DERMATOLOGIA ARGOMENTI

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1 DERMATOLOGIA ARGOMENTI Anatomia e fisiologia della cute pag. 2. Lesioni elementari pag. 9. Alterazioni istopatologiche dell epidermide, derma e ipoderma pag. 15. Eczemi e dermatiti pag. 16. Orticaria e Sindrome Orticaria-Angioedema (SOA) pag. 21. Infezioni virali pag. 24. Piodermiti pag. 28. Malattie veneree pag. 31. o Gonorrea o Uretrite non gonococcica. o Linfogranuloma venereo o Ulcera molle. o Sifilide Tubercolosi e Lebbra pag. 49. Micosi cutaneo mucose pag. 43. Leishmaniosi pag. 52. Ectoparassitosi pag. 53. Malattie Bollose pag. 55. o Pemfigo. o Pemfigoide. o Dermatite erpetiforme di Durhing. Lichen Planus pag. 57. Eritema Polimorfo pag. 58. Necrolisi Epidermica Tossica pag. 59. Alopecia pag. 59. Pitiriasi Rosea pag. 61. Rosacea pag. 62. Acne pag. 62. Psoriasi pag. 64. Lupus pag. 65. Sclerodermia e Morfea - pag. 66. Dermatomiosite pag. 67. Malattie Melanocitarie pag. 68. Precancerosi e Tumori pag. 71 Ferite, ustioni e causticazioni pag

2 ANATOMIA E FISIOLOGIA DELLA CUTE La pelle è un organo del corpo umano che, a causa della sua posizione anatomica, è di particolare interesse come organo-frontiera, assicurando rivestimento e protezione all organismo e permettendogli rapporti col mondo esterno. La pelle forma il tegumento, ovvero la superficie continua che riveste il corpo. È l organo più grande e costituisce quasi 1/6 del peso totale del nostro corpo. Essa ha quattro funzioni principali: Protettiva: contro raggi UV e contro insulti meccanici, chimici e termici e da microrganismi. È relativamente impermeabile e previene la disidratazione. Sensoriale: recettori per il tatto, pressione, dolore e temperatura. Termoregolatrice: la peridta di calore è impedita con peli ed adipe sottocutaneo. È facilitata, invece, dall evaporazione del sudore sulla pelle e dall aumentato flusso di sangue attraverso il derma. Metabolica: adipe sottocute è un enorme riserva di energia sotto forma di trigliceridi. La vitamina D è sintetizzata nell epidermide e integra quella della dieta. Osmotica emuntoria: simile al rene, come regolazione degli elettroliti, dell uremia e del riassorbimento di acqua. Pur variando in base alla taglia di ogni individuo, la superficie cutanea totale può essere calcolata intorno ai 2 m 2. lo spessore della pelle, i solchi, le pieghe, le rilevatezze, sono determinate, oltre cha dal trofismo, dalla elasticità della cute, dalla sua adesione all apparato locomotore ed alla disposizione degli annessi cutaneai. Questi ultimi ghiandole, peli, unghie sono in intima connessione anatomica con la cute ed insieme ad essa costituiscono una entità anatomica e funzionale. La pelle è formata da epidermide, derma e sottocutanea. Di questi, lìepidermide è il componente più esterno; epidermide e derma sono denominati cute. L epidermide comprende 4 strati (basale, spinoso, granuloso e corneo). Solo in sede palmoplantare presenta un 5 strato (lucido). Lo strato spinoso e basale costituiscono lo strato germinativo, definito anche Malpighiano. L EPIDERMIDE La superficie esterna della pelle è organizzata in losanghe, che sono solchi intersecati, fisiologici detti anche dermatoglifi. Essi servono ad aumentare l elasticità della pelle, e sono maggiormente presenti nelle aree di maggior movimento (palmo delle mani). Nel fondo delle losanghe si aprono le ghiandole sudoripare, che si dividono in due tipi, rolifer ed eccrine, che sono caratterizzate da una modalità di secrezione diversa, e e da una diversa innervazione. Inoltre si trovano lì vicino i follicoli piliferi, che in associazione con le ghiandole sebacee formano la cosiddetta unità pilosebacea. I peli aumenta notevolmente la sensibilità della cute agli stimoli tattili, soprattutto gli spostamenti d aria. Questo assume una particolare importanza nei ciechi. 2

3 Il sebo assieme ai Sali e all acqua presente sulla pelle forma una membrana (membrana di Ziakal) che impedisce la crescita di germi patogeni. La presenza di impronte digitali in aree di maggiore attrito aumentano la presa, sfruttando un meccanismo a ventosa che si crea dato che nel fondo delle losanghe ci sono numerose ghiandole sudoripare, che aderiscono agli oggetti con cui le dita entrano in contatto. La diminuzione delle ghiandole nel vecchio è una causa della diminuzione della presa. Un altra struttura superficiale è formata dalle linee di Langhans, che sono regioni di cute di maggior resistenza, dove possibile roliferat incisioni chirurgiche provocando una minore diastasi dei lembi cutanei. Queste linee non devono essere confuse con le smagliature cutanee, che sono invece rotture delle fibre elastiche che compongono il derma. Fra il derma e l epidermide non vi è una linea di divisione netta, ma un passaggio ondulato nel quale il derma si roliferat nell epidermide con le regioni chiamate papille dermiche. I vari strati dell epidermide hanno una organizzazione ben definita. Lo strato basale (B) poggia sulla membrana basale dell epidermide a contatto con il derma; da qui originano tutte le cellule dell epidermide. Lo strato spinoso (S), così denominato per l aspetto delle cellule, contiene le cellule originate dal basale in crescita. Questi due strati sono definiti epitelio germinativo Malpighiano. N.B. All interno del basale sono contenute, inoltre, cellule particolari, definite melanociti (M cheratinociti), di origine neuro-ectodermia, il cui compito è quello di produrre granuli di pigmento (melanina), che, grazie a numerosi tonofilamenti (riscontrabili con colorazioni speciali), sono trasportai su nello strato granuloso. Il rapporto è di 1:5-10 e la pigmentazione (e la protezione) dell epidermide dipende non dal numero, ma dall attività dei melanociti. 1 Le cellule dello strato spinoso sono caratterizzate da un alta basofilia, indice di attiva sintesi proteica di citocheratina, proteina fibrillare. 1 Altri fattori regolano il colore dell epidermide e sono definiti melanoidi: presenza di BRB, lo spessore del corneo, la quantità di O 2 nel sangue capillare. 3

