LINEE GUIDA PER LA CONTRATTAZIONE SOCIALE TERRITORIALE IDEE E PROPOSTE PER UNA PIATTAFORMA REGIONALE
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- Gianleone Capelli
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1 LINEE GUIDA PER LA CONTRATTAZIONE SOCIALE TERRITORIALE IDEE E PROPOSTE PER UNA PIATTAFORMA REGIONALE [3 Ottobre 2014]
2 1.- IL CAMBIAMENTO ATTRAVERSO RIFORME GIUSTE Il Paese è attraversato da una voglia cambiamento ma il populismo può, come si è recentemente visto nelle elezioni europee, trovare sempre più consenso anche tra le nuove generazioni. Governo nazionale e regionale stanno producendo una miriade di atti e la fretta può essere un forte limite per realizzare riforme giuste. Ma la sfida va colta. Bene ha fatto la Cgil nazionale a produrre, circa un anno fa, il documento Rafforzare per semplificare e bene fa oggi a seguire con attenzione il processo di riforma istituzionale in atto. A livello regionale, insieme alla Confederazione ed alla Funzione Pubblica, vorremmo costruire un percorso che ci permetta di arrivare con proposte concrete, prima e non dopo l avvio di queste riforme. L aggregazione dei servizi in aree più vaste può sicuramente assicurare maggiori economie e maggiore equità nella fruizione dei servizi, ma può essere anche l occasione in cui si attivano forme più ampie di partecipazione da parte dei cittadini. Alla Regione va chiesto con forza, più coraggio nel sostenere i processi di fusione dei Comuni destinando ulteriori risorse ed incentivi. Diventa prioritario attivare confronti unitari a livello regionale con Regione e ANCI e, territoriali, con Comuni e associazioni di Comuni, per evitare che l obiettivo della diminuzione della spesa non si tramuti in minori servizi. Le maggiori risorse liberate dovrebbero, anzi, essere utilizzate per garantire maggiore universalità, equità, progressività e legalità. Ugualmente questo tema dovrebbe essere affrontato anche con i partiti politici. 2.- UNIVERSALITA, EQUITA, PROGRESSIVITA, LEGALITA : LE PRIORITA Queste parole, fortemente intrecciate tra di loro, rappresentano la sintesi di analisi e proposte che come SPI abbiamo fino ad ora avanzato in particolare attraverso 2 documenti unitari (piattaforma e manifesto per il buon invecchiamento) ed altri 2 solo come SPI (nuova domiciliarità, lavoro di cura e bisogno di cura; sintesi del lavoro aprite quelle porte). Oggi, ci sostengono in questo percorso, anche due recenti documenti confederali: quello unitario su fisco e previdenza e quello Cgil Salviamo la salute. Nella nostra regione la priorità delle priorità riteniamo sia quella della non autosufficienza in quanto attualmente pone seri problemi di giustizia sociale esponendo i cittadini veneti, tutti, non solo i non autosufficienti, al rischio di non poter esercitare pienamente il diritto alla salute. Per questo riteniamo fondamentale: Costituire osservatori territoriali a livello di singola Ulss; Integrare pienamente i servizi residenziali con quelli domiciliari; Rendere veramente esigibile il diritto al piano individuale assistenziale; Dare valore al tema del lavoro di cura. Pag. 1
3 Alla luce delle trasformazioni intervenute, crediamo che le parole titolo di questo paragrafo, possano essere essere così declinate: Uniformità nell accesso e nel trattamento Sanità: Le prestazioni sanitarie e socio-sanitarie nel territorio regionale vanno garantite a tutti i cittadini in maniera uguale. La prevenzione risulta fondamentale per assicurare la qualità di vita dei cittadini sia al di fuori che all interno dell ambiente di lavoro: per questo va attentamente analizzato il corretto impiego delle risorse da parte delle singole Ulss. L avvio delle aggregazioni delle medicine di gruppo integrate in tempi rapidi e in maniera omogenea nel territorio risulta essere il tema prioritario. Presa in carico, PAI e continuità assistenziale