CAPITOLO 4 SISTEMI CELLULARI: IMPATTO AMBIENTALE, SALUTE E NORMATIVA

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1 CAPITOLO 4 SISTEMI CELLULARI: IMPATTO AMBIENTALE, SALUTE E NORMATIVA 4.1 IMPIANTI DI TELEFONIA MOBILE E PERCEZIONE DEL RISCHIO Al rapido sviluppo del settore della telefonia cellulare in questi anni si è contrapposta una massiccia installazione degli impianti fissi, che hanno determinato problemi di ordine urbanistico ed architettonico. Sia nei centri urbani che in zone di elevato valore paesaggistico proliferano antenne sostenute da strutture complesse ed esteticamente brutte da vedere. Le antenne impiegate nelle SRB sono generalmente posizionate in un unico sostegno, costituito per lo più da un traliccio posto sul tetto di un edificio o in cima ad un apposito palo, ad un altezza dal suolo che può variare dai 15 ai 50 m. Nel caso più semplice si hanno tre sistemi di antenne (uno per ogni cella), ciascuno orientato in modo da puntare lungo la direzione centrale della cella servita, così che le tre direzioni di puntamento orizzontale formino tra loro angoli di 120. Il sistema di antenne di ciascuna cella può essere costituito da un solo pannello che svolge sia la funzione di trasmittente che quella di ricevente: in tal caso nel sito si hanno in totale tre pannelli. Possono esserci due pannelli per ogni cella (sei pannelli in tutto), in cui uno funziona da trasmittente e uno da ricevente. Il caso più comune è l installazione di tre pannelli per ogni cella (nove pannelli in tutto), in cui due con funzione ricevente ed uno (in posizione centrale) con funzione trasmittente: il tipico aspetto è a triplo candeliere. Infine si possono riscontrare casi in cui i pannelli sono quattro per cella (dodici in tutto), poiché vi sono due pannelli anche per la funzione trasmittente: uno utilizzato per il servizio GSM e l altro per il TACS, oggi in fase di lento declino. 64

2 La crescente richiesta di capacità da parte degli utenti di telefonia mobile ha reso necessario aumentare il numero di SRB, in particolare in aree densamente abitate. Contemporaneamente a tale crescita però, essendo le installazioni sempre più visibili, si è sviluppata una situazione di diffidenza ed allarme dell opinione pubblica nei confronti delle SRB ed in particolare alle possibili conseguenze delle onde elettromagnetiche emesse dalle antenne. Il prodotto del progresso tecnologico viene in genere associato ai rischi percepiti o realmente esistenti: in questo caso rientrano anche tutti i sistemi che costituiscono una fonte di emissione di campi elettromagnetici. La preoccupazione riguardo sorgenti quali SRB è sempre più crescente e si assiste ad una forte opposizione da parte della popolazione interessata dalle emissioni elettromagnetiche, sia nel caso in cui debbano essere installate nuove sorgenti, sia nel caso in cui esse siano già esistenti ed attive. L opposizione nei confronti delle innovazioni dipende sia dalla scarsa conoscenza delle conseguenze sulla salute, sia dalla percezione che il rischio non venga tenuto nella giusta considerazione. Occorre inoltre distinguere tra pericolo e rischio per la salute: il primo si riferisce ad un oggetto o insieme di circostanze in grado di danneggiare potenzialmente la salute di una persona, mentre il secondo è legato alla possibilità o probabilità che una persona possa essere danneggiata da un pericolo. Il rischio viene percepito in modo differente: la popolazione lo avverte come trascurabile, accettabile, tollerabile o inaccettabile e lo confronta con i possibili benefici che dovrebbero superare, con ampio margine, il rischio stesso. Nel caso del telefono cellulare, chi non lo utilizza avverte come elevato il rischio dovuto ai campi elettromagnetici emessi dalle SRB, anche se la loro intensità può assumere valori relativamente ridotti alla giusta distanza, mentre chi utilizza il telefono cellulare percepisce come basso il rischio dovuto ai campi elettromagnetici generati dall apparecchio che egli stesso ha scelto di utilizzare volontariamente, anche se l intensità 65

