Stato dell arte dei piani di gestione dei siti Rete Natura 2000 in Puglia

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1 Stato dell arte dei piani di gestione dei siti Rete Natura 2000 in Puglia Convegno Internazionale LA GESTIONE DI RETE NATURA 2000 Esperienze a confronto Genova novembre 2008 Ufficio Parchi e Riserve Naturali della Regione Puglia

2 La Rete Natura 2000 in Puglia SIC: 77 ZPS: 21 UNIONE EUROPEA ITALIA PUGLIA HABITAT 142 di cui 37 prioritari 110 di cui 28 prioritari 47 di cui 12 prioritari MAMMIFERI 30 di cui 12 prioritari 20 di cui 5 prioritari 13 di cui 2 prioritari RETTILI 16 di cui 2 prioritari 9 di cui 1 prioritari 5 di cui 1 prioritari ANFIBI 18 di cui 1 prioritari 10 di cui 1 prioritari 1 UCCELLI di cui 48 Prioritarie (1) 81 di cui 14 prioritarie* 52 di cui 5 prioritarie* PESCI 49 di cui 4 prioritari 18 di cui 1 prioritari 4 PIANTE 3

3 Siti oggetto di Piano Montagna Spaccata e Rupi di San Mauro IT Stagni e saline di Punta della Contessa IT Monte Cornacchia-Bosco di Faeto IT Zone umide della Capitanata IT Area delle Gravine IT Accadia-Deliceto IT Murgia dei Trulli IT Difesa Grande IT

4 Siti oggetto di Piano Monte Cornacchia-Bosco di Faeto IT Zone umide della Capitanata IT Accadia-Deliceto IT Murgia dei Trulli IT Difesa Grande IT Stagni e saline di Punta della Contessa IT Area delle Gravine IT Montagna Spaccata e Rupi di San Mauro IT

5 L'attuazione delle disposizioni delle direttive Habitat e Uccelli per la gestione dei siti Natura 2000 si traduce prioritariamente nel conservare la stessa ragion d'essere di ciascun sito, ovvero nel salvaguardare la struttura e la funzione degli habitat e/o garantire la persistenza a lungo termine delle specie per le quali ciascun sito è stato istituito. Lo scopo del Piano di Gestione è pertanto quello di garantire la presenza in condizioni ottimali degli habitat e delle specie che hanno determinato l istituzione del SIC, mettendo in atto strategie di tutela e gestione che consentano la conservazione del patrimonio tutelato dalla direttiva Habitat, anche in presenza di attività socio-economiche. All interno del Piano di Gestione vengono quindi individuate strategie di gestione, in base alle quali si strutturano le azioni e gli interventi di gestione. Scopo del Piano di Gestione

6 Iter amministrativo regionale Per la redazione dei piani di gestione specifici è stato utilizzato il POR Puglia ed in particolare i finanziamenti derivanti dall Azione 1.6 linea di intervento 2. La Regione, competente sulla Rete Natura 2000, ha stabilito una procedura partecipativa con gli enti locali interessati territorialmente per la redazione dei piani.

7 Iter amministrativo regionale La Regione ha istituito un Comitato Tecnico di controllo per la verifica periodica, attraverso la convocazione di tavoli tecnici, dei progress report relativi alla redazione dei singoli piani. La scelta di realizzare piani di gestione nelle aree sopra elencate, è scaturita sia da una serie di riflessioni circa il grado e lo stato di conservazione di habitat e specie presenti nei siti, sia dalla peculiarità degli habitat e specie per cui quei siti sono stati individuati, ma soprattutto si è privilegiato i siti non interessati dalla presenza e/o dalla istituzione di un area protetta.

