GLI EFFETTI SULL OCCUPAZIONE DEL RALLENTAMENTO DEL MERCATO DELLE COSTRUZIONI: MENO DONNE, MENO LAVORATORI DIPENDENTI E MENO LAVORATORI STRANIERI
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- Leone Fabrizio Marrone
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1 NOTA STAMPA GLI EFFETTI SULL OCCUPAZIONE DEL RALLENTAMENTO DEL MERCATO DELLE COSTRUZIONI: MENO DONNE, MENO LAVORATORI DIPENDENTI E MENO LAVORATORI STRANIERI Per la prima volta dal 1999 i dati sull occupazione nelle costruzioni relativi al secondo trimestre 2006 riportano il segno meno (-2,4% rispetto al secondo trimestre 2005). Un dato che vale -0,7% per l intero primo semestre. Si tratta del primo importante segnale di come il rallentamento del ciclo espansivo e l apertura di una nuova fase del mercato delle costruzioni nel nostro Paese inizi a farsi sentire sul mercato del lavoro. Il Rapporto realizzato dal CRESME per Obiettivo Lavoro rileva come fin da questi primi segnali si evidenzi come a subire le conseguenze immediate della contrazione di attività da parte delle imprese siano i soggetti più deboli. Già nel corso del 2005, infatti, si è registrata una forte ricomposizione occupazionale rispetto al genere, determinata da un rallentamento della crescita occupazionale maschile e un calo di quella femminile. Per la prima volta la domanda di nuove assunzioni per il 2006 sembra orientata a registrare un calo di lavoratori stranieri, a fronte di una tenuta della domanda di lavoratori italiani, a dimostrazione che quando il vento cambia si tende a ridurre la richiesta di lavoratori meno qualificati. Infine il terzo indicatore riguarda il lavoro dipendente che negli ultimi anni aveva registrato un tendenza alla crescita e che dalla seconda metà dello scorso anno risulta invece essersi arrestata, mentre aumenta il dinamismo del lavoro autonomo. 2006: la frenata Il calo del 2006 costituisce una brusca inversione di tendenza, a conferma del cambiamento più generale a livello di mercato, ma si tratta comunque della conclusione di un processo di forte rallentamento già registrato nel corso dell ultimo biennio. CRESME 1
2 Tabella 2. Numero di occupati nelle costruzioni, nell industria e totali 2005/ Variazioni% Costruzioni Totale Industria Totale Variazioni% I trim / I trim ,0% 0,2% 1,7% II trim / II trim ,4% -0,5% 0,5% I sem / I sem ,7% -0,1% 2,0% ,5% -4,7% -0,8% (med. I sem.) 27,8% 5,8% 11,5% (med. I sem.) 15,7% 0,2% 10,6% Fonte: Elaborazione Cresme su dati ISTAT - Rapporto Cresme e Obiettivo Lavoro Se si considera il saldo tra assunzioni e cessazioni di rapporti di lavoro nel settore delle costruzioni emerge un quadro di crescita dell occupazione con una forte riduzione dei saldi positivi fino al 2004 e un saldo negativo 1 (NOTA) nel 2005 pari ad oltre 11 mila unità. Passato l effetto inflativo delle regolarizzazioni degli extracomunitari ( ) e quello della flessibilizzazione del mercato del lavoro, si osserva una riduzione sensibile del saldo positivo tra assunzioni e cessazioni di rapporti lavorativi. Le cessazioni mostrano per tre anni consecutivi tassi di incremento superiori a quelli delle assunzioni. Grafico 2. Dinamica recente del numero di assunzioni e cessazioni in rapporti di lavoro dipendente soggetti ad iscrizione INAIL nel settore delle costruzioni ,2% +4,4% -15,1% +0,2% +0,1% -1,4% -9,6% -4,8% Assunzioni Cessazioni Saldo annuale tra assunzioni e cessazioni Fonte: Elaborazione Cresme su dati INAIL - Rapporto Cresme e Obiettivo Lavoro 2006 (gen. apr.) A tal proposito si ricorda lo squilibrio tra le assunzioni e le cessazioni non attribuibili alle attività economiche e che non è corretto considerare il saldo tra assunzioni e cessazioni come incremento o calo occupazionale. CRESME 2
