DOMENICA 5 MAGGIO Montea da Sant Agata di Esaro (CS) Direttori: Alfredo Nicastri ( ) Diana De Nicola ( )

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Monica Zanetti
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1 DOMENICA 5 MAGGIO 2019 Montea da Sant Agata di Esaro (CS) Direttori: Alfredo Nicastri ( ) Diana De Nicola ( ) Percorso: Fontana di Cornia (1032), cresta sommitale, anticima (1689), cima trigonometrica (1785), Montea (1825) Notizie generali Il gruppo della Montea costituisce l estrema propaggine meridionale dei Monti di Orsomarso e come tale ricade nel versante calabrese del Parco Nazionale del Pollino. Per il suo aspetto alpestre, la posizione isolata ed il carattere selvaggio dell ambiente naturale, è considerata una delle montagne più belle dell intero Appennino. L orografia del massiccio è caratterizzata da dorsali scoscese solcate da profondi canaloni e da un aereo e frastagliato crinale che si affaccia a Nordovest sulle valli del Corvino/Finocchio (Passo della Melara), a Nord sulla valle del fiume Rosa (Varco del Palombaro) e a Sud su quella dell Esaro. L itinerario classico per raggiungere la cima (1825 m.) parte dall abitato di Sant Agata di Esaro per risalire lungo il costone Sudest fino a guadagnare la cresta sommitale e di qui proseguire alla vetta. Per il dislivello, la lunghezza e la presenza di alcuni passaggi impegnativi, il percorso è consigliato ad escursionisti esperti. Dislivello: 900 m Durata: 7 ore di cammino nette Difficoltà: EE Partenza: ore 14:30 di sabato 4 maggio 2019 da Parco Pinocchio, Salerno Descrizione Da località Fontanelle, poco fuori il centro abitato di Sant Agata di Esaro, si imbocca la strada montana, prima asfaltata e poi sterrata, che conduce al piccolo rifugio Le vasche - Montea situato in località Fontana di Cornia (1032). Di qui, lasciati i fuoristrada, si prosegue a piedi. Superato sulla sinistra un abbeveratoio localmente noto come Fontana di Munzio, la sterrata cede il passo ad un sentiero che sale nel bosco di faggi e in breve raggiunge Acqua la pietra, altro abbeveratoio, alimentato da una piccola sorgente. Il sentiero prosegue quindi risalendo a tornanti le pendici del costone sud orientale della montagna, fino a guadagnare la cresta dopo circa 200 m di dislivello. Inizia da questo punto il lungo tragitto sommitale, che salendo progressivamente di quota, in circa due ore e mezza conduce alla vetta. Quando il bosco di faggi inizia a diradarsi, il percorso diventa via via più aspro e selvaggio, costellato da rocce sporgenti di ogni forma e dimensione (caratteristico il così detto Dito del Diavolo). Ad impreziosire il paesaggio compaiono i primi pini loricati, dapprima confusi con altre essenze arboree, quali faggi, ontani e alberi di rovere, poi sempre più numerosi, fino a formare veri e propri boschi che chiazzano di verde le pendici impervie del massiccio. Si prosegue ormai allo scoperto ammirando panorami mozzafiato che spaziano, partendo da Nord in senso orario, su La Mula, la Dorsale del Pellegrino e più oltre quella del Pollino, quindi la profonda gola del Rosa; proseguendo verso Est il Golfo di Sibari ed il Mar Ionio, quindi a Sud i monti della Sila, la Valle del Crati e la Catena Costiera, fino a contemplare ad Ovest il Tirreno con all orizzonte, se la giornata lo consente, il cono isolato dell isola di Stromboli. La cresta prosegue con a volte ripidi saliscendi toccando una serie di sommità a quote crescenti: 1487, 1659, 1689, fino alla cima trigonometrica a quota Di qui si piega a sinistra, in direzione WNW, seguendo l affilato profilo della cresta e dopo aver superato un tratto esposto ed un ripido ghiaioncello si guadagna la vetta (1825 m). La vista si apre a 360 gradi dallo Ionio al Tirreno, fino

2 ad includere verso Nord il Golfo di Policastro con alle spalle il Monte Bulgheria, il Cervati ed il Papa. Il ritorno per la stessa strada dell andata. Escursione alternativa Nel caso in cui le condizioni metereologiche non consentissero di effettuare l ascensione alla Montea, si opterà per la seguente escursione alternativa: 1. Traversata (se con pullman a seguito): Fontana di Cornia (1032), Tavola dei Briganti (1156), Pietra Portusata (1229), Casalini di Porta della Serra (893, rovine della città pre-greca di Temesa/Artemisia), Santuario della Madonna del Pettoruto (543, Comune di San Sosti). 2. Andata e ritorno (se con auto proprie): Fontana di Cornia (1032), Tavola dei Briganti (1156), Pietra Portusata (1229), Casalini di Porta della Serra (893, rovine della città pre-greca di Temesa/Artemisia). Per documentarsi sulla Montea si consiglia di consultare le seguenti pagine web:

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