DOCUMENTO UNICO DI PROGRAMMAZIONE

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1 Allegato 1 COMUNE DI CATANIA DOCUMENTO UNICO DI PROGRAMMAZIONE

2 INDICE GENERALE VOLUME I Sezione Strategica PRESENTAZIONE 1 Il Contesto: Le condizioni esterne pag Il contesto territoriale: scheda 2.1 e scheda pag L andamento demografico comunale: scheda pag L andamento demografico della Città Metropolitana pag Lo scenario economico-sociale nazionale pag Lo scenario economico-sociale del territorio: scheda e scheda pag Il sistema universitario pag Il sistema infrastrutturale Pag Il Contesto: Le condizioni interne pag La Macrostruttura e l organigramma dell ente: scheda pag Le Strutture operative: scheda pag Analisi caratteri qualitativi/quantitativi del personale: scheda pag Analisi di genere e indice di vecchiaia del personale pag Il quadro normativo relativo alla gestione del personale pag Gli Indirizzi Generali agli Organismi ed Enti Strumentali e Società Controllate e Partecipate pag Organizzazione e modalità di gestione dei servizi pubblici locali: Organismi Gestionali scheda 2.2 pag

3 3.2 Quadro normativo pag Gli scenari del cambiamento normativo pag Il Piano di Razionalizzazione pag Conciliazione dei rapporti creditori/debitori: indirizzi Generali pag Il Bilancio consolidato del Gruppo pubblico locale: Indirizzi pag Il costo del personale e gli Indirizzi generali pag Gli indirizzi in materia di Trasparenza e Prevenzione della Corruzione pag Indirizzi specifici e ulteriori pag Multiservizi S.p.A. pag Sidra S.p.A. pag AMT S.p.A. pag Sostare s.r.l. pag Asec S.p.A. pag Asec Trade s.r.l. pag Accordi di programma e altri strumenti di programmazione negoziata pag Scheda 4 pag Scheda 5 pag I Documenti di Programmazione Nazionali e Regionali pag Il quadro normativo di riferimento pag Gli obiettivi del DEF e della nota di aggiornamento pag Le previsioni tendenziali della Finanza Pubblica pag

4 5.2 Le previsioni tendenziali della Finanza Regionale pag Le refluenze della programmazione Regionale sugli Enti locali pag La Legge di Stabilità per il 2016 pag Il quadro normativo in materia di Patto di Stabilità pag Dal Patto di Stabilità al Pareggio di Bilancio pag I documenti di programmazione degli Enti Locali pag. 243 VOLUME II Sezione Strategica 6 I Contenuti Programmatici della Sezione Strategica pag Le linee programmatiche di mandato: scheda 8 pag Il Piano di riequilibrio pluriennale pag Copertura finanziaria programma triennale Opere pubbliche 2016/2018: scheda 2 e scheda 6.2 pag Fonti di finanziamento: scheda pag Le entrate dell Ente pag La situazione di cassa: quadro riassuntivo di cassa pag Analisi delle risorse: scheda 6.4 scheda scheda e scheda pag Le risorse in conto capitale: scheda scheda scheda scheda e scheda pag Equilibri di bilancio pag Gli equilibri della situazione corrente e generali di bilancio: scheda 6.5 e scheda 6.6 pag. 45 4

5 7.5 Il patto di stabilità: scheda 7 pag Declinazione delle linee programmatiche di mandato: scheda 8 pag Ripartizione delle linee programmatiche di mandato in missioni: scheda 9 pag Controllo e rendicontazione pag. 167 VOLUME III Sezione Operativa - PARTE PRIMA 9 Il bilancio declinato in missioni e programmi pag Missione 1 Servizi Istituzionali, generali e di gestione Programma 1: Organi Istituzionali pag Missione 1 Servizi Istituzionali, generali e di gestione Programma 2: Segreteria Generale pag Missione 1 Servizi Istituzionali, generali e di gestione Programma 3: Gestione economica, finanziaria, programmazione, provveditorato pag Missione 1 Servizi Istituzionali, generali e di gestione Programma 4: Gestione delle entrate tributarie e servizi fiscali pag Missione 1 Servizi Istituzionali, generali e di gestione Programma 5: Gestioni dei beni demaniali e patrimoniali pag Missione 1 Servizi Istituzionali, generali e di gestione Programma 6: Ufficio tecnico pag Missione 1 Servizi Istituzionali, generali e di gestione Programma 7: Elezioni e consultazioni popolari Anagrafe e stato civile pag. 31 5

6 9.8 Missione 1 Servizi Istituzionali, generali e di gestione Programma 8: Statistica e sistemi informativi pag Missione 1 Servizi Istituzionali, generali e di gestione Programma 10: Risorse umane pag Missione 1 Servizi Istituzionali, generali e di gestione Programma 11: Altri servizi generali pag Missione 2 Giustizia Programma 1: Uffici giudiziari pag Missione 3 Ordine pubblico e sicurezza Programma 1: Polizia Locale e amministrativa pag Missione 4 Istruzione e diritto allo studio Programma 1: Istruzione pre-scolastica pag Missione 4 Istruzione e diritto allo studio Programma 2: Altri ordini di istruzione pag Missione 4 Istruzione e diritto allo studio Programma 6: Servizi ausiliari all istruzione pag Missione 5 Tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali Programma 1: Valorizzazione dei beni di interesse storico Missione 5 Tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali Programma 2: Attività culturale e interventi diversi nel settore culturale pag. 67 pag Missione 6 Politiche giovanili, sport e tempo libero Programma 1: Sport e tempo libero pag Missione 7 Turismo Programma 1: Sviluppo e valorizzazione del turismo pag Missione 8 Assetto del territorio ed edilizia abitativa Programma 1: Urbanistica e assetto del territorio pag Missione 8 Assetto del territorio ed edilizia abitativa Programma 2: Edilizia residenziale pubblica e locale e Piani di edilizia economica-popolare pag. 87 6

7 9.22 Missione 9 Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell ambiente Programma 1: difesa del suolo pag Missione 9 Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell ambiente Programma 2: Tutela, valorizzazione e recupero ambientale pag Missione 9 Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell ambiente Programma 3: Rifiuti pag Missione 9 Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell ambiente Programma 4: Servizio idrico integrato pag Missione 9 Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell ambiente Programma 8: Qualità dell aria e riduzione dell inquinamento pag Missione 10 Trasporto e diritto alla mobilità - Programma 2: Trasporto pubblico locale pag Missione 10 Trasporto e diritto alla mobilità - Programma 5: Viabilità e infrastruttura stradale pag Missione 11 Soccorso Civile Programma 1: Sistema di Protezione Civile pag Missione 12 Diritti sociali, politiche sociali e famiglia Programma 1: Interventi per l infanzia e i minori e per gli asili nido pag Missione 12 Diritti sociali, politiche sociali e famiglia Programma 2: Interventi per la disabilità pag Missione 12 Diritti sociali, politiche sociali e famiglia Programma 3: Interventi per gli anziani pag Missione 12 Diritti sociali, politiche sociali e famiglia Programma 4: Interventi per i soggetti a rischio di esclusione sociale pag Missione 12 Diritti sociali, politiche sociali e famiglia Programma 5: interventi per la famiglia pag Missione 12 Diritti sociali, politiche sociali e famiglia Programma 7: Programmazione e governo della rete dei servizi socio-sanitari e sociali pag

8 9.36 Missione 12 Diritti sociali, politiche sociali e famiglia Programma 9: Servizio necroscopico e cimiteriale pag Missione: 13 Tutela della salute - Programma: : 7 Ulteriori spese in materia sanitaria pag Missione 14 Sviluppo economico e competitività Programma 1: Industria, PMI e artigianato pag Missione 14 Sviluppo economico e competitività Programma 2: Commercio, reti distributive, tutela dei consumatori pag Missione 14 Sviluppo economico e competitività Programma 4: Reti e altri servizi di pubblica utilità pag Missione 15 - Politiche per il lavoro e la formazione professionale - Programma 2: Formazione professionale: pag Missione 15 Politiche per il lavoro e la formazione professionale - Programma 3: Sostegno all'occupazione pag Missione 16 - Agricoltura, politiche agroalimentari e pesca - Programma: 2 Caccia e pesca pag Missione 17 Energia e diversificazione delle fonti energetiche Programma 1: Fonti energetiche pag. 179 VOLUME IV Sezione Operativa PARTE SECONDA 10 Elenco annuale delle opere pubbliche da realizzare nel periodo 2016/2018: scheda 11 e scheda 12 pag Piano di alienazione e valorizzazione del patrimonio immobiliare per il triennio 2016/2018: scheda 13 pag Piano triennale del fabbisogno del personale pag. 19 8

9 Presentazione Con la legge 5 maggio 2009, n. 42, prende il via il processo di riforma dell ordinamento contabile pubblico, diretto a rivedere i bilanci delle Amministrazioni pubbliche di ogni livello di governo, per renderli omogenei, confrontabili e aggregabili. L art. 2 della stessa legge delega il governo ad adottare, entro trenta mesi dalla data di entrata in vigore della stessa, uno o più decreti legislativi aventi ad oggetto l attuazione dell art. 119 della Costituzione, al fine di assicurare, attraverso la definizione della perequazione, l autonomia finanziaria di comuni, provincie, città metropolitane e regioni, nonché, al fine di armonizzare i sistemi contabili e gli schemi di bilancio dei medesimi enti e i relativi termini di presentazione e approvazione, in funzione delle esigenze di programmazione, gestione e rendicontazione della finanza pubblica. Il D.Lgs. 118 del 23 giugno 2011, emanato in attuazione della superiore delega, introduce le nuove Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli Enti Locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42. Al termine del periodo di sperimentazione, vengono approvate le disposizioni integrative e correttive del D.Lgs 118/2011, nonché modifiche al T.U. degli Enti Locali, D.Lgs 267/00 con specifico riferimento alle disposizioni contabili, con il D.Lgs. 126/2014. A seguito delle modifiche legislative sopra richiamate, gli Enti Locali adottano il nuovo sistema contabile che si compone di strumenti comuni e regole contabili uniformi, con lo scopo dichiarato di addivenire al consolidamento e alla trasparenza dei conti pubblici, attuando, in tal modo, la cosiddetta armonizzazione contabile. Le nuove norme contabili trovano un applicazione graduale negli Enti territoriali con riferimento al prossimo triennio. Il nuovo ordinamento contabile, rafforzando il ruolo della programmazione, ha previsto, novellando l art.151 del D.Lgs, 267/00, la compilazione di un unico documento di programmazione, riferito ad un orizzonte temporale almeno triennale. Le previsioni di bilancio sono elaborate sulla base delle linee strategiche contenute nel documento unico di programmazione, osservando i principi contabili generali di cui agli allegati del D.Lgs 118/2011 e successive modificazioni. 9

10 Il Documento Unico di Programmazione (DUP) rappresenta la principale innovazione nel panorama dei nuovi documenti contabili. Il principio contabile applicato lo definisce come lo strumento che: Permette l attività di guida strategica ed operativa degli Enti Locali e consente di fronteggiare in modo permanente, sistemico e unitario le discontinuità ambientali e organizzative. Costituisce, nel rispetto del principio di coordinamento e coerenza dei documenti di bilancio, il presupposto necessario di tutti gli altri documenti di programmazione. Il principio contabile della programmazione, allegato 4/1 del D.Lgs 118/2011, tramite il DUP, cerca di perseguire tre obiettivi di fondo: Definisce la programmazione strategica dell ente, sull orizzonte temporale del mandato amministrativo coniugando tra loro gli indirizzi strategici dell amministrazione di cui alle linee programmatiche di mandato, i vincoli di finanza pubblica e la situazione economico finanziaria dell Ente. Declina gli indirizzi di mandato nella programmazione operativa, sull orizzonte temporale triennale coperto dal bilancio di previsione. Raccoglie in un unico strumento una pluralità di documenti di programmazione settoriale con orizzonte temporale triennale, già previsti da altra normativa, come il piano triennale OO.PP., il piano di valorizzazione del patrimonio immobiliare, il fabbisogno del personale etc. Il principio contabile definisce la programmazione come il processo di analisi e valutazione che, comparando e ordinando tra loro le politiche e i piani per il governo del territorio, consente di organizzare, in una dimensione temporale predefinita, le attività e le risorse necessarie per la realizzazione dei fini sociali e la promozione dello sviluppo economico e civile delle comunità di riferimento. Il processo di programmazione deve svolgersi nel rispetto della compatibilità economico finanziaria e tenendo conto della possibile evoluzione della gestione dell Ente, nonché, dei vincoli al concorso al perseguimento degli obiettivi di finanza pubblica. 10

11 I documenti nei quali si formalizza il processo di programmazione devono essere predisposti in modo da consentire ai portatori di interesse di: conoscere, relativamente a missioni e programmi, i risultati che l Ente si propone di conseguire; valutare il grado di conseguimento dei risultati al momento della rendicontazione. Nel rispetto del principio di comprensibilità, i documenti della programmazione devono essere predisposti in modo da rendere chiaro il collegamento tra: Il quadro complessivo dei contenuti della programmazione. I portatori di interesse di riferimento. Le risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili. Le correlate responsabilità di indirizzo, gestione e controllo. I contenuti della programmazione devono essere delineati in coerenza con: Il programma di governo, che definisce le finalità e gli obiettivi di gestione perseguiti dall Ente anche attraverso il sistema di enti strumentali e società controllate e partecipate. Gli indirizzi di finanza pubblica definiti in ambito comunitario e nazionale. Le finalità e gli obiettivi di gestione devono essere misurabili in modo da poter verificare il loro grado di raggiungimento e gli eventuali scostamenti fra risultati attesi ed effettivi. I risultati riferiti alle finalità sono rilevabili nel medio periodo e sono espressi in termini di impatto atteso sui bisogni esterni quale effetto dell attuazione di politiche, programmi ed eventuali progetti. 11

12 I risultati riferiti agli obiettivi di gestione, nei quali si declinano le politiche, i programmi e gli eventuali progetti dell ente, sono rilevabili nel breve termine e possono essere espressi in termini di: a) Efficacia, intesa quale grado di conseguimento degli obiettivi. b) Efficienza, intesa quale rapporto tra risorse utilizzate e quantità di servizi prodotti o attività svolte. Nel rispetto del principio di coordinamento e coerenza del documento di bilancio, il DUP costituisce il presupposto necessario di tutti gli altri documenti di programmazione. Il DUP si compone di due sezioni: 1) La sezione strategica (SeS) che sviluppa e concretizza le linee programmatiche di mandato di cui all art. 46, comma 3, del D.Lgs. 267/2000 e individua in coerenza con il quadro normativo di riferimento, gli indirizzi strategici dell Ente. Il quadro strategico di riferimento è definito anche in coerenza con le linee di indirizzo della programmazione regionale tenendo conto del concorso al perseguimento degli obiettivi di finanza pubblica. In particolare la Sezione Strategica individua, nel rispetto del quadro normativo di riferimento e degli obiettivi di finanza pubblica: le principali scelte che caratterizzano il programma dell amministrazione da realizzare nel corso del mandato e che possono avere un aspetto di medio e lungo periodo; le politiche di mandato che l Ente vuole sviluppare nel raggiungimento delle proprie finalità istituzionali e nel governo delle proprie funzioni fondamentali; gli indirizzi generali di programmazione riferiti al periodo di mandato. 12

13 2) La sezione Operativa ( SeO) ha carattere generale, contenuto operativo e costituisce lo strumento a supporto del processo di previsione definito sulla base degli indirizzi generali e degli obiettivi strategici fissati nella SeS. In particolare la SeO contiene la programmazione operativa avendo riferimento un arco temporale sia annuale che pluriennale. La SeO è redatta, per il suo contenuto finanziario, per competenza con riferimento all intero periodo considerato, e per cassa con riferimento al primo esercizio, si fonda su valutazioni di natura economica-patrimoniale e copre un arco temporale pari a quello del bilancio di previsione. Per ogni singola missione, la SeO individua ciò che l Ente intende realizzare per conseguire gli obiettivi strategici definiti nella SeS. Per ogni programma, e per tutto il periodo di riferimento del DUP, sono individuati gli obiettivi operativi annuali da raggiungere. Per ogni programma sono individuati gli aspetti finanziari, sia in termini di competenza con riferimento all intero periodo considerato, che di cassa con riferimento al primo esercizio. La SeS ha i seguenti scopi: a) definire gli obiettivi dei programmi all interno delle singole missioni, i fabbisogni di spesa e le relative modalità di finanziamento; b) orientare i successivi atti di programmazione sia di Consiglio che di Giunta; c) costituire il presupposto dell attività di controllo strategico e dei risultati conseguiti, con particolare riferimento allo stato d attuazione dei programmi nell ambito delle missioni e alla relazione al rendiconto di gestione. La sezione operativa si struttura in due parti fondamentali; la parte 1ª e la parte 2ª. Nella parte 1 a sono individuati, per ogni singola missione e coerentemente agli indirizzi strategici contenuti nella SeS, i programmi operatici che l ente intende realizzare nell arco pluriennale di riferimento del Documento Unico di Programmazione e i relativi obiettivi annuali. Per ogni 13

14 programma devono essere definite le finalità e gli obiettivi annuali e pluriennali che si intendono perseguire, la motivazione delle scelte effettuate e devono essere individuate le risorse finanziarie, umane e strumentali ad esso destinate. L individuazione delle finalità e la fissazione degli obiettivi per i programmi deve guidare, negli altri strumenti di programmazione, l individuazione dei progetti strumentali alla loro realizzazione e l affidamento di obiettivi e risorse ai responsabili di servizio. Gli obiettivi dei programmi devono essere controllati annualmente al fine di verificarne il grado di raggiungimento e laddove necessario, modificati dandone adeguata giustificazione per offrire una rappresentazione veritiera e corretta dei futuri andamenti dell Ente e del processo di formulazione dei programmi all interno delle missioni. Il contenuto del programma è l elemento fondamentale della struttura del sistema di bilancio ed il perno intorno al quale definire i rapporti tra organi di governo e tra questi e la struttura organizzativa. I programmi devono essere analiticamente definiti in modo da costituire la base sulla quale implementare il processo di definizione degli obiettivi e delle scelte che deve, successivamente, portare, tramite la predisposizione e l approvazione del piano delle Performance e del Peg all affidamento di obiettivi operativi e risorse alle unità organizzative dell Ente. La parte 2 a della sessione Operativa comprende la programmazione in materia di lavori pubblici, personale e patrimonio. L unificazione di tutti i programmi o almeno di quelli principali in un unico documento assume da un lato un forte valore di semplificazione, dall altra risponde alla logica dell istituzione di un documento unico di conformità al principio contabile sulla programmazione. 1) La realizzazione dei LL.PP., come è noto, deve svolgersi in conformità ad un programma triennale e ai suoi aggiornamenti annuali ricompresi nella sessione operativa. I lavori da realizzare nel primo anno del triennio sono compresi nell elenco annuale che costituisce il documento di previsione per gli investimenti in lavori pubblici e il loro finanziamento. 14