del cittadino da parte dei servizi territoriali, assieme alla quantità, distribuzione territoriale e compartecipazione nelle strutture intermedie, ticket per prestazioni sanitarie e medicinali, sono le altre priorità urgenti da affrontare. Alla Regione Veneto si chiede: di utilizzare i risparmi derivanti dalla diminuzione dei posti letto ospedalieri e dal riordino del numero delle Ulss per potenziare le attività nel territorio (distrettuali, strutture intermedie, medicine di gruppo integrate, centrali operative territoriali). Su questi temi vanno costruiti confronti specifici; Socio-sanitario: vanno garantite le adeguate risorse per far fronte alle fragilità come quelle della non autosufficienza, disabilità, salute mentale, povertà ed emarginazione. Prioritariamente va chiesto alla Regione di aumentare e ripensare le impegnative di residenzialità (sia nel numero che in termini di risorse). Pur in assenza di una legge di riforma delle Ipab, va chiesto, a Comuni ed Ulss, di rafforzare il ruolo dei Centri di servizio (non solo residenzialità sulle 24h, ma anche offerta di servizi diurni ed assistenza domiciliare). Va attentamente monitorato l impatto della nuova distribuzione delle impegnative di cura domiciliare e l attività complessiva del lavoro di cura (assistenza domiciliare e assistenti familiari). La redazione dei nuovi piani di zona deve diventare l occasione per una più ampia e diversa partecipazione dei cittadini e delle loro rappresentanze attraverso la presenza del Sindacato a tutti i tavoli di confronto istituiti dalle Ulss, a partire da quello dell area anziani. Qui i temi del manifesto unitario per il buon invecchiamento trovano la loro giusta collocazione; Comuni: Anche la quantità e la qualità delle prestazioni sociali erogate dai comuni e la tassazione locale ha bisogno di maggiore uniformità. Al fine di rendere meno onerosa l applicazione della nuova imposta unica comunale (sia in termini di tempo che di denaro), vanno rivendicate uguali scadenze per le tre imposte e l invio al domicilio di tutti i contribuenti del bollettino di pagamento da parte dell ente preposto alla riscossione. L aggregazione obbligatoria dei servizi dei piccoli Comuni deve essere considerata il primo passo per arrivare velocemente alla diminuzione del numero dei Comuni attraverso un processo di fusione. Trasporti pubblici meno cari e alloggi dignitosi destinati a soggetti fragili, sono priorità ineludibili da affrontare; Aziende: Facendo tesoro dei lavori già prodotti a livello regionale confederale va accelerato il processo di fusione delle aziende con l obiettivo di abbattere i costi, aumentare i servizi in Pag. 2
4 aree più vaste della Regione. Vanno rivendicate tariffe sociali collegate all Isee per tutti i servizi erogati da aziende e consorzi: Acqua, luce, gas, trasporti, rifiuti; La compartecipazione richiesta per usufruire di servizi a domanda individuale o per altre prestazioni va sempre collegata all Isee. Questo strumento garantisce, più di altri, equità nel definire esenzioni ed agevolazioni, anche sul fronte delle imposte locali. Le dichiarazioni vanno sempre, a campione, controllate; Politiche di genere: va rilanciata l attività dei consultori e inserito il tema del lavoro di cura come parte fondamentale dell attività socio-sanitaria svolta nel territorio. Vanno costituiti, a livello di area vasta, i tavoli inter-istituzionali per prevenire e contrastare la violenza contro le donne. Progressività Comuni e Regione: Applicare l addizionale Irpef in maniera progressiva secondo gli scaglioni di reddito previsti a livello nazionale. Per tutti i servizi per cui è richiesta la compartecipazione va applicata l Isee progressiva; Legalità (rispetto delle regole) Comuni: Chiedere a tutti i Comuni della Regione la stipula dei patti antievasione con l Agenzia delle Entrate; sollecitare la costituzione di uffici/servizi a questo dedicati (consorziando per questa attività i comuni più piccoli); Vanno costantemente monitorati gli appalti pubblici favorendo modalità di gestione negli acquisti/appalti attraverso centrali uniche. 