3 di tali campi può assumere valori molto elevati, data la ridotta distanza tra testa e dispositivo durante l utilizzo. Nella maggior parte dei casi all allarmismo generato dall impatto visivo dei sistemi di antenna della trasmissione cellulare non corrisponde un reale pericolo per quanto riguarda la salute delle persone, se non la generazione di stati psicologici negativi: ansia, stress. 4.2 SISTEMI CELLULARI ED IMPATTO AMBIENTALE Dal punto di vista tecnologico lo sviluppo della telefonia cellulare ha apportato grossi miglioramenti, sia per quanto concerne la qualità del servizio offerto che per l impatto sulla salute umana. La moltiplicazione delle SRB fa sì che il percorso radio diventi più corto; di conseguenza la comunicazione è mantenuta con una potenza in emissione inferiore e quindi i telefonini e le SRB possono operare con potenze inferiori, senza pregiudicare la qualità di trasmissione. Nei sistemi GSM e UMTS vengono adottati dispositivi automatici come la trasmissione discontinua (DTX) ed il controllo di potenza emessa (power control) che tendono a realizzare il criterio protezionistico di ridurre l esposizione al minimo livello possibile. Grazie al controllo della potenza infatti in ogni situazione, tanto il telefonino, quanto la SRB, operano al valore minimo di potenza che assicura un accettabile qualità del servizio. La trasmissione discontinua consiste invece nell interrompere l emissione di potenza durante la normale ed inevitabile pausa del parlato. A questo si uniscono altri vantaggi come la maggiore autonomia di funzionamento (la batteria ha durata maggiore poiché l apparecchio impiega mediamente una potenza inferiore), migliore qualità del servizio (vi è una maggiore disponibilità di canali liberi, dato che ogni SRB serve un utenza inferiore). La tendenza ad aumentare il numero di SRB sul territorio ed a diminuirne la potenza, dato che l estensione dell area da coprire si riduce, dovrebbe quindi comportare una diminuzione dell inquinamento elettromagnetico, inteso come livello di potenza medio sul 66

4 territorio. Gli svantaggi consistono principalmente in un maggior impatto visivo, maggiore complessità (quindi minore affidabilità) del sistema, maggiori oneri economici di installazione e gestione per l operatore del servizio. 4.3 EFFETTI BIOLOGICI E SANITARI I primi studi delle interazioni tra campi elettromagnetici e sistemi biologici risalgono alle esperienze condotte nel XVIII secolo da Volta e Galvani. Per valutare in maniera esatta i rischi potenziali provocati dai campi elettromagnetici a radiofrequenze e microonde è essenziale la conoscenza delle proprietà dielettriche della struttura biologica. Quando un onda elettromagnetica incontra un corpo materiale, parte dell energia viene riflessa e parte viene trasmessa all interno del corpo investito, la percentuale di energia che penetra nella materia dà luogo ad un progressivo riscaldamento causato dal meccanismo di assorbimento. Per frequenze inferiori a 300 GHz, l interazione dei campi elettromagnetici con i sistemi materiali non può produrre variazioni permanenti di struttura atomica o molecolare dato che il valore del salto energetico, ΔΕ s, necessario (energia di attivazione) è di gran lunga superiore all energia del fotone (h ν = ev per ν = 300 GHz): si parla di radiazioni non ionizzanti (NIR). I fattori che influenzano l assorbimento dell energia elettromagnetica in un soggetto irradiato sono: - Caratteristiche elettromagnetiche della struttura irradiata; - Dimensioni del corpo rispetto alla lunghezza d onda; - Forma dell oggetto irradiato e suo orientamento rispetto alla polarizzazione della radiazione incidente; - Caratteristiche fisiche della radiazione elettromagnetica nel tempo (onda continua/pulsata); - Percentuale del contenuto di acqua della struttura irradiata. L assorbimento delle onde elettromagnetiche viene favorito principalmente dall alta percentuale di contenuto di acqua dei 67