3 Appare evidente la netta separazione tra il periodo , in cui i saldi positivi risultano molto ampi ( nel 2001 e nel 2002) e gli anni successivi con saldi positivi di entità inferiore ( nel 2003 e nel 2004) o negativi ( nel 2005). Il calo dell occupazione femminile Essa risulta determinata da un deciso rallentamento tendenziale della crescita dell occupazione maschile e dalla contrazione del numero di occupati donne. L occupazione maschile, in crescita dal 1999, è, infatti, aumentata in forma quasi lineare fino al 2005 (+27,7% in 7 anni), registrando nel 2006 un tasso di crescita congiunturale del +0,6%, con un tasso tendenziale del 0,3%. L occupazione femminile a sua volta è aumentata tra il 1993 e il 2004 del 52,3% (+9,4 la componente maschile nello stesso periodo), raggiungendo il picco di incidenza sul totale occupazionale elevando la quota di occupati femmine dal 4,5% al 6,2%. Nel 2005 si è registrato il primo rallentamento (-0,3%) e nel primo semestre 2006 si rileva una netta diminuzione congiunturale (-5,1%) e tendenziale (-7,9%). Grafico 3. Dinamica dell occupazione maschile e femminile in edilizia, presenza femminile ( tendenziale) 160 7% Numero indice occupati (1993 = 100) I sem % 5% 4% 3% Quota presenza femminile (%) Maschi Femmine % occupati femmine sul totale Fonte: Elaborazione Cresme su dati ISTAT - Rapporto Cresme e Obiettivo Lavoro CRESME 3
4 Più lavoratori indipendenti Il settore edile presenta un incidenza di lavoro autonomo molto più elevata rispetto al totale dell economia. Negli ultimi due anni circa 38 lavoratori su 100 sono risultati indipendenti ma tale rapporto era risultato ancora più elevato tra il 1998 e il 1999 quando oltre il 41% degli occupati era indipendente. Tra il 2005 e il primo semestre 2006 si è registrato un sostanziale appiattimento della curva relativa all occupazione dipendente in costruzioni ad indicare un sostanziale arresto del processo di implementazione a differenza dell occupazione dipendente totale che mostra un incremento simile a quello dell anno precedente. Per quanto riguarda il lavoro indipendente all andamento piatto dell edilizia corrisponde un calo di quella generale nel 2005 e un lieve incremento tendenziale nel Grafico 5. Dinamica comparata lavoratori dipendenti e indipendenti settore delle costruzioni e totale economia Dipendenti Costruzioni Indipendenti Costruzioni Dipendenti Totali Indipendenti Totali I sem Fonte: elaborazione Cresme su dati Istat - Rapporto Cresme e Obiettivo Lavoro La scomposizione tra le tipologie contrattuali rispetto al saldo tra assunzioni e cessazioni di rapporti di lavoro nel settore delle costruzioni mostra come i saldi positivi siano dovuti alla componente a tempo indeterminato mentre, i contratti a tempo determinato risultano positivi solamente nel 2001 e nel 2002 per mostrare saldi negativi superiori a 10 mila unità negli anni successivi. Il dato relativo al 2006, fino al 12 aprile, mostra un saldo positivo pari a unità suddivise in a tempo indeterminato e a tempo determinato. La CRESME 4
5 quota di assunzioni a tempo indeterminato è stata di poco inferiore all 86% nel 2001 e nel 2002, è calata a circa l 84% nel 2003 per aumentare nuovamente nel 2004 e nel 2005 oltre l 85%. Nei dati parziali relativi al 2006 tale quota rappresenta oltre il 91% delle assunzioni totali nel settore delle costruzioni ma a fine anno, con l incidenza dei contratti stagionali estivi e negli ultimi mesi dell anno, dovrebbe presentare un valore molto vicino a quello degli ultimi due anni. La domanda di lavoro nel 2006 Il Sistema Informativo Excelsior conferma le difficoltà occupazionali nel settore delle costruzioni per il quale si registra ancora una leggera crescita ma con ritmi inferiori rispetto agli anni precedenti. Tabella 3. Confronto delle previsioni occupazionali delle imprese Entrate previste Uscite previste Saldo previsto Variazione % Saldo previsto Costruzioni , ,0 Totale economia , , ,5% 13,6% 22,7% ,0% 11,6% 28,5% ,6% 13,2% 22,8% Fonte: Elab. Cresme su dati Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior - Rapporto Cresme e Obiettivo Lavoro Le previsioni per il 2006 indicano per il settore delle costruzioni un valore di nuove assunzioni e uscite per lavoratori per un saldo di nuovi posti di lavoro previsti. Le nuove entrate previste sono diminuite tra il 2004 e il 2005 del 12,8% per poi 2 Il Sistema Informativo Excelsior èrealizzato dalle Camere di Commercio con il coordinamento di Unioncamere e in collaborazione con il Ministero del Lavoro e l Unione Europea, si basa