Animazione alla testimonianza. comunitaria della Carità CORSO DI FORMAZONE DI BASE PER OPERATORI CARITAS

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1 CORSO DI FORMAZONE DI BASE PER OPERATORI CARITAS Animazione alla testimonianza comunitaria della Carità Mimmo Iannascoli Resp. Formazione Caritas Diocesi di Caserta

2 Cosa: ciò di cui andremo ad occuparci Chi: le figure impegnate Come: gli strumenti a disposizione 1) La Caritas: il Primato della Pedagogia. 2) Pastorale della Carità: L animazione L'animatore pastorale Caritas 1) Il Metodo: ascoltare, osservare, discernere 2) Luoghi pastorali Dove: Il principio di territorialità

3 Cosa: 1) PRIMATO DELLA PEDAGOGIA. La Caritas si basa su alcune idee-forza (Mons. Nervo 1973) A) Chiesa come comunità di fede, di preghiera, di amore, le cui attività essenziali : evangelizzazione, celebrazione dell Eucaristia, esercizio della carità. (Come sono oggi le comunità cristiane? Si riconoscono abbastanza come comunità di fede e di preghiera; meno come comunità di amore (i cristiani si amano come Cristo li ha amati, si perdonano, si aiutano, vivono in piena comunione di beni?) B) Tuttavia, Il Signore ha dato una precedenza: gli ultimi, i poveri, gli oppressi, i sofferenti. Campo specifico della Caritas: essere come la coscienza della comunità cristiana affinchè ne assumano concretamente la responsabilità.

4 C) Prioritario l aspetto comunitario sull azione individualistica o di gruppi chiusi o di comunità chiuse. Recupero concetto originario di carità : D) l amore che parte da Dio come sorgente: dalla beneficenza alla comunione dei beni. Si collega direttamente con la giustizia, primo gradino della carità, la anima e la supera. Richiede profonda conversione non solo morale, ma prima ancora culturale, di atteggiamento, di costume.

5 Quindi i poveri come luogo teologico, IMPARARE AD ABITARE IL BISOGNO DELL ALTRO Incontro, condivisione, conversione e le opere di ospitalità luoghi di testimonianza che sorprende la stessa comunità e questa testimonianza ritorna alla comunità e viene portata sul territorio. Fine della Chiesa: Non solo risposte tecniche, nè efficientistico-organizzativo né puntare all estinzione della povertà e del bisogno, ma riuscire a vivere dentro di essi in modo veramente umano, abitarli con la nostra memoria, con la nostra identità in modo che essi, nella relazione creatasi, produca identità nuove, frutti nuovi. (S.Paolo)

6 Tuttavia farsi carico non è sufficiente: I poveri, i deboli richiedono anche risposte giustizia sociale e la costruzione di uno welfare comunitario: rileggere la povertà, le sue cause: iniziative assistenziali e programmi economici che favoriscano l accoglienza, l inserimento sociale (cost. 126, 2) Caritas nella politica sociale Discernere nella produzione legislativa sui tanti temi, compresa la finanziaria. Far crescere l impegno dei cristiani nei diversi ambiti della società: la scuola, il lavoro, l economia e la politica, la sanità, l assistenza, lo sport, E il rispetto che noi dobbiamo a loro. G. P. II ha sempre messo in guardia di fronte ad una solidarietà solo aggiuntiva: è il grande insegnamento della Sollecitudo Rei Socialis. [Convegno Diocesano 9 novembre 2002 STRADE QUOTIDIANE DELLA CARITA' Don Virginio Colmegna]

7 Caritas intelligenti, capaci di leggere le povertà di oggi con profondità, nelle loro cause, nei loro risvolti, nei loro significati più profondi. Caritas prevenienti, prevenire l esplosione delle povertà con un impegno nell ambito educativo e culturale: interventi mirati. Caritas coinvolgenti, tenere desta la spiritualità nell animo di tutti i volontari e per questo capaci di attrarre anche altri, per condividere questa faticosa, ma meravigliosa, esperienza del gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.

8 Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi» (Mt 25,35-36). 2) Pastorale della Carità: L animazione Contenuto prioritario dell animazione pastorale, è il Vangelo Ovverossia promuoverne l'accoglienza, il suo "innesto nel modo di vivere delle persone e delle comunità. Quindi: Animazione non si valuta dal numero dei servizi o dei CdA creati, n. opere gestite o n. dei volontari, ma dai cambiamenti provocati, oltre che dai legami, dalle sinergie, dalla capcità di costruire unitarietà.

9 Tre passaggi principali: Relazioni corte: chiamare le persone per nome, riconoscerne i volti, le storie, la condivisione delle esperienze: vivere qualcosa insieme a loro. Esperienze dirette e concrete: costruire insieme il modo di vivere il Vangelo: non lezioni in aula o a lavori in gruppo, bensì azioni concrete che incidono, cambiano la vita delle persone (pedagogia dei fatti)

10 Promuovere la testimonianza attraverso la condivisione e la proposta: la pedagogia dei fatti. Attenzione educativa che si pone come obiettivo la crescita di ogni persona e dell'intera comunità cristiana attraverso Esempi: esperienze concrete, significative, partecipate. accoglienza e ospitalità nella propria casa o in ambienti gestiti comunitariamente, raccolta di viveri, adozione a distanza, visita agli ammalati, il doposcuola, etc. strumenti di promozione del sostegno economico al reddito famigliare o di sostegno sociale (ticket, voucher, bonus, pensioni di invalidità e di accompagnamento, ecc.).

