IL MERCATO DEL LAVORO IN LOMBARDIA

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1 IL MERCATO DEL LAVORO IN LOMBARDIA Nota congiunturale trimestrale Giugno 21 In breve Il quadro del mercato del lavoro lombardo rimane nel complesso debole, sebbene con qualche segnale di miglioramento. La ripresa del ciclo internazionale e la debolezza della ripresa dell economia lombarda, dato anche il consueto ritardo di aggiustamento del mercato del lavoro al ciclo economico, non consentono alle imprese di riassorbire lo stock di manodopera inutilizzata o sottoutilizzata generata dalla lunga crisi. Nel I trimestre 21, la disoccupazione raggiunge valori tra i più elevati da sempre e l occupazione torna a contrarsi per via di una nuova marcata flessione della componente maschile. E ancora in aumento il ricorso alla CIGS, evidenziando come il rischio di espulsione di manodopera non si sia ancora del tutto esaurito. Tuttavia sono ravvisabili segnali di miglioramento legati alle dinamiche congiunturali con il miglioramento dei saldi occupazionali e della fiducia delle imprese. I dati della rilevazione ISTAT delle Forze di Lavoro riferiti al I trimestre 21, mostrano un calo di circa 7mila occupati su base annua e un tasso di occupazione (15-6 anni) che si attesta al 6,% rispetto al 6,5% del I trimestre 213. Le dinamiche occupazionali riflettono quelle già osservate nei trimestri precedenti con la contrapposizione tra il protrarsi dell andamento positivo dell occupazione femminile (+,6 % su base annua) e la contrazione di quella maschile (-,7%); la crescita dell occupazione degli over 55 (+12,9%) e la riduzione di quella più giovane (-7,9%); le difficoltà occupazionali del comparto delle costruzioni (-1,7%), a fronte però del miglioramento dell agricoltura (+1,2%), dell industria in senso stretto (+1,5%) e la tenuta del terziario (+,6%); il sempre maggior ricorso al lavoro part-time (+,5%), soprattutto involontario che raggiunge il 55,9% del lavoro a tempo parziale. La situazione del mercato del lavoro lombardo appare ancora critica in riferimento alla disoccupazione: il numero di disoccupati nel I trimestre 21 sale a quasi 16mila, il valore più elevato dal 2 ad oggi, con un aumento di più di 9mila unità (+2,3%) rispetto al I trimestre 213. In complesso tra il 28 ed il 21 il volume di persone in cerca di occupazione è più che raddoppiato, facendo salire il tasso di disoccupazione all 8,9%. L aumento del tasso di disoccupazione nell ultimo anno sembra essere ascrivibile alla perdita dei posti di lavoro piuttosto che all aumentata offerta di lavoro secondario che aveva caratterizzato il 213: il tasso di attività è infatti sostanzialmente stabile al 7,7% (78,6% il tasso maschile e 62,7% quello femminile). La situazione è molto critica per i giovani che registrano un tasso di occupazione del 2,5% (-1,9pp su base annua) e un tasso di disoccupazione che raggiunge il 35,% (+6,7pp a/a), sebbene in parte legato ad un aumento del tasso di attività che sale al 31,7%. Segnali positivi emergono però dai dati congiunturali delle Comunicazioni Obbligatorie e dell Indagine Regione Lombardia, Unioncamere Lombardia e Confindustria che mostrano un generalizzato miglioramento dei saldi occupazionali, con il saldo occupazionale dell artigianato, ininterrottamente negativo da fine 27, che torna in campo positivo. Nel I trimestre 21 si registra un aumento tendenziale della Cassa Integrazione (+15,7%). Aumenta soprattutto la CIGD (+81,8%), per le questioni amministrative legate al blocco della deroga ad inizio 213, così come la CIGS (+35,7%), mentre la componente ordinaria registra un calo delle ore autorizzate del 22,7%. Sono 79, milioni le ore complessivamente autorizzate, di cui 22,6 milioni di CIGO, 3, milioni di CIGS e 13, milioni di CIGD. I licenziamenti rimangono sui livelli elevati del 213 con 79 nuovi approvati alle liste di mobilità nel I trimestre 21. In complesso, ad inizio 21 le situazioni di crisi (CIG+Mobilità) pesano sull occupazione dipendente per il 2,6%. Se, da un lato, la debolezza della ripresa economica, unita al consueto ritardo di aggiustamento del mercato del lavoro al ciclo, porteranno ad un miglioramento del mercato del lavoro solo dal prossimo anno, dall altro la conferma dell inversione di tendenza dell economia ha portato ad un miglioramento della fiducia delle imprese e delle prospettive occupazionali: i saldi tra prospettive di aumento e diminuzione dell occupazione per il prossimo trimestre sono ancora negativi, ma improntati al miglioramento in tutti i comparti ad eccezione del commercio.