8 Iter amministrativo regionale I punti focali analizzati per la scelta dei siti sono stati: Grado di minaccia presente nel sito per il mantenimento degli habitat e delle specie (aree umide costiere); Peculiarità, rarità e rappresentatività degli habitat e delle specie presenti (Area delle Gravine, habitat steppici, capovaccaio, ecc); Prevalenza di superficie caratterizzata da formazioni forestali (particolarmente importante in Puglia data la loro scarsità) (Accadia-Deliceto, Difesa Grande, Monte Cornacchia-Bosco di Faeto); Grado di presenza di attività antropiche all interno del sito (molti siti della rete Natura 2000 in Puglia sono caratterizzati da un elevata presenza antropica sia a livello di centri abitati sia per la presenza di attività agricole molto importanti (Murgia dei Trulli, Area delle Gravine).

9 Struttura del Piano di gestione Dal punto di vista operativo il Piano di Gestione è strutturato in 2 sezioni distinte: lo Studio Generale (SG) il Piano di Gestione (PdG) (senso stretto) Lo Studio Generale è articolato in diverse sottosezioni, in relazione agli aspetti approfonditi, ed in particolare: la caratterizzazione abiotica del sito, finalizzata alla descrizione degli aspetti litologici, geomorfologici, idrogeologici, idrologico-idrografici e climatici la caratterizzazione biotica, con particolare attenzione agli habitat ed alle specie di interesse comunitario, alle dinamiche ecologiche storiche ed in atto ed al ruolo del Sito nell ambito delle reti ecologiche la caratterizzazione socio-economica, finalizzata alla definizione delle variabili socioeconomiche in atto ed alla individuazione ed alla descrizione delle attività antropiche la caratterizzazione territoriale-amministrativa e l inquadramento urbanisticoprogrammatico la caratterizzazione storico-paesaggistica ed archeologica.

10 Struttura del Piano di gestione Il Piano di Gestione è suddiviso in tre sottosezioni: nella prima è stata effettuata una valutazione ambientale, con l individuazione delle minacce e dei fattori limitanti per habitat e specie attraverso l utilizzo di indicatori nella seconda, sono stati definiti gli obiettivi, le strategie, le azioni, indicati i possibili interventi e definita le metodologie di monitoraggio una terza parte del piano riguarda il regolamento, il quale è stato realizzato in maniera generale per tutti i siti e poi contestualizzato per ogni sito a seconda delle caratteristiche peculiari e del territorio del sito stesso (per il regolamento sono stati applicati i criteri previsti nelle Misure minime di conservazione previste per le ZPS Reg. Reg. 15/2008)

11 Metodologia operativa Caratterizzazione abiotica Ha come obiettivo lo studio del contesto abiotico su cui poggia l ecosistema presente nel sito. In particolare, ai fini del PdG, si concentra sul definire le influenze che la geologia, la geomorfologia, la pedologia, il clima, l idrogeologia e l idrografia esercitano sugli habitat e sulle specie di interesse comunitario rilevate nel sito. Lo studio restituisce la definizione di criticità specifiche e delle appropriate metodologie di monitoraggio. Viene realizzata mediante la consultazione delle fonti bibliografiche in possesso ed opportune indagini di campo.

12 Metodologia operativa Caratterizzazione floristico-vegetazionale Ha come obiettivo la definizione dello status e della distribuzione degli habitat e delle specie floristiche di interesse comunitario nel SIC attraverso una serie di rilievi sul campo (Carta degli habitat). Inoltre fornisce indicazioni sulle criticità a cui possono essere soggette gli habitat e le specie con l indicazione dei sistemi di monitoraggio dell evoluzione ecologica più adatti nel contesto locale. Queste informazioni permettono di rilevare la presenza di ulteriori habitat e specie di interesse comunitario rispetto a quelle segnalate e di individuare possibili specie alloctone ed infestanti verificandone lo stato. E stata realizzata mediante appropriati rilievi fitosociologici, consultazione di fonti bibliografiche e con l ausilio di foto aeree.

13 Metodologia operativa Caratterizzazione faunistica Ha come obiettivo la caratterizzazione del sito dal punto di vista delle specie animali di interesse comunitario presenti nel SIC su base bibliografica e da rilievi effettuati. Inoltre fornisce delle indicazioni sulle criticità a cui possono essere soggette con indicazione dei sistemi di monitoraggio dell evoluzione ecologica più adatti nel contesto locale. Lo studio restituisce la definizione di criticità specifiche e delle appropriate metodologie di monitoraggio.

