DISCALCULIA IN FONDO SI TROVANO I VARI SOFTWARE

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1 DISCALCULIA IN FONDO SI TROVANO I VARI SOFTWARE ESEMPIO: UN BAMBINO SECONDA ELEMENTARE La discalculia è una difficoltà specifica nell apprendimento del calcolo che si manifesta nel riconoscimento e nella denominazione dei simboli numerici, nella scrittura dei numeri, nell associazione del simbolo numerico alla quantità corrispondente, nella numerazione in ordine crescente e decrescente, nella risoluzione di situazioni problematiche. I simboli numerici difficoltà di orientamento spaziale e di organizzazione sequenziale che si evidenziano sia nella lettura che nella scrittura dei numeri, senso progressivo, cioè di procedere da zero in poi ( ), ma non quella di numerare in senso regressivo, partendo cioè da una determinata cifra e andando indietro ( ). Un altro ostacolo che crea al soggetto situazioni di disagio è la difficoltà a memorizzare la tavola pitagorica con conseguente impossibilità ad eseguire correttamente moltiplicazioni e divisioni. Anche alla base della discalculia ritroviamo carenze relative alle abilità percettivo-motorie, ma, non di rado, le difficoltà logico-matematiche sono attribuibili anche a una carenza di esperienze concrete. Fin dalla primissima infanzia il soggetto deve conoscere il mondo, manipolare gli oggetti, raggrupparli secondo criteri, costruire con essi strutture via via più complesse. Alla scuola

2 materna e nel primo ciclo di scuola elementare queste esperienze continuano ad essere molto importanti, l uso del materiale concreto (oggetti, immagini, blocchi logici, regoli in colore, multibase) è indispensabile per guidare il soggetto verso la conquista dei concetti fondamentali. L uso dei simboli, la memorizzazione delle regole esecutive e delle cosiddette tabelline vengono dopo e devono essere conquiste graduali e non meccanismi superficiali che tanto facilmente si dimenticano. La discalculia è, quindi, una difficoltà specifica nell apprendimento del calcolo che si manifesta nel riconoscimento e nella denominazione dei simboli numerici, nella scrittura dei numeri, nell associazione del simbolo numerico alla quantità corrispondente, nella numerazione in ordine crescente e decrescente, nella risoluzione di situazioni problematiche. Principali elementi di riconoscimento: Difficoltà nel manipolare materiale per quantificare e stabilire relazioni Difficoltà nella denominazione dei simboli matematici Difficoltà nella lettura dei simboli matematici Difficoltà nella scrittura di simboli matematici Difficoltà a svolgere operazioni matematiche Difficoltà nel cogliere nessi e relazioni matematiche Abilità di base particolarmente compromesse Abilità di base particolarmente compromesse Lentezza nel processo di simbolizzazione Difficoltà percettivo-motorie Difficoltà prassiche Dominanza laterale non adeguatamente acquisita Difficoltà di organizzazione e di integrazione spazio-temporale Difficoltà di memorizzazione Difficoltà di esecuzione di consegne in sequenza DISGRAFIA ESEMPIO DI DISGRAFIA BIMBO 2 ELEMENTARE:

3 Di disgrafia si parla poco, ma, come si evince dall'articolo colpisce più del 20% degli scolari. La disgrafia, come ho già scritto, è la difficoltà nello scrivere a mano. Il bambino disgrafico scrive lentamente e il risultato è molto scadente compaiono lettere grandi, piccole, lo spazio è organizzato male, non seguono le righe e spesso concetti sono espressi in maniera approssimativa e molto stringati perché nella complessità del ricordare dove mettere la penna e come formare le lettere ildisgrafico molto spesso dimentica ciò che voleva dire. Il rendimento dello studente disgrafico è scarso perché fatica a completare i lavori sia a casa che a scuola. Di sicuro l'uso della video scrittura piò aiutare i disgrafici, però, come è facile immaginare, ci sono delle situazione in cui l'uso del PC non è consentito, faccio un esempio banale scrivere su un foglietto un numero di telefono oppure un appunto al volo... non sempre si ha un palmare o un telefonino a portata di mano soprattutto fra i bambini... quindi cosa si può fare per poter migliorare la scrittura in questi bambini... Ecco cosa ho trovato sempre in internet 23/06/ PERCHE' LA BRUTTA SCRITTURA NON DIVENTI MOTIVO DI ESCLUSIONE Ospitiamo un intervento della presidente dell'associazione Nazionale Grafologi Rieducatori della Scrittura La disgrafia, ossia la cosiddetta "brutta scrittura" o "scrittura illeggibile" è un fenomeno in continuo aumentonelle scuole italiane e riguarda bambini della suola primaria fino a giovani adulti che frequentano l'università. Spesso i bambini e ragazzi disgrafici possiedono buone capacità di lettura e non sono affatto dislessici, come si tende a credere di solito. La loro disgrafia deriva, talvolta, dal fatto di aver imparato a scrivere troppo presto, in un momento in cui le abilità specifiche per l'apprendimento della scrittura non erano giunte a piena maturazione (es: schema corporeo, organizzazione spaziale e temporale, coordinazione motoria, lateralitàemisferica, etc); qualche altra volta dal fatto che l'insegnamento del gesto grafico è stato troppo affrettatoed i bambini non sono riusciti ad imparare i movimenti corretti per riprodurre il modello scolastico di scrittura corsiva, alla scuola primaria; qualche altra volta dal fatto che i bambini possono attraversare momenti di disagio affettivo che