11 Chi? L'animatore pastorale Caritas: quale compito, quale profilo, quali competenze, quali atteggiamenti da coltivare? fortemente radicati nella Parola, nell'eucaristia, nella Carità; profondamente segnati dalla gratuità; capaci di osservare e comprendere la realtà territoriale della propria parrocchia e reperire risorse, capaci di vivere in prima persona gesti, azioni, opere di condivisione e servizio, promuovere e valorizzare nella comunità (anche a partire dai luoghi pastorali) azioni di ascolto e relazioni significative. Sarebbe opportuno che questi animatori ricevessero un mandato specifico riconosciuto e riconoscibile da tutta la comunità.

12 Come? 1) Il Metodo: ascoltare, osservare, discernere Mutuato dal Concilio, definisce lo stile della relazione poveri, Chiesa, territorio/mondo: l'incontro e il dialogo, la conoscenza e la comprensione, la scelta e l'azione per il bene comune. Discernere: vedere chiaramente, distinguere, quindi scegliere. Non è facile in mezzo a cose, fatti e persone che si presentano immediatamente tutte come importanti, spesso addirittura come urgenti. Chiedersi insieme, e insieme rispondere, quale cambiamento, per i poveri, la Chiesa, il territorio/mondo, sia necessario e possibile. In che modo è possibile realizzarlo? (es. i tavoli della concertazione con le istituzioni, o quelli per il confronto con altri enti ecclesiali.)

13 2) Luoghi pastorali Centro di Ascolto (CdA) l Osservatorio delle Povertà e delle Risorse (OPR) il Laboratorio per la promozione delle Caritas parrocchiali. a) Il Centro di Ascolto (C.d.A.) - parrocchiale, cittadino, interparrocchiale, decanale - Non è solo luogo fisico ma anche itinerante (domicilio, strada, etc.). Strumento a due vie: incontra il territorio e i suoi bisogni, riporta alla propria comunità quegli stessi bisogni. Va compresa nelle funzioni complessive della Caritas parrocchiale. b) L Osservatorio delle povertà e delle risorse (OPR) Strumento per conoscere, interrogarsi sulle cause, le dinamiche, le conseguenze dei fenomeni. Osservare e porre in rete tutte le risorse formali ed informali, in termini di competenze, disponibili sul territorio. Tuttavia, lo strumento non può soverchiare la funzione. c) Il Laboratorio diocesano per la promozione, la formazione e l accompagnamento delle Caritas parrocchiali.

14 Il Coordinamento possibile Una delle altre fondamentali funzioni tipiche della Caritas è il coordinamento, vale a dire creare armonia e unione nell'esercizio della carità, di modo che le varie istituzioni assistenziali, senza perdere la propria autonomia, sappiano agire in spirito di sincera collaborazione fra di loro, superando individualismi e antagonismi, e subordinando gli interessi particolari alle superiori esigenze del bene generale della comunità. (Paolo VI, Commento allo statuto della Caritas Italiana).

15 Dove? Il principio di territorialità Dove avviene la relazione: gli ambienti di vita sociale non semplicemente luoghi nei quali ci si trova a operare, bensì spazi umani ove vivere come persone, come un io aperto al tu, nella relazione con gli altri. Dunque spazi vitali, veramente umani e umanizzanti, nei quali la persona può esprimere e realizzare se stessa. Il territorio costituisce l'elemento proprio per il quale la parrocchia si presenta come luogo di vita cristiana per tutti i fedeli e ambito di pastorale ordinaria. attivando i cosiddetti "i servizi di prossimità. [PERCORSI DI PROSSIMITA ABITARE IL QUOTIDIANO Costituzioni del Sinodo diocesano 47 del 1995, nel capitolo dimensione missionaria della parrocchia.. vedi Cost. 153,4]

16 <<Ogni comunità cristiana deve sapere che non solo i deboli hanno bisogno dei forti, ma noi non possiamo essere veramente uomini senza i deboli, senza i poveri, senza i piccoli. La cura del povero ha a che fare con la piena umanità dell uomo, con una vita degna di essere vissuta, con il suo essere personale. Educare alla cura del debole è dunque un momento essenziale della crescita personale, della vocazione cristiana, della formazione credente perché fa ritrovare anche a noi la nostra piena umanità. Il servizio ci strappa dal ripiegamento su di noi, ma ancor di più ci libera dalla pretesa che i nostri gesti debbano salvare il mondo e debbano guarire tutti i mali. Guarire i mali del mondo è un momento di un più ampio cammino di comunione, dove l uomo si educa e si decide per una vita condivisa. Da qui proviene la dimensione educativa della carità, e da qui deriva la funzione pedagogica della Caritas >>. [Bonhoeffer]

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