Comunicazione Aumentativa Alternativa
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- Angelica Falco
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1 Comunicazione Aumentativa Alternativa Centro Autismo e Disturbi dello Sviluppo Azienda USL di Rimini U.O. di Neuropsichiatria dell Infanzia e dell Adolescenza Formazione insegnanti anno scolastico
2 Sistema di comunicazione aumentativa e alternativa (CAA) aumentativa = qualsiasi sistema, metodo o apparecchio utilizzato come supplemento al linguaggio alternativa = qualunque sistema, metodo o apparecchio utilizzato quando il linguaggio non si è sviluppato o è stato perso
3 Comunicazione Comportamento diretto ad un altra persona che produce una conseguenza di tipo sociale o concreto. La forma del comportamento (topografia) è definita dalla comunità di appartenenza (es. lingue diverse) La funzione del comportamento viene definita dalla conseguenza che produce
4 Topografia del comportamento Linguaggio Linguaggio del corpo Gesti Parole scritte Linguaggio dei segni Immagini non si può! Faccia storta Muovere il dito NON SI PUO.
5 Funzione del comportamento Antecedente Comportamento Conseguenza Funzione La mamma dice dì acqua Il bambino dice acqua bravo! (sociale) IMITAZIONE (ecoico) La maestra dice il pesce vive nell Il bambino dice acqua giusto! (sociale) RISPOSTA (INTRAVERBALE) Il bambino vede una cascata Il bambino dice acqua è vero! Che bella! (sociale) DENOMINAZIONE (tact) Il bambino ha sete Il bambino dice acqua Riceve acqua (concreta) RICHIESTA (mand)
6 Indovina la funzione
7 Indovina la funzione Un bambino cerca di aprire il frigorifero, ma non riesce. Va dalla mamma e le fa il segno di gelato
8 Indovina la funzione
9 Indovina la funzione
10 Indovina la funzione Un bambino vede un aquilone in cielo e fa il segno di aquilone; la mamma gli dice: che bello quell aquilone!!
11 Indovina la funzione Sabrina vuole giocare con la palla, prende l immagine della palla dal suo quadernino e porta l immagine alla maestra!
12 Quale topografia? È fondamentale imparare a comunicare. Se il bambino parla, ma il vocabolario è ridotto, si cerca di ampliare il linguaggio. Se non parla: Ripete quasi sempre il nostro modello verbale? SI NO linguaggio immagini segni
13 Topografia Se parla ma il linguaggio non è comprensibile una persona che non conosce il bambino lo capisce?: SI NO linguaggio immagini segni
14 Come insegnare la CAA PECS Scambio Distanza e persistenza Discriminazione Struttura della frase Attributi Rispondere Commenti SEGNI Trattandosi di linguaggio e non di sostituto, la sequenze è la stessa che per la parola vocale, con differenze nelle tecniche di suggerimento
15 Sviluppo tipico del linguaggio Sviluppo tipico del linguaggio: età Tot verbalizzazioni in un ora Spontanee In risposta che non dicono niente Tratto da: Hart B & Risley T.R. (1999). The social world of children learning to talk. Paul Brookes Publishing Company
16 Insegnare MAND con CAA Iniziare dalle richieste Prevedere circa 40 opportunità comunicative al giorno (non 40 scambi!) Iniziare da subito con almeno 2-3 oggetti diversi di almeno 2 categorie in modo che il bambino comprenda che è un sistema generale per richiedere
