DIREZIONE REGIONALE DEI SERVIZI SOCIALI
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- Sergio Vecchio
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1 DIREZIONE REGIONALE DEI SERVIZI SOCIALI SCHEDA PROGETTO SPERIMENTALE PIANO DI RIORGANIZZAZIONE DEI CONSULTORI FAMILIARI PER POTENZIARE GLI INTERVENTI SOCIALI A FAVORE DELLE FAMIGLIE INFORMAZIONI DI RIEPILOGO 1. DATI GENERALI DEL PROGETTO CONNESSIONI 21 SOGGETTO ATTUATORE AULSS n. 21 indirizzo: Via Gianella 1 comune LEGNAGO cap prov. (Verona) n. tel e fax / indirizzo REGIONE DEL VENETO DIREZIONE REGIONALE SERVIZI SOCIALI SERVIZIO FAMIGLIA DORSODURO, VENEZIA Il RESPONSABILE OPERATIVO DEL PROGETTO è: Nome e Cognome: Paganella Alessandra qualifica: Psicologo Responsabile U.O.s. Tutela Famiglia/Consultori Familiari n. tel fax: indirizzo tutelafamiglia@aulsslegnago.it Costo complessivo del progetto ,53 (Euro) Finanziamento a carico della regione (Euro) Cofinanziamento a carico della Azienda Ulss ,53 (Euro)
2 2. SEZIONE PROGETTUALE MACRO AREA N.1 (come da DGR) Il sostegno alla neogenitorialità ed alla genitorialità potenziamento di attività specifiche sulla presa in carico globale della donna che richiede la certificazione IVG; Breve descrizione del progetto L importanza di un sostegno alla genitorialità, in un momento di grande fragilità della famiglia dovuto a mutamenti socio-culturali e ad una fase di incertezza e preoccupazione per l attuale crisi economico finanziaria internazionale, impone ai servizi socio sanitari di prendersi carico del problema non solo migliorando alcuni percorsi di aiuto già in atto, ma, se possibile, trasformando un approccio basato su una risposta diretta in un azione che stimoli il più possibile le capacità dei servizi di mettersi in relazione tra loro e le capacità delle famiglie stesse di diventare protagoniste del benessere proprio ed altrui. Per far questo, si ritiene importante potenziare le azioni di tipo preventivo nonché stimolare la riorganizzazione, l implementazione e la messa in rete delle risorse esistenti sul territorio. Nell ambito dell AULSS 21, alcune attività (ad es. Preparazione alla nascita) sono state già oggetto di un azione di cambiamento e possono quindi facilmente passare ad una fase migliorativa mentre altre, in particolare il raccordo con l Ospedale per le procedure relative all IVG o al non riconoscimento di maternità, necessitano di una condivisione e di un integrazione tutta da impostare. E attualmente molto bassa la percentuale delle donne che si rivolgono al nostro Consultorio per l IVG (nel 2007 il 13,5% rispetto alle IVG eseguite in Ospedale), con l impossibilità per noi di offrire gli aiuti necessari. Con questo progetto si desidera pertanto creare collegamenti e porre le basi per formalizzare procedure tra i vari Servizi pubblici e del privato sociale che a vario titolo si occupano di genitorialità (dalla prevenzione dell IVG agli interventi per i genitori), stimolare la messa in rete e l implementazione delle risorse utilizzabili, sollecitare il territorio alla solidarietà ed al reciproco sostegno. Si ritiene che tali obbiettivi (meglio esplicitati nel successivo riquadro) siano fondamentali per tutti i progetti e gli interventi a favore delle famiglie. Obiettivi : 1- Creazione all interno del Consultorio di un gruppo di riferimento per la neo genitorialità;
