Zone Franche Urbane: 1 Rapporto del MiSE
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- Livio Rubino
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1 Zone Franche Urbane: 1 Rapporto del MiSE Novembre 2014
2 Panoramica generale Il MiSE ha pubblicato il primo rapporto relativo alle agevolazioni fiscali e contributive destinate alle micro e piccole imprese localizzate all interno delle Zone Franche Urbane (ZFU) a due anni dall avvio della prima esperienza (Comune L Aquila) e a poco più di un anno dall emanazione dei provvedimenti che hanno esteso l ambito di applicazione anche alle regioni dell Ob. Convergenza (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) e ai territori dei comuni della provincia di Carbonia-Iglesias (Sulcis). Il Rapporto si articola in tre parti: la prima ricostruisce e ripercorre le tappe giuridiche e storiche alla base dell istituzione delle ZFU italiane; nella seconda parte sono analizzati i profili gestionali ed operativi della misura di aiuto; nella terza, infine, vengono illustrati i primi dati sull attuazione della misura. Il documento è corredato da un appendice statistica che permette per ogni ZFU di approfondire diversi aspetti: gli importi richiesti, concessi, le imprese beneficiarie, le rinunce, revoca ecc.. I requisiti che i comuni nel territorio in cui possono essere istituire le ZFU devono rispettare 1 sono: a) Dimensione demografica minima di 25mila abitanti; b) tasso di disoccupazione comunale superiore alla media nazionale. Il perimetro delle ZFU non è vincolato a confini amministrativi (circoscrizione, quartiere, ecc.) e deriva, invece, dall aggregazione di singole sezioni censuarie. Sono state individuate 47 ZFU: L Aquila (1); Carbonia Iglesias (1); Calabria (7); Campania (9); Puglia (11); Sicilia (18). Di seguito il quadro finanziario complessivo: 1 La Delibera 30 gennaio 2008, n.5 ha provveduto a definire i criteri e gli indicatori per l individuazione e la delimitazione delle ZFU. Detta Delibera precisa che le aree proposte devono soddisfare le seguenti condizioni: 1. dimensione demografica minima di abitanti; tasso di disoccupazione superiore alla media comunale. 1
3 La agevolazioni sono finanziate da risorse nazionali (per la maggior parte derivano dalla terza fase di riprogrammazione dei fondi strutturali attuata mediante il Piano d Azione e Coesione PAC) e da risorse regionali. La misura prevede quattro tipologie di agevolazioni: a. esenzione dalle imposte sui redditi; b. esenzione dall imposta regionale sulle attività produttive; c. esenzione dall imposta municipale propria; d. esenzione dal versamento dei contributi sulle retribuzioni da lavoro dipendente. Per quanto riguarda la tempistica dei bandi di gara, emerge un aspetto positivo: a partire dall emanazione del primo bando, la gestione delle procedure (anche grazie all adozione di procedure digitalizzate) si è ridotta. Se, infatti, nel caso de L Aquila sono trascorsi 111 gg tra la data entro cui le imprese hanno potuto presentare le istanze di accesso alle agevolazioni (che coincide con la data di presentazione del bando) e la data di concessione delle agevolazioni, nel caso della Puglia (interessata dall ultimo Decreto attuativo) sono trascorsi solo 18 gg. Un ulteriore aspetto di interesse delle Zone Franche Urbane è costituito dalle riserve. Con il Decreto interministeriale del 10 aprile 2013, è stata concessa alle Regioni interessate la possibilità di fornire indicazioni al MiSE volte ad indirizzare le risorse stanziate per ciascuna ZFU a specifici settori o categorie di imprese. Tali riserve finanziarie, eventualmente attivabili nella singola ZFU, hanno dovuto rispondere ai seguenti criteri: essere in numero non superiore a due; prevedere una destinazione di fondi complessivamente non superiore al 30% delle risorse finanziarie rese disponibili per l intervento; essere individuate con riferimento e in favore delle seguenti possibili tipologie di beneficiari: imprese di nuova o recente costituzione; imprese femminili; imprese sociali; imprese ubicate in una determinata sub-porzione del