17 Insegnare MAND con CAA Come iniziare: Non preveniamo la comunicazione Non parliamo per lo studente Avere tanti e diversi rinforzatori Controllare i rinforzatori Creare tante opportunità comunicative
18 Insegnare MAND con CAA Il primo rinforzo è sempre gratis Inizialmente privilegiare rinforzatori: Comsumabili Piccoli pezzi Con una fine (es trottola) Simile a qualcosa che ha già in mano Giochiamo con il bambino ed il suo rinforzatore
19 Quale sistema scegliere? Tenere in considerazione: Priorità evolutive/di apprendimento dello studente Abilità di partenza del soggetto Età del soggetto Preferenze della famiglia L'ambiente e le persone con cui il soggetto interagisce
20 Quale sistema scegliere? Nei PECS la topografia è sempre la stessa (scambio di immagini) Nei segni si parla di linguaggio perché non serve un supporto aggiuntivo, inoltre la comunicazione è completa di tact, mand, domanda e risposta. Sia PECS che segni si possono insegnare già dai 18 mesi ma prima verificare le difficoltà fini-motorie e l'eventuale presenza di ritardo mentale grave
21 SCAMBIO DI IMMAGINI
22 Comunicazione per scambio di immagini Picture Exchange Communication System E' un sistema di comunicazione aumentativa/ alternativa creato e diffuso dalla Pyramid (Lory Frost e Andy Bondy) all interno di un approccio educativo globale. E' basato sui principi dell'aba e del VB Materiale utile ( -
23 Le fasi del pecs 1 fase: lo scambio 2 fase: distanza e persistenza 3 fase: discriminazione semplice e complessa 4 fase: frase Attributi 5 fase: rispondere a cosa vuoi? 6 fase: commenti
24 Prima fase: lo scambio Si insegna al bambino che se consegna una carta riceve qualcosa Insegna le regole della comunicazione: avvicinare una persona consegnare un messaggio Non è necessario che il bambino sappia discriminare le immagini Il bambino deve solo avere l'abilità motoria di prendere la carta e consegnarla all'adulto
25 Prima fase: lo scambio Quando il bambino allunga il braccio verso l oggetto lo si guida fisicamente a: Prendere l immagine Allungarsi verso l altro Rilasciare l immagine in mano In questa fase è meglio essere in due: Partner comunicativo sta davanti al bambino con l oggetto gradito Prompter fisico sta dietro al bambino e lo guida a compiere la sequenza di azioni L aiuto è di tipo fisico
26 Procedura: Prima fase: lo scambio PROMPTER FISICO (aspetta fermo e zitto) PARTNER COMUNICATIVO tenta il bambino con l oggetto Mette la mano su quella del bambino guidandolo a prendere la carta, allungarsi verso il partner comunicativo e lasciare la carta Il bambino allunga la mano Apre l altra mano Dà subito l oggetto e ne dice il nome Poi dopo che il bambino ha giocato un po il partner comunicativo senza farsi vedere rimette a disposizione la carta e tenta con l oggetto, ricominciando da capo. Se non allunga più la mano cambiare oggetto!
27 Prima fase: lo scambio Come rendere indipendente il bambino? Togliere gli aiuti prima possibile PROMPTER FISICO Diminuisce la guida fisica partendo dalla fine (quindi si toglie l aiuto gradualmente dal rilascio, poi dall allungamento, poi dalla presa) PARTNER COMUNICATIVO Gradualmente abbassa la mano aperta Attenzione: mai prendere la carta dalle mani del bambino Prima che avvenga lo scambio stare in silenzio!!!
