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1 FONDI STRUTTURALI EUROPEI I Fondi strutturali e il Fondo di Coesione costituiscono gli strumenti finanziari della politica regionale dell Unione europea (UE) il cui scopo consiste nell equiparare i diversi livelli di sviluppo tra le regioni e tra gli Stati membri. Essi contribuiscono pertanto a pieno titolo all obiettivo della coesione economica, sociale e territoriale. Operano secondo un meccanismo di programmazione (pianificazione e assegnazione risorse) disciplinato dalla normativa comunitaria e nell ambito di periodi temporali definiti (ora 7 anni). Esistono due fondi strutturali: Fondo Europeo di Sviluppo Regionale FESR - Fondo Sociale Europeo FSE - -Regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio dell 11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul FESR, sul FSE e sul Fondo di Coesione - (abroga il Reg. (CE) n. 1260/1999); - Regolamento (CE) n. 1828/2006 della Commissione dell 8 dicembre 2006 che stabilisce modalità di applicazione dei regolamenti (CE) n. 1083/2006. è lo strumento di finanziamento della politica sociale comunitaria e della Strategia Europea per l occupazione Il Fondo sociale europeo (FSE) finanzia la strategia europea per l occupazione e si concentra su quattro ambiti chiave: accrescere l adattabilità dei lavoratori e delle imprese, migliorare l'accesso all'occupazione e alla partecipazione al mercato del lavoro, rafforzare l inclusione sociale combattendo la discriminazione e agevolando l accesso dei disabili al mercato del lavoro nonché promuovere partenariati per la riforma nel campo dell'occupazione e dell inclusione. Regolamento (CE) n. 1081/2006 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 5 luglio 2006 relativo al Fondo sociale europeo (recante abrogazione del regolamento (CE) n. 1784/1999)

2 FONDI STRUTTURALI E OBIETTIVI I fondi strutturali sono destinati a finanziare la politica regionale nel periodo nel quadro dei 3 nuovi obiettivi: Obiettivo 1 CONVERGENZA: mira ad accelerare il processo di convergenza degli Stati membri e delle regioni meno sviluppate dell'ue attraverso il miglioramento delle condizioni di crescita e di occupazione. FC, FESR, FSE Calabria, Campania, Puglia, Sicilia e Basilicata (phasing out) Obiettivo 2 COMPETITIVITA REGIONALE E OCCUPAZIONE: mira ad anticipare i cambiamenti economici e sociali, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente e lo sviluppo di mercati del lavoro anche nelle regioni non oggetto dell'obiettivo "convergenza. FSE e FSRE Abruzzo, Provincia di Bolzano, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Toscana, Provincia di Trento, Umbria, Valle d Aosta, Veneto, Sardegna (phasing in) Obiettivo 3 COOPERAZIONE TERRITORIALE EUROPEA: mira a migliorare la cooperazione a livello transfrontaliero, transnazionale e interregionale nei settori riguardanti lo sviluppo urbano, rurale e costiero, lo sviluppo delle relazioni economiche e la messa in rete delle piccole e delle medie imprese (PMI). FSER Tutto il territorio dell UE regioni frontaliere, cooperazione transnazionale e interregionale Il sostegno dei Fondi strutturali e del Fondo di coesione ai tre obiettivi suindicati assume la forma di un cofinanziamento.

3 QUADRO STRATEGICO NAZIONALE E PROGRAM M I OPERATIVI Sulla base dell art. 27 del Regolamento CE 1083/2006 sui fondi strutturali, gli Stati membri presentano un Quadro Strategico Nazionale con finalità di istituire un raccordo organico della politica di coesione con le strategie nazionali. Il QSN si attua tramite i Programmi Operativi, documenti che declinano le priorità strategiche per settori e territori. Regolamenti comunitari Fondi strutturali - La proposta italiana di Quadro Strategico Nazionale per la politica regionale di sviluppo , messa a punto in versione definitiva a seguito della conclusione del negoziato con Bruxelles, è stata approvata dalla Commissione europea con decisione del 13 luglio Quadro Strategico nazionale QSN - Programmi Operativi Nazionali e Regionali PON e POR - La parte prevalente della programmazione operativa dei fondi strutturali sarà attuata nel quadro di Programmi Operativi Regionali (POR), mentre un altra parte, più esigua, nel quadro di Programmi Operativi Nazionali affidati alla responsabilità di amministrazioni centrali.

4 PROGRAM M A OPERATIVO REGIONE TOSCANA Obiettivo generale Favorire la piena occupazione e la qualità del lavoro attraverso politiche volte ad accrescere gli investimenti nel capitale umano e nelle ricerca, l adattabilità dei lavoratori e delle imprese, lo sviluppo dell imprenditorialità, l integrazione e la coesione sociale, in un ottica di lifelong learning e di perseguimento delle pari opportunità tra uomini e donne. Il POR Regione Toscana risulta coerente non solo con gli orientamenti generali della strategia del FSE ma anche con il contesto normativo nazionale e regionale e soprattutto con il P.I.G.I. Il Piano di Indirizzo Generale Integrato , di cui il POR costituisce un elemento cardine, rappresenta il piano settoriale di riferimento cui è demandato il compito di strutturare in termini operativi gli indirizzi regionali per le politiche formative, del lavoro, dell istruzione e dell orientamento, come disposto dall art. 31 della L.R. 32/2002

