Sisthema & Analisi S.r.l. Titolo
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- Gianmarco Sasso
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1 Titolo LA RESPONSABILITA AMMINISTRATIVA DELLE SOCIETA E I MODELLI ORGANIZZATIVI D. Lgs. 231/01 e s.m.i., CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALLA SICUREZZA SUL LAVORO E AGLI ILLECITI AMBIENTALI Viterbo, 09/02/2012 Dott. Claudio Pace 1
2 Presentazione Dott. Claudio Pace V. F. Nagni, Viterbo Cellulare: Telefono: Dott. Claudio Pace 2
3 La opera dal 1994 con professionisti di pluriennale esperienza, in progetti di consulenza e formazione manageriale nell ambito di organizzazioni pubbliche e private. Le aree di competenza di si possono individuare in: Ambiente; Sicurezza sui luoghi di lavoro; Qualità; Responsabilità sociale; D. Lgs. 231/2001 e s.m.i. Oggi può contare su un team strutturato di professionisti, capaci di supportare le aziende clienti nell intero territorio regionale, in progetti complessi di attivazione di metodologie e strumenti, indispensabili per garantire il miglioramento continuo delle prestazioni richieste dal mercato e dalla legislazione vigente Dott. Claudio Pace 3
4 Obiettivo della presentazione L obiettivo dell incontro si può sintetizzare in: Introdurre i partecipanti ai requisiti definiti dal D. Lgs. 231/01 e s.m.i. relativi alla Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche ; Illustrare le logiche che sottendono alla costruzione e implementazione di un Modello organizzativo, di gestione e di controllo, coerente ai requisiti espressi dalla legislazione vigente; Presentare il sistema di gestione per la sicurezza aziendale OHSAS 18001:2007 come strumento per la costruzione di un modello gestionale coerente con i requisiti espressi dal D. Lgs. 231/01 e dal Testo Unico D. Lgs. 81/08 Dott. Claudio Pace 4
5 Indice dei contenuti Il D. Lgs. 231/01: contesto e ambito di applicazione I reati previsti e le sanzioni Il modello organizzativo, di gestione e controllo (MOG) Le componenti di un modello organizzativo efficiente - Individuazione dei rischi e dei protocolli - Codice Etico - Organismo di Vigilanza (OdV) - Comunicazione e formazione Il modello organizzativo per la sicurezza sul lavoro: D. Lgs. 81/08 La norma OHSAS 18001:2007 e i sistemi per la gestione della sicurezza Dott. Claudio Pace 5
6 Indice dei contenuti Innovazioni contenute nel D. Lgs 231/01 Per la prima volta nel nostro paese è introdotta la responsabilità penale delle persone giuridiche che va ad aggiungersi a quella della persona fisica. La responsabilità coinvolge il patrimonio della società e, indirettamente, gli interessi economici dei soci. Tale disposizione prevede, infatti, nell interesse o vantaggio delle stesse, l'attribuzione di alcuni tipi di reati non più solo alle persone fisiche che hanno commesso l'illecito, ma anche e soprattutto alle persone giuridiche quali, ad esempio, le società per cui lavorano. L ulteriore estensione del decreto ai reati relativi riguardanti: SICUREZZA SUL LAVORO, con la specifica prescrizione contenuta nel Testo unico sulla sicurezza del lavoro ; ILLECITI AMBIENTALI (ACQUA ARIA RIFIUTI) grava ulteriormente sulla responsabilità amministrativa delle imprese Dott. Claudio Pace 6
7 Il D. Lgs. 231/01 Il D. Lgs. 231/01 recante Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, ha introdotto la responsabilità amministrativa degli Enti con o senza personalità giuridica, per i reati commessi a loro vantaggio o nel loro interesse: dalle persone che rivestono funzioni di rappresentanza, amministrazione o direzione dell Ente o di una sua unità organizzativa dotata di autonomia finanziaria e funzionale da chi esercita, anche di fatto, funzioni di direzione e controllo; dai soggetti sottoposti alla loro direzione o vigilanza. La responsabilità in sede penale degli Enti si aggiunge a quella delle persone fisiche che li rappresentano che materialmente hanno realizzato l illecito. L ampliamento della responsabilità mira a coinvolgere nella punizione di taluni illeciti penali il patrimonio degli enti e, in definitiva, gli interessi economici dei soci, i quali, fino all entrata in vigore della legge in esame, non pativano conseguenze dalla realizzazione di reati commessi, con vantaggio della società, da amministratori e/o dipendenti Dott. Claudio Pace 7