2 Sezione 1 Tendenze del mercato del lavoro regionale 1.1 Le dinamiche di medio periodo 1 Disoccupazione ai massimi storici Dalla seconda metà del 213 l economia ha superato la recessione, sebbene senza grandi spunti di crescita. Il periodo recessivo appena concluso ha però generato un surplus di manodopera sottoutilizzata che, data la debolezza della ripresa, le imprese non riescono a riassorbire completamente. Il quadro del mercato del lavoro lombardo, rimane quindi piuttosto critico, sebbene con qualche segnale di miglioramento, con l occupazione maschile in calo, mentre tiene l occupazione femminile, quella giovanile ancora in peggioramento, e livelli di disoccupazione che hanno raggiunto i massimi storici. I dati della rilevazione ISTAT delle Forze di Lavoro riferiti al I trimestre 21, mostrano una diminuzione del numero di occupati di circa 7mila unità su base annua e un tasso di occupazione (15-6 anni) che si attesta al 6,% rispetto al 6,5% del I trimestre 213 (Figura 1), ben 2, punti percentuali in meno rispetto al livello precrisi di inizio 28. La base occupazionale lombarda conta nel I trimestre 21 quasi,3 milioni di lavoratori, lo,2% in meno rispetto al I trimestre 213. In particolare, il tasso di occupazione maschile presenta una nuova flessione scendendo al 71,7%, il valore più basso dal 2, con una riduzione su base annua di,6 punti percentuali (Figura 2); la gravità del calo occupazionale maschile è ancora più evidente considerando i livelli pre-crisi rispetto ai quali il tasso di occupazione perde ben,3 punti percentuali, con l occupazione che si è ridotta di oltre 7mila lavoratori. Cresce invece leggermente l occupazione femminile (+,6%), che conta 1mila lavoratrici in più rispetto al I trimestre 213 e 1mila rispetto ai livelli pre-crisi di inizio 28 (Figura 3); il tasso di occupazione femminile su base annua cresce di,3 punti percentuali attestandosi al 1 Al momento della redazione del documento non sono disponibili i microdati ISTAT sulla Rilevazione Continua delle Forze di Lavoro per il I trimestre 21; non è stato quindi possibile aggiornare le analisi di dettaglio che si riferiscono solo al trimestre ,9%, avvicinandosi ai livelli pre-crisi di inizio 28 quando il tasso si attestava al 57,3%. Figura 1 Evoluzione del tasso di occupazione in Lombardia (15-6 anni) serie ricostruite I I I I I I I I I I I I I I I Figura 2 Evoluzione del tasso di occupazione per genere in Lombardia (15-6 anni) serie ricostruite Maschi Femmine I I I I I I I I Figura 3 - Numero di occupati - Variazioni % tendenziali a/a e contributi alla variazione per sesso Femmine Maschi Totale I I I I I I I I I I Le dinamiche di genere riflettono in parte i diversi andamenti settoriali (Figura ): nel I trimestre 21 continua infatti a contrarsi l occupazione nel settore edile, Sezione 1 Tendenze del mercato del lavoro regionale 2

3 prevalentemente maschile, con una riduzione del 1,7% su base annua, corrispondenti a circa 5mila lavoratori in meno, a fronte però della tenuta dell occupazione nell industria in senso stretto che registra un aumento tendenziale dell 1,5%; L occupazione cresce anche nei servizi, in cui si concentra la componente femminile, con lo,6% di occupati in più, pari a 15mila unità, e nell agricoltura (+6mila occupati, pari al +1,2%). Figura - Numero di occupati - Variazioni % tendenziali a/a e contributi alla variazione per settore I 9 Agricoltura Industria in s.s. Costruzioni Servizi Totale I 1 I I 12 I 13 I 1 La scarsa domanda di lavoro continua a penalizzare le componenti più giovani del mercato lavoro (Figura 5). Il ritardo nella ripresa e le difficoltà nel riassorbire la manodopera sottoutilizzata durante la crisi ritarderà ulteriormente la creazione di nuova occupazione, a discapito soprattutto delle nuove generazioni. Il dato più recente mostra come l occupazione giovanile (15-2 anni) registri una contrazione del 7,9% su base annua con un tasso di occupazione che scende al 2,5%, il valore più basso dal 2 