su una rilevazione campionaria su circa 100 mila imprese. La rilevazione ha un particolare livello di stratificazione che giunge ad essere quasi una rilevazione esaustiva dell universo per le imprese di grandi dimensioni (oltre i 100 dipendenti) mentre, per le imprese sotto tale soglia, rientra nella definizione classica di indagine campionaria. Le informazioni contenute nel Sistema Informativo Excelsior, oltre al livello quantitativo su cui sono presenti altre fonti, si estendono anche sul piano qualitativo con la possibilità di analizzare le professioni ricercate dalle aziende fino ad arrivare a definire le caratteristiche più importanti per ogni professione. CRESME 5
6 crescere nel 2006 dell 11,9%. Le stesse variazioni per le uscite previste sono state 11,9% nel 2005 e +22,5% nel I saldi occupazionali del settore delle costruzioni risultano, invece, in sensibile riduzione passando da del 2004 (pari al 22,7% del saldo occupazionale complessivo previsto) a nel 2005 (-15,2% sul 2004) e a nel 2006 (-14,0% sul 2005). Grafico 8. Saldo occupazionale previsto per il settore delle costruzioni e per il totale economia ( ) Altro Costruzioni ,7% 28,5% 22,8% Fonte: Elab. Cresme su dati Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior -.Rapporto Cresme e Obiettivo Lavoro Le differenze tra il 2005 e il 2006 nelle previsioni di assunzione delle imprese di costruzioni risultano limitate ma con alcune differenze che sembrano riflettere un primo accenno di rallentamento del settore. In particolare si osserva un forte calo della quota di assunzioni di lavoratori extracomunitari dal 29,3% del 2005 al 22,4% del 2006 che potrebbe essere attribuita alla maggior disponibilità di manodopera sul mercato interno del lavoro. Tale manodopera più abbondante potrebbe essere formata da lavoratori mediamente più anziani rispetto allo scorso anno (33,6% di assunzioni al di sotto di 29 anni nel 2006 contro il 34,3% nel 2005). I valori che potrebbero contraddire tale ipotesi sono relativi alla formazione e all esperienza richieste: meno formazione (è richiesta dall 11,1% nel 2005 e solo dall 8,9% nel 2006) e meno esperienza richiesta (era il 74,0% nel 2005 ed è il 69,9% nel 2006). Bisogna considerare che, se la manodopera disponibile è di basso livello professionale, con età superiore ai 29 anni e si richiede una generica esperienza da manovale, i valori prima citati rientrano bene nel profilo descritto. CRESME 6
7 Il lavoro interinale: la necessità di politiche di mobilità Nell ambito della ricerca è stata svolta un indagine diretta su un campione di lavoratori occupati attraverso Obiettivo Lavoro. Su circa 170 lavoratori intervistati il 94,6% ha la famiglia nel paese di origine e l 82,3% era occupato gia nel paese di origine. La spinta all emigrazione e il miglioramento della propria condizione economica e lavorativa, ma soprattutto quasi la totalità degli intervistati (91,5%) intendono tornare nel paese di origine. Circa il 71% del totale lo farà entro 5 anni. Si tratta di un campione di lavoratori prevalenetemnete provenienti dall Est d Europa, soprattutto dalla Romania, la maggior parte dei quali con grande esperienza alle spalle. Ben il 71,7% ha piu di 36 anni e oltre il 78% ha una qualifica professionale o un diploma. L 82,6% parla italiano. Come si vede uno dei fenomeni più interessanti che emerge dall indagine è la volontà di rientrare nel paese di origine da parte di una quota molto rilevante di lavoratori stranieri. Siamo di fronte ad un esperienza che può trasformarsi in un modello per l innesco di politiche di immigrazione alternative rispetto a quelle attuali. I particolare emerge una possibilità di strutturare i flussi migratori in modo che entrambe le comunità (quella accolta e quella che accoglie) possano trarre il massimo profitto dalla collaborazione. Chi accoglie ha manodopera o professionalità necessarie alla produzione e chi è accolto ha possibilità, lavorando all estero, di prepararsi un futuro migliore nel proprio paese acquistando o costruendo una casa e accumulando risparmi per aprire un attività. CRESME 7
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