8 Ambito di applicazione D. Lgs. 231/01 (art. 1) Soggetti destinatari Società di capitali Società di persone Associazioni con o senza personalità giuridica Enti pubblici economici Enti privati concessionari di un pubblico servizio Società cooperative Stato Soggetti esclusi Enti pubblici territoriali (Regioni, Province, Comuni) Enti pubblici non economici Enti che svolgono funzioni di rilievo costituzionale (Partiti politici, Sindacati) Professionisti Dott. Claudio Pace 8
9 I reati previsti Il decreto è stato pensato all origine, nel 2001, per le grandi aziende, quotate in borsa, che si rapportano con la pubblica amministrazione per prevenire i reati di corruzione, concussione, truffa ai danni dello Stato. Negli anni sono stati aggiunti altri reati dolosi, di tipo societario, finanziario e contro la persona. Con la L. 123/2007, sostituita dall art. 30 del D. Lgs. 81/08, sono stati aggiunti i reati di lesioni gravi e omicidio colposo, commessi in violazione delle norme sulla salute e sicurezza sul lavoro. Con il D. Lgs. 121/2011 sono stati aggiunti i reati per quanto riguarda gli illeciti ambientali, commessi in violazione delle norme al Testo Unico Ambientale (D. Lgs. 152/06): gestione dei rifiuti, emissioni in atmosfera e scarichi delle acque. Nel concreto quindi il campo di applicazione si estende anche alle piccole imprese, artigiani, alle cooperative, etc. Dott. Claudio Pace 9
10 L. 123/2007: reati sicurezza lavoro Art. 9 Modifica del D. Lgs. n. 231/ Dopo l'articolo 25-sexies del D. Lgs. 231/2001, e' inserito il seguente: "Art. 25-septies. - (Omicidio colposo e lesioni colpose gravi o gravissime, commessi con violazione delle norme antinfortunistiche e sulla tutela dell'igiene e della salute sul lavoro) 1. In relazione ai delitti di cui agli articoli 589 e 590, terzo comma, del C.P., commessi con violazione delle norme antinfortunistiche e sulla tutela dell'igiene e della salute sui lavoro, si applica una sanzione pecuniaria in misura non inferiore a mille quote. 2. Nel caso di condanna per uno dei delitti di cui al comma 1, si applicano le sanzioni interdittive di cui all'articolo 9, comma 2, per una durata non inferiore a tre mesi e non superiore ad un anno". Dott. Claudio Pace 10
11 CODICE PENALE Art. 589 Omicidio colposo Chiunque cagiona per colpa [c.p. 43] la morte di una persona è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni. Se il fatto è commesso con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale o di quelle per la prevenzione degli infortuni sul lavoro la pena è della reclusione da uno a cinque anni. Nel caso di morte di più persone, ovvero di morte di una o più persone e di lesioni di una o più persone, si applica la pena che dovrebbe infliggersi per la più grave delle violazioni commesse aumentata fino al triplo, ma la pena non può superare gli anni dodici [c.p.p.235]. Dott. Claudio Pace 11
