LA CULTURA ECONOMICA NEI LICEI
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- Rosalia Neri
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1 LA CULTURA ECONOMICA NEI LICEI AGENZIA NAZIONALE PER LO SVILUPPO DELL AUTONOMIA SCOLASTICA (ex-irre Lombardia) in collaborazione con AEEE-Italia A cura di Chiara Sequi, USP di Milano ed Enrico Castrovilli, Presidente AEEE-Italia 1. LE RAGIONI DELLA PROPOSTA La recente abrogazione del liceo economico e di quello tecnologico restringe l ordinamento liceale italiano a sei licei: classico, scientifico, artistico, musicale e coreutico, linguistico, delle scienze umane, che appartengono quasi totalmente all area umanistica. Lo stesso liceo scientifico, al quale si indirizza una quota crescente dell utenza, è nei fatti un liceo classico con piegatura scientifica, con 2/3 delle ore dedicate a materie umanistiche e solo 1/3 a materie scientifiche. Il liceo economico uscito dalla riforma del 2005 era ricco di contraddizioni. L indirizzo istituzionale presentava carattere liceale, mentre quello aziendale appariva più come liceo operativo. Il profilo culturale era disarticolato e gli OSA non si traducevano in competenze, conoscenze ed abilità. Restano comunque molteplici motivazioni a favore della presenza negli indirizzi liceali non terminali della cultura economica. Le competenze richieste in numerose attività lavorative sono sempre più intensamente connesse con le conoscenze economiche e giuridiche. I problemi del lavoro, del buon funzionamento delle istituzioni, degli impieghi del risparmio occupano attenzione crescente negli organi di informazione e nell attenzione di tutti i cittadini. Nella scuola italiana le scienze economiche, aziendali e giuridiche hanno un ruolo secondario. Anche se le sperimentazioni scolastiche degli ultimi anni hanno introdotto il diritto e l economia nei bienni, l economia politica e il diritto svolgono all interno degli istituti tecnici, commerciali e professionali una funzione ancillare a quella dell economia aziendale, con un carattere prevalentemente tecnico e non teorico generale. In questi corsi l economia politica, la micro e macroeconomia ed il diritto con i loro riferimenti storici, sociali e valoriali fungono da mediatori culturali tra l economia aziendale e le scienze umane. Ma problematiche quali quelle dei mercati e della concorrenza, del diritto internazionale ed europeo, del lavoro e del profitto, delle strategie d impresa, delle banche e della borsa, dei principi costituzionali e del funzionamento degli organi dello stato, dei cambi tra l euro ed il dollaro, del bilancio, dei profitti e delle perdite aziendali sono del tutto assenti nei corsi liceali. E incomprensibile che gli studenti liceali italiani si trovino a digiuno di ogni conoscenza economica, giuridica o sociale. Molti di loro proseguono gli studi universitari proprio nella facoltà di scienze sociali, quali economia, giurisprudenza, economia aziendale, sociologia, statistica, scienze politiche, etc. La situazione italiana costituisce tra l altro un eccezione nel panorama europeo ed internazionale, dove il liceo moderno si dimostra in grado di competere ad armi pari con le scuole superiori scientifiche e classiche. Ad esempio in Francia il Lycée Economico e Sociale è superato per numero di iscritti ai licei solo da quello scientifico. Nel Regno Unito un quarto dei liceali diciottenni frequentano studi economici di business (economia aziendale) o di economics (economia politica). E quindi necessario garantire agli allievi più dotati e motivati alla comprensione della realtà economica e produttiva l opzione di costruire la propria cultura e il proprio futuro professionale, qualunque esso sia, sulle moderne scienze economiche e sociali, intese come una terza area scientifica moderna, distinta da quella classica e da quella scientifica. Le scienze economiche e sociali possono infatti offrire a qualunque giovane una dotazione di competenze duttili e moderne, che l aiuteranno nella lettura della realtà, nelle scelte nell uso delle risorse, nella comprensione delle attività aziendali, nel rispetto delle regole che presiedono la convivenza civile. L economia può costituire un valido raccordo tra umanesimo e scientismo, perché essa è in 1
