Il mister, la squadra, i genitori, la società. Mister Roberto Babini descrive il suo ruolo e le sue competenze.
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- Pasquale Raimondo Toscano
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1 Il mister, la squadra, i genitori, la società. Mister Roberto Babini descrive il suo ruolo e le sue competenze. Roberto Babini (Allenatore di base con Diploma B UEFA) svolge da 13 anni l attività di allenatore. Da 10 anni nella Scuola Calcio della Lodigiani di Roma.Attualmente è responsabile della Categoria Esordienti 1999 Abbiamo deciso di intervistarlo per evidenziare gli aspetti che emergono nel praticare il ruolo di allenatore nel contesto di una società che gestisce oltre 450 ragazzi di Scuola Calcio e circa 200 di agonistica. Cosa significa, per te, essere mister in una scuola calcio? Significa essere una persona innanzitutto pronta e preparata a lavorare in un contesto riservato all età evolutiva, dove bisogna saper gestire i ragazzi e collaborare nelle relazioni con gli adulti che circolano attorno a loro. Nella tua vita personale che ruolo assume il fatto di essere un allenatore di giovani atleti? Amore, entusiasmo, passione. E fonte di amore, perché ho amato il calcio sin da bambino e con amore ora cerco di insegnarlo ai miei allievi. E fonte di entusiasmo. L entusiasmo di continuare ad imparare, insieme ai ragazzi. Quindi il desiderio di aggiornarsi, di capire quello che ci viene proposto a livello didattico. È fonte di passione, che ti permette di affrontare le sfide continue dello sport e della vita, senza demordere mai. In che modo comunichi ai tuoi ragazzi l affetto, l entusiasmo e la passione per questo sport? Facendo loro capire il valore importantissimo che lo sport ha nella vita, ponendomi verso loro prima come educatore che come mister. Quando parlo ai miei ragazzi nello spogliatoio, cerco di comunicargli l entusiasmo e la passione.
2 Con il mio sguardo e con la mia voce, provo ad essere coinvolgente. Il mio obiettivo e di entrare dentro di loro per comprendere come vivono quel momento. Cercare di entrare nella loro testa e far scattare quei meccanismi giusti che possano portare il singolo a dare il meglio per la collettività. Le gare dipendono molto dalla gestione della comunicazione con i ragazzi e un buon approccio verbale può significare un buon approccio mentale alla gara. In tutto questo è fondamentale l amore, l entusiasmo e la passione che io sento dentro di me e cerco di passare a loro. Questo nello spogliatoio. E in campo? Mentre nello spogliatoio lavoro soprattutto sul lato caratteriale, in campo, in allenamento e durante la partita, oltre a questo aspetto trasmetto loro le mie conoscenze calcistiche attraverso fermezza e determinazione. Come ti comporti in panchina? Rispetto al mio atteggiamento in panchina sono stato definito un sanguigno durante la gara. La partita la vivo a 360 gradi, a volte mi sembra di giocare insieme a loro. Cerco di immedesimarmi nei i miei ragazzi tentando di mantenere serena la loro mente, soprattutto dopo un errore. In questo caso il ragazzo va incitato, incoraggiato, in modo da mantenere elevato il suo tono agonistico. Evitando cosi che il suo atteggiamento,diventi destabilizzante per i suoi compagni. Questo non significa che non li riprendo mai A volte un rimprovero può essere motivante affinché non si ripeta. Come insegni ai ragazzi ad andare in campo senza pensare solo alla vittoria? Dicendo loro che la crescita è l obbiettivo precedente alla vittoria. Solo se si cresce dal punto di vista tecnico e soprattutto caratteriale, poi arriva la vittoria. Parliamo dei genitori che giudicano la qualità della prestazione sportiva del loro figlio durante e dopo la partita. Quanto pensi possa incidere l interferenza dei genitori sulle potenzialità del bambino? I giudizi dei genitori possono incidere negativamente sulla performance quando sono negativi e ripetitivi: oggi hai sbagliato un goal facile, quel passaggio potevi farlo meglio. Il continuo parlare di errori influisce sulla capacità di giocare liberamente e quindi limita l espressione delle potenzialità. Si può parlare di errori se si è costruttivi, ma è meglio che lo faccia il mister,
3 perché fa parte delle sue competenze. Anche di fronte all errore dire al giovane atleta che la prossima volta potrà far meglio. I bambini già sanno di avere sbagliato. Il genitore nel sottolineare questo aspetto negativo della prestazione provoca in lui una diminuzione della sua autostima e contiene le sue potenzialità. Il ruolo dell allenatore è quello di costruire, se anche i genitori a casa facessero la stessa cosa i ragazzi vivrebbero lo sport in modo più sereno. In che modo spieghi ai genitori le effettive potenzialità e gli eventuali limiti del loro figlio? Prima di tutto non è l allenatore che deve parlare con i genitori rispetto alle potenzialità tecniche dell atleta. Nella società dove lavoro, anche se sono io che valuto i ragazzi, una volta definite le scelte le riferisco al nostro responsabile. Sarà lui che, nel caso i genitori chiedessero informazioni, dovrà dare delle spiegazioni. Questo perché rientra nella distinzione delle competenze che noi rispettiamo per lavorare meglio nei vari ambiti. Tuttavia se capita l occasione che sia io a dover dare delle spiegazioni ai genitori, tendo a evidenziare gli aspetti che nel ragazzo appaiono migliorati nel tempo, le potenzialità, e parlando dei limiti sottoforma di elementi che possono migliorare. Io valuto l aspetto tecnico, l aspetto tattico, l aspetto fisico e quello mentale, che è il più importante perché incide sugli altri. E possibile costruire un rapporto di collaborazione chiaro e trasparente tra allenatore e genitore? Si finchè c è il rispetto nei ruoli. Dove c è invadenza è difficile. Cosa fai tu per non far invadere i genitori nel tuo ruolo? Bisogna cercare di tenere i genitori a distanza con gentilezza e fermezza, ma non con distacco. Devi essere autorevole non autoritario o con poca garbatezza. A volte l allenatore si avvale di un atteggiamento fortemente distaccato. Ma in questo modo il mister tende soltanto a difendersi, perché teme di essere invaso e pensa di essere debole nel salvaguardarsi. E con i dirigenti accompagnatori?