12 CODICE PENALE Art. 590 Lesioni personali colpose Chiunque cagiona ad altri per colpa (c.p. 43) una lesione personale (c.p. 582) è punito con la reclusione fino a tre mesi o con la multa fino a 300. Se la lesione è grave (583 n.1) la pena è della reclusione da uno a sei mesi o della multa da 120 a 600; se è gravissima (583 n.2), della reclusione da tre mesi a due anni o della multa da 300 a Se i fatti di cui al precedente capoverso sono commessi con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale o di quelle per la prevenzione degli infortuni sul lavoro, la pena per le lesioni gravi è della reclusione da due a sei mesi o della multa da 240 a 600, e la pena per lesioni gravissime è della reclusione da sei mesi a due anni o della multa da 600 a Nel caso di lesioni di più persone (c.p. 84) si applica la pena che dovrebbe infliggersi per la più grave delle violazioni commesse aumentata fino al triplo; ma la pena della reclusione non può superare gli anni cinque. Il delitto è punibile a querela (c.p ) della persona offesa, salvo nei casi previsti nel primo e secondo capoverso, limitatamente ai fatti commessi con violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro o relative all`igiene del lavoro o che abbiano determinato una malattia professionale. Dott. Claudio Pace 12
13 D. Lgs. 121/2011: reati illeciti ambientali Per effetto del D. Lgs. 121/11, dal 16 agosto 2011 è in vigore l art. 25-undecies, D. Lgs. 231/01 che prevede l introduzione di numerosi illeciti ambientali, tra i reati presupposto della responsabilità amministrativa degli Enti. RIFIUTI EMISSIONI ATMOSFERA SCARICHI ACQUE La nuova disciplina costringerà le imprese ad approcciare i rischi ambientali scegliendo tra due alternative Dott. Claudio Pace 13
14 I reati previsti D. Lgs. 231/01 Corruzione e concussione Truffa aggravata ai danni dello Stato Frode informatica ai danni dello Stato Reati con finalità di terrorismo o di eversione dell ordine democratico Reati con finalità di terrorismo o di eversione dell ordine democratico Reati in tema di erogazioni dello Stato Ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita Pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili Abusi di mercato Reati societari Criminalità organizzata transazionale L. 123/07 Reati in materia di salute e sicurezza lavoro (D. Lgs. 81/08 e s.m.i.) D. Lgs. 121/11 Illeciti ambientali (D. Lgs. 152/06 e s.m.i.) Dott. Claudio Pace 14
15 Le sanzioni Pecuniaria: Sanzioni per illeciti amministrativi dipendenti da reato: (D. Lgs 231/01 Sezione II Art ) sanzione pecuniaria (D. Lgs 231/01 Sezione II Art ) per l'illecito amministrativo dipendente da reato si applica sempre la sanzione amministrativa. Le sanzioni pecuniarie vanno da un minimo di ,84 ad un massimo di ,69. L'ammontare della sanzione è stabilito tramite l'introduzione di un sistema commisurativo per quote. Fase 1: si stabilisce il numero quote in base a indici di gravità dell illecito; Fase 2: valore monetario quote in base alle condizioni economiche dell ente. I casi di riduzione della sanzione pecuniaria sono previsti dall'art. 12 del decreto Dott. Claudio Pace 15
16 Le sanzioni Interdittiva (D. Lgs 231/01 Sezione II, artt ) della durata compresa tra 3 mesi a 2 anni: interdizione dall esercizio dell attività; soppressione o revoca delle autorizzazioni, licenze o concessioni; divieto di contrarre con la Pubblica amministrazione; esclusione da agevolazioni, finanziamenti, contributi o sussidi e revoca di quelli concessi; divieto di pubblicizzare beni o servizi. Dott. Claudio Pace 16
17 Le sanzioni Pubblicazione della sentenza (D. Lgs 231/01 Sezione II, art. 18) La pubblicazione della sentenza di condanna può essere disposta quando nei confronti dell'ente viene applicata una sanzione interdittiva. La sentenza e' pubblicata una sola volta, per estratto o per intero, in uno o più giornali indicati giudice nella sentenza nonché mediante affissione nel comune ove l'ente ha la sede principale. Confisca (D. Lgs 231/01 Sezione II, art. 19) nei confronti dell'ente e' sempre disposta, con la sentenza di condanna, la confisca del prezzo o del profitto del reato, salvo che per la parte che può essere restituita al danneggiato. Sono fatti salvi i diritti acquisiti dai terzi in buona fede. Quando non e' possibile eseguire la confisca, la stessa può avere ad oggetto somme di denaro, beni o altre utilità di valore equivalente al prezzo o al profitto del reato. Dott. Claudio Pace 17
