Analisi delle politiche di investimento
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- Enzo Barone
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1 Finanza Aziendale Analisi e valutazioni per le decisioni aziendali Analisi delle politiche di investimento Capitolo 8
2 Indice degli argomenti 1. Incidenza del capitale circolante netto commerciale 2. Indici di durata del capitale circolante 3. Capitale circolante commerciale, tipologia di business e situazioni di crisi 4. Capitale circolante permanente e negativo 5. Investimenti in immobilizzazioni tecniche 6. Conclusioni 2
3 Incidenza del capitale circolante netto commerciale Due tipologie di investimenti in cui un'azienda impiega le proprie risorse: capitale circolante commerciale e immobilizzazioni tecniche. Incidenza CCNC = Capitale circolante netto commerciale Ricavi - Se l'incidenza del CCNC è pari al 20%, significa che il 20% del giro d'affari annuo prodotto dall'azienda è «congelato» in rimanenze e crediti verso clienti. - Tanto maggiore è l'incidenza del CCNC tanto più elevato è il fabbisogno finanziario che l'azienda deve coprire mobilizzando risorse finanziarie di natura esterna. 3
4 Incidenza del capitale circolante netto commerciale Considerazioni sull'incidenza del CCNC: - alcuni settori (retail, oil & gas) hanno un'incidenza CCNC stabilmente inferiore ad altri settori (media, automobili); - la volatilità del circolante è diversa tra i vari settori; - alcuni settori presentano un circolante negativo: luxury goods, telecommunications, utilities. 4
5 Indice degli argomenti 1. Incidenza del capitale circolante netto commerciale 2. Indici di durata del capitale circolante 3. Capitale circolante commerciale, tipologia di business e situazioni di crisi 4. Capitale circolante permanente e negativo 5. Investimenti in immobilizzazioni tecniche 6. Conclusioni 5
6 Indici di durata del capitale circolante Tempo medio di incasso (TMI) = Tempo medio di pagamento (TMP) = Crediti versoclienti Fatturato giornaliero Debiti verso fornitori Acquisti giornalieri Tempo medio di giacenza delle scorte (TMGS) = Scorte Acquisti giornalieri ove possibile, è preferibile calcolare i tempi medi di giacenza delle diverse tipologie di rimanenze in via separata: a) Scorte di materie prime Acquisti giornalieri b) Scortedi semilavorati Percentualedel costo del venduto giornaliero 6
7 Indici di durata del capitale circolante c) Scortedi prodotti finiti Costo del venduto giornaliero Ricordare che una giacenza di magazzino prolungata nel tempo è testimonianza di un impiego finanziario in attività prive di redditività immediata. Ciclo del circolante = TMI + TMGS TMP (segnala il numero di giorni che intercorrono in media tra il momento in cui vengono pagati i fornitori e quello in cui vengonoo incassati i crediti da clienti per la vendita dei prodotti finiti). 7
8 Indice degli argomenti 1. Incidenza del capitale circolante netto commerciale 2. Indici di durata del capitale circolante 3. Capitale circolante commerciale, tipologia di business e situazioni di crisi 4. Capitale circolante permanente e negativo 5. Investimenti in immobilizzazioni tecniche 6. Conclusioni 8
9 Capitale circolante commerciale, tipologia di business e situazioni di crisi Non sempre il capitale circolante cresce proporzionalmente alle vendite: - può crescere in maniera più ridotta rispetto alle vendite (quando il livello minimo di magazzino è insensibile alla dinamica del giro d'affari); - può crescere in maniera superiore rispetto alle vendite (quando il management è troppo concentrato sull'aumento delle vendite, togliendo attenzione al processo di concessione del credito). 9
10 CCNC e business stagionali Aziende che operano in settori altamente stagionali: sono aziende in cui gli acquisti, la produzione avvengono in maniera uniforme durante l'esercizio. e le vendite non In questo caso il capitale circolante varia con una certa frequenza nel corso dell'anno, alternando fasi di espansione e di contrazione. Una parte della stagionalità del capitale circolante è temporanea, nel senso che il capitale circolante tende periodicamente a crescere, per poi annullarsi successivamente per effetto della trasformazione in cassa dei crediti e debiti commerciali. 10
11 CCNC e situazioni di crisi Nel caso in cui si verifichi un calo delle vendite legato a fasi cicliche avverse, è possibile definire tre fasi di evoluzione del capitale circolante: 1) Prima fase: l'azienda cerca di sostenere le vendite e di controllare i propri crediti commerciali, mentre la situazione di cassa peggiora rapidamente. L'azienda ha difficoltà a onorare i propri obblighi contrattuali. Al termine di questa fase il capitale circolante si stabilizza ad un livello più elevato, raggiungendo un nuovo equilibrio rispetto alla situazione pre-crisi. 2) Seconda fase: vengono messe in atto operazioni per cercare di adeguare il ciclo operativo al mutato livello delle vendite, mediante tagli alla produzione, adeguamento dei livelli di materie prime e aggiustamento dei termini di pagamento. Tali misure fanno diminuire i debiti commerciali ma hanno l'effetto paradossale di gonfiare il capitale circolante. Il risultato è che l'azienda produce al di sotto delle proprie capacità e perde redditività. 11