4 Lo spinoso è lo strato in cui si riscontra la maggior concentrazione delle cellule di Langherans (L). sono caratterizzate da un citoplasma chiaro con aspetto ad uvo ad occhio di bue. Queste sono cellule deputate alla presentazione dell antigene e sono fondamentali nei processi di difesa dell organismo nella cute. Lo strato granuloso (G) è caratterizzato dalla presenza all interno delle cellule, di granuli di melanina che contribuiscono alla cheratinizzazione. Le cellule del granuloso producono, inoltre, cheratoialina, proteina che si sovrappone alla citocheratina dello spinoso, per formare la cheratina matura. Lo strato lucido, presente solo nell epidermide palmo-plantare, appare come uno strato omogeneo tra il granuloso e il corneo. Lo strato corneo è formato da resti di cellule, appiattiti, fusi, composti principalmente dalla proteina fibrosa cheratina. La morte di queste cellule è legata a lisi che determina la disposizione di tipa del corneo. Questa zona è rpiva di altre cellule ed organelli. L interno processo di maturazione delle cellule dura circa 3-4 settimane. Circolazione cutanea Le rolifera terminali della cute si anastomizzano fra loro formando un plesso arterioso profondo, da cui si dipartono dei vasi che arrivano fino negli stati più superficiale delle derma. Qui si forma un plesso arterioso superficiale, che all esterno può disperdere una grande quantità di calore. Questo plesso però può essere escluso dalla circolazione attraverso l attivazione di shunt arterovenosi profondi, che tolgono pressione e flusso al circolo superficiale. L innervazione adrenergica apre queste comunicazioni profonde, limitando la dispersione di calore e dirottando il flusso sanguigno a gli organi interni. Plesso nervoso Anch esso è sito nel derma ed è particolarmente ricco intorno ai follicoli piliferi. Esso origina dal sistema cerebro-spinale e da quello vegetativo. Le fibre di origine cerebro-spinale sono essenzialmente sensitive e possono presentare speciali organi terminali. Ricordiamo il corpuscolo del Pacini (sensibilità tattile e roliferat), e di Ruffini (caldo); nel derma i corpuscoli di Meissner (sensibilità tattile) e le clave di Krause (freddo). 4

5 Le fibre del sistema vegetativo provvedono in parte all innervazione dell epidermide e dei follicoli ed a quella dei vasi cutanei e delle ghiandole. Colonizzazione batterica La flora batterica dell epidermide può essere variabile da una zona all altra della pelle, e anche diversa a seconda delle fasi della vita (nel bambino ad es. vi sono molti più batteri che nell adulto). Una flora batterica residente è presente sempre, anche dopo il lavaggio più accurato. I batteri possono essere classificati in tre gruppi: Residenti: sono presenti del 75% dei soggetti in quantità apprezzabili, principalmente sono stafilocchi, micrococchi, colibacteri, sarcina. Si nutrono dei prodotti della desquamazione cutanea, e non sono dannosi, ma, inibendo la crescita dei batteri patogeni, svolgono un ruolo protettivo. Temporaneamente residenti: sono presenti nel 25-75% dei soggetti,. Si tratta spesso di patogeni opportunisti, che si annidano nelle strutture più riposte come le pieghe inguinali o cutanee, e sono spesso l espressione di un processo patologico in atto. Transiente: si tratta di una flora batterica patologica, presente nel 25% dei soggetti, come lo S. Aureus, lo Streptococco B-emolitico, o i clostridi, che se riescono a superare la barriera cutanea sono fonte di infezioni anche molto gravi. IL DERMA Il derma è la componente mesenchimale ed è diviso in due sezioni: papillare e reticolare. Le strutture principali sono fibre collagene disposte in maniera da offrire il massimo di elasticità e di resistenza insieme: le strutture superficiale sono disposte in maniera verticale, quelle intermedie oblique, quelle più profonde orizzontali. Il derma papillare (P) è una zona superficiale sottile, relativamente lasso ed altamente vascolarizzato, con esili fibre collagene intrecciate. Esso accoglie i plessi arterioso, venoso e linfatico sottopapillare e la rete capillare. In tale tessuto sono presenti le terminazioni nervose libere e sensitive: Strutture sensitive: solo due tipi di fibre nervose sono collegate con gli organi di senso della pelle: le fibre mieliniche, che raccolgono gli stimoli dal corpuscolo di Pacini e dal pelo, e le fibre amieliniche, collegate con i recettori liberi, e con l organo di Meisner. Questo sistema permette di discriminare le sensazioni tattili, condotte rapidamente, da quelle termiche e protopatiche, che vengono condotte più lentamente. Strutture non sensitive: vengono innervate da fibre motorie, di tipo adrenergico (ghiandole sebacee, vasi, muscoli del pelo, ghiandole sudoripare, di tipo rolifer), e fibre di tipo colinergico, che innervano solo le ghiandole sudoripare eccrine. 5

6 Il derma reticolare è così chiamato per la disposizione intrecciata delle fibre collagene e costituisce la maggior parte dello spessore del derma. All interno delle fibre collagene sono ben visibili numerosi vasi che si anastomizzano sia con la rete di vasi del derma papillare che con il plesso dei vasi che si trova alla transizione tra derma e tessuto connettivo sottocutaneo. L elastina è una componente fondamentale di entrambi gli strati dermici ed è messa particolarmente in evidenza ove è colorata in scuro. Le cellule del derma sono principalmente fibroblasti responsabili della sintesi dell elastina e della sostanza amorfa. Si possono anche riscontrare altre cellule: linfociti, mastociti, macrogfagi tissutali (monociti). SOTTOCUTANEO IPODERMA Questi è costituito dai lobuli di tessuto adiposo divisi da setti di tessuto connettivo. È riccamente vascolarizzato ed innervato. La struttura e lo sviluppo dell ipoderma dipendono dalle zone corporee, dall età, dal sesso, da condizioni di nutrimento ed influenze ormonali del soggetto. In condizioni normali il grasso nelle cellule adipose non è modile (grasso di deposito). Una deplezione del tessuto adiposo si verifica con l avanzare dell età rendendo la pelle flaccida ed avvizzita. ANNESSI CUTANEI Gli annessi cutanei originano tipicamente dal epidermide e si approfondano nel derma. La pelle ha diversi annessi, tra cui le ghiandole sebacee e sudoripare ed i peli. Peli ed annessi Sono strutture cheratinizzate molto modificate, prodotte dai follicoli piliferi. Questi sono introflessioni dell epitelio superficiale, avvolte da tessuto connettivo. La crescita del pelo avviene a livello di una espansione terminale del follicolo, il bublo pilifero, formato da cellule epiteliali in attiva proliferazione che circondano una papilla di tessito connettivo, la papilla dermica. Il follicolo pilifero è una struttura tubulare formata da 5 strati concentrici di cellule epiteliali. Alla base c è una formazione a bulbo, il bulbo pilifero, che racchiude la papilla dermica (PD); la massa epiteliale che racchiude la papilla costituisce la radice del pelo. Durante la crescita attiva del pelo i primi 4 strati interni di cellule sono forniti dalla crescita delle cellule della papilla dermica, ma il 5 strato esterno rappresenta unicamente una continuazione dell epitelio germinativo epidermico. 6

