ing. Flavio Verzotti: - l attività di POLIZIA IDRAULICA e la disciplina amministrativa nei regolamenti comunali - i Contratti di Fiume

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1 Corso sulla: Riqualificazione dei corsi d acqua e tecniche di ingegneria naturalistica Milano, 25 Settembre 2006 ing. Flavio Verzotti: - l attività di POLIZIA IDRAULICA e la disciplina amministrativa nei regolamenti comunali - i Contratti di Fiume

2 Attività di Polizia Idraulica Definizione: Per Polizia Idraulica si intendono tutte quelle attività e funzioni poste in capo al soggetto gestore di un corso d acqua (naturale o artificiale) affinché, nel rispetto e nell applicazione delle vigenti normative, provveda a tutelare e preservare il corso d acqua stesso e le sue pertinenze demaniali.

3 Quali sono le attività in cui si esplica l azione di Polizia Idraulica? 1) Vigilanza Controllo sul territorio; 2) Accertamento di violazioni ed abusi; 3) Esame di domande e progetti di: a) attraversamenti aerei = ponti, passerelle, cavi aerei ed in sub alveo = tubazioni, cavidotti; b) scarichi nel corso d acqua; c) occupazioni di aree demaniali adiacenti il corso d acqua; d) opere di difesa = scogliere, muri; e) emissione di provvedimenti di autorizzazione, concessione (disciplinari, decreti, canoni) e nulla osta.

4 FONTI NORMATIVE STATALI R.D. 523 / 1904 R.D. 368 / 1904 Capo VII Polizia delle acque corsi d acqua naturali Corsi d acqua di bonifica R.D / 1933 T.U. sulle acque e imp.elettrici L. 36 / 1994 D.lgs 152/1999 Disposizioni in materia di Risorse idriche Disposizioni sulla tutela all inquinamento delle acque Autorità di Bacino del Fiume Po Delibera del Comitato Istituzionale Piano Stralcio per l assetto n.26 del 26 aprile 2001 Idrogeologico PAI

5 R.D. 25 luglio 1904 n 523 Artt. 93, 94, 95, 96, 97, 98, 99, 100, 101 Capo VII E la norma indirizzata alla conservazione delle opere e delle loro pertinenze stabilendo a tutela del corso d acqua : le attività, i lavori e i fatti vietati in modo assoluto rispetto al corso d acqua, strade, sponde ed argini, indicandone le distanze da rispettare; le attività, i lavori e i fatti consentiti attraverso il rilascio di provvedimenti concessori onerosi (canoni) da parte dell ente gestore; le attività, i lavori e i fatti consentiti attraverso il rilascio di provvedimenti autorizzativi da parte dell ente gestore; i contenuti e le disposizioni da inserire nei disciplinari di concessione e nelle autorizzazioni e gli obblighi da porre in capo dei richiedenti; le contravvenzioni e le sanzioni da applicare in caso di inosservanza sia delle norme che delle condizioni contenute nell autorizzazione.

6 R.D. 8 maggio 1904 n 368 Regolamento sulle bonificazioni delle paludi e dei territori paludosi Costituisce il parallelo del R.D. 523/1904 nei confronti dei corsi d acqua di bonifica. Importanti sono i seguenti articoli: Art. 133 : indica i lavori, atti o fatti vietati in modo assoluto nei confronti dei corsi d acqua, strade argini ed altre opere in ambito di bonifica. Art. 134 : indica i lavori, atti o fatti vietati nelle opere di bonifica a chi non ha regolare concessione o licenza.

7 R.D. 11 dicembre 1933 n 1775 Approvazione del Testo Unico delle disposizione di legge sulle acque e su gli impianti elettrici Disciplina l utilizzo delle acque pubbliche relative alle derivazioni d acqua suddividendole in : - Grandi e piccole - Superficiali e sotterranee La procedura, più complessa, prevede l espressione dei pareri di competenza da parte di numerosi enti in conferenza di servizio e si conclude con l emissione di una concessione. Importante è da segnalare che il T.U istituisce un apposita Autorità Giudiziaria il Tribunale delle Acque che tratta nei suoi diversi gradi di giudizio le controversie relative alle acque quali : - la demanialità - i limiti dei corsi e bacini ; il loro alveo e le sponde - i diritti relativi alle derivazioni ed all utilizzazione delle acque pubbliche - qualunque natura riguardante l occupazione parziale o totale, temporanea o permanente di fondi e le indennità per esecuzione e manutenzione di opere idrauliche.