3 2- Sviluppo di maggiori conoscenze nei giovani relativamente alla sfera dell educazione sessuale ed affettiva ed ai servizi del territorio; 3- Collaborazione con la Medicina e Pediatria di base e promozione dell utilizzo dei Percorsi Nascita; 4- Miglioramento attività dei Percorsi Nascita; 5- Sostegno alle neo mamme per situazioni di difficoltà e/o disagio dopo il parto; 6- Miglioramento delle conoscenze relative alla primissima infanzia (in collaborazione con la Neuropsichiatria Infantile); 7- Miglioramento delle conoscenze relative all età pre-scolare (in collaborazione con il Servizio Età Evolutiva); 8- Aumento del ricorso al Consultorio Familiare per richieste di I.V.G.; 9- Creazione di una rete di offerte e servizi pubblici e del privato sociale a favore della genitorialità; 10- Porre le basi per la sensibilizzazione verso politiche di sostegno alla maternità e paternità e verso la costituzione di un fondo di solidarietà ; 11- Sensibilizzazione del territorio verso forme di accoglienza Madre-bambino prima e dopo la nascita; 12- Miglioramento presa in carico da parte del Consultorio per le richieste di certificazione IVG; 13- Formalizzazione del rapporto di collaborazione, già esistente, con i C.A.V. del territorio; 14- Porre le basi per un accoglienza condivisa delle donne che richiedono una IVG (in collaborazione con Ostetricia/ginecologia); 15- Porre le basi per il raccordo dei diversi Servizi, ospedalieri e territoriali, nelle situazioni di non riconoscimento di maternità; 16- Miglioramento delle conoscenze dei servizi da parte delle donne immigrate Azioni riconducibili alla Macro Area n. 1 : 1- Individuazione degli operatori che formeranno un gruppo di riferimento per l area della neo genitorialità; 2- Raccordo col gruppo di lavoro del progetto Sexteen per ampliamento di alcune tematiche ed informazioni sui servizi; 3- Informazioni ai MMG e PLS sui Servizi del Materno infantile, sui Percorsi nascita e loro calendarizzazione (in collaborazione con tutti i Servizi dell area Materno infantile); 4- Approfondimento ed aggiustamento dei contenuti dei singoli incontri del Percorso Nascita; 5- Offerta attiva di visite domiciliari alla puerpera e al neonato, con particolare riferimento al caso di dimissioni precoci e/o di situazioni di difficoltà e/o disagio; 6- Incontri di informazione e discussione su argomenti legati alla primissima infanzia (in collaborazione con Neuropsichiatria Infantile); 7- Incontri di informazione e discussione su argomenti legati all età pre-scolare (in collaborazione con Età Evolutiva); 8- Riproposizione campagna informativa e promozione delle attività offerte dal Consultorio; 9- Incontri con i Consultori privati ed eventuali altre associazioni del privato sociale che si occupano di genitorialità, al fine di trovare le forme e le modalità più opportune per la messa in rete delle offerte; 10- Incontri con il Coordinamento Assessori della Conferenza dei Sindaci; 11- Supporto di personale per un aumento delle attività di sensibilizzazione del Centro Affidi; 12- Offerta attiva di colloqui di supporto psicologico e sociale, con presa in carico globale della donna che richiede la certificazione IVG; 13- Incontri con i C.A.V. per stabilire percorsi congiunti; 14- Iniziare una semplificazione delle procedure necessarie per l IVG in collaborazione con il reparto di Ostetricia e ginecologia; 15- Iniziare una semplificazione delle procedure necessarie per il non riconoscimento di maternità, in collaborazione con i reparti di ostetricia/ginecologia e Pediatria e l U.O. Tutela Minori; 16 a- Collegamento col Progetto ULSS Protagonisti del processo di integrazione 16 b- Incontri con gruppi di donne immigrate
