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- Donato Boscolo
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2 Così la paglia integra il foraggio TECNICA E in aumento la tendenza a utilizzare questo sottoprodotto nelle razioni di bovini che si ritiene hanno minori esigenze. In realtà la sua fibra è scarsamente digeribile e perché sia di qualità deve essere trattata come un foraggio IL RUMINE E LA PAGLIA L apparato digerente dei ruminanti, come i bovini, si distingue da quello dei monogastrici per la presenza di uno stomaco di grandi dimensioni suddiviso in quattro parti comunicanti ( retidi MAUROCODELUPPI Negli allevamenti di vacche da latte può essere utilizzata come elemento integrativo del foraggio, in particolar modo nella fase di asciutta. La paglia di cereali è un sottoprodotto agricolo ampiamente disponibile in Italia, sia quantitativamente, sia per diffusione sul territorio nazionale. La quota di produzione maggiore spetta alla paglia di frumento, seguita a una certa distanza da quella di riso, orzo, avena e segale. Della produzione nazionale solo il 35% è utilizzato per fini zootecnici, come lettiera o come componente di razioni alimentari; la più utilizzata è quella di frumento. COME UTILIZZARLA Come detto precedentemente, in un numero sempre maggiore di allevamenti di vacche da latte e in particolare nella razione di quelle in asciutta è frequente trovare paglia di cereali come voce nell elenco degli ingredienti della razione. Il suo utilizzo richiede attenzioni particolari, perché se si commettono quantitativi e/o qualitativi (paglia in condizioni non perfette) gli effetti negativi sulle bovine si evidenzieranno con le lattazioni successive, non essendo di tipo immediato. La paglia ha uno scarso valore nutritivo, dovrebbe essere utilizzata come alimento di ripiego oppure limitarne la quantità nelle categorie di animali con maggiori esigenze, si pensi all errore di esagerare con la sua inclusione nell alimentazione delle manze, oppure usarla come semplice apportatrice di una parte della fibra necessaria. In alcune realtà, per aumentare l ingestione da parte degli animali e il valore nutritivo, si sono individuati alcuni metodi. Uno di queste è stata quella dei trattamenti meccanici quali la trinciatura e la sfibratura con le quali si soddisfa la prima esigenza,aumentare l ingestione delle bovine, specialmente se il sottoprodotto è miscelato in una razione più appetibile. La macinatura non favorisce la digeribilità e poi i costi diventano elevati. Per esaltare il valore nutritivo della paglia, se utilizzata come alimento, la scelta di un trattamento chimico ( con idrato di sodio, o, ammoniaca) può essere presa in considerazione, tenendo conto dei diversi fattori ( tecnici ed economici) che giocano a favore dell una o dell altra scelta. l La paglia non deve subire la pioggia, perché nel suo interno potrebbero svilupparsi funghi e muffe, in conseguenza dell umidità. IZ n. 16 /
3 COSA ACCADE NEL RUMINE Il contenuto del rumine è molto eterogeneo ed include una larga frazione di digeriti semisolidi, che formano una zona di materiale solido ben impaccato, al di sopra e al di sotto del quale risiedono due frazioni liquide. I contenuti del rumine non sono stagnanti. Il controllo del loro flusso coinvolge due importanti processi, i movimenti ruminali e la ruminazione. I movimenti ruminali sono sostenuti da una complessa serie di contrazioni muscolari che determinano il rimescolamento della parte solida. I microrganismi del rumine degradano i componenti della razione, di natura complessa e spesso di bassa qualità nutritiva, ed ottengono contemporaneamente energia per la loro crescita. l colo, rumine, omaso e abomaso). I prestomaci sono colonizzati da un insieme assai composito di microrganismi( batteri, protozoi, funghi, lieviti) che, attraverso lo sviluppo di processi fermentativi anaerobici, consentono all animale di avvalersi di alimenti non utilizzabili dagli animali monogastrici. In particolare, i ruminanti sono in grado, attraverso la mediazione della microflora ruminale, di utilizzare la cellulosa e le emicellulose, ciò che noi chiamiamo fibre, tramite la flora cellulosolitica. Di cellulosa ed emicellulose sono ricchi gli alimenti di origine vegetale, che risultano così indigeribili per gli altri mammiferi. I prodotti di fermentazione sono assorbiti dalla parete ruminale e giungendo alla ghiandola mammaria sono utilizzati nella sintesi dei precursori del latte. Tutti i batteri ruminali sono in grado di impiegare per le proprie sintesi RUOLO DEI MICRORGANISMI Imicrorganismi del rumine secondo il loro ruolo possono essere suddivisi : cellulosolitici ( degradano la cellulosa); 3 emicellulosolitici e pectinolitici (degradano le emicellulose e le pectine); 3 amilolititici ( degradano l amido); 3 proteolitici (degradano le proteine); 3 utilizzatori di zuccheri semplici ; 3 lipolitici. I lipidi assunti con la razione sono attivamente trasformati dai batteri presenti nel rumine. Il risultato di questa attività è visibile nella composizione costante del grasso del latte, ricco di grassi saturi; 3 acido fermentanti. Non sono direttamente proteiche anche azoto non proteico e azoto inorganico come l urea, consentendo al ruminante di sfruttare forme semplici di azoto, altrimenti inutilizzabili, che sono convertite nel rumine in proteine batteriche di elevato valore biologico. Le proteine batteriche sono digerite nello stomaco vero (abomaso) e poi assorbite nell intestino tenue come amminoacidi singoli o piccoli peptidi, che potranno entrare nella sintesi delle proteine del latte operata a livello delle cellule del tessuto mammario. La