8 Legge 5 gennaio 1994 n 36 Disposizioni in materia di risorse idriche Fondamentale è il comma 1 dell art. 1 - Tutela ed uso delle risorse idriche Tutte le acque superficiali e sotterranee, ancorché non estratte dal sottosuolo, sono pubbliche e costituiscono una risorsa che è salvaguardata ed utilizzata secondo criteri di solidarietà ALTRE CARATTERISTICHE Viene sancito l uso prioritario dell acqua per il consumo umano (art. 2) Vengono dettate norme sul risparmio idrico (art. 5) Viene costituito il Servizio idrico integrato (art. 8 e succ. capo II) Viene incentivato l utilizzo delle acque dei consorzi di bonifica ed irrigazione ad altri usi inclusa la produzione di energia idroelettrica (art. 27)

9 D. Lgs. 11 maggio 1999 n 152 Disposizioni sulla tutela delle acque dall inquinamento e recepimento dir. 91/271 e 91/676 CEE Importanti sono: L art. 21 circa la Disciplina delle aree di salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano. Gli art. 27, 28, 29, 30, 31, 32, 33, 34, sulla Disciplina degli scarichi Molto importante è il 1 comma dell art.41 Tutela delle aree di pertinenza dei corpi idrici le Regioni disciplinano gli interventi di trasformazione e di gestione del suolo e del soprassuolo previsti nella fascia di almeno 10 mt. dalla sponda di fiumi, laghi, stagni e lagune comunque vietando la copertura dei corsi d acqua, che non sia imposta da ragioni di tutela della pubblica incolumità e la realizzazione di impianti di smaltimento rifiuti.

10 Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico - PAI L. 18/5/1989 n 183 art.17 comma 6 ter Del. Com. Istit. N 18 del 26/4/2001 Art. 8 delle Norme di Attuazione : Vengono individuate e delimitate le aree interessate da dissesto idrogeologico. In particolare per la Provincia di Milano il pericolo è costituito da esondazioni e dissesti morfologici di carattere torrentizio lungo le aste dei corsi d acqua (erosioni, sovraincisioni del thalweg, trasporti di massa) All Art. 9 sono definiti tra gli altri le esondazioni e dissesti di 3 tipologie: - Ee aree coinvolgibili dai fenomeni con pericolosità molto elevata - Eb aree coinvolgibili dai fenomeni con pericolosità elevata - Em aree coinvolgibili dai fenomeni con pericolosità media-moderata Nei successivi commi 5 e 6 vengono definiti i rispettivi interventi consentiti. In particolare per le aree Em la competenza è è demandata alla Regione ed agli enti locali.

11 Azioni di delega delle competenze Leggi Bassanini In attuazione della : - L. n 59/97 ( Delega al Governo per il conferimento di funzioni e compiti alle regioni ed agli enti locali per la riforma della pubblica amministrazione) e del successivo : D.Lgs. 112/98 ( Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato ) in particolare gli articoli: - art. 86 : gestione del demanio idrico dallo Stato alle regioni ed agli enti locali competenti per territorio; - art. 89c : trasferimento delle funzioni di polizia idraulica e pronto intervento;

12 La Regione Lombardia ha ritenuto di dare ordine alla materia con i seguenti provvedimenti normativi : L.R. n 1/ Riordino del sistema delle autonomie in Lombardia D.G.R. 7868/2002 Determinazione del reticolo idrico principale ; trasferimento delle funzioni di polizia idraulica del reticolo minore e determinazione canoni. L.R. n 7/ Norme in materia di bonifica ed Irrigazione D.G.R / Modifica della D.G.R 7868 / 2002 L.R. n 8/ Modifica della L.R. n 1/2000 L.R. n 36/2004 Esclusione dell imposta regionale per il reticolo minore e di bonifica D.G.R /2005 Approvazione del reticolo idrico di competenza dei consorzi di bonifica

13 L. R. 5 gennaio 2000 n 1 Riordino del sistema delle autonomie in Lombardia E la norma che definisce le varie competenze di Regione, Province e Comuni in tutta una serie di materie in esecuzione del D.Lgs 112 / 98. IMPORTANTI SONO : _ art. 3 comma 108 i) che stabilisce che è competenza della Regione individuare il reticolo idrico principale. _ art. 3 comma 114 che stabilisce che sono trasferite ai comuni le funzioni di polizia idraulica relativa al reticolo idrico minore

14 D.G.R. n 7868 del 25 gennaio 2002 Determinazione del reticolo idrico principale. Trasferimento delle funzioni di polizia idraulica concernenti il reticolo idrico minore. Determinazione dei canoni regionali di polizia idraulica. a) Il reticolo idrico principale di competenza regionale (all. A ). Per differenza tutti gli altri corsi d acqua costituiscono il reticolo idrico minore di competenza dei comuni. b) Nell allegato B vengono stabiliti i criteri per l esercizio dell attività di polizia idraulica (rimando alla legge nazionale) sul reticolo idrico minore. c) Nell allegato C sono riportati i canoni demaniali suddivisi con o senza occupazione di area demaniale. d) L allegato D elenca i canali gestiti come polizia idraulica dai Consorzi di bonifica ai sensi del comma 4 dell art. 5 della L.R. n 7 / 2003