2 grado di collegare le proprie elaborazioni con l evoluzione storica delle attività umane. In ogni caso l uomo è al centro delle scienze sociali, con tutte le problematicità, le variabilità, le indeterminatezze, gli errori che caratterizzano i nostri comportamenti. Chiunque voglia studiarli dovrà tenere conto di quale idea dell uomo è alla base nello studio delle attività economiche e giuridiche. Le scienze sociali hanno carattere aggregante, tendono a integrare le conoscenze, ad operare un raccordo tra l umanesimo e le scienze naturali, nella comune ricerca del senso della vita e delle cose. Le conoscenze possono così rafforzarsi reciprocamente. 2. L ECONOMIA NEL LICEO SCIENTIFICO Nell attuale contesto di politica scolastica non vi sono per ora spazi per la riproposizione del liceo economico. E invece realistico pensare a delle modalità di diffusione della cultura economica a livello liceale, in particolare nel liceo scientifico. Ripensando ai fondamenti conoscitivi delle scienze economiche, aziendali, giuridiche e sociali essi sono costituiti da una base teorica-logica-filosofica (legata ai paradigmi delle differenti scuole di pensiero economico e giuridico), da una storica-sociale-valoriale (legate alle dinamiche storiche, ai principi, agli orientamenti nel campo dei valori e degli interessi), ad una base quantitativa (per fondare le teorie sul principio della verifica empirica, di verità e di realtà, per calcolare le grandezze e per tenere conto della presenza dell incertezza e del rischio) ed infine di una base operativa (come guida ai comportamenti individuali e professionali). Trai i diversi indirizzi liceali, il liceo scientifico appare come il più prossimo alle basi costitutive delle discipline economiche, per il comune riferimento agli aspetti quantitativi e di calcolo e per il riferimento alle problematiche della società, delle sue dinamiche scientifiche e tecnologiche. Il terreno culturale comune appare più forte nel liceo scientifico rispetto a quello che sarebbe garantito dal liceo classico o dagli altri licei. La modalità tecnica migliore per la realizzazione di questo progetto consiste nella flessibilità oraria del 20% dei curricoli. Altre modalità sono possibili e sono rappresentate in questo documento. La giustificazione di questa proposta culturale risiede nel fatto che le ore di economia generale e di diritto possono apportare al liceo scientifico un dote aggiuntiva di realismo e di modernità. Per realizzare questa ipotesi occorre creare uno spazio per l insegnamento dell economia politica, del diritto e dell economia aziendale. La relazione tra le diverse aree disciplinari può vedere alcune aree disciplinari dello scientifico declinare verso l economia ed il diritto e viceversa. In particolare storia, filosofia e le materie scientifiche possono dare un contributo per la comprensione dell evoluzione storica e filosofica del pensiero economico, del pensiero giuridico e di quello politico. Inoltre il senso del liceo scientifico/economico potrà essere rivolto agli aspetti sociali, valoriali ed operativi, che costituiscono l aspetto caratteristico dell approccio economico alla realtà. A loro volta l economia e il diritto devono prestare forte attenzione nei loro contenuti all evoluzione scientifica e tecnologica muovendosi così verso l impianto del liceo scientifico. Una seconda relazione si può instaurare tra l area matematica e l economia. In questo caso si può prevedere di aggiungere una seconda area matematica, composta da econometria, statistica, calcolo delle probabilità e matematica finanziaria. Mentre il curricolo di matematica generale e di analisi matematica costituisce l approccio matematico teorico, questa seconda area matematica funzionale rafforza la misurabilità dei fenomeni (ad esempio scientifici, economici, demografici, finanziari). La statistica, l econometria e il calcolo probabilistico aiutano a comprendere quando un fenomeno socio-economico appare con una distribuzione di frequenza normale oppure ricade nella categoria dell incertezza non probabilistica, sottolineata dagli studi più recenti. In senso più generale non va sottaciuto che l economia ha saputo tessere rapporti importanti con discipline scientifiche come la fisica (alla quale è debitrice del concetto di equilibrio) e con l analisi matematica (alla quale è debitrice del concetto di massimo vincolato e della determinazione della posizione di ottimo con il calcolo infinitesimale). In ogni caso andranno ridimensionate, per quanto consentito dalla normativa in atto, le ore della cultura classica ed umanistica, in quanto non caratterizzanti un indirizzo liceale piegato sulle moderne scienze sociali. Infine, le recentissime indicazioni nazionali sull obbligo scolastico (agosto 2007), prolungato ai 16 anni all interno dei bienni degli indirizzi oggi esistenti, forniscono un ulteriore chiara indicazione sulla necessità di 2