5 tessuti. I tessuti più ricchi di acqua (sangue, cervello) infatti assorbono molta più energia elettromagnetica rispetto a quelli che ne contengono percentualmente meno (tessuto adiposo, osseo, cartilagineo). Un fattore che influenza pesantemente il meccanismo di assorbimento dell energia associata ad un campo è costituito dal rapporto tra dimensione del corpo irradiato e lunghezza d onda della radiazione stessa. Alle alte frequenze, quando la lunghezza d onda è molto più piccola rispetto alle dimensioni del corpo umano, si verificano condizioni di sovrarisonanza, con conseguente deposizione di energia confinata alla superficie del corpo stesso. Quando un organismo interagisce con un campo elettromagnetico il suo equilibrio viene perturbato, ma questo non necessariamente si traduce in un effetto biologico apprezzabile e ancor meno in un danno. Si parla di effetto biologico solo in presenza di variazioni morfologiche o funzionali a carico di strutture di livello superiore. Inoltre non sempre un effetto biologico comporta necessariamente un danno alla salute; per poter parlare di danno occorre infatti che l effetto biologico superi i limiti di efficacia dei meccanismi di adattamento dell organismo, le cui caratteristiche variano con età, sesso, stato di salute, tipo e grado di attività del soggetto, nonché con le condizioni ambientali esterne e con l intensità delle radiazioni incidenti sul soggetto SAR La dosimetria studia l interazione tra un CEM ed un corpo biologico ad esso esposto: più precisamente si occupa di quantificare la potenza assorbita da un organismo biologico immerso in un CEM e di determinare la distribuzione di tale potenza nell organismo esposto. Le grandezze misurabili con relativa facilità sono la densità di potenza del campo elettromagnetico incidente (campo lontano), oppure le intensità del campo elettrico e/o magnetico (campo vicino). 68

6 La misura degli effetti dell esposizione a campi elettromagnetici di organismi biologici avviene attraverso il SAR, acronimo di Specific Absorption Rate (ovvero tasso di assorbimento specifico). Questo parametro è definito come la quantità di energia trasferita ad un elemento di massa di un sistema biologico: 1 SAR equivale alla potenza assorbita dai tessuti fisiologici in Watt per chilogrammo di peso corporeo. SAR = σ E i 2 1/ρ = (ΔWi/ρ) ΔV i [W/kg] (4.1) dove ΔWi è la potenza elettromagnetica in un volume elementare ΔV i ; σ è la conducibilità del mezzo considerato; ρ è la densità della materia in [kg/m 3 ] dell elemento di volume ΔV i. Il valore del SAR è tanto più elevato quanto maggiore è la potenza elettromagnetica assorbita, mentre tende a diminuire all aumentare della massa biologica esposta all irradiazione. Le grandezze normalmente utilizzate sono: - Il SAR specifico, che valuta l energia depositata in un elemento infinitesimale di volume del corpo; - Il SAR medio, che è la quantità complessiva di energia trasferita al corpo, rapportata alla massa totale del corpo. Il SAR dipende dal quadrato del campo elettrico interno, nel punto considerato per la misurazione e dipende da numerosi fattori: - Frequenza della radiazione, polarizzazione e configurazione del campo; - Caratteristiche del corpo esposto (dimensioni, geometria, proprietà dei tessuti attraversati); - Effetti di terra e riflessioni di altri oggetti presenti nel campo di irradiazione (ad esempio superfici metalliche vicine al corpo esposto). 69

7 NSAR (W/kg per mw/cm 2 ) Frequenza MHz Figura 24 Effetto della statura sull assorbimento di potenza elettromagnetica È molto importante la dipendenza del SAR dalla frequenza perché può realizzarsi una condizione di risonanza del corpo irradiato con la lunghezza d onda della radiazione. Ad esempio la testa umana risuona alla frequenza di 375 MHz, quindi l assorbimento di energia è maggiore a tale frequenza che ad altre. Un uomo in piedi ad altezza standard (1.75 m) presenta una frequenza di risonanza di 70 MHz, mentre per persone più basse o bambini la frequenza di risonanza è circa 100 MHz. Il corpo umano si comporta quindi come un antenna ricevente sintonizzata su particolari lunghezze d onda. In figura 24 è riportato l effetto della statura sull assorbimento di potenza elettromagnetica EFFETTI BIOLOGICI A BREVE TERMINE Si definiscono effetti acuti o a breve termine quelli che si manifestano nel corso dell esposizione a campi elettromagnetici. Ad un primo esame la maggior parte degli effetti biologici collegabili ad un esposizione a RF (radio frequenze) o MW (microonde) si può spiegare in termini della quantità di calore prodotta all interno 70