ad oggi, 1,9 punti percentuali in meno su base annua e,2 punti in meno rispetto ai livelli pre-crisi quando si attestava al 31,7%. L occupazione giovanile, più flessibile e meno tutelata, conta circa 88mila occupati in meno rispetto ai valori pre-crisi (-32%). Tiene invece complessivamente l occupazione nelle fasce più adulte, grazie agli effetti delle riforme previdenziali che stanno ritardando l uscita dal mercato del lavoro dei lavoratori più anziani. L analisi per fascia di età conferma la permanenza nell occupazione degli over 55, con un aumento tendenziale del numero di occupati del 12,9%; nella fascia adulta (25-5 anni) l occupazione è invece in calo dell 1,1% rispetto a fine 213 (circa mila occupati in meno). Figura 5 - Numero di occupati - Variazioni % tendenziali a/a e contributi alla variazione per età Over 55 Totale I I I I I I I I I Fonte: Elaborazioni IRS su microdati Rilevazione Continua sulle Forze di Lavoro, Istat Si conferma la tenuta dell occupazione della componente italiana che, dopo oltre due anni di contrazione, è in crescita da inizio 213 (+,3%) a fronte dell aumento più marcato dell occupazione straniera (+1,6%), soprattutto femminile impiegato nei servizi di cura. (Figura 6). Figura 6 - Numero di occupati - Variazioni % tendenziali a/a e contributi alla variazione per cittadinanza I 6 Italiani Stranieri Totale I I I I I I I Fonte: Elaborazioni IRS su microdati Rilevazione Continua sulle Forze di Lavoro, Istat La forte incertezza del quadro economico ha portato le imprese a ricorrere molto più frequentemente alle forme flessibili di lavoro, sia in termini di contratti che di orari di lavoro. Aumenta ancora il ricorso al tempo parziale (+,5% rispetto al I trimestre 213) che sembra rispondere soprattutto alle esigenze di flessibilità delle imprese (Figura 7), con la quota di part-time involontario, accettato dai lavoratori solo in mancanza di occasioni di impiego a tempo pieno, che arriva a rappresentare il 55,9% del lavoro part-time, in aumento del 15,% su base Sezione 1 Tendenze del mercato del lavoro regionale 3

4 annua, sia tra gli uomini (+8,8%) che tra le donne (+17,9%). I dati disponibili per tipologia contrattuale mostrano inoltre come il lavoro dipendente rimanga stabile su base annua, sebbene con andamenti di genere opposti con l aumento della componente femminile (+,5%) e il calo di quella maschile (-,%); l occupazione maschile è in forte cal anche in riferimento al lavoro indipendente (-1,%) a fronte di un aumento di quello femminile (+,7%). Un segnale positivo è riscontrabile nel fatto che tra l occupazione alle dipendenze si registra un aumento tendenziale dello,8% dei contratti a tempo indeterminato, soprattutto per quanto riguarda le donne (+1,8% corrispondente a 25mila contratti in più), mentre è sostanzialmente stabile il lavoro a termine. Figura 7 Numero di occupati Variazioni % a/a e contributi alla variazione per tipologie contrattuale PT Flessibili FT* Indeterminato FT Altro Totale I I I I I I I I * Sono considerati Flessibili i lavoratori con contratto a tempo determinato e i collaboratori (a progetto o i prestatori di opera occasionali). Non è più possibile conteggiare i professionisti non regolamentati perché dal I trimestre 21, Istat non diffonde più il dato sull iscrizione all albo. Fonte: Elaborazioni IRS su microdati Rilevazione Continua sulle Forze di Lavoro, Istat Le condizioni del mercato del lavoro lombardo si presentano ancora critiche soprattutto in riferimento al marcato aumento della disoccupazione, che ha raggiunto i massimi storici soprattutto a causa dei licenziamenti e alla perdita dei posti di lavoro, data la stabilità del tasso di attività sia tra gli uomini che tra le donne. I disoccupati nel I trimestre 21 sono 16mila, il numero più elevato dal 2 ad oggi, in aumento di 9mila unità (+2,3%) rispetto al I trimestre 213. In complesso, tra il 28 ed il 21, il volume di persone in cerca di occupazione è più che raddoppiato rispetto ai 16mila disoccupati