28 Prima fase: lo scambio Criterio di acquisizione della prima fase: Lo studente è in grado di fare scambi indipendenti per almeno 3-5 rinforzi diversi (possibilmente di categorie diverse) con almeno due interlocutori, in almeno due posti o situazioni diverse. Video e esercitazione
29 Seconda fase: distanza e persistenza In questa fase si insegna al bambino: Distanza: andare dal partner comunicativo, che ora è lontano, a consegnare la carta. Parallelamente andare a prendere la carta, che ora è lontana, e consegnarla Persistenza: consegnare la carta anche se l interlocutore è di schiena o fa altro e portarsi dietro il quaderno Va ripetuta in ogni nuova fase che si insegna
30 Seconda fase: distanza e persistenza Si fa in due: PROMPTER FISICO Da dietro e senza dire niente guida il bambino negli spostamenti PARTNER COMUNICATIVO fa finta di niente e gradualmente rende la consegna un po più difficile: si allontana e si gira sempre di più Cominciare a mettere le immagini sulla copertina del quaderno
31 Seconda fase: distanza e persistenza Parner comunicativo Un immagine alla volta Alletta senza parlare A poco a poco aumenta la distanza tra sé e lo studente Elimina i prompt (es.mano aperta, allungare) Dice il nome dell oggetto Rinforza nel giro di ½ secondo Prompter fisico Attende l iniziativa/allungamento Fornisce assistenza fisica per andare dal pecs se necessario Fornisce assistenza fisica per andare verso il libro e poi il pecs Evita prompt verbali e non rinforza
32 Seconda fase: distanza e persistenza Quando sono bambini si fa in modo che infilino la carta in mano all interlocutore. Quando sono grandi si insegna a toccare la spalla dell interlocutore e quando si gira porgergli la carta Se il bambino si perde per strada ripartire da capo ma poi diminuire leggermente la distanza e verificare il potere dei rinforzatori Invece della tracolla si può usare una cintura (tipo marsupio) o una maniglia Se il bambino non può camminare usare una campanella o qualcosa di simile per fare in modo che l altro si avvicini
33 Seconda fase: distanza e persistenza Criterio di acquisizione della seconda fase: Lo studente è in grado di attraversare il locale per raggiungere l'interlocutore e il libro Alla fine di questa fase si inserisce il libro, ma le immagini le tengo sulla copertina Video e esercitazione
34 Terza fase: discriminazione Nella terza fase il bambino deve scegliere quello che vuole tra diverse immagini all interno del libro. IIIA: scegliere tra un oggetto gradito e uno non gradito IIIB: scegliere tra due o più oggetti graditi Prerequisito: il bambino deve essere in grado di fare una scelta tra oggetti concreti, anche solo allungandosi verso quello preferito
35 IIIA Discriminazione semplice Si mostrano al bambino un oggetto gradito e uno no (es. una caramella e una graffetta), oppure uno che serve e uno no (es. mentre si dipinge, un pennello e un calzino) Si mettono sulla copertina del quaderno le due immagini corrispondenti Si dà al bambino quello che chiede
36 IIIA Discriminazione semplice Se il bambino sceglie effettivamente l immagine corrispondente a quello che vuole gli si consegna l oggetto Adulto Tenta con due oggetti Loda: bravo! Bambino Prende la carta giusta Consegna la carta Dà l oggetto e dice il nome
37 IIIA Discriminazione semplice Se il bambino prende l immagine sbagliata si mette in atto la procedura di correzione ( correzione dei 4 passi ) Adulto Bambino Tenta con due oggetti - Dà la carta sbagliata Dà l oggetto e dice il nome Reagisce male Indica il simbolo giusto e dice il nome Guida il bambino a prendere il simbolo giusto bravo!! non dà l oggetto Pausa Si ricomincia da capo Dà il simbolo giusto
38 IIIA Discriminazione semplice Se il bambino continua a sbagliare? Dopo 3 errori tenere una sola immagine sul quaderno e solo un oggetto in mano Accorgimenti: Cambiare la posizione delle carte sul quaderno Cambiare oggetti preferiti e non Continuare a cambiare persone e ambienti Una volta che il bambino risponde bene,
39 IIIA Discriminazione E semplice nella vita quotidiana? Stessa cosa, si dà l oggetto non gradito e poi si corregge Altre strategie: Usare carte-oggetto (anche miniature, calamite ) Se si hanno difficoltà ad acquisire questa fase, sostituire l oggetto neutro con uno non gradito Fare attenzione a dire bravo quando ha già staccato l immagine (aspettare di sentire il rumore del velcro che si stacca) Se il bambino prende entrambe le immagini fare la correzione dei 4 passi Ricordarsi di variare anche il distrattore
40 IIIA Discriminazione semplice Criterio di acquisizione della terza fase A: Lo studente scambia il simbolo giusto l 80% delle volte utilizzando vari simboli sia di rinforzi che di oggetti che non piacciono. Video e esercitazione
41 IIIB Discriminazione complessa Si insegna a discriminare tra le immagini corrispondenti di due oggetti graditi Per gli errori si usa sempre la correzione dei 4 passi con controllo di corrispondenza
42 IIIB Discriminazione complessa Possibilmente all interno di attività funzionali, mettere su un vassoio due oggetti graditi o utili Mettere sulla copertina del quaderno le due immagini corrispondenti Quando il bambino dà la carta offrirgli entrambi gli oggetti su un vassoio L importante è che il bambino prenda quello che ha chiesto!