3 inserire conoscenze e competenze di carattere giuridico-economico anche nei licei che, a tutt oggi sono gli unici a non avere tali insegnamenti presenti nel curricolo. 3. IL QUADRO NORMATIVO Prima di esaminare gli aspetti tecnici che consentono l introduzione di nuove discipline nel curricolo del liceo scientifico, occorre ricordare brevemente la genesi dei cambiamenti proposti. A partire dagli anni 60, l evolversi sempre più rapido della tecnologia applicata al mondo del lavoro e dell impresa ha costretto l ordinamento scolastico ad adeguarsi, soprattutto per quanto riguarda la formazione tecnica e professionale, escludendo quasi totalmente i licei da questi cambiamenti. Ciò è avvenuto con modalità non sempre coerenti e lineari: infatti, a lato di alcune coraggiose innovazioni dei curricoli (riforma degli istituti professionali) e delle indicazioni metodologiche presenti nelle svariate sperimentazioni degli anni 80 e 90 (vedi le linee guida del progetto IGEA, MERCURIO, il progetto Brocca), che hanno interessato tutti gli indirizzi tecnici e professionali e, in misura molto minore, i licei, nel quadro sella secondaria superiore sono stati mantenuti impianti curriculari se non obsoleti, sicuramente carenti rispetto alle nuove esigenze formative e culturali. Nell attesa della riforma della secondaria superiore, molte sperimentazioni sono diventate, di diritto o almeno di fatto ordinamentali, sostituendo o integrando indirizzi largamente superati. L introduzione di elementi di diritto ed economia nel biennio della secondaria superiore data dal 1985, cioè dalla prima riforma dei programmi degli istituti tecnici commerciali, proposta in via sperimentale con il progetto I.G.E.A.. Tale indirizzo, dopo una sperimentazione decennale in tutta Italia, è entrato in ordinamento nell a.s , sostituendo il vecchio indirizzo amministrativo dei tecnici commerciali. In tale indirizzo l insegnamento del diritto e dell economia nel biennio assumeva un duplice valore: non solo propedeutico allo studio delle discipline giuridico-economiche nel triennio, indispensabili per completare le competenze del profilo professionale, ma, prima di tutto, formativo in quanto in grado di fornire allo studente le conoscenze fondamentali di un educazione alla cittadinanza. Le graduali riforme degli Istituti Tecnici e la riforma dei Professionali degli anni 90, riconoscendo la fondamentale valenza formativa di questi insegnamenti, ne hanno esteso l introduzione a tutti i bienni tecnici e professionali. Ancora una volta ne sono stati esclusi i licei classici, scientifici e linguistici, fuorché quelli che hanno utilizzato il progetto Brocca; gli stessi istituti magistrali, ora licei delle scienze psico-pedagogiche prevedono invece la presenza dell insegnamento di diritto ed economia nel biennio. Dai 90 ad oggi, due mancate riforme della secondaria superiore (Berlinguer, Moratti) non hanno impedito alle scuole di sperimentare modifiche curriculari. Infatti, a partire dall a.s , la legge istitutiva dell autonomia scolastica (art. 21 L.59/97) e il relativo regolamento di attuazione (D.P.R. 275/99) consentono a tutte le scuole di modificare la propria offerta formativa, nel rispetto degli indirizzi ordinamentali o autorizzati, utilizzando una quota del monte ore annuale previsto per variare gli insegnamenti già presenti nei curricoli o per inserirne di nuovi, coerentemente con le scelte didattiche della scuola e le esigenze del contesto in cui essa opera. Il D. M. 26 giugno 2000, n. 234 (in GU 25 agosto 2000, n. 198), Regolamento, recante norme in materia di curricoli nell'autonomia delle istituzioni scolastiche, ai sensi dell'art. 8 del D.P.R. 8 marzo 1999, n.275 disciplina la graduale attuazione delle indicazioni normative e, in particolare, fissa regola gli adempimenti per le scuole, al fine di assicurare alle scuole flessibilità organizzativa e didattica secondo i principi dell'autonomia, promuovendo la ridefinizione dei curricoli secondo modalità fondate su obiettivi formativi e competenze e garantendo soluzioni differenziate in relazione ai diversi ordini e gradi di scuola; La quota può essere utilizzata: a. per confermare l'attuale assetto ordinamentale b. per realizzare compensazioni tra le discipline e attività di insegnamento previste dagli attuali programmi c. per introdurre nuove discipline, utilizzando i docenti in servizio nell'istituto 3