18 La clausola esimente (art. 6, D. Lgs. 231/01) Il D. Lgs. 231/01 ha però previsto una sorta di paracadute L Azienda non risponde dei reati eventualmente accertati, se in sede di giudizio, dimostra che: L organo dirigente ha adottato efficacemente, prima della commissione del fatto, un modello organizzativo, di gestione e controllo atto a individuare e prevenire i reati. Sia stato costituito un Organismo di Vigilanza (OdV) incaricato di vigilare sull osservanza e aggiornamento del modello. Le persone hanno commesso il reato eludendo fruadolentemente il modello aziendale di organizzazione, gestione e controllo. Il reato è stato commesso senza che vi fosse omessa o insufficiente vigilanza da parte dell Organo di Vigilanza (OdV). Dott. Claudio Pace 18
19 Il D. Lgs. n. 231/2001 NO Il reato è previsto dal D. Lgs. 231/01? SI Azione penale a carico dell individuo, non si procede nei confronti dell ente Azione penale a carico del soggetto Accertamento dell esistenza di efficaci modelli organizzativi Si procede nei confronti dell ente ESISTE ESISTE Accertamento del vantaggio o interesse per l ente NON ESISTE NON ESISTE Applicazione delle sanzioni a carico dell ente Termina o si attenua il procedimento nei confronti dell ente Termina l azione a carico dell ente Dott. Claudio Pace 19
20 Elementi del modello organizzativo Mappa attività a rischio Protocolli/Procedure Codice Etico Sistema sanzionatorio Organismo di Vigilanza Formazione Dott. Claudio Pace 20
21 Individuazione dei rischi e definizione dei protocolli Le fasi principali di questo sistema sono: IDENTIFICAZIONE DEI RISCHI analisi del contesto aziendale volta ad evidenziare dove (in quale area/settore attività) e secondo quali modalità si possono verificare eventi pregiudizievoli per gli obiettivi indicati dal D. Lgs. 231/01. PROGETTAZIONE DEL SISTEMA DI CONTROLLO (procedure/protocolli) valutazione del sistema esistente all interno della società ed il suo eventuale adeguamento, in termini di capacità di contrastare efficacemente i rischi identificati, intervenendo: Sulla probabilità di accadimento dell evento; L impatto dell evento stesso Dott. Claudio Pace 21
22 Elaborazione del Modello Processo di risk management 1. Mappatura processi a rischio 2. Elenco rischi potenziali (per processo) 3. Analisi del sistema di controllo preventivo esistente ( protocolli ) 4. Valutazione dei rischi residui (non coperti dai controlli preventivi) Adeguamento Sistema di Controllo preventivo (protocolli) NO Rischio Accettabile? SI Risultato: SISTEMA DI CONTROLLO in grado di PREVENIRE I RISCHI Dott. Claudio Pace 22
23 Il Codice Etico L adozione di principi etici rilevanti ai fini della prevenzione dei reati costituisce L ELEMENTO ESSENZIALE DEL SISTEMA DI CONTROLLO PREVENTIVO Tali codici mirano a raccomandare, promuovere o vietare determinati comportamenti IL CODICE ETICO CONTIENE L INSIEME DEI DIRITTI, DEI DOVERI E DELLE RESPONSABILITA DELL ENTE NEI CONFRONTI DEI PORTATORI DI INTERESSE (DIPENDENTI, FORNITORI, CLIENTI, P.A.) Dott. Claudio Pace 23
24 Contenuti minimi del Codice Etico per la sicurezza L Azienda deve esplicitare in modo formale i principi e i criteri fondamentali in base alla quale vengono prese le decisioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro; tale criteri possono individuarsi: a) Evitare i rischi; b) Valutare i rischi che non possono essere evitati; c) Combattere i rischi alla fonte; d) Adeguare il lavoro all uomo; e) Tener conto del grado di evoluzione della tecnica; f) Sostituire ciò che è pericoloso con ciò che non è pericoloso o che è meno pericoloso; g) Programmare la prevenzione; h) Dare la priorità alle misure di protezione collettiva rispetto alle misure di protezione individuale; i) Impartire adeguate istruzioni ai lavoratori Dott. Claudio Pace 24