7 I 3 strati interni vanno a formare, dopo cheratinizzazione, il fusto del pelo. I 2 strati esterni vanno a formare una guaina epiteliale: I. Midollare (M): centro del fusto del pelo. Deriva dalla PD; è moderata la cheratinizzazione. II. Corticale (Co): asse del pelo, molto cheratinizzato. Circonda la midollare; deriva dalla PD. III. Cuticola (Cu): anche questa è cheratinizzato e deriva dalla PD; è formata da strati sovrapposti di cheratina. IV. Guaina interna della radice (GIR): deriva dalla PD e sono scarsamente cheratinizzate e scopaiono a livello dei dotti delle ghiandole sebacee, lasciando uno spazio ove è contenuto il sebo. V. Guaina esterna della radice (GER): deriva dallo strato malpighiano dell epidermide e non prende parte alla formazione del pelo. Questo strato è separato da tessuto connettivo (TC) che riveste il follicolo, poggiato su una membrana basale specializzata, la membrana vitrea (MV). Nel follicolo sono presenti, inoltre, melanociti grandi e attivi che offrono il pigmento al pelo. Un piccolo fascio di fibre muscolari lisce si attacca alla guaina di connettivo di ogni follicolo ed è inserito nella zona della papilla dermica. Questo costituisce il muscolo pilo-erettore, che ha innervazione simpatica. Ghiandole sebacee Ad ogni pelo sono associate uno o più ghiandole sebacee. Queste sono trovano sbocco alla fine della GIR e secernono sebo tra la GER e la Cu. Il sebo agisce come impermeabilizzante. In alcuni distretti, come sulle labbra, sui capezzoli, sulle sul glande, sulle piccole labbra, questo è secreto direttamente sulla cute. Ghiandole sudoripare Nella maggior parte delle sedi queste sono ghiandole tubulo-glomerulari semplici che secernono, attraverso un processo merocrino (eccrino), fluido sulla superificie cutanea. Si trovano affossate nel derma Queste svolgono un importante ruolo nella termoregolazione. Sono innervate dal sistema simpatico con fibre gcolinergiche. Ghiandole sudoripare apocrife Sono presenti in distretti quali le ascelle ed i genitali. Si ritiene che la secrezione avvenga tramite meccanismo apocrifo. Il loro prodotto è secreto nei follicoli piliferi. Sono innervate da fibre adrenergiche simpatiche. Unghie La superficie dorsale dell estremità di ogni dito della mano e del piede forma un annesso molto specializzato, l unghia. 7

8 Ogni unghia (U) è una piastra densa, cheratinizzata, che riposa su un epitelio pavimentoso stratificato, il letto ungueale. L estremità prossimale, definita radice, ed il sottostante letto ungueale, si estendono in profondità sino all articolazione interfalangea distale. Il derma sotto l unghia è fortemente attaccato al periostio della falange distale FD. La crescita ungueale avviene per proliferazione e differenziazione dell epitelio sottostante la radice ungueale, noto come matrice ungueale, e la piastra scorre distalmente sul resto del letto. La pelle che ricopre la radice dell unghia è definita tasca ungueale (T) e la sua estremità libera, molto cheratinizzata, è deinfita eponichio (E). la pelle sotto l estremità libera dell unghia costituisce l iponichio (I). 8

9 LESIONI ELEMENTARI Le lesioni elementari sono le manifestazioni di base si una malattia cutanea; sono divise in primitive, primitivo-secondarie e secondarie. Le primitive compaiono come manifestazioni iniziali, le secondarie costituiscono l evoluzione delle lesioni primitive; le primitivo-secondarie possono svilupparsi all insorgere della malattia come tali o possono essere secondarie. LESIONI PRIMITIVE Queste compaiono come manifestazioni iniziali della malattia e sono: eritema, pompo, vescicola, bolla, papula, nodulo, nodosità, gomma. Eritema L eritema è un arrossamento della cute a carattere transitorio che scompare alla pressione. Può essere attivo e passivo. L eritema attivo è legato a dilatazione dei vasi arteriosi del derma, ha colorito rosso vivo e presenta aumento della temperatura locale. Eritema scarlattiniforme: diffusi con chiazze eritematiche continue, senza tratti di cute apparentemente normali. Eritema morbilliforme: costituito da chiazzette puntiformi o miliari, lievemente rilevate, tra le quali sono interposte zone di cute apparentemente sana, Eritema roseoliforme: si differenzia dall eritema morbilliforme poiché gli elementi sono più grandi, rotondeggianti, più pallidi e presentano forma e disposizione più regolare. Si osservano nella rosolia, nella roseola tifosa, nella roseola luetica ed in alcune eruzioni da medicamento. L eritema passivo ( rolif) è legato, invece, a stasi venosa locale, ha un colorito rosso-violaceo ed è associato a diminuzione della temperatura locale. Per acrocianosi si intende arrossamento costante dei piedi, o di altre parti basse, come il sedere se una persona è distesa sulla sdraio con le gambe sollevate. In genere il fenomeno, anche antiestetico, migliora con il massaggio, sopraelevando le gambe, e con il calore, anche perché nel caso di acrocianosi i piedi vengono sentiti molto freddi. Per livedo reticolare si intende un disegno cutaneo dovuto alla dilatazione della rete capillare, che determina sulla pelle un disegno di tipo reticolare di colorito violaceo. Può essere congenito o associato a malattie di tipo reumatico o infettivo. Non da problemi ed è solo estetico. Pomfo È una rilevatezza solida della cute, fugace, di solito pruriginosa, provocata dalla rapida formazione di un edema circoscritto nel derma. 9