di inizio 28, facendo salire il tasso di disoccupazione all 8,9%, in leggero aumento rispetto al I trimestre 213 (Figura 8). L incremento nel tasso di disoccupazione riguarda però solo la componente maschile che raggiunge l 8,6% (+,8pp), mentre quella femminile si contrae al 9,2% (-,6pp), riducendo ulteriormente il differenziale di genere, a conferma delle gravi ripercussioni della crisi tra gli uomini. La disoccupazione assume inoltre un carattere sempre più strutturale, con un crescente rischio di depauperamento del capitale sociale e obsolescenza delle competenze che, nel lungo periodo, potrebbe incidere sulle prospettive di crescita e competitività dell intero sistema economico; l incidenza della disoccupazione di lunga durata (12 mesi o più), raggiunge il 52,2% del totale della disoccupazione, sebbene l aumento tendenziale sia più contenuto di quelli registrati nei trimestri passati (+12,1%). Figura 8 - Andamento del tasso di disoccupazione per genere in Lombardia serie ricostruite Maschi Femmine Totale I La partecipazione al lavoro in Lombardia si conferma stabile nel I trimestre 21 rispetto a quanto fatto registrare nello stesso periodo del 213, con un tasso di attività che si attesta al 7,7%; rimane costante il differenziale di genere a 15,6 punti percentuali, con un tasso maschile che si attesta al 78,6% a fronte di un tasso femminile del 62,7% (Figura 9). Da segnalare tra gli 7.8 Sezione 1 Tendenze del mercato del lavoro regionale

5 inattivi l aumento delle persone scoraggiate (+12,8%), che non cercano lavoro perché ritengono di non trovarlo ma che sono subito disponibili a lavorare, soprattutto tra gli uomini (+5%). Figura 9 - Andamento del tasso di attività per genere in Lombardia serie ricostruite Maschi Femmine I I I I I I I I I I I I I I I Un segnale positivo è riscontrabile nell aumento del tasso di attività giovanile che si attesta al 31,7% rispetto al 29,3% di fine 212 (Figura 1). La diminuzione dell inattività spiega quindi in parte anche per i più giovani l aumento del tasso di disoccupazione, che raggiunge il 35,% (+6,7pp a/a), un nuovo massimo dall inizio della crisi. Figura 1 Evoluzione del tasso di disoccupazione e di inattività giovanile (15-2 anni) in Lombardia Tasso di disoccupazione (scala sx) Tasso di inattività (scala dx) I I I I I I I I I Fonte: Elaborazioni IRS su microdati Rilevazione Continua sulle Forze di Lavoro, Istat Sezione 1 Tendenze del mercato del lavoro regionale 5

6 1.2 I flussi e le dinamiche congiunturali In peggioramento gli avviamenti, ma positivi i saldi in tutti i comparti La debolezza del mercato del lavoro lombardo è confermata anche dai dati di flusso sulle Comunicazioni Obbligatorie: nel I trimestre 21 gli avviamenti sono pari a circa 3mila unità, mentre le cessazioni raggiungono quasi le 31mila unità, determinando un saldo complessivo trimestrale di segno positivo di circa 35mila movimenti, in miglioramento rispetto al I trimestre 213 quando il saldo era positivo per 3mila unità. Si registra quindi un lieve miglioramento nelle dinamiche del mercato del lavoro rispetto al I trimestre 213, pur se in presenza di una leggera diminuzione tendenziale degli avviamenti (-2%) compensata da una più consistente riduzione delle cessazioni (-3,7%). La diminuzione tendenziale degli avviamenti riguarda principalmente il lavoro a progetto (-15,6%), mentre sono in aumento le somministrazioni (+8,%) e i contratti di apprendistato (+,9%) (Figura ). Figura Composizione percentuale degli avviamenti per tipologia contrattuale e variazioni tendenziali (I trimestre 21) Regione Lombardia Quota % Variazione % a/a 5, 5,5, 3, 28,1 2, 1,9 attesta al 1,9% rispetto al 13,5% del I trimestre 213; sostanzialmente invariate invece le incidenze dei contratti a tempo indeterminato (28,1%) e dell apprendistato (3,2%). I dati sulle Comunicazioni Obbligatorie confermano le tendenze settoriali rilevate dalle Forze di Lavoro con una contrazione tendenziale degli avviamenti nelle costruzioni (-1,2%) e i significativi aumenti degli avviamenti nell agricoltura (+7,9%) e nell industria (+6,%). Si contraggono invece su base annua gli avviamenti registrati nel commercio e nei servizi (-,7%). La composizione degli avviamenti per settore varia di poco rispetto al I trimestre 213, confermando la maggiore incidenza di commercio e servizi (69,6% vs 71,6% del I trimestre 213) e pesi più ridotti per l industria (19,8%, +1,6pp), le costruzioni (7%) e l agricoltura (3,6%). Figura 12 Composizione percentuale degli Avviamenti per settore e variazioni tendenziali (I trimestre 21) Regione Lombardia ,6 7,9 Quota % 69,6 7, 19,8 -,7-1,2 Agricoltura Commercio e Servizi Costruzioni Industria Fonte: ARIFL Regione Lombardia Variazione % a/a 6, 1, 8,2 8, 3,2,9, -2,5-2, -1, -15,6-2, Determinato Indeterminato Progetto Somministrazione Apprendistato Fonte: ARIFL Regione Lombardia I tassi di avviamento (Tabella 1), pari al rapporto tra il numero di avviamenti e lo stock occupazionale mostrano un aumento su base annua in tutti i settori ad eccezione di quello di commercio e servizi che cala dal 9% del I trimestre 213 all attuale 8,6%. In complesso circa il 69% degli avviamenti riguarda le forme flessibili (tempo determinato, lavoro a progetto e somministrazione). In particolare, l incidenza dei contratti a progetto cala leggermente scendendo all 8,2% (-1,3pp), e cresce l incidenza delle somministrazioni che si

7 gen-2 apr-2 lug-2 ott-2 gen-3 apr-3 lug-3 ott-3 gen- apr- lug- ott- gen-5 apr-5 lug-5 ott-5 gen-6 apr-6 lug-6 ott-6 gen-7 apr-7 lug-7 ott-7 gen-8 apr-8 lug-8 ott-8 gen-9 apr-9 lug-9 ott-9 gen-1 apr-1 lug-1 ott-1 gen- apr- lug- ott- Tabella 1 Tassi di Avviamento per settore confronto (I trimestre) Regione Lombardia I trim. 213 I trim. 21 Agricoltura 1 9,2 2,6 Commercio e Serv izi 9, 8,6 Costruzioni 7,9 8, Industria 5,6 5,9 Totale 8,2 8, Fonte: ARIFL Regione Lombardia e Istat, Rilevazione Continua sulle Forze di Lavoro La riduzione degli avviamenti si accompagna ad una più intensa riduzione delle cessazioni, portando così a saldi occupazionali positivi in tutti i comparti, in miglioramento per tutti i settori ad eccezione del terziario dove il saldo, pur rimanendo ampiamente positivo, si riduce di movimenti rispetto al I trimestre 213). (Figura 13). concentrazione stagionale dell avviamento di nuovi rapporti di lavoro (Figura 15). Figura 1 Variazione % addetti nel trimestre, indice destagionalizzato e medie mobili Saldo tra ingressi e uscite nell occupazione - Industria 1,,5, -,5-1, -1,5 variazione (scala sx) media mobile di termini (scala sx) Indice Destag. (scala dx) Figura 13 Saldi tra avviamenti e cessazioni per settore confronto (I trimestre) Regione Lombardia -2, 8 Avviamenti (scala sx) Cessazioni (scala sx) 3. Saldo (scala dx) Saldo 213(scala dx) Figura 15 La dinamica occupazionale dell industria Agricoltura Commercio e servizi Costruzioni Industria , 2,5 2, 1,5 1,,5, -,5-1, -1,5-2, Saldo Tasso di ingresso Tasso di Uscita Fonte: ARIFL Regione Lombardia Torna positivo il saldo nell artigianato Nel I trimestre 21, l indagine condotta da Regione Lombardia, Unioncamere Lombardia e Confindustria presso un campione di imprese dell industria e dei servizi mostra un miglioramento dell occupazione in tutti i comparti ad eccezione del commercio. In particolare nell industria, (Figura 1), il saldo occupazionale è sostanzialmente nullo (+,) e stabile su base annua, sebbene il dato destagionalizzato sia in lieve calo, con tassi d ingresso e d uscita appaiati all 1,%, complice la Migliora invece la situazione nell artigianato, che ha registrato continui saldi negativi da fine 27, con un saldo occupazionale positivo (,2), frutto di una diminuzione del tasso di uscita all 1,7% (vs 2% di inizio 213) e di un tasso di ingresso sostanzialmente stabile all 1,9% (Figure 16 e 17). Positivi e in netto miglioramento anche i saldi nei servizi mentre rimane negativo e in peggioramento il saldo occupazionale del commercio. (Figure 18 e 19).

