IL MERCATO DEL LAVORO IN LOMBARDIA

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1 IL MERCATO DEL LAVORO IN LOMBARDIA Nota congiunturale trimestrale Settembre 22 In breve Dopo la parentesi di debole ripresa tra fine 2 e inizio 2, il nuovo peggioramento del contesto economico e delle aspettative sta già iniziando a riflettersi sul mercato del lavoro lombardo, sia pur, per ora, senza l intensità sperimentata nel biennio 289. Nel trimestre 22 il tasso di occupazione (5-64 anni) mostra, per la prima volta da fine 2, una modesta crescita tendenziale, risultando pari al 64,9% rispetto al 64,7% del trimestre 2, ma rimane comunque ben al di sotto del 67,3% pre-crisi. La modesta crescita tendenziale del numero di occupati (+,5%) è inoltre ascrivibile esclusivamente alla crescita dell occupazione flessibile alle dipendenze (tempo determinato e part-time). La crisi continua a ripercuotersi pesantemente sull occupazione a tempo indeterminato dell industria, e quindi soprattutto sulla componente maschile che registra anche nel trimestre 22 una contrazione tendenziale dell occupazione (-,3%); continua il ridimensionamento anche nell occupazione giovanile (-,2%), il cui tasso di occupazione raggiunge un nuovo minimo attestandosi al 23,7%. Il permanere di un quadro economico molto debole sta portando le imprese ad operare i tagli di manodopera rimandati fino ad ora, con un conseguente marcato aumento della disoccupazione da fine 2; nel trimestre 22 il tasso di disoccupazione si attesta su valori record raggiungendo il 7,4%, 2,pp in più rispetto a quanto registrato nel trimestre 2; i disoccupati in Lombardia sono 344 mila, 5 mila unità in più rispetto allo scorso anno. La crescita della disoccupazione, oltre che all aumento di coloro che hanno perso un lavoro (prevalentemente gli uomini), è in parte ascrivibile anche alla ripresa della partecipazione al lavoro dei lavoratori secondari, tipicamente donne e giovani, legata alla necessità di garantire un reddito minimo in condizioni di incertezza sulla stabilità del reddito del capofamiglia, con un effetto di lavoratore aggiuntivo che contrasta con l effetto di scoraggiamento che solitamente prevale in recessione. Soffrono di più le imprese di piccole dimensioni, che hanno avuto maggiori difficoltà di recupero nel periodo di modesta crescita tra il 2 e il 2 e che maggiormente scontano l attuale crisi della domanda interna: l Indagine Unioncamere mostra saldi occupazionali negativi e in peggioramento soprattutto per il comparto artigiano, rispetto ad una sostanziale stabilità nell industria, e si conferma l estensione del ricorso alla mobilità da parte delle imprese con meno di 5 addetti (+2,8%). Da fine 2 riprende anche il ricorso alla CIG e la cautela degli imprenditori nell affrontare il nuovo ciclo recessivo si riflette, nel trimestre 22, in un aumento soprattutto dei provvedimenti ordinari (+ 53,9% anno su anno); cresce anche la componente in deroga (38,7%), mentre sono in diminuzione del 35,2% le ore autorizzate di CIG straordinaria. Le ore complessivamente autorizzate nel trimestre 22 sono circa 62 milioni (vs 59 milioni nel trimestre 2). In un contesto di elevata incertezza per il futuro, le aspettative delle imprese per i prossimi mesi sono estremamente negative con i saldi tra le prospettive di aumento e diminuzione dell occupazione in peggioramento in tutti i comparti e la previsione, secondo i dati Excelsior, di una contrazione dell occupazione nel 22 per quasi 9mila unità.