10 Colorito: inizialmente rosso-roseo, poi bianco porcellanacelo nella parte centrale con alone rosso in periferia. Grandezza: da un grano di miglio ad un palmo di mano. Forma: discoide, anulare, lineare. È la lesione caratteristica dell orticaria. Può residuare eccezionalmente una pigmentazione o una soffusione emorragica. Vescicola È una piccola rilevatezza dell epidermide costituita da una cavità a contenuto liquido. Può avere forma e grandezza variabile, in rapporto allo spessore del tetto. Il contenuto, inizialmente chiaro, può divenire torbido per l afflusso di PNM (sovrainfezione). È distinta in subcornea, intraepidermica, e sottoepidermica. La vescicolazione può essere interstiziale (edema epidermico), o parenchimatoso (degenerazione di alcune cellule). Bolla È come la vescicola, ma di dimensioni maggiori. È distinta, come la vescicola, in: Subcornea: impetigine bollosa. Intraepidemica: eczema bolloso (spongiosi), H.S., H.Z. (degenerazione globiforme), pemfigo volgare (acantolsi). Sottoepidemrica: dermatite erpetiforme, Porfiria cutanea, eritema polimorfo, lichen bolloso, led bolloso (degenerazione cellule basali), ustioni bollose (azione lesiova del calore). Queste sono tese e durano maggiormente rispetto alle subcornee ed alle intraepidermiche. Forma: rotondeggiante od ovalare. Dimensioni: variabile. Flaccida o tesa, a contenuto sieroso o sieroemorragico. Papula È una rilevatezza solida della cute, di piccole dimensioni, nettamente circoscritta (1-5 mm), che regredisce senza esiti cicatriziali, spesso con un acromia, con una desquamazione o con una pigmentazione transitoria. Dermiche: infiltrazione del derma. Epidermiche: iperplasia degli strati epidermici. Dermo-epidermiche: alterazioni dermiche ed epidermiche. Può essere puntiforme, leticolare, miliare, piana, emisferica, ombelicata, ipertrofica, rotondeggiante, ovalare. Possono essere isolate o confluenti. Nodulo 10

11 Formazione solida a sede dermica, circoscritta, compatta, differente dalla papula per la sede più profonda dell infiltrato, e per esito citractriziale. Di forma rotondeggiante/ovalate, grande come una lenticchia od una novviola, di colore variabile dal normale al rosso cupo. La nodosità è un nodulo a sede ipodermica. Se evolve rapidamente vero il rammollimento ed l ulcerazione è detta gomma. LESIONI SECONDARIE Le lesioni secondarie sono evoluzioni delle lesioni primitive: crosta, ragade, erosioni, ulcerazione, cicatrice. Crosta È una lesione secondaria conseguente a vescicole, bolle, pustole, erosioni, ulcerazioni. Si costituisce per concrezione di siero, pus, sangue, che essicca sulla superficie cutanea. È formata da uno stroma di fibrina contenenti detriti ed emazie. Si parla di squamo-croste se è costituita da numerose cellule cornee. Può avere grandezza e forma variabile. Se ha colorito giallastro (melicelica) è concrezione di pus; rosso è sangue. Nell esame delle dermatosi è sempre necessario distaccare le formazioni crostose, ricorrendo ad impacchi umidi. Ulcerazione È una perdita di sostanza profonda, con scarsa tendenza alla regressione spontanea; interessa il derma e l ipoderma e regredisce sempre con una lesione cicatriziale. È dovuta ad alterazioni regressive e necrotiche secondarie a processi flogistici, neoplastici o a turbe della circolazione periferica. Può essere primitiva o secondaria: Primitiva: conseguente a traumatismi, ad agenti fisici, chimici, a turbe trofiche. Secondaria: conseguente a bolle, pustole, nodi e nodosità (nella TBC, LUE, nelle micosi profonde, nella leishmaniosi, nelle neoplasie). Si localizza principalmente nelle regioni palmari e plantari, alle commessure labiali, ai capezzoli, al prepuzio, alle pliche anali. Nell esaminare un ulcera bisogna sempre considerare: Sede: può interessare il derma superificale o raggiungere notevole profondità (ulcera perforante); può estendersi in superificie (serpiginosa); entrambe (terebrante) Forma e dimensioni. Bordi. Fondo: necrotico, regolare, anfrattuoso, vegetante. Secrezioni. Aspetto della cute circostante: normale o eritematosa. Sintomi: indolente, dolente spontaneamente (TBC) od alla pressione (venerea). Ha sempre esito cicatriziale. 11

12 Ragade fissurazione è una soluzione di continuo lineare della superficie cutanea, legata alla perdita della normale distensibilità, a causa di processi infiltrativi, disidratazione o anomalie della cheratinizzazione. Se è limitata all apidermide è secca ed indolente. Se si estende al derma ha fondo rosso, sanguinante e molto dolente. Erosione È una perdita di sostanza superificiale, conseguente a vescicole, bolle e pistole. Regredisce senza cicatrici con la formazione di una crosta e di una mcula eritematica. Escoriazione È una erosione a disposizione lineare prodotta dalla scarificazione, ad esempio, come da un unghia. Cicatrice È una lesione secondaria dovuta alla riparazione di una soluzione di continuo che abbia interesaato derma o ipoderma. È costituita da epidermide assottigliata e connettivo addensato e sclerotico. È liscia, glabra, senza solchi né sbocchi follicolari. Appare, di solito, più chiara. Le cicatrici recenti sono di solito rilevate e viceversa. Può interessare anche e mucose manifestandosi con un ispessimento della mucosa. Che diventa di colorito biancastro (leucocheratosi). LESIONI PRIMITIVO-SECONDARIE Sono lesioni che possono insorgere con la malattia o secondariamente. Sono i cheloidi, le pustole, la squama, la macchia, l atrofia, la lichenificazione, la vegetazione, la sclerosi e la cheratosi. Cheloide Sono tumori benigni fibrosi, tesi, di solore rosso vivo, spesso pruriginosi. Hanno superficie liscia e presentano propaggini laterali. A differenza della cicatrice ipertrofica, tende ad estendersi in periferia e a recidivare dopo l asportazione. 12

13 Pustola È una piccola raccolta di essudato purulento contenuta nell epidermide. È disitinta in superficiale, intraepidermica, sottoepidermica. Ha dimensione variabilissima. Può essere secondaria, per trasformazione pustolosa di vescicole o bolle. Regrediscono senza lasciare esiti cicatriziali, ad eccezione delle pustole vaiolose. Squama È una formazione costituita da lamelle cornee che si distaccano dala cute in modo rilevabile clinicamente. Ortocheratosi: accentuazione del processo produttivo corneo. Paracheratosi: alterazione della cheratogenesi. È una lesione primitiva nelle dermatosi squamose come nella pitiriasi semplice e l ittiosi. È secondatia nelle dermatosi desquamative come l eczema. Si distinguono: Pitiriasica: piccole dimensioni e poco aderenti. Lamellare: grande ed aderente nella parte centrale. Psoriasica: friabile, bianca, pluristratificata. Parapsoriasica: rotonda e distaccabile ad ostia. Ittiosica: quadrangolare ed aderente nella parte centrale. Della dermatite seborroica: grassa e giallastra. Macchia La macchia è una modificazione del colorito normale della pelle che non scompare alla pressione. Le macchie vere sono dovute ad una modificata distribuzione di pigmento melanico. Le pseudomacchie sono legate a sostanze estranee, penetrate nella cute. Atrofia È la riduzione dello spessore della cute per diminuzione numerica e di volume dei suoi elementi costitutivi. Può essere: Primitiva: atrofia senile, atrofodermie, poichilodermia, anetodermia, strae disensae. Secondaria: eritematode, lue, lepra. Semplice: quando è conservato il profilo papillare della giunzione dermo epidermica. Cicatriziale: perdita del profilo della giunzione dermo-epidermica. Lichenificazione È un ispessimento della cute con accentuazione dei normali solchi e rilievi cutanei. È presente un insieme di piccole papule poligonali a superficie piana e di colorito della cute normale o lievemente arrossate. Può essere espressione di una neurodermite, oppure può costituire una lesione secondaria a dermatosi pruriginose. 13