8 gen-7 mag-7 set-7 gen-8 mag-8 set-8 gen-9 mag-9 set-9 gen-1 mag-1 set-1 gen- mag- set- mag-12 set-12 mag-13 set gen-3 apr-3 lug-3 ott-3 gen- apr- lug- ott- gen-5 apr-5 lug-5 ott-5 gen-6 apr-6 lug-6 ott-6 gen-7 apr-7 lug-7 ott-7 gen-8 apr-8 lug-8 ott-8 gen-9 apr-9 lug-9 ott-9 gen-1 apr-1 lug-1 ott-1 gen- apr- lug- ott- gen-7 apr-7 lug-7 ott-7 gen-8 apr-8 lug-8 ott-8 gen-9 apr-9 lug-9 ott-9 gen-1 apr-1 lug-1 ott-1 gen- apr- lug- ott- Figura 16 Variazione % addetti nel trimestre, indice destagionalizzato e medie mobili Saldo tra ingressi e uscite nell occupazione - Artigianato variazione (scala sx) media mobile di termini (scala sx) Indice Destag. (scala dx) Figura 19 Variazione % addetti nel trimestre e medie mobili Saldo tra ingressi e uscite nell occupazione Commercio 1,5 variazione media mobile di termini 1,,5, ,,5, -,5 -,5 95-1, -1, 9-1,5-1,5-2, 85 8 Figura 17 La dinamica occupazionale dell artigianato Saldo Tasso di ingresso Tasso di uscita Figura 18 Variazione % addetti nel trimestre e medie mobili Saldo tra ingressi e uscite nell occupazione Servizi In aumento le richieste di CIG, soprattutto straordinaria Complessivamente nel I trimestre 21 il ricorso alla CIG ammonta a 79, milioni di ore: 22,6 milioni di CIGO, 3, milioni di CIGS e 13, milioni di CIGD. La composizione complessiva del monte ore CIG vede quella ordinaria al 29%, quella straordinaria al 55% e quella in deroga al 16% (Figure 2 e 21). Figura 2 Cassa Integrazione Guadagni Ore Autorizzate Regione Lombardia Media mobile centrata di 3 termini Ordinaria Straordinaria Deroga variazione media mobile di termini 5.. 3, 2,5 2, 1,5 1,,5, -,5-1, -1,5-2, -2, Fonte: elaborazioni IRS su dati INPS Nel I trimestre 21 la Cassa Integrazione Guadagni ha registrato un aumento del 15,7% rispetto al I trimestre del 213, dovuto in larga parte alla CIGD che cresce dell 81,8%, per via delle questioni amministrative legate al blocco della deroga ad inizio 213, e al +35,7% fatto registrare dalla CIGS, evidenziando un rischio di espulsione di manodopera che non si è ancora del tutto

9 I trimestre trimestre trimestre trimestre I trimestre trimestre trimestre trimestre I trimestre trimestre trimestre trimestre I trimestre trimestre trimestre trimestre I trimestre trimestre trimestre trimestre I trimestre esaurito; la componente ordinaria invece diminuisce del 22,7% rispetto allo stesso trimestre del Guardando alla variazione nel ricorso alla CIG su base annuale nei diversi settori di attività, si registra un aumento del 59,% nei servizi, nel commercio (+51,9%) e nel settore delle industrie meccaniche (+12,%), che rappresentano il,5% del totale delle ore autorizzate. In diminuzione invece il ricorso alla CIG nei settori manifatturieri, soprattutto del chimico (-3,5%) e del tessile (-36,%). Figura 21 Cassa Integrazione Guadagni Ore autorizzate Ordinaria Straordinaria Deroga I I I I I I I Fonte: elaborazioni IRS su dati INPS I dati dell indagine congiunturale