4 La quota riservata alle istituzioni scolastiche è stata riaffermata nel recente D.M. n. 47 del 13/06/06 che richiama a sua volta il D.M. 28/12/05 - Quota orario dei curricoli riservata alle istituzioni scolastiche nella misura del 20% (che ha modificato la percentuale prevista dalla precedente normativa, portandola dal 15 al 20% del monte ore annuale di ciascuna disciplina curriculare). Con la Nota 22 giugno 2006 Prot. n. 721/DIP/Segr il Ministero comunica che la quota del 20% dei curricoli, riferita agli ordinamenti vigenti e ai relativi quadri orario, rimessa all'autonomia delle istituzioni scolastiche, deve intendersi applicabile ad ogni ordine e grado di istruzione. Ribadisce la conformità del decreto all'art. 8 del D.P.R. n. 275 dell'8 marzo 1999 e ad integrazione del successivo decreto ministeriale di applicazione n. 234 del 26 giugno GLI ASPETTI ORGANIZZATIVI NELL AMBITO DELL AUTONOMIA DELLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE In realtà l attuazione pratica della flessibilità dell offerta formativa, al di là delle suggestioni didatticopedagogiche, presenta una serie di problemi applicativi non marginali. Prima di tutto, la rigidità tuttora presente nel sistema scolastico rende piuttosto complessa l introduzione di elementi di variabilità e flessibilità nel quadro orario; questo è ancora sostanzialmente strutturato sul monte ore previsto per ciascuna materia di ciascun indirizzo, per la fondamentale ragione che la disponibilità degli organici è commisurata appunto a tali quadri orari. Infatti, la flessibilità prevista dal regolamento dell autonomia poggiava sulla riforma dell orario di servizio dei docenti, il c.d. organico funzionale che, all interno di parametri ragionevoli e comunque gestiti dal centro (O.M. annuale sugli organici, circ. USR) consentiva alle scuole di impiegare i docenti nella misura o con le modalità più adatte al proprio progetto didattico, adeguandole alle esigenze di una singola classe, di più classi o dell intero istituto. Oggi, di fatto, i margini sono estremamente ristretti, data la necessità di saturare a 18 ore tutte le cattedre. Altro aspetto critico è rappresentato dalla durata dell unità d insegnamento (ora di lezione): la norma prevede che, qualora siano state deliberate sperimentazioni autonome di ordinamento e struttura che comportino la riduzione della durata dell unità oraria di lezione, i docenti completano l orario d obbligo con attività connesse alla sperimentazione o con le altre modalità previste dallo stesso progetto di sperimentazione. L orario di insegnamento, anche con riferimento al completamento dell orario d obbligo, può essere articolato, sulla base della pianificazione annuale delle attività e nelle forme previste dai vigenti ordinamenti, in maniera flessibile su base plurisettimanale, in misura, di norma, non eccedente le quattro ore. Si possono formulare comunque due/tre fondamentali ipotesi di lavoro: a. la c.d. minisperimentazione giuridico-economica b. progetto d autonomia, interno al POF d Istituto, con l utilizzo della quota locale (max. 20%) c. l inserimento di ore aggiuntive di materie economiche con intervento di esperti, pagati con risorse aggiuntive o di sponsor esterni Ipotesi a) Minisperimentazione giuridico-economica Si tratta di un ampliamento del curricolo che prevede l aggiunta della disciplina economia e diritto per 2 ore settimanali per tutto il quinquennio, nel quadro orario ordinamentale del liceo scientifico. Tale opzione esclude altre possibile (p.e. P.N.I.) per cui può essere riconosciuta solo per classi di liceo scientifico tradizionale Occorre un autorizzazione formale della modifica del curricolo per ottenere risorse organiche aggiuntive necessarie all attuazione di un ampliamento dell offerta formativa, rispetto a quello previsto dai relativi vigenti decreti Tale autorizzazione trova un fondamento nel testo unico sulla scuola, Dlgs. 297/94 e nelle circolari applicative 24/91, 198/92, 333/95, che prevedono per tutte le scuole superiori la possibilità di chiedere l autorizzazione per sperimentazioni, limitate nel tempo e nella quantità, relative alle modifiche/integrazioni del quadro orario, introducendo nuove discipline in via sperimentale. Come confermato dalle citate norme sui curricoli, tali 4