8 del corpo dall assorbimento della radiazione. Pare ragionevolmente attendibile che conseguenze a breve termine dipendano dagli effetti termici provocati dai campi elettromagnetici ad alta frequenza sulle parti del corpo più molli o con minore irrorazione sanguigna. Alcuni organi possono essere particolarmente sensibili agli effetti termici: il cristallino dell occhio è considerato organo a rischio poiché la mancanza di vascolarizzazione limita la sua capacità di disperdere calore, con la tendenza ad aumentare la temperatura e quindi a formare opacità. Anche il testicolo è considerato organo a rischio, essendo normalmente a temperature di diversi gradi inferiori a quella corporea. Alcuni studi hanno riportato effetti di temporanea infertilità in ratti maschio esposti sistematicamente a SAR di circa 6 Watt/kg con aumenti della temperatura di durante l esposizione. L esposizione si ritiene priva di effetti biologici quando l aumento di temperatura locale è inferiore a 1. Un SAR di 4 Watt/kg, assorbito dall intero corpo, produce un aumento della temperatura dei tessuti di 1 dopo circa 20. Tuttavia si consideri che qualsiasi sopraelevazione termica viene compensata dal processo naturale di termo-regolazione, grazie al quale la circolazione del sangue all interno dell organismo trasferisce calore dalle zone interne a quelle esterne, dove diventano più efficaci i meccanismi di irraggiamento e smaltimento del calore EFFETTI BIOLOGICI A LUNGO TERMINE Gli effetti cronici detti anche a lungo termine o di basso livello, sono le eventuali conseguenze di esposizioni prolungate a campi elettromagnetici di intensità anche molto più bassa delle soglie termiche, o più in generale, delle soglie degli effetti acuti. Data la caratteristica di non essere né immediati, né oggettivi, gli effetti cronici possono essere indagati nell uomo solo per mezzo di studi epidemiologici, nei quali si cerca di evidenziare l esistenza di un associazione tra l esposizione e 71

9 l insorgenza di determinate patologie o manifestazioni di altro tipo. A questi studi si affiancano le ricerche di laboratorio in vitro (su colture cellulari o tessuti isolati dagli organismi di provenienza) ed in vivo (su animali da laboratorio), attraverso le quali si cercano tanto delle conferme agli effetti ipotizzati dall epidemiologia, quanto delle indicazioni sui possibili meccanismi di azione alla loro base. Le molteplici patologie messe talvolta in relazione con l esposizione ai campi elettromagnetici possono essere grossolanamente distinte in due categorie: - Patologie con sintomi più o meno soggettivi (affaticamento, irritabilità, difficoltà di concentrazione, diminuzione della libido, cefalea, insonnia, depressione, impotenza); - Patologie con sintomi oggettivi ed in genere gravissimi (tumori, malattie degenerative). Per nessuna di queste la ricerca scientifica ha finora potuto dimostrare l esistenza di un associazione statisticamente significativa con l esposizione al campo, né tanto meno di un sicuro rapporto causa-effetto. 4.4 CRITERI DI PROTEZIONE DAI CAMPI ELETTROMAGNETICI La continua attenzione da parte dell opinione pubblica mondiale nei confronti delle radiazioni elettromagnetiche ha spinto varie organizzazioni internazionali quali l IRPA/INIRC (International Radiation Protection Association/International on Non Ionizing Radiation Protection), l ANSI/IEEE (American National Standard Institute/Institute of Electric Engineers), il CENELEC (Comitè Europeen de Normalisation Electrotechnique) ad orientarsi verso un criterio comune basato sulla prevenzione degli effetti acuti, che consistono sostanzialmente in un aumento di temperatura dei tessuti legato all assorbimento di energia dal campo elettromagnetico, per emettere le proprie raccomandazioni per la protezione dai campi elettromagnetici. Tali raccomandazioni fissano degli opportuni 72