15 Occorre, già in sede di redazione del DUP identificare e quantificare gli interventi e le risorse reperibili per il loro finanziamento. Il programma deve indicare: le priorità e le azioni da intraprendere come richiesto dalla legge; la stima dei tempi e il cronoprogramma degli adempimenti amministrativi di realizzazione delle opere sino al collaudo; la stima dei fabbisogni in termini sia di competenza che di cassa, al fine del relativo finanziamento in coerenza con i vincoli della finanza pubblica. Trattando dei lavori pubblici si deve fare riferimento, ovviamente, al Fondo pluriennale vincolato come saldo finanziario costituito da risorse già accertate destinate al finanziamento di obbligazioni passive già assunte, ma esigibili in esercizi successivi a quello in cui è stata accertata l entrata. 2) La programmazione del fabbisogno del personale deve assicurare, compatibilmente con le disponibilità finanziarie e i vincoli di finanza pubblica, l ottimizzazione delle risorse. 3) Il piano di alienazione e valorizzazione degli immobili. Il Piano è finalizzato al riordino, gestione e valorizzazione del proprio patrimonio immobiliare inserito in apposito elenco. Tra gli immobili devono essere individuati quelli non strumentali all esercizio delle proprie funzioni istituzionali e quelli suscettibili di valorizzazione ovvero di dismissione. Sulla base delle informazioni contenute nelle elenco, deve essere previsto il Piano quale parte integrante del presente documento. La redazione del DUP sta costituendo una grande opportunità per focalizzare l attenzione dell organizzazione su dati e informazioni statistiche, così come sui documenti di programmazione nazionali e regionali, con l obiettivo di delineare le principali caratteristiche, non solo demografiche, ma anche sociali ed economiche della popolazione, del mondo produttivo, del contesto territoriale più in generale. Ciò è divenuto tanto più necessario, non soltanto con riferimento all evolversi del bisogno e della richiesta di servizi, in concomitanza della profonda crisi economica, ma soprattutto anche per l ineludibile processo avviato con l armonizzazione dei principi contabili, che allinea la programmazione di ogni pubblica amministrazione con quella degli altri livelli di governo. 15

16 L evoluzione della condizione socio-economica del contesto territoriale deve essere conosciuta in ogni momento da ciascuna amministrazione pubblica per adeguare le proprie politiche pubbliche, intervenendo nei limiti delle proprie possibilità e competenze e soprattutto delle scarse risorse pubbliche disponibili, per migliorare la qualità della vita del territorio. Un grande contributo alla conoscenza di queste tematiche deriva, seppure a intervalli decennali, dalla notevole quantità di informazioni rilasciate dai censimenti generali della popolazione e delle abitazioni. Per l analisi di contesto del Comune di Catania e della situazione socio-economica nazionale e regionale ci si è avvalsi delle seguenti fonti: Dati tratti dall analisi di contesto del PON METRO e del PAES. Dati statistici elaborati dai Servizi demografici dell Ente. Dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno della Provincia di Catania Elaborazione Tuttitalia. Nota economica della provincia redatta a cura della Camera di Commercio di Catania. Rapporto annuale ISTAT 2015: la situazione del Paese in Dati elaborati dalla Banca d Italia in L economia italiana in breve, in DEF (Documento Economico Finanziario) approvato dal Consiglio dei Ministri del 10 Aprile 2015 e relativa nota di aggiornamento, in Documento di programmazione economico finanziario adottato con delibera di Giunta Regionale n. 228 del , in Il DUP del Comune di Catania, anche ai fini di rendere la lettura più agevole, è articolato in numero IV Volumi. 16

17 COMUNE DI CATANIA DOCUMENTO UNICO DI PROGRAMMAZIONE SEZIONE STRATEGICA VOLUME I ANALISI DI CONTESTO E LINEE PROGRAMMATICHE 17

18 INDICE VOLUME I Sezione Strategica PRESENTAZIONE 1 Il Contesto: Le condizioni esterne pag Il contesto territoriale: scheda 2.1 e scheda pag L andamento demografico comunale: scheda pag L andamento demografico della Città Metropolitana pag Lo scenario economico-sociale nazionale pag Lo scenario economico-sociale del territorio: scheda e scheda pag Il sistema universitario pag Il sistema infrastrutturale Pag Il Contesto: Le condizioni interne pag La Macrostruttura e l organigramma dell ente: scheda pag Le Strutture operative: scheda pag Analisi caratteri qualitativi/quantitativi del personale: scheda pag Analisi di genere e indice di vecchiaia del personale pag Il quadro normativo relativo alla gestione del personale pag

19 3 Gli Indirizzi Generali agli Organismi ed Enti Strumentali e Società Controllate e Partecipate pag Organizzazione e modalità di gestione dei servizi pubblici locali: Organismi Gestionali scheda 2.2 pag Quadro normativo pag Gli scenari del cambiamento normativo pag Il Piano di Razionalizzazione pag Conciliazione dei rapporti creditori/debitori: indirizzi Generali pag Il Bilancio consolidato del Gruppo pubblico locale: Indirizzi pag Il costo del personale e gli Indirizzi generali pag Gli indirizzi in materia di Trasparenza e Prevenzione della Corruzione pag Indirizzi specifici e ulteriori pag Multiservizi S.p.A. pag Sidra S.p.A. pag AMT S.p.A. pag Sostare s.r.l. pag Asec S.p.A. pag Asec Trade s.r.l. pag Accordi di programma e altri strumenti di programmazione negoziata pag Scheda 4 pag Scheda 5 pag

20 5 I Documenti di Programmazione Nazionali e Regionali pag Il quadro normativo di riferimento pag Gli obiettivi del DEF e della nota di aggiornamento pag Le previsioni tendenziali della Finanza Pubblica pag Le previsioni tendenziali della Finanza Regionale pag Le refluenze della programmazione Regionale sugli Enti locali pag La Legge di Stabilità per il 2016 pag Il quadro normativo in materia di Patto di Stabilità pag Dal Patto di Stabilità al Pareggio di Bilancio pag I documenti di programmazione degli Enti Locali pag

21 1. IL CONTESTO: Le condizioni esterne Il contesto territoriale Il Comune di Catania è situato sulla costa orientale dell isola, tra il Mar Ionio e le pendici meridionali del vulcano Etna, a nord della foce del Simeto e della Piana di Catania, a metà strada tra le città di Messina e Siracusa. Con una popolazione di abitanti (al ), si estende su una superficie complessiva di kmq, ad una altitudine di 7 m s.l.m. e con una densità territoriale media, pari a ab./kmq, valore influenzato dalla presenza di un ampia porzione del territorio comunale (nella zona sud) ancora prevalentemente agricola. Posizione del Comune di Catania all interno del territorio provinciale Le sei Municipalità del Comune di Catania 21

22 E la seconda città più grande della Sicilia, dopo Palermo, e la decima in Italia. E inoltre il centro della maggiore conurbazione siciliana, nota come "Sistema lineare della Sicilia orientale"; è fra le quindici città metropolitane italiane e quinta per densità demografica. Presenta un territorio collinare a nord, morfologicamente condizionato dalla presenza dell'etna, e prettamente pianeggiante a sud e sud-est, comprendendo una vasta area della Piana di Catania. Quest ultima ha avuto origine dalle alluvioni del fiume Simeto e dei suoi principali affluenti ed è tra le più estese aree coltivate della Sicilia. La fondazione della città di Catania, dal greco Κατάνη Katani e dal latino Catana o Catina, risale al 730 a.c. ad opera dei Calcidesi. Nel corso della sua storia è stata più volte interessata da eruzioni vulcaniche (la più imponente, in epoca storica, è quella del 1669) e da terremoti (i più catastrofici ricordati sono stati quelli del 1169 e del 1693). La crescita e la configurazione attuale della città di Catania sono il risultato di uno stretto rapporto con l Etna, sia da un punto di vista economico che morfologico, quest ultimo fortemente riscontrabile nei caratteri del territorio e nell immagine architettonica. Oggi Catania si presenta come un sistema urbano complesso che ha forti relazioni con i comuni di prima e seconda cintura, collocati a nord, rispetto ai quali risulta essere un forte attrattore. Veduta della città di Catania 22

23 I caratteri peculiari della ricostruzione tardo-barocca del centro storico, dopo il terremoto del 1693, hanno fatto sì che buona parte del centro storico di Catania venisse inserito nella lista UNESCO come Patrimonio dell Umanità all interno dei centri della Val di Noto. Il verde pubblico è costituito dai parchi situati all'interno della città. Sono sei quelli di una certa grandezza e importanza: il Giardino Bellini, dedicato a Vincenzo Bellini; il Giardino Pacini dedicato a Giovanni Pacini; il Parco Gioeni (situato a nord, alla fine della via Etnea); il Parco Falcone e Borsellino (a nord del Corso Italia); il Parco I Viceré (nel quartiere Barriera Canalicchio) e il Boschetto della Plaia (nella zona tra l'aeroporto Vincenzo Bellini e la città). Tra gli altri, soprattutto per l'importanza storica, va segnalato l'orto Botanico di Catania sito lungo la parte alta di Via Etnea. Il territorio della città si presenta suddiviso in Municipalità. Istituite per la prima volta nel 1971 come quartieri, le municipalità di Catania sono state riorganizzate nel Ognuna è contrassegnata da un numero progressivo e da un nome e fino al febbraio 2013 erano in numero di 10. Con Delibera del Consiglio Comunale n. 13 del 2 febbraio 2013 è stata disposta la rimodulazione del numero delle Municipalità. Pertanto, a decorrere dal 26 aprile 2013 le Circoscrizioni comunali sono state ridotte da dieci a sei, come di seguito specificato 1 : Prima Circoscrizione corrispondente alla ex Circoscrizione 1ª (Centro); Seconda Circoscrizione corrispondente alle ex Circoscrizioni 2ª (Ognina - Picanello) e 4ª (Barriera - Canalicchio). Terza Circoscrizione corrispondente alla ex Circoscrizione 3ª (Borgo Sanzio). Quarta Circoscrizione corrispondente alle ex Circoscrizioni 5ª (S. Giovanni Galermo) e 6ª (Trappeto - Cibali). Quinta Circoscrizione corrispondente alle ex Circoscrizioni 7ª (Monte Po - Nesima) e 8ª (San Leone - Rapisardi). Sesta Circoscrizione corrispondente alle ex Circoscrizioni 9ª (S. Giorgio - Librino) e 10ª (S. Giuseppe la Rena - Zia Lisa). 1 Dati tratti dall analisi di contesto del PAES e del PON METRO 23

24 La popolazione catanese è distribuita nelle circoscrizioni come segue 2 : 2 Dati statistici elaborati dai Servizi Demografici dell Ente 24

25 La posizione geografica, baricentrica, rispetto alla Sicilia centro-orientale, orientale, permette alla città di fungere da centro di servizi per il sistema territoriale che estende i suoi influssi su Ragusa, Siracusa ed Enna, sino all asse viario che conduce a Gela e Messina. La recente adesione delle città di Gela, Niscemi e Piazza Armerina alla istituenda Città Metropolitana di Catania, fanno di questo sistema territoriale la quinta Città Metropolitana d Italia con un territorio che si apre sullo Ionio orientale e sul Canale di Sicilia. 25

26 La presenza di un porto commerciale, tra i principali dell Isola e di un Aeroporto, tra i più trafficati d Italia, rendono Catania nodo strategico non soltanto per il sistema territoriale di appartenenza ma per l intera Sicilia. Catania Metropolitana costituisce quel tipico sistema locale, generato dagli spostamenti per accedere alla sede di lavoro, di studio, di accesso ai servizi o altro, quale luogo, non solo di contiguità con i comuni della prima e seconda cintura, ma di attrazione e riferimento per tutta l area metropolitana e oltre e descrive una sorta di sistema urbano giornaliero, luogo dove si concentra la maggior parte delle attività di aree molto più vaste rispetto alla dimensione municipale. Nell affrontare i temi dello sviluppo e della crescita dei sistemi locali occorre, quindi, una nuova prospettiva d analisi che superi la visione della mera partizione amministrativa, e ponga al centro i diversi aspetti della questione urbana. Dati statistici più specifici sono riportati nella scheda relativa alle Caratteristiche del territorio. 26

27 2.1 CARATTERISTICHE DEL TERRITORIO, DELLA POPOLAZIONE E DELLA STRUTTURA ORGANIZZATIVA DELL ENTE TERRITORIO Superficie in Kmq 180,88 RISORSE IDRICHE * Laghi 0 * Fiumi e torrenti 0 STRADE * Statali Km. 0,00 * Provinciali Km. 0,00 * Comunali Km. 700,00 * Vicinali Km. 0,00 * Autostrade Km. 0,00 PIANI E STRUMENTI URBANISTICI VIGENTI Se "SI" data ed estremi del provvedimento di approvazione * Piano regolatore adottato Si No X * Piano regolatore approvato Si X No D.P.R. n. 166 del 28/06/1969 * Programma di fabbricazione Si No X * Piano edilizia economica e popolare Si No X PIANO INSEDIAMENTI PRODUTTIVI * Industriali Si X No * Artiginali Si No X * Commerciali Si No X * Altri strumenti (specificare) Si No X Esistenza della coerenza delle previsioni annuali e pluriennali con gli strumenti urbanistici vigenti (art. 170, comma 7, D.L.vo 267/2000) Si X No AREA INTERESSATA AREA DISPONIBILE P.E.E.P. mq. 0,00 mq. 0,00 P.I.P. mq. 0,00 mq. 0,00 27

28 1.2 - L andamento demografico comunale La popolazione residente nella nostra città, al , ammonta a mila abitanti. Questo dato assume particolare rilievo e segna una prima inversione di tendenza positiva ove lo si raffronti con alcuni dati storici, a partire dal censimento della popolazione del 1971, quando Catania si attesta su abitanti. Da questo momento, che segna il punto di più alta densità demografica dal secondo dopo guerra, inizia una curva demografica decrescente, fatta eccezione per la seconda metà degli anni 90, quando si annota un nuovo aumento demografico, che segna il punto più basso al 2011, quando i dati del censimento danno una presenza demografica di abitanti. I dati demografici vanno letti e interpretati, per una migliore comprensione del fenomeno da cui nasce e si sviluppa l attuale sistema di conurbazione metropolitana, in uno ai dati demografici dei comuni che costituiscono la prima cintura metropolitana ai quali, sostanzialmente la città di Catania cede popolazione. L esame dei dati demografici rappresenta, in modo chiaro, questo ciclo di sub urbanizzazione, con evidente cessione di quote di popolazione da parte del centro verso la corona. Catania si attesta su una tipologia urbanistica con nucleo centrale al di sotto della media delle altre città dove sono state istituite le città Metropolitane ai sensi della L. 56/2014, con un volume demografico degli abitanti del nucleo storico inferiore alla metà della media, mentre si allinea alla dimensione media nazionale quando si considera la popolazione della cintura. Il confronto con il dato al (ultimo censimento ufficiale) conferma, in generale, una tendenza di lieve e costante crescita. Questa ripresa è frutto del rapporto tra il saldo migratorio (rapporto tra immigrati ed emigrati) e il saldo naturale (natalità e mortalità) 3. Dati più specifici sono riportati nella scheda Popolazione. 3 Dati statistici elaborati dai Servizi Demografici dell Ente 28

29 Territorio Catania Anno Tipo indicatore tasso di natalità (per mille abitanti) 11,1 10,9 10,6 10,5 10,7 10,4 10,1 10,4 9,9 9,7 9,7 tasso di mortalità (per mille abitanti) 8,3 8,7 8,6 9,1 8,9 9,1 8,8 9,4 9,7 9,3 8,9 crescita naturale (per mille abitanti) 2,8 2,2 2,1 1,4 1,8 1,2 1,4 1 0,2 0,4 0,8 saldo migratorio interno (per mille abitanti) -1,4 0,3-1,1-0,7-1,9-0,7-1 -2,5-1,3-1,7-0,7 saldo migratorio con l'estero (per mille abitanti) 1,4 1-0,2 3,3 2,8 1,9 1,5 1,2 1,4 1,1 0,6 saldo migratorio per altro motivo (per mille abitanti) ,2 35,3 0,4 saldo migratorio totale (per mille abitanti) 0 1,4-1,3 2,6 0,9 1,1 0,5-1,3-1,1 34,8 0,3 tasso di crescita totale (per mille abitanti) 2,8 3,6 0,7 4 2,7 2,4 1,9-0,2-0,9 35,2 1,1 popolazione 0-14 anni (valori percentuali) - al 1 gennaio 17,5 17, ,7 16,4 16, ,8 15,6 15,4 15,3 popolazione anni (valori percentuali) - al 1 gennaio 66,5 66,5 66,5 66,6 66, ,1 67, ,7 66,4 popolazione 65 anni e più (valori percentuali) - al 1 gennaio 16 16,3 16,6 16,7 16,8 16, ,2 17,5 17,9 18,2 29

30 2.1 CARATTERISTICHE DEL TERRITORIO, DELLA POPOLAZIONE E DELLA STRUTTURA ORGANIZZATIVA DELL ENTE POPOLAZIONE Popolazione legale all'ultimo censimento Popolazione residente a fine 2014 n di cui: maschi n femmine n nuclei familiari n comunità/convivenze n. 534 Popolazione al 1 gennaio 2014 n Nati nell'anno n Deceduti nell'anno n saldo naturale n. -11 Immigrati nell'anno n Emigrati nell'anno n saldo migratorio n. 36 Popolazione al n di cui In età prescolare (0/6 anni) n In età scuola dell'obbligo (7/14 anni) n In forza lavoro 1. occupazione (15/29 anni) n In età adulta (30/65 anni) n In età senile (oltre 65 anni) n

31 Tasso di natalità ultimo quinquennio: Anno Tasso ,10 % ,40 % ,90 % ,70 % ,70 % Tasso di mortalità ultimo quinquennio: Anno Tasso ,80 % ,40 % ,70 % ,30 % ,90 % Popolazione massima insediabile come strumento urbanistico vigente Abitanti n entro il Livello di istruzione della popolazione residente (censimento 2011) Laurea 11,84 % Diploma 27,00 % Lic. Media 31,57 % Lic. Elementare 19,35 % Alfabeti 8,44 % Analfabeti 1,80 % 31

32 La popolazione ultrasessantenne e ultraottantenne tenne residente risulta, al 31/12/2014, rispettivamente di n per la prima categoria e n per la seconda 4. Segno che Catania, così come la Città tà Metropolitana, ha una presenza maggiore rispetto agli indici medi regionali e nazionali. 4 Dati forniti dalla Direzione Servizi Demografici Decentramento Statistica. 32

33 Gli scenari demografici che si prospettano per il prossimo quinquennio confermano le tendenze di crescita costante come segnalata prima. Anno popolazione totale residente al 1 gennaio popolazione 0-14 anni al 1 gennaio popolazione anni al 1 gennaio popolazione 65 anni e più al 1 gennaio