5 sperimentazioni sono ancora oggi possibili, in conformità alle norme successive al T.U. del 94, solo se già esistenti e gestite a livello nazionale. Nel liceo scientifico, l introduzione del diritto e dell economia nel biennio è previsto da anni, ed è presente nel sistema informativo del Ministero (SIMPI) secondo la seguente scansione: 2 h in prima 2 h in seconda 2 h in terza 2 h in quarta 2 h in quinta Orario cattedra minimo: 14 h - max. 18. Classe A019 DISCIPLINE GIURIDICHE ED ECONOMICHE Le scuole sono tenute a comunicare la delibera degli o.o.c.c,. relativa all approvazione di tale sperimentazione, al competente Ufficio Scolastico provinciale, per i necessari adeguamenti dell organico che saranno riconosciuti solo a fronte dell attivazione vera e propria della/delle classi sperimentali. La richiesta deve essere fatta l anno prima di quello in cui s intende avviare la sperimentazione e deve essere presentata nei tempi previsti dalla circolare che annualmente regola la materia. Deve essere ripetuta ogni anno scolastico; l autorizzazione ha validità biennale e decade se non attivata entro due anni. Non si tratta di un opzione particolarmente utilizzata e limitata per quanto riguarda il peso orario delle discipline introdotte, ma che presenta l indubbio vantaggio di poter ottenere l organico necessario direttamente dagli Uffici Scolastici Provinciali. Tale richiesta non è soggetta all autorizzazione, come nel caso dell apertura di nuovi indirizzi, da parte della Provincia, cui va in ogni caso comunicata. Ciò a riprova che si tratta di sperimentazione didattica e non di apertura di un nuovo indirizzo. Ipotesi b) Utilizzo della quota locale (max. 20%) Questa seconda ipotesi consiste, come già detto, nella possibilità di variare il monte ore delle discipline già presenti nel quadro ordinamentale, nella misura max del 20%., per inserire nuove discipline, coerenti al profilo economico. In questo caso la scuola può contare solo sulle proprie forze, cioè sui docenti in servizio nell istituto e sui fondi a disposizione in bilancio In realtà l opzione può essere giocata in diversi modi che rappresentano, a loro volta, opzioni diverse e rappresentano costi diversi per l istituzione scolastica Presenta minori vincoli temporali, dato che può essere inserita nel Piano dell offerta formativa nel momento della sua consueta approvazione annuale e deve essere solo comunicata all USP competente. In ogni caso, occorre un progetto didattico approvato dal Collegio Docenti e dal Consiglio d Istituto, che preveda anche le modalità di recupero delle frazioni/unità orarie dei docenti in coerenza con gli obiettivi didattici. Il progetto dovrebbe essere chiaramente finalizzato e largamente condiviso dal Collegio, nei suoi obiettivi e nelle modalità di realizzazione: è noto infatti che la diminuzione di ore di qualsiasi disciplina, suscita sempre perplessità e resistenze da parte dei docenti che temono la perdita di efficacia dei loro insegnamenti e di riconoscimento professionale. Occorre progettare l inserimento delle nuove discipline apportando una modifica interna del quadro orario che, senza cambiare il monte ore totale previsto per anno di corso, preveda sia la diminuzione della quota oraria assegnata ad alcune delle discipline già presenti nel curricolo del liceo scientifico, sia la corrispondente presenza delle ore attribuite alle nuove materie. Trattandosi di sperimentazione interna può essere inserita in qualsiasi indirizzo liceale, anche in quelli sperimentali. In questo caso il vantaggio è rappresentato dal fatto che l orario curricolare è già più esteso di quello tradizionale e risulta pertanto più semplice procedere a modifiche interne sul monte ore delle diverse materie. La presenza nello stesso Istituto di più indirizzi, per esempio il Tecnico Commerciale insieme al Liceo Scientifico, consente di utilizzare i docenti dell ind. tecnico della classe A019 (discipline giuridicoeconomiche) come docenti sulle classi del Liceo Scientifico. Le ore aggiuntive alle 18 devono essere retribuite con il Fondo per il funzionamento dell istituzione scolastica, a meno che il progetto non preveda anche la 5
6 flessibilità oraria e strutturi l orario in modo tale che non vengano prestate ore aggiuntive da parte dei docenti, pur garantendo insegnamenti aggiuntivi agli studenti. Qui di seguito si presenta una sintesi del progetto formulato dall IIS Cremona-Zappa di Milano, come esempio significativo di modello a costo zero, che prevede l utilizzo sia della variabilità che della flessibilità oraria, da parte di un Istituto che presenta al suo interno due indirizzi: - Liceo scientifico con sperimentazione in Scienze - Istituto tecnico Commerciale indirizzo IGEA OBIETTIVI DEL PROGETTO IIS Cremona-Zappa L obiettivo principale è quello di proporre un offerta formativa che abbini la formazione liceale a carattere scientifico con quella giuridico-economica dell istruzione tecnica commerciale, al fine di formare una figura di diplomato orientato ad un accesso universitario anche di tipo giuridico ed economico. Il curricolo si contraddistingue per la licealità, con un fine non direttamente professionalizzante, organizzato per dare una preparazione rivolta soprattutto a