4 16 c- Inizio predisposizione di depliant informativi in più lingue Risultati attesi : Miglioramento rapporto di fiducia tra donne richiedenti IVG e Servizi; Ampliamento della conoscenza delle attività offerte dal Consultorio Familiare nel campo della neo genitorialità da parte di figure significative del territorio ed utenti; Inizio di una sensibilizzazione del territorio verso politiche di sostegno alla maternità e paternità in un ottica di integrazione e sussidiarietà. Indicatori 1 - N. incontri del gruppo di riferimento 2a- N. scuole superiori da coinvolgere (ipotesi 6) 2b- N. classi con corsi di educazione alla sessualità, relazionalità, previste (ipotesi 24) 3 - N. medici informati 4a- N. donne partecipanti percorsi nascita (ipotesi:550) 4b- Schema riassuntivo dei vari contenuti 5- N. Visite domiciliari previste (ipotesi 30) 6a- N. incontri per genitori da attivare (ipotesi:3) 6b- N. partecipanti agli incontri previsti 7a- N. incontri per genitori da attivare (ipotesi:3) 7b- N. partecipanti agli incontri previsti 8- N. depliant consegnati/inviati 9- Bozza protocollo formalizzato di collaborazione 10- N: incontri 11-N. ore aggiuntive per attività di sensibilizzazione 12a- Colloqui IVG (di cui straniere), previsti con ginecologa n. colloqui IVG donne italiane (Ipotesi 22) n.colloqui IVG donne straniere_(ipotesi 13) 12b-N. prese in carico psicologiche e/o sociali previste 13- Bozza protocollo formalizzato di collaborazione con C.A.V. 14- individuazione delle semplificazioni possibili per IVG 15- individuazione delle semplificazioni possibili per non riconoscimento di maternità 16a- N. incontri Tavolo di lavoro Progetto Protagonisti del processo di integrazione 16b- N. incontri con donne immigrate 16c- Testo per dèpliant informativo IL PROGETTO E CONTINUAZIONE DI UN ALTRA ESPERIENZA? q SI q NO Se SI indicare da quando (data) NOTE N.B.: PER L EFFETTUAZIONE DEL PROGETTO SONO NECESSARI NUMEROSI CONTATTI CON ALTRI SERVIZI, ENTI ED ASSOCIAZIONI DEL TERRITORIO, SEGNALATI NELL AREA RELATIVA ALLE AZIONI TRASVERSALI.
5 MACRO AREA N.2 (come da DGR) La promozione di azioni di accompagnamento alla relazionalità e ai percorsi di scelta di vita degli adolescenti e dei giovani Prosecuzione spazi adolescenti/giovani DGR 2104/05 L adolescenza è considerata da sempre una fase particolarmente difficile nella crescita dei ragazzi, ma negli ultimi anni si è registrata, nel mondo degli adulti, una difficoltà sempre più accentuata nel rapportarsi e comunicare con i giovani, considerati di volta in volta vuoti/superficiali/pericolosi/violenti o comunque sbagliati. E difficile, spesso, trovare una possibilità di dialogo, confronto ed aiuto tra due mondi che si guardano con sospetto. Genitori ed educatori da un lato, ragazzi e giovani dall altro sono alla ricerca di qualcuno che li aiuti; sembra esserci la necessità di un terreno neutro su cui incontrarsi e di un traduttore che trasformi il disagio sentito (da tutti) in qualcosa di comprensibile ed affrontabile. I Servizi, pubblici e privati, offrono spesso segmenti di risposta, ma tuttora risulta difficile coniugare la trasversalità delle problematiche giovanili con l