Asili nido comunali Dossier a cura dell Osservatorio prezzi & tariffe di Cittadinanzattiva. Roma, Giugno 2014
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1 Asili nido comunali Dossier a cura dell Osservatorio prezzi & tariffe di Cittadinanzattiva Premessa Roma, Giugno 2014 Gli asili nido comunali rappresentano un servizio rivolto alla prima infanzia (0-3 anni) per promuovere lo sviluppo psico-fisico, cognitivo, affettivo e sociale del bambino e offrire sostegno alle famiglie nel loro compito educativo. Servizi per l infanzia accessibili e di buona qualità contribuiscono a conciliare in modo rilevante vita familiare e lavorativa e quindi a promuovere una maggiore partecipazione femminile al mercato del lavoro. La loro disponibilità può fornire una risposta importante ai tassi di natalità decrescenti, abbassando il costo della gravidanza in termini di prospettive di carriera sul mercato del lavoro. Di recente, inoltre, si sono moltiplicati gli sforzi volti a leggere i servizi per la prima infanzia secondo una prospettiva pedagogica e sociale, in base alla quale essi non rappresentano più solo una soluzione per la custodia e la cura del bambino, ma piuttosto un contributo al suo sviluppo ed alla sua integrazione socio economica. La disponibilità di servizi per la prima infanzia rientra tra gli indicatori del benessere equo e sostenibile 1 che, nato da un iniziativa del Cnel e dell Istat, si inquadra nel dibattito internazionale sul cosiddetto superamento del Pil, stimolato dalla convinzione che i parametri sui quali valutare il progresso di una società non debbano essere solo di carattere economico, ma anche sociale e ambientale, corredati da misure di diseguaglianza e sostenibilità. Gli indicatori del Bes contemplano 12 dimensioni del benessere, una di queste è rappresentata dalla qualità dei servizi ed in essa rientrano i servizi per la prima infanzia. L accesso diffuso a servizi di qualità è un elemento fondamentale per una società che intenda garantire ai suoi cittadini uno standard minimo di benessere e pari opportunità su cui fondare percorsi individuali. L inadeguata disponibilità di servizi colpisce particolarmente chi non ha risorse sufficienti per ricorrere ad alternative e aumenta il rischio di povertà e di esclusione. La disponibilità di servizi pubblici di qualità rappresenta, quindi, uno degli strumenti fondamentali di redistribuzione e di superamento delle diseguaglianze. L'importanza di fornire adeguati servizi per l infanzia è stata riconosciuta a livello Europeo, il Consiglio d'europa nel 2000 ha ribadito la necessità, per tutti gli Stati membri, di rimuovere i disincentivi alla partecipazione femminile al mercato del lavoro e 1 Cfr. Rapporto BES
2 lo sforzo di fornire servizi per l infanzia in misura tale da coprire, entro il 2010, almeno il 90% dei bambini fra 3 e 6 anni, ed almeno il 33% dei bambini sotto i 3 anni. Sebbene l offerta di tali servizi è andata crescendo negli ultimi anni, gli asili nido comunali riescono attualmente a coprire solo l 11,8% della potenziale utenza, con notevoli differenze tra Nord, Centro e Sud della Penisola. Elevate differenze territoriali, come illustreremo nelle pagine seguenti, si riscontrano anche relativamente ai costi sostenuti dalle famiglie per usufruire del servizio. La nostra stessa famiglia tipo (descritta nel capitolo seguente) infatti spenderebbe in un anno euro a Trapani e euro a Lecco per le stesse ore di frequenza, pasti e pannolini compresi. Nel 93% dei capoluoghi di provincia italiani la retta è calcolata in base all indicatore