matteo (28,16-20) In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

3 Contesto letterario L evangelista Matteo conclude la sua opera con il celebre brano dell invio in missione da parte di Gesù, connessa alla garanzia della sua presenza tra i suoi. I riferimenti all Emmanuele-Dio con noi io sono con voi, all inizio del vangelo e alla fine, dimostrano come il chiasmo sia profondamente legato con quanto ha detto/fatto Gesù nella sua vita, confermato dalla sua resurrezione e ascensione. Analisi del testo Struttura del testo Mt 28,16-20 premessa In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Reazione dei discepoli Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: Intervento di Gesù - «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. - Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, - battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

4 Commento Introduzione i discepoli vanno in Galilea, come aveva chiesto Gesù, nello stesso luogo nel quale tutto ebbe inizio (cfr. Mt 4): la predicazione, le guarigioni, le dispute, la chiamata dei primi discepoli. Il richiamo letterario (Emanuele-dio con noi io sarò con voi; la Galilea; il monte) voluto dall evangelista consegna al lettore un impegno importante nel seguire e diffondere il messaggio di Cristo. Reazione dei discepoli I discepoli sono chiamati a vivere un esperienza molto forte con la presenza del risorto in mezzo a loro. Gesù ha vissuto con loro anche dopo la risurrezione, intrattenendosi con loro per continuare a parlare del Padre e del suo Regno (cfr. At 1), come riportato nella prima lettura di questa domenica. Quanti erano vicini a Gesù hanno accolto il suo invito e vanno sul monte che Gesù aveva loro indicato, in Galilea. C è in questo certa familiarità, il posto era conosciuto e forse si era soliti riunirsi in quel punto per ascoltare gli insegnamenti di Gesù. Quando vedono Gesù, il loro amico, sono assaliti dallo stupore. Il prostrarsi indica l atto di profonda devozione di fronte al mistero divino, alla potenza e alla gloria di Dio. Prostrarsi davanti a Gesù è riconoscere in lui il profondo legame con il Dio della gloria al quale va reso l onore e l inno di lode (vedi Sal 46 e Ef 1,17). Il risorto è adesso l emblema della presenza reale del Padre in mezzo agli uomini, la realizzazione dell antica promessa che vede l instaurazione del Regno di Dio, soprattutto della comunione degli uomini con Dio. Nonostante la solennità del momento, descritta efficacemente dal Sal 46 (il salmo del liturgia della parola di questa domenica), il dubbio permane. È paradossale che la visione/apparizione del risorto non risolva il dubbio, per cui è necessario che Gesù istruisca ancora i suoi discepoli. Secondo alcuni codici non sono tutti a dubitare. Nella comunità dei discepoli, come nella Chiesa, il dubbio convive con la fede, e questa è chiamata ad ascoltare nuovamente la Parola del maestro.

5 Gesù si avvicina e parla All immagine statica dei discepoli, descritta prima, si oppone quella di Gesù che si fa vedere e si muove verso i discepoli. Il parlare di Gesù, in questa circostanza, assume i toni solenni dell investitura regale: il monte è il luogo della rivelazione di Dio, della consegna delle tavole della legge, delle beatitudini; il genere letterario è vicino a quello dell ambiente dell antico testamento della proclamazione della legge fatta dal re. Gesù è rivestito da Dio di un incarico di portata universale, e con questa solenne investitura divina si rivolge ai discepoli con autorevolezza. Anche i discepoli, come lo è stato per Gesù, sono invitati dal Padre per mezzo di Gesù ad andare per il mondo ed essere suoi testimoni. Invitare ogni uomo a partecipare al disegno d amore che Dio ha condiviso con l umanità. La formula battesimale, mutuata dalla liturgia del tempo, è il segno sotto il quale la missione deve essere vissuta: la comunione con le persone divine. Gesù consegna anche i contenuti dell annuncio: insegnare ciò che ha comandato loro. Gli insegnamenti di Gesù, ricevuti nel tempo della sua vita pubblica, sono fondamentali per la missione del discepolo. Conoscenza che nasce dall incontro con Cristo, non dallo studio di dottrine formulate in libri. È allora fondamentale la relazione con Gesù, approfondire il rapporto di amicizia con la sua persona. A fondamento della conoscenza è ancora istituita la relazione personale con il Risorto, nucleo fondante della nostra fede. Io sono con voi La ricorrente promessa fatta da Gesù nel periodo delle sue apparizione, compare anche in questo episodio: ecco, io sono con voi. La frase che crea il chiasmo con l inizio del Vangelo (cfr. Mt 4) è chiave di lettura della promessa fatta da Gesù: il Cristo, il Messia, l Unto di Dio, l inviato di Dio che realizza la promessa messianica. L antica promessa messianica si realizza in Cristo risorto, il quale assicura la sua presenza in mezzo agli uomini per sempre. La qualità, il contenuto, le modalità del suo essere in mezzo agli uomini sono espressi dal suo agire e dal suo insegnamento, che assurge a modello di vita per i cristiani. L autorità di Cristo provengono dal Padre, di cui è testimone e portavoce. È allora garantita la presenza di Dio in coloro che abbracciano la fede in Cristo e sono illuminati dallo Spirito.

6 Conclusioni La vita della Chiesa è testimone dell esperienza di fede in Cristo e solo a partire da questa essa è espressione autentica dell amore di Dio. Come i discepoli, ogni cristiano è chiamato a fare esperienza di Fede. Nell incontro con il Cristo è la fonte dell osservanza dei suoi insegnamenti. La relazione con Gesù è fondamento dell agire cristiano, ne istruisce le azioni e modella l amore per Dio e per l altro secondo il proprio agire ed i contesti particolari.