IDENTITA' DI GENERE E DISUGUAGLIANZE IA PARTE
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- Cornelio Cirillo
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1 IDENTITA' DI GENERE E DISUGUAGLIANZE IA PARTE
2 SESSO, ORIENTAMENTO SESSUALE E GENERE SESSO: Insieme di differenze anatomiche e biologiche che distinguono corpi maschili da quelli femminili. GENERE: Differenze culturali, psicologiche non prodotte da differenze biologiche. ORIENTAMENTO SESSUALE: Attrazione sentimentale e/o sessuale verso individui dello stesso sesso, di entrambi o dell'altro sesso o genere.
3 SESSO BIOLOGICO UOMO DONNA INTERSESSUALE
4 GENERE UOMO DONNA TRANSGENDER INTERSESSUALE
5 ORIENTAMENTO SESSUALE ETEROSESSUALITA': Attrazione emozionale, sentimentale e sessuale verso individui del sesso biologico opposto. OMOSESSUALITA': Attrazione emozionale, sentimentale e sessuale verso individui dello stesso sesso biologico. BISESSUALITA': Attrazione emozionale, sentimentale e sessuale verso individui di entrambi sessi biologici. POLISESSUALITA': Attrazione emozionale, sentimentale e sessuale verso individui, indipendentemente dall'identità di genere.
6 IDENTITA' DI GENERE L'identità di genere indica l'appartenenza di un individuo in base al proprio sesso biologico, ossia la capacità di percepirsi maschio o femmina in relazione alle aspettative sociali o alle differenze biologiche. Questo aspetto non è innato, in quanto esso è influenzato dalla socializzazione di genere. Altrimenti, non si spiegherebbe come mai gli individui transgender, sebbene appartengano ad un determinato sesso biologico, si indentifichino nel sesso opposto. In altre, parole, l'identità di genere è un costrutto sociale.
7 SOCIALIZZAZIONE DI GENERE Indica l'apprendimento dei ruoli di genere attraverso agenti sociali come: Famiglia Scuola Mass-media Queste agenzie di socializzazione influenzano i ruoli sociali in base al sesso di appartenenza. Le differenze di genere non sono biologicamente determinate, ma sono riprodotte in base alle aspettative che una data cultura ha nei confronti di un individuo.
8 RUOLO DI GENERE Vien da sé che le differenze di genere non sono biologicamente determinate, ma sono un prodotto culturale. Attraverso la socializzazione di genere, I bambini interiorizzano le norme, le aspettative sociali che corrispondono al proprio sesso. Le diseguaglianze sociali dipendono dal fatto che uomini e donne sono socializzati a ruoli differenti. I bambini apprendono I ruoli sessuali che influenzeranno le proprie inclinazioni in base al sesso di appartenenza. Questo processo di socializzazione, comporta sanzioni positive o negative. Ad esempio: ci si aspetta che una bambina sia educata e gentile. Se la bambina apprende questo verrà sanzionata positivamente ( che brava bambina! ), se la bambina si comporterà diversamente riceverà sanzioni negative ( le bambine dovrebbero essere gentili ed educate ). Queste sanzioni coercitive, invitano ai bambini e alle bambine di uniformarsi ai ruoli sessuali attesi.
9 SANZIONI Tali sanzioni variano da cultura a cultura. Ci sono società che attribuiscono talmente importanza alle differenze di genere che impongono il rispetto di tali norme sociali mediante l'uso di sanzioni regolate da leggi. Es: In molti paesi arabi l'adulterio femminile è punito dalla legge. Da ciò ne deriva il fatto che tali società si aspettano dalle donne maggiore fedeltà coniugale rispetto al marito.
10 APPROCCI SULLA DISEGUAGLIANZA DI GENERE La differenza sessuale è un fattore cruciale nel determinare le chance di vita degli individui, poiché influenza i ruoli che essi svolgono all'interno della società. Sono numerosi gli studi alla base dell'identità di genere e delle differenze. In particolare, alcuni approcci: FUNZIONALISTA: L'approccio funzionalista ha una visione conservatrice del mondo, alla quale le differenze che lo compongono cooperano tra loro determinando condizioni di equilibrio che stanno alla base della coesione sociale. Secondo questa teoria, i ruoli sociali sono biologicamente determinati. Principale fautore del funzionalismo è Talcott Parsons, il quale sosteneva che le donne svolgono ruoli espressivi per garantire stabilità alla famiglia e al marito che provvedeva ad un compito stressante quale il sostentamento economico della famiglia attraverso il lavoro, altro argomento su cui si occupò Parsons sul tema della divisione del lavoro.
11 TEORIE DEL CONFLITTO: Le teorie del conflitto vede gli individui fortemente condizionati dalla struttura sociale. Marx e Weber sono i principali ispiratori della teoria del conflitto, che insieme a Simmel analizzano i conflitti tra i gruppi e gli interessi che la compongono. Secondo questi autori, la società umana è così concepita come scenario di un gruppo di individui privilegiati e una massa sfruttata. La relazione che intercorre tra le classi sociali e la dicotomia tra proletari-capitalismo è di grande importanza anche per analizzare i conflitti che ruotano attorno alla questione di genere. Secondo Karl Marx, fautore delle teorie del conflitto, la diseguaglianza sociale è nata con il capitalismo: la società capitalista vede la donna come macchina di riproduzione di uomini che verranno poi utilizzati per la produzione di capitale.
