IPERSPECIALIZZAZIONE DELL INSEGNANTE DI SOSTEGNO

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1 IPERSPECIALIZZAZIONE DELL INSEGNANTE DI SOSTEGNO Una buona via per la qualità dell inclusione scolastica? Giulia Giani, insegnante di italiano e latino nei licei, specializzata nel sostegno Tavola Rotonda del 14 Novembre 2015

2 LE ESIGENZE DI CHI LA PROPONE VANNO SALVAGUARDATE Garantire qualità nel percorso di inclusione scolastica agli alunni Dare una risposta ai bisogni delle famiglie Avere personale docente motivato, perché adeguatamente formato Offrire continuità didattica nel ruolo del sostegno

3 LA «QUALITÀ» DEL CONTESTO La qualità nel processo di inclusione si può ottenere più efficacemente non lavorando sul «singolo» insegnante, ma sul «contesto» La proposta di iperspecializzazione è debole perché punta alla valorizzazione della competenza del singolo, ma non tiene conto delle molteplici variabili di contesto Per offrire una risposta convincente bisogna partire dalle criticità del ruolo di insegnante di sostegno, riconducibili proprio a ragioni di contesto

4 L INCLUSIONE «SCOLASTICA» La riforma non deve essere «del sostegno», ma del «sistema scolastico» nel suo complesso Bisogna riflettere sulla questione partendo dal presupposto che sono molti gli ambiti da valorizzare per garantire piena inclusione sociale agli alunni, ma la scuola deve avere chiari gli obiettivi di cosa si intende con inclusione scolastica Garantire agli studenti il pieno sviluppo delle proprie potenzialità - nell ambito dell apprendimento delle discipline oggetto di studio - nella socializzazione con i pari - nella costruzione di un progetto di vita che vada oltre la scuola

5 GLI ERRORI DA EVITARE Privilegiare la componente «assistenziale» rispetto a quella legata allo sviluppo di apprendimenti significativi Separare la carriera del docente di sostegno con una formazione che allontana dalla docenza Ritenere che la mancanza di motivazione di molti docenti di sostegno in servizio sia riconducibile ad un errore nella formazione o a scelte di comodo dei docenti Ritenere che la mancanza di continuità sia dovuta a mancanza di motivazione o a trasferimenti dei docenti su posto comune Imporre la continuità nel tipo di posto attraverso un percorso di formazione separato o attraverso un obbligo di permanenza

6 I DOCENTI PERDONO MOTIVAZIONE SE Non vengono valorizzati come docenti di tutta la classe Vengono considerati come assistenti personali o educatori, con compiti marginali rispetto alle attività didattiche Non sono formati nelle discipline oggetto della lezione di compresenza (soprattutto nella scuola secondaria di II grado) Hanno obblighi di servizio di lunga durata su posto di sostegno Vengono considerati spesso come coloro che svolgono la professione per scelta di comodo e sono l unica categoria alla quale si chiede una scelta per «vocazione»

7 LA CONTINUITÀ È UN BUON PRINCIPIO SE Viene favorita e incentivata, non imposta Riguarda il maggior numero possibile dei docenti del consiglio di classe e non certo il solo insegnante di sostegno È sostenuta da una scelta forte di team basata sulla costruzione di buone e significative relazioni tra docenti e studenti I docenti si trovano in condizioni di lavoro «sostenibili» e trovano soddisfazione nello svolgimento della professione

8 LA CRITICITÀ DEL «RUOLO» DI SOSTEGNO Pur avendo un titolo di studio in più, è percepito da molti colleghi e studenti come colui che ricopre un ruolo subordinato Spesso non si sente un «docente» - perché non insegna le discipline per cui è abilitato - perché è in compresenza in discipline per le quali non ha - competenze specifiche e in questi casi anche l attività di sostegno viene compromessa - perché non valuta gli alunni e questo è un elemento - fondamentale per acquisire o perdere autorevolezza