opportunità di équipes specialistiche. Si ritiene pertanto importante operare su più fronti, anche tenendo conto delle priorità individuate nel Piano di Zona: 1) Costituire un Tavolo Adolescenti e Giovani (T.A.G.) tra i diversi Servizi ed Associazioni, con l obbiettivo di riunire le conoscenze settoriali, trovare i collegamenti necessari, predisporre percorsi di aiuto integrati; 2) Favorire una coordinata azione di educazione alla salute; 3) Migliorare le possibilità di conoscenza ed accesso al Consultorio (oltreché agli altri Servizi ed associazioni del privato sociale che si occupano di giovani), attraverso tutti i canali già esistenti; 4) Lavorare con i giovani stessi, a livello di gruppo e/o individuale, accogliendo le richieste di aiuto e fornendo interventi di ascolto e consulenza; 5) Cercare con le Scuole una modalità di collaborazione che non si esaurisca in un rapporto di segnalazione/risposta, ma che sia orientata ad un coinvolgimento diretto e, ove possibile, all assunzione di quel compito di traduzione di cui si parlava poc anzi. Obiettivi : 1- Creazione di un gruppo preciso di operatori consultoriali che si occupano di giovani,
6 facendolo diventare gruppo di riferimento nella materia; 2- Riunire le diverse conoscenze/interventi per i giovani in un luogo di approfondimento trasversale; 3- Miglioramento dell integrazione tra Servizi pubblici e del privato sociale per il raccordo delle offerte nel campo dell educazione alla salute e delle attività a favore dei giovani; 4- Miglioramento delle conoscenze relative alle possibilità di accesso ai diversi Servizi pubblici e del privato sociale per i giovani; 5- Potenziamento delle attività di consulenza e sostegno per giovani e/o genitori e/o educatori; 6- Collaborazione con le Scuole medie di 2 grado orientata ad un loro coinvolgimento diretto; 7- Aiutare gli educatori (allenatori, animatori, ecc.) a meglio comprendere i meccanismi delle relazioni interpersonali tra giovani. Azioni riconducibili alla Macro Area n. 2: 1- Individuazione degli operatori che all interno del Consultorio formeranno il gruppo di riferimento ; 2- a: Costituire un Tavolo Adolescenti e Giovani (T.A.G.) composto da rappresentanti dei diversi Servizi intra-extra AULSS che si occupano di essi, in collegamento col Tavolo Minori e Famiglie istituito per l elaborazione ed il monitoraggio del Piano di Zona; b: Individuazione di un sistema di raccolta dati sulle richieste; 3- Incontri tra i servizi dell Ulss e del privato sociale per favorire l integrazione delle offerte 4- Campagna informativa nelle Scuole (anche in collaborazione con i CIC) e attraverso organi locali di stampa; 5- a: Offerta di consulenze individuali b: Offerta di consulenza a genitori/educatori c: Presa in carico breve per giovani e/o genitori d: Organizzazione di un gruppo di sostegno per adolescenti. 6- Organizzazione di incontri stabili con Referenti delle Scuole medie di 2 grado. 7- Formazione degli educatori/allenatori/animatori di gruppi, relativamente alle tematiche delle relazioni interpersonali. Risultati attesi : Diminuzione della frammentazione esistente relativamente al mondo dei giovani, attualmente spesso pensati per area di competenza ; Maggior conoscenza da parte dei giovani e degli adulti di riferimento delle diverse possibilità di sostegno Indicatori : 1- N. incontri 2 a: N. Servizi partecipanti al T.A.G. 2 b: N. incontri T.A.G.