12 CCNC e situazioni di crisi 3) Terza fase: la redditività aziendale torna a livelli più accettabili, il magazzino, i crediti e i debiti commerciali tornano a stabilizzarsi, le vendite superano il volume di produzione, gli acquisti tornano a livelli normali. Durante le fasi di crisi il capitale circolante mostra una tendenza a crescere e solo alla fine della crisi il suo livello inizia a diminuire. 12
13 Indice degli argomenti 1. Incidenza del capitale circolante netto commerciale 2. Indici di durata del capitale circolante 3. Capitale circolante commerciale, tipologia di business e situazioni di crisi 4. Capitale circolante permanente e negativo 5. Investimenti in immobilizzazioni tecniche 6. Conclusioni 13
14 Capitale circolante permanente Il capitale circolante di fine anno ha valore informativo solo se analizzato su più periodi e confrontato con quello del settore di appartenenza. Se l'azienda predispone bilanci semestrali o trimestrali, si può utilizzare come capitale circolante permanente il valore più basso tra quelli registrati nei singoli sottoperiodi. Se l'azinda predispone un singolo bilancio annuale, si deve fare un paragone tra i diversi anni ed effettuare un confronto con il bilancio del settore. 14
15 Capitale circolante negativo Un capitale circolante netto commerciale negativo si realizza quando le aziende riescono a generare flussi di cassa positivi più velocemente dei tempi richiesti per liquidare i debiti commerciali. Un capitale circolante negativo rappresenta un rilevante vantaggio finanziario per l'azienda, che può utilizzare il debito commerciale anche per finanziare i propri investimenti in attività immobilizzate, o per ridurre la propria esposizione finanziaria. 15
16 Indice degli argomenti 1. Incidenza del capitale circolante netto commerciale 2. Indici di durata del capitale circolante 3. Capitale circolante commerciale, tipologia di business e situazioni di crisi 4. Capitale circolante permanente e negativo 5. Investimenti in immobilizzazioni tecniche 6. Conclusioni 16
17 Stato attuale delle immobilizzazioni tecniche La politica degli investimenti deve fornire una riposta a tre domande: 1) qual è lo stato attuale delle immobilizzazioni tecniche? 2) qual è la politica d'investimento adottata dall'azienda? 3) quali flussi di cassa generano gli investimenti effettuali? Per l'analisi dello stato attuale delle immobilizzazioni tecniche si può utilizzare questo indicatore: Immobilizzazioni tecniche nette Immobilizzazioni tecniche lorde un valore molto basso dell'indice indica che le immobilizzazioni sono piuttosto obsolete. Al contrario, un rapporto elevato indica la presenza di immobilizzazioni di recente acquisizione e dunque in piena efficienza operativa. 17
18 Politica d'investimento adottata dall'azienda Investimenti in immobilizzazioni tecniche: capital expenditures o CAPEX. Confrontando le CAPEX con il valore annuo degli ammortamenti di immobilizzazioni tecniche si ottengono indicazioni riguardanti la natura degli investimenti esistenti: - capacità dell'azienda di ampliare la propria base produttiva rispetto a quella in essere (investimenti di sviluppo); - capacità dell'azienda di mantenere stabile la propria base produttiva, sruttando quella attualmente disponibile (investimenti di mantenimento); - volontà di disinvestire; in tal caso il valore degli investimenti in immobilizzazioni tecniche è inferiore a quello degli ammortamenti. 18
19 Flussi generati dagli investimenti effettuati Qualunque strategia di investimento deve portare ad un aumento dei flussi di cassa della gestione operativa. Tre possibili scenari della relazione tra investimenti e flussi di cassa: 1) Società in crescita: i flussi di cassa crescono allo stesso tasso dei CAPEX e conducono ad un circolo virtuoso di crescita; 2) Società con investimenti eccessivi: gli investimenti in CAPEX sono elevati e incapaci di generare miglioramenti in termini di flussi di cassa; 3) Società con investimenti concentrati ma redditizi: gli investimenti sono effettuati in maniera massiccia e in poco tempo; portano ad un lieve miglioramento dei flussi di cassa nel medio termine. 19
20 Indice degli argomenti 1. Incidenza del capitale circolante netto commerciale 2. Indici di durata del capitale circolante 3. Capitale circolante commerciale, tipologia di business e situazioni di crisi 4. Capitale circolante permanente e negativo 5. Investimenti in immobilizzazioni tecniche 6. Conclusioni 20
21 Conclusioni Il capitale circolante netto commerciale rappresenta il saldo delle poste che concorrono a determinare il ciclo acquisto-trasformazione-vendita e viene calcolato al momento della redazione del bilancio. Per analizzare la dinamica nel corso del tempo del capitale circolante è utile calcolare gli indici di durata, cioè il tempo medio di incasso, il tempo medio di pagamento, e il tempo medio di giacenza delle scorte. La politica di investimento in immobilizzazioni tecniche deve essere determinata facendo riferimento al grado di obsolescenza delle immobilizzazioni esistenti, alla natura degli investimenti intrapresi, e all'analisi della relazione tra investimenti e flussi di cassa da essi generati. 21
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