2 Sezione Tendenze del mercato del lavoro regionale. Le dinamiche di medio periodo Aumentano disoccupazione e offerta di lavoro Il mercato del lavoro lombardo sconta a metà 22 le conseguenze di un contesto economico molto fragile che permane ormai da diversi anni. Le già difficili condizioni del mercato del lavoro rischiano di peggiorare ulteriormente con il deteriorarsi dello scenario economico, intervenuto nella seconda parte del 2, per effetto della crisi finanziaria e del debito sovrano nell area euro. Dopo la debole parentesi di ripresa intervenuta tra fine 2 e inizio 2, il peggioramento del contesto economico e delle aspettative si è già riflesso sul mercato del lavoro, sia pur senza l intensità sperimentata nel biennio 289; tuttavia, dati i consueti ritardi con cui l occupazione reagisce al ciclo, i comportamenti rilevati sinora consentono di osservare solo in parte le ripercussioni sul mercato del lavoro. Nel trimestre 22 il tasso di occupazione lombardo (5-64 anni) mostra, per la prima volta da fine 2, una lieve crescita tendenziale, risultando pari al 64,9% rispetto al 64,7% del trimestre 2 (Figura ), un valore che rimane comunque molto al di sotto del livelli pre-crisi del trimestre 28 quando il tasso di occupazione era pari al 67,3%. Gli occupati in Lombardia nel trimestre 22 sono circa 4 milioni 29 mila, in crescita dello,5% rispetto al trimestre 2. Questo dato sintetizza un nuovo calo dell occupazione maschile a fronte della tendenza positiva della componente femminile. La base occupazione maschile si riduce infatti dell,3% rispetto al trimestre 2, con un tasso di occupazione che scende al 73%, tra i valori più bassi registrati dal 2. Rispetto ai livelli pre-crisi la base occupazione maschile si è ridotta di quasi mila Al momento della redazione del documento non sono disponibili i microdati ISTAT sulla Rilevazione Continua delle Forze di Lavoro per il trimestre 22; non è stato quindi possibile aggiornare le analisi di dettaglio che si riferiscono solo al I trimestre 22. lavoratori: la situazione della componente maschile, maggiormente coperta dalla Cassa Integrazione che ha sospeso i licenziamenti, si è ulteriormente aggravata con il secondo ciclo recessivo avviatosi a fine 2, probabilmente a causa della difficoltà per le imprese di rimandare oltre la riduzione dell organico. Gli effetti negativi sulla componente femminile sono invece stati più accentuati nella fase iniziale della crisi, per via del mancato rinnovo dei contratti a termine, mentre da inizio 2 l occupazione femminile è in continua crescita; nel trimestre 22 il numero di donne occupate aumenta del 2,9% rispetto al trimestre 2, con un tasso di occupazione che si attesta al 56,7%, il valore più elevato dell ultimo triennio, sebbene inferiore rispetto al 57,5% del trimestre 28. Figura Evoluzione del tasso di occupazione in Lombardia (5-64 anni) serie ricostruite I V I V I V I V I V I V I V I V I V I V I V I V I Fonte: Rilevazione Continua sulle Forze di Lavoro, Istat Figura 2 Evoluzione del tasso di occupazione per genere in Lombardia (5-64 anni) serie ricostruite Donne (Scala sx) Uomini (scala dx) I Fonte: Rilevazione Continua sulle Forze di Lavoro, Istat Sezione Tendenze del mercato del lavoro regionale 2

3 Figura 3 - Numero di occupati - Variazioni % tendenziali a/a e contributi alla variazione per sesso I Femmine Maschi Totale 9 Fonte: Rilevazione Continua sulle Forze di Lavoro, Istat 2 Le dinamiche occupazionali per genere riflettono gli andamenti settoriali. Dopo la battuta di arresto registrata tra fine 2 ed inizio 22, nel trimestre 22 torna infatti a crescere l occupazione nel terziario, che regista un aumento tendenziale dello,5%. Tuttavia il crollo dei redditi disponibili e dei consumi delle famiglie si ripercuoterà nei prossimi mesi anche sulla domanda di servizi, meno colpita fino ad ora. Figura 4 - Numero di occupati - Variazioni % tendenziali a/a e contributi alla variazione per settore Agricoltura Industria in s.s. Costruzioni Servizi Totale rispetto al trimestre 2, per un totale di circa 8 mila addetti in più. A risultare maggiormente in difficoltà sono ancora una volta i giovani, che registrano una diminuzione tendenziale del numero di occupati dell,2% (Figura 5) e il cui tasso di occupazione, sistematicamente in calo dall inizio della crisi, scende al 23,7%, il valore più basso dal 24 ad oggi. Nel complesso la base occupazionale dei giovani tra i 5 e i 24 anni si è contratta di oltre 6mila unità rispetto all inizio della crisi. Considerando anche i giovani dai 25 ai 29 anni il tasso di occupazione sale al 42,4%, un valore sostanzialmente in linea con quello del 2, ma molto inferiore al 5,2% pre-crisi. Il perdurare del ciclo recessivo sta avendo però effetti negativi anche sui lavoratori delle classi centrali di età (-,3% a/a), tradizionalmente protetti dal sistema di regolazione del lavoro e degli ammortizzatori sociali e che, con la Riforma Fornero, saranno meno protetti contro i licenziamenti per motivi economici. Alle difficoltà occupazionali di giovani ed adulti si contrappone l aumento dei lavoratori con più di 55 anni, presumibilmente per via dell innalzamento dell età pensionabile (+7,3%) I 9 2 Fonte: Rilevazione Continua sulle Forze di Lavoro, Istat Figura 5 - Numero di occupati - Variazioni % tendenziali a/a e contributi alla variazione per età Over 55 Totale Se era stato il recupero della produzione manifatturiera, trainata dalla domanda estera, a sostenere l occupazione fino a metà del 2, il peggioramento dello scenario economico ha portato ad un ridimensionamento della ripresa occupazionale nell industria in senso stretto (+,9%) e, in controtendenza con il precedente trimestre, ad una nuova contrazione degli occupati nel settore delle costruzioni (-,7%) (Figura 4). In complesso il settore dell industria registra una variazione positiva dello,5% -3. I Fonte: Elaborazioni IRS su microdati Rilevazione Continua sulle Forze di Lavoro, Istat Se cala l occupazione degli italiani (-,4%) continua a crescere quella straniera (+,4%), sebbene in ridimensionamento rispetto al recente passato (Figura 6); l aumento dell occupazione straniera è principalmente Sezione Tendenze del mercato del lavoro regionale 3