5 STRUTTURA DEL POR TOSCANA I temi prioritari della strategia regionale sono sviluppati all interno di una struttura di programma in termini di cinque Assi prioritari, individuati sulla base delle priorità indicate dal Fondo Sociale Europeo (Regolamento CE n. 1081/06 art. 3). Un sesto asse viene introdotto per accogliere le attività di assistenza tecnica, monitoraggio, valutazione, informazione e pubblicità. Asse I ADATTABILITA Asse II OCCUPABILITA Asse III INCLUSIONE SOCIALE Asse IV CAPITALE UMANO Asse V TRANSNAZIONALITA e INTERREGIONALITA Asse VI ASSISTENZA TECNICA I vari assi sono poi articolati in una serie di obiettivi specifici individuati in base alle finalità operative ed in linea con le priorità che la Regione Toscana intende attuare nell ambito di ogni singolo asse.

6 POR e PAD Con la programmazione dei Fondi Strutturali sono stati introdotti elementi di semplificazione che hanno condotto alla soppressione del Complemento di programmazione La Regione Toscana, valutando che l assenza di un documento di dettaglio a valle del Programma Operativo potesse comportare per gli Organismi Intermedi (Province, Aziende regionali per il diritto allo studio ed eventualmente Circondari) margini di incertezza riguardo alla tipologia degli interventi finanziabili e alle condizioni di ammissibilità delle azioni, ha proceduto all emanazione del PAD. Il Piano attuativo di dettaglio (PAD) si configura come uno strumento necessario per la verifica del rispetto degli obblighi previsti dai Regolamenti comunitari e per il controllo del piano finanziario del Programma. Il documento si articola in due distinte sezioni: nella prima, di carattere generale, vengono sinteticamente richiamati i principali aspetti attuativi del POR; la seconda contiene una scheda per ciascuno dei 12 obiettivi specifici del Programma

7 ASSI E OBIETTIVI SPECIFICI ASSE I ADATTABILITA - a) Sviluppare sistemi di formazione continua e sostenere l adattabilità dei lavoratori; b) Favorire l innovazione e la produttività attraverso una migliore organizzazione e qualità del lavoro; c) Sviluppare politiche e servizi per l anticipazione e gestione dei cambiamenti, promuovere la competitività e l imprenditorialità; ASSE II OCCUPABILITA - d) Aumentare l efficienza, l efficacia, la qualità e l inclusività delle istituzioni nel mercato del lavoro; e) Attuare politiche del lavoro attive e preventive, con particolare attenzione all integrazione dei migranti nel mercato del lavoro, all invecchiamento attivo, al lavoro autonomo e all avvio di imprese; f) Migliorare l accesso delle donne all occupazione e ridurre le disparità di genere; ASSE IV CAPITALE UMANO - ASSE III INCLUSIONE SOCIALE - g) Sviluppare percorsi integrati e migliorare il (re)inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati; combattere ogni forma di discriminazione nel mercato del lavoro; h) Elaborazione e introduzione delle riforme dei sistemi di istruzione, formazione e lavoro per migliorare l integrazione e sviluppare l occupabilità, con particolare attenzione all orientamento; i) Aumentare la partecipazione alle opportunità formative lungo tutto l arco della vita e innalzare i livelli di apprendimento e conoscenza; l) Creazione di reti tra università, centri tecnologici di ricerca, mondo produttivo e istituzionale con particolare attenzione alla promozione della ricerca e dell innovazione; ASSE V TRANSNAZIONALITA E INTERREGIONALITA n) Migliorare l efficacia e l efficienza dei Programmi Operativi attraverso azioni e strumenti di supporto. ASSE VI ASSISTENZA TECNICA - m) Promuovere la realizzazione e lo sviluppo di iniziative e di reti su base interregionale e transnazionale, con particolare attenzione allo scambio delle buone pratiche;

8 RISORSE La ripartizione delle risorse previste dal POR per l Obiettivo 2 tra Regione e Province/Circondari è stata effettuata tenendo conto delle opzioni strategiche di intervento della Regione, degli obiettivi e delle tipologie di azione espresse nel POR, degli ambiti di competenza, in coerenza con la L.R. 32/200, con il Programma regionale di sviluppo (P.R.S.) e con il Piano di indirizzo generale integrato (P.I.G.I.). Con riferimento ai singoli Assi ed al relativo riparto tra Regioni e Amministrazioni provinciali/circondari, si evidenzia: ASSE I adattabilità e ASSE II occupabilità, sono quasi interamente attribuiti a Province/Circondari, alle quali sono assegnate risorse pari al 90% del totale di ciascun asse; ASSE III inclusione sociale è per l 80% delle risorse attribuito a Province/Circondari; ASSE IV capitale umano, alle attività di competenza di Province/Circondari sono assegnate risorse pari al 25% dell asse; ASSE V transnazionalità e interregionalità, viene gestito interamente dalla Regione; ASSE VI assistenza tecnica, sono assegnate risorse per il 40% alle Province/Circondari.

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