chi intende proseguire gli studi in ambito universitario o parauniversitario. La finalità è quella di attribuire il primato alla dimensione scientifico-teorica del sapere e di valorizzare le potenzialità educative della cultura per dare agli studenti uno spessore culturale e una capacità critica, che li metta in grado di comprendere la realtà e di operare nella stessa in modo significativo.. Un altro obiettivo, non secondario al primo, è quello di consolidare l identità dell IIS Cremona Zappa come istituto unitario, capace di innovazione e di progettualità, in grado di offrire un corso di studi che superi la distinzione tra gli indirizzi specifici liceale e tecnico per un progetto che si distingue, nel panorama scolastico, per la novità, per la risposta a un esigenza reale dell utenza ma anche di quanto viene richiesto a livello europeo per la formazione dell uomo-cittadino del mondo 1. Il terzo obiettivo è quello di sperimentare un percorso formativo che tenga conto delle indicazioni europee, che evidenziano come il titolo di ragioniere conseguito in Italia non abbia alcun corrispondente negli altri paesi della Comunità, dove, per la gestione economico-finanziaria, è necessario un titolo di laurea. S intende quindi sperimentare un percorso che prepari gli studenti all università, pur salvaguardando i loro interessi giuridicoaziendali. Il curricolo quinquennale previsto (Liceo scientifico ad indirizzo economico) dovrebbe consentire agli allievi: - di fruire di un curricolo, che permetta loro di coniugare gli interessi di carattere giuridico-economico con lo studio delle discipline caratterizzanti il liceo scientifico - di ricevere a livello di scuola superiore una formazione di base solida, polivalente come è l istruzione liceale, che permetta loro un eventuale prosecuzione degli studi in una qualsiasi facoltà universitaria (in corsi di laurea breve o lunga) 2 e in particolare quelle di indirizzo giuridico-economico STRUMENTI E MODALITA Il curricolo del liceo scientifico sperimentato da anni nel Liceo dell IIS Cremona - Zappa, prevede già il potenziamento dell orario curricolare di scienze (3 ore in prima, 2 in seconda e un ora rispettivamente in terza, quarta e quinta) e l anticipo di un ora di Disegno e Storia dell arte dalla seconda alla prima; Attualmente il curricolo liceale standard dell IIS Cremona Zappa è così composto: tabella 1. Ore settimanali Materie d'insegnamento I II III IV V Religione - Materia alternativa Memorandum di Lisbona, o in corsi di istruzione e formazione tecnica superiore 6
7 Italiano Latino Storia Filosofia Geografia Inglese Matematica Fisica Scienze**** Disegno***** Educazione fisica TOTALE La sperimentazione di indirizzo economico potrebbe attuarsi con: 1. applicazione nel curricolo liceale di cui sopra - della quota di variabilità reciproca disciplinare (20%) su base annua in modo tale da ricuperare lo spazio orario per inserire le tre discipline caratterizzanti l indirizzo economico: a. il diritto (nel biennio) b. l economia aziendale (nel quinquennio) c. l economia politica e il diritto (nel triennio) 2. utilizzo dell organico docenti dell IIS Cremona Zappa, integrando i docenti dell indirizzo Liceale con quelli del Tecnico-Commerciale, secondo le specificità delle discipline dell indirizzo di liceo economico; 3. applicazione della flessibilità oraria, con riduzione dell unità oraria a 50 minuti e recupero del differenziale di servizio da parte di tutti i docenti, che permette di aggiungere alcune unità di lezione settimanale a costo invariato - rispetto a quelle previste nel curricolo del Liceo Scientifico (un ora in più sia nel biennio sia nel triennio e due in terza), prevedendo: a. nel biennio, un corso per l acquisizione di competenze informatiche di base, teso al conseguimento della certificazione ECDL b. nel triennio, il potenziamento / prosecuzione dello studio del Diritto nell ambito dell insegnamento dell Economia Politica; In tal modo è possibile aggiungere le seguenti discipline: Ore settimanali Materie d'insegnamento I II III IV V DIRITTO ECONOMIA AZIENDALE ECONOMIA POLITICA E DIRITTO (2) 2+(1) 2+(1) INFORMATICA (1) (1) Le unità di lezione da recuperare attraverso il 20% della quota di variabilità, diventano quindi 4 a settimana. Le ore tra parentesi si riferiscono all applicazione della flessibilità oraria che, attraverso il ricupero del monte-ore da parte dei docenti di Diritto / Economia Politica e di Matematica, permette di aggiungere ore di lezione a costo invariato - a quelle previste nel curricolo del Liceo Scientifico. 7