12 TEORIE DELL'AZIONE: Questo approccio smentisce la teoria del conflitto, considerando che gli individui non sono condizionati dalla struttura sociale ma fanno scelte autonome. Le teorie dell'azione rivolgono l'attenzione ai comportamenti individuali e analizzano le strutture sociali per come sono prodotte da azioni e interazioni degli individui: (a)scelta RAZIONALE: Questo approccio sostiene che uomini e donne scelgono la loro posizione all'interno dei limiti sociali connessi al potere decisionale, basato su una dimensione economica e di obblighi normativi che gli individui percepiscono come tali. Una ricerca di Morley (1986) sulle abitudini delle famiglie inglesi, rivela che le donne scelgono che siano marito e figli a decidere cosa vedere in TV. In altre parole, mostra come siano i comportamenti individuali a determinare le scelte di vita poiché le influenze sociali non sono in grado di prevedere come gli individui si comporteranno da adulti.
13 (a)interazionismo SIMBOLICO: Sottolinea la natura pluralistica della società, il relativismo culturale e sociale delle norme e delle regole etiche e sociali e la visione del sé come socialmente strutturato. Esso si occupa principalmente dell'interazione sociale che ha luogo nella vita quotidiana della gente. Esso considera l'aspetto psicologico, focalizzandosi sull'individuo, artefice attivo della propria condotta. All'interno della dimensione di genere, l'interazionismo simbolico si concentra sui processi mediante i quali gli individui assumono le loro identità attribuendo importanza all'interazione sociale con la madre. Sostenitori di questo approccio furono Sigmund Freud e Nancy Chodorow, i quali sostenevano che la formazione del'identità di genere dipende dall'attaccamento del bambino alla madre, anche se con ipotesi opposte. Mentre Freud parla di invidia fallica, Chodorow parla di inespressività maschile, percepita come una perdita delle emozioni dovuta all'allontanamento simbolico dalla madre.
14 FEMMINISMO: Il movimento femminista ha contribuito a spiegare e superare le disuguaglianze di genere. Il femminismo ha cercato di spiegare le disuguaglianze facendo appello a fenomeni come il sessismo, la famiglia patriarcale, il razzismo e il capitalismo anche se si pone come critica alla teoria del conflitto di Marx poiché afferma che le origini della discriminazione delle donne non hanno origine dal capitalismo ma sono ben più remote. Nello stesso movimento femminista sono nati alcuni filoni che malgrado uniti da un punto in comune sono in contrasto tra di loro: (a)femminismo LIBERALE: Questo filone sostiene che la subordinazione femminile non è il prodotto di un sistema complessivo ma attraverso l'analisi dei singoli fattori che contribuiscono alla disuguaglianza tra uomo e donna come gli stereotipi sui mass-media, le discriminazioni sul posto del lavoro, nell'educazione e via dicendo che andrebbero superati mediante leggi che promuovono le pari opportunità.
15 Secondo i critici, le femministe liberali presentano un quadro di analisi parziale sulle disuguaglianze fondate sul genere, accusate di incoraggiare le donne ad accettare la disuguaglianza, considerate incapaci di individuale le cause che hanno contribuito alla disuguaglianze di genere. (b)femminismo RADICALE: Critica il femminismo liberale per non essere stato in grado di indagare sulle cause della discriminazione di genere. Questo approccio ritiene che la donna è subordinata dagli uomini, e che questi ultimi hanno contribuito allo sfruttamento delle donne. Le radicali individuano nel patriarcato le cause della subordinazione delle donne, ossia il dominio degli uomini sulle donne esercitato con la violenza e la costruzione di modelli stereotipati. Allo stesso modo del comunismo che individua nella proprietà privata e il capitale lo sfruttamento delle masse, secondo le femministe radicali, la famiglia e il matrimonio rappresenta la legittimazione dell'oppressione e la schiavitù delle donne, sostenendo che le donne svolgerebbero lavoro non retribuito all'interno delle mura domestiche. Ciò rientrerebbe nella fattispecie di sfruttamento. Inoltre esse individuano nel patriarcato una forma di appropriazione dei corpi femminili.
16 Secondo una delle fautrici del pensiero femminista radicale, Shulamith Firestone, le donne, a causa della loro struttura biologica che le impone di essere madri, diventerebbero materialmente dipendenti dagli uomini. Inoltre, le donne non avrebbero accesso a posizioni di potere, poiché i tempi della riproduzione sarebbero un ostacolo. Di conseguenza, Firestone sostiene che la famiglia legittimerebbe la subordinazione delle donne a sostegno del ruolo di madre e di moglie, pertanto andrebbe abolita. A differenza dell'approccio liberali, sostengono che le riforme e il cambiamento graduale dello status quo non è sufficiente per smantellare il sistema di oppressione delle donne. Esse affermano che l'uguaglianza si può ottenere solo attraverso la decostruzione del potere patriarcale e il rovesciamento dell'ordine. Le radicali, analizzano la violenza degli uomini, la strumentalizzazione delle donne nei media e la moda come parte del sistema di oppressione delle donne, piuttosto che come un problema individuale. Inoltre il patriarcato è un fenomeno universale, appartenente a tutte le culture. Questa ultima tesi è stata criticata dal femminismo nero poiché non tiene conto delle varianti storiche e delle etnie.
17 (b)il FEMMINISMO NERO: Si pone come critica ai precedenti approcci femminili poiché ignorerebbero la condizione delle donne nere vittime anche di razzismo. Questo approccio affronta la condizione delle donne di colore che è ben diversa dalla condizione delle donne bianche di classe media. Bell Hooks, una femminista afroamericana, critica il femminismo radicale in quanto non tiene conto del contesto di oppressione che varia da cultura a cultura. La famiglia, considerata dalle radicali come un luogo oppressivo, nelle comunità afroamericane rappresenta una comunità solidale contro il razzismo. Infatti, l'oppressione delle donne nere avviene prevalentemente fuori dalle mura domestiche. Le donne nere sarebbero discriminate in base al colore della pelle, al genere e alla classe sociale.
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