43 IIIB Discriminazione complessa Cosa succede se il bambino sceglie effettivamente l immagine corrispondente a quello che vuole: Adulto Tenta con due oggetti Porge il vassoio e dice prendi! Dice il nome Bambino Prende una carta e la consegna Prende l oggetto corrispondente alla carta
44 IIIB Discriminazione complessa Cosa succede se il bambino prende l'altro oggetto? Adulto Tenta con due oggetti Porge il vassoio e dice prendi! Bambino Prende una carta e la consegna Cerca di prendere l'oggetto sbagliato Lo blocca Indica l'oggetto giusto e ne dice il nome Guida il bambino a scambiare il simbolo Dice bravo ma non consegna l'oggetto Pausa e si ricomincia da capo! Dà il simbolo giusto
45 IIIB Discriminazione complessa Se il bambino continua a sbagliare? Dopo 3 errori mettere un oggetto non gradito accanto a quello gradito oppure tenere una sola immagine sul quaderno e solo un oggetto in mano Come andare avanti? Insegnare ad aprire il libro e sfogliare le pagine Organizzare i simboli in categorie Verificare sempre la seconda fase
46 IIIB Discriminazione complessa Criterio di acquisizione della terza fase B: Lo studente prende l oggetto corrispondente al simbolo l 80% dei casi. Lo studente prende il simbolo anche all interno del libro. Alla fine di questa fase inserisco, infatti, le immagini all interno del libro. Video e esercitazione
47 IIIB Discriminazione complessa Idee e consigli: Mettere via un oggetto subito dopo che l ha chiesto e ricevuto e vedere se lo chiede di nuovo Stare davanti ad un armadietto e usare l oggetto gradito al bambino; quando si avvicina, metterlo nell armadio e chiudere l anta Mettere tende sopra le mensole Mettere giocattoli in scatole Se il bambino poi prende una carta poi la riattacca e ne prende un altra, la consegna e prende effettivamente quello che ha chiesto va bene: può cambiare idea
48 IIIB Discriminazione complessa Se non progredisce controllare la procedura di correzione oppure usare oggetti appartenenti a categorie differenti Usare il rinforzo differenziale nella procedura di correzione È possibile fare la prima e la seconda fase con persone formate e portare a casa il sistema alla III fase, quando il bambino sa già fare richieste efficaci Insegnare a fare richieste agli altri bambini
49 Quarta fase: frase Questa fase crea un ponte verso i commenti, aggiungendo i verbi d inizio frase; questi ultimi danno informazioni all interlocutore sulla funzione della comunicazione Nella costruzione della frase è necessario seguire una sequenza: 1. Staccare il simbolo voglio 2. Metterlo sulla striscia frase 3. Staccare il simbolo rinforzo 4. Metterlo sulla striscia frase 5. Staccare e scambiare la striscia Criterio di acquisizione: lo studente è indipendente nel costruire e nello scambiare la striscia nell 80% dei casi
50 Quarta fase: frase Attenzione a: Non insistere sul linguaggio Non insistere sul contatto oculare Non negare l accesso all oggetto/attività se non parla Premiare sempre lo scambio Non abbandonare se comincia a parlare!