15 D.G.R. n del 1 agosto 2003 Modifica della D.G.R. n 7868 / 2002 a) Nell allegato A viene modificato l elenco dei corsi d acqua del reticolo idrico principale. b) Nell allegato B vengono indicati i nuovi criteri per l esercizio della polizia idraulica di competenza comunale ed i criteri per individuare il reticolo idrico minore. c) L allegato C modifica e riclassifica gli importi dei canoni. d) Si riconferma che i consorzi di bonifica esercitano le funzioni di polizia idraulica secondo quanto contenuto nell allegato D della D.G.R

16 L allegato B (della DGR 13950/2003) è composto da 9 punti : Il punto 2 indica la normativa di riferimento. Il punto 3 - Elaborati e procedure Ogni Amministrazione Comunale, entro il 31/12/2004 predispone proposta composta da: - Cartografia riportante i reticoli principale e minore e relative fasce di rispetto ; - Parte normativa riportante le attività vietate o soggette ad autorizzazione nelle fasce di rispetto. NOTA BENE In carenza della vincolante approvazione regionale di tali elaborati su tutte le acque pubbliche valgono le disposizioni generali del R.D. 523/04 con divieto di edificazione a distanza < di 10 mt. Dal corso d acqua. A tale norma si può derogare solo in presenza di discipline locali (norme urbanistiche) vigenti. E importante notare che la riduzione delle fasce non può essere dettata solo da valutazioni di tipo urbanistico essendo il criterio prevalente quello della salvaguardia del corso d acqua dal punto di vista idraulico (sentenza TAR Liguria 828 / 1989). Gli elaborati approvati dalla regione debbono essere oggetto di variante dello strumento urbanistico. L esclusione dal reticolo minore potrà avvenire solo se dimostrata la non pubblicità del corso d acqua. Le proposte di deroga possono essere presentate anche nei confronti di corsi d acqua del reticolo idrico principale.

17 Il punto 4 - Criteri per l individuazione del reticolo idrico minore a)il reticolo principale di competenza regionale b)il reticolo minore di competenza comunale deve comprendere tutte le acque pubbliche (escluse le piovane non ancora convogliate) tenendo conto dei seguenti parametri : corsi d acqua demaniali indicati catastalmente corsi d acqua oggetto di interventi pubblici corsi d acqua riportati sulle cartografie IGM CTR L esclusione eventuale potrà avvenire solamente dimostrando che il corso d acqua non ha caratteristiche idrauliche di pubblico interesse. Il punto 5 Fasce di rispetto Vanno riportate sull elaborato grafico insieme ad eventuali fasce fluviali dei Piani stralcio di bacino ( L.183/97) Per procedere in deroga al 523/1904 occorre rifarsi agli studi di perimetrazione delle aree di esondazione (L.R. 41/97) tenendo conto di : erosioni divagazioni alveo garantire accessibilità per manutenzioni (non <4 mt) superfici soggette ad esondazioni difese radenti muri verticali (solo in centri abitati) attraversamenti per luci > 6mt piena centenaria, franco 1 mt, in subalveo a q. sicurezza sezioni costanti q. intradosso > q. piano campagna pendenza costante (senza accentuazioni o riduzioni)

18 MODALITA PER L INDIVIDUAZIONE DEL RETICOLO IDRICO MINORE La prima attività da svolgere è l individuazione dei corsi d acqua interessanti il territorio comunale Si dovrà tener conto: 1. Definizione corso d acqua (delibera del Comitato Interministeriale Ambiente del 4 febbraio 1977 (G.U N. 48). 2. Siano rappresentati come corsi d acqua sulle cartografie ufficiali (I.G.M., C.T.R. ecc.) 3. Siano indicati come corsi d acqua nelle carte catastali (N.B. Nelle carte catastali i corsi d acqua tombinati sono individuati come terreni) La seconda attività da svolgere è l individuazione dei corsi d acqua pubblici Dal confronto fra le due attività precedenti emergono i corsi d acqua privati Siano individuati come demaniali in base a normative vigenti. Per far ciò è opportuno ricordare le argomentazioni della sentenza 91/2004 del Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche: 1. Siano già stati individuati come pubblici ai sensi del R.D. 1775/1933; 2. Sono da considerarsi pubblici ai sensi dell art. 1 del d.p.r. 238/99 (fontanili per i quali non è stata presentata domanda di riconoscimento di titoli d acqua); 3. Sono corsi d acqua passati in mano pubblica a norma dell art. 28 del R.D. 1775/1933.