14 Vegetazione È una escrescenza della cute o delle mucose di varia forma o grandezza. Può essere filiforme, conica, a cavolfiore, molle o dura. Può essere determinata da processi infettivi, neoplastici, iatrogena (iodio e bromo). Sclerosi È un ispessimento del tegumento che diviene duro, aderente ai piani profondi e non sollevabile in pliche. La superficie cutanea è arida ed alopecia per atrofia delle ghiandole sebace, sudoripare e dei follicoli piliferi. Si osserva tipicamente nella sclerodermia, ma può comparire anche nel corso di affezioni flogistiche cutanee. Cheratosi È un ispessimento più o meno accentuato dello strato corneo. L ipercheratosi è uno stao in cui la cheratinizzazione è enormemente aumentata, fino alla formazione di un vero e proprio corno. La cheratosi può essere circoscritta o diffusa, congenita o acquisita. 14

15 ALTERAZIONI ISTOPATOLOGICHE DELL EPIDERMIDE Acantolisi: peridta di coesione fra le cellule per rottura primitiva dei ponti intercellulari a livello di determinanti strati (Es. Pemfigo acantolisi alta o bassa). Acantosi: iperplasia dello strato spinoso limitata all epitelio soprapapillare (Es. Lichen ed Ittioli). Agranulosi: assenza del granuloso, tipicamente in associazione alla paracheratosi (Es. Psoriasi). Degenerazione cavitaria-vacuolare: le cellule del malpighiano perdono o loro ponti divenendo vacuolizzate. Nel citoplasma non più visibile si notano vacuoli di edema e de sostanza similglicogeno (Es. lesioni produttive virali, come la verruca, i conditomi acuminati, i papillomi virali, ed il mollusco contagioso). Degenerazione reticolare-balloniforme di Unna: rottura dei ponti intercellulari (simil- Eczema) è seguita da modificazione di forma e volume delle cellule (non si ha nell Eczema), col raggiungimento di un nucleo anche decuplo rispetto al normale. (Es. H.S. 1 e 2, H.Z., Varicella, Vaiolo). Discheratosi: precoce maturazione di elementi epidermici che cheratizzano precocemente con conseguente distacco e segregazione dagli altri elementi del Malpighiano (Es. Corpi Rotondi nella Discheratosi follicolare di Darier). Iperacantosi: iperplasia dello strato spinoso estesa all epitelio degli spazi interpapillari (Es. Psoriasi). Ipercheratosi: ipertrofia dello strato corneo. Può essere paracheratosica: le cellule dello strato corneo mantengono i loro nuclei per una imperfetta cheratinizzazione (Es. Psoriasi). Può essere ortocheratosica: le cellule deoo strato corneo sono regolarmente prive di nucleo (Es. Lichen). Ipergranulosi: aumento dello spesso dello strato granuloso (Es. Lichen). Papillomatosi: allungamento delle papille dermiche, consensuale all iperacantosi (Es. lesioni papillomatose e verrucose). Spongiosi: aspetto spugnoso del Malpighiano determinato da edema interstiziale per trasudazione plasmatici dal derma (exoserosi), che dissocia le cellule spinose con desmolisi (rottura delle connessioni intercellulari), formando molteplici spazi e cavità ripiene di siero (Es. Eczema vescicoloso e le sue vescicole di Willan). ALTERAZIONI ISTOPATOLOGICHE DEL DERMA Apoptosi: eliminazione di cheratinociti necrotici isolati (corpi colloidi o ialini di Civette). Elastoressi: frammentazione delle fibre elastiche. Omogeneizzazione del collagene: scomparsa della normale struttura fibrillare del collagene dermico. Papillomatosi: allungamento delle papille dermiche a dito di guanto. ALTERAZIONI ISTOPATOLOGICHE DELL IPODERMA Atrofia proliferatici dell adiposo: tralci connettivali fibrosi sostituiscono lobuli adiposi scomparsi. 15

16 ECZEMI E DERMATITI ECZEMA L eczema è una reazione infiammatoria cutanea evocata da molteplici stimoli chimici che si manifesta con lesioni eritemato-vescicolose evolventi in erosioni essudanti, croste e desquamazione. Istologia FASE ACUTA: Spongiosi. Infiltrato perivascolare linfocitario e neutrofilo. FASE CRONICA E DI REMISSIONE: Ipercheratosi paracheratosica. Acantosi e papillomatosi. Classificazione ECZEMI ESOGENI: Allergico da contatto. Allergico per via sistemica. ECZEMI ENDOGENI: Nummulare. Disidrosico. Biotico (micotico e microbico). Da stasi. Seborroico. ECZEMA DA CONTATTO DERMATITE ALLERGICA DA CONTATTO DAC È una affezione eczematosa indotta dal contatto di un allergene con cute precedentemente sensibilizzata. Fattori sensibilizzanti Cosmetici: tinture per capelli (sensibilità crociata con i gruppi p dei sulfamidici), novocaina, ac. Paraaminosalicilico, ciprie, smalti, profumi, dentifrici, deodoranti. Medicamenti: solfo e sulfamidici, procaina e penicillina, streptomicina e neomicia, antistaminici, cerotti e olio di cade ecc Vegetali: primule, legnami resinosi. Professionali: cromati del cement, nero di anilina dei tessili ecc Epidemiologia La frequenza della patologia è in continuo aumento, maggiormente diffusa nei paesi industrializzati. Colpisce più spesso soggetti adulti e anziani e soprattutto le donne. Etiologia Qualsiasi sostanza chimica, organica e inorganica può essere responsabile di una DAC. La capacità allergizzante della sostanza dipende sia dalla sua struttura che dalla reattività individuale. Sede Inizialmente le lesioni insorgono nella sede in cui è avvenuto il contatto. Successivamente possono estendersi anche a distanza (lesioni primarie e secondarie). Patogenesi 16

