TEMPIO DI GIOVE CASA DEL FAUNO

Dimensione: px

Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "TEMPIO DI GIOVE CASA DEL FAUNO"

Chiara Campana
4 anni fa
Visualizzazioni

CLASSE IV B - LICEO SCIENTIFICO A.S. 2018/2019 3 Apolline Project e la riscoperta del patrimonio archeologico del versante nord vesuviano TEMPIO DI GIOVE

1 CLASSE IV B - LICEO SCIENTIFICO A.S. 2018/ Apolline Project e la riscoperta del patrimonio archeologico del versante nord vesuviano TEMPIO DI GIOVE CASA DEL FAUNO ALUNNI D Addesa Maria Morra Mariagrazia Coordinatore prof.ssa Gabriella Assante - Funzione strumentale n. 2 Sostegno al lavoro dei docenti

2 TEMPIO DI GIOVE IERI E OGGI

Il tempio di Giove è un tempio di epoca romana, sepolto durante l eruzione del Vesuvio del 79. Fu costruito intorno al 250 a.c. e divenne ben presto la principale struttura sacra di Pompei.

3 Il tempio di Giove è un tempio di epoca romana, sepolto durante l eruzione del Vesuvio del 79. Fu costruito intorno al 250 a.c. e divenne ben presto la principale struttura sacra di Pompei. Il tempio è in evidenza particolare, a dimostrare la sua importanza sugli altri: su un alto podio, nel lato corto, la sua vista è magnifica, con il Vesuvio che incombe alle sue spalle. In realtà il tempio non è dedicato al solo Giove, ma alla cosiddetta Triade Capitolina, cioè a Giove, Giunone e Minerva. Si tratta delle tre divinità chiave di Roma e si chiamano cosi perché a loro era dedicato il Tempio sul Campidoglio di Roma.

4 Il tempio chiude la grande piazza del Foro sul lato Nord e risale al II secolo a.c. Presenta un alto podio realizzato con inserti in lava e tufo, decorato con semicolonne e vuoto al suo interno con ingresso lungo il lato est: questa zona è divisa in tre navate, con volta a botte e le mura in opera incerta; i tre vani venivano utilizzati o come depositi, o come custodia per il tesoro della città. La gradinata che introduce al tempio è composta da due fila di scale, che entrambe convergono su di un pianerottolo e da qui una scala più ampia conduce all altare.

scala più ampia conduce all altare; ai lati di questa gradinata erano poste due

5 La gradinata che introduce al tempio ha una forma particolare: è composta da due fila di scale, che entrambe convergono su di un pianerottolo e da qui una scala più ampia conduce all altare; ai lati di questa gradinata erano poste due statue equestri, come riprodotto in un affresco della casa di Lucio Cecilio Giocondo.

6 Il tempio presenta un pronao con sei colonne sulla facciata e quattro laterali, tutte in tufo, stuccate, con capitello corinzio. Più della metà del podio è occupato dalla cella le cui colonne sono in doppio ordine, separate tramite un architrave.

7 LA CASA DEL FAUNO Ieri e oggi

satiro, che decora l impluvio dell atrio tuscanico. Si estende su una superficie di circa 3000 mq.

8 La CASA DEL FAUNO è una casa di epoca romana. Si tratta di una delle abitazioni più vaste della città e deve il suo nome ad una statua in bronzo, raffigurante un satiro, che decora l impluvio dell atrio tuscanico. Si estende su una superficie di circa 3000 mq. e si trova nel quartiere della città in cui è concentrato il maggior numero di case ad atrio con peristilio. In questa abitazione troviamo tutti gli elementi caratteristici dell architettura privata romana.

decorazione delle stanze di uso sia pubblico sia privato.

9 La casa fu costruita nel II secolo a.c. Il suo proprietario doveva essere certamente un personaggio molto in vista nella comunità di Pompei in età sannitica e di alto livello economico come dimostra il gran numero di oggetti d oro e d argento rinvenuti durante lo scavo e la lussuosa decorazione delle stanze di uso sia pubblico sia privato. Non conosciamo purtroppo il suo nome sappiamo soltanto che fece scrivere sul marciapiede, di fronte all ingresso principale, il saluto in latino «HAVE» per ostentare la sua cultura in un periodo in cui, a Pompei si parlava la lingua osca.

La casa ha due peristili Il primo con 28 colonne con capitelli ionici, che avevano sostituito quelli originali dorici, rimase intatto, invece, il

Il complesso venne ridecorato con stucchi in primo stile e con i famosi mosaici, ora al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

10 La casa ha due peristili Il primo con 28 colonne con capitelli ionici, che avevano sostituito quelli originali dorici, rimase intatto, invece, il fregio dorico a triglifi. Il complesso venne ridecorato con stucchi in primo stile e con i famosi mosaici, ora al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Un esempio è la vittoria di Alessandro Magno su Dario nella battaglia di Isso, uno dei capolavori dell'arte ellenistica che fungeva da pavimentazione. Il secondo peristilio è molto più grande del primo (circa 45x40 m) con 44 colonne doriche rivestite di stucco che circondavano un giardino molto ampio.

11 La Battaglia di Isso

La BATTAGLIA DI ISSO è un mosaico romano del 100 a.c. La scena ritratta è quella della battaglia compiuta da Alessandro Magno contro Dario III di Persia.

I protagonisti sono rappresentati di fronte, i loro sguardi si incrociano, ma i loro volti sono lo specchio di due situazioni differenti.

12 La BATTAGLIA DI ISSO è un mosaico romano del 100 a.c. La scena ritratta è quella della battaglia compiuta da Alessandro Magno contro Dario III di Persia. Il mosaico realizzato con circa un milione e mezzo di tessere risulta essere una copia del dipinto eseguito dal pittore greco Filosseno di Eretria e databile al IV sec.a.c. La scena raffigura il momento più importante della battaglia, quello in cui il re persiano si rende conto dell imminente disfatta del suo esercito e si appresta alla fuga. I protagonisti sono rappresentati di fronte, i loro sguardi si incrociano, ma i loro volti sono lo specchio di due situazioni differenti. Il volto di Alessandro è pacato ed esprime risolutezza mentre il volto di Dario lascia trasparire angoscia e paura. Gli occhi spalancati e la bocca aperta rappresentano il terrore e la consapevolezza della fine. Dario sta fuggendo, si volge indietro per richiamare i suoi soldati ad un ultima e strenua difesa. Alessandro, invece, si appresta ad inseguirlo. Nonostante il mosaico risulti parzialmente rovinato, le due figure principali sono facilmente riconoscibili. Nella corazza è raffigurata Medusa e i suoi capelli ondulati rappresentano il tipico aspetto della ritrattistica dell arte greca. Nella scena spiccano le lance e l affollamento di uomini e cavalli che evocano il frastuono della battaglia. Alessandro Magno in sella a Bucefalo Dario III di Persia

Documenti analoghi

4. Il mosaico di Alessandro Seconda metà del II secolo a.c. Napoli, Museo Archeologico Nazionale

32 Uno scorcio sull Italia. Lingua e arte per i principianti di lingua italiana 4. Il mosaico di Alessandro Seconda metà del II secolo a.c. Napoli, Museo Archeologico Nazionale Livello A2 33 A. Introduzione