Interventi di prevenzione nelle strutture residenziali per minori Diana Di Pietro UOC SMREE ASL ROMA 6

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1 Interventi di prevenzione nelle strutture residenziali per minori Diana Di Pietro UOC SMREE ASL ROMA 6 Lanuvio, 27/10/2018

2 Strutture residenziali per minori Regione Lazio Strutture residenziali riabilitative ex art.26 UCV aziendale Strutture residenziali terapeutico riabilitative intensive ed estensive: SRTRi SRTRe per un totale attuale di 40 posti UVM dipartimentale settore minori

3 Riferimenti normativi REGIONE LAZIO DCA 90/10 REGIONE LAZIO DCA 8/11 REGIONE LAZIO DCA 188/15 REGIONE LAZIO DCA 424/11 (FABBISOGNO STRUTTURE SALUTE MENTALE MINORI) REGIONE LAZIO DCA 451/14 (MINORI USO DI SOSTANZE) REGIONE LAZIO DCA 383/15 (MINORI CON MISURE PENALI) REGIONE LAZIO DCA 80/16 (FABBISOGNO RETE SERVIZI DCA)

4 CONFERENZA STATO REGIONI 29 APRILE 2009 (LINEE DI INDIRIZZO OPERATIVO PER ASO E TSO IN ETÀ EVOLUTIVA. PROCEDURE ASO E TSO IN ETÀ EVOLUTIVA) CONFERENZA STATO REGIONI 24 GENNAIO 2013 (PIANO DI AZIONI NAZIONALE PER LA SALUTE MENTALE) CONFERENZA STATO REGIONI 13 NOVEMBRE 2014 (GLI INTERVENTI RESIDENZIALI E SEMIRESIDENZIALI TERAPEUTICO RIABILITATIVI PER I DISTURBI NEUROPSICHICI DELL INFANZIA E DELL ADOLESCENZA) REGIONE LOMBARDIA, 2013 ( GRUPPO DI APPROFONDIMENTOTECNICO FINALIZZATO ALLA IDENTIFICAZIONE DI LINEE OPERATIVE INTEGRATE RELATIVAMENTE AL TRATTAMENTO DEI DISTURBI PSICHICI NELA FASE DI TRANSIZIONE ALL ETÀ GIOVANILE )

5 Piano Nazionale per la Salute Mentale PANMS Conferenza Stato Regioni 24/1/2013 Come per gli adulti si raccomanda riflessione sulla differenziazione dei percorsi di assistenza - 3 principi L intervento multidisciplinare d équipe non è limitato ai casi particolarmente gravi e complessi, ma è invece la regola, a causa dell interazione costante tra le diverse linee di sviluppo, e degli alti indici di comorbilità tra i disturbi dei diversi assi. La maggior parte degli utenti entrano dunque in un percorso di presa in carico, che può però essere caratterizzato da diverse intensità assistenziali a seconda dei disturbi, dei contesti e delle fasi evolutive, e non solo in base a complessità e gravità.

6 Piano Nazionale per la Salute Mentale PANMS Conferenza Stato Regioni 24/1/2013 il monitoraggio longitudinale dello sviluppo è molto più comune rispetto al singolo episodio di cura, perché i disturbi evolutivi si modificano nel tempo e col tempo secondo linee complesse e specifiche, e la riabilitazione è componente imprescindibile del processo di cura. il coinvolgimento attivo e partecipato della famiglia e della scuola e l intervento di rete con i contesti (educativo e sociale) è imprescindibile e presente per la maggior parte degli utenti, con variabile intensità.

7 Mette in evidenza Difformità organizzativa nelle varie Regioni relativamente ai servizi di neuropsichiatria dell infanzia e dell adolescenza (NPIA) e alle risorse ad essi dedicate, con conseguenti criticità della risposta fornita, Pone come primo obiettivo l Esistenza (realizzazione) di una rete regionale integrata e completa di servizi per la diagnosi, il trattamento e la riabilitazione dei disturbi neuropsichici dell età evolutiva.

8 Continuità terapeutica Il coordinamento, ai fini della continuità terapeutica, deve riguardare tutti gli interventi: ambulatoriali, domiciliari, in regime semiresidenziale e residenziale, in regime di ricovero ospedaliero per le fasi di acuzie; deve essere previsto inoltre un collegamento formale stabile con le aree dei consultori e della dipendenza patologica, oltre che con l area sociale, l area educativa e quella giudiziaria

9 Rilevazione effettuata dai tecnici regionali del settore sull anno 2013 Nella maggior parte delle Regioni le strutture residenziali terapeutiche di NPIA non sono presenti né sono previste dalla normativa regionale; la semiresidenzialità terapeutica, soprattutto psichiatrica, è carente in modo trasversale, mentre il 90% dei circa 500 posti di residenzialità terapeutica esistenti si colloca nelle regioni del nord-ovest, con differenze marcate relativamente ai criteri organizzativi e di funzionamento: tipologie strutturali, dotazione di personale, soggetti destinatari e criteri e procedure di inserimento, modalità di finanziamento e relative tariffe, requisiti di accreditamento, durata della permanenza nelle strutture, compartecipazione alla spesa.