34 Gli stranieri residenti a Catania al 31/12/2014 rappresentano l 8,2% a fronte del 3,4% della Regione Sicilia 5. RESIDENTI EXTRA-COMUNITARI al 31/12/2014 CIRCOSCRIZIONI FEMMINE MASCHI TOTALI 1^ ^ (ex 2^ e 4^) ^ ^ (ex 5^ e 6^) ^ (ex 7^ e 8^) ^ (ex 9^ e 10^) TOTALI RESIDENTI COMUNITARI al 31/12/2014 CIRCOSCRIZIONI FEMMINE MASCHI TOTALI 1^ ^ (ex 2^ e 4^) ^ ^ (ex 5^ e 6^) ^ (ex 7^ e 8^) ^ (ex 9^ e 10^) TOTALI FAMIGLIE EXTRACOMUNITARIE 5964 FAMIGLIE COMUNITARIE Dati forniti dalla Direzione Servizi Demografici Decentramento Statistica. 34

35 CITTADINI COMUNITARI MASCHI RESIDENTI Circ cit_descri RES Circ cit_descri RES Circ cit_descri RES Circ cit_descri RES Circ cit_descri RES Circ cit_descri RES 1 BELGA 1 2 AUSTRIACA 1 3 AUSTRIACA 1 4 BRITANNICA 3 5 BRITANNICA 1 6 BULGARA 6 1 BRITANNICA 13 2 BRITANNICA 3 3 BELGA 1 4 BULGARA 3 5 BULGARA 2 6 POLACCA 8 1 BULGARA 30 2 BULGARA 10 3 BRITANNICA 4 4 FRANCESE 1 5 FRANCESE 1 6 PORTOGHESE 1 1 CECA 1 2 FRANCESE 3 3 BULGARA 5 4 GRECA 1 5 POLACCA 2 6 RUMENA DANESE 1 2 GRECA 13 3 FRANCESE 3 4 LITUANA 1 5 RUMENA 60 6 SPAGNOLA 2 1 FRANCESE 5 2 LITUANA 2 3 GRECA 5 4 POLACCA 5 5 SPAGNOLA 1 1 GRECA 7 2 OLANDESE 1 3 IRLANDESE 1 4 RUMENA 46 1 MALTESE 1 2 POLACCA 13 3 LITUANA 1 4 SPAGNOLA 1 1 OLANDESE 1 2 RUMENA 84 3 POLACCA 8 1 POLACCA 28 2 SPAGNOLA 4 3 PORTOGHESE 1 1 RUMENA TEDESCA 6 3 RUMENA 86 1 SLOVACCA 1 2 UNGHERESE 1 3 SPAGNOLA 3 1 SPAGNOLA 5 3 TEDESCA 5 1 TEDESCA 5 3 UNGHERESE 1 1 UNGHERESE 1 3 TOTALE

36 CITTADINI COMUNITARI FEMMINE RESIDENTI 31/12/2014 Circ cit_descri RES Circ cit_descri RES Circ cit_descri RES Circ cit_descri RES Circ cit_descri NumDuplicati Circ cit_descri RES 1 AUSTRIACA 1 2 AUSTRIACA 2 3 BRITANNICA 9 4 BELGA 1 5 BULGARA 5 6 AUSTRIACA 1 1 BELGA 2 2 BELGA 1 3 BULGARA 29 4 BRITANNICA 4 5 CECA 1 6 BRITANNICA 2 1 BRITANNICA 6 2 BRITANNICA 6 3 CECA 2 4 BULGARA 12 5 CECA 1 6 BULGARA 10 1 BULGARA 76 2 BULGARA 41 3 ESTONE 1 4 CECA 1 5 FINLANDESE 1 6 CECA 1 1 CECA 1 2 CECA 1 3 FRANCESE 7 4 FINLANDESE 1 5 FRANCESE 4 6 FINLANDESE 1 1 ESTONE 2 2 CECA 3 3 GRECA 4 4 FRANCESE 4 5 LETTONE 1 6 FRANCESE 2 1 FINLANDESE 2 2 DANESE 1 3 LETTONE 3 4 GRECA 2 5 MALTESE 3 6 LETTONE 1 1 FRANCESE 11 2 ESTONE 2 3 LITUANA 1 4 LITUANA 1 5 POLACCA 24 6 MALTESE 1 1 GRECA 6 2 FINLANDESE 1 3 LUSSEMBURGHESE 1 4 MALTESE 3 5 RUMENA OLANDESE 1 1 IRLANDESE 1 2 FRANCESE 14 3 MALTESE 1 4 POLACCA 17 5 SLOVACCA 1 6 POLACCA 25 1 LETTONE 2 2 GRECA 3 3 OLANDESE 1 4 RUMENA SPAGNOLA 2 6 PORTOGHESE 1 1 LITUANA 1 2 LETTONE 5 3 POLACCA 46 4 SLOVACCA 1 5 SVEDESE 1 6 RUMENA MALTESE 6 2 LITUANA 8 3 PORTOGHESE 1 4 SLOVENA 1 5 TEDESCA 5 6 SLOVACCA 3 1 OLANDESE 3 2 MALTESE 3 3 RUMENA SPAGNOLA 2 5 UNGHERESE 2 6 SPAGNOLA 6 1 POLACCA 72 2 POLACCA 52 3 SLOVACCA 1 4 TEDESCA 2 6 TEDESCA 7 1 PORTOGHESE 3 2 PORTOGHESE 1 3 SPAGNOLA 8 1 RUMENA RUMENI RUMENI 1 1 SLOVACCA 1 2 SLOVACCA 1 3 TEDESCA 9 1 SPAGNOLA 12 2 SPAGNOLA 9 3 UNGHERESE 2 1 SVEDESE 1 2 TEDESCA 12 1 TEDESCA 18 2 UNGHERESE 1 1 UNGHERESE 3 TOTALE

37 CITTADINI EXTRACOMUNITARI MASCHI RESIDENTI 31/12/2014 Circ cit_descri Resid. Circ cit_descri Resid. Circ cit_descri Resid. Circ cit_descri Resid. Circ cit_descri Resid. Circ cit_descri Resid. 1 AFGANA 24 2 AFGANA 2 3 AFGANA 2 4 AFGANA 10 5 AFGANA 4 6 AFGANA 2 1 ALBANESE 5 2 ALBANESE 4 3 ALBANESE 3 4 ALBANESE 2 5 BANGLADESE 1 6 ALBANESE 7 1 ALGERINA 17 2 ALGERINA 1 3 ALGERINA 6 4 BANGLADESE 4 5 BRASILIANA 2 6 ALGERINA 2 1 APOLIDE 1 2 ARGENTINA 1 3 ARGENTINA 1 4 BURKINABE 1 5 CINESE 50 6 BANGLADESE 2 1 ARGENTINA 2 2 BANGLADESE 23 3 BANGLADESE 42 4 CINESE 10 5 COLOMBIANA 2 6 BRASILIANA 1 1 BANGLADESE BRASILIANA 8 3 BRASILIANA 3 4 COLOMBIANA 2 5 CONGOLESE 1 6 CINESE 17 1 BOSNIACA 1 2 CAMERUNESE 1 3 CAMERUNESE 1 4 CONGOLESE 1 5 CUBANA 1 6 COLOMBIANA 2 1 BRASILIANA 10 2 CINESE CANADESE 1 4 DOMINICANA 1 5 DOMINICANA 2 6 CUBANA 1 1 CAMERUNESE 1 2 COLOMBIANA 13 3 CAPOVERDIANA 1 4 EGIZIANA 7 5 EGIZIANA 8 6 EGIZIANA 3 1 CAPOVERDIANA 1 2 CONGOLESE 4 3 CINESE 88 4 ERITREA 7 5 ETIOPE 1 6 ERITREA 2 1 CINESE CROATA 1 3 COLOMBIANA 5 4 FILIPPINA 4 5 GAMBIANA 1 6 FILIPPINA 1 1 COLOMBIANA 14 2 CUBANA 1 3 CONGOLESE 7 4 GAMBIANA 15 5 GHANESE 1 6 GAMBIANA 1 1 CUBANA 1 2 DOMINICANA 1 3 CONGOLESE 1 4 GHANESE 3 5 INDIANA 4 6 GHANESE 4 1 DOMINICANA 14 2 ECUADORIANA 1 3 CROATA 1 4 GIAPPONESE 1 5 IRANIANA 1 6 GIAPPONESE 4 1 ECUADORIANA 2 2 EGIZIANA 25 3 CUBANA 1 4 GUINEANA 2 5 IVORIANA 1 6 GUINEANA 1 1 EGIZIANA 11 2 ERITREA 12 3 DOMINICANA 1 4 INDIANA 12 5 LIBERIANA 1 6 INDIANA 8 1 ERITREA 23 2 ETIOPE 5 3 EGIZIANA 11 4 IRANIANA 3 5 LIBICA 1 6 IRANIANA 1 1 ETIOPE 3 2 FILIPPINA 21 3 ERITREA 8 4 ISRAELIANA 1 5 MALIANA 1 6 IVORIANA 3 1 FILIPPINA 52 2 GHANESE 5 3 ETIOPE 4 4 IVORIANA 3 5 MAROCCHINA 11 6 MALIANA 8 1 GAMBIANA 10 2 GIAPPONESE 3 3 FILIPPINA 27 4 LIBICA 1 5 MAURIZIANA 18 6 MAROCCHINA 43 1 GHANESE 25 2 GIORDANA 1 3 GAMBIANA 3 4 MALIANA 2 5 NIGER 1 6 MAURIZIANA 12 1 GIAPPONESE 1 2 GUATEMALTECA 1 3 GHANESE 3 4 MAROCCHINA 13 5 NIGERIANA 8 6 NIGERIANA 13 37

38 1 GIORDANA 3 2 GUINEANA 1 3 GIAPPONESE 1 4 MAURIZIANA 30 5 PAKISTANA 3 6 PAKISTANA 1 1 GUINEANA 12 2 HONDUREGNA 1 3 GIORDANA 1 4 NIGER 2 5 SENEGALESE 6 6 SENEGALESE 9 1 GUINEENSE 1 2 INDIANA 86 3 GUINEANA 1 4 NIGERIANA 5 5 SOMALA 2 6 SERBO- MONTENEGRINA 13 1 HAITIANA 1 2 IRANIANA 4 3 INDIANA 31 4 PAKISTANA 3 5 SRILANKESE 37 6 SIRIANA 1 1 INDIANA ISRAELIANA 12 3 IRANIANA 5 4 SENEGALESE 9 5 STATUNITENSE 2 6 SOMALA 11 1 IRACHENA 1 2 IVORIANA 2 3 ISRAELIANA 12 4 SOMALA 7 5 TUNISINA 24 6 SRILANKESE 22 1 IRANIANA 2 2 LIBICA 1 3 IVORIANA 1 4 SRILANKESE 66 5 UCRAINA 2 6 STATUNITENSE 2 1 ISRAELIANA 3 2 MAROCCHINA 39 3 LIBICA 2 4 STATUNITENSE 2 5 VENEZUELANA 1 6 SUDCOREANA 1 1 IVORIANA 18 2 MAURIZIANA MALGASCIA 1 4 SUDANESE 1 6 SVIZZERA 1 1 LIBANESE 1 2 NIGERIANA 6 3 MALIANA 8 4 TOGOANA 1 6 TUNISINA 34 1 LIBERIANA 1 2 PAKISTANA 3 3 MAROCCHINA 11 4 TUNISINA 25 6 UCRAINA 3 1 LIBICA 1 2 PALESTINESE 1 3 MAURITANIA 1 4 UCRAINA 1 1 MACEDONE 1 2 PERUVIANA 1 3 MAURIZIANA MALIANA 10 2 RUSSA 1 3 MESSICANA 2 1 MAROCCHINA SENEGALESE 43 3 MOZAMBICANA 1 1 MAURITANIA 14 2 SIRIANA 1 3 NICARAGUESE 1 1 MAURIZIANA SOMALA 7 3 NIGERIANA 4 1 MOLDAVA 2 2 SRILANKESE NORVEGESE 1 1 NIGER 1 2 STATUNITENSE 6 3 PAKISTANA 19 1 NIGERIANA 44 2 SUDANESE 1 3 RUSSA 5 1 PAKISTANA 39 2 SVIZZERA 2 3 SENEGALESE 32 38

39 1 RUSSA 5 2 TANZANESE 1 3 SERBO- MONTENEGRINA 1 1 SENEGALESE TUNISINA 16 3 SIRIANA 1 1 SERBA 1 2 UCRAINA 2 3 SOMALA 5 1 SERBIA 3 3 SRILANKESE SERBO- MONTENEGRINA 31 3 STATUNITENSE 1 1 SOMALA 32 3 SVIZZERA 2 1 SRILANKESE TUNISINA 17 1 STATUNITENSE 2 3 UCRAINA 7 1 SUDANESE 7 3 VENEZUELANA 1 1 SVIZZERA 2 1 TANZANESE 2 1 TOGOANA 2 1 TUNISINA TURCA 1 1 UCRAINA 3 1 VENEZUELANA 2 TOTALE

40 CITTADINI EXTRACOMUNITARI FEMMINE RESIDENTI 31/12/2014 Circ cit_descri Resid Circ cit_descri Resid. Circ cit_descri Resid. Circ cit_descri Resid. Circ cit_descri Resid. Circ cit_descri Resid. 1 ALBANESE 6 2 ALBANESE 6 3 ALBANESE 2 4 ALBANESE 5 5 ALBANESE 2 6 ALBANESE 6 1 ALGERINA 5 2 ALGERINA 3 3 ALGERINA 4 4 ARGENTINA 1 5 BIELORUSSA 2 6 ALGERINA 2 1 APOLIDE 1 2 ARGENTINA 8 3 BANGLADESE 4 4 BIELORUSSA 1 5 BRASILIANA 10 6 BOSNIACA 1 1 ARGENTINA 4 2 AUSTRALIANA 1 3 BIELORUSSA 2 4 BOLIVIANA 1 5 CINESE 39 6 BRASILIANA 6 1 BANGLADESE BANGLADESE 2 3 BOLIVIANA 1 4 BRASILIANA 5 5 COLOMBIANA 8 6 CINESE 8 1 BIELORUSSA 3 2 BIELORUSSA 4 3 BRASILIANA 13 4 CINESE 10 5 CROATA 1 6 COLOMBIANA 9 1 BRASILIANA 17 2 BOLIVIANA 1 3 CAMERUNESE 1 4 COLOMBIANA 11 5 CUBANA 4 6 CONGOLESE 2 1 CANADESE 1 2 BRASILIANA 17 3 CAPOVERDIANA 3 4 CROATA 2 5 DOMINICANA 6 6 CUBANA 3 1 CAPOVERDIANA 3 2 CAMERUNESE 1 3 CINESE 71 4 CUBANA 8 5 ETIOPE 3 6 DOMINICANA 4 1 CILENA 1 2 CAPOVERDIANA 3 3 COLOMBIANA 18 4 ERITREA 1 5 FILIPPINA 1 6 ECUADORIANA 3 1 CINESE CINESE 97 3 CONGOLESE 2 4 FILIPPINA 4 5 INDIANA 1 6 EGIZIANA 1 1 COLOMBIANA 59 2 COLOMBIANA 30 3 CONGOLESE 1 4 GAMBIANA 1 5 MAROCCHINA 7 6 ERITREA 1 1 CONGOLESE 1 2 CONGOLESE 2 3 CROATA 1 4 GEORGIANA 1 5 MAURITANIA 1 6 ETIOPE 2 1 COSTATICANA 2 2 COSTATICANA 1 3 CUBANA 12 4 GIAPPONESE 1 5 MAURIZIANA 32 6 FILIPPINA 3 1 CUBANA 10 2 CROATA 1 3 DOMINICANA 7 4 GUATEMALTECA 1 5 NIGERIANA 15 6 GIAPPONESE 1 1 DOMINICANA 49 2 CUBANA 6 3 EGIZIANA 2 4 IRANIANA 3 5 RUSSA 7 6 INDIANA 3 1 ECUADORIANA 6 2 DOMINICANA 15 3 ERITREA 11 4 MAROCCHINA 7 5 SENEGALESE 5 6 MAROCCHINA 24 1 ERITREA 8 2 ECUADORIANA 1 3 ETIOPE 2 4 MAURIZIANA 42 5 SERBO- MONTENEGRINA 2 6 MAURIZIANA 19 1 ETIOPE 1 2 ERITREA 27 3 FILIPPINA 36 4 MESSICANA 2 5 SRILANKESE 25 6 NIGERIANA 5 1 FILIPPINA 72 2 ETIOPE 5 3 GIAPPONESE 2 4 NIGERIANA 4 5 STATUNITENSE 3 6 NORVEGESE 1 1 GHANESE 3 2 FILIPPINA 38 3 GIORDANA 2 4 NORVEGESE 1 5 THAILANDESE 1 6 PERUVIANA 1 1 GIAPPONESE 1 2 GHANESE 2 3 GUINEANA 1 4 RUSSA 9 5 TUNISINA 7 6 RUSSA 4 1 GIORDANA 1 2 GIAPPONESE 1 3 INDIANA 8 4 SOMALA 3 5 UCRAINA 21 6 SENEGALESE 6 40

41 1 GUINEANA 1 2 GIORDANA 1 3 IRANIANA 2 4 SRILANKESE SERBO- MONTENEGRINA 16 1 INDIANA 26 2 GUATEMALTECA 4 3 IVORIANA 2 4 STATUNITENSE 1 6 SOMALA 2 1 IVORIANA 1 2 GUINEANA 2 3 KAZAKHA 4 4 SVIZZERA 1 6 SRILANKESE 16 1 KENYOTA 1 2 HONDUREGNA 2 3 MAROCCHINA 10 4 THAILANDESE 2 6 SVIZZERA 1 1 MACEDONE 4 2 INDIANA 26 3 MAURITANIA 1 TUNISINA 7 6 TANZANESE 1 1 MALIANA 7 2 IRANIANA 2 3 MAURIZIANA 240 UCRAINA 16 6 THAILANDESE 1 1 MAROCCHINA 37 2 IVORIANA 1 3 MOLDAVA 1 6 TUNISINA 19 1 MAURIZIANA KAZAKHA 3 3 MOZAMBICANA 1 6 UCRAINA 10 1 MESSICANA 1 2 MAROCCHINA 45 3 NIGERIANA 6 6 UGANDESE 1 1 MOLDAVA 6 2 MAURIZIANA PAKISTANA 7 UZBEKA 2 1 NIGERIANA 64 2 MESSICANA 2 3 PERUVIANA 4 1 PAKISTANA 2 2 MOLDAVA 2 3 RUSSA 39 1 PANAMENSE 1 2 NIGERIANA 10 3 SENEGALESE 7 1 PERUVIANA 2 2 PERUVIANA 2 3 SRILANKESE RUSSA 28 2 RUSSA 39 3 STATUNITENSE 4 1 SENEGALESE 95 2 SENEGALESE 12 3 SVIZZERA 1 1 SERBO- MONTENEGRINA 25 2 SERBA 1 3 TUNISINA 12 1 SIERRALEONE 1 2 SERBO- MONTENEGRINA 2 3 UCRAINA 34 1 SOMALA 6 2 SOMALA 13 3 URUGUAIANA 1 1 SRILANKESE SRILANKESE VENEZUELANA 2 1 STATUNITENSE 5 2 STATUNITENSE 4 3 VIETNAMITA 1 41