4 ascrivibile alle regolarizzazioni ancora in corso, secondo una dinamica che riflette l aumento delle iscrizioni all anagrafe della popolazione immigrata residente (Banca d Italia, 22 2 ); all aumento del numero di occupati non corrisponde infatti la crescita del tasso di occupazione, che anche per la componente straniera risulta in calo passando dal 62,6% del I trimestre 2 al 58,9% del I trimestre 22. Figura 6 - Numero di occupati - Variazioni % tendenziali a/a e contributi alla variazione per cittadinanza I Italiani Stranieri Totale 9 2 Fonte: Elaborazioni IRS su microdati Rilevazione Continua sulle Forze di Lavoro, Istat Come è noto, il lavoro flessibile alle dipendenze (tempo determinato, somministrazione, part-time) e il lavoro autonomo (che include le collaborazioni) sono molto più sensibili al ciclo economico rispetto al lavoro a tempo indeterminato: calano di più nelle fasi di recessione e aumentano maggiormente nelle fasi di ripresa, soprattutto in condizioni di incertezza. Tuttavia la debolezza del contesto economico si riflette ormai anche sull occupazione a tempo indeterminato che registra una contrazione su base annua dell,8%, ridimensionamento che riguarda sia gli uomini che le donne. Tengono invece le forme di lavoro flessibile alle dipendenze: il lavoro a tempo determinato registra un marcato aumento tendenziale (9,%) sia in riferimento agli uomini (+,5%) che alle donne (+6,5%) e si conferma la diffusione del ricorso al lavoro a tempo parziale in aumento dell 8,7%, al cui interno cresce però solo la componente involontaria (+6%) che arriva a rappresentare oltre il 45% dell occupazione part-time. Si 2 Banca d Italia, Economie Regionali, L economia della Lombardia, Giugno 22. contrae invece l occupazione autonoma (-3%). Complessivamente, attualmente si contano oltre un milione di lavoratori impiegati con forme di lavoro flessibili (tempo determinato, collaborazioni e/o parttime). Figura 7 Numero di occupati Variazioni % a/a e contributi alla variazione per tipologie contrattuale PT Flessibili FT* Indeterminato FT Altro Totale I * Sono considerati Flessibili i lavoratori con contratto a tempo determinato e i collaboratori (a progetto o i prestatori di opera occasionali). Non è più possibile conteggiare i professionisti non regolamentati perché dal I trimestre 2, Istat non diffonde più il dato sull iscrizione all albo. Fonte: Elaborazioni IRS su microdati Rilevazione Continua sulle Forze di Lavoro, Istat Il peggioramento di un quadro economico già molto debole si ripercuote sulla disoccupazione, con le imprese che hanno iniziato ad operare i tagli di manodopera rimandarti fino ad ora. Anche nel trimestre 22 il tasso di disoccupazione si attesta su valori record raggiungendo il 7,4%, 2,pp in più rispetto a quanto registrato nel trimestre 2. L impennata del tasso di disoccupazione riguarda sia la componente maschile che quella femminile, con valori pari rispettivamente al 6,8% (vs 4,4% del trimestre 2) per gli uomini e all 8,2% per le donne (vs 6,5% del 2). I disoccupati in Lombardia nel trimestre 22 sono 344mila, 5 mila unità in più rispetto al trimestre 2 (+44%). Sommando alle persone in cerca di occupazione i lavoratori in CIG equivalenti a ore, il tasso di Sezione Tendenze del mercato del lavoro regionale 4

5 disoccupazione nel trimestre 22 raggiungerebbe l 8,6%. Figura 8 - Andamento del tasso di disoccupazione in Lombardia serie ricostruite Maschi Femmine Totale I V I V I V I V I V I V I V I V I V I V I V I V I Fonte: Rilevazione Continua sulle Forze di Lavoro, Istat Anche i dati sulla disoccupazione confermano la maggiore gravità della crisi per la componente maschile con i disoccupati che crescono su base annua di oltre il 57%. Si confermano inoltre le difficoltà per i più giovani. Nel I trimestre del 22 il tasso di disoccupazione giovanile sale al 28,2%, rispetto al 24,3% del I trimestre 2 e al,5% dei livelli pre-crisi; considerando anche la fascia di età compresa tra i 25 e i 29 anni il tasso di disoccupazione raddoppia rispetto ai valori antecedenti la crisi passando dall 8,3% all attuale 7,5%. La continua crescita della disoccupazione di lunga durata riflette inoltre il carattere strutturale dell aumento del tasso di disoccupazione: le persone in cerca di occupazione da oltre 2 mesi, che rappresentano il 45,% del totale dei disoccupati (rispetto al 4,5% pre-crisi), aumentano di quasi un terzo; il tasso di disoccupazione di lunga durata sale al 3,5%, il valore più elevato dal infatti comportare un aumento dell offerta di lavoro da parte degli altri membri della famiglia, generalmente i giovani e le donne, determinando un effetto di lavoratore aggiuntivo, che contrasterebbe con l effetto di scoraggiamento che solitamente prevale in recessione. I dati mostrano infatti un tasso di attività in crescita anche nel trimestre 22, che arriva al 7,2% rispetto al 68,4% dello stesso periodo del 2; l aumento della partecipazione al lavoro riguarda principalmente le donne, il cui tasso di attività è salito dal 58,9% del trimestre 2 all attuale al 6,7%. Anche l impennata della disoccupazione giovanile è in parte ascrivibile all aumento dell offerta di lavoro con il tasso di attività che sale di un punto percentuale attestandosi al 33%. Figura 9 Evoluzione del tasso di disoccupazione e di inattività giovanile (54 anni) in Lombardia 3, 25, 2, 5,, 5,, Tasso di disoccupazione (scala sx) Tasso di inattività (scala dx) I Fonte: Elaborazioni IRS su microdati Rilevazione Continua sulle Forze di Lavoro, Istat 75, 7, 65, 6, 55, 5, Se da un lato l aumento del numero dei disoccupati deriva dall entrata in disoccupazione di chi era precedentemente occupato o in CIG, la recente crescita della disoccupazione è in parte ascrivibile anche alla ripresa della partecipazione al lavoro. E probabile che nei prossimi mesi, nonostante i segnali di crisi, la partecipazione non si riduca. La necessità di garantire un reddito minimo in condizioni di incertezza circa la stabilità del reddito del capofamiglia, potrebbe Sezione Tendenze del mercato del lavoro regionale 5