Isee. In media la tariffa minima applicata corrisponde a 77 mensili (ma varia tra 15 e 350 ) ed è prevista per un Isee medio fino a (che varia tra 1200 e ). La tariffa massima risulta essere invece in media 425 mensili (ma varia tra 110 e 750 ) per Isee medio a partire da (che varia tra e ). Sempre con riferimento ai capoluoghi di provincia è stata riscontrata la presenza di agevolazioni tariffarie solo nel 56% dei casi osservati. Agevolazioni tariffarie riscontrate Riduzione della retta a partire dal secondo figlio frequentante Riduzione della retta per assenze dovute a malattia Riduzione della retta per intervenute modifiche alla situazione economica familiare (es. disoccupazione, mobilità, cassa integrazione) Agevolazioni per bimbi portatori di handicap Riduzione della retta in presenza di mutuo per l acquisto della prima casa Nel 62% dei casi Nel 45% dei casi Nel 19% dei casi Nel 15% dei casi Nel 3% dei casi 2
3 1. I costi del servizio 1.1 Le rette pagate dagli utenti nei capoluoghi di provincia italiani Gli asili nido comunali rientrano nella gamma dei servizi a domanda individuale resi dal Comune a seguito di specifica domanda dell utente. Contestualmente all approvazione del Bilancio di previsione deve essere definita la misura percentuale di copertura dei costi di tutti i servizi a domanda individuale da parte dell utenza. Nel caso degli asili nido il livello minimo di copertura richiesta all utente è del 50%. Chiaramente minori saranno le risorse a disposizione del Comune e maggiore sarà la contribuzione richiesta all utente del servizio in oggetto. L indagine dell Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva considera una ipotetica famiglia composta da tre persone (genitori più un bambino di 0-3 anni) che percepisce un reddito lordo annuo pari a euro, al quale corrisponde un Isee di euro. Oggetto della ricerca sono state le rette applicate al servizio di asilo nido comunale per la frequenza a tempo pieno (in media 9 ore al giorno) e, dove non presente a tempo corto (in media 6 ore al giorno), per cinque giorni a settimana. Le annualità di riferimento sono il 2012/13 e 2013/14. Mediamente una famiglia italiana spende 309 euro al mese per mandare il proprio bambino all asilo nido comunale. Nel caso specifico della nostra famiglia di riferimento, la spesa media mensile per la retta del nido comunale ammonta al 12% della spesa media mensile. Nell analisi che segue si è reso necessario comparare il costo delle rette per la frequenza di nidi comunali a tempo pieno con il costo delle rette per la frequenza a tempo corto per tutte quelle città in cui il servizio viene reso solo a tempo corto. Detto che la frequenza a tempo pieno (in media 9 ore al giorno) è garantita nell 87% dei capoluoghi italiani elenchiamo di seguito le città dove il servizio viene reso solo in modalità ridotta (cioè, in media 6 ore al giorno): Potenza, Matera, Crotone, Cosenza, Avellino, Bari, Brindisi, Lecce, Cagliari, Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa, Siracusa. Di conseguenza, bisogna tener conto del fatto che: la media mensile regionale delle rette di frequenza di Calabria, Campania, Sardegna e Sicilia comprende valori riferiti sia al tempo corto che al tempo lungo. Ciò premesso questa è la situazione in ciascuna regione per l anno scolastico 2013/14 comparato con quello precedente. REGIONE SPESA MEDIA MENSILE PER NIDO COMUNALE 2013/14 SPESA MEDIA MENSILE PER NIDO COMUNALE 2012/13 VARIAZIONE % 2013/14 su 2012/13 Abruzzo % Basilicata % Calabria % Campania ,9% Emilia Romagna ,9% Friuli Venezia G ,6% Lazio ,4% 3