14 Metodologia operativa Aspetti socio - economici L analisi delle variabili socio-economiche oltre a rappresentare un elemento fondamentale nella definizione del contesto di riferimento, ha come obiettivo anche quello di evidenziare eventuali criticità del sistema territoriale in termini di sviluppo e di squilibri. La caratterizzazione socio-economica ha come obiettivo la definizione delle principali caratteristiche economiche e sociali del comune nel cui territorio ricade il Sito. L analisi si basa sulla determinazione di una serie di indicatori, raggruppabili nelle seguenti classi: indicatori demografici; indicatori della struttura abitativa; indicatori della struttura economico-produttiva; indicatori di fruizione turistica; indicatori di sostenibilità.

15 Metodologia operativa Caratterizzazione territoriale - amministrativa ed urbanistico - programmatica Comprende l inquadramento amministrativo del territorio in cui il sito è localizzato, la mappatura della proprietà fondiaria e l individuazione dei vincoli e degli strumenti di pianificazione urbanistico-territoriale in vigore o in via di definizione nell' area. È finalizzata, tra l altro, a garantire la congruenza tra gli strumenti di pianificazione/programmazione esistenti e gli obiettivi del Piano di Gestione; inoltre fornisce alcune informazioni utili alla valutazione della fattibilità delle azioni e degli interventi in relazione al contesto amministrativo di riferimento ed alla suddivisione della proprietà fondiaria.

16 Metodologia operativa Caratterizzazione storico-paesaggistica L analisi del paesaggio è effettuata sia in riferimento agli aspetti storico-culturali che alle peculiarità estetico-percettive degli ambiti indagati. Gli aspetti storico-culturali sono studiati con particolare riferimento al rapporto tra attività antropiche storiche e l evoluzione del paesaggio; gli aspetti più propriamente paesaggistici sono stati analizzati con riferimento alla percezione dell uomo del paesaggio attuale ed all individuazione di particolari elementi di pregio paesaggistico. Vengono infine individuati ambiti di particolare pregio storico-paesaggistico in relazione sia alla loro tutela che alla loro fruizione e valorizzazione. Caratterizzazione archeologica Si realizza attraverso lo studio delle fonti bibliografiche ed ha avuto come obiettivo fondamentale l individuazione delle pre-esistenze archeologiche e la valutazione delle stesse in relazione sia al valore culturale che alla possibilità di valorizzarle e renderle fruibili.

17 Area delle Gravine IT Principali minacce per le specie presenti Minacce e fattori limitanti attuali Spietramento degli habitat steppici Abbandono della pastorizia Tagli boschivi irrazionali Impianto di vigneti Riforestazione naturale e artificiale Pascolo eccessivo Incendi Pesticidi ed altri agenti inquinanti Urbanizzazione e sviluppo industriale (comprensivo della distruzione delle piccole raccolte d acqua) Ristrutturazione dei centri storici Specie su cui agiscono Capovaccaio, Grillaio, Occhione, Ghiandaia marina, Calandro, Calandra, Calandrella, Averla cenerina, Averla piccola Chirotteri, Rettili. Capovaccaio, Nibbio reale, Grillaio, Occhione, Ghiandaia marina, Calandra, Calandrella Nibbio reale, Biancone Capovaccaio, Grillaio, Occhione, Calandro, Calandra, Calandrella, Averla cenerina, Averla piccola Chirotteri, Rettili. Capovaccaio, Grillaio, Occhione, Ghiandaia marina, Calandro, Calandra, Calandrella, Averla cenerina, Averla piccola Chirotteri, Rettili. Grillaio, Occhione, Ghiandaia marina, Calandro, Calandra, Calandrella, Tottavilla, Chirotteri, rettili. tutte tutte Grillaio, Chirotteri. Grillaio, Chirotteri. Rilevanza Media, localmente alta Media, localmente alta Media, localmente alta Media, potenzialmente alta Media, localmente alta Media, localmente alta