42 1 SVIZZERA 1 2 SVIZZERA THAILANDESE 1 2 THAILANDESE TUNISINA 88 2 TUNISINA UCRAINA 33 2 UCRAINA URUGUAIANA 1 2 UGANDESE VENEZUELANA 2 2 VENEZUELANA 1 2 ZAMBIANA 2 TOTALE La comunità catanese è caratterizzata al suo interno dalla presenza di comunità straniere di provenienza comunitarie ed extra che risultano bene integrati, segno di una popolazione aperta e che crede nei valori dell accoglienza. Tra le comunità di provenienza comunitaria si registra la discreta presenza rumena e tra quelle extra comunitarie la più numerosa è quella del Bangladesh seguita dalla cinese. Le comunità straniere sono più presenti nella 1 a e nella 2 a circoscrizione. 42

43 1.3 - L andamento demografico della Città Metropolitana L andamento demografico della popolazione residente in provincia di Catania, oggi Città Metropolitana ai sensi della L.R. 15/2015, dal censimento del 2001 al , risulta in modesta crescita sino al 2010, ha una caduta tra il 2011 e il 2012 ritornando quasi al valore del 2006, per poi mostrare un significativo picco di crescita tra il 2012 e il 2013, attestandosi ad Popolazione provincia di Catania Andamento della popolazione residente Confrontando i dati Istat dei residenti nel comune capoluogo e nei restanti comuni si può annotare: che il 20% della popolazione vive fuori dal capoluogo; che il 75% circa della popolazione provinciale si addensa nei comuni che fanno parte della prima e seconda cintura urbana legata al capoluogo quasi senza soluzione di continuità. 6 Provincia di Catania Dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno Elaborazione Tuttitalia 43

44 Nel complesso, il dato demografico provinciale mostra segni significativi di ripresa della crescita della popolazione provinciale, confermando identica tendenza rinvenuta nei dati demografici del capoluogo. Rispetto al 2013 la crescita della popolazione a livello provinciale si è attestata al + 0,1% a fronte di una flessione regionale (- 01%) e una sostanziale stazionarietà nazionale. La distribuzione di genere, del tutto in linea con quella nazionale è del 51,5% donne e del 48,5% maschi. Il numero medio di componenti per famiglia è in linea con la media regionale (Catania 2,49; Sicilia 2,50) e quindi, lievemente al di sopra della media nazionale (2,34). L età media in provincia è di 41,9 anni la più bassa tra le provincie siciliane la cui media è di 42,9 e inferiore anche alla media nazionale, pari a 44,4 anni. La ridotta età media è ascrivibile all elevata quota di giovani; infatti, si consideri che in provincia le persone comprese tra o e 34 anni incidono per il 40,4% sul totale della popolazione, a fronte di una media italiana che si attesta al 35% circa. E un dato molto positivo con riferimento alle potenzialità del sistema produttivo in quanto una popolazione giovane e con un elevato grado di istruzione rappresenta un fattore di competitività per la produttività media e per l attrattività degli investimenti. In termini sintetici, ciò si traduce in un indice di vecchiaia che è il più basso tra le provincie della Sicilia di molto inferiore alla media nazionale (Catania 118,8% - Italia 154,1%). Per quanto riguarda il livello medio di istruzione, la Città Metropolitana di Catania ha un numero medio di anni di studio superiore alla media regionale (Catania 9,7 Sicilia 9,6) ma più contenuta rispetto alla media nazionale (10,2). Segno che il settore istruzione va potenziato e valorizzato 44

45 non soltanto come strumento di riduzione della marginalità, ma come fattore strategico di sviluppo soprattuttoo con riferimento ad un buon indice di popolazione giovanile 7. 7 Nota economica della Provincia redatta a cura della Camera di Comm mercio di Catania 45

46 1.4 Lo scenario economico-sociale Nazionale Sino a tutto il 2012, secondo i dati elaborati dalla Banca d Italia 8, sono continuati i segnali di ulteriore rallentamento dell economia, anche rispetto alle condizioni già delineate dagli anni precedenti caratterizzati dalla recessione del Questo ha indotto ad una revisione a ribasso dei tassi di crescita dell economia globale. Dalla fine 2013, nell area Euro, si è avviata una modesta ripresa con bassa inflazione, ma il tessuto economico resta fragile. La debolezza dell attività economica si riflette in una dinamica molto moderata dei prezzi di consumo, che si traduce in tassi di interesse più elevati in termini reali ed in una più lenta riduzione dell indebitamento sia privato che pubblico. Alla fine del 2013, le condizioni finanziarie sono diventate più favorevoli migliorando, grazie alle prospettive di ripresa, anche le condizioni del denaro sui mercati finanziari europei cosicché i tassi di interesse a lungo termine sui titoli di Stato italiani sono diminuiti. L Italia nel corso della crisi economica ha perso più di 8 punti di PIL e si è dovuto attendere il terzo trimestre del 2013 per registrare un primo segno positivo. Il quadro congiunturale risulta, poi, molto diverso a seconda delle categorie di impresa e della localizzazione geografica. Al miglioramento delle prospettive delle imprese industriali di maggiore dimensione e di quelle più orientate verso i mercati esteri, si contrappone ancora un quadro sfavorevole per le aziende più piccole, per quelle dei settori dei servizi e per quelle meridionali. La situazione del mercato del lavoro presenta alti livelli di criticità, infatti, il tasso di disoccupazione è ancora in incremento rispetto al 12,6 dell ultimo bimestre Altissimo il tasso di disoccupazione giovanile che tra i giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni si attesta al 40,1%. 8 Dati elaborati dalla Banca d Italia in economia italiana in breve 46

47 Tuttavia il quadro complessivo mostra segni di ripresa con l attenuazione della flessione dei consumi delle famiglie, pur restando frenati dalla debolezza del reddito disponibile e dalle difficili condizioni del mercato del lavoro. Per quanto riguarda il credito, le condizioni restano ancora tese; quello alle imprese non ha ancora beneficiato del miglioramento delle condizioni sui mercati finanziari, continuando a rappresentare un freno alla ripresa. Le politiche di offerta del credito sono maggiormente restrittive nel Centro e nel Mezzogiorno e, tra i settori produttivi, nei confronti delle imprese edili; sono inoltre differenziate anche per classe dimensionale delle imprese e quelle con meno addetti sono state le più penalizzate. Ulteriore rigidità è poi applicata dai finanziamenti erogati dalle banche di minore dimensione rispetto a quelle medio/grandi. Per quanto attiene il settore pubblico, tra il 2013 e il 2014 il fabbisogno è fortemente aumentato, risentendo di vari fattori straordinari, come il pagamento dei debiti pregressi delle amministrazioni pubbliche e il venir meno del provvedimento sulla Tesoreria Unica, che aveva contenuto il fabbisogno Le proiezioni sull economia italiana, sempre secondo lo studio della Banca d Italia, si basano su un moderato rafforzamento degli scambi internazionali e la ripresa dovrebbe essere trainata dalla domanda estera e dalla graduale espansione degli investimenti produttivi favoriti dal miglioramento delle prospettive di domanda e dalle accresciute disponibilità liquide delle imprese, anche grazie al pagamento dei debiti pregressi delle pubbliche amministrazioni. I dati Istat, tratti dall osservatorio Istat , delineano, per il 2015, prospettive positive sia per l Italia che per il complesso della zona euro. Tre fattori internazionali sono individuati come le principali determinanti dei primi segnali di ripresa dell attività economica: il deprezzamento dell euro la forte caduta del prezzo del petrolio 9 Osservatorio ISTAT

48 l azione monetaria della BCE. Si tratta di fattori esogeni che sembrano essere in grado di fornire un impulso al ciclo economico e alimentare il miglioramento del clima di fiducia. In Italia, il 2015 si è aperto con una serie di indicazioni positive, dall andamento della produzione industriale a quello dell export che nel primo trimestre mostrano una crescita congiunturale dello 0,3 % del PIL. Indicazioni positive si ricavano anche dal clima di fiducia di famiglie e imprese, entrambi attestati su livelli superiori rispetto alla media Per le famiglie l indice si è attestato al 108,2 % ad aprile 2015: analogamente l indice composto dal clima di fiducia delle imprese ha mostrato un deciso miglioramento soprattutto nella manifattura e nel commercio, bilanciato, però, da un peggioramento nei servizi e nelle costruzioni. La vera chiave di ripresa è, però, costituita dalla ripresa degli investimenti che sono andati in continua flessione dal 2010 in poi, sino a toccare il punto più debole del 3,3% del Le simulazioni effettuate dall Istat per il 2015 prospettano una prima positiva inversione di tendenza. Dopo un lungo periodo di contrazione gli investimenti fissi lordi registrano una crescita dello 0,2% a fronte di una dinamica ancora negativa nelle costruzioni. Tuttavia, la ripresa degli investimenti fissi lordi è una condizione indispensabile ma non sufficiente per la crescita economica. Un elemento, in parte inaspettato delle conseguenze della recessione è che sembrano non essere mutati i tratti salienti della struttura produttiva italiana. Le microimprese (quelle con meno di dieci addetti) sono oltre 4 milioni e rappresentano il 95% del totale delle unità produttive e impegnano circa 8 milioni di addetti (il 47% contro il 29% della media europea). Le imprese di maggiore dimensione (quelle con più di 250 addetti) rappresentano lo 0,1%. Queste caratteristiche del sistema produttivo italiano dipendono in buona parte dalle condizioni entro le quali le imprese operano. 48

49 Un fattore chiave di successo può essere costituito dalla natura e dalla densità delle relazioni di impresa, per esempio la costituzione di gruppi di impresa fondati sull instaurazione di rapporti di partecipazione finanziaria. Nel panorama del sistema produttivo si incominciano a vedere sempre più strutture complesse attraverso le quali le imprese stanno reagendo ai propri limiti strutturali che li ha resi più fragili e meno capaci di resistere alla recessione. Un elemento che influisce positivamente è la riduzione del gravame degli oneri burocratico amministrativi che, come è noto, è un elemento fortemente richiesto dal mondo delle imprese. Molte delle imprese oggetto delle indagini Istat hanno citato la riduzione di tali oneri tra i fattori di influenza positiva sulla ripresa e sull occupazione. L ulteriore fattore chiave per la ripresa è rappresentato dal settore della ricerca e dell innovazione. Un'altra leva per la ripresa è individuata dall Istat nel patrimonio culturale quale fattore e opportunità di crescita e sviluppo per tutto il paese. L Istat in questo ambito individua cinque gruppi di sistemi locali. Il primo, denominato la grande bellezza, identifica i sistemi locali che vantano un valore elevato: sono sistemi ricchi sia di patrimonio artistico e paesaggistico, sia di un tessuto produttivo a connotazione naturale. Si tratta di 20 sistemi locali, sia del centro nord che del Mezzogiorno, dove vive il 38% della popolazione. Sono veri e propri sistemi eco culturali, nei quali sono incluse tutte le città d arte e in cui si coniugano eccellenze nella dotazione di risorse del patrimonio culturale e paesaggistico e nelle capacità imprenditoriali in ambito culturale. Tra queste i sistemi di Roma e Firenze attraggono oltre 33 milioni di visitatori di musei. Roma e Milano risultano primi in Italia per presenze di imprese di settore con 113 mila addetti del settore pari a un quinto del totale nazionale. Il secondo sistema locale, denominato la potenzialità del patrimonio, si compone di 138 realtà caratterizzati da valori consistenti del patrimonio culturale e paesaggistico, ma in cui risulta carente la componente formativa e produttiva. Oltre la metà dei sistemi locali di questo gruppo è nelle 49

50 Regioni del Mezzogiorno e la Sicilia e la Puglia da sole ne contengono un quarto. Sono territori che hanno enormi spazi di miglioramento qualiquantitativo ove riuscissero a promuovere una crescita nella dimensione imprenditoriale. Il terzo gruppo, denominato l Imprenditorialità culturale, presenta un limitato patrimonio culturale e paesaggistico valorizzato però dalla presenza di un robusto tessuto/produttivo/culturale. Il 42% del gruppo è collocato nel nord-est. Il quarto gruppo, il volano del Turismo, pur vantando aree turistiche altamente attrattive, è rappresentato da sistemi locali con volani mediobasso del tessuto produttivo/culturale. Il gruppo residuale è quello della periferia culturale che presenta livelli di dotazione e produzione culturale inferiori agli standard. L elemento di valutazione sintetico è che il nostro Paese dispone di un immenso patrimonio culturale e paesaggistico che accomuna aree del paese anche geograficamente diverse che se fatto oggetto di attenzione imprenditoriale può creare opportunità di crescita e sviluppo. Con riferimento al mezzogiorno, il Rapporto dell Istat restituisce un quadro di forti divari che addirittura la recessione ha accentuato, con una dimensione del problema che, ove non lo si collochi tra le priorità delle policy, potrebbe costituire un forte nodo critico rispetto agli altri paesi, per il peso frenante che esso rischia di produrre sul resto dell economia italiana. Occorre, quindi, riportare il mezzogiorno sul sentiero della crescita e dello sviluppo attraverso politiche pubbliche integrate e fondate sulle risorse endogene del territorio 10. Il divario si è accentuato non soltanto con riferimento alle attività economiche e all occupazione,ma anche in quasi tutte le dimensioni del benessere e della qualità della vita. Tutto il rapporto Istat conferma che esiste un gradiente Nord Sud lungo il quale difficoltà e criticità crescono. La geografia del paese descritto dall Istat conferma differenziali territoriali già noti, tuttavia evidenzia anche dei divari interni alle zone del Sud che fanno intravedere positivi segnali di 10 Rapporto annuale ISTAT 2015: la simulazione del Paese in 50

51 rottura, evidenziando come, nel mezzogiorno coesistano zone di elevato degrado economico con altri che mostrano standard soddisfacenti di benessere e qualità della vita. Si tratta quindi di un paradigma interpretativo, quello sui differenziali territoriali che va letto in modo più articolato e mettendo in luce i fattori positivi dei sistemi intra o sub regionali. 51

52 1.5 Lo scenario economico-sociale del territorio In un contesto Regionale che, come evidenziato dallo stesso documento di programmazione del governo regionale, vede una forte contrazione della ricchezza, la provincia di Catania evidenzia uno dei decrementi meno severi, pari a 0,8%, mentre il valore aggiunto catanese si riduce complessivamente dell 1,5% rispetto al 3,9% della Regione Sicilia, non distanziandosi di molto dal valore medio nazionale che si attesta al -1,0% 11. Ora, al fine di conoscere meglio gli scenari di sviluppo economico del territorio è opportuno prendere in considerazione, seppure con estrema sintesi, le caratteristiche dell imprenditorialità che indubbiamente rappresentano indicatori significativi dell articolazione del modello di sviluppo locale e dei settori di specializzazione produttiva. Le situazioni di criticità del sistema produttivo sono indotte dal permanere della situazione di recessione economica, tuttavia, il sistema produttivo catanese riesce a non impattare in maniera traumatica sui livelli occupazionali con un lieve incremento dello 0,5% (in valore assoluto si registra un incremento di occupati di 1400 unità a livello provinciale), a fronte del decremento dell 1% sul territorio regionale. Dato di grande rilievo, ove si osservi il mercato del lavoro dal punto di vista del genere, per gli occupati di sesso femminile si registra un incremento del 2,3%, al di sopra del dato regionale e nazionale che si attesta al 0,6%. Il trend occupazionale per singoli macrosettori per la provincia di Catania mostra i seguenti andamenti: agricoltura: marcata riduzione degli occupati 18,7% industria: un incremento del 3,6% servizi e commercio: incremento del 5,3% 11 Nota economica della Provincia redatta a cura della Camera di Commercio di Catania 52

53 I lavoratori autonomi rivestono poi un ruolo fondamentale nel processo di crescita dei posti di lavoro la cui crescita compensa la perdita dei posti dei lavoratori subordinati. Le difficoltà socio - economiche che il paese e quindi anche il nostro territorio ha attraversato negli ultimi anni, hanno una refluenza diretta sulla ricchezza media della popolazione, che si riduce di circa 700 euro medie rispetto alle 550 del dato nazionale, anche se resta leggermente al di sopra della media regionale. All interno dell ambito provinciale il dato migliora nel nostro Comune (66,7 Catania rispetto al 60,2 regionale) mentre peggiora nei comuni totalmente e parzialmente montani. I Comuni del litorale mantengono un valore aggiunto pro-capite superiore ai valori medi siciliani. L articolazione della ricchezza media della popolazione all interno della provincia mostra che i fattori come il turismo e la presenza di infrastrutture di trasporto alimentano maggiormente l attrattività economica con riflessi diretti sui consumi e sul circuito economico. In termini pro-capite, i consumi finali interni si riducono in valore assoluto ma mantengono un indice percentuale di decrescita inferiore rispetto alla media nazionale. Dati specifici relativi al tessuto economico-imprenditoriale catanese sono riportati nella scheda Il tessuto economico-imprenditoriale catanese, come emerge dai dati di sintesi della camera di commercio 12, è il seguente: La struttura imprenditoriale della città di Catania al I trimestre 2015 è costituita da imprese. 12 Elaborazioni su dati Infocamere 53

54 Scheda I trimestre 2015 Catania Sicilia Italia IMPRESE PER SETTORI DI ATTIVITA Val. ass. Comp. in % Val. ass. Comp. in % Val. ass. Comp. in % Agricoltura, silvicoltura, pesca , , ,5 Estrazione di minerali da cave e miniere 81 0, , ,1 Attività manifatturiere , , ,2 Energia elettrica, gas 169 0, , ,4 Fornitura di acqua; reti fognarie 340 0, , ,3 Costruzioni , , ,4 Commercio , , ,7 Trasporto e magazzinaggio , , ,3 Alloggio e ristorazione , , ,6 Informazione e comunicazione , , ,4 Attività finanziarie e assicurative , , ,7 Attività immobiliari , , ,3 Attività professionali, scientifiche , , ,6 Noleggio, agenzie di viaggio, supporto imprese , , ,2 Istruzione 760 0, , ,6 Sanità e assistenza sociale , , ,8 Attività artistiche, sportive., intratt , , ,3 Altre attività di servizi , , ,0 Non classificate 616 0, , ,6 TOTALE , , ,0 Osservando la tabella sulla distribuzione per settore economico risulta di tutta evidenza una marcata concentrazione di imprese nei settori tradizionali: Commercio , pari al 37,3% Agricoltura , pari al 15,7% 54