10 limiti di esposizione che, in alcuni casi, si riferiscono a differenti categorie di persone esposte e che consistono nei cosiddetti limiti di base o primari e nei livelli di riferimento o limiti derivati. I limiti di base vengono fissati con riferimento alle soglie relative a risposte acute dell organismo, quali lo stress dovuto ad aumento indotto di temperatura, e da opportuni coefficienti di sicurezza dipendenti dalla norma specifica. I limiti di base sono espressi in termini di grandezze fisiche relative agli effetti sanitari (SAR). I livelli di riferimento vengono espressi mediante delle tipiche grandezze elettromagnetiche esterne al corpo umano direttamente misurabili (campo elettrico, magnetico e potenza) e che vengono ricavati dai precedenti mediante modelli dosimetrici. I livelli di riferimento vengono fissati in maniera che se in un determinato ambiente i valori del campo elettromagnetico sono inferiori a tali livelli di riferimento, un eventuale organismo esposto non arriverà mai a superare i limiti di base. Può al contrario verificarsi una situazione in cui si sforano i livelli di riferimento senza superare i limiti di base: durante l utilizzo del cellulare, l intensità del campo elettrico in corrispondenza dell orecchio e della testa è superiore a qualsiasi livello di riferimento, ma accurate stime dosimetriche dimostrano che i limiti di base, SAR locale in determinate regioni del corpo, vengono rispettati. Tabella 10 Limiti di base per la popolazione per le alte frequenze (ICNIRP, 1998) Gamma di frequenza f 100 khz - 10 MHz 10 MHz 10 GHz 10 GHz 300 GHz Densità di corrente SAR mediato (corpo SAR localizzato SAR localizzato Densità di potenza s (ma/m 2 rms) intero) (W/kg) (corpo e tronco) (W/kg) (arti) (W/kg) (W/m 2 ) f

11 Tabella 11 Livelli di riferimento per la popolazione per le alte frequenze (ICNIRP, 1998) Intervallo di frequenza f Intensità di campo E (V/m) Intensità di campo H (A/m) Campo B (mt) Densità di potenza onda piana equivalente f 0.92 f - MHz 1 10 MHz 87 f1 / f 0.92 f f MHz f 1/ f 1/ f 1/2 f 200 MHz GHz RIFERIMENTI INTERNAZIONALI I riferimenti normativi internazionali per la protezione dai campi elettromagnetici sono volti all individuazione dei livelli di esposizione al di sopra dei quali possono verificarsi effetti acuti. L organizzazione di riferimento a livello mondiale è stata l IRPA/INIRC che nel 1992 è stata sciolta e sostituita dall ICNIRP. La prima organizzazione ha pubblicato nel 1988 delle linee guida 3 che sono state integrate e utilizzate dalla seconda organizzazione per derivare nel 1998, le nuove linee guida 4 che riguardano l esposizione a campi elettromagnetici con frequenza fino a 300 GHz sia per gli ambienti di lavoro che per la popolazione. Gli Stati Uniti insieme all ex Unione Sovietica, sono stati tra i primi a studiare gli effetti dei CEM sull organismo umano, per motivi soprattutto militari. Le organizzazioni che si sono occupate dell emanazione di linee guida sono state principalmente 3 l IRPA/INIRC, Guidelines on limits of exposure to radiofrequency electromagnetic fields in the frequency range from 100 khz to 300 khz, in Health Physics, Vol.54, pp (1988). 4 ICNIRP, Guidelines for limiting exposure to time-varyng electric, magnetic, and electromagnetic fields (up to 300 GHz ), in Health Phisycs Vol.74, n.4, pp (1998). 74