4 Liguria ,3% Lombardia % Marche % Molise % Piemonte ,3% Puglia ,9% Sardegna ,9% Sicilia ,5% Toscana ,2% Trentino Alto A ,8% Umbria % Valle d Aosta ,9% Veneto % Italia ,3% Fonte: Cittadinanzattiva Osservatorio prezzi&tariffe, giugno 2014 La regione mediamente più economica è la Calabria (139 euro) e quella più costosa è la Valle d Aosta (432 euro). Come illustrato nel seguente prospetto, la variazione della spesa media annua ha subito lievi variazioni rispetto all anno precedente, sia a livello nazionale che su base territoriale. I costi medi più elevati appurati nell anno scolastico 2013/14, si registrano nelle città settentrionali, con un aumento dell 1,6% rispetto all anno precedente. Segue il Centro con un aumento dell 1,6% e quindi il Sud con un aumento dello 0,9%. Fonte: Cittadinanzattiva Osservatorio prezzi&tariffe, giugno 2014 Nel 47% dei casi la retta mensile copre anche la spesa per i pasti e per i pannolini. 4
5 Fonte: Cittadinanzattiva Osservatorio prezzi&tariffe, giugno 2014 Rispetto all anno scolastico 2012/13, solo in 27 capoluoghi di provincia sono stati riscontrati aumenti delle rette di frequenza che vanno da un minimo dell 1% (Ascoli Piceno) ad un massimo del 33% (Siena). Capoluogo Variazione 2013/14 su 2012/13 Siena +33% Latina +29% Isernia +20% Cremona +17,8% Trento +12,6% Imperia +10% Asti +6,2% Novara +5,4% Cagliari +5,4% Biella +5,1% Piacenza +3,5% Rimini +3,4% Benevento +3,2% La Spezia +3,2% Pisa +3,2% Pordenone +3% Arezzo +3% Genova +2,8% Ancona +2,7% Torino +2,6% Ferrara +2,1% Catania +2% Aosta +1,9% Verbania +1,7% Bolzano +1,7% 5
6 Como +1,1% Ascoli Piceno +1% Fonte: Cittadinanzattiva Osservatorio prezzi&tariffe, giugno 2014 Nella top ten delle città più care, tra quelle che offrono il servizio a tempo pieno, si confermano, rispetto al 2012/13, Lecco, Sondrio, Belluno, Cuneo, Lucca, Alessandria e Bolzano, mentre Imperia, Cremona e Trento subentrano al posto di Mantova, Aosta e Udine. Da segnalare che 3 sono in Lombardia, 2 in Piemonte, 2 in Trentino Alto Adige, 1 in Veneto, 1 in Toscana e 1 in Liguria. Fonte: Cittadinanzattiva Osservatorio prezzi&tariffe, giugno 2014 La graduatoria delle 10 città meno care (sempre tra quelle che offrono il servizio a tempo pieno) rimane totalmente inalterata rispetto all anno precedente. 6
7 Fonte: Cittadinanzattiva Osservatorio prezzi&tariffe, giugno Il numero degli asili nido comunali 2.1 Dati relativi a tutti i comuni italiani Dalla rielaborazione dei dati derivanti dal Monitoraggio delle Regioni e Province Autonome e messi a disposizione dall Istat, emerge che al 31 dicembre 2012 il numero degli asili nido a titolarità pubblica ammonta a e quello dei nidi a titolarità privata a La disponibilità dei posti nelle strutture pubbliche è di posti e in quelle private è di Complessivamente, su posti disponibili, il 58% è offerto da strutture pubbliche ed il 42% da quelle private. Regione Nidi a titolarità pubblica Nidi a titolarità privata Numero Posti Numero Posti Abruzzo Basilicata n.d. n.d. Calabria Campania n.d n.d. n.d. Emilia Romagna Friuli V.G Lazio Liguria Lombardia Marche Molise Piemonte Puglia Sardegna Sicilia n.d. n.d. 2 Non è disponibile il dato relativo alla Campania 3 Non è disponibile il dato relativo a Campania e Sicilia 7