55 Costruzioni , pari al 10,9% Attività Manifatturiere (industria) 7.478, pari al 8,1% Gli altri settori in cui si riscontra una significativa concentrazione di imprese, sono: Servizi alloggio e ristorazione 5.155, pari al 5,6% Trasporto e magazzinaggio 3.208, pari al 3,5% Altre attività di servizi (servizi alla persona e riparazione beni per uso personale e per la casa) 3.076, pari al 3,3% Il quadro su esposto delinea un immagine del tessuto imprenditoriale catanese in cui il terziario tradizionale ed avanzato rappresenta il settore economico portante dell'economia locale mentre, si registra, anno dopo anno, la contrazione del settore agricolo e il lento declino dell'attività manifatturiera con riferimento soprattutto al settore delle costruzioni. Nello specifico, il Commercio con le sue imprese è il settore economico con la maggiore concentrazione imprenditoriale e rappresenta il 37,3% di tutte le imprese attive. Questo dato conferma l inclinazione naturale della popolazione catanese alle attività commerciali, un'eredità, come riportato dagli storici, lascito della colonizzazione Fenicia, un popolo dedito al commercio in tutto il bacino del Mediterraneo e che, negli anni del boom economico, le ha fatto guadagnare l appellativo di Milano del Sud. Segue l'agricoltura, che con le sue imprese attive, rappresenta il 15,7% dello stock imprenditoriale. Il settore, in costante contrazione negli anni, riesce a fare ancora massa critica, seppur con i suoi problemi atavici e in particolare l incapacità di innovazione e di fare rete e l assenza di una filiera che garantisca i produttori nei passaggi dalla produzione alla commercializzazione dei prodotti. 55

56 Il settore delle costruzioni, con una concentrazione di imprese attive, pari al 10,9%, riesce a mantenere una presenza imprenditoriale significativa, nonostante la crisi del settore edile, dove spicca il calo vertiginoso negli anni delle commesse per la messa in cantiere di opere pubbliche. Il settore manifatturiero, ovvero, nell'accezione comune, industriale, con imprese, rappresenta l'8,1% del totale delle imprese attive, come dire, che su 12 imprese, una esercita attività manifatturiera. Comunque, a Catania nonostante il costante calo delle imprese nel settore manifatturiero, rimangono delle splendide realtà come il polo hi-tech e il farmaceutico, per citarne alcuni. Per quanto riguarda i restanti settori economici, dove si registra una minore concentrazione imprenditoriale, è da porre attenzione al settore alloggi e ristoranti, ovvero il turistico alberghiero, che con imprese, rappresenta il 5,6% delle imprese attive. Qui non è tanto la consistenza in se che deve far riflettere, tanto l'inefficace sfruttamento delle potenzialità che offre il territorio dal punto di vista dei siti archeologici, monumentali e, architettonici, come il barocco in primis, naturalistici con l'etna, vera star di attrazione turistica,oggi sito UNESCO, solo per citare alcuni esempi. Si tratta di un ambito imprenditoriale che presenta, pertanto, ampi margini di potenzialità e, per il futuro, potrebbe divenire una variabile strategica di sviluppo. Ponendo a confronto i dati sull'imprenditoria catanese con quelli di altre aree geografiche, nella fattispecie, regionale e nazionale, si dà significatività statistica ai dati che va oltre il dato in sè ma ci aiuta a comprenderne lo spessore. Guardando alla distribuzione imprenditoriale per settore economico riscontriamo il medesimo ordine di concentrazione, ma non la stessa ampiezza o ordine di grandezza. Infatti, nei tre ambiti, se il settore commercio è quello che fa registrare il maggior numero di imprese, a cui nell'ordine fanno seguito, l'agricoltura, le costruzioni e l'industria, si registrano valori diversi di concentrazione, ovvero, le percentuali di rappresentatività differiscono nelle tre aree. 56

57 CATANIA SICILIA ITALIA Commercio 37,3% 34,4% 28,7% Agricoltura 15,7% 19,2% 12,5% Costruzioni 10,9% 10,6% 13,4% Attiv. Manifatturiere 8,1% 7,7% 10,2% Il settore commercio, registra la concentrazione maggiore di imprese a Catania con 37,3%, segue la Sicilia con 34,4%, mentre a livello nazionale tale valore scende al 28,7%. La lettura dei dati, dai quali si evince che Catania si distacca di quasi tre punti percentuali dal dato registrato in Sicilia e di ben nove punti rispetto a quello nazionale, lascia intravvedere, altresì, la particolarità della struttura economica assunta negli anni dall'economia isolana, e catanese in particolare, nella quale il commercio è un vero e proprio attrattore imprenditoriale. Ma, al contempo, emerge con chiarezza la necessità del mondo imprenditoriale di aprirsi ad aree che presentano segni e margini di sviluppo più ampio rispetto ad un settore che potrebbe presentare, soprattutto in certe aree, segni di saturazione. Nel settore agricoltura, il dato riscontrato in ambito catanese è intermedio tra i dati regionale e nazionale. Catania registra uno scostamento di quasi 4 punti percentuali in meno rispetto alla Sicilia, e di oltre 3 punti in più rispetto al dato nazionale. La differenza di 7 punti percentuali tra il dato isolano e quello nazionale, denotano una diversa struttura del tessuto imprenditoriale, dove in Sicilia il settore agricolo ha un maggior peso anche rispetto a quello registrato a Catania; con tutta evidenza la Sicilia ha mantenuto quella sua caratteristica di regione a vocazione agricola, magari non tanto nel comprensorio catanese, quanto nelle aree centrali e del sudest. 57

58 Se in questi due settori, Commercio e Agricoltura, si riscontra, a livello provinciale e siciliano, un incidenza maggiore nella distribuzione delle imprese, rispetto al territorio nazionale, l'incidenza si inverte negli altri due principali settori economici (Costruzioni e Manufatturiero). Tant'è, che in ambito nazionale la concentrazione di imprese nel settore costruzioni ha una percentuale del 13,4%; Catania del 10,9%, quasi sovrapponibile al dato della Sicilia con 10,6%. Il settore Manifatturiero, anche se non con identico scarto delle Costruzioni, è più consistente in ambito nazionale, dove si registra il 10,2%, contro l' 8,1% di Catania e il 7,7% della Sicilia. L'esposizione dei dati sulla distribuzione delle imprese nei principali settori economici, mostra l'immagine del tessuto imprenditoriale nazionale e territoriale, non solo in termini di consistenza, ma, lascia intravvederne anche le caratteristiche assunte, quale risultato delle scelte imprenditoriali di un territorio rispetto ad un altro. Inoltre consente di costruire scenari in cui è possibile intravedere ampi spazi di ripresa per l industria ad alto impiego tecnologico e innovativo. 58

59 Scheda CONDIZIONE SOCIO-ECONOMICA DELLE FAMIGLIE Gli effetti della crisi economica che come già detto ha colpito quasi tutti i paesi dell area Euro, ha segnato in modo profondo e tangibile gli standard di vita degli italiani con effetti diretti e concreti sulla situazione socio-economica delle famiglie. Durante la fase acuta della crisi (2008/2010) la caduta dei redditi familiari ha raggiunto in Italia il 4% a fronte di una riduzione del PIL del 6%. L indicatore più critico si ha nella caduta della propensione al risparmio delle famiglie italiane che è caduto nel 2010 del 16%, segno evidente che i risparmi erano divenuti un ammortizzatore di quei bisogni ai quali non si riusciva a far fronte con i guadagni correnti. Man mano che la crisi da acuta diviene strutturale, diminuisce non solo la propensione al risparmio ma anche ai consumi, segno che vi è una caduta complessiva del reddito disponibile per i consumi finali (sia nella sua parte corrente che sui risparmi). La crisi ha mutato paradossalmente alcuni indicatori di distribuzione di povertà, infatti, mentre sino al 2005/2007 più del 50% di famiglie in condizioni di povertà assoluta si trovavano nel mezzogiorno, già nel 2012, la stessa analisi condotta dall Istat fa attestare il mezzogiorno al 46% mentre al nord le famiglie in povertà assoluta passano dal 32,4% al 39,2% 13. Questo dato non significa che il Sud è intanto divenuto più ricco, ma più semplicemente che tutto il nostro paese è più povero. 13 ISTAT La povertà in Italia Luglio

60 60

61 Il Sud continua a detenere il primato delle situazioni più critiche, dove appaiono più deboli anche le reti del welfare. La nostra Regione ha uno dei dati peggiori con un indice del 29,6%. 61

62 Questo quadro generale sinteticamente rappresentato a livello nazionale e regionale rispecchia in pieno la situazione provinciale, seppure con segni meno negativi rispetto alle altre province. Tuttavia anche nel nostro territorio gli effetti della crisi hanno inciso notevolmente sui livelli occupazionali determinando una forte contrazione del reddito disponibile della famiglie causando fenomeni delicati quali quelli di sovra indebitamento e di mancata solvibilità cui fa da pendant l aumento dei reati di usura. Cresce l emergenza abitativa e i fenomeni di abuso di alcool anche nella fase giovanile 14 segno di un profondo disagio socio economico delle famiglie. I nuclei familiari in situazione di disagio economico, come censiti dall Istat nel nostro territorio per la ripartizione dei fondi della Carta Acquisti Sperimentale nel 2013, sono Le richieste pervenute ai servizi Sociali nel 2015 sono 15 : Per contributo sanitario 248 Per buono casa 73 Per ricoveri d urgenza 23 Per Carta Acquisti Sperimentale 4601 Di contro, non solo si è assistito ad una drastica riduzione dei trasferimenti statali e regionali con effetti diretti sulla contrazione dei servizi da parte dei Comuni, ma vi è stato, inoltre, un taglio di oltre il 50% del Fondo Nazionale per le Politiche Sociali ed è stata azzerata la quota del Fondo attribuita direttamente ai Comuni Dati tratti dalla relazione annuale della Prefettura di Catania. 15 Dati forniti dalla Direzione Famiglia e Politiche Sociali. 16 Cittalia Ricerca promossa dall area welfare, Scuola i Immigrazione dell Anci. 62

63 Sostanzialmente il 70% degli interventi di welfare sono sostenuti dai Comuni che utilizzano sempre minori risorse da destinare alle spese correnti per far fronte a pressanti richieste di welfare, mentree si riducono sempre più i trasferimenti Statali e Regionali. 63

64 Dall avvio della L. 328/2000, per ciò che attiene il finanziamento della spesa sociale, i Comuni possono contare su un finanziamento statale indistinto i cui stanziamenti non sono programmati per il medio/lungo periodo, ma fissate annualmente nella Legge di Stabilità. In questa sede lo Stato sceglie di finanziare e sostenere alcuni specifici programmi a seconda delle risorse che, come già detto, si riducono drasticamente di anno in anno. Il dato finanziario incide più pesantemente nelle regioni del mezzogiorno, dove le regioni non sono in grado di perequare le riduzioni dei trasferimenti Statali. Il tema della sostenibilità del welfare si pone come elemento di forte criticità per i comuni in presenza di una forte riduzione non solo dei fondi dedicati ma anche dei trasferimenti ordinari 64

65 1.6 Il sistema universitario Nell anno accademico 2013/2014 (ultimo anno per il quale si dispone di dati analitici) il totale degli studenti iscritti ai corsi di laurea del nuovo e vecchio Ordinamento dell Università di Catania è di giovani. In totale gli studenti frequentanti il sistema universitario catanese sono di cui residenti e non residenti 17. I dati confrontati sugli iscritti dall anno accademico 2007/2008 al 2013/2014 mostrano un andamento decrescente di iscritti sino al 2010/2011 con un trend altalenante sino al 2012/2013 e costante nell ultimo biennio. ANNO ACCADEMICO 2007/ / / / / / /2014 NUMERO ISCRITTI Gli iscritti stranieri nell anno accademico 2013/2014 sono n. 327 soprattutto nei dipartimenti ad insegnamento scientifico. Il sistema universitario catanese attrae studenti non soltanto dalla provincia ma da tutto il distretto territoriale sud- orientale della Sicilia e negli ultimi anni sta portando avanti una politica di diversificazione dell offerta formativa, soprattutto nelle materiee connesse alle nuove scienze e tecnologie. Vanta alcuni punti di eccellenza nei dipartimenti di ingegneria informatica e fisica, fermo restando che si tratta di una grande Università a vocazione umanistica con tradizioni di eccellenza nel campo delle materie classiche. 17 Dati forniti dall Università degli Studi di Catania. 65

66 1.7 Il sistema infrastrutturale Nel territorio catanese si concentrano alcuni tra i nodi infrastrutturali strategici dell intera Regione. L area orientale sta assumendo un importanza strategica per tutta l isola come uno dei più completi sistemi di connessione infrastrutturale. Il tema delle connessioni infrastrutturali risulta strategico e appare come precondizione, unitamente allo sviluppo delle reti immateriali, per aumentare la cooperazione e l integrazione della funzionalità dei territori. In generale tutto il sistema infrastrutturale verrà a completamento nell arco di un quinquennio, rafforzando le opportunità di sviluppo del territorio. Anche la rete ferroviaria ha in corso un forte rinnovamento della rete che deve integrarsi con gli altri sistemi di mobilità quali la metropolitana, l aeroporto, il porto. Assume rilievo, in quest ottica, il programma di interventi teso a dotare il territorio di un servizio ferroviario efficiente atto a supportare le relazioni di ampio raggio. Si tratta, in particolare, dei progetti di RFI per il c.d. Nodo di Catania. Il sistema infrastrutturale è dotato anche di attrezzature logistiche, ormai in corso di completamento, per i quali è importante rafforzare la connettività. L'aeroporto di Catania serve circa i due terzi del territorio siciliano, 7 province su 9 ed è ubicato in corrispondenza dei principali nodi stradali e ferroviari che connettono il territorio della Sicilia centro-orientale ed in vicinanza con primarie infrastrutture del territorio (ferrovia, autostrade, Porto di Catania, Interporto, Mercato Agroalimentare). Nel 2015 è stato stipulato un accordo di collaborazione tra SAC S.p.A., società di gestione dell'aeroporto di Catania, e l'autorità Portuale di Catania Dati forniti dalla gestione dell Aeroporto di Fontanarossa. 66

67 L'aeroporto di Catania fa parte del sistema più ampio degli aeroporti della Sicilia orientale previsto dal piano nazionale degli aeroporti. SAC S.p.A detiene il 60% delle azioni della INTERSAC HOLDING S.p.A la quale a sua volta detiene il 65% delle azioni della SO.A.CO. S.p.A., società di gestione dell'aeroporto di Comiso. Nel 2014 l'aeroporto di Catania ha sviluppato un traffico pari a 7,3 milioni di passeggeri consolidando il suo ruolo nel panorama aeroportuale nazionale (sesto scalo nazionale dopo Fiumicino, Malpensa, Linate, Bergamo e Venezia e primo nel Mezzogiorno). Sempre nel 2014 ha incrementato il proprio traffico passeggeri del 14,2%, il dato è risultato in assoluto il più alto nel confronto con tutti gli altri aeroporti nazionali comparabili. Di particolare rilevanza è stato inoltre l'incremento del traffico internazionale che è risultato superiore al 30%. La previsione di chiusura per il 2015 vedono il traffico sostanzialmente stabile ma continua la crescita significativa del traffico internazionale (+10%). La SAC S.p.A. ha realizzato nel 2014 un utile dopo le imposte di oltre 7 milioni di euro. Nel marzo 2015 la società, a seguito di una procedura competitiva per l'acquisizione di provvista finanziaria, ha stipulato un contratto di finanziamento con Banca Intesa e Cassa depositi e prestiti di 80 milioni di euro per la realizzazione degli investimenti previsti dal contratto di programma. Questi investimenti, tutti in autofinanziamento, si aggiungeranno a quelli che la società, sempre in autofinanziamento, ha già effettuato dal 2012 ad oggi per un importo superiore a 30 milioni di euro. L'assemblea dei soci ha inoltra avviato le procedure per la quotazione in borsa della società al fine di capitalizzare ulteriormente la società e disporre così dell'equity necessaria per gli ulteriori futuri investimenti da realizzare nell'ambito della concessione quarantennale. Il piano degli investimenti in atto all'esame dell'enac prevede interventi per oltre 160 milioni di euro. 67

68 La società ha in atto la definizione del nuovo master plan che conterrà le strategie di sviluppo infrastrutturale che la società di gestione ha individuato con la supervisione dell'enac. Tra le principali questioni che richiedono la forte interazione con il sistema istituzionale si evidenziano: Interramento ferrovia per consentire la realizzazione della nuova pista di volo e le infrastrutture indispensabili a supportare la crescita di capacità che già oggi si manifesta come necessaria. Inoltre l'intervento è necessario per rimuovere possibili conflitti tra le infrastrutture in termini di safety che potrebbero determinarsi con lo sviluppo di entrambe le infrastrutture (ferrovia e aeroporto). Realizzazione del collegamento intermodale con la ferrovia. Connessione con le reti viarie di accesso all'infrastruttura aeroportuale e con la città di Catania. Il Comune di Catania sta lavorando per un imminente ingresso tra i Soci Pubblici dell Aeroporto. La condizione geografica privilegiata del porto di Catania si riflette anche sul territorio regionale, considerato che il porto di Catania risulta asservito ad un bacino terrestre rappresentato da sei province siciliane su nove, ed una popolazione complessiva di tre milioni di abitanti. Altre caratteristiche fondamentali sono rappresentate dalla polivalenza delle attività che si svolgono in porto: commerciale, crocieristica, cantieristica, industriale, peschereccia e diportistica, amatoriale e sportiva. La vicinanza con la stazione ferroviaria, la ferrovia metropolitana, l aeroporto, con l interporto ed il centro agroalimentare e il facile inserimento nella rete viaria e ferroviaria territoriale, conferiscono al porto di Catania una peculiarità unica in Sicilia: la Centralità, che Catania possiede non solo in qualità di Città Metropolitana, ma anche come sistema di network intermodale. Infatti, in un arco temporale inferiore a 10 minuti è possibile raggiungere la stazione ferroviaria passeggeri, quella merci, l interporto, il mercato agroalimentare, l aeroporto, la circumetnea, il tessuto dell zona industriale e l area commerciale etnea. 68

69 Le sue principali attività si possono così riassumere: Commerciale: Il porto di Catania ha chiuso l'anno 2014 totalizzando complessivamente tonnellate di merce (rotabili, container, colli, rinfuse secche e liquide) che attestano una crescita percentuale pari a +16,13 punti rispetto all'anno precedente ( tonnellate), e che hanno portato lo scalo etneo al primo posto assoluto in Sicilia per la movimentazione di merce secca. Questo trend positivo di crescita che ormai accompagna da diversi anni il traffico del settore merceologico del porto di Catania è frutto di un attenta pianificazione e dell utilizzo di attrezzature specializzate negli specifici settori produttivi, che hanno consentito allo scalo etneo di operare con costi competitivi ad alta produttività. In questo scenario si sono registrati notevoli sviluppi del settore containers che grazie ai collegamenti con i grandi "hub-port" di transhipment di Gioia Tauro, Malta e Cagliari, ha totalizzato, nel corso dell anno 2014, una movimentazione complessiva di n Teu s pari ad un incremento di +37 punti percentuali rispetto all anno precedente, mentre nel solo 1 semestre del corrente anno, rispetto allo stesso analogo periodo dello scorso anno, ha già registrato un ulteriore incremento pari a +49 punti percentuali, che lo proclamano primo scalo siciliano del comparto containers, prioritariamente asservito al comparto hi-tech, edile, alimentare, manifatturiero e della grande distribuzione terziaria, i cui insediamenti logistici risultano dislocati nella zona industriale di Catania sita a meno di 10 minuti dal porto. Anche ii settore dei traghetti Roll on e Roll-off ha avuto un eccellente incremento. Il segmento di traffico delle Autostrade del Mare, ha eletto Catania come hub naturale di connessione del network con il nord Italia, sia sul corridoio Adriatico (Ravenna e Brindisi), che sul corridoio Tirrenico (Napoli, Salerno, Livorno, Genova e Savona), nonché a sud con l isola di Malta. Il comparto in esame ha fatto registrare nel primo semestre dell anno 2015 una movimentazione merceologica in termini di tonnellate pari ad , che attesta il porto di Catania al quarto posto nello scenario degli scali nazionali con una percentuale di crescita pari a +6,8 punti percentuali. Crocieristico: E il solo traffico che nel 2014 ha registrato una flessione totalizzando una movimentazione di n passeggeri, contro i n dell'anno 2013, sulla cui dinamica hanno certamente pesato gli iniziali favorevoli auspici della cosiddetta primavera islamica che hanno indotto inizialmente le compagnie di navigazione a spingersi verso gli scali mediorientali più economici in termini di costi. Tendenza questa 69