4 rendono improvvisamente illeggibile ed oscura la loro scrittura. In tutti questi casi, l'incapacità di produrre una scrittura chiara e leggibile determina una mancanza di autostima in senso lato, nei bambini e ragazzi che ne sono afflitti. La disgrafia è vista come un problema che coinvolge non solo la scrittura, ma anche le altre abilità e può portare idisgrafici ad un atteggiamento di disimpegno ed autoesclusionerispetto a tutto ciò che propone la scuola. Quando gli insegnanti o i genitori decidono di affrontare il problema disgrafia si rivolgono al logopedista, cioè allo specialista che si occupa di riabilitazione del linguaggio orale e delle difficoltà di lettura, o al neuropsichiatria infantile, che riscontra la presenza di eventuali DSA (Disturbi Specifici dell'apprendimento) ed i disgrafici non ottengono, di solito, alcun sensibile miglioramento della loro scrittura. Il problema della disgrafia senza dislessia, infatti, non è di tipo sanitario, ma di tipo pedagogico e può essere affrontato, con buoni risultati, attraverso un ciclo di rieducazione della scrittura. In Italia, i grafologi rieducatori della scrittura hanno unaformazione psicopedagogica finalizzata al trattamento delledisgrafie e sono riuniti nell'associazione ANGRIS(Associazione Nazionale Grafologi Rieducatori della Scrittura). Le sedute di rieducazione della scrittura sono incontri settimanali della durata di un'ora, in cui il grafologorieducatore aiuta il bambino o ragazzo disgrafico a lavorare sul proprio problema, attraverso una serie di esercizigrafomotori che riguardano non solo la mano scrivente, ma tutto il corpo e, in particolare, la posizione che il ragazzo assume davanti al foglio di scrittura. Il costo di una seduta non è elevato: equivale a quello di una lezione di recupero. Generalmente, nel corso di un anno scolastico, i bambini e ragazzi disgrafici riescono a perdere gli automatismi scorretti che generavano la loro "brutta scrittura" e ad acquisire i movimenti corretti del modello scolastico di scrittura corsiva. DISLESSIA VI INSERIAMO UN ESEMPIO PRATICO DI COME LEGGE E COME VEDE LE LETTERE UN BAMBINO DISLESSICO. SOTTO TROVATE LA DESCRIZIONE CHE COS'E' LA DISLESSIA E SOTTO ANCORA ALCUNI STRUMENTI PER RECUPERO DA USARE CON LA LOGOPEDISTA. (WIN ABC, TACHISTOSCOPIO,ALCUNI SOFTWARE). VI CONSIGLIAMO ANCHE DI VISIONARE I VIDEO NELLA SEZIONE VIDEO DISLESSIA