Unioncamere Lombardia confermano la riduzione del ricorso alla CIG sia in riferimento alla quota di aziende industriali che ha utilizzato la Cassa pari al 19,9% (rispetto al 28,5% del I trimestre 213) che della quota di ore di CIG sul monte ore trimestrale (pari al 2,3%, dato inferiore al 3,7% fatto registrare nello stesso periodo dell anno precedente). Diminuisce contestualmente anche la quota delle imprese artigiane che hanno fatto ricorso alla CIG nel I trimestre 21 (,1% vs 18,2%) e la quota di ore sul monte ore lavorato che si attesta all 1,6% rispetto al 2,9% precedente. La gravità delle condizioni del mercato del lavoro si riflette nel perdurare dei licenziamenti collettivi e delle situazioni di crisi. Il numero dei lavoratori approvati nelle liste di mobilità è pari nel I trimestre 21 a circa 7.9 unità (Figure 22 e 23), sebbene leggermente in calo (1,1%) tra le imprese con più di 15 addetti (L. 223/91), mentre, a seguito dell'introduzione della legge di stabilità 213 (legge n 228 del 2 dicembre 212), solo lavoratori risultano essere in mobilità ai sensi della L.236/93 che garantiva la possibilità di richiedere l iscrizione nella lista di mobilità da parte dei lavoratori cessati presso imprese con meno di 15 addetti. L aumento delle situazioni di crisi è confermato anche dai dati del Registro imprese sulle procedure concorsuali che mostrano nel I trimestre 21 un aumento dei fallimenti del 16,% e dei concordati del 3,8%. Figura 22 I lavoratori approvati nelle liste di mobilità Regione Lombardia Valori assoluti (I trimestre 21) /91 236/93 Totale Fonte: ARIFL Regione Lombardia Figura 23 Dinamica e composizione dei lavoratori approvati in lista di mobilità anni Regione Lombardia L. 223/91 L. 236/93 e rimangono elevati i licenziamenti collettivi e le situazioni di crisi Fonte: Fonte: ARIFL Regione Lombardia 2 I dati più recenti riferiti ai mesi di Aprile e Maggio21 mostrano invece una contrazione della CIG di circa il 6%, ascrivibile alla forte contrazione della sola componente ordinaria (-1%). 3 In riferimento ai dati sui lavoratori approvati alle liste di mobilità da parte della Sottocommissione Mobilità/Ammortizzatori sociali in deroga (Regione Lombardia), va specificato che essi non si basano né sulla data dell effettivo licenziamento né sulla data della comunicazione alle Province da parte delle imprese. Fra tali eventi può infatti intercorrere un arco temporale variabile che rende necessario leggere con cautela i dati riferiti ad un arco temporale ristretto. La legge 2 dicembre 212, n. 228 (Legge di stabilità 213), non ha più disposto la proroga dell iscrizione nelle liste di mobilità dei lavoratori licenziati in forma individuale ovvero da imprese che occupano anche meno di 15 dipendenti secondo quanto previsto dall art., comma 1, della legge 19 luglio 1993, n. 236, né, di conseguenza, il rifinanziamento degli sgravi contributivi connessi all assunzione di soggetti iscritti in dette liste.