70 repentinamente invertita a causa dei noti accadimenti geopolitici. All uopo si precisa, che sin dai primi mesi dall insediamento, la nuova Gestione Commissariale ha avviato, grazie all azione congiunta intrapresa con il Sindaco del Comune di Catania Avv. Enzo Bianco, una forte azione di rilancio, i cui frutti sono già tangibili dalla stagione in corso il cui programma di accosti prevede un incremento del numero di navi e dei passeggeri, e ancor di più per la stagione 2016, con il ritorno dei cruise operators Costa Crociere e Royal Caribbian e la schedulazione di navi di ultima generazione, grazie all incremento dei pescaggi oggi disponibili presso la Darsena Polifunzionale, inaugurata nel luglio del Tecnologico: con un insediamento altamente tecnologico la società Elettra Tlc spa del gruppo Telecom France, ha installato nel porto di Catania l unico deposito di cavi sottomarini per telecomunicazioni esistente nel bacino del sud Mediterraneo e garantendo l approdo di due navi specializzate più moderne del mondo, nella posa e movimentazione dei cavi nell intero bacino del mar Mediterraneo, mar Rosso e mar Nero. Ricerca scientifica: L Istituto Nazionale di Fisica Nucleare - INFN svolge l attività di assemblaggio di sensori ottici per instrumentare le stazioni di rivelazione (detection unit), finalizzati alla realizzazione del più grande telescopio sottomarino al mondo per la rivelazione di neutrini astrofisici di alta energia. L Istituto gestisce una infrastruttura cablata sottomarina installata dallo stesso INFN al largo delle coste di Catania ad una profondità di 2100 metri sotto il livello del mare ed una distanza dalla costa di circa 25 km, i cui dati integrati con quelli acquisiti dalle stazioni della INGV, sono utilizzati per scopi di tipo scientifico ma anche per ottemperare alle direttive comunitarie relativamente alla Marine Strategy. L Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia - INGV acquisisce i dati dalla stazione sottomarina SN1 installata al largo delle coste di Catania, connessa alla infrastruttura sottomarina dell istituto INFN, per scopi di tipo scientifico. La stazione sottomarina SN1 è inoltre il primo nodo attivo di EMSO e rappresenta la prima infrastruttura installata in acque profonde in Italia per l analisi, in real time, dei terremoti. Inoltre SN1 è la prima stazione attiva in Italia per l Eraly Warning Tsunami, dell ALMA MATER di Bologna. Altresì, con l installazione di una Junction Box (nodo di diramazione) sono resi possibili una serie di esperimenti scientifici nell ambito del progetto EMSO Medit e del progetto EMSO, per il monitoraggio in real time dei parametri oceanografici e della colonna d acqua. 70

71 Entrambi gli istituti INFN e INGV, stanno lavorando per la costituzione di una Joint Research Unit insieme ai principali EPR italiani ed il sito di Catania sarà uno dei principali siti sottomarini operativi della JRU oltre a rappresentare un nodo strategico EMSO. Con l'ultimazione della darsena Commerciale destinata al traffico Ro-Ro e containers, il Porto di Catania ha ultimato la prima fase del processo di grande infrastrutturazione dello scalo e si appresta ad avviare la seconda fase destinata al miglioramento, razionalizzazione e potenziamento delle strutture e delle aree esistenti. A tal uopo è stato predisposto ed inviato in data , alla Presidenza del Consiglio dei Ministri ed al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, un documento contenente l'elenco delle opere che questa Amministrazione ritiene strategiche per completare l'assetto dello scalo etneo sotto tre profili principali: Miglioramento della sicurezza delle infrastrutture e dell'operatività portuale, mediante il consolidamento delle banchine e dei piazzali portuali per garantire i massimi standard antisismici, il rifiorimento della mantellata del molo di sottoflutto per migliorare la risposta alle mareggiate e a eventi calamitosi in genere, la creazione di strutture strategiche ai fini di Protezione Civile. Potenziamento delle connessioni stradali e della mobilità di merci e passeggeri fra il porto, l'interporto e l'aeroporto di Catania che sorgono a pochi chilometri di distanza. Concretizzazione del processo di integrazione fra porto e città, realizzazione di percorsi e interconnessioni fra l'area portuale e il tessuto urbano, razionalizzazione degli spazi, riconversione delle strutture portuali a nuove funzioni urbane, con l'obiettivo di rilanciare una rivisitata funzione strategica per le aree di waterfront che, puntando sulla vocazione turistica della Città di Catania, si proponga come volano dello sviluppo socio economico dell'intera area metropolitana etnea Dati forniti dall Autorità Portuale di Catania. 71

72 Tra le azioni che l Amministrazione Comunale sta portando avanti con l Autorità portuale risulta strategica l apertura del porto alla Città di Catania con una rivisitazione urbanistica, architettonica e di viabilità di tutti gli spazi urbani contigui che daranno un volto nuovo a questa parte della città e porranno fine a questa chiusura/separazione tra il porto e la sua città. All interno del nostro territorio esistono due aree di sviluppo industriale siti nei Comuni di Catania e Caltagirone con un estensione rispettivamente di ettari la prima e di 198,6 ettari la seconda. Entrambe le aree sono dotate di infrastrutture di base e opere di urbanizzazione primaria. L area di Catania, per via della posizione geografica, necessita di interventi di mitigazione del rischio idrogeologico e di messa in sicurezza. L area è gestita dall IRSAP ma una porzione resta territorialmente in capo al Comune di catania. 72

73 2. IL CONTESTO: Le condizioni interne 2.1 La Macrostruttura e l organigramma dell ente Con Deliberazione N. 132 del 07/10/2015 è stata revisionata l articolazione della Macrostruttura organizzativa dell Ente approvata con deliberazione di G.C. n 57 del e sono stati individuate le Direzioni, i servizi e le AA.PP. e PP.OO., in esecuzione della deliberazione di G.C. n. 8 del L Amministrazione ha dato atto che la nuova articolazione tiene conto delle sopraggiunte esigenze di carattere organizzativo, degli obiettivi che l Amministrazione intende realizzare, della necessità di contenere la spesa e di adeguare, al contempo, il numero delle PP.OO. e delle A.A.P.P. a quello delle posizioni dirigenziali previste in dotazione organica (40) e dell indirizzo politico originariamente impartito dall Ente con le citate deliberazioni. La macrostruttura è suddivisa in 2 aree di coordinamento cui fanno capo le Direzioni e i servizi organizzati in modo omogeneo. L unità organizzativa di base è l ufficio al cui capo sono posti, secondo la specificità della funzione, Alte Professionalità e/o Posizioni Organizzative. Si tratta di un organizzazione che sostanzialmente è di tipo funzionale. Tuttavia, la complessità dell ente in uno a processi di lavoro sempre più caratterizzati da multidisciplinarità stanno portando l ente a sperimentare modalità organizzative sempre più flessibili basate non sulla funzione ma sulla linea di processo produttivo dall input all output. Questo nuovo modo di affrontare la complessità valorizza il ruolo di coordinamento e integrazione. L organizzazione dell ente in atto così si presenta: 73

74 74

75 2.1.5 STRUTTURA ORGANIZZATIVA PERSONALE (al 31/12/2014) Categoria e posizione economica Previsti in dotazione organica In servizio n Categoria e posizione economica Previsti in dotazione organica In servizio n A C A.2 // 1 C.2 // 30 A.3 // 105 C.3 // 208 A.4 // // C.4 // 5 A.5 // 144 C.5 // 826 B D B.2 // 14 D.2 // 1 B D B.4 // 21 D.4 // 28 B.5 // 630 D.5 // 101 B.6 // 90 D.6 // 108 B.7 // 11 Dirigente TOTALE TOTALE Totale personale al Di ruolo - n 3030 Fuori ruolo - n 0 Dirigenti T.D. (D.lgs.267/2000 art. 110, co.1) - n 3 Dirigenti incaricati (ex art. 19, comma 6 del D.Lgs. n.165/01 - già inserito numericamente nella categoria D.6) - n 1 P.U.C. - n

76 PERSONALE (al 31/12/2015) Categoria e posizione economica Previsti in dotazione organica In servizio n Categoria e posizione economica Previsti in dotazione organica In servizio n A C A.2 // 1 C.2 // 27 A.3 // 102 C.3 // 198 A.4 // // C.4 // 6 A.5 // 133 C.5 // 792 B D B.2 // 12 D.2 // 1 B D B.4 // 21 D.4 // 28 B.5 // 612 D.5 // 96 B.6 // 79 D.6 // 98 B.7 // 10 Dirigente TOTALE TOTALE Totale personale al di ruolo n fuori ruolo n. (2 messi di conciliazione B.3) 2 Dirigenti T.D (D.lgs.267/2000 art. 110, co.1) 0 Dirigenti incaricati (ex art. 19, comma 6 del D.lgs n.165/01 (già inserito numericamente nella categoria D.6) 1 P.U.C. 183 Dare atto che la nostra dotazione organica non prevede la distribuzione per aree ma per profili professionali. 76

77 Ai sensi dell art. 109, 2 comma e dell art. 50, 10 comma del D. Lgs. 18 agosto 2000, n. 267 TUEL la responsabilità delle Direzioni sono state conferite ai sotto elencati Dirigenti: Posizioni dirigenziali al 31/12/2014 SETTORE Direzione GABINETTO DEL SINDACO - Ufficio Staff del Sindaco Servizio Servizi Informativi Direzione PRESIDENZA DEL CONSIGLIO COMUNALE Direzione AFFARI ISTITUZIONALI Direzione AFFARI LEGALI Servizio I Area Servizio II Area Direzione CORPO DI POLIZIA MUNICIPALE - UTU Servizio Area tecnico operativa ed UTU (con funzioni di Vice Comandante) Direzione RISORSE UMANE E ORGANIZZAZIONE - CONTROLLO DI GESTIONE Servizio Gestione Economica del Personale Servizio Sicurezza nei posti di lavoro ed ergonomia Direzione RAGIONERIA GENERALE - PROVVEDITORATO ED ECONOMATO Servizio Bilancio - Entrate e Spesa Direzione PATRIMONIO Direzione SVILUPPO ATTIVITA' PRODUTTIVE DIRIGENTI DR. MASSIMO ROSSO ING. MAURIZIO CONSOLI ING. ANGELO GRECO AVV. FRANCESCO GULLOTTA AVV. MARCO PETINO AVV. MARCO PETINO (INTERIM) AVV. DANIELA MACRI DR. PIETRO BELFIORE DR. STEFANO SORBINO DR. ROBERTO POLITANO (INTERIM) DR. ROBERTO POLITANO (INTERIM) ING. FABRIZIO D EMILIO DR. ETTORE DE SALVO AVV. FRANCESCO GULLOTTA (INTERIM) ARCH. MARIA LUISA AREDDIA DR. ALESSANDRO MANGANI 77

78 Direzione URBANISTICA E GESTIONE DEL TERRITORIO - DECORO URBANO Servizio PRG Pianificazione Urbanistica Progetti Speciali Servizio Condono Edilizio e Antiabusivismo Direzione MANUTENZIONI E SERVIZI TECNICI - SERVIZI CIMITERIALI -DEMOLIZIONE OPERE ABUSIVE Servizio Manutenzioni lavori a danno Servizio Servizi Cimiteriali e Funebri Direzione LAVORI PUBBLICI E PROTEZIONE CIVILE Servizio Progettazione di nuove opere, di infrastrutture, e di servizi a rete - PUM, PUT - Mobilità e Viabilità - Riqualificazione dello spazio pubblico urbano ed immobili di interesse storico e artistico (restauro) Servizio Tutela e Salvaguardia del Territorio - Protezione Civile - Pubblica Incolumità Direzione SERVIZI DEMOGRAFICI, DECENTRAMENTO e STATISTICA Servizio Statistica e Qualità dei Servizi al Cittadino Direzione PUBBLICA ISTRUZIONE- SPORT - PARI OPPORTUNITA' Servizio Sport Direzione FAMIGLIA E POLITICHE SOCIALI Direzione ECOLOGIA E AMBIENTE - AUTOPARCO-VERDE Servizio Ecologia - Attività Ispettive - Controllo scarichi - Disinfezione, Mare, Randagismo e Progetto Animali Servizio Progettazione e Lavori per il verde - Tutela e gestione del verde pubblico Giardino Bellini e Parchi Servizio Servizi N.U. e rapporti con la SRR Direzione CULTURA E TURISMO ARCH. GABRIELLA SARDELLA ARCH. ROSANNA PELLERITI ING. GAETANO BONANNO ING. ORAZIO PALMERI ING. ORAZIO PALMERI (INTERIM) ING. FABRIZIO D EMILIO (INTERIM) ING. CORRADO PERSICO (INTERIM) ING. CORRADO PERSICO (INTERIM) ARCH. MARIA LUISA AREDDIA (INTERIM) DR. ROBERTO POLITANO DR. ROBERTO POLITANO (INTERIM) DR. PAOLO ITALIA DR. PAOLO ITALIA (INTERIM) ING. CORRADO PERSICO ING. SALVATORE COCINA DR. ROSARIO PUGLISI ING. SALVATORE COCINA (INTERIM) ING. SALVATORE COCINA (INTERIM) ARCH. AUGUSTA EMANUELE 78

79 All atto di adozione del presente documento si è registrata un ulteriore contrazione di dirigenti in servizio per cui le posizioni dirigenziali al 31/12/2015 risultano così distribuite: Posizioni dirigenziali al 31/12/2015 SETTORE Direzione GABINETTO DEL SINDACO - Ufficio Staff del Sindaco Vice Capo Gabinetto Vicario Servizio Servizi Informativi Direzione PRESIDENZA DEL CONSIGLIO COMUNALE Direzione AFFARI ISTITUZIONALI Direzione AFFARI LEGALI Servizio I Area Servizio II Area Direzione CORPO DI POLIZIA MUNICIPALE - UTU Servizio Area tecnico operativa ed UTU (con funzioni di Vice Comandante) Direzione RISORSE UMANE E ORGANIZZAZIONE - CONTROLLO DI GESTIONE Servizio Gestione Economica del Personale Servizio Sicurezza nei posti di lavoro ed ergonomia Direzione RAGIONERIA GENERALE - PROVVEDITORATO ED ECONOMATO Servizio Bilancio - Entrate e Spesa Pubblicità e Affissioni Direzione PATRIMONIO Direzione SVILUPPO ATTIVITA' PRODUTTIVE DIRIGENTI DR. GIANLUCA EMMI ING. MAURIZIO CONSOLI DR. PAOLO ITALIA (INTERIM) ARCH. MARIA LUISA AREDDIA AVV. MARCO PETINO AVV. MARCO PETINO (INTERIM) AVV. DANIELA MACRI DR. PIETRO BELFIORE DR. STEFANO SORBINO DR. ROBERTO POLITANO (INTERIM) DR. ROBERTO POLITANO (INTERIM) ING. FABRIZIO D EMILIO DR. ROBERTO POLITANO (INTERIM) AVV. FRANCESCO GULLOTTA (INTERIM) ING. CORRADO PERSICO DR. ALESSANDRO MANGANI 79

80 Direzione URBANISTICA E GESTIONE DEL TERRITORIO - DECORO URBANO Servizio PRG Pianificazione Urbanistica Progetti Speciali Servizio Condono Edilizio e Antiabusivismo Direzione MANUTENZIONI E SERVIZI TECNICI - SERVIZI CIMITERIALI -DEMOLIZIONE OPERE ABUSIVE Servizio Manutenzioni lavori a danno Servizio Servizi Cimiteriali e Funebri Direzione LAVORI PUBBLICI E PROTEZIONE CIVILE Servizio Progettazione di nuove opere, di infrastrutture, e di servizi a rete - PUM, PUT - Mobilità e Viabilità - Riqualificazione dello spazio pubblico urbano ed immobili di interesse storico e artistico (restauro) Servizio Tutela e Salvaguardia del Territorio - Protezione Civile - Pubblica Incolumità Direzione SERVIZI DEMOGRAFICI, DECENTRAMENTO e STATISTICA Servizio Statistica e Qualità dei Servizi al Cittadino Direzione PUBBLICA ISTRUZIONE- SPORT - PARI OPPORTUNITA' Servizio Sport Direzione FAMIGLIA E POLITICHE SOCIALI Direzione ECOLOGIA E AMBIENTE - AUTOPARCO-VERDE Servizio Ecologia - Attività Ispettive - Controllo scarichi - Disinfezione, Mare, Randagismo e Progetto Animali Servizio Progettazione e Lavori per il verde - Tutela e gestione del verde pubblico Giardino Bellini e Parchi Servizio Servizi N.U. e rapporti con la SRR Direzione CULTURA E TURISMO ARCH. GABRIELLA SARDELLA ARCH. ROSANNA PELLERITI ING. GAETANO BONANNO ING. CORRADO PERSICO (INTERIM) ING. CORRADO PERSICO (INTERIM) ING. FABRIZIO D EMILIO (INTERIM) ING. CORRADO PERSICO (INTERIM) ING. CORRADO PERSICO (INTERIM) ARCH. MARIA LUISA AREDDIA (INTERIM) DR. ROBERTO POLITANO DR. ROBERTO POLITANO (INTERIM) DR. PAOLO ITALIA DR. PAOLO ITALIA (INTERIM) AVV. FRANCESCO GULLOTTA ING. CORRADO PERSICO (INTERIM) DR. ROSARIO PUGLISI ING. CORRADO PERSICO (INTERIM) ING. CORRADO PERSICO (INTERIM) AVV. FRANCESCO GULLOTTA (INTERIM) 80