51 Fase intermedia: attributi In questo passaggio intermedio insegniamo allo studente a richiedere rinforzi specifici utilizzando aggettivi e altro (preposizioni, ecc.); il prerequisito è sapere quali aggettivi sono importanti per lo studente
52 Quinta fase: rispondere In questa fase si insegna allo studente a fare richieste in risposta ad una domanda (Cosa vuoi?) Inizialmente faremo la domanda mentre punteremo con il dito il simbolo voglio, in quanto con molta probabilità dovremmo, in questa fase, ritornare a dare piccoli prompt. Una volta acquisita questa abilità, si dovranno alternare prove con richiesta e prove spontanee per non far perdere allo studente nessuna delle due prove acquisite Chiedere cosa vuoi? prima di questa fase rischia di far perdere spontaneità.
53 Sesta fase: commenti TACT Lo studente deve essere in gradi di: commentare spontaneamente, richiedere spontaneamente, richiedere in risposta a domanda usare verbi e nomi adeguati Pochi bambini arrivano a questa fase; chi ci arriva di solito è vocale quindi a questo punto può eliminare l uso dei pecs.
54 Come dire NO Mostrare che non si può Offrire alternative Insegnare ad aspettare Rappresentare il divieto in modo visivo oppure Ma attenzione: Non togliere MAI simboli dal libro
55 Comunicazione per immagini e linguaggio verbale
56 Comunicazione per immagini e linguaggio verbale
57 Comunicazione per immagini e linguaggio verbale
58 SEGNI
59 Insegnare a comunicare con i segni La procedura è molto simile all insegnamento vocale: Quando il bambino mostra di essere motivato: mostrargli l oggetto mostrare il segno dicendo il nome dell oggetto usare prompt fisico se non imita in modo accurato dicendo il nome dell oggetto consegnare l oggetto dicendo il nome dell oggetto. Lodi e solletico/contatto fisico
60 Richiesta con i segni Livelli di prompt dal più intrusivo: Prompt fisico totale Prompt fisico parziale Gestuale (imitazione) Vocale Richiesta con oggetto in vista Richiesta senza oggetto in vista
61 Quale vocabolario? Non è importante usare un vocabolario standard in quanto l obiettivo non è che il bambino entri a far parte di una comunità segnante Es. Makaton/LIS
62 Esercitazione Mand con i segni: Il soggetto mostra interesse Modello Prompt Consegna
63 Denominazione con i segni Se i segni sono già presenti in intraverbale (es. segna palla ) si potrà usare il transfer e passare dall'intraverbale alla denominazione: L'adulto mostra la foto di palla e dice: segna palla Il b. fa il segno di palla L'adulto loda L'adulto mostra la foto e non dice niente oppure che cos'è? Il bambino segna palla Poi due distrattori e prova indipendente!
64 Dalla CAA alla parola Rinforzo differenziale della parola prodotta durante la richiesta durante il segno o lo scambio di immagine Solo con i mand forti Ritardo della consegna dopo il segno o la consegna dell'immagine Dire il nome di ciò che ha chiesto Attendere 2 secondi Se il bambino dice la parola o una buona approssimazione consegnare il rinforzo Al massimo riprovare un'altra volta.
65 Confronto fra segni e pecs Segni Topografia di risposta diversa Minor intellegibilità Minor sforzo di risposta Sempre a portata di mano Selezione Stessa topografia di risposta Maggior intellegibilità Maggior sforzo di risposta Gestione del quaderno
66 Risorse Frost L.& Bondy A. (2002). The Picture Exchange Communication System Second Edition. Pyramid Educational Products, Inc. CarboneV. J. Dispensa Teaching verbal behavior to children with autism and other disabilities. Revised 2007 Cafiero, J.M. (2009). Comunicazione aumentativa e alternativa. Strumenti e strategie per l'autismo e i deficit di comunicazione. Ed. Erickson. Bandini V. (2013) Dispense formazione Rimini 2013 Giannattasio R. Dispense corso IESCUM Software: Pics for Pecs(2007). Pyramid Educational Products, Inc. Facilitare la comunicazione nell autismo(2008). Ed Erickson.
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