5 La Dislessia è un Disturbo Specifico dell'apprendimento (DSA). Con questo termine ci si riferisce ai soli disturbi delle abilità scolastiche ed in particolare a: DISLESSIA, DISORTOGRAFIA, DISGRAFIA E DISCALCULIA. La dislessia è una difficoltà che riguarda la capacità di leggere e scrivere in modo corretto e fluente. Leggere e scrivere sono considerati atti così semplici e automatici che risulta difficile comprendere la fatica di un bambino dislessico. l bambino dislessico può leggere e scrivere, ma riesce a farlo solo impegnando al massimo le sue capacita e le sue energie, poiché non può farlo in maniera automatica e perciò si stanca rapidamente, commette errori, rimane indietro, non impara. La dislessa si presenta in quasi costante associazione ad altri disturbi (comorbidità); questo fatto determina la marcata eterogeneità dei profili e l'espressività con cui i DSA si manifestano, e che comporta significative ricadute sulle indagini diagnostiche. La difficoltà di lettura può essere più o meno grave. Come si manifesta Si manifesta con una lettura scorretta (numero di errori commessi durante la lettura) e/o lenta (tempo impiegato per la lettura) e può manifestarsi anche con una difficoltà di comprensione del testo scritto indipendente sia dai disturbi di comprensione in ascolto che dai disturbi di decodifica (correttezza e rapidità) del testo scritto. La Consensus Conference ha ribadito l'importanza di promuovere la ricerca per identificare il disturbo di comprensione del testo come separato da quello di decodifica (correttezza e rapidità). Il bambino spesso compie nella lettura e nella scrittura errori caratteristici come l'inversione di lettere e di numeri (es ) e la sostituzione di lettere (m/n; v/f; b/d). A volte non riesce ad imparare le tabelline e alcune informazioni in sequenza come le lettere dell'alfabeto, i giorni della settimana, i mesi dell'anno. Può fare confusione per quanto riguarda i rapporti spaziali e temporali (destra/sinistra; ieri/domani; mesi e giorni;lettura dell'orologio) e può avere difficoltà a esprimere verbalmente ciò che pensa. In alcuni casi sono presenti anche difficoltà in alcune abilità motorie (ad esempio allacciarsi le scarpe), nella capacità di attenzione e di concentrazione. Spesso il bambino finisce con l'avere problemi psicologici, quale demotivazione, scarsa autostima, ma questi sono una conseguenza, non la causa della dislessia. Il bambino appare disorganizzato nelle sue attività, sia a casa che a scuola. Ha difficoltà a copiare dalla lavagna e a prendere nota delle istruzioni impartite oralmente. Come si riconosce Al termine del primo anno della scuola primaria di primo grado il bambino presenta una delle seguenti caratteristiche: 1. difficoltà nell'associazione grafema-fonema e/o fonema grafema

6 2. mancato raggiungimento del controllo sillabico in lettura e scrittura 3. eccessiva lentezza nella lettura e scrittura 4. incapacità a produrre le lettere in stampato maiuscolo in modo riconoscibile è opportuno consultare le strutture competenti rivolgendosi ad uno specialista (neuropsichiatra, psicologo) per avere una diagnosi; l'associazione Italiana Dislessia offre al riguardo una consulenza gratuita indicando i Centri competenti a cui riferirsi a seconda della Regione. Quando si fa la diagnosi La diagnosi viene posta alla fine del II anno della scuola primaria. Già alla fine del I anno della scuola primaria, tuttavia, profili funzionali compromessi e presenza di altri specifici indicatori diagnostici (ritardo del linguaggio e anamnesi familiare positiva per DSA) possono anticipare i termini della formulazione diagnostica. Un'ulteriore strumento per la rilevazione di queste difficoltà è lo screening, inteso come ricerca-azione da condurre direttamente nelle scuole, da parte di insegnanti formati con la consulenza di professionisti sanitari. Esso andrebbe condotto all'inizio dell'ultimo anno della scuola dell'infanzia con l'obiettivo di realizzare attività didattiche-pedagogiche mirate a potenziare le abilità deficitarie. Nel caso in cui alla fine dell'anno permangano significativi segnali di rischio è opportuna la segnalazione ai servizi sanitari per l'età evolutiva. La diagnosi viene effettuata da un equipe multidisciplinare composta da Neuropsichiatria Infantile, Psicologo e Logopedista. Le cose da non fare far leggere il bambino a voce alta ridicolizzarlo correggere tutti gli errori nei testi scritti dare liste di parole da imparare farlo copiare dalla lavagna farlo ricopiare il lavoro già svolto, perché scorretto o disordinato paragonarlo ad altri

