Palazzo Stanga Trecco

Transcript

1 Palazzo Stanga Trecco Venerdì 21 novembre 2014, in occasione della Festa del Torrone, il piano nobile di palazzo Stanga, in via Palestro, è stato eccezionalmente aperto al pubblico. Le nostre classi, la III D e la III F della scuola media Virgilio, non hanno perso l occasione di visitare una delle splendide ricchezze architettoniche cremonesi. Arrivati al palazzo, siamo stati accolti da una guida, che ci ha illustrato brevemente l origine dell edificio; esso è stato realizzato nel XV secolo, durante il periodo rinascimentale in cui vi fu una riscoperta del mondo classico, ma è stato rimaneggiato e modificato nel corso del Settecento. Come era la realtà di Cremona in quest epoca? La città era ancora di impronta medioevale. Le strade erano fogne, polverose d estate, fangose d inverno. Tra le case popolari, prive di acqua corrente, senza finestre e pavimentate in terra battuta, spuntavano botteghe e filande. Di

2 notte, su Cremona, calava un buio pesto, perché ancora non c erano lampioni. I più poveri utilizzavano lumini, mentre i più ricchi, che si spostavano in carrozza, erano preceduti da servi muniti di torce. Erano di proprietà dei nobili le poche ville e i rari palazzi. Questa residenza, in particolare, è stata, insieme ad altri terreni ad Annicco, di proprietà della famiglia Stanga Trecco, fino al 1926, quando è stata donata alla scuola di agraria omonima. Nel 1996, invece, è diventata di proprietà della Provincia. La guida ci ha spiegato la storia dell edificio, dal punto di vista architettonico. Le quattro facciate interne sono tutte diverse, in quanto hanno subito le modifiche ideate da diversi architetti, tra cui il Rodi e il Marchetti, che hanno dato forma alla facciata caratterizzata da grandi figure geometriche, da arcate poli lobate e da oculi con decorazioni nella parte superiore. L intervento del Rodi si evidenzia nello scalone a duplice rampa, dalle linee e dagli stucchi neoclassici, valorizzato dalla cupola ellittica doppia con balconata, da cui la luce scende a pioggia. Nelle due nicchie laterali alla scala si erigono due statue, sempre in stile tipicamente neoclassico, con un significato metaforico: l uomo con la cornucopia rappresenta l abbondanza, mentre la donna, con scudo e statuetta di Minerva in mano, rappresenta la guerra e la sapienza. Queste raffigurazioni riflettono una convinzione dell epoca, secondo la quale si può diventare nobili per titolo e nascita, per valore in guerra, per denaro o per sapienza. In seguito la guida ci ha descritto la struttura degli interni, dettata da una concezione degli ambienti tipica dell epoca. Le stanze si raggruppavano nel palazzo di comodo, nel palazzo di società e nel palazzo di rappresentanza o prestigio. Quest ultimo, da noi visitato, prevedeva una serie di salotti per ospitare personaggi politici di rilievo, come l Imperatore Napoleone Bonaparte. Dopo aver ascoltato l introduzione storica, abbiamo iniziato la nostra visita agli spazi interni. Siamo entrati nella sala di ricevimento, il cui pavimento è costituito da un seminato veneziano, una specie di mosaico del Settecento, con decori e figure geometriche. Alzando lo sguardo, invece, gli

3 affreschi del Manfredini raccontano, con colori vivaci, la leggenda della nascita di Roma, di Romolo e Remo e del Ratto delle Sabine. Nella seconda stanza i soffitti narrano le vicende dei leggendari Sette Re di Roma, fino al 509 a.c., come lo scontro con gli Etruschi sul Ponte Sublicio o la cacciata dal trono di Tarquinio il Superbo. Nella stanza gialla, invece, chiamata così perché un tempo la tappezzeria era di questo colore, le scene dipinte celebrano il valore di condottieri romani, tra cui Pompeo e Scipione l Africano. Nella stanza preziosa, l unica che mantiene l arredamento originale, abbiano notato il pavimento di legno intarsiato e gli affreschi che illustrano le imprese di Giulio Cesare e l incoronazione, da parte della Gloria, di Roma, rappresentata da una donna su un carro. Al centro della sala troneggia un letto matrimoniale, con un baldacchino costituito da fili di seta e d argento intrecciati. Qui si narra che abbia dormito Napoleone durante la sua visita alla città di Cremona. La visita si è conclusa nel giardino, un tempo all italiana, cioè con siepi che creavano forme geometriche, ma oggi in parte rovinato. Sono ancora rimaste, però, le lapidi di Vincenzo Stanga e di sua moglie Maria Battista Della Costa, con quella del nipote Vincenzo Stanga. Questa interessante esperienza, così diversa dalle normali lezioni tra i banchi di scuola, ci ha condotto nella società della Cremona di un tempo e ci ha permesso di scoprire una delle bellezze architettoniche di cui spesso ignoriamo l esistenza, nonostante facciano parte del patrimonio culturale della nostra città. Seguono le foto della nostra visita

4

5

6

7

8

9