17 Penetrazione dell allergene nell epidermide. Legame dell allergene con gli antigeni di istocompatibilità di classe II presenti sulle cellule di Langerhans con processazione ed esposizione sulla membrana. Presentazione dell allergene ai linfociti T. Blastizzazione a livello linfonodale (periodo che varia da 14 a 21 giorni). Reazione dei T linfociti sensibilizzati al successivo contatto con l antigene (appena ore). Clinica Preceduta ed accompagnata da prurito, la DAC si manifesta con chiazze eritemato-edematose - eczema rubrum; su queste chiazze si costituiscono vescicole effimere eczema vescicolare - che si rompono, con la fuoriuscita di liquido eczema esaudante - e la formazione di croste eczema crostoso. Cessati i fenomeni essudativi, dopo la caduta delle sroste, residua una cute arrossata che s ricopre di squame furfuracee o lamellari eczema squamoso. Eczema rubrum Eczema vescicolare Eczema crostoso Eczema squamoso Se il processo eczematoso non guarisce, ma al con tacco si croniciczza, la cute si ispessisce e può mostrare un accentuazione della normale solcatura per l acantosi e la papillomatosi favorite dal continuo trattamento delle lesioni (eczema lichenificato). La patologia può diffondere in altre aree ed, eventualmente, coinvolgere tutta la superficie cutanea eritrodermia eczematosa e può complicarsi per sovrapposizione piogenica eczema impetiginizzato- Diagnosi Anamnesi. Clinica. Patch test: E un test specifico per la diagnosi delle dermatiti allergiche da contatto, indolore, di facile e semplice esecuzione ambulatoriale. Consiste nell applicare sulla pelle della schiena del paziente alcuni dischetti di alluminio contenenti ciascuno una particolare sostanza (allergene) potenzialmente responsabile della dermatite. Tra i gruppi di sostanze che vengono testate ricordiamo: alcuni metalli (cromo, nichel, cobalto), farmaci (antibiotici, anestetici, roliferativi) conservanti per prodotto di igiene personale, profumi, resine, sostanze della gomma, tensioattivi contenuti in detergenti e coloranti. Tali dischetti vengono mantenuti sulla cute per 48 ore grazie a particolari cerotti anallergici. Una volta tolti, una eventuale risposta allergica a qualcuna delle sostanze applicate sarà individuata per la presenza di arrossamento, prurito e piccole vescicole localizzate alla sede di contatto. Esame istologico nei casi dubbi. 17

18 DD con psoriasi e disidrosi. Terapia Evitare il contatto con l allergene. La terapica topica prevede l uso di cortisonici, antisettici, antistaminici (generali con caso di lesioni diffuse). Decorso Se le caise sono individuate ed allontanate, il singolo processo eczematoso risolve in poco tempo senza esiti. La sensibilizzazione persiste per molti anni o per tutta la vita ed il paziente andrà soggetto a recidiva in caso di nuova esposizione. DERMATITE SEBORROICA È un affezione eczematiforme delle regioni ad alta secrezione sebacea. Epidemiologia È una delle più frequenti affezioni cutanee. Rara prima della pubertà, raggiunge la sua massima incidenza verso il 4 /5 decennio di vita. L incidenza è maggiore nei maschi. Eziopatogenesi L etiopatogenesi è poco chiara. A parte una certa familiarità, il ruolo centrale è, oggi, attribuito al Pytirosporum Ovale, per una forte sensibilizzazione verso le sue endotossine. Lo stress psico-fisico, gli abusi alimentari e alcolici hanno certamente un ruolo, probabilmente nell indurre episodi acuti. Clinica Si manifesta con una chiazza eritematosa a sfumatura giallastra ricoperta da squame larghe, untuose e facilmente distaccabili. Le lesioni si presentano, tipicamente, alle zone seborroiche: cuoio capelluto, volto (pieghe nasali), glabella, zone retro-auricolari, aree mediotoraciche ed interscapolari. Il decorso è cronico, con episodi acuti e remissioni estive. FORME PARTICOLARI: Infanzia: tra la 2 e la 7 settimana ed il 3 mese, con lesioni desquamative del cuoio capelluto (crosta lattea) e della parte centrale del volto. In molti casi risolve spontaneamente per poi recidivare in età adulta. Anziani: negli anziani allettati, la dermatite seborroica è grave ed estesa anche a tutto il tronco. AIDS: circa il 31% degli asintomatici e l 80% dei sintomatici sviluppano una dermatite seborroica grave ed estesa con lesioni papulose ed infiammatorie con aspetto psoriasiforme. Diagnosi Bisogna sempre effettuare DD con la psoriasi. Il termine pseudopsoriasi indica sovrapposizione. Terapia Zinco piridinio cloruro topico e chetoconazolo topico (anche sistemico nei casi gravi). DERMATITE ATOPICA Conosciuta anche come eczema costituzionale, è un affezione di natura eczematosa in cui i fattori predisponesti individuali e familiari sembrano avere un ruolo fondamentale. 18

19 Definizione Flogosi pruriginosa acuta, subacuta, più frequentemente cronica dell epidermide e del derma che insorge in un soggetto geneticamente predisposto. Si associa, spesso, ad asma bronchiale, rinite e congiuntivite allergica. Epidemiologia Ha insorgenza tipica entro il primo anno di vita e raramente insorge dopo il quinto. Ha incidenza maggiore nei soggetti maschi. Eziopatogenesi È poco chiara e controversa. La malattia, nel 50 80% dei casi si osserva in soggetti con atopia,. Ossia con predisposizione genetica ad una esagerata risposta immunitaria nei confronti dei comuni allergeni ambientali. Ciò spiega l associazione con l asma allergico, rinite, congiuntivite allergia o con altre patologie IgE-mediate, come alcune orticarie. Questo meccanismo, tuttavia, non sembra essere l unico, in quanto si pensa che anche turbe dismetaboliche possano essere fondamentali, come defici di acidi grassi essenziali, turbe del metabolismo di nucleotidi ciclici ecc Clinica L eczema evolve con gittate ripetute che possono variare d aspetto e di sede, pur presentando sempre tendenze alla disposizione simmetrica, e che possono essere separate da periodi di latenza clinica anche completa. Il prurito, causa del trattamento, è, spesso, responsabile di insonnia, oltre che di infezioni. Nel quadro ematologico è costante l eosinofilia. La VES è spesso elevata. La D.A. si osserva nel bambino, nell adolescente e nell adulto, con aspetti morfologici diversi. LATTANTE 0-2 ANNI: Le lesioni sono, prevalentemente, eritematovescicolo-essudative, spesso crostose, localizzate alla convessità del volto, col risparmio della regione centrofacciale, e del corpo. È sempre presente prurito. BAMBINO DOPO I 2 ANNI: L aspetto è quello di un eczema cronico con presenza di aree eritematose desquamanti ed infiltrate, per il continuo trattamento. Le chiazze, spesso, lichenificate, pruriginose, sono localizzate alle pieghe (antecubitali, poplitee, subglutee, retroauricolari ecc ), ai polsi, alle caviglie, dorso delle mani, superfici laterali del collo, commisure labiali. ADULTO: le manifestazioni tipiche sono lesioni papulo-vescicolari, o di tipo settico, lichenificato ed infiltrato. La pelle è dura, rugosa, grigiastra, spesso discromica e ricoperta da abrasioni e da piccole croste ematiche provocate dal trattamento. Si associa xerosi (cute secca e pruriginosa) cutanea e eczema nummulare, associato ad escoriazioni ed ulcerazioni.. 19