6 .2 I flussi e le dinamiche congiunturali Crescono solo le assunzioni a tempo determinato Nel trimestre 22 secondo i dati sulle Comunicazioni Obbligatorie sono stati effettuati circa 336 mila avviamenti, un dato leggermente inferiore a quanto registrato nel trimestre 2 (-,3%). Nonostante quasi mille avviamenti in meno rispetto al trimestre 2, la marcata contrazione nelle cessazioni (-9% rispetto al trimestre 2) porta ad un miglioramento del saldo tra avviamenti e cessazioni (+7,6 mila movimenti vs 3,8 mila movimenti nel trimestre 2). Anche i dati sulle Comunicazioni Obbligatorie, mostrano il crescente ricorso alle forme di lavoro flessibili: il 67,6% delle nuove assunzioni avvengono infatti con contratti a scadenza (tempo determinato, lavoro a progetto o somministrazione), 2,9pp in più rispetto allo scorso anno. I contratti a tempo determinato, fanno segnare un aumento del,% rispetto al trimestre 2, confermando il loro ruolo cruciale negli aggiustamenti del mercato del lavoro in periodo di incertezza, mentre subiscono un ulteriore flessione tendenziale i contratti a tempo indeterminato (-6,9%). Secondo una dinamica già osservata per il I trimestre 22, diminuiscono anche i lavori a progetto (-9%), le somministrazioni (-3,5%) e, diversamente rispetto al trimestre precedente, i contratti di apprendistato (-8,7%). Figura Composizione percentuale degli avviamenti per tipologia contrattuale e variazioni tendenziali ( trimestre 22) Regione Lombardia Si conferma inoltre la tenuta del terziario, per il quale le procedure di assunzione sono in crescita rispetto al trimestre 2 (+4,9%), mentre sono diminuite nell agricoltura (-6,8%) nell industria in senso stretto (- 3,7%) e nelle costruzioni (-8,6%). Figura Composizione percentuale degli Avviamenti per settore e variazioni tendenziali ( trimestre 22) Regione Lombardia Agricoltura Quota % Commercio e Servizi Fonte: ARIFL Regione Lombardia Variazione % a/a Costruzioni Industria Di conseguenza i tassi di avviamento (Tabella ), che rapportano il numero di avviamenti allo stock di occupati, mostrano valori in diminuzione per l industria in senso stretto (5,2% rispetto al 6,% del trimestre 2) e nelle costruzioni (8,% vs 8,6%), mentre il tasso di avviamento nel terziario, pari all 8,8%, risulta in crescita di,4 pp rispetto al trimestre 2. Tabella Tassi di Avviamento per settore confronto 2-22 ( trimestre) Regione Lombardia Quota % Variazione % a/a Determinato Indeterminato Progetto Somministrazione Apprendistato Altre Comunicaz. trim. 2 trim. 22 Agricoltura,,4 Commercio e Serv izi 8,4 8,8 Costruzioni 8,6 8, Industria 6, 5,2 Totale 7,9 7,8 Fonte: ARIFL Regione Lombardia e Istat, Rilevazione Continua sulle Forze di Lavoro Le cessazioni sono invece diminuite, rispetto al trimestre 2, in tutti i settori, pur se con intensità diverse. Fonte: ARIFL Regione Lombardia Sezione L andamento degli indicatori congiunturali 6