10 Lombardia 2,6% Le potenziali situazioni di crisi (CIG totale 5 + Mobilità) in Lombardia nel I trimestre 21 pesano per il 2,6% sull occupazione dipendente (Figura 2), in aumento di,3pp rispetto all anno precedente, principalmente per via dell aumento delle componenti di CIGS e CIGD, mentre diminuisce l incidenza delle situazioni di crisi per la Cassa Integrazione Ordinaria e, come già detto, per la mobilità dovuta ai cambiamenti introdotti dalla legge di stabilità. Il numero stimato di lavoratori in crisi è pari a circa 86mila unità. Le province (Figura 25) dove è maggiore il coinvolgimento dei lavoratori in situazioni di crisi si riconfermano, in ordine di incidenza, Brescia (,%), Lecco (,2%) e Varese (,2%). Da segnalare il significativo incremento dell incidenza delle crisi in provincia di Mantova, per via del marcato aumento della Cassa Integrazione straordinaria e in deroga. Figura 2 I lavoratori coinvolti in situazioni di crisi Incidenza sull occupazione dipendente Regione Lombardia - (Gennaio- Marzo 21) 3,5 3, 2,5 2, 1,5 1,, ,1 1,,9,7,8,6,7,,5,5,5,6,6,6,,2,3 1,,6,,5,,2,2 1,6 3,2 2,6 2,3 2,2 2,1 Mobilità CIGO CIGS CIGD Totale Fonte: elaborazioni IRS su dati ARIFL Regione Lombardia (Mobilità), INPS (CIG) e Istat (n. occupati). Figura 25 Lavoratori coinvolti in situazioni di crisi Incidenza sull occupazione dipendente (Gennaio-Marzo 21) Milano Brescia Varese Bergamo Como Mantova Lecco Pavia Cremona Lodi Sondrio Brescia Lecco Varese Mantova Bergamo Como Cremona Lodi Pavia Milano Sondrio a) Stima lavoratori Mobilità b) Incidenza % sull occupazione provinciale 1,3 1,6 1,5 1,9 -,5 1, 1,5 2, 2,5 3, 3,5,,5 5, Fonte: elaborazioni IRS su dati ARIFL Regione Lombardia (Mobilità), INPS (CIG) e Istat (n. occupati). 1.3 Una lenta ripresa e prospettive in miglioramento In complesso i dati sul mercato del lavoro confermano un quadro ancora critico, sebbene il miglioramento dello scenario economico si stia riflettendo sulla crescita della fiducia delle imprese. Se da un lato, infatti, la debolezza della ripresa economica, unita al consueto ritardo di aggiustamento del mercato del lavoro al ciclo, porterà ad un vero miglioramento del mercato del lavoro solo dal prossimo anno, dall altro l inversione di tendenza ha determinato un miglioramento delle prospettive occupazionali: i saldi tra prospettive di aumento e diminuzione dell occupazione per il prossimo trimestre sono ancora negativi, ma improntati al miglioramento in tutti i comparti ad eccezione del commercio. CIG 2,5 2,8 2,9 3,8,2,2, 5 La stima dei lavoratori in CIG equivalenti a ore tiene conto dell effettivo tiraggio delle ore di cassa integrazione. Si veda la Nota metodologica.

11 gen-6 apr-6 lug-6 ott-6 gen-7 apr-7 lug-7 ott-7 gen-8 apr-8 lug-8 ott-8 gen-9 apr-9 lug-9 ott-9 gen-1 apr-1 lug-1 ott-1 gen- apr- lug- ott- gen-9 apr-9 lug-9 ott-9 gen-1 apr-1 lug-1 ott-1 gen- apr- lug- ott- gen-9 apr-9 gen-6 apr-6 lug-6 ott-6 gen-7 apr-7 lug-7 ott-7 gen-8 apr-8 lug-8 ott-8 gen-9 apr-9 lug-9 ott-9 gen-1 apr-1 lug-1 ott-1 gen- apr- lug- ott- lug-9 ott-9 gen-1 apr-1 lug-1 ott-1 gen- apr- lug- ott- Figura 26 Prospettive dell occupazione per il trimestre successivo Saldo tra aumento e diminuzione Industria Figura 28 Prospettive dell occupazione per il trimestre successivo Saldo tra aumento e diminuzione Commercio 15 1 saldo media mobile termini -2 saldo media mobile termini Figura 27 Prospettive dell occupazione per il trimestre successivo Saldo tra aumento e diminuzione Artigianato saldo media mobile termini Figura 29 Prospettive dell occupazione per il trimestre successivo Saldo tra aumento e diminuzione Servizi saldo media mobile termini La presente Nota Congiunturale è realizzata, sulla base dei dati disponibili al 16/6/21, dal gruppo di lavoro IRS diretto da Manuela Samek Lodovici e composto Federico Iacaruso e Monica Patrizio.

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