7 3 N. incontri 4 a: N. Studenti (vedi tabella) 5 a: N. consulenze individuali 5 b: N. consulenze a genitori/educatori 5 c: N. prese in carico 5 d1: N. incontri 5 d2: N. partecipanti 6 a: N. scuole superiori coinvolte 6 b: N. incontri con Referenti scolastici 7- N. incontri con educatori/animatori di gruppi CLASSE DI ETA GENERE MASCHILE GENERE FEMMINILE NUMERO TOTALE DESTINATARI COINVOLTI 13/15 ANNI (ipotesi) N. 280 N. 220 N /18 ANNI N. N. N. 19/21 ANNI N. N. N. NOTE: NEI RAPPORTI CON LE SCUOLE, LE INFORMAZIONI E LE COLLABORAZIONI SARANNO RELATIVE ANCHE AI CONTENUTI DELL AREA 1 E DELL AREA 3 MACRO AREA N.3 (come da DGR) L implementazione dei servizi di riconciliazione, mediazione familiare e spazio neutro all interno dei servizi consultoriali continuazione attività già avviate con DGR 2104/05
8 Ti amerò, proteggerò, sosterrò per sempre, finché dura. Probabilmente con questa frase (spesso detta scherzosamente), potremmo spiegare l aumento delle separazioni e dei divorzi (che in alcuni Stati avvengono nel 50% dei matrimoni) a cui stiamo assistendo, e comprendere il suo altro significato: Quando finirà, non ti amerò, non ti proteggerò e non ti sosterrò più. E poiché il Consultorio Familiare ha tra i suoi scopi la consulenza e l assistenza alla coppia e alla famiglia, è necessario che continui ad interrogarsi sulle possibilità di aiuto nelle situazioni di crisi, soprattutto in presenza di figli minori e/o di condotte violente. La Regione Veneto si è occupata di queste problematiche negli anni scorsi, non solo emanando l atto di indirizzo approvato con DGR 392 dell , ma organizzando un apposito percorso formativo su conflittualità di coppia e Mediazione familiare, conclusosi con le Linee operative per i Consultori Familiari su Separazione, Divorzio e Mediazione Familiare. Partendo da quegli stimoli, il Consultorio Familiare dell AULSS 21 ha attuato un percorso formativo, allargato agli altri colleghi dell Area Materno Infantile e conclusosi con un Convegno, giungendo recentemente ad un primo Protocollo sperimentale sulla Mediazione Familiare con alcune altre U.O. aziendali. Tale protocollo è da considerarsi, ora, come punto di partenza per un implementazione delle attività necessarie affinché il Servizio di Mediazione familiare dell ULSS, unitamente ad altri eventuali Servizi di Mediazione Familiare del privato sociale presenti sul territorio, diventi maggiormente utilizzabile ed utilizzato nei casi di elevata conflittualità ed il Consultorio stesso diventi: 1) conoscitore aggiornato della realtà locale; 2) sensibilizzatore a livello territoriale sulle tematiche relative al tema; 3) attivatore di una rete territoriale di risorse; 4) organizzatore di servizi diversificati per i genitori e per i figli. Obiettivi : 1- Creazione all interno del Consultorio di un gruppo di riferimento per l area Conflittualità e Mediazione Familiare; 2- Conoscenza della realtà locale in tema di separazione, divorzio; 3- Conoscenza e collaborazione con altri Servizi di Mediazione familiare del privato sociale, operanti nel territorio; 4- Sensibilizzazione del territorio sulle problematiche relative al tema separazione/divorzio e Mediazione Familiare; 5- Approfondimento della tematica relativa alla violenza domestica e di genere e sostegno
9 nei casi di violenza e maltrattamento; 6- Attivazione rete territoriale delle risorse; 7- Implementazione dell offerta di aiuto nelle situazioni di separazione/divorzio Azioni riconducibili alla Macro Area n. 3: 1- Individuazione degli operatori che formeranno il gruppo di riferimento; 2- Inizio indagine con la collaborazione dell Ufficio Piani e Programmi; 3- Ricerca delle modalità più opportune di collaborazione e/o interscambio tra tutti i servizi di Mediazione Familiare del territorio; 4 a: Incontri con MMG e PLS per modalità di collaborazione; b: Incontri di sensibilizzazione con Scuole; 5 a: Predisposizione Formazione trasversale operatori sul tema della violenza intrafamiliare b: Mantenimento contatti e collaborazione con Tavolo provinciale per la prevenzione e il contrasto della violenza domestica