18 Area delle Gravine IT Principali minacce sugli habitat presenti Minacce e fattori limitanti attuali Spietramento degli habitat steppici Abbandono della pastorizia Tagli boschivi irrazionali Incendi Urbanizzazione e sviluppo industriale Habitat su cui agiscono Percorsi substeppici di graminacee e piante annue (Thero Brachypodietea) Percorsi substeppici di graminacee e piante annue (Thero Brachypodietea) Querceti di Quercus troiana Foreste di Quercus ilex Pinete mediterranee di pini mesogeni endemici Querceti di Quercus troiana Foreste di Quercus ilex Pinete mediterranee di pini mesogeni endemici Formazioni di Euphorbia dendroides Querceti di Quercus troiana Foreste di Quercus ilex Pinete mediterranee di pini mesogeni endemici Percorsi substeppici di graminacee e piante annue (Thero Brachypodietea) Formazioni di Euphorbia dendroides Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba Rilevanza Media,localmente alta alta, localmente media.

19 Area delle Gravine IT Principali interventi previsti 1. Azioni mirate a favorire il successo riproduttivo delle specie di interesse comunitario, ed eliminazione e/o riduzione dei fattori di disturbo. 2. Realizzazione e gestione di un sistema di carnai 3. Interventi di difesa dagli incendi boschivi e conservazione degli habitat forestali 4. Conservazione degli habitat pseudosteppici 5. Tutela della biodiversità in agricoltura e promozione di forme di agricoltura più sostenibili 6. Monitoraggio e studio della fauna di interesse comunitario 7. Progettazione e realizzazione di interventi di formazione specialistica destinati al personale degli enti pubblici territoriali e associazioni ambientaliste interessate e aventi ad oggetto la normativa ambientale internazionale, comunitaria, nazionale e regionale

20 Individuazione di nuovi habitat Dehesas con Quercus spp. sempreverde SINTASSONOMIA /SPECIE CARATTERISTICHE: Quercus troiana, Quercus ilex. SUPERFICIE (ha): 886,11-16,2% Si tratta di un habitat caratteristico della penisola iberica, che si ritrova anche nella Murgia dei Trulli. In esso un mosaico di seminativi, pascoli e/o di macchia mediterranea è ombreggiato da una copertura rada di querce autoctone sempreverdi (Quercus trojana e Quercus ilex), probabilmente elementi relitti di antichi boschi di sclerofille. È un habitat importante per i rapaci. Stato di conservazione Lo stato di conservazione dell habitat risulta molto buono dato che copre un ampia superficie all interno del SIC e gli esemplari arborei, alcuni con caratteristiche monumentali e di eccezionali dimensioni, sono in buono stato. Tendenze evolutive Le tendenze evolutive sono strettamente legate alla conduzione antropica dei terreni su cui insiste l habitat. In caso di abbandono delle pratiche agricole è possibile osservare una progressiva colonizzazione delle specie della macchia mediterranea. Minacce Potenziali elementi di criticità per la conservazione dell habitat sono: abbandono delle pratiche agricole; abbattimento degli esemplari monumentali di fragno; incendi; trasformazione colturale. Murgia dei Trulli IT