7 Come si comporta nello studio Un dislessico si stanca più facilmente ed ha perciò bisogno di molta più concentrazione: può leggere un brano correttamente e non cogliere il significato può avere grosse difficoltà con le cifre (tabelline), la notazione musicale o qualsiasi cosa che necessita di simboli da interpretare può avere difficoltà nella lettura e/o scrittura di lingue straniere (es. inglese, latino, greco, ecc..) può scrivere una parola due volte o non scriverla può avere difficoltà nel memorizzare termini specifici, non di uso comune può avere difficoltà nello studio (storia, geografia, scienze, letteratura, problemi aritmetici) quando questo è veicolato dalla lettura e si giova invece dell'ascolto (es. registratori, adulto che legge, libri digitali) non prende bene gli appunti perché non riesce ad ascoltare e scrivere contemporaneamente quando si distrae da ciò che sta leggendo o scrivendo ha grosse difficoltà a ritrovare il punto. Un dislessico lavora lentamente a causa delle sue difficoltà, perciò è sempre pressato dal tempo. Come si affronta Quando qualcuno (genitore o insegnante) sospetta di trovarsi di fronte ad un bambino dislessico è importante che venga fatta, al più presto una valutazione diagnostica. La diagnosi deve essere fatta da specialisti esperti, mediante specifici test. La diagnosi permette di capire finalmente che cosa sta succedendo ed evitare gli errori più comuni come colpevolizzare il bambino ("non impara perché non si impegna") e l'attribuire la causa a problemi psicologici, errori che determinano sofferenze, frustrazioni. Il professionista dovrebbe redigere un referto scritto indicando il motivo dell'invio, i test utilizzati e la diagnosi conclusiva. Ottenuta la diagnosi si possono mettere in atto aiuti specifici, tecniche di riabilitazione e di compenso, nonché alcuni semplici provvedimenti della modifica della didattica a favore dei

8 ragazzi dislessici e contenute nelle direttive Ministeriali (Prot. n. 4099/A/4), come ad esempio la concessione di tempi più lunghi per lo svolgimento di compiti, l'uso della calcolatrice e/o del computer. Tali provvedimenti devono poter essere utilizzati anche nei momenti di valutazione, compresi gli Esami di Stato. I dislessici hanno un diverso modo di imparare ma comunque imparano. Cosa fare dopo la diagnosi Dopo la diagnosi il percorso è differenziato a seconda dell'età del soggetto dislessico, della specificità del disturbo (correttezza, rapidità, comprensione del testo), e dal grado di gravità. Alcuni elementi importanti dopo aver ottenuto la diagnosi sono: il professionista deve comunicare la diagnosi in maniera chiara e precisa specificando anche gli aspetti psicologici secondari (demotivazione, bassa autostima, ) e redigere un referto scritto indicare la possibilità dell'utilizzo di strumenti compensativi e dispensativi comunicare con la scuola per creare una rete di condivisione di obiettivi e contattare il referente scolastico per la dislessia programmare dei controlli a breve scadenza (minimo 6 mesi, massimo 1 anno) la famiglia deve prendere coscienza del problema ricordando che la strada per il recupero del dislessico è difficile in quanto il carico dei compiti scolastici resta il problema più gravoso per la famiglia stessa. Per alleggerire questa situazione si può affidare il lavoro scolastico a casa ad una persona estranea alla famiglia, in questo modo si ottengono diversi risultati: migliorare il clima familiare, riappropriarsi del ruolo di madre e non di insegnante, al fine di ridurre l'ansia della prestazione nel bambino e aumentare l'autostima e la motivazione. se il bambino è nel primo ciclo della scuola primaria si consiglia una terapia logopedica o una terapia neuropsicologica nelle fasi successive è consigliato un intervento metacognitivo che chiarisca gli scopi della lettura a seconda del materiale da studiare al fine di incrementare la consapevolezza dei processi che intervengono nella lettura l'ambiente, soprattutto quello familiare, deve appoggiare il bambino, aiutandolo nelle

9 strategie di compenso e nella costruzione di un'immagine positiva di sé I ragazzi dislessici possono imparare anche se in maniera un po' diversa dagli altri. Cosa devono fare i genitori informarsi sul problema cercare una appropriata valutazione diagnostica discutere del problema con gli insegnanti aiutare il bambino nelle attività scolastiche (leggere ad alta voce) utilizzare strumenti alternativi alla pura lettura (cassette, cd, video, computer) Cosa devono fare gli insegnanti riconoscere e accogliere realmente la "diversità"; parlare alla classe e non nascondere il problema; spiegare alla classe le diverse necessità dell'alunno dislessico e il perché del diverso trattamento; collaborare attivamente con i colleghi per garantire risposte coerenti al problema; comunicare con i genitori DISORTOGRAFIA DISORTOGRAFIA E' la difficoltà di tradurre correttamente i suoni che compongono le parole in simboli grafici; si presenta con errori sistematici: Confusione tra fonemi simili Confusione di suoni alfabetici che si assomigliano, ad esempio F e V; T e D; B e P; L e R, M e N, C e G, S e Z, ecc. Confusione tra grafemi simili Difficoltà a riconoscere i segni alfabetici che presentano somiglianza nella forma, ad esempio: b, p, d, q, a, o, m, n Omissioni Tralasciare o aggiungere alcune parti della parola, ad esempio la doppia consonante (palla-pala); la vocale intermedia (fuoco-foco); la consonante intermedia (cartolina-catolina). Inversioni Inversioni dei suoni all'interno delle parole, ad esempio: sefamoro anziché semaforo. Troncamenti