e di genere c: Offerta attiva di interventi di ascolto, sostegno, prevenzione, in relazione ai fenomeni di violenza e maltrattamento in ambito familiare, in particolare contro le donne e i minori, in collegamento con tutti i servizi e le istituzioni (centro regionale Il Faro di VR, autorità giudiziarie, scuola, terzo settore, ecc) interessati; 6 a: Incontri con servizi intra - extra AULSS ed associazioni per stabilire modalità di collaborazione e/o invio; b: Individuazione di strategie economiche/logistiche di supporto; c: attivazione reti solidaristiche familiari per eventuale accadimento pomeridiano dei figli, in collaborazione con Centro Affidi; 7 a: Interventi di sostegno psicologico e sociale ai genitori separati o che intendono separarsi ed ai loro figli; b: Aumento della disponibilità d intervento di Mediazione Familiare c: Organizzazione sperimentale di un gruppo di parola ; d: Attività di spazio neutro per i figli di separati che si trovano in difficoltà a rapportarsi ad uno dei genitori e: Gruppo AMA per genitori separati Risultati attesi : Maggior consapevolezza da parte della comunità intera delle problematiche connesse alle situazioni di separazione/divorzio Maggior condivisione della necessità di un patto territoriale a tutela della famiglia e dei minori Indicatori : 1- N. incontri gruppo di riferimento 2- Dati e statistiche relative all AULSS 21 3 Bozza accordi formalizzati tra i diversi servizi di Mediazione Familiare 4 a: N. incontri con MMG e PLS 4 b: N. scuole contattate per sensibilizzazione;
10 5 a: Predisposizione corso formazione per il b: N. incontri con Tavolo provinciale contro la violenza domestica 5 c: N. richieste relative a fenomeni di violenza e maltrattamento in ambito familiare 6 a: N. totale Servizi ed Associazioni 6 b: N. incontri con Coordinamento Assessori Comunali 6 c: N. contatti effettuati 7 a: N. prese in carico previste (vedi tabella) 7 b: N. utenti per Mediazione Familiare 7 c: N. incontri gruppo di parola 7 d: continuazione spazio neutro SI N. minori 20 7 e: N. partecipanti gruppo AMA genitori separati (ipotesi 15) STIMA N. GENITORI CON FIGLI STIMA N. COPPIE STIMA COMPLESSIVA DEI DESTINATARI (= 90 PERSONE) 200 NB: SENZA MANDATO NOTE AZIONI TRASVERSALI ALLE MACRO AREE (ALL. B) (Azione 4): Formazione degli operatori sulla necessità di determinare una svolta culturale all interno del servizio di consultorio familiare, facendolo diventare Servizio Relazionale e quindi molto più adatto e rispondente alla famiglia quale soggetto sociale e alle politiche familiari intraprese dalla Regione Veneto.
11 (Azione 5): Trasversale alle diverse azioni è la realizzazione della massima integrazione e collaborazione fra i professionisti dei servizi consultoriali, nonché fra i diversi servizi (adozioni, tutela ecc.) afferenti al consultorio stesso e dell integrazione del consultorio con i servizi socio-assistenziali afferenti al distretto socio-sanitario e al territorio, nonché con i servizi dell ospedale al fine di garantire percorsi assistenziali coerenti, agevoli e completi, in special modo a chi si trova in condizioni di elevato rischio sociale o sociosanitario. Per poter essere di sostegno alle famiglie in modo significativo, non è più possibile pensare di rispondere ad una domanda di aiuto sempre più crescente e per bisogni sempre più complessi attraverso l offerta di una maggior quantità di risposte. Appare quindi necessario che il Consultorio Familiare, servizio che per suo mandato si occupa dei problemi delle famiglie, modifichi vecchie impostazioni basate su domanda ed offerta, diventando un Servizio che sa leggere e collocare la domanda in un contesto più ampio e stimolando una diffusa assunzione di responsabilità e capacità di risposta. In pratica si vorrebbe attivare l Azienda ed il Territorio in cui si opera affinché più soggetti, istituzionali e non, iniziassero a considerarsi una parte significativa e non isolata della capacità di affrontare i problemi delle famiglie in difficoltà. Per far questo si rende necessario cominciare a pensare in questo modo, ognuno considerando il