7 25 I 26 I 27 I 28 I 29 I 2 I 2 I 22 gen apr lug ott gen-3 apr-3 lug-3 ott-3 gen-4 apr-4 lug-4 ott-4 gen-5 apr-5 lug-5 ott-5 gen-6 apr-6 lug-6 ott-6 gen-7 apr-7 lug-7 ott-7 gen-8 apr-8 lug-8 ott-8 gen-9 apr-9 lug-9 ott-9 gen- apr- lug- ott- gen- apr- lug- ott- gen apr L analisi dei saldi tra avviamenti e cessazioni (Figura 2) permette di evidenziare le dinamiche specifiche dei diversi settori. Se da una parte l aumento degli avviamenti del 4,9% e la riduzione delle cessazioni dell 8,9% nel terziario si traduce in un saldo positivo per oltre 6 mila movimenti, dall altra la flessione delle cessazioni nelle costruzioni e nell agricoltura (rispettivamente,5% e - 29,2%) compensa la corrispondente riduzione tendenziale osservata negli avviamenti, portando a saldi positivi. Diversamente, nell industria in s.s. il saldo risulta negativo per oltre 2 mila movimenti, in controtendenza con quanto osservato per il trimestre 2 quando l industria in s.s. faceva registrare un saldo positivo per oltre 3 mila movimenti. Figura 2 Saldi tra avviamenti e cessazioni per settoreconfronto 22 ( trimestre) Regione Lombardia Avviamenti (scala sx) Cessazioni (scala sx) Saldo (scala dx) Figura 3 - Variazione % addetti nel trimestre, indice destagionalizzato e medie mobili Saldo tra ingressi e uscite nell occupazione - Industria variazione (scala sx) Indice Destag. (scala dx) media mobile di 4 termini (scala sx) Figura 4 La dinamica occupazionale dell industria Saldo Tasso di ingresso Tasso di uscita Agricoltura Commercio e servizi Fonte: ARIFL Regione Lombardia Costruzioni Industria e nel trimestre 22, peggiorano i saldi in tutti i comparti ad eccezione dell industria Nel trimestre 22, l Indagine condotta da Regione Lombardia, Unioncamere Lombardia e Confindustria presso un campione di imprese mostra un peggioramento congiunturale della situazione occupazionale nell artigianato, nel commercio e nei servizi. Nell industria (Figura 3), il saldo occupazionale è invece sostanzialmente nullo, sebbene il dato destagionalizzato mostri un peggioramento rispetto al trimestre 2. Il saldo nullo è frutto di un aumento sia dei tassi di ingresso che dei tasso di uscita, pari rispettivamente all,5%. Nell artigianato (Figura 5) il saldo occupazionale è negativ (-,5%) e in continuo peggioramento se si considerano i dati destagionalizzati, a conferma delle maggiori difficoltà per le piccole imprese a mantenere un eventuale surplus di manodopera dato il permanere di livelli di attività così bassi. In particolare, è possibile osservare (Figura 6) una diminuzione sia del tasso di ingresso (,5% vs,7% dello scorso trimestre) che nel tasso in uscita ( 2% vs 2,2%). Sezione L andamento degli indicatori congiunturali 7

8 gen-7 apr-7 lug-7 ott-7 gen-8 apr-8 lug-8 ott-8 gen-9 apr-9 lug-9 ott-9 gen- apr- lug- ott- gen- apr- lug- ott- gen apr I 26 I 27 I 28 I 29 I 2 I 2 I 22 gen-3 apr-3 lug-3 ott-3 gen-4 apr-4 lug-4 ott-4 gen-5 apr-5 lug-5 ott-5 gen-6 apr-6 lug-6 ott-6 gen-7 apr-7 lug-7 ott-7 gen-8 apr-8 lug-8 ott-8 gen-9 apr-9 lug-9 ott-9 gen- apr- lug- ott- gen- apr- lug- ott- gen apr gen-7 apr-7 lug-7 ott-7 gen-8 apr-8 lug-8 ott-8 gen-9 apr-9 lug-9 ott-9 gen- apr- lug- ott- gen- apr- lug- ott- gen apr Figura 5 - Variazione % addetti nel trimestre, indice destagionalizzato e medie mobili Saldo tra ingressi e uscite nell occupazione - Artigianato variazione (scala sx) Indice Destag. (scala dx) media mobile di 4 termini (scala sx) Figura 8 - Variazione % addetti nel trimestre e medie mobili Saldo tra ingressi e uscite nell occupazione Commercio.5 variazione media mobile di 4 termini Figura 6 La dinamica occupazionale dell artigianato Saldo Tasso di ingresso Tasso di uscita Negativi e in peggioramento anche i saldi nel terziario che scontano la crisi della domanda interna e dei redditi disponibili delle famiglie (Figure 7 e 8). Figura 7 - Variazione % addetti nel trimestre e medie mobili Saldo tra ingressi e uscite nell occupazione Servizi variazione media mobile di 4 termini Continua la crescita del ricorso alla CIG Il rallentamento del ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni che era seguita alla parentesi di ripresa economica verificatasi ad inizio 2 ha subito un brusco freno già dagli ultimi mesi del 2, con le imprese che hanno risposto alle nuove incertezze dello scenario economico nazionale ed internazionale attraverso una ripresa del ricorso alla CIG. Da inizio 22 è stato possibile osservare infatti una crescita sostenuta delle ore autorizzate di CIG, che anche nel trimestre 22, si attestano su livelli più elevati rispetto allo stesso periodo del 2. Nel trimestre 22 sono infatti state autorizzate 62,4 milioni di ore (di cui 25,3 milioni a carattere ordinario, 9,2 milioni straordinario e 8 milioni in deroga), in aumento tendenziale del 5,9% rispetto ai 59 milioni di ore del trimestre 2. Il permanere dell incertezza da parte degli imprenditori sugli sviluppi futuri del quadro recessivo si riflette in un aumento, nel trimestre 22, soprattutto dei provvedimenti ordinari la cui crescita tendenziale si attesta al 53,9%; cresce anche la componente in deroga (38,7%) mentre sono in diminuzione del 35,2% le ore autorizzate di CIG straordinaria (Figura 2). La ripresa dell utilizzo alla CIG è confermata anche dai dati dell indagine congiuntale Unioncamere che mostra un aumento sia della quota di imprese che sono ricorse alla CIG nel trimestre 22 (26,2% vs 8,8 del trimestre Sezione L andamento degli indicatori congiunturali 8