8 Considerando le ore settimanali che è possibile recuperare attraverso il 20%, tenendo conto del criterio che tutte le materie, eccetto Religione, debbano avere almeno due ore, si propone il seguente schema orario: Materie d'insegnamento Ore settimanali I II III IV V Religione - Materia alternativa Italiano Latino Storia Filosofia Geografia Inglese Matematica Fisica Scienze Disegno Educazione fisica INFORMATICA (1) (1) ECONOMIA AZIENDALE DIRITTO 2 2 ECONOMIA POLITICA 1 + (2) 2 + (1) 2 + (1) TOTALE Legenda: In giallo e grassetto sono indicate le ore modificate rispetto al curricolo standard Le ore tra parentesi sono quelle che si recuperano attraverso la flessibilità oraria La compensazione La quota di variabilità reciproca disciplinare (20%) deve essere calcolata sul 20% del monte ore annuo delle singole discipline e tenendo conto delle 33 settimane convenzionali per anno scolastico, il monte ore annuale va calcolato moltiplicando le ore settimanali x 33 (p.e. 5 ore settimanali implicano 5x33=165 ore annue, il cui 20% è 33 ore complessive annue, corrispondenti a un ora la settimana per tutto l anno scolastico). Qualora il 20% non risultasse pari a 33 si deve ricorrere alla compensazione, prevedendo modifiche in corso d anno - dell orario delle classi, che permettano lo svolgimento, in periodi differenti, delle due materie tra le quali ci deve essere compensazione. Nella tabella seguente sono indicate le settimane in cui le discipline curricolari (evidenziate in giallo e grassetto) cedono 1 ora alle nuove discipline; a partire dalla settimana successiva a quella indicata nella prima colonna, l ora viene restituita : CALCOLO 20% BASE ANNUALE Settimane in cui recuperare le rimanenti (cambio orario classi) Materie d'insegnamento I II III IV V I II III IV V Religione Materia alternativa Italiano Latino
9 Storia Filosofia Geografia 13 Inglese Matematica Fisica Scienze**** Disegno***** Educazione fisica Le figure seguenti indicano le curvature del liceo standard e quelle dell indirizzo economico rispetto alle aree: a) linguistico-espressiva (Religione, Ed.Fisica, Italiano, Latino, Inglese) b) storico-sociale e filosofica (Storia, Geografia, Filosofia, Arte) c) scientifica (Matematica, Scienze, Fisica, Informatica) d) economico-giuridica (Diritto, Economia Aziendale e Politica) suddivisione aree liceo standard triennio linguistico-espressiva; 46% storico-socialefilosofica; 23% scientifica; 31% biennio linguistico-espressiva; 53% storico-socialefilosofica; 16% scientifica; 32% suddivisione aree liceo economico triennio linguistico-espressiva; 38% storico-socialefilosofica; 20% scientifica; 26% economico - giuridica; 16% biennio linguistico-espressiva; 46% storico-socialefilosofica; 14% scientifica; 27% economico - giuridica; 14% Ipotesi c) L inserimento di ore aggiuntive di materie economiche con intervento di esperti, pagati con risorse aggiuntive o di sponsor esterni Esperti esterni, associazioni, con finanziamenti da parte di sponsor o dei genitori, possono introdurre lezioni, corsi, moduli di cultura economica, arricchendo l offerta formativa, senza incidere sul quadro orario e gli organici. Si tratta di una mediazione comunque ricca di prospettive a patto che l inserimento di tali attività diventi di fatto curriculare, grazie alla qualità degli interventi, alla loro progettazione in comune con i docenti di area affine e alla loro valorizzazione da parte dei docenti, nel quadro delle proprie discipline. Un esempio limitato, ma senz altro significativo, in tal senso, è costituito dai percorsi di alternanza scuolalavoro, coprogettati con le aziende, che tentano di coniugare lo studio teorico delle scienze economiche con l apprendimento tecnico-pratico attraverso l esperienza lavorativa che, a suo volta, permette allo studente di mettere alla prova ed arricchire le conoscenze e le competenze già acquisite, in particolar modo quelle chiave (trasversali). L esperienza di tali percorsi sta iniziando anche nei licei, scientifici e tecnologici in 9