proprio apporto come tassello importante e non esaustivo di un intervento che non è fine a se stesso ma si riverbera in successive azioni sociali. E di conseguenza importante che l incontro e l integrazione tra operatori diversi, Servizi, Enti ed Associazioni del privato sociale comincino realmente ad essere considerati il modo migliore per trovare o attivare i percorsi di aiuto per le famiglie in difficoltà. Particolare attenzione sarà data alle interconnessioni tra i servizi dell Area Materno Infantile, i quali al momento risentono forse di una modalità troppo rigida e difensiva di funzionamento. Oltre a ciò, si ritiene importante cominciare realmente a valorizzare le capacità stesse delle famiglie, vederle come attori nella loro e in altrui storie e non come fruitori passivi delle azioni dei Servizi. Sarà per questo necessario essere aiutati con uno specifico percorso formativo, da attuarsi tra la fine di questo e l inizio del prossimo anno, che riattivi le nostre capacità. di stimolare il cambiamento. Obiettivi (indicare): 1. Porre le basi per un cambiamento dell ottica di intervento, che possa portare verso la realizzazione di un Consultorio Relazionale e la riattivazione del territorio 2. Creazione all interno del Consultorio di un gruppo di riferimento per i rapporti tra servizi e con l esterno; 3. Stimolare la conoscenza e l integrazione tra operatori, Servizi, Enti ed Associazioni del Privato sociale presenti sul territorio;
12 Azioni : 1- Organizzazione di una formazione, aperta anche ad Enti ed associazioni del territorio, calendarizzata con una tempistica non sovrapposta alla formazione aziendale già autorizzata. 2- Individuazione degli operatori che formeranno un gruppo di riferimento per i rapporti tra servizi e con l esterno Integrazione e collaborazione tra: a: i professionisti dei servizi consultoriali; b: le altre U.O. Dell Area Materno Infantile Territoriale ( Tutela Minori, Età Evolutiva, Neuropsichiatria Infantile); c: i Servizi ospedalieri di Ostetricia/Ginecologia e di Pediatria; d: il SERD; e: i CC.FF. privati ed il CAV; f: la Medicina e Pediatria di base; g: Scuole, Comuni e Associazioni territoriali Concordare prassi e procedure di collaborazione tra servizi. Risultati attesi (indicare): Inizio assunzione di un modello culturale che consideri la famiglia stessa e la comunità come protagonisti e responsabili dei cambiamenti; Miglioramento fattivo di procedure assistenziali, che permettano agli utenti di sentire una presa in carico globale, senza fratture nel percorso. Indicatori 1a - N. incontri di formazione previsti : Si ipotizzano 5 giornate di formazione, a partire da fine anno e all inizio del 2010, sulle Politiche per la Famiglia e le modalità di approccio alle varie problematiche che essa presenta. 1b - N. professionisti e partecipanti da coinvolgere nei percorsi formativi 1c - N. servizi da coinvolgere: Servizi AULSS dell Area Materno Infantile, Enti Locali, Consultori privati ed Associazioni che nel territorio si occupano di famiglie 2 - N. incontri del gruppo di riferimento 3-1a Formazione sulla collaborazione in èquipe per gli operatori del Percorso nascita 3-1b,c,d,e,f,g N. Servizi con cui si instaurano rapporti 3 1 bis N. Incontri con Altri servizi 3 2: N. protocolli di intesa iniziati e/o completati e/o implementati
13 3. MONITORAGGIO E VALUTAZIONE 3 AZIONI DI MONITORAGGIO E VALUTAZIONE EFFETTUATE SUL PROGETTO No Sì 3.1. Sul progetto saranno attivate iniziative di monitoraggio e/o valutazione? Specificare a chi verranno affidate: internamente al singolo progetto a cura dello staff operativo professionista esterno/ consulente/agenzia Specificare che tipo di informazioni saranno rilevate ((sono possibili più risposte) Le attività realizzate La frequenza dell utenza Il gradimento dell utenza Il raggiungimento degli obiettivi sull utenza Il gradimento dei collaboratori Il grado di impiego delle risorse umane Il grado di impiego delle risorse economiche Altro : Le osservazioni positive e negative degli operatori Altro (specificare)
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