9 ) sia della quota di ore effettivamente utilizzate sul monte ore lavorato (2,9% vs 2,5). Figura 9 Cassa Integrazione Guadagni Ore Autorizzate Regione Lombardia 25,, 2,, 5,,,, 5,, 234 Media mobile centrata di 3 termini Ordinaria Straordinaria Deroga Fonte: elaborazioni IRS su dati INPS La disaggregazione del dato sulla CIG per settori rivela alcune dinamiche interessanti a livello regionale. Nel I semestre 22 le ore autorizzate di CIG sono infatti aumentate rispetto al I semestre 2 in tutti i settori ad eccezione del Meccanico (-,7%) e del Tessile (,3%), che pesano però rispettivamente per il 34,9% e l,9% sul totale di ore di CIG autorizzate, e dell Abbigliamento (- 6,6%) e delle Pelli (-4,%), settori in cui il ricorso alla CIG è però meno diffuso. Figura 2 - Cassa Integrazione Guadagni Ore autorizzate per Il 22 vedrà probabilmente allargarsi ulteriormente l area della disoccupazione, con le imprese, soprattutto le più piccole, costrette ad operare i tagli di manodopera sottoutilizzata per via del perdurare di livelli di attività troppo bassi. Anche nel trimestre 22 si registra infatti un marcato aumento del numero dei lavoratori approvati alle liste di mobilità pari a 4572 lavoratori, in aumento del 7% rispetto agli approvati nel trimestre 2 (Figura 2) 3. Tuttavia, l aumento della mobilità riguarda esclusivamente le iscrizioni a seguito di licenziamenti individuali attivati da imprese di piccole dimensioni (ex l.236/93) che registrano una crescita su base annua del 2,8%, mentre sono in diminuzione i licenziamenti collettivi effettuati dalle imprese più grandi (-8%). Figura 2 I lavoratori approvati nelle liste di mobilità Regione Lombardia Valori assoluti (Gennaio-Giugno 22) /9 236/93 Totale Fonte: Fonte: ARIFL Regione Lombardia Ordinaria Straordinaria Deroga Anche la composizione delle iscrizioni per tipologia di lista conferma le difficoltà per le imprese più piccole, che hanno avuto maggiori difficoltà di recupero nel periodo di modesta crescita tra il 2 e il 2 e che maggiormente scontano la crisi della domanda interna: oltre il 7% dei lavoratori approvati nelle liste nei primi mesi del 22 è stato licenziato da imprese con meno di 5 addetti (Figura 22). I Fonte: elaborazioni IRS su dati INPS e alla mobilità per le imprese più piccole 3 In riferimento ai dati sui lavoratori approvati alle liste di mobilità da parte della Sottocommissione, va specificato che essi non si basano né sulla data dell effettivo licenziamento né sulla data della comunicazione alle Province da parte delle imprese. Fra tali eventi può infatti intercorrere un arco temporale variabile che rende necessario ai nostri fini leggere con cautela i dati riferiti ad un arco temporale ristretto. Sezione L andamento degli indicatori congiunturali 9

10 Lombardia 2,6% I trimestre trimestre I trimestre trimestre I trimestre trimestre I trimestre trimestre I trimestre trimestre I trimestre trimestre I trimestre trimestre Figura 22 Dinamica e composizione dei lavoratori approvati in lista di mobilità anni 29, 2, 2, 22 - Regione Lombardia 25 L. 223/9 L. 236/93 Figura 24 - Lavoratori coinvolti in situazioni di crisi - Incidenza sull occupazione dipendente (Gennaio- Giugno 22) a) Stima lavoratori Mobilità CIG 2 5 Milano Brescia Bergamo 5 Varese Como Lecco Pavia Mantova Cremona Lodi Sondrio Fonte: Fonte: ARIFL Regione Lombardia Nel complesso i lavoratori coinvolti in situazioni di crisi in Lombardia (stimati considerando i lavoratori in CIGO, CIGS, CIGD e mobilità), nel I semestre 22 sono circa 87mila, pari al 2,6% dell occupazione dipendente in regione (Figura 23), un valore in linea rispetto al I semestre 2, sebbene pesino maggiormente le crisi più gravi legate alla mobilità. I lavoratori in CIG equivalenti a zero ore 4 rappresentano l,6% dell occupazione dipendente per un totale di circa 53mila lavoratori. b) Incidenza % su occupazione provinciale Brescia 3.9 Lecco 3.6 Varese 3.5 Como 3.2 Bergamo 3. Mantova 2.5 Cremona 2.5 Lodi 2.3 Pavia 2. Milano 2. Sondrio Figura 23 I lavoratori coinvolti in situazioni di crisi Incidenza sull occupazione dipendente - Regione Lombardia Mobilità CIGO CIGS CIGD Totale Fonte: elaborazioni IRS su dati ARIFL Regione Lombardia (Mobilità), INPS (CIG) e Istat (n. occupati). Fonte: elaborazioni IRS su dati ARIFL Regione Lombardia (Mobilità), INPS (CIG) e Istat (n. occupati). Si conferma il maggior coinvolgimento in situazioni di crisi dei lavoratori nelle provincie più industrializzate: Brescia, Lecco, Varese, Como e Bergamo sono le province dove gli effetti della crisi sul lavoro dipendente sono particolarmente rilevanti. 4 La stima dei lavoratori in CIG equivalenti a ore tiene conto dell effettivo tiraggio delle ore di cassa integrazione. Si veda Nota metodologica. Sezione L andamento degli indicatori congiunturali