10 particolare e dimostra la sua validità non solo per il gradimento da parte degli studenti per un modo di apprendere più motivante e coinvolgente, ma anche per la facilitazione all apprendimento teorico di contenuti economici altrimenti estranei al curricolo ( l impresa e la sua organizzazione, il funzionamento del mercato, i problemi della produzione, il ruolo del marketing e della pubblicità, la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, la tutela dell ambiente e della salute dei consumatori, il prelievo fiscale e la spesa pubblica) I diversi modelli suggeriti non hanno pretesa di tassatività, sono proposte tra tante ipotizzabili, per la costruzione di un curricolo liceale curvato sull economia.. I collegi ed i consigli di classe possono pensare quale tra di essi corrisponde meglio alle finalità delle singole istituzioni scolastiche, nel rispetto della loro autonomia. L individuazione del modello di liceo che abbia al suo interno un ruolo significativo per le materie economiche è in ogni caso preliminare per i successivi ragionamenti didattici. Va deciso un monte orario e quali discipline inserire nel piano di studi: economia politica, diritto, economia aziendale, econometria e statistica sono le discipline che presumibilmente dovranno assumere un ruolo di peso, ma, come detto, anche le altre discipline, come storia e filosofia e matematica, potranno contribuire, ciascuna con il proprio peculiare punto di vista, ad arricchire la riflessione sulla scienza grigia, che oggi lo è meno che mai, ma appare sempre più connotata da grandi contrasti di colore e infinite sfumature! 5. L ARTICOLAZIONE DELLA PROPOSTA DIDATTICA L approccio didattico più utile per questa reciprocità di rapporti tra aree disciplinari è quello per competenze. Il Quadro Europeo delle Qualifiche (QEQ - Proposta di raccomandazione al Parlamento europeo del settembre del 2006) sposta decisamente l attenzione dagli input dell apprendimento ai risultati dell apprendimento, declinati in termini di conoscenze, abilità e competenze. Le Conoscenze sono il risultato della assimilazione di informazioni attraverso l apprendimento. Le conoscenze costituiscono il corpo di fatti, principi, teorie e pratiche relativi ad un ambito di studio o di lavoro. Nel QEQ, le conoscenze sono definite come teoriche e/o pratiche. Le Abilità sono la capacità di applicare conoscenze e di utilizzare il know-how (saper fare) per svolgere compiti e risolvere problemi. Nel QEQ, le abilità sono descritte come cognitive (uso del pensiero logico, intuitivo e creativo) e pratiche (che implicano la destrezza manuale e l utilizzo di metodi, materiali, attrezzature e strumenti). Le Competenze sono infine le capacità dimostrate di utilizzare le conoscenze, le abilità e le attitudini personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e/o personale. Esse sono descritte in termini di responsabilità e autonomia. La didattica per competenze è fondata su di un approccio variabile e mobile del sapere. I collegamenti possono essere favoriti tramite la individuazione di competenze economiche, giuridiche, quantitative o di carattere trasversale, ciascuna declinata anche in termini di abilità e di conoscenze. A seconda del modello prescelto si tratta di: individuare il curricolo disciplinare in relazione al monte-ore previsto per le discipline dell area economica individuare i punti di piegatura delle competenze comuni, caratterizzanti il liceo, verso l area delle scienze economiche: un esempio storia che dà spazio al suo interno alla storia economica individuare i punti di piegatura delle competenze economiche verso le competenze che caratterizzano il liceo: ad esempio econometria e statistica che si raccordano con i contenuti del corso di analisi matematica; oppure prevedere nel curricolo di diritto largo spazio alla filosofia del diritto L attività didattica per competenze deve essere organizzata in prestazioni didattiche che ne sviluppino l acquisizione, le prestazioni devono essere osservabili e verificabili. Devono essere introdotti degli indicatori delle competenze, abilità e conoscenza. Il loro ruolo è interessante. Essi infatti consentono di uscire dalla genericità della enunciazione di un obiettivo didattico in quanto fanno capire la profondità con la quale la competenza esercita il proprio dominio, la propria padronanza nei diversi campi del sapere. Questa profondità al termine del liceo scientifico/economico può essere concepita ad un livello alto. Le competenze in uscita da un liceo scientifico declinato sull economia sono quelle scientifiche e umanistiche, poste in relazione con le scienze economiche e giuridiche. Il giovane in uscita da questo liceo è colto, curioso 10
11 della realtà scientifica e della sua evoluzione, si appassiona ai problemi sociali, possiede i fondamenti delle discipline economiche, aziendali e giuridiche. Esso è dotato di capacità logiche, sa apprezzare in modo duttile la dimensione quantitativa dei fenomeni naturali e sociali, sa interpretare la realtà sociale e produttiva. Possiede capacità di orientamento ad un comportamento personale responsabile, essendo capace di delineare definite mete di carattere personale e professionale. Ottobre
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