21 Murgia dei Trulli IT Principali interventi previsti

22 Murgia dei Trulli IT Titolo dell azione Definizione di un accordo agroambientale per il recupero e la tutela della rete dei muretti a secco Principali interventi previsti Obiettivi dell azione Salvaguardare i muretti a secco esistenti, favorire il ripristino e promuovere laddove si presenti la necessità, la realizzazione di nuovi muretti a secco. Incentivazione coordinata dell impiego di misure previste dal FEASR Specie/Habitat Target: Cyrtopodion kotschyi, Elaphe quatuorlineata, Zamenis situla Descrizione dello stato attuale Il numero dei muretti a secco sta progressivamente diminuendo a causa dell accorpamento dei lotti o perché sostituiti da recinzioni in cemento con rete metallica. Indicatori di stato N di operazioni sovvenzionate e volume totale investimenti. Descrizione dell azione La manutenzione per il ripristino dei muretti a secco e l eventuale realizzazione di nuovi muretti, devono essere eseguite esclusivamente secondo tecniche e con l uso di materiali tradizionali. Risultati attesi Favorire il mantenimento della rete dei muretti a secco esistenti con eventuale incremento di nuovi muretti, in qualità non solo di elementi divisori che connotano in maniera specifica l identità del territorio, ma anche in qualità di habitat preferenziale per molte specie animali (rettili e invertebrati) e, quale luogo di insediamento per la vegetazione spontanea con conseguente funzione trofica e ricovero per molte specie di uccelli; nonché quale elemento strutturale per la regolazione del deflusso delle acque meteoriche Soggetti competenti e/o da coinvolgere Regione Puglia Provincia di Bari e Provincia di Brindisi Comuni di Alberobello, Castellana Grotte, Fasano. Locorotondo e Monopoli Aziende agricole, zootecniche, proprietà Priorità Riferimenti programmatici e linee di finanziamento Piano di Sviluppo Rurale Misure 214 Azione 3, 216 Azione 1, 323

23 Accadia-Deliceto IT Principali interventi previsti Cod. Titolo intervento Priorità TUTELA E GESTIONE DEGLI HABITAT E SPECIE DI INTERESSE COMUNITARIO IA1 Delimitazione del perimetro del SIC Media IA2 Interventi per la difesa attiva dell Habitat di interesse comunitario Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia) (*Splendida fioritura di orchidee) (cod. 6210) IA3 Miglioramento del sistema di siepi e muretti a secco e ripristino della naturalità delle aree puntuali di frana Media IA4 Restauro dei fontanili e delle aree a valle Media IA6 Controllo Ailanto: eradicazione delle specie alloctone IA8 Interventi selvicolturali di avviamento a bosco vetusto STRUTTURE PER LA FRUIZIONE NATURALISTICA/REGOLAMENTAZIONE DEGLI ACCESSI IA11 Salvaguardia e valorizzazione del paesaggio rurale IA12 Restauro degli edifici rurali per fini ricettivi CONTROLLO E GESTIONE ATTIVITA PRODUTTIVE ECO-COMPATIBILI IA14 Formazione del personale del Soggetto Gestore IA15 Elaborazione Piano Antincendio IA16 Interventi per la programmazione di un agricoltura eco- compatibile Media Media PROGRAMMA DI EDUCAZIONE E DI INFORMAZIONE PD1 Pannellistica, cartellonistica didattica e tabellonistica PD3 Campagna di comunicazione PROGRAMMA DI MONITORAGGIO E/O RICERCA MR1 Monitoraggio floristico-vegetazionale MR2 Monitoraggio della fauna di interesse comunitario MR4 Monitoraggio degli habitat d interesse comunitario MR5 Monitoraggio delle specie alloctone invasive MR7 Monitoraggio degli impatti degli aereogeneratori sulla comunità ornitica

24 Zone umide della Capitanata IT Carta degli Habitat Principali habitat individuati 1150* Lagune costiere 1310 Vegetazione annua pioniera a Salicornia e altre specie delle zone fangose e sabbiose 1410 Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi) 1420 Praterie e fruticeti mediterranee e termo-atlantici (Sarcocornetea fruticosi) 1510* Steppe salate mediterranee (Limonietalia)

25 Adozione dei Piani L iter di approvazione dei Piani di Gestione prevede l adozione con Delibera di Giunta Regionale e, successivamente, un periodo di 40 gg per la osservazione da parte di cittadini; infine la approvazione definitiva regionale e il recepimento comunale.

26 Grazie per l attenzione Regione Puglia - Assessorato all Ecologia Ufficio Parchi e Riserve Naturali Via Delle Magnolie 6/8 Z.I Modugno (BA) ITALIA Tel Fax: ufficio.parchi@regione.puglia.it

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