8 Toscana Trentino A.A Umbria Valle d Aosta Veneto Italia Fonte: Cittadinanzattiva Osservatorio prezzi&tariffe su dati Istat e dati Monitoraggio Regioni e Province Autonome, giugno 2014 La regione che spicca per il più elevato numero di nidi pubblici è l Emilia Romagna (624 strutture e posti disponibili) seguita dalla Lombardia (617 nidi e posti). Complessivamente il 55% dei nidi comunali è concentrato nelle regioni settentrionali, il 27% in quelle centrali e solo il restante 18% in quelle meridionali. Secondo l Istat, nell anno scolastico 2011/12, l 11,8% dei bimbi 0-2 anni italiani ha usufruito del servizio di asilo nido comunale o comunque con integrazione comunale. Il dato varia però tra il 24,4% dell Emilia Romagna e l 1,9% della Campania. Regione % di bimbi 0-2 anni che utilizzano il servizio di asilo nido comunale Abruzzo 8,1% Basilicata 7,1% Calabria 2,4% Campania 1,9% Emilia Romagna 24,4% Friuli V.G. 18,2% Lazio 15,5% Liguria 14,1% Lombardia 15,1% Marche 15,5% Molise 11% Piemonte 12,5% Puglia 4,1% Sardegna 9,8% Sicilia 5,1% Toscana 17,6% Provincia autonoma di Bolzano 4% Provincia autonoma di Trento 19,5% Umbria 19,1% Valle d Aosta 15,6% Veneto 11,7% Italia 11,8% Fonte: Cittadinanzattiva Osservatorio prezzi&tariffe su dati Istat, giugno Dati relativi ai soli capoluoghi di provincia italiani Nel caso dei capoluoghi di provincia, per calcolare il numero delle strutture e dei posti disponibili abbiamo richiesto le informazioni alle singole amministrazioni comunali. Per i casi in cui non è stato possibile ottenere i dati richiesti ci siamo avvalsi della banca dati del Ministero dell Interno che riporta le informazioni relative al Regione Numero nidi Posti disponibili Liste d attesa Abruzzo % Basilicata % Calabria % Campania % Emilia % 8
9 Friuli % Lazio % Liguria % Lombardia % Marche % Molise % Piemonte % Puglia % Sardegna % Sicilia % Toscana % Trentino % Umbria % V. d Aosta % Veneto % Italia % Fonte: Cittadinanzattiva Osservatorio prezzi&tariffe su dati delle amministrazioni comunali e Ministero Interno, giugno 2014 Relativamente ai soli capoluoghi di provincia italiani, il 55% delle strutture è concentrato nelle regioni settentrionali, il 34% in quelle centrali e il restante 11% in quelle meridionali. In questo caso, la regione che presenta il più elevato numero di nidi è il Lazio con 453 strutture e posti disponibili. Complessivamente il 60% circa dei nidi comunali ed il 56% dei corrispondenti posti disponibili sono concentrati nei comuni capoluoghi di provincia. Dati territoriali 9
10 Abruzzo 1. Rette di frequenza nei capoluoghi di provincia abruzzesi Chieti % Pasti L'Aquila % Pasti Pescara % Pasti, Pannolini Teramo % Pasti Media % 10
11 Chieti % L Aquila Pescara % Teramo % Totale % Basilicata 1. Rette di frequenza nei capoluoghi di provincia lucani Matera % Pasti Potenza % Pasti, Pannolini Media % Matera % Potenza % Totale % 11
12 Calabria 1. Rette di frequenza nei capoluoghi di provincia calabresi Catanzaro % Solo frequenza Cosenza % Pasti Crotone % Solo frequenza Vibo V % Tutto Media % Catanzaro Cosenza % Crotone % Vibo V Totale % Campania 12
13 1. Rette di frequenza nei capoluoghi di provincia campani Avellino % Pasti Benevento ,2% n.d. Caserta % Tutto Napoli % Pasti Salerno % Pasti Media ,9% Avellino % Benevento % Caserta Napoli % Salerno % Totale % Emilia Romagna 1. Rette di frequenza nei capoluoghi di provincia emiliani Bologna % Tutto Cesena % Tutto Ferrara ,1% Solo frequenza Forlì % Tutto Modena % Pasti Parma % Pasti, Pannolini Piacenza ,5% Pasti, Pannolini Ravenna % Tutto Reggio E % Tutto Rimini ,4% Pasti, Pannolini 13
14 Media ,9% Bologna % Cesena % Ferrara Forlì ,5% Modena Parma % Piacenza % Ravenna % Reggio E % Rimini % Totale % Friuli Venezia Giulia 1. Rette di frequenza nei capoluoghi di provincia friulani Gorizia % Tutto Pordenone % Tutto Trieste % n.d. Udine % Pasti, Biancheria Media ,6% Gorizia % Pordenone % Trieste % Udine % Totale % 14