12 l ANSI/IEEE 5, nel 1991 e riconfermate nel 1999, la FCC (Federal Communications Commission) nel 1996, il NIOSH (National Institute for Occupational Safety and Health), e l ACGIH (American Conference of Governmental Industrial Hygienist). Nell Unione Europea il CENELEC, organismo a cui appartengono i Comitati Elettrotecnici dei paesi membri tra cui l Italia mediante il CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano), ha pubblicato nel 1994 delle linee guida che fanno riferimento ai limiti di base e ai livelli di riferimento presenti nelle raccomandazioni dell ICNIRP, sia nell intervallo da 0 Hz-10 khz che nell intervallo 10 khz-300 GHz. I livelli di riferimento raccomandati dall ICNIRP per evitare effetti diretti di tipo acuto sono applicati considerando un fattore di protezione di sicurezza sino a 50 rispetto a quei valori di esposizione ai quali si cominciano a verificare innocui effetti biologici. Ai livelli inferiori a quelli raccomandati dall ICNIRP non è stata confermata (e tende anzi ad essere esclusa) l esistenza di un rischio legato ad esposizioni prolungate ai campi elettromagnetici, anche se la diffusione pervasiva delle sorgenti richiede ulteriori studi ed approfondimenti. 4.6 NORMATIVA EUROPEA RACCOMANDAZIONE 1999/512/CE La raccomandazione 1999/512/CE del 12 luglio 1999 ( Raccomandazione del Consiglio relativa alla limitazione dell esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici da 0 a 300 GHz ) riprende integralmente le linee guida dell ICNIRP. 4.7 NORMATIVA ITALIANA La normativa italiana introduce - senza giustificazioni di carattere scientifico l assunto che esista per la popolazione il rischio di 5 IEEE, Standard for Safety Levels with respect to human exposure to radiofrequency electromagnetics fields, 3 khz to 300 GHz, Revision of ANSI C ,

13 malattie connesse all esposizione prolungata anche ai bassi livelli dei campi elettromagnetici. Perciò, accanto ai valori limite vengono fissati livelli di attenzione e obiettivi di qualità che non trovano riscontro scientifico e normativo in ambito internazionale e inducono la popolazione a ritenere che tali effetti esistano. Il confronto tra i limiti per le frequenze tipiche della telefonia cellulare fissati dalle diverse normative nazionali e internazionali mostra come l Italia abbia adottato valori limite da 2 a 100 volte inferiori a quelli raccomandati dall ICNIRP, fissati dall Unione Europea e ratificati da altri 14 paesi europei, a loro volta inferiori rispetto a quelli inglesi o statunitensi. Tabella 12 Confronto tra i limiti nazionali e internazionali per le frequenze tipiche della telefonia mobile ( ) Limiti di campo elettrico (V/m) Limiti di campo magnetico (A/m) Limiti di densità di potenza (W/m 2 ) 900 MHz 1800 MHz 900 MHz 1800 MHz 900 MHz 1800 MHz ICNIRP CENELEC DIN VDE (Germania) ANSI (USA) NRPB (Regno Unito) Italia - Limite di esposizione sanitario Italia Luoghi con permanenza di 4 o più ore Legge n.36/2001 In Italia la legge che recepisce le normative europee è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 7 marzo 2001, n. 55, come Legge - quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici ed è composta da 17 articoli. Nell articolo 1 vengono definite le finalità della legge: assicurare la tutela della salute dei lavoratori, delle lavoratrici 76

14 e della popolazione dagli effetti dell esposizione a determinati livelli di campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici ; promuovere la ricerca scientifica per la valutazione degli effetti a lungo termine e attivare misure di cautela da adottare in applicazione del principio di precauzione. L ambito di applicazione riguarda frequenze comprese da 0 a 300 GHz, i cui campi elettromagnetici possono comportare l esposizione dei lavoratori, delle lavoratrici e della popolazione. Nell articolo 3 vengono assunte alcune definizioni tra cui: esposizione, ossia valore di campo elettrico, magnetico ed elettromagnetico, considerato come valore di immissione, definito ai fini della tutela della salute da effetti acuti, che non deve essere superato in alcuna condizione di esposizione della popolazione e dei lavoratori ; limite di esposizione, ossia valore di campo elettrico, magnetico ed elettromagnetico, considerato come valore di immissione valore di attenzione che non deve essere superato negli ambienti abitativi, scolastici e nei luoghi a permanenze prolungate ; obiettivo di qualità ossia (1 i criteri localizzativi, gli standard urbanistici, le prescrizioni e le incentivazioni per l utilizzo delle migliori tecnologie disponibili ; (2 i valori di campo elettrico, magnetico ed elettromagnetico definiti dallo Stato ai fini della progressiva minimizzazione dell esposizione ai campi medesimi. In tutta la legge si coglie la consapevolezza della necessità di una politica integrata di prevenzione e controllo dell inquinamento ambientale che deve coinvolgere sia l utilizzo della migliore tecnologia disponibile sia la ricerca sistematica di alternative localizzative, impiantistiche e gestionali. Il Decreto del Ministero dell ambiente 10 settembre 1998, n. 381, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 257 del 3 novembre 1998 come Regolamento recante norme per la determinazione dei tetti di radiofrequenza compatibili con la salute umana, ed entrato in vigore il 3 gennaio 1999, costituisce la base di riferimento per la legge n. 36/2001 e fissa i limiti di esposizione della popolazione 77

