Processi di conoscenza e modalità di rappresentazione di un disturbo nei fratelli. Mariella Bisceglia Alessandra Staniscia
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- Dario Leopoldo Boni
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1 Processi di conoscenza e modalità di rappresentazione di un disturbo nei fratelli. Mariella Bisceglia Alessandra Staniscia
2 Quando si parla di disturbo in età evolutiva, si tende a prendere in considerazione il bambino, la sua patologia ed il rapporto con le figure genitoriali, dando per scontato il rapporto con i fratelli. Con questo lavoro vogliamo porre l attenzione su come un disturbo dello sviluppo incide sui rapporti nella fratria; quali sono i percorsi tipici dei fratelli di bambini con difficoltà e quali sono i comportamenti ricorrenti da parte dei genitori nello svolgimento delle loro funzioni e nelle loro scelte educative.
3 LE GERARCHIE NELLA FRATRIA La fratria si configura sempre come una relazione mobile in cui i fratelli possono giocare differenti dinamiche, nei diversi momenti evolutivi e nei diversi contesti di vita familiare. In una relazione fraterna un disturbo dello sviluppo incide su: Posizione gerarchica vs ruolo correlato; Rappresentazioni dei genitori vs funzioni educative.
4 Quando è il primogenito a presentare un disturbo dello sviluppo: Le preoccupazioni ed ansie legate al figlio in arrivo, si sommano alle difficoltà di eventi inattesi; Abbandonare non solo un immagine idealizzata del figlio ma anche di se stessi come educatori; Oscillazione tra desiderio di una nuova esperienza genitoriale e i timori che la patologia possa ripresentarsi. Quando è il secondogenito a presentare un disturbo dello sviluppo: I genitori tendono a sentirsi più esperti e competenti nella funzione educativa; Il primogenito deve gestire la presenza di un rivale più piccolo e bisognoso di cure e necessità aggiuntive.
5 DINAMICHE TIPICHE DELLA FRATRIA Evoluzione di un normale rapporto fraterno dal punto di vista del primogenito: Fino a circa 6 anni un fratello minore tende a essere vissuto come un invasore e un usurpatore; Dopo i 7 anni il fratello minore può essere pensato come il motivo di orgoglio di fronte agli altri, anche grazie alla sua tendenza all imitazione; Nella fase preadolescenziale il primogenito mostra maggior distanziamento dal fratello più piccolo, spostando i suoi interessi fuori dalla cerchia familiare verso il gruppo dei coetanei; In adolescenza la delimitazione dei reciproci spazi è acquisita, nel fratello più grande possono comparire atteggiamenti protettivi pseudogenitoriali e tentativi di alleanza con il più piccolo in opposizione agli adulti. Evoluzione di un normale rapporto fraterno dal punto di vista del secondogenito: Dal ruolo di suddito in costante atteggiamento di ammirazione e di imitazione al confronto, fino alla sfida ed infine alla ricerca del sorpasso.
6 DINAMICHE ATIPICHE NELLA FRATRIA La presenza della patologia altera le dinamiche che caratterizzano il normale sviluppo del rapporto tra fratelli: Il fratello rischia di esser considerato sempre più grande, accanto al bambino con un disturbo che rischia di essere pensato come il più piccolo, al di là dell età, e nella loro collocazione gerarchica all interno della fratria; Il fratello è sempre il primo per quanto riguarda i doveri a cui è vincolato e le aspettative di cui è fatto oggetto da parte dei genitori; Il fratello è sempre il secondo per quanto riguarda il riconoscimento e la conquista di un proprio spazio affettivo all interno del nucleo familiare; Il fratello si trova a fare i conti con le fantasie proprie e dei genitori relativi ad una sua possibile contiguità con la patologia e alla presenza di una possibile familiarità. Inoltre, all interno del nucleo familiare, per quanto riguarda la gestione dell aggressività, si vengono a creare dinamiche emotive tra fratelli e tra questi e i genitori: con chi è più difficile arrabbiarsi, con chi è più difficile allearsi.
7 RUOLI E CONFLITTI I ruoli che più frequentemente vengono giocati dai fratelli dei bambini che presentano un disturbo dello sviluppo: Il fratello che fa il genitore: assume un comportamento adultomorfo funzionale a una riduzione dei conflitti, alla possibilità di sentirsi all altezza delle aspettative genitoriali, al controllo dei sentimenti più negativi suscitati dal disturbo; Il fratello figlio unico: tende a privilegiare un comportamento di distanza emotiva e fisica dalla dimensione patologica, con l assunzione di atteggiamenti di estraneità e di esclusione che aiutano a tener lontani i sentimenti di vergogna legati alla presenza del disturbo; Il fratello che non vuole crescere: tende a scegliere un comportamento regressivo finalizzato alla ricerca di attenzioni da parte degli adulti e degli apparenti vantaggi secondari ad una condizione patologica.
8 Errori e rischi educativi in cui possono incorrere i genitori nei confronti dei fratelli: Richieste emotive e sociali troppo alte rispetto all età; Spinta a svolgere ruoli protettivi e accudenti verso il bambino con un disturbo; Sollecitazioni a diventare alleati nella fatica di gestire la patologia in famiglia; Idealizzazione inconsapevole nei confronti del fratello; Inibizione di ogni conflitto tra i fratelli; Interpretazione di ogni comportamento negativo come frutto di un contagio con la patologia.
9 IL FRATELLO NELLE FASI DEL PERCORSO CLINICO Consultazione: Costante presenza mentale del fratello da parte dei genitori attraverso confronti e somiglianze. Presenza fisica del fratello nella stanza di consultazione: - Fratello che cerca di rimanere fuori fisicamente e mentalmente; - Fratello che interviene in diversi momenti del colloquio; - Fratello che cerca comunque di entrare nella stanza e nel colloquio; - Fratello che fa di tutto per essere costantemente presente nel colloquio. Nell elaborazione della diagnosi è importante individuare: In che modo il fratello definisce il disturbo, in base all età ed in rapporto alla patologia; Le domande che il fratello pone agli adulti con lo scopo di sollecitare una condivisione verbalizzata del disturbo. Il fratello tende a diventare involontariamente lo specchio di come l intero nucleo familiare vive ed elabora la presenza di una patologia e questo dipende ovviamente dalle caratteristiche affettive, relazionali e culturali della famiglia stessa.
10 Durante l iter della presa in carico: Per prevenire situazioni di disagio, monitorare le crisi evolutive e le trasformazioni che il fratello si ritrova a vivere mentre si confronta a sua volta con le crisi evolutive e le trasformazioni del fratello con il disturbo; Gli eventi di vita possono modificare le dinamiche fraterne ed influire sulla capacità del fratello di gestire ostacoli e difficoltà; Può risultare difficile da parte dei genitori prestare attenzione alle specifiche esigenze evolutive di ogni singolo componente della fratria.
11 STILI DI COMPORTAMENTO: Durante il corso della vita, alcuni comportamenti del fratello tendono a differenziarsi o stabilizzarsi da adulti: Può viversi da adulto come un individuo schiacciato dalle troppe responsabilità; Nel tentativo di far fronte durante tutto lo sviluppo sia ai propri problemi sia a quelli dell altro, può ritrovarsi ingabbiato senza riuscire a distinguere a chi appartengono; Può rielaborare positivamente l esperienza di convivenza col disturbo; Riesce a mantenere le giuste distanze condividendo con l altro la presenza della patologia.
12 Grazie per l attenzione!
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