20 Diagnosi Si basa sul riscontro di 3 criteri maggiori e 3 minori (Hanifin e Rajka 1980): Criteri maggiori Criteri minori Prurito. Topografia tipica. Eruzioni recidivanti e/o croniche. Precenti familiari e/o atopia. Xerosi. Tests epicutanei positivi. Elevati livelli IgE. Pallore/edema facciale. Intolleranza alla lana. Allergia alimentare. Pieghe sottorbitarie di Dennie-Morgan. Pitiriasi alba. Altri test importanti sono: PRIST e RAST a pneumoallergeni o allergeni alimentari. Il test istopatologico è di poca utilità, perché rileva solo spongiosi e vescicolizzazione. Diagnosi differenziali Lattante: dalla dermatite seborroica, che non è pruriginosa ed interessa le zone centro-facciali, risolvendosi sempre entro il 6 mese di vita. Bambino ed adulto: DD da dermatite da contatto, irritativi o allergica, con una corretta anamnesi. Terapia Controllo ambientale. Allontanamento di allergeni (dieta, profilassi ambientale, pneumoallergeni. Controllo sintomatico: bagni oleati, creme e pomate idratanti ed emollienti, creme cortisoniche ed antibiotiche (eventualmente). Controllo sistemico: cortisonici, antistaminici, antibiotici, acidi grassi essenziali. Terapia foto-chemio (PUVA-terapia): solo in gravi circostanze. 20

21 ORTICARIA E SINDROME ORTICARIA-ANGIOEDEMA (SOA) ORTICARIA È una affezione cutanea infiammatoria indotta da numerosi stimoli di natura chimica o fisica che si manifesta con pomfi pruriginosi. Epidemiologia È una sindrome non rara e predilige i soggetti giovani; è presente in tutti i Paesi ed in tutte le razze. Etiologia È varia e non sempre ben identificabile: Inalanti: pollini, forfore animali ecc Contattanti: piante, farmaci, alimenti ecc Penetranti: punture d insetti e piante ecc Alimenti: latte, cioccolata, cereali, uova, fragole ecc Medicamenti: penicillina, aspirina, FANS ecc Sostanze chimiche: tartrazina, sodio benzoato ecc Sangue e derivati: gamma-globuline ecc Infezioni virali, parassitarie, micotiche ecc Malattie sistemiche: linfomi, leucemie, connettivopatie ecc Patogenesi La patogenesi è legata alla degranulazione dei mastociti, con liberazione di mediatori chimici: Istamina, Chinine. Prostaglandine (specialmente D 2 ). Leucotrieni (specialmente C 4, B 4, D 4 ). Questi mediatori sono responsabili di vasodilatazione ed edema che possono interessare il derma, determinando orticaria, o l ipoderma, determinando angioedema. La degranulazione dei mastociti è conseguenza di meccanismi immunologici, non immunologici ed altri non noti. IMMUNOLOGICI: Reazioni di I tipo IgE-mediate. Reazioni di II tipo citotossiche. NON-IMMUNOLOGICI: Azione diretta di varie sostanze, come l acido acetilsalicilico, mezzi di contrasto, oppiacei e poliximina.. MECCANISMI NON NOTI: Bianco d uovo, crostacei, fragole e vino. Clinica I pomfi si presentano di colore bianco porcellanacelo, roseo o rosso, di dimensioni variabili, da pochi mm a decine di cm, di forma rotondeggiante, ad arco, festonata; hanno sempre un alone iperemico Le lesioni sono fortemente pruriginose. Persistono per pochi minuti o per ore e scompaiono senza lasciare alcun esito. Alcuni pazienti sono portatori di forme croniche (vedi dopo). Esistono delle varietà cliniche: Forma circinnata: estensione centrifuga con guarigione centrale delle lesioni. 21

22 Forma rolife-bollosa. Forma micropapulosa. Diagnosi È agevole per l aspetto clinico delle lesioni l accertamento etiopatogenetico è difficile e spesso in conclusivo. Oltre ad una accurata anamnesi, bisogna effettuare: Test allergologici: Prick test, PRISTe RAST. Esami ematologici di routine. RX torace. Ricerca di eventuali foci infiammatori (ortopantografia, tampone faringeo, esame batteriologico delle urine, ricerca di uova di elminti in presenza di eosinofilia. Complementemia: C3 e C4 per orticaria da immunocomplessi (defici di C1-esterasi). Terapia La terapia si basa su una corretta profilassi ambientale, alimentare (dieta priva di cibi istaminolibertori e priva di istamina e istidina) e professionale e sull uso di antistaminici, anche per lunghi periodi, e cortisonici. Si possono anche utilizzare stabilizzanti di membrana, come il chetotifene, o antidepressivi triciclici, come la doxepina, se sono associati fenomeni d ansia e depressione. ORTICARIA CRONICA IDIOPATICA OCI Questa è la forma più frequente di tutte (70-80%), che si distingue per la comparsa giornaliera per almento 6 settimane, di una eruzione pomfoide, accompagnata o meno da angioedema, in cui l agente scatenante non è identificato. Il decorso è imprevedibile: spesso si hanno episodi di riacutizzazione nei quali compare angioedema a livello delle labbra e delle palpebre in particolare. ORTICARIA FISICA È una affezione ad andamento speso cronico, in cui la sintomatologia pomfoide è evocata da stimoli meccanici, termici o attinici. Epidemiologia Colpisce in genere gli adulti; è associata ad una certa familiarità. Eziologia Risulta una patologia idiopatica nella maggiro parte dei casi. Clinica Le lesioni, spesso localizzate, compaiono pochi minuti dopo l esposizione al fattore scatenante. Gli elementi pomfoidi si manifestano sulle aree cutanee dove ha agito lo stimolo. Esistono diverse varietà cliniche: Factitia roliferati: di solito 5-10 minuti dopo la pressione con una punta smussa. Presso ria. Vibratoria. Acquagenica. Da calore colinergica: è caratterizzata da pomfi diffusi e molto piccoli al volto, al collo ed alla superficie estensoria degli arti. A frigore. Solare: spesso compare sulla cute toracica. Diagnosi 22