territorio della ZFU; imprese operanti in determinati settori di attività economica, individuati, a livello di Sezione, nell ambito della Classificazione delle attività economiche Ateco Agevolazioni concesse Su scala nazionale, la misura ha interessato imprese beneficiarie per un valore complessivo delle agevolazioni richieste dalle imprese pari a 4,4 mln. Il totale delle agevolazioni concesse ammonta, invece, a 605 mln. Le risorse hanno, quindi, coperto solo il 13,6% delle agevolazioni richieste. Un dato significativo è la differenza nel valore delle agevolazioni medie da regione a regione: ad esempio, la Campania è la regione con il valore più alto di agevolazione media concessa, pari a di ; la Puglia quella con la quota più bassa, ; a L Aquila l agevolazione concessa è pari a ; in Calabria ; in Sicilia ; a Carbonia-Iglesias
4 Risultati meritevoli di approfondimento sono quelli legati alle riserve istituite in ciascuna ZFU (ad eccezione della sola Calabria) per comprendere se le riserve siano state effettivamente efficaci, e quindi, di verificare se e in quale misura le imprese hanno beneficiato dell istituzione della riserva di scopo. Dai dati emerge che le riserve risultano essere efficaci solo se il rapporto tra le agevolazioni richieste dalle imprese in possesso dei requisiti per accedere alle risorse riservate e il totale delle agevolazioni richieste è risultato inferiore al rapporto tra le risorse stanziate per la riserva e le risorse complessivamente disponibili. La riserva efficace è quella che ha permesso, in molti casi, alle imprese di beneficiare di una agevolazione media più alta di quella di cui avrebbero usufruito fuori riserva. A Torre Annunziata, per esempio, la riserva di scopo per nuove imprese non si è dimostrata efficace: al contrario, quella per localizzazione ha consentito alle imprese che hanno richiesto l importo massimo di di disporre di un agevolazione massima pari a (l agevolazione massima per impresa fuori riserva è stata pari a ). Tornando ai valori delle agevolazioni concesse, la Puglia presenta il livello più basso a livello nazionale, ovvero quella con il valore medio concesso più basso in relazione all elevato numero di domande presentate e delle minore risorse stanziate. In particolare Barletta ha registrato l agevolazione media più bassa, mentre, a Lecce, il basso numero di richieste ha determinato un agevolazione media più alta rispetto alle altre ZFU pugliesi. La Sicilia, è la regione in cui non solo sono state stanziate più risorse, ma anche quella nella quale è stato registrato il maggior numero di domande. La Calabria è stata l unica regione a non aver istituito riserve di scopo, ed è la regione che ha registrato il minor importo complessivamente concesso: il dato deriva dal fatto che, al contrario delle altre regioni, è stata registrata la partecipazione più bassa da parte delle imprese. Quindi, la scarsa partecipazione delle imprese ha comportato un importo concesso più basso rispetto alle altre regioni, ma l agevolazione media ricevuta relativamente più alta. Guardando i dati complessivi relativi alle ZFU, relativamente ai settore di attività delle imprese beneficiarie più rilevanti, si denota una vasta eterogeneità di settori di attività, ma 3 sono quelli predominanti, seppur in misure differenti da regione a regione: Costruzione di edifici residenziali e non residenziali, Bar e altri esercizi simili senza cucina e Ristorazione con somministrazione. In relazione alla dimensione dei beneficiari, sono micro imprese e hanno fruito in totale di circa 87,4 mln ; sono piccole e hanno fruito di 33,7 mln. Aspetti critici Un dato significativo che emerge dal Rapporto è la percentuale di imprese che non ha fruito, neppure in parte, delle agevolazioni concesse, alla data del 31/1/2015. Infatti, su scala nazionale, le imprese beneficiarie sono state 24mila, ma quelle che hanno fruito delle agevolazioni solo 15mila (poco più del 60%); inoltre, a fronte di 605 mln di agevolazioni concesse sono state fruite agevolazioni solo per 117 mln : le agevolazioni fruite dalle imprese rappresentano solo circa il 20% del totale di quelle concesse (ad esempio, la percentuale più alta è registrata alla ZFU di 3