bovina (animale ospite) utilizza sia i prodotti finali del metabolismo microbico, come fonte di energia, sia la biomassa microbica come importante fonte di proteine. Il rumine contiene una delle più varie e dense popolazioni microbiche conosciute in natura. I microrganismi caratteristici degli ambienti ruminali appartengono a tre gruppi principali. Batteri, protozoi e funghi. Sono state individuate più di 200 specie di batteri ( flora) e più di 20 specie diverse di protozoi (fauna). La maggior parte dei microrganismi del rumine sono strettamente anaerobi, cioè non utilizzano ossigeno: molti sono sensibili anche a minime quantità di ossigeno, coinvolti nella degradazione delle particelle alimentari. Possono essere definiti secondi fermentatori perché utilizzano i prodotti della fermentazione operata da altre specie. Il loro ruolo principale è di mantenere costante il ph del rumine; 3 metanogeni, sono microrganismi particolari. Hanno il compito di rimuovere e riutilizzare l idrogeno molecolare liberato dalle fermentazioni di batteri, protozoi e funghi. 3 produttori di ammoniaca, contribuiscono a contenere l azione acidificante risultante dalla produzione degli acidi grassi a corta catena, permettono il circolo rumino epatico dell urea.l Composizione delle Paglie di uso comune Sostanza secca Sostanza organica Proteine gregge Fibra greggia Ndf Adf Calcio Fosforo Frumento non trattato ,7 1,6 Frumento tratt. con urea 4% della s.s ,4 0,6 Mais stocchi non trattati ,0 2,0 Orzo non trattato ,6 0,6 Orzo trattato con urea 4% della s.s ,5 0,7 Riso Avena ,6 0,5 Segale Sorgo non trattato (modificata da Antogiovanni e Gualtieri, 1998) 62 IZ n. 16 / 2008
4 l La paglia ha uno scarso valore nutritivo, va utilizzata come alimento di ripiego o limitata nelle categorie di animali con maggiori esigenze. tuttavia molti dei batteri che aderiscono alle pareti del rumine, che lasciano diffondere una certa quantità di ossigeno, sono aerobi facoltativi. Nella microflora ruminale le concentrazioni di funghi sono relativamente basse, rispetto a quelle dei batteri e dei protozoi cigliati. I funghi ruminali possiedono una vasta gamma di enzimi che rendono idrolizzabili molte strutture che compongono le pareti cellulari dei vegetali. Il rumine è uno dei tre prestomaci che precedono lo stomaco ghiandolare (abomaso) nei ruminanti, mammiferi artiodattili dalla dieta tipica erbivora. questo prestomaci, più grande degli altri (reticolo e omaso), è il più craniale e svolge una funzione di stoccaggio e parziale demolizione degli alimenti, che in questa sede subiscono una prima e profonda trasformazione, indispensabile per la loro utilizzazione. Il cibo ingerito, dopo una prima masticazione nella ca IZ n. 16 /
5 vità orale, attraversa l esofago e passa nel rumine, dove è impastato e arricchito d acqua, subendo una fermentazione per opera della ricca flora batterica presente. Importantissimo è il ruolo della saliva, molto alcalina e ricca di ioni bicarbonato(hco 3 ) che contrastano gli H + derivanti dalla dissociazione degli acidi grassi volatili, e regola il ph a livello ruminale per garantire la sopravvivenza dei microrganismi. STRUTTURA DELLA PAGLIA La paglia è quel sottoprodotto costituito dai culmi ( i fusti dei cereali) alla fine della maturazione della pianta e che rimane dopo la trebbiatura. Normalmente è raccolta in roto balle cilindriche del diametro di circa 200 cm con densità di compressione di circa 90 kg/m3. Le paglie di cereali principalmente sono utilizzate come lettiera sul pavimento nelle stalle, riempimento QUALE PAGLIA SCEGLIERE? L e paglie non sono tutte uguali. Quelle da utilizzare come integrazione del foraggio, vanno scelte sul campo, al momento della trebbiatura del cereale. Possibilmente non devono subire la pioggia in campo, né una volta raccolte in forma di balle o rotoballe, non devono produrre polvere. Lo stoccaggio in azienda deve essere fatto nel tempo più rapido possibile. Al momento dell utilizzo, se si presentano balle in cui la paglia appare di colore grigio scuro, colore che deve allarmare perché possibile spia della presenza di funghi e muffe, non devono essere utilizzate per l alimentazione.l cuccette, ma sempre più di frequente è utilizzata come integrativo del foraggio. In questo secondo ruolo spesso se ne fa un uso improprio, compromettendo la produzione e la qualità del latte, oltre a debilitare il fisico degli animali presenti in stalla. La paglia di cereali è formata da lignina, cellulosa e silice. La lignina al pari della cellulosa e delle emicellulose, è un polimero la cui molecola, molto complessa e a struttura tridimensionale, svolge in tutti i vegetali la funzione di legare e cementare tra loro le fibre, per conferire ed esaltare la compattezza e la resistenza della pianta. La lignina ha una degradabilità ruminale dello 0%, mentre la cellulosa e le emicellulose variano dallo 0,5% allo 8% in un ora. La lignina proveniente da paglia di cereali è lentamente fermentescibile (1 3%/ora) ed è inattaccabile dai batteri. È frequente trovare un prodotto di qualità scadente, a causa di avversità, atmosferiche, o crittogame (oidio ruggine, carbone) o per virosi o in seguito a trattamenti per diserbare malerbe. Se paglie con questi problemi giungono al rumine è compromessa la riproduzione di tutta la flora batterica. Se nel razionamento di particolari categorie di vacche, quelle in asciutta o le manze gravide, vi è l esigenza di utilizzare paglia di cereali, deve essere fatto in quantità minima e deve essere un prodotto conservato con le attenzioni che si riservano ai foraggi. l 64 IZ n. 16 / 2008
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