25 Organismo di vigilanza L art. 6 del D. Lgs. 231/01 prevede che l ente possa essere esonerato dalla responsabilità conseguente alla commissione dei reati indicati se l organo dirigente ha, fra l altro: adottato modelli di organizzazione, gestione e controllo idonei a prevenire i reati considerati; affidato il compito di vigilare sul funzionamento e l osservanza del modello e di curarne l aggiornamento ad un organismo dell ente dotato di autonomi poteri di iniziativa e controllo (OdV) L affidamento di detti compiti all Organismo è dunque un presupposto indispensabile per l esonero della responsabilità, sia che il reato sia stato commesso dai soggetti apicali (espressamente contemplati dall art. 6), che dai soggetti sottoposti all altrui direzione. Dott. Claudio Pace 25
26 Organismo di Vigilanza: principali funzioni Vigilanza sull effettività del modello, che si sostanzia nella verifica della coerenza tra i comportamenti concreti ed il modello istituito; Disamina in merito all adeguatezza del modello, ossia della sua capacità di prevenire i comportamenti non voluti; Analisi circa il mantenimento nel tempo dei requisiti di solidità e funzionalità del modello; Cura del necessario aggiornamento in senso dinamico del modello, nell ipotesi in cui le analisi operate rendano necessario effettuare correzioni ed adeguamenti; Presentazione di proposte di adeguamento del modello verso gli organi/funzioni aziendali in grado di dare loro concreta attuazione nel tessuto aziendale; Follow-up, ossia verifica dell attuazione e dell effettiva funzionalità delle soluzioni proposte. Dott. Claudio Pace 26
27 Organismo di Vigilanza: principali requisiti 1. AUTONOMIA E INDIPENDENZA 2. PROFESSIONALITA 3. CONTINUITA D AZIONE Dott. Claudio Pace 27
28 Comunicazione e formazione La comunicazione e la formazione a tutto il personale interno interessato sono un elemento fondamentale per garantire l attivazione ed il mantenimento del modello organizzativo, oltre ad essere requisito indispensabile per dimostrare in sede di giudizio la corretta applicazione. Comunicazione iniziale a tutto il personale Mediante consegna del documento Modello di organizzazione, gestione e controllo ex D. Lgs. 231/01 al personale aziendale Mediante consegna di set informativo (contenente CCNL, Modello organizzativo, D. Lgs. 231/01, etc) al nuovo personale assunto Attività di formazione sui contenuti del D. Lgs. 231/2001 Formazione tramite erogazione di corso in aula in modalità differenziata in funzione della qualifica dei destinatari, del livello del rischio dell area in cui lavorano, dello svolgimento delle funzioni di rappresentanza della società Dott. Claudio Pace 28
29 I MOG nel caso della sicurezza sul lavoro In ogni caso i MOG devono assicurare l adempimento degli obblighi di legge: 1. Il rispetto degli standard tecnico-strutturali di legge; 2. La valutazione dei rischi e le misure di prevenzione; 3. Le attività organizzative, come gestione emergenze, primo soccorso, appalti, riunioni; 4. Sorveglianza sanitaria (ove richiesto); 5. Formazione ed informazione dei lavoratori; 6. Vigilanza del rispetto delle procedure; 7. Acquisizione delle certificazioni obbligatorie; 8. Periodica verifica di efficacia delle procedure. Dott. Claudio Pace 29
30 I MOG nel caso della sicurezza sul lavoro Inoltre i MOG devono prevedere: Metodi di registrazione delle attività previste; Un articolazione di funzioni (organigramma); Un sistema disciplinare interno; Un sistema di controllo sull attuazione del modello stesso e sul suo mantenimento nel tempo Dott. Claudio Pace 30