10 Criticità percorsi differenziati opportuno individuare risposte terapeutiche semiresidenziali e residenziali differenziate per gli utenti con patologie psichiatriche e per gli utenti con disabilità, adeguate alla tipologia di bisogni prevalenti, in rapporto anche alle diverse fasce di età.

11 Percorsi residenziali e semiresidenziali per i disturbi psichiatrici Su invio del TSMREE Appropriatezza Consenso alla cura Partecipazione della famiglia Coinvolgimento sistema educativo-scolastico Deve essere limitato nel tempo Dovrebbe essere territorialmente vicino

12 Complessità Fasce d età Integrazione sociosanitaria Rapporti con Tribunale Minori Minori e Circuito Penale Uso di sostanze DCA Farmaci off label

13 PTI PTRP - area psicopatologica - area della cura di sé / ambiente - area della competenza relazionale - area del funzionamento scolastico - area delle autonomie e delle abilità sociali

14 Obiettivi intervento - Interventi psicoeducativi - Interventi abilitativi e riabilitativi - Psicoterapia - Terapia farmacologica - Interventi sugli apprendimenti - Interventi sul contesto familiare - Interventi di risocializzazione e di rete per l inclusione scolastica e/o sociolavorativa - Indicazione degli operatori coinvolti negli interventi, ivi compresi, quando presenti, gli operatori di reti informali e del volontariato - Indicazione della durata del programma

15 Criteri per l inserimento A. deve essere presente una patologia psichiatrica che comprometta autonomia e capacità adattive B. devono essere presenti gravi compromissioni del funzionamento personale e sociale C. deve essere presente la necessità di interventi riabilitativoterapeutici frequenti, intensivi, multipli e coordinati D. gli appropriati interventi erogabili in ambito ambulatoriale, domiciliare, semiresidenziale o di ricovero, inclusi quelli farmacologici, non devono essere sufficienti E. vi è l indicazione ad una più o meno prolungata discontinuità con il contesto di vita.

16 E dopo dimissione?

17 DCA 242 del 8/6/2018 Articolo 22, comma 4) del DPCM 12 gennaio Prestazioni sociosanitarie in favore di minori con disabilità complessa neuropsichica e/o neuromotoria ad alta complessità assistenziale ospiti di strutture socioassistenziali di tipo familiare.

18 Allegato A Il documento disciplina le modalità di applicazione dell articolo 22, comma 4) del DPCM 12 gennaio 2017 per i minori con disabilità complessa neuropsichica e/o neuromotoria ad alta complessità assistenziale che necessitano di inserimento in strutture residenziali socioassistenziali di tipo familiare di cui all articolo 6 della legge regionale n. 41/2003.

19 Art 22 del DPCM del 12/1/2017 Cure Domiciliari Integrate da aiuto infermieristico Assistenza tutelare professionale alla persona A carico del SSN per i primi 30 giorni dopo dimissione ospedaliera protetta e per il 50% nei giorni successivi Integrate da interventi sociali in relazione a esiti della Valutazione Multidimensionale

20 PAI chi fa cosa? UVMD Regione Lazio Decreto del Commissario ad Acta 8 giugno 2018, n U00242; DGR 149 del /3/2018 allegato A Regione Lazio Decreto del Commissario ad Acta , n U00431 Regione Lazio Delibera Giunta regionale 23 dicembre 2004, n 1305 Regione Lazio Legge 41 del DPCM Legge n 328, dell

21 MINORI in Casa Famiglia Possibilità di attivare PTRP

22 4 agosto 1977, Legge 517/77 poco più di 40 anni fa (la 180 dei minori) IL SUPERAMENTO DELL EMARGINAZIONE SCOLASTICA COME IMPEGNO DI UNA PIÙ DIFFUSA COSCIENZA EDUCATIVA sancisce il diritto alla frequenza scolastica di tutti i portatori di handicap. Viene inoltre stabilito che le classi in cui viene inserito un portatore di handicap, non devono avere piu di 20 alunni ed inoltre devono essere assicurati la necessaria integrazione specialistica, il servizio socio- psico- pedagogico e forme particolari di sostegno (art. 7) 7. Primo anno scolastico 77/78!

23 Principio dell INTEGRAZIONE 1975 documento Falcucci l'effettiva integrazione di alunni con deficit passa prima di tutto attraverso la convinzione che essi sono i veri protagonisti della propria crescita. La scuola ha il compito e la responsabilita di individuare in loro le potenzialita per poterne favorire lo sviluppo e permettere di maturarsi al meglio sotto il profilo sociale, culturale e civile e prevenire l'emarginazione. La grande innovazione è che non esistono piu bambini pericolosi non esistono più bambini considerati non educabili.

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