11 gen apr lug ott gen-3 apr-3 lug-3 ott-3 gen-4 apr-4 lug-4 ott-4 gen-5 apr-5 lug-5 ott-5 gen-6 apr-6 lug-6 ott-6 gen-7 apr-7 lug-7 ott-7 gen-8 apr-8 lug-8 ott-8 gen-9 apr-9 lug-9 ott-9 gen- apr- lug- ott- gen- apr- lug- ott- gen apr gen-9 apr-9 lug-9 ott-9 gen- apr- lug- ott- gen- apr- lug- ott- gen apr gen-9 apr-9 lug-9 ott-9 gen- apr- lug- ott- gen- apr- lug- ott- gen apr gen apr lug ott gen-3 apr-3 lug-3 ott-3 gen-4 apr-4 lug-4 ott-4 gen-5 apr-5 lug-5 ott-5 gen-6 apr-6 lug-6 ott-6 gen-7 apr-7 lug-7 ott-7 gen-8 apr-8 lug-8 ott-8 gen-9 apr-9 lug-9 ott-9 gen- apr- lug- ott- gen- apr- lug- ott- gen apr.3 Una ripersa ancora lontana: molta incertezza e timori per il futuro Le pesanti misure restrittive adottate dal governo Monti per riportare in equilibrio i conti pubblici hanno drasticamente ridotto il reddito disponibile delle famiglie e la spesa per consumi, mentre le crescenti difficoltà di accesso al credito per le imprese e il calo della domanda interna ed europea stanno riducendo la capacità produttiva nell industria e la spesa per investimenti. La crisi si sta estendendo ora anche ai servizi, che risentono della stagnazione della domanda di consumo e delle politiche di contenimento della spesa nel settore pubblico. In questo quadro, i principali operatori economici hanno rivisto al ribasso le previsioni di crescita dei prossimi anni. La contrazione dell economia andrà attenuandosi solo nel 23 e fino ad allora le imprese si troveranno costrette ad operare le riduzioni alla manodopera sottoutilizzata, tagli fino ad ora in parte contenuti grazie all utilizzo degli ammortizzatori sociali, con un probabile allargamento dell area della disoccupazione. In questo quadro la sfiducia di imprese e famiglie è scesa ai minimi degli ultimi anni. Figura 26 - Prospettive dell occupazione per il trimestre successivo Saldo tra aumento e diminuzione Artigianato saldo media mobile 4 termini Figura 27 - Prospettive dell occupazione per il trimestre successivo Saldo tra aumento e diminuzione Commercio saldo media mobile 4 termini In Lombardia, anche nel trimestre 22 si assiste ad un ulteriore peggioramento della produzione e ad una contrazione degli ordini interni ancora marcata. Tiene la domanda estera che non compensa però le perdite del mercato interno. In riferimento al mercato del lavoro le aspettative occupazionali delle imprese si riflettono nei saldi fra prospettive di aumento e diminuzione dell occupazione per il prossimo trimestre che risultano negativi e in netto peggioramento in tutti i comparti. Figura 25 - Prospettive dell occupazione per il trimestre successivo Saldo tra aumento e diminuzione Industria saldo media mobile 4 termini Figura 28 - Prospettive dell occupazione per il trimestre successivo Saldo tra aumento e diminuzione Servizi saldo media mobile 4 termini Sezione L andamento degli indicatori congiunturali

12 Box - Le previsioni Excelsior per il 22 Le previsioni sui flussi di ingresso e uscita per il 22, rilevate dal Sistema Informativo Excelsior Unioncamere - Ministero del Lavoro, mostrano una situazione per il mercato del lavoro ancora negativa ed in peggioramento rispetto allo scorso anno. Le imprese che prevedono assunzioni nel 22 corrispondono al 3,% delle intervistate in Lombardia, un dato in forte ridimensionamento rispetto allo scorso anno in cui le previsioni di assunzioni riguardavano il 2,5% delle imprese, soprattutto nel comparto industriale (2,3% vs 24,3% del 2). Nel complesso, il saldo tra assunzioni e cessazioni previsto dalle imprese per il 22 risulta negativo per 8.93 unità, (vs movimenti del 2), corrispondenti a 99.5 assunzioni a fronte di 8.45 uscite. In Lombardia le maggiori perdite occupazionali si dovrebbero osservare nelle imprese di più piccole dimensioni, ancora più in sofferenza dopo l avvio del nuovo ciclo recessivo, e ancora una volta nell industria (.97 unità), mentre nei servizi si prevede una contrazione occupazionale più modesta. (Tabella ). Tabella - Previsioni di entrata, di uscita e saldi per settore, classe dimensionale (22) Entrate Uscite Saldo Settore Industria Commercio Turismo Servizi Totale Dimensione - 9 Dipendenti Dipendenti Dipendenti dipendenti e oltre Totale Nord-Ovest Italia Fonte: Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema informativo Excelsior, 22 I saldi tra previsioni di entrata e di uscita sono negativi e in peggioramento in tutte le provincie lombarde; a registrare le perdite occupazionali più numerose sono in particolare alcune delle province più industrializzate, come Brescia (.76), che registra inoltre un netto peggioramento del saldo, Bergamo (- 2.34) e Varese (-.63); tuttavia risulta particolarmente caduta del terziario dovuti al crollo dei redditi disponibili delle famiglie e della domanda interna. Tabella 2 - Previsioni di entrata, di uscita e saldi per provincia (22) Entrate Uscite Saldo 22 Saldo 2 Milano Bres cia Bergamo Vares e Monza e Brianza Mantova Lecco Pavia Cremona Como Sondrio Lodi Totale Fonte: elaborazioni Irs su dati Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema informativo Excelsior, 22 La Figura mostra il tasso di variazione dell occupazione previsto per il 22, ottenuto rapportando il saldo delle previsioni di ingresso e uscita allo stock dei dipendenti a fine 2. Nel complesso, in Lombardia, si prevede una contrazione dell occupazione pari a -,7% (vs -,9% del Nord-Ovest e -,% medio nazionale), una variazione più accentuata di quella registrata nel 2 ma comunque ancora inferiore a quanto registrato nel biennio 29 (rispettivamente a -,5% e -,6%). Figura Tassi di variazione dell occupazione previsti in Lombardia: un confronto con Nord-Ovest e Italia (28),5,5 -,5 - -,5,5 Lombardia Nord-Ovest Italia Fonte: Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema informativo Excelsior, 282 accentuato il peggioramento delle previsioni delle imprese milanesi (-5.53 vs -.5 del 2), riflettendo i timori per la Sezione L andamento degli indicatori congiunturali 2