31 Modello organizzativo per la sicurezza sul lavoro Il D. Lgs. 81/08 (T.U.), all art. 30, fornisce delle indicazioni sui requisiti dei Modelli organizzativi, nel caso specifico della salute e sicurezza sul lavoro Al momento, gli unici modelli ufficialmente riconosciuti come esimenti (e solo per le parti corrispondenti), sono. le linee guida dell Inail del 2001 La norma OHSAS 18000:2007 (Occupational Healt and Safety Assessment) Dott. Claudio Pace 31
32 La norma OHSAS La OHSAS è una norma britannica, ma riconosciuta anche in Italia. Attualmente è in vigore l edizione del 2007, revisionata allo scopo di essere coerente allo schema della ISO 9001:2008 (qualità) e della ISO 14001:2004 (ambiente). La OHSAS fornisce i requisiti per un Sistema di Gestione della Sicurezza sul Lavoro e Tutela della Salute occupational health and safety management system, in acronimo SGSL, oppure OH&S. Permette la certificazione di conformità dei sistemi di gestione da parte di Ente terzo accreditato. Dott. Claudio Pace 32
33 La norma OHSAS I requisiti fondamentali della norma OHSAS si possono individuare in: Politica per la Sicurezza e Salute sul Lavoro; Analisi dei rischi e pianificazione degli obiettivi di miglioramento; Formazione e consapevolezza; Partecipazione, consultazione e comunicazione. Controllo operativo e risposta alle emergenze; Misura e controllo delle prestazioni; Audit interni; Riesame da parte della direzione. Dott. Claudio Pace 33
34 D. Lgs. 121/2011 Illeciti ambientali Redigere modelli organizzativi e di gestione deputati a contenere il rischio di commissione dei reati ambientali Scegliere di correre il rischio che i soggetti, che a diverso titolo svolgono un attivita per loro conto, commettono questi illeciti L ente risponderà del reato ambientale commesso nel suo interesso o a suo vantaggio per una consapevolezza di organizzazione, proprio perché la scelta per la disorganizzazione ha aumentato il rischio-reato, che è uno dei tanti rischi con i quali l azienda deve quotidianamente confrontarsi Dott. Claudio Pace 34
35 Il modello 231/01 come opportunità di miglioramento Un progetto 231 è solitamente percepito come un costo necessario. Una gestione progettuale efficiente e consapevole consente, tuttavia, di spostare il focus della mera compliance (fine a se stessa) alla valorizzazione di opportunità di miglioramento o di maggiore efficienza gestionale. Progetto 213 visto come Compliance Compliancepercepita come aggravio dei costi aziendali. Appesantimento delle procedure operative. Burocratizzazione dei flussi autorizzativi e decisionali. Esclusivo adeguamento normativo. Progetto 213 visto come Opportunità Compliancevista come opportunità per il miglioramento della gestione aziendale. Approccio per migliorare l efficacia operativa. Implementazione di miglioramenti organizzativi, di processo e tecnologici. miglioramento di trasparenza, affidabilità, tempestività, accuratezza delle informazioni gestionale ed economico finanziarie. Dott. Claudio Pace 35
36 L offerta dei servizi di si propone, nell ambito delle attività in oggetto, come supporto operativo con le Aziende sia nello sviluppo del modello organizzativo 231/01 che nelle attività a supporto di un modello già attivato, quali: Progettazione del modello organizzativo D. Lgs. 231/01; Formazione interna sugli aspetti connessi all applicazione del modello organizzativo; Partecipazione agli Organismi di Vigilanza (OdV); Audits interni di valutazione compliance Modelli Organizzativi a supporto degli OdV; Sviluppo e implementazione sistemi di gestione della Sicurezza OHSAS 18001:2007; Consulenza sui temi della Sicurezza sul Lavoro D. Lgs. 81/08; Consulenza sui temi della corretta gestione Rifiuti, Scarichi Idrici ed Emissioni Atmosfera D. Lgs. 152/06 Dott. Claudio Pace 36
37 Grazie per l attenzione Dott. Claudio Pace V. F. Nagni, Viterbo sisthema@sisthemanalisi.191.it Cellulare: Telefono: Dott. Claudio Pace 37
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