10 Troncare erroneamente le parole. Regole ortografiche Errato uso e applicazione delle doppie, accenti, apostrofi. Errato uso dell h; Fusione illegale delle parole; Separazione illegale delle parole; DISPRASSIA DISPRASSIA La Disprassia è l'incapacità di compiere movimenti volontari, coordinati sequenzialmente tra loro, in funzione di uno scopo. La Disprassia è un problema dell'organizzazione del movimento che può anche influenzare il modo di apprendere di un bambino a scuola. È più comune nei ragazzi piuttosto che nelle ragazze e può comportare goffaggine, problemi nell'organizzare il lavoro e nel seguire delle istruzioni. L'aspetto caratterizzante della disprassia è la non corretta esecuzione di una sequenza motoria che risulta alterata nei requisiti spaziali e temporali e spesso associata a movimenti non richiesti (paraprassie) con la conseguenza che l attività motoria anche se eseguita con rapidità ed in modo apparentemente abile, può essere del tutto inefficace e scorretta nonostante siano integre le funzioni volitive, la forza muscolare, la coordinazione e la disposizione a collaborare. La disprassia può essere associata spesso a problemi di linguaggio, di percezione e di elaborazione del pensiero. Il linguaggio può essere semplificato nella struttura sintattico-grammaticale ed alterato negli aspetti articolatori, la percezione inadeguata nell integrare le informazioni periferiche e nel correlarle all'azione, il pensiero scarsamente organizzato nei vari contenuti. Il bambino disprassico utilizza le funzioni che ha acquisito in modo stereotipato, con strategie povere e ridotte alternative. Tramite la pratica continuativa può acquisire funzioni e svolgere senza grosse difficoltà le attività della vita quotidiana. La povertà di strategie e le ridotte abilità di generalizzazione rendono tuttavia difficoltosa l'acquisizione di nuovi compiti e il trasferimento di soluzioni strategiche già acquisite. Nel bambino disprassico si riscontra una ridotta capacità di rappresentazione dell'oggetto su cui agire, dell'intera azione e delle sequenze che la compongono. Difficoltà di pianificazione, ad avviare i programmi, a prevedere il risultato, a controllare le sequenze e l'intera attività, a verificare e eventualmente correggere il piano d'azione. Il soggetto disprassico ha difficoltà a: fare i lacci alle scarpe abbottonarsi scrivere

11 disegnare copiare, scrivere assemblare puzzle costruire modelli giochi di pazienza giochi di costruzione giocare a palla lanciare ed afferrare una palla fare attività sportive comprendere percorsi nel linguaggio: articolazione di parole, fonemi All'osservazione può presentare: All'osservazione può presentare: goffaggine: caratterizzata ma movimenti impacciati, alterati nelle sequenze temporali, maldestri e poco o affatto efficaci; posture inadeguate, dipendenti da scarsa consapevolezza del proprio corpo, le quali interferiscono sia sul mantenimento di un buon equilibrio sia sulla coordinazione del movimento; confusione della lateralità con difficoltà ad orientarsi nello spazio e di trovare il proprio posto in una situazione nuova; problemi di consapevolezza del tempo con difficoltà nel rispettare gli orari e nel ricordare i compiti nella giornata; ipersensibilità al contatto fisico e problemi a portare vestiti in modo confortevole; problemi nell'eseguire attività fisiche come correre, prendere ed usare attrezzi, tenere la penna e scrivere; ridotto sviluppo delle capacità di organizzazione, con conseguenti evidenti difficoltà nell'eseguire attività che richiedono sequenze precise; facile stancabilità; scarsissima consapevolezza dei pericoli; comportamenti fobici, compulsavi ed immaturi. Come potete aiutarlo a casa - Incoraggiare vostro figlio ad organizzare se stesso quando deve vestirsi o spogliarsi (per esempio, l ultimo pezzo che togli è il primo

12 che rimetti ). - Avere una lavagnetta con delle note per ricordargli ciò che deve essere fatto e in quale ordine. - Avere compiti di breve durata, se può concentrarsi per cinque minuti, smettere dopo cinque minuti e riprendere più tardi. - Essere sicuri che non ci siano distrazioni (per esempio il suo programma preferito in TV o il cane che gioca vicino) quando sta cercando di fare qualche compito. - Fargli molte lodi ed incoraggiamenti

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