9 LA CRITICITÀ DEL «RUOLO» DI SOSTEGNO Viene spesso rifiutato dall alunno disabile come incarnazione della sua diversità Si occupa esclusivamente di situazioni problematiche Il coinvolgimento emotivo è spesso molto alto Manca una diffusa cultura della compresenza nella scuola e i docenti curricolari disposti ad un lavoro di team sono ancora una minoranza: molto spesso ricopre un ruolo passivo e l efficacia del suo intervento dipende dalla disponibilità del collega curricolare

10 LE CONTRADDIZIONI DELLA PROPOSTA DI LEGGE Sostenere che tutti i docenti devono farsi carico dell inclusione e proporre un percorso formativo separato destinato ai soli docenti di sostegno Ma inclusione è il contrario di separazione Sostenere una scelta motivazionale dei docenti ad intraprendere la professione basata sulla formazione separata e sull obbligo di permanenza nel posto di sostegno Ma «motivazione» è il contrario di «obbligo»

11 PERCHÉ «BIS-ABILI» È MEGLIO Perché riconosce ai docenti il valore della specializzazione posseduta non solo a parole, ma con reali opportunità: non sono «gli insegnanti dei disabili», ma possono svolgere entrambi i ruoli di docente curricolare e di sostegno Perché grazie all esercizio della doppia docenza si alimenta la diffusione di buone pratiche e molti più docenti si confrontano con l esercizio di questo ruolo, ma non in modo esclusivo. Questo contribuisce alla comprensione e condivisione reciproca tra docenti nel ricoprire ruoli diversi e va nella direzione della reale compresenza e contitolarità

12 PERCHÉ «BIS-ABILI» È MEGLIO Perché la suddivisione dei carichi di lavoro alimenta la motivazione Perché la flessibilità nella gestione delle ore di sostegno e di disciplina può favorire la continuità di sede dei docenti Perché l impiego dei docenti bis-abili va concepito come codocenza nella classe articolata secondo l area disciplinare di formazione e questo garantisce efficacia nell intervento Perché in questo modo la selezione dei docenti avverrebbe seguendo il criterio forte di personale abilitato in discipline di cui c è più bisogno nella scuola e il sostegno non verrebbe più visto come unica prospettiva di docenti con scarse possibilità occupazionali

13 LA FASE DI TRANSIZIONE Necessità di aprire la possibilità di conseguire la specializzazione non a numero chiuso perché c è necessità di docenti specializzati: non bisogna puntare ad una astratta «vocazione», ma all efficacia del servizio ed è necessario un numero maggiore di specializzati tra il personale in servizio Consentire ai docenti che lo richiedono, indipendentemente dal tipo di posto di titolarità, l esercizio della cattedra mista nei casi in cui vi siano risorse disponibili all interno dell istituto Inserire il possesso del titolo di specializzazione in sostegno tra i criteri forti che consentono una prelazione nella scelta dei Dirigenti scolastici secondo le nuove disposizioni di legge

14 PROSPETTIVE FUTURE Formare tutto il personale che entrerà nella scuola con un titolo di studio che preveda già un livello di «specializzazione di base» obbligatoria, che consenta a tutti i nuovi docenti di lavorare in una prospettiva mista per parte del proprio orario. Prevedere un eventuale livello di specializzazione ulteriore, facoltativa, che permetta di ricoprire ruoli di consulenza, supervisione o formazione in servizio dei colleghi e che sia adeguatamente retribuita

15 BIBLIOGRAFIA Giani, Ciò che non va in quella proposta di legge, in Superando, 24 agosto 2012, Giani, "La bis-abilità per rispondere alla crisi dell'inclusione, in Superando, 31 agosto 2012, Giani, Scambio di ruoli per una efficace inclusione scolastica, in Superando, 30 aprile 2013, Giani, Cultura dell inclusione e leggi da applicare, in Superando, 14 maggio 2013, Giani, Riflessioni sulla continuità didattica e molto altro, in Superando, 17 ottobre 2014, Giani e Fasce (2015), Orizzonte cattedra mista. Dai limiti della Proposta di Legge C alle potenzialità della cattedra mista in Ianes L'evoluzione dell'insegnante di sostegno. Verso una didattica inclusiva, seconda edizione, Erickson, Trento.

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