19 Dal confronto fra la effettiva situazione dei luoghi e l individuazione del corso d acqua sulla mappa catastale si individuano le aree da sdemanializzare Deducendo ai corsi d acqua pubblici quelli elencati nella tabella A della D.G.R come modificata dalla D.G.R si individua il reticolo idrico minore Ai corsi d acqua del reticolo idrico minore che non sono elencati nell allegato D della D.G.R. 7868/2002 e succ. modifiche si applica il regolamento del R.D. 523/1904. COMPETENZA COMUNALE Ai corsi d acqua del reticolo idrico minore che sono elencati nell allegato D della D.G.R. 7868/2002 si applica il regolamento del R.D. 368/1904. COMPETENZA CONSORZI BONIFICA

20 I corsi d acqua che derivano acque da un corso d acqua pubblico sono da considerarsi in linea di principio privati ma non è sempre vero Vi sono canali derivati che sono di proprietà Statale e/o regionale. Agli stessi si applicano il regolamento del R.D. 523/1904 se non elencati nell allegato D della D.G.R. 7868/2002 Vi sono i canali di proprietà dei Consorzi di Bonifica; per questi si applica il regolamento del R.D. 368/1904 se elencati nell allegato D della D.G.R. 7868/2002 I Canali non rientranti nelle categorie precedenti sono privati e soggetti al disposto del T.U. 1775/1933.

21 Il punto 6 Scarichi L autorizzazione allo scarico compete dal punto di vista quantitativo e non qualitativo. Occorre verificare la capacità idraulica del corpo idrico ricevente secondo i seguenti limiti di accettabilità calcolati secondo il Piano di Risanamento Regionale : 20 l./sec. per ettaro scolante impermeabile di aree residenziali industriali. 40 l./sec. per ettaro scolante impermeabile di aree dotate di fognatura. ( limiti validi per portate scaricate non direttamente in corsi d acqua in aeree montane e nei fiumi Adda e Ticino per la provincia di Milano ). L immissione con manufatto orientato in favore di flusso e dotato di accorgimenti tecnici atti ad evitare fenomeni erosivi. Punto 7 - Ripristino a seguito di violazioni L abusivismo totale o parziale delle disposizioni di polizia idraulica viene perseguito con procedura di Ordinanza Dirigenziale da parte del Comune territorialmente competente per la riduzione in pristino ai sensi dell art. 14 della Legge n 47 /1985.

22 Il punto 8 Autorizzazione Paesistica Se l area di intervento è in zona soggetta a vincolo ambientale occorre : A ) atto autorizzativo della Regione Lombardia D.G. Territorio per opere di competenza regionale; B ) Atto autorizzativo dell ente delegato secondo quanto stabilito dell art.80 della L.R. 12/2005. Punto 9 - Concessioni in aree demaniali Le richieste di sdemanializzazione sul reticolo idrico minore sono ammissibili dal punto di vista idrico solamente quando: l area interessata ha perso definitivamente le sue caratteristiche idrauliche di uso pubblico. Essendo la proprietà demaniale il comune esprime il proprio parere all Agenzia del Demanio territorialmente competente accompagnata da un nulla-osta idraulico. Il nulla osta investe oltre l aspetto tecnico anche quello di opportunità. L ALLEGATO D) della DGR 7868/2002 contiene l elenco dei canali su cui si esercitano le funzioni concessorie da parte dei Consorzi di Bonifica ai sensi della L.R. n 7 / 2003.

23 D.G.R del 11 febbraio 2005 Approvazione del reticolo idrico di competenza dei Consorzi di bonifica ai sensi dell art.10 della L.R. 7/2003 Individua nuovamente il reticolo idrico di competenza dei Consorzi di bonifica. Sino all approvazione del regolamento di P.I. non produce però alcun effetto giuridico circa la presenza o meno di un corso d acqua nell elenco. Pertanto continuano a valere le DGR n 7868 e n Per effetto della sentenza T.S.A. n 91 / 2004 tali DGR sono state parzialmente annullate. La sentenza afferma che alcuni corsi d acqua dell allegato D della DGR 7868 hanno natura privatistica quindi debbono essere stralciati.

24 IL CONTRATTO DI FIUME È il processo per realizzare una programmazione di intervento estesa a tutto il bacino del corso d acqua. Accertata la scarsa efficacia delle politiche sinora attuate sui corsi d acqua in Italia l obbiettivo è l applicazione di questo strumento a cominciare dai bacini soggetti a forte inquinamento e / o a rischio idraulico. Per tali bacini l inversione della tendenza al degrado ambientale può avvenire solo grazie all impegno di tutti gli attori pubblici e privati presenti quali : _ Comuni _ Province _ A.t.o. _ Associazioni _ Forze economiche _ Parchi che condividono l obiettivo della qualità ambientale, territoriale e paesistica. Il primo esempio è il Contratto di fiume dell Olona ove l intesa preliminare è stata sottoscritta dal 90 % dei comuni del bacino.

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