5 Barletta con il 45,5%. Altri esempi: ZFU di L Aquila il 32,2%; 17,2% Reggio Calabria; ZFU Carbonia-Iglesias 14,9%; 10,8% Mondragone; solo il 5% alla ZFU di Aci Catena). Il Rapporto non fornisce però spiegazioni su tale contenuta fruizione di agevolazioni già concesse. Dai dati contenuti nel Rapporto, è possibile rilevare alcune criticità su questa prima esperienza di ZFU: 1. la prima è legata ai profili attuativi. E stato complicato, infatti, individuare e perimetrare i territori target, in quanto secondo i criteri stabiliti dalla delibera CIPE, la ZFU non è basata su confini amministrativi ma su zone censuarie: questa modalità ha sì permesso l uniformità e l affidabilità degli indicatori socioeconomici, ma ha creato delle difficoltà circa l eventuale appartenenza delle imprese richiedenti alle singole ZFU, provocando rallentamenti alla PA. In futuro, i Comuni potrebbero avere un ruolo più attivo nella fase di rilascio di informazioni sulla corretta perimentazione della ZFU. 2. Le ZFU sono state concepite per contrastare fenomeni di esclusione sociale in zone caratterizzate da degrado urbano e sociale. Ma, il primo intervento è stato a favore dei territori nel comune de L Aquila (a seguito del sisma del 2009 per sostenere la ripresa delle attività produttive): in seguito, è stata estesa dapprima ai Comuni della Provincia di Carbonia-Iglesias e poi in alcune aree delle Regioni Convergenza. Sembrerebbe che la misura sia stata utilizzata per fronteggiare emergenze di natura sociale ed economica assumendo la forma di strumento di defiscalizzazione delle micro e piccole imprese del Mezzogiorno, modificando parzialmente la natura stessa dello strumento. 3. La criticità più evidente, analizzando le tabelle che riportano il dettaglio regionale delle misure per relativa ZFU, è quella legata al livello di fruizione delle agevolazioni concesso: oltre il 30% delle imprese, non ha usufruito, nemmeno parzialmente, delle agevolazioni. Infatti, sebbene in ogni regione la percentuale relativa alle Concessioni Sospese non vada oltre il 5% sul totale di quelle ammesse e la percentuale delle Rinunce/Revoche sia ancora più bassa (tanto che a stento raggiunge l 1%) il rapporto tra le agevolazioni fruite rispetto a quelle concesse è pari solo al 20%. Il dettaglio regionale della percentuale di fruizione è, in questo senso, significativo: a L Aquila è pari al 32,2%; a Carbonia-Iglesias al 14,9%; in Calabria 19,2%; in Campania 17,7%; in Puglia 22,7%; in Sicilia 16,2%. Come detto, non è possibile rintracciare una specifica causa per tale tendenza. Nel Rapporto sono, tuttavia, avanzate delle proposte per contrastare il fenomeno della bassa fruizione: una prima ipotesi prevede l introduzione di una causa di esclusione per quelle imprese localizzate nelle ZFU delle regioni dell'ob.convergenza che, alla data di presentazione della domanda, abbiano fatto registrare una percentuale di fruizione delle agevolazioni inferiore a un determinato valore prestabilito. Ovvero, queste imprese non accederebbero a nuove agevolazioni, potendo ritenere che l agevolazione già concessa sia congrua a coprire l intero periodo di 14 anni previsto dalla legge. 4
6 Una seconda ipotesi è quella che prevede l'introduzione, per tutte le imprese localizzate all'interno delle ZFU, di un criterio di riparto delle risorse disponibili, che tenga conto della capienza fiscale e contributiva delle imprese richiedenti. Ancora, un'ulteriore soluzione potrebbe essere costituita dalla previsione, per tutte le imprese beneficiarie, di una nuova causa di revoca parziale delle agevolazioni, qualora l impresa, a cinque anni dalla data di concessione delle agevolazioni, si trovi in ritardo con le fruizioni delle agevolazioni rispetto alle attese. Tutte queste ipotesi potrebbero essere tenute in considerazione in sede di definizione della disciplina di una possibile seconda fase di attuazione delle ZFU. 5
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