13 Anche rapportando il saldo all occupazione dipendente, le contrazioni più marcate riguarderanno il comparto industriale e delle costruzioni, sebbene su livelli non molto diversi da quanto rilevato nel 2; nel commercio e nei servizi le previsioni 22 mostrano invece un netto peggioramento (-,3% vs +,5% dello scorso anno per il commercio e -,5% vs nei servizi). Figura 2 Tassi di variazione dell occupazione previsti in Lombardia per macrosettore (282) Dalle informazioni rilevate dal sistema Excelsior risulta che il 5,2% delle assunzioni non stagionali previste nel 22 dalle imprese lombarde risulta di difficile reperimento, un dato sostanzialmente in linea con la media nazionale (5,7%). Le maggiori difficoltà di reperimento si riscontrano nel comparto industriale dove il 7,6% delle assunzioni è di difficile reperimento, mentre nei servizi questa percentuale scende al 4,3%. 2,,, -,, -3, -4, Il 5,2% delle assunzioni di difficile reperimento lo sono per il ridotto numero di candidati (carenza di persone che esercitano la professione o concorrenza tra imprese nel reperirli); tuttavia, dato l aumento dell offerta di lavoro e le difficoltà delle imprese ad assumere manodopera, questa percentuale si è molto ridotta rispetto allo scorso anno quando l assenza di candidati riguardava il 56,3% delle assunzioni di difficile reperimento, soprattutto nei servizi (5,6% vs 64,8% del 2). -5, Industria Costruzioni Commercio Altri servizi Totale Fonte: Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema informativo Excelsior, 282 In relazione alla tipologia contrattuale, le dichiarazioni delle imprese confermano l estrema cautela ad assumere a tempo indeterminato e il maggior ricorso al lavoro a tempo determinato: quasi il 53% delle assunzioni previste dalle imprese lombarde riguarda contratti a tempo determinato (vs 5,6% del 2), soprattutto per la sostituzione temporanea di personale o la necessità di far fronte ai picchi di produzione; tuttavia data la maggiore sensibilità al ciclo economico rispetto al lavoro a tempo indeterminato, anche le assunzioni a tempo determinat registrano nel 22 una riduzione rispetto al 2, che aveva visto una relativa ripresa nella prima parte dell anno. Le assunzioni a tempo indeterminato, che rimangono la forma prevalente di contratto considerando solo le assunzioni non stagionali, registrano rispetto al 2 una contrazione superiore al 3%, rappresentando il 37,6% delle assunzioni previste rispetto al 39,6% del 2 (Tabella 3). Figura 3 Le assunzioni di difficile reperimento in Lombardia per settore e motivazione (incidenza percentuale 2) per ridotto numero di canditati per inadeguatezza dei candidati Totale 2, 7,6 8, 6, 5,2 4,3 4, 7,8 2, 7,3, 7, 8, 6, 9,8 4, 7,9 7,2 2,, Totale Industria Servizi Fonte: Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema informativo Excelsior, 22 Tabella 3 - Previsioni di assunzione in Lombardia per tipologia contrattuale (composizione percentuale e variazione 2/2) Tempo Indeterminato 38,5 39,6 37,6 Apprendistato 5,8 6,8 7, Inserimento 2,,6 2, Tempo Determinato 52,9 5,6 52,2 Altri contratti,8,4,2 Totale,,, Fonte: Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema informativo Excelsior, 22 Sezione L andamento degli indicatori congiunturali 3

14 La presente Nota Congiunturale è realizzata, sulla base dei dati disponibili al 6/9/22, dal gruppo di lavoro IRS diretto da Manuela Samek Lodovici e composto da Serena Cocciolo e Monica Patrizio.

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