15 Lazio 1. Rette di frequenza nei capoluoghi di provincia laziali Frosinone % Tutto Latina % n.d. Rieti % n.d. Roma % Tutto Viterbo % Pasti Media ,4% Frosinone ,5% Latina % Rieti Roma % Viterbo % Totale % Liguria 15
16 1. Rette di frequenza nei capoluoghi di provincia liguri Genova ,8% Tutto Imperia % Pasti La Spezia ,2% Pasti, Biancheria Savona % Pasti, Biancheria Media ,3% Genova % Imperia % La Spezia % Savona % Totale % Lombardia 1. Rette di frequenza nei capoluoghi di provincia Lombardi Bergamo % Pasti, Pannolini Brescia % Tutto Como ,1% n.d. Cremona ,8% n.d. Lecco ,4% Pasti, Pannolini Lodi - n.d. Mantova % Tutto Milano % Pasti Pavia % Pasti, Pannolini Sondrio % Pasti Varese % Pasti Media % 16
17 Bergamo % Brescia % Como % Cremona % Lecco % Lodi % Mantova % Milano % Pavia % Sondrio % Varese % Totale % Marche 1. Rette di frequenza nei capoluoghi di provincia marchigiane Ancona ,7% Pasti, Pannolini Ascoli Piceno % Pasti, Biancheria Macerata % n.d. Pesaro ,7% Pasti, Pannolini Urbino % Tutto Media % Ancona % Ascoli Piceno % Macerata % Pesaro % Urbino % Totale % 17
18 Molise 1. Rette di frequenza nei capoluoghi di provincia molisani Campobasso % n.d. Isernia % Pasti Media % Campobasso % Isernia Totale % Piemonte 18
19 1. Rette di frequenza nei capoluoghi di provincia piemontesi Alessandria % n.d. Asti ,2% Pasti Biella ,1% Tutto Cuneo % Tutto Novara ,4% Pasti, Pannolini Torino ,6% Pasti Verbania ,7% Tutto Vercelli % n.d. Media ,3% Alessandria Asti % Biella % Cuneo % Novara % Torino ,5% Verbania % Vercelli % Totale % Puglia 1. Rette di frequenza nei capoluoghi di provincia pugliesi Bari % Pasti, Pannolini Brindisi % Pasti, Pannolini Foggia % Pasti, Pannolini Lecce ,4% Pasti Taranto % n.d. Media ,9% 19
20 Bari % Brindisi % Foggia % Lecce Taranto Totale % Sardegna 1. Rette di frequenza nei capoluoghi di provincia sardi Cagliari ,4% Tutto Nuoro % Tutto Oristano % Pasti Sassari % n.d. Media ,9% Cagliari % Nuoro % Oristano % Sassari % Totale % 20
21 Sicilia 1. Rette di frequenza nei capoluoghi di provincia siciliani Agrigento % Niente Caltanissetta % Pasti Catania % Pasti Enna % Pasti, Pannolini Messina % n.d. Palermo % Tutto Ragusa % Pasti Siracusa - Niente Trapani % Pasti, Pannolini Media ,5% Agrigento % Caltanissetta % Catania % Enna % Messina Palermo % Ragusa Siracusa % Trapani % Totale % Toscana 1. Rette di frequenza nei capoluoghi di provincia toscani Arezzo % Pasti, Pannolini 21
22 Carrara ,7% Biancheria, Materiale didattico Firenze % Pasti, Pannolini Grosseto % Pasti, Biancheria Livorno % n.d. Lucca % Pasti Massa % Pasti Pisa ,2% Pasti, Pannolini Pistoia % Pasti, Materiale didattico Prato % Tutto Siena % Pasti, Pannolini Media ,2% Arezzo % Carrara % Firenze % Grosseto Livorno % Lucca % Massa % Pisa % Pistoia % Prato % Siena % Totale % Trentino Alto Adige 1. Rette di frequenza nei capoluoghi di provincia Bolzano ,7% Pasti, Pannolini Trento ,6% Pasti, Pannolini Media ,8% Bolzano Trento % Totale % 22
23 Umbria 1. Rette di frequenza nei capoluoghi di provincia Perugia % Tutto Terni % Pasti, Pannolini Media % Perugia % Terni % Totale % 23
24 Valle d Aosta 1. Rette di frequenza nei capoluoghi di provincia Aosta ,9% Tutto Aosta % Veneto 1. Rette di frequenza nei capoluoghi di provincia Belluno % n.d. Padova % n.d. Rovigo % n.d. Treviso % Tutto Venezia % n.d. Verona % Pasti, Pannolini Vicenza % Tutto 24
25 Media % Belluno % Padova % Rovigo % Treviso % Venezia ,5% Verona % Vicenza % Totale % 25
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