23 È solitamente agevole, per il rapporto diretto tra la manifestazione cutanea e l esposizione allo stimolo scatenante. Decorso Le corticarie fisiche persistono abitualmente per tutta la vita. Terapia Si basa sull uso di antistaminici, schermanti solari, cortisonici nei casi gravi. ANGIOEDEMA La degranulazione dei mastociti e la liberazione dei mediatori può avvenire, inoltre, anche nel derma, con la formazione dell angioedema. Clinica Si presenta come una tumefazione, consistente alla palpazione, del diametro di 2-10 cm, di colore biancastro o appena roseo. È scarsamente pruriginosa ma in grado di determinare una sensazione di tensione cutanea. Può colpire tutti i distretti ma è particolarmente grave quando si localizza alla lingua, al velopendulo, all esofago o alla glottide, potendo determinare asfissia. Può accompagnarsi a manifestazioni generali, quali malessere, febbre, vomito, emicrania, collasso cardiovascolare, broncospasmo ecc Dell angioedema esiste anche una forma ereditaria, associata al defici di C 1 -esterasi. Si ha, infatti, attivazione del complemento per la via classica. Si può riscontrare una diminuzione della complementemia. SINDROME ORTICARIA-ANGIOEDEMA (SOA) È frequente la manifestazione pomfoide tipica dell orticaria, in associazione alla manifestazione edematosa di grandi dimensioni, tipica dell angioedema. La patologia interessa, quindi, epidermide, derma ed epidermide. La SOA è distinta in base alla durata delle eruzioni pomfoidi: Forma acuta: max 4-6 settimana. Forma cronica: > 4-6 settimane; è divisa ulteriormente in continua, ricorrente, intermittente. Sulla base del meccanismo patogenetico si distingue in: forma immunologia ed extraimmunologica. Anche questa patologia prevede una patogenesi immunologica, extraimmunologica e forme a patogenesi fisica. La diagnosi e la terapia sono le stesse per tutte le altre patologie d orticaria ed angioedema. 23

24 INFEZIONI VIRALI HERPES SIMLPEX 1 E 2 Herpes Simplex febbre erpetica È una dermatosi eritemato-vescicolosa a decorso acuto causata da un virus neuro-dermotropo. Epidemiologia La prima manifestazione si ha, solitamente, nell infanzia. Sono possibili recidive in tutto il corso della vita. L incidenza è la stessa per razza e per sesso. Eziopatogenesi Il viurs è sferico a DNA a doppia elica, con capside a 162 capsomeri a simmetria icosaedrica. Esistono 2 principali varianti antigeniche: tipo 1 e tipo 2. Clinica Ha una caratteristica sintomatologia bifasica: Infezione primaria. Recidiva. Dopo l infezione primaria si instaura una fase di latenza, e diversi stimoli (slatentizzanti) determinano la ricomparsa delle recidive. Questi sono: febbre, stress emotivi, disordini intestinali, alcune malattie generali, mestruazione, esposizione solare ecc TIPO I: L infezione primaria è una gengivo-stomatite (80%), con interessamento dei linfonodi regionali. Le vescicole sono molto numeroe ed è interessato tutto il cavo orale, ma non il faringe. Le vescicole, molto numerose, si erodono subito, residuando erosioni giallastre dolenti e sanguinanti. È sempre presente scialorrea, foetor, anemia, febbre e compromissione dello stato generale. La patologia puòà anche presentarsi con: Cheratite. Herpes genitale. Eczema erpetico. Herpes disseminato. Patereccio erpetico. Herpes dei gladiatori. Recidiva L Herpes simplex labialis e perilabialis è caratterizzata da eruzioni con caratteristiche cliniche sovrapponbibili all eruzione primaria, ma più attenuate ed a decorso più breve. Le recidive possono presentarsi anche nelle sedi dell infezione primaria. TIPO II: L infezione primaria è caratterizzata da una eruzione eritematoedemato-vescicolosa. Le vescicole, caratteristicamente raggruppate a grappolo, sono di 1-3 mm di diametro, a contenuto inizialmente sieroso, poi purulento. Si rompono dopo 3-4 giorni con produzione di croste bruno-giallastre. È presente sempre una sensazione di bruciore di intensità variabile. Il tipo 2 si presenta all 80% come herpes genitale, con interessamento dei linfonodi regionalei. Può, però, anche presentarsi come herpes labiale e/o cutaneo. 24

25 Diagnosi La diagnosi clinica è quasi sempre sufficiente. L esame citologico prevede il riscontro di: Effetto citopatico virale: degenerazione balloniforme di Unna. Corpi inclusi intranucleari. L esame istologico preved il riscontro di: Flogosi dermica. Vescicole multiloculate con degenerazione reticolare del Malpighiano. Desmolisi con generazione balloniforme di Unna. Terapia Generale: acyclovir mg/4/7gg; foscarnet. Locale: acyclovir, tromantadina, idoxiuridina. Herpes Zoster Fuoco di S.Antonio È una patologia infiammatoria, a decorso acuto, unilaterale e segmentarla, caratterizzata da ganglioneurite acuta posteriore, con manifestazioni cutanee eritemato-vescicolose, disposte a grappoli, ed a distribuzione metamerica, causata dal virus Varicella-Zoster. Epidemiologia Sono a rischio solo i soggetti colpiti da varicella. È eccezionale in età neonatale (varicella intrauterina). La morbilità cresce con l età (75% dei casi di malattia in soggetti oltre i 45 anni) Eziopatogenesi Il virus è indistinguibile da quello dell herpes simplex. Clinica L infezione prevede una fase primaria, la varicella, cui segue una fase di latenza, una riattivazione e la recidiva herpes zoster. La varicella si presenta con eruzioni eritemato-vesciolose su foacefalando sano o con anello eritematoso (1). Il liquido si intorbida il giorno seguente. È tipica l ombelicazione. Le vescicole hanno diverso grado di maturazione. 2 Queste lasciano una costa che può lasciare una cicatrice quando si stacca (2). 1 2 I principali fattori di slatentizzazione sono l età, i traumi, le empatie, le neoplasie, l immunodeficienza. Altri fattori di rischio potenziale sono gli anti-micotici, gli immunodepressori, i corticosteroidi. Lo zoster si presents, invece, come una eruzione eritematoedemato-vescicolosa, localizzata nel territorio di sfioccamento di un nervo periferico si senso, con disposizione metamerica. È presente una adenopatia regionale dolente e nevrite (Iper/parestesie, dolore profondo muscolare, dolore superficiale urente). Tutti i nervi periferici possono essere colpiti, compresi quelli cranici, ad eccezione dell ottico e dell olfattivo. 2 Differenza con l eruzione monomorfa sincrona del vaiolo. 25

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