81 Di seguito si riporta lo schema relativo alla distribuzione dei titolari di Alta Professionalità e di Posizione Organizzativa al 31/12/ ELENCO TITOLARI DI INCARICO DI ALTA PROFESSIONALITA' E DI POSIZIONE ORGANIZZATIVA - aggiornato al DIREZIONE A. P. P.O NOMINATIVO PROFILO PROFESSIONALE N. PROVV. D'INCARICO SCADENZA INCARICO Ufficio Stampa Comunicazione U.R.P. Dr. Sebastiano Molino Redattore Capo 03/0084 del /01/ /01/2015 Segreteria Particolare del Sindaco Vice Capo di Gabinetto Carbone Patrizia Funzionario Amministrativo 03/0510 del /07/ /07/2015 GABINETTO DEL SINDACO Ufficio Staff del Sindaco Affari Generali - Rapporti con le Istituzioni Attività ispettive e coordinamento eventi temporanei nel centro storico Antonio Poeta Istruttore DirettivoTecnico 03/0564 del /08/ /08/2015 Sponsorizzazioni Strazzeri Patrizia Istruttore Direttivo Amm.vo 03/0508 del /07/ /07/2015 Aziende Partecipate e Istituzioni Networking Telecomunicazioni Gestione Web Internet / Intranet I.D.C. d.ssa Domenica Baudo Istruttore Direttivo Culturale 03/0507 del /07/ /07/2015 Ing. Renato Barrica Analista Informatico A04/003/DIR del /01/ /01/ Dati forniti dalla Direzione Risorse Umane e Organizzazione C.D.G. Ufficio Servizio Civile. 81

82 Segreteria del Presidente e Istruttoria adempimenti consiliari d.ssa Patrizia Aloisio Addetto alle Pubbliche Relazioni e Stampa 00/24 del /07/ /07/2015 PRESIDENZA DEL CONSIGLIO Studi e aggiornamenti normativi - Rapporti con le Municipalità - Adempimenti vari di Direzione d.ssa Antonella Bonanno Istruttore Direttivo Amm.vo 00/23 del /07/ /07/2015 Segreteria Gruppi e Commissioni Consiliari Affari Generali Rag. Salvatore Parisi Istruttore Direttivo Contabile 00/22 del /07/ /07/2015 Istruttoria atti deliberativi di G.M. - Archivio Generale Albo Pretorio d.ssa Pace Nunziata Funzionario Amministrativo 01/03/Dir del /01/ /01/2015 AFFARI ISTITUZIONALI Notifiche Protocollo Generale -Ufficio regolamenti -Gestione archivio Commissione Elettorale Circondariale d.ssa Bruno Giuseppa Bibliotecario 01/052 del /12/ /12/2015 Sig.ra Alessi Grazia Istruttore Direttivo Amm.vo 01/051 del /12/ /12/2015 Logistica Risorse Umane e Organizzazione Renato Valenti Ispettore Superiore di P.M A09/351 del 22/05/ /05/ /05/2015 Servizi Integrati d.ssa Maria Pia Di Primo Ispettore Superiore di P.M A09/349 del 22/05/ /05/ /05/2015 CORPO DI POLIZIA MUNICIPALE Gestione Procedure sanzionatorie Viabilità e Sicurezza stradale Salvatore Torrisi Ispettore Superiore di P.M A09/353 del 22/05/ /05/ /05/2015 Dr. Gaspare Morsellino Ispettore Superiore di P.M A09/350 del 22/05/ /05/ /05/2015 Polizia Commerciale Dr. Francesco Caccamo Ispettore Superiore di P.M A09/352 del 22/05/ /05/ /05/2015 Sezioni Indagini Statistiche e Programmi Relazioni Pubbliche Sig. Giovanni Pirrone Istruttore Direttivo Amm.vo 01/028 del n. 01/030 del /08/ /08/

83 Sezione Controllo e Segnaletica Suolo pubblico - Infrastrutture e viabilità Ing. Giuseppe Ragusa Ingegnere 01/029 del e n. 01/031 del /08/ /08/2015 Sezione Sottosuolo e Giuridico Amministrativa Controllo scavi su sede stradale Geom Sebastiano Scaccianoce Istruttore Direttivo Tecnico 01/027 del /08/ /08/2015 Gestione SIT non assegnata Avvocato Avv. Agata Barbagallo Avvocato - Funzionario Legale 02/35/DIR AA.LL. del 27/01/11 01/01/ /12/2014 Avvocato Avv. Buccheri Fabio Istruttore Direttivo Legale Avvocato Avv. Donata Deodati Avvocato - Funzionario Legale 02/35/DIR AA.LL. del /01/ /12/2014 Avvocato Avv. Anna Maria Liuzzo Avvocato - Funzionario Legale 02/35/DIR AA.LL. del /01/ /12/2014 Avvocato Avv. Santa Anna Mazzeo Avvocato - Funzionario Legale 02/35/DIR AA.LL. del /01/ /12/2014 AFFARI LEGALI Avvocato Avv. Walter Perez Avvocato - Funzionario Legale 02/35/DIR AA.LL. del /01/ /12/2014 Avvocato Avv. Rosario Russo Avvocato - Funzionario Legale 02/35/DIR AA.LL. del /01/ /12/2014 Funzionario Legale Avv. Leonardo Arcidiacono Avvocato - Funzionario Legale 02/05/DIR AA.LL.del /01/ /01/2015 Funzionario Legale Avv. Maria Gennaro Istruttore Direttivo Legale 02/05/DIR AA.LL.del /01/ /01/2015 Funzionario Legale Avv. Emanuele Licciardello Istruttore Direttivo Legale 02/05/DIR AA.LL.del /01/ /01/2015 RISORSE UMANE E ORGANIZZAZIONE CONTROLLO DI GESTIONE - Ufficio Servizio Civile Piano Triennale delle assunzioni Ufficio disciplina Dirigenti - Organizzazione Organici Contratto decentrati d.ssa Giovanna Longhitano Funzionario Amministrativo 03/0008 del /01/ /01/

84 Contenzioso - Regolamenti Ufficio Valutazione - Selezione e Formazione Dr. Salvatore Di Giovanni Funzionario Amministrativo 03/0373 del /05/ /05/2015 Supporto informatico alla Direzione del Personale - Gestione Economica Gestione Presenze Ing. Alfredo Pennisi Ingegnere 03/0368 del /05/ /05/2015 Politiche giovanili d.ssa Margherita Oliva Bibliotecario 03/0367 del /05/ /05/2015 Ufficio Disciplina Comparto Gestione Presenze Monitoraggio benefit Previdenza e Pensionamento Salario accessorio Gestione Stipendi Sig. Filippo Conti Istruttore Direttivo Amm.vo 03/0372 del /05/ /05/2015 non assegnata Rag. Concetta Privitera Istruttore Direttivo Amm.vo 03/0369 del /05/ /05/2015 Contabilità e Bilancio Rag, Adriana Marsala Istruttore Direttivo Amm.vo 03/0370 del /05/ /05/2015 Pianificazione esecutiva di Gestione e degli Obiettivi - Reporting e monitoraggio obiettivi PEG e PDO Rag. Annamaria De Luca Istruttore Direttivo Contabile 03/0371 del /05/ /05/2015 RAGIONERIA GENERALE - PROVVEDITORATO ED ECONOMATO Politiche e Sviluppo Finanza Locale ed Entrate Pubblicità e Affissioni - Bilancio e spesa D.ssa Eugenia Messina Istruttore Direttivo Contabile A04/001/DIR del 05/01/ /01/ /01/2015 Dr. Gian Luca Emmi Funzionario Contabile A04/002/DIR del 05/01/ /01/ /01/

85 Fornitura Beni e Servizi e Lavori Economato Stesura Contratti Dr. Gianpaolo Adonia Funzionario Amministrativo B16/04 del /01/ /01/2015 Servizi Amministrativi - Affari Generali - Supporto Informatico alla Direzione Ragioneria Generale, Direzione Attività Produttive e Patrimonio economato d.ssa Anna Maria Giammona Geom. Alberto Costantino Istruttore Direttivo Contabile A04/007/DIR del /01/ /01/2015 Istruttore Direttivo Tecnico A04/008/DIR del /01/ /01/2015 Gestione Fiscale delle Affissioni e delle Pubblicità Rag. Alfonso Vinci Istruttore Direttivo Contabile A04/013/DIR del 05/01/ /01/ /01/2015 ICI e TARSU Rag. Raffaele Castro Istruttore Direttivo Contabile A04/006/DIR del /01/ /01/2015 Contabilità Generale - Entrate Rag. Sebastiano Blancato Istruttore Direttivo Contabile A04/004/DIR del /01/ /01/2015 Contabilità Generale Spese Rag. Roberto Giordano Istruttore Direttivo Amm.vo A04/011/DIR del /01/ /01/2015 Gestione del Bilancio Bilancio e Programmazione e PEG Rag. Rosanna Giannetti Istruttore Direttivo Contabile A04/013/DIR del /01/ /01/2015 Gestione Bilancio - Controllo Finanziario Rag. Vittoria Cicchello Istruttore Direttivo Contabile A04/007/DIR del /01/ /01/2015 Gestione Bilancio Rendicontazione Controllo Finanziario Investimenti e Mutui TOSAP -Finanziamenti Speciali d.ssa Antonella Mancuso Rag. Benedetto Quintilio Castellano Istruttore Direttivo Amm.vo A04/012/DIR del /01/ /01/2015 Istruttore Direttivo Contabile A04/004/DIR del /01/ /01/2015 URBANISTICA E GESTIONE DEL TERRITORIO Concessioni Edilizie Autorizzazioni Edilizie Ing. Salvatore Bonaccorsi Arch. Loretta Granzotto Ingegnere 07/39 del /01/ /01/2015 Architetto 07/39 del /02/ /02/2015 Coordinamento d.ssa Lucia Ferrara Istruttore Direttivo Amm.vo 07/797 del /06/ /06/

86 Amministrativo e Gestionale Rischio Sismico Arch. Salvatore Magrì Architetto 07/374 del /04/ /04/2016 Controllo Entrate e altri adempimenti connessi al rilascio titoli edilizi Ing. Michele Randazzo Ingegnere 07/885 del /06/ /06/2015 Dichiarazioni inizio attività (D.I.A.) Coordinamento geologico e studio dei rischi Geom. Francesco Ranno non assegnata Istruttore Direttivo Tecnico 07/863 del /06/ /06/2015 Antiabusivismo Edilizio Ing. Agata Gulizia Ingegnere 07/8835 del /06/ /06/2015 Concessioni in sanatoria Coordinamento tecnico e controllo entrate non assegnata Edilizia Economica Popolare Convenzionata Programmi Costruttivi Ufficio casa Social Housing Arch. Antonio Iannizzotto Istruttore Direttivo Tecnico B16/54 del /01/ /01/2015 PATRIMONIO Patrimonio Demanio - Immobili Confiscati - PON Sicurezza - Espropriazioni ed Occupazioni Affitti Speciali e Locazioni 86

87 Area Mercatale Dr. Giuseppe Fichera Istruttore Direttivo Amm.vo 06/72 del /05/ /05/2013 SVILUPPO ATTIVITA PRODUTTIVE Ufficio Tutela del Consumatore Area non Mercatale Pianificazione commerciale e Sportello unico per le Imprese d.ssa Margherita Cuscunà non assegnata Pubblici Esercizi non assegnata Pedagogista 06/73 del /05/ /05/2013 Mercati all ingrosso non assegnata Attività Amministrativa di supporto alla Scuola Assistenza Scolastica - Orientamento Scolastico City Lab non assegnata PUBBLICA ISTRUZIONE - SPORT - PARI OPPORTUNITA' Scuola Materna d.ssa Alfia Pina Sciuto Pedagogista 10/076 del /05/ /05/2013 Attività Parascolastiche d.ssa Contino Silvana Pedagogista 10/077 del /05/ /05/2013 Gestione Impianti in uso Dr. Roberto Marza Istruttore Direttivo Amm.vo A14/08/Dir del /05/ /05/2015 Gestione Impianti in convenzione e Grandi eventi sportivi Ing. Massimiliano Nicosia Funzionario Tecnico A14/09/Dir del /05/ /05/

88 Manutenzioni edilizie: Sport Scuole - Edifici comunali Cantieri Scuola Ing. Finocchiaro Fabio Istruttore Direttivo Tecnico 05/70 del /01/ /01/2015 MANUTENZIONI E SERVIZI TECNICI - SERVIZI CIMITERIALI - DEMOLIZIONE OPERE ABUSIVE Manutenzioni strade Fognature - Impianti elettrici, idrici e tecnologici- Pubblica illuminazione Coordinamento operativo e attuazione interventi di manutenzione edilizie: edifici comunali, edifici scolastici, impianti sportivi. Ing. Filippo Riolo Ingegnere 05/69 del /01/ /01/2015 Geom. Orazio Santonocito 58 Istruttore Direttivo Tecnico 05/443 del /06/ /06/2015 Coordinamento operativo e attuazione interventi di manutenzione strade, fognature, sottoservizi a rete. Ing. Salvatore Ferracane Ingegnere 05/437 del /06/ /06/2015 Coordinamento operativo e attuazione interventi di manutenzione impianti elettrici, idrici e tecnologici Ing. Lorenzo Guarnera Istruttore Direttivo Tecnico 05/443 del /04/ /04/2016 Servizi Cimiteriali Dr. Paolo Romano Istruttore Direttivo Amm.vo 05/444 del /04/ /04/

89 Coordinamento RUP dell'ente Programmazione triennale OO.PP. Ing. Salvatore Marra Ingegnere 05/67 del /01/ /01/2015 LAVORI PUBBLICI E PROTEZIONE CIVILE P.R.U.S.S.T., Progetti di finanza - Ufficio Stralcio ex Ufficio speciale Protezione Civile e supporto operativo alla Pubblica incolumità Geom. Salvatore Fiscella Istruttore Direttivo Tecnico 05/436 del /06/ /05/2015 Servizi Generali Personale Protocollo Gestione Economica Controllo di Gestione - Economato Centro territoriale 1 Centro territoriale 2 d.ssa Antonina Roccella d.ssa Carmela Impeduglia d.ssa Lucia Rita Leonardi Istruttore Direttivo Contabile 11/769 del 18/05/ /05/ /05/2015 Funzionario Servizi Sociali 11/789 del 21/05/ /05/ /05/2015 Funzionario Servizi Sociali 11/790 del 21/05/ /05/ /05/2015 FAMIGLIA E POLITICHE SOCIALI Centro territoriale 3 D.ssa Venera Costanzo Pellegrino Assistente Sociale 11/791 del 21/05/ /05/ /05/2015 Centro territoriale 4 Dr. Vilfrido Urso Assistente Sociale 11/792 del 21/05/ /05/ /05/2015 Centro territoriale 5 non assegnata Programmazione e strumenti di sistema d.ssa Giuseppa Delfa Assistente Sociale 11/771 del 18/05/ /05/ /05/2015 Accreditamento e integrazione sociosanitaria d.ssa Maria Teresa Sorbello Assistente Sociale 11/788 del 18/05/ /05/ /05/2015 Responsabilità familiari D.ssa Rita Brischetto Assistente Sociale 11/773 del 18/05/ /05/ /05/

90 Inclusione sociale Problematiche cittadine relative a ROM Sostegno alla Domiciliarità d.ssa Carmela Campione non assegnata Assistente Sociale 11/774 del 18/05/ /05/ /05/2015 Asili Nido d.ssa Grazia Scalia Istruttore Direttivo Amm.vo 10/075 del /05/ /05/2013 Ufficio Elettorale P.I. Salvatore Castorina Istruttore Direttivo Amm.vo 12/300 del /05/ /05/2015 Rapporti tra gli Uffici Anagrafe Dr. Mario Baudanza Istruttore Direttivo Amm.vo 12/311 del e n. 12/420 del /05/ /05/2015 Rapporti tra gli Uffici di Stato Civile non assegnata I Municipalità Geom. Rosario Marino Istruttore Direttivo Tecnico 12/295 del e n. 12/415 del /05/ /05/2015 SERVIZI DEMOGRAFICI, DECENTRAMENTO E STATISTICA II Municipalità Dr. Vincenzo Stancanelli Bibliotecario III Municipalità d.ssa Maria Piccitto Funzionario Amministrativo 12/297 del e n. 12/322 del /296 del e n. 12/394 del /05/ /05/ /05/ /05/2015 IV Municipalità Geom Daniele Cantatore Istruttore Direttivo Tecnico 12/294 del e n. 12/414 del /05/ /05/2015 V Municipalità Dr. Antonino Giuffrida Bibliotecario 12/302 del e n. 12/320 del /05/ /05/2015 VI Municipalità Dr. Santo Grasso Istruttore Direttivo Culturale 12/298 del e n. 12/323 del /05/ /05/2015 Supporto informatico alla Direzione SS.DD. e Decentramento d.ssa Luciana De Luca Istruttore Direttivo Amm.vo 12/331 del /05/ /05/

91 Programmazione strategica - Controllo amministrativo e regolamenti - Affari generali Gestione del personale Prevenzione inquinamento Dr. Vincenzo Caruso Funzionario Servizi Sociali 13/223 del /05/ /05/2015 Dr. Carmelo Oliveri Chimico Industriale 13/224 del /05/ /05/2015 ECOLOGIA E AMBIENTE - AUTOPARCO - VERDE Prevenzione inquinamento di natura fisica d.ssa Belcastro Giuseppina Biologo 13/021 del /01/ /05/2015 Autorizzazioni sanitarie d.ssa Carmela Cosenza Biologo 13/225 del /05/ /05/2015 Disinfezione, disinfestazione Dr. Emanuele Aloisio Istruttore Direttivo Amm.vo 13/230 del /05/ /05/2015 Gestione coste e mare- Progetti e conformità- Risparmio Energetico Ing. Luciana Giarrusso Ingegnere 13/226 del /05/ /05/2015 Officina e Servizi Interni d.ssa Francesca Banno Funzionario Ispettore N.U 13/228 del /05/ /05/2015 Servizi Esternalizzati d.ssa Luisa Balsamo Funzionario Amministrativo 13/229 del /05/ /05/2015 CULTURA E TURISMO Sistema bibliotecario centrale Progetti Speciali, Mostre e Promozione eventi, Segreteria amministrativa d.ssa Anna Quartarone Bibliotecario 15/69/Dir del /06/ /06/2015 Dr. Salvatore Lo Giudice Istruttore Direttivo Tecnico 15/70/Dir del /06/ /06/2015 Museo Belliniano e Chiesa monumentale San Nicolò la Rena - Museo Emilio Greco ed Archivio storico Dr. Silvano Marino Bibliotecario 15/71/Dir del /06/ /06/

92 Centro fruizione beni culturali, ambientali e musei - Restauro e conservazione beni storico-artistici comunali non assegnata Castello Ursino d.ssa Valentina Noto Istruttore Direttivo Amm.vo 15/117/Dir del /10/ /10/2015 Progetto Immigrati Casa dei Popoli Sviluppo e promozione turistica d.ssa Paola Scuderi Istruttore Direttivo Culturale 15/73/Dir del /06/ /06/2015 d.ssa Maria Lipari Funzionario Amministrativo 15/72/Dir del /06/ /06/