3.- COSTRUIRE IL MANDATO E PROMUOVERE LA PARTECIPAZIONE L esperienza maturata in questi anni ci dice che la contrattazione sociale, la sua importanza nel redistribuire reddito e garantire diritti di cittadinanza non è ancora patrimonio dell intero gruppo dirigente delle categorie e della confederazione, sia a livello territoriale che regionale. La contrattazione sociale può e deve essere anche uno strumento per alimentare il coinvolgimento e la partecipazione dei cittadini, dei lavoratori e dei pensionati alla gestione nella cosa pubblica. La contrattazione sociale territoriale, per affermarsi, ha bisogno di nascere ed essere condivisa da chi vive e lavora in quell ambito, attraverso un percorso partecipativo di natura confederale, capace di coinvolgere almeno gli iscritti alla nostra organizzazione attraverso le Camere del lavoro, le leghe, le categorie e le rsu rappresentanze sindacali dei posti di lavoro Per questo si ritiene necessario costituire a livello territoriale (il più possibile decentrato: Camere del Lavoro, Comuni e loro aggregazioni sopra i abitanti,..) gruppi di lavoro intercategoriali che dovrebbero essere punto di riferimento essenziale per la costruzione delle piattaforme. Pag. 3
5 Nei gruppi di lavoro vanno coinvolti i compagni/e dei servizi. Non solo perchè sono detentori di informazioni preziose e precise del territorio (si pensi solo a quelle relative agli immobili) ma anche perché sono, in molti casi, interlocutori riconosciuti di amministratori e funzionari di enti con i quali si vorrebbe aprire/mantenere un confronto. La costruzione delle piattaforme va quindi costruita dal basso, coinvolgendo in primis le compagne/i che operano/fanno riferimento a quel territorio in un confronto, che, fin dalle fasi iniziali, non può non coinvolgere i Comitati direttivi delle Leghe e successivamente i livelli unitari. Del contenuto e dell esito degli incontri va data informazione immediata ai componenti il gruppo camerale ed alla popolazione. L eventuale sottoscrizione di un protocollo d intesa/accordo va validata dagli organismi dirigenti di quel territorio. Alla sottoscrizione definitiva va data ampia informazione sia a livello territoriale (volantini, conferenze stampa, assemblee etc.) sia a livello provinciale. All inizio di ogni anno, a livello Camerale e Provinciale, verrà resa nota l attività svolta l anno precedente e lanciate le proposte e gli obiettivi per l anno in corso. A livello regionale riteniamo necessario ed urgente rilanciare un luogo confederale dove elaborare e condividere percorsi e proposte sui temi dello stato sociale con la costante presenza di Confederazione, Spi e Funzione Pubblica e il coinvolgimento saltuario, a seconda dei vari temi, di ulteriori strutture e categorie. Al Dipartimento Contrattazione Sociale dello Spi Regionale è assegnato il compito, in stretto collegamento con la Segretaria Generale, di interloquire con le varie istanze confederali e categoriali regionali, elaborare proposte, essere di supporto all attività svolta nel territorio sia in termini di analisi, formazione ed informazione. Pensiamo che per costruire proposte condivise vadano riconosciute competenze specifiche e sedi confederali di co-decisione, che devono trovare radicamento anche nel territorio, passare per i dipartimenti e per la convocazione periodica di comitati direttivi confederali tematici, i quali devono poter assumere decisioni e votare. Dotarci cioè di sedi permanenti di discussione e decisione. Siamo convinti che solo partendo da un lavoro comune in casa nostra potremo rilanciare anche l attività unitaria. Pag. 4
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