15 ai CEM generati dai sistemi fissi di telecomunicazione e radiotelevisivi che operano nella banda di frequenza compresa tra 100 khz e 300 GHz. Decreto del presidente del consiglio dei ministri 8 luglio 2003 Attraverso il DPCM 8 luglio 2003 si è provveduto ad emanare il decreto attuativo richiesto dalla legge quadro per quanto riguarda l esposizione alle radiofrequenze. Come riportato nel comma 1 articolo 1 le disposizioni del seguente decreto fissano i limiti di esposizione e i valori di attenzione per la prevenzione degli effetti a breve termine e dei possibili effetti a lungo termine nella popolazione dovuti alla esposizione ai campi elettromagnetici generati da sorgenti fisse con frequenza compresa tra 100 khz e 300 GHz. Il presente decreto fissa inoltre gli obiettivi di qualità, ai fini della progressiva minimizzazione della esposizione ai campi medesimi e l individuazione delle tecniche di misurazione dei livelli di esposizione. Tabella 13 LIMITI DI ESPOSIZIONE Frequenza MHz Intensità di campo elettrico E Intensità di campo magnetico H Densità di potenza D (W/m 2 ) (V/m) (A/m) 0.1 f f f Tabella 14 VALORI DI ATTENZIONE Frequenza MHz Intensità di campo elettrico E Intensità di campo magnetico H Densità di potenza D (W/m 2 ) (V/m) (A/m) 0.1 f (3 MHz-300 GHz) Dall art. 3 comma 1 viene sancito che non devono essere superati i limiti di esposizione in tabella 13. Nel comma 2, come misura di cautela per la protezione da possibili effetti a lungo termine eventualmente connessi con le esposizioni ai campi elettromagnetici 78

16 alla frequenza tra 100 khz a 300 GHz all interno degli edifici adibiti a permanenze non inferiori a quattro ore giornaliere, e loro pertinenze esterne, che siano fruibili come ambienti abitativi quali balconi, terrazzi e cortili esclusi i lastricati solari, si assumono i valori di attenzione indicati in tabella 14. Tabella 15 Obiettivi di qualità Frequenza MHz Intensità di campo elettrico E Intensità di campo magnetico H Densità di potenza D (W/m 2 ) (V/m) (A/m) 0.1 f (3 MHz-300 GHz) Nell art. 4 comma 1 si afferma che per minimizzare l esposizione ai CEM, i valori di immissione dei campi oggetto del presente decreto, calcolati o misurati all aperto nelle aree intensamente frequentate, non devono superare i valori indicati nella tabella NORMATIVA REGIONALE Legge regionale 31 ottobre 2000, n. 30 In ambito regionale, il consiglio regionale ha approvato e il presidente della giunta regionale ha promulgato la legge regionale 31 ottobre 2000, n. 30: Norme per la tutela della salute e la salvaguardia dell ambiente dall inquinamento elettromagnetico. Nell articolo 1 vengono definite le finalità della legge: nel comma 1 si stabilisce le norme per perseguire in via prioritaria la prevenzione e tutela sanitaria della popolazione e per la salvaguardia dell ambiente dall inquinamento elettromagnetico coordinandole con le scelte della pianificazione territoriale. Nel comma 3 viene definito il ruolo delle province e dei comuni, che nell esercizio delle loro competenze e della pianificazione territoriale ed urbanistica perseguono obiettivi di qualità al fine di minimizzare l esposizione delle popolazioni ai campi elettromagnetici. 79

17 Deliberazione della giunta regionale 20 febbraio 2001, n. 197 La giunta della regione Emilia Romagna adotta la direttiva per l applicazione della L. R. 31/10/2000, n. 30 recante Norme per la tutela della salute e la salvaguardia dell ambiente dall inquinamento elettromagnetico per uniformare le procedure amministrative e di pianificazione urbanistica tra gli Enti locali delegati all esercizio delle relative funzioni. 80

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