4 Con loro posso andare oltre purchè mi possa fidare di loro. Se vengo a conoscenza che le nostre conversazioni sono uscite dal nostro ambito calcistico, i dirigenti perdono la mia fiducia. Importante quindi è la scelta dei dirigenti. Deve essere accurata. Per esmpio a quei dirigenti che parlano e si intromettono durante la gara, ricordo che se vogliono parlare possono farlo dalla tribuna e li invito ad andarci subito. Dalla panchina non si può dire nulla. Quando parlo con i ragazzi solitamente escludo la presenza dei dirigenti, perché devo parlare solo con loro. Per esempio i miei dirigenti attuali sono rispettosi del mio ruolo e tra di noi c e fiducia reciproca, possono incitare i ragazzi, perché lo fanno con delicatezza ed in modo positivo. Come ti comporti se il ragazzo definito bravo per doti e qualita tecniche delude le tue aspettative e quelle della societa? I ragazzi sono vulnerabili, se avviene un calo del rendimento, cerco di capire se c è qualcosa che non va, nel mio modo di allenare il ragazzo, oppure se lui ha dei problemi personali che possono interferire negativamente sul suo rendimento. Gli concedo tempo, per migliorare, senza dare dei giudizi affrettati. Mi rendo conto quanto sia difficile salvaguardare il rendimento dei ragazzi, a causa di alcune interferenze. Quali sono le interferenze che disturbano il rendimento dei ragazzi? Per esempio, come abbiamo detto, un genitore che sottopone il figlio a continue pressioni, può causare danni irreparabili. Lavorando con ragazzi di livello, mi sto rendendo conto che un altro elemento che può influire negativamente sul rendimento è il raggiungimento di buoni risultati e di vittorie che si susseguono senza faticare tanto, e soprattutto, se accade, aver fatto provini in società più importanti o essere stati convocati in gruppi selezionati. Il mio lavoro in questo caso va oltre il mio ruolo di allenatore, mi rivolgo a loro con un approccio paterno, da amico, da appassionato di sport ed ex sportivo, utilizzando la stima che ripongono in me per far capire loro che bisogna cercare di stare bene con i piedi per terra e di volare basso. Ma questo purtroppo non dipende solo da loro. Sono i genitori che a volte hanno grandi aspettative neanche riconosciute, e senza rendersene conto rinforzano nel ragazzo l idea di essere forti e superiori agli altri perché hanno svolto delle buone prestazioni. La mia esperienza mi ha dimostrato che essere troppo
5 sicuri delle proprie capacità, induce all effetto contrario: le capacità diminuiscono. Un altra interferenza importante sul modo di vivere il calcio dei ragazzi, è l influenza del modo in cui questo sport è proposto dai mass-media. Mentre tanti anni fa le partite di calcio si vedevano solo la domenica alle ore 19, e si trattava di un tempo della migliore partita di serie A, oggi con Sky anche le nonne si permettono di dare giudizi e chiedere delle partite, visto che il calcio in molte case è una presenza assidua. Nel periodo adolescenziale la prestazione è influenzata da tanti fattori, quindi sono flessibile con i ragazzi, bisogna avere la pazienza di aspettare l evolversi della situazione. Se poi con la società ci rendiamo conto che un allievo del gruppo selezionato, debba andare a far parte di un gruppo di livello diverso, come mister parlo assieme al Responsabile Tecnico, al ragazzo in questione, spiegandogli che la società ha deciso di dare l opportunità ad alcuni ragazzi di giocare in un gruppo selezionato, e ad altri ragazzi di far parte di altri gruppi dove potranno alzare il livello tecnico del gruppo stesso, quindi mettendo in risalto le loro qualità più che nel gruppo selezionato, e che lo sguardo su di loro continuerà ad essere costante. E fondamentale il ruolo dell allenatore in questo, se il mister rispetta ragazzi, genitori, pubblico, se il suo atteggiamento sarà determinato ad insegnare ai ragazzi, a volte anche pretendendo molto, ma senza mai dimenticare di essere paterno, allora ai ragazzi arriverà affetto e professionalità, a quel punto dette dal mister saranno capaci di ascoltare e accettare qualsiasi verità anche quelle meno positive. Continua
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