93 Per il 2016 le P.O. saranno riassegnate previo espletamento delle procedure di bando come rideterminate nella delibera di G.M. n. 132 del 07/10/2015 su un totale di n 76 P.O. Il contesto interno dell Ente presenta punti di debolezza e punti di forza comuni sia al capitale umano sia alle risorse economiche finanziarie. L Ente presenta un forte squilibrio nei profili professionali con un allarmante carenza di Top Management difficilmente colmabile nel breve periodo stante i vincoli normativi alle nuove assunzioni e il forte impatto del processo di stabilizzazione del personale precario sugli spazi assunzionali e di turn over. 93

94 STRUTTURE OPERATIVE Tipologia ESERCIZIO IN CORSO PROGRAMMAZIONE PLURIENNALE Anno 2015 Anno 2016 Anno 2017 Anno 2018 Asili nido n. 734 posti Scuole materne n posti n Scuole elementari n posti n Scuole medie n posti n Strutture residenziali per anziani n. 0 posti n Farmacie comunali n. n. 0 n. 0 n. 0 n. 0 Rete fognaria in Km - bianca 97,00 98,00 98,00 98,00 - nera 0,00 0,00 0,00 0,00 - mista 0,00 0,00 0,00 0,00 Esistenza depuratore Si X No Si X No Si X No Si X No Rete acquedotto in Km 780,00 780,00 780,00 780,00 Attuazione servizio idrico integrato Si X No Si X No Si X No Si X No Aree verdi, parchi, giardini n. 370 n. 370 n. 370 n. 370 hq. 350,00 hq. 350,00 hq. 350,00 hq. 350,00 Punti luce illuminazione pubblica n n n n Rete gas in Km 350,00 350,00 350,00 350,00 Raccolta rifiuti in quintali - civile , , , ,00 - industriale 0,00 0,00 0,00 0,00 - racc. diff.ta Si No X Si No X Si No X Si No X Esistenza discarica Si X No Si X No Si X No Si X No Mezzi operativi n. 58 n. 58 n. 58 n. 58 Veicoli n. 148 n. 148 n. 148 n. 148 Centro elaborazione dati Si X No Si X No Si X No Si X No Personal computer n n n n Altre strutture (specificare) 94

95 2.3 Analisi caratteri qualitativi/quantitativi del personale: scheda La scheda evidenzia l analisi quali-quantitativa del personale ed evidenzia in maniera allarmante l irrilevanza quantitativa del top management e un addensarsi del personale sulle fasce medio basse. Questo dato influisce come è ovvio sulla qualità della produzione amministrativa a cui si può ovviare solo con massicci interventi formativi e processi di riqualificazione, non potendovi provvedere con assunzione di nuovo personale stante i vincoli normativi e contabili sulla materia. ANALISI CARATTERI QUALITATIVI /QUANTITATIVI Scheda CATEGORIE 2015 T. D UOMINI T. D DONNE T. D DIRETTORI DIRIGENTI 6 1 (Incaricato interno) (Incaricato interno) INCARICO A.P* INCARICO P.O.** FUNZIONARI (D3) 79 1(puc) ISTRUTTORI DIRETTIVI (D1) 312 5(puc) (puc) ISTRUTTORI (C) (puc) (puc) COLLABORATORI (B3) ESECUTORI (B1) OPERATORI (A) GIORNALISTI TOTALI esclusi * e ** (PUC) (PUC ) (PUC) +1 95

96 2.3.1 Analisi di genere e indice di vecchiaia del personale Oltre alla carenza allarmante di top management la situazione per genere del personale evidenzia una perdita, anche di genere, sia su tale profilo che su altri. Gli ultimi pensionamenti hanno, infatti, interessato, in modo rilevante le dipendenti. Tuttavia, la presenza complessiva delle donne nel nostro ente continua a mantenere una discreta percentuale passando dal 41,32% del 2013 al 41,29 del Anche per le donne emerge un dato preoccupante, quello dell età media del personale che si attesta sui 55 anni, mantenendosi comunque più bassa dell età media del personale femminile dirigente. ANALISI DI GENERE Indicatori 2013 % 2014 % Diff. % % di dirigenti donne 25,00% 22,72% - 2,28% % di donne rispetto al totale del personale 41,32% 41,29% - 0,03% Stipendio medio percepito dal personale donna , ,74 7,78% % di personale donna assunto a tempo indeterminato 0% 0% 0% Età media del personale femminile (personale dirigente) % Età media del personale femminile (personale non dirigente) ,85% % di personale donna laureato rispetto al totale personale femminile 26,48% 25,36% - 1,12% Giorni di formazione femminile (su giorni lavorati) 0,26% 0.14% % 96

97 La tabella rappresenta in modo evidente una delle più forti criticità dell organizzazione, quella relativa allo stato delle risorse umane. L età media del personale, a prescindere dai profili, si attesta a 56 anni, con un lieve miglioramento per il personale del comparto dovuto non all immissione di nuovo personale ma al massiccio esodo per pensionamento del 2014 (circa 135 unità) e 2015 (circa 129). Il personale in servizio dal 2009 al 2014 è costantemente in diminuzione; infatti, mentre al 31/12/2009 si attesta a n 3793 dipendenti, al 31/12/2015 risulta di n Indicatori 2013 % 2014 % Diff. % Età media del personale (anni) ,82% Età media dei dirigenti (anni) ,75% Tasso di crescita unità di personale negli anni (2010 rispetto 2009) % Tasso di crescita unità di personale negli anni (2011 rispetto 2010) - 3,24% Tasso di crescita unità di personale negli anni (2012 rispetto 2011) - 5,74% Tasso di crescita unità di personale negli anni (2013 rispetto 2012) - 3,12% Tasso di crescita unità di personale negli anni (2014 rispetto 2013) - 4,03% Tasso di crescita unità di personale negli anni (2015 rispetto 2014) - 4,72% % di dipendenti in possesso di laurea 10,36% 10,42% 0,06% % di dirigenti in possesso di laurea 100% 100% 0 Giorni di formazione (su giorni lavorati) 0,21% 0,10% - 0,11% Turnover del personale 2,89% 4,03% 1,14% Costi di formazione/spese del personale 0,03% 0,06% 0,03% 97

98 Il blocco del turnover in uno agli obiettivi del Piano di riequilibrio stanno portando ad una significativa contrazione delle risorse umane che, insieme alle altre criticità, rendono oltremodo complessa la gestione del personale. Infatti, questo dato va letto in stretta correlazione con la percentuale di turnover che risulta del tutto irrilevante rispetto alle cessazioni. In ultimo, non può non evidenziarsi come soltanto il 10,42% del personale è in possesso di laurea, per cui, in generale, vi è una forte necessità di innalzare l indice della professionalità e delle competenze. Per il 2016 il comune di Catania, stante i vincoli normativi, sarà impegnato a rappresentare, nelle sedi competenti, la necessità di un inversione di tendenza che tenga conto, soprattutto per le posizioni dirigenziali come per altre funzioni dell ente, delle oggettive criticità che sta vivendo il Comune di Catania, per la grave carenza di risorse umane. Per un approfondimento della materia si rinvia al paragrafo 2.3.2, relativo al quadro giuridico del personale, mentre gli obiettivi dell Amministrazione sono contenuti nella parte seconda della Sezione operativa, al capitolo 12 relativo al Piano triennale del fabbisogno del personale. 98

99 2.3.2 Il quadro normativo relativo alla gestione del personale Da qualche anno, ormai, sulla variabile strategica più importante di un organizzazione, quella delle risorse umane, pesano sempre più una molteplicità di vincoli normativi e contabili, che spesso non tengono conto del reale contesto interno dell ente, ma mirando esclusivamente al principio di contenimento della spesa, generano indirettamente effetti negativi sulla gestione amministrativa. Il sistema delle regole, con continui cambiamenti a volte complicato da difficoltà interpretative, ha reso molto complessa la gestione delle risorse umane. Dopo anni di provvedimenti, tutti finalizzati a ridurre la spesa e sostanzialmente a bloccare il turnover negli enti locali, cosa che sta portando con sé un ulteriore effetto negativo quale quello relativo all innalzamento dell età media del personale comunale, il quadro normativo traccia una prima modesta inversione di tendenza con il D.L. 90/2014, convertito dalla Legge 11 agosto 2014, n La legge ha introdotto interessanti novità sia in materia di vincoli generali di contenimento della spesa di personale sia in materia di vincoli assunzionali. Con riferimento alla prima questione, l art. 3, comma 5 bis del D.L. 90/2014, convertito dalla Legge 114/2014, ha inserito, all art. 1 della legge 296/2006, il comma 557 quater che consente agli enti di assumere nell ambito del valore medio del triennio precedente all entrata in vigore della legge (triennio ). Inoltre, nell ambito della propria autonomia, l ente, al fine di rispettare l obbligo di contenimento della spesa, può: ridurre l incidenza della spesa di personale rispetto al complesso delle spese correnti attraverso il reintegro parziale dei cessati e la riduzione della spesa per lavoro flessibile; procedere alla razionalizzazione e snellimento della macrostruttura attraverso l accorpamento di direzioni e uffici (cosa che il Comune di Catania ha fatto con le deliberazioni citate nel precedente paragrafo); 99

100 contenere le dinamiche di crescita della contrattazione integrativa (obiettivo imposto all ente dal Piano di riequilibrio ai sensi del comma 9 dell art. 243 bis del TUEL). Dopo anni di obbligatoria riduzione della spesa di personale rispetto all anno precedente, dal 2014, quindi, la spesa di personale si deve mantenere nei limiti del valore medio della spesa del triennio. Con l art. 3, comma 5 del D.L. 90/2014 viene abrogato anche l art. 76 comma 7 del D.L. 112/08 convertito dalla Legge 133/08 che stabiliva il divieto assoluto di assunzione per gli enti che avessero una incidenza di spesa del personale sulla spesa corrente pari o superiore al 50%. La nuova disposizione non richiede più che in tale calcolo venga inserita la quota parte di spesa riferita ad aziende speciali, istituzioni e società a partecipazione pubblica totale o di controllo, limitandosi ad attribuire all ente locale il coordinamento delle politiche assunzionali di tali organismi e a far obbligo anche per questi ultimi, di una graduale riduzione delle spese di personale. La Corte dei Conti Sezione Autonomie con deliberazione n. 27 del 18/09/2015 ha ritenuto, accedendo ad una interpretazione logico-sistematica più restrittiva, che le disposizioni contenute nel comma 557 lett. a) della Legge 296/06 vadano considerate come immediatamente precettive, rimettendo in discussione gli effetti positivi dell intervento normativo del D.L. 90/2014, e rimettendo al centro il rapporto spese correnti/spese di personale. Per quanto attiene la seconda problematica, quella dei limiti assunzionali la questione risulta altrettanto complessa. Intanto gli enti locali soggetti al Patto di Stabilità interno possono procedere ad assunzioni di personale a tempo indeterminato nel limite del 60% della spesa relativa al personale di ruolo cessato nell anno precedente negli anni 2014 e 2015, dell 80% negli anni 2016 e 2017 e del 100% nel Di fatto, però, con il comma 424 della L. 190/2014 (legge di stabilità 2015), il legislatore, al fine di favorire il processo di ricollocazione del personale soprannumerario delle Province e delle Città Metropolitane, ha congelato le assunzioni a tempo indeterminato negli enti locali per gli anni 2015/

101 L unica sostanziale deroga, intervenuta, con l art. 4, comma 2 bis del D.L. 78/2015, convertito dalla Legge 6 Agosto 2015, n. 125, riguarda gli educatori dei nidi e gli insegnanti che i comuni possono assumere solo dopo aver dimostrato l assenza di tali professionalità tra il personale delle province e delle città metropolitane collocato in soprannumero. L anno 2015 era il primo anno utile per la ricollocazione di tale personale ma il processo di fatto non si è avviato e soltanto il 30 settembre è stato emanato il DPCM, di cui al comma 423 della legge finanziaria 2015, che contiene i criteri per attuare la mobilità dei soprannumeri verso gli enti locali. A complicare ulteriormente le cose, il personale delle ex province siciliane non partecipa a tale processo per effetto del ritardo delle norme regionali attuative dei liberi consorzi e delle città metropolitane di cui alla L.R. 15/2015, anche in conseguenza di alcuni rilievi di costituzionalità della stessa norma. Malgrado, in buona sostanza, il processo in Sicilia non si sia avviato, la Corte dei Conti Sezione Controllo con deliberazione n. 119 del 12/02/2015 ha sostanzialmente ritenuto applicabile anche in Sicilia il blocco delle assunzioni sino ad esaurimento dei ruoli soprannumerari, anche in considerazione del fatto che la mobilità va esercitata a livello nazionale e non con esclusivo riferimento all ente di area vasta del proprio territorio. Un blocco rafforzato e totale ha subito il turnover degli addetti alla Polizia Comunale che non può essere avviato se non si esaurisce il ruolo soprannumerario dell ex Polizia Provinciale. In questa situazione di congelamento totale delle assunzioni a tempo indeterminato nel 2015, rimaneva, pure con difficoltà di natura contabile (sostanzialmente consistente nell impossibilità di superare il 50% del monte spesa 2009, limite oggi alzato al 100% della spesa del 2009 per lo stesso titolo), la possibilità di procedere a qualche assunzione a tempo determinato. Il D.L. 78/2015, come convertito dalla Legge 125/2015, mentre consente di assorbire il personale collocato in mobilità obbligatoria dalle Province, anche agli enti locali che abbiano sforato il patto di stabilità e i tempi medi di pagamento, blocca le assunzioni a qualunque titolo per tutti gli altri casi. 101

102 Tale norma ha avuto, per il Comune di Catania, un effetto devastante in quanto ha impedito sia il prosieguo di incarichi dirigenziali a tempo determinato venuti a scadere tra ottobre e novembre 2015, sia la possibilità di procedere a nuovi incarichi. A metà novembre 2015 l ente si trova a fronteggiare una carenza di posizioni dirigenziali superiore al 70%, e a non poter più coprire posizioni infungibili quali quella del Ragioniere Generale. Ciò in quanto il Comune non è in condizione di rispettare i tempi medi di pagamento. Infatti, con deliberazione di Consiglio Comunale n.14 del 02/02/2013, ha adottato il piano di riequilibrio finanziario decennale ai sensi dell art. 243 bis del TUEL. La massa debitoria dell ente deriva, in massima parte, da anni risalenti al 2000 e il processo di risanamento economico che si sta attuando incide direttamente sui tempi di pagamento dell ente che, intervenendo sui debiti molto datati, non consentono di rispettare i vincoli temporali imposti dalle norme (90 giorni per il 2014, 60 giorni per il 2015). Anche detraendo la massa debitoria alla quale si è fatto fronte attingendo alle risorse del D.L. 35/2013, i tempi restano comunque molto alti e potranno essere ricondotti alla previsione normativa soltanto dopo che saranno pagati i debiti inseriti nel piano di riequilibrio ai quali si fa fronte con risorse proprie. Inoltre, l utilizzo anche delle risorse proprie per il pagamento dei debiti pregressi, in uno all annosa difficoltà di cassa, crea ulteriore difficoltà per il rispetto dei tempi di pagamento e incide negativamente sulla tempestività di pagamento anche dei debiti correnti. Il sistema sanzionatorio introdotto dalla norma di cui sopra,. finisce per colpire pesantemente gli enti che si trovano nella situazione di predissesto e che stanno affrontando un processo di risanamento finanziario e di razionalizzazione delle spese, non gestibile senza un corpo dirigenziale adeguato. Enti che proprio per le difficoltà finanziarie del passato, sfociate poi nel predissesto, non hanno svolto alcuna politica assunzionale. Per effetto di tale norma, inoltre, la carenza di posizioni dirigenziali fa si che ogni dirigente ricopra dalle 2 alle 3 direzioni, con forte detrimento della qualità dell attività di direzione, dell efficienza e dell efficacia delle politiche pubbliche. Di contro, l ente dispone delle risorse finanziarie 102

103 proprie,in quanto, per effetto dei pensionamenti e del mancato turnover, si sono avute significative riduzioni di spesa; infatti la spesa per il personale del Comune di Catania si attesta intorno al 35% sulle spese correnti. Solo a titolo esemplificativo, si rappresenta una comparazione tra il Comune di Catania e altri Comuni simili in termini demografici da dove si evince la drammatica carenza di posizioni dirigenziali ma, più in generale, anche di personale. Infatti, mentre il rapporto medio popolazione/dipendenti dovrebbe attestarsi a 1/85, a Catania risulta pari a 1/100, addirittura inferiore agli enti in dissesto. L obiettivo del Piano di Riequilibrio è di ridurre il personale comunale nel decennio di durata del Piano andrebbe seriamente ripensato se non si vuole portare il Comune ad un collasso funzionale: CITTA N DIPENDENTI N DIRIGENTI CATANIA BOLOGNA BARI GENOVA FIRENZE La Corte Costituzionale con sentenza 272 del 01/12/2015 ha dichiarato l illegittimità costituzionale della norma che decretava il blocco delle assunzioni a qualunque titolo, ivi comprese quelle a tempo determinato, per quelle amministrazioni non in regola con l indicatore dei tempi medi di 103

104 pagamento. Indicatore, come già detto, ad oggi, irraggiungibile per il Comune di Catania stante la vetusta massa debitoria inserita nel piano di riequilibrio e la cronica carenza di cassa. La sentenza della Corte apre scenari nuovi e positivi soprattutto con riferimento alle assunzioni di posizioni dirigenziali a tempo determinato come più specificatamente sarà esposto nel volume IV, parte seconda della sezione operativa che illustra il programma del fabbisogno di personale per il triennio 2016/2018. Senonchè l art. 1, comma 219, della Legge n. 208/2015 dispone che: Nelle more dell adozione dei decreti legislativi attuativi degli artt. 8,11 e 17 della legge 7 agosto 2015, n. 124 (la Legge Delega Madia di riforma della Pubblica Amministrazione), e dell attuazione dei commi 422, 423, 424 e 425 dell art. 1 della Legge 23 dicembre 2014 n. 190 (ricollocazione dei sovrannumerari delle Provincie), e successive modificazioni, sono resi indisponibili i posti dirigenziali di prima e seconda fascia delle amministrazioni pubbliche di cui all art. 1, comma 2, del Decreto Legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni, come rideterminati in applicazione all art. 2 del Decreto Legge 6 luglio 2012, n.95 convertito, con modificazioni, dalla Legge 7 agosto 2012, n. 135, e successive modificazioni, vacanti alla data del 15 ottobre 2015, tenendo comunque conto del numero di dirigenti in servizio senza incarico o con incarico di studio e del personale dirigenziale in posizione di comando, distacco, fuori ruolo o aspettativa... In ogni altro caso, in ciascuna amministrazione possono essere conferiti incarichi dirigenziali solo nel rispetto del numero complessivo dei posti resi indisponibili ai sensi del presente comma. In sostanza la norma, ad una prima lettura, determina il blocco delle assunzioni dei dirigenti, sia a tempo indeterminato che determinato, seppure limitato nel tempo e condizionato all avverarsi delle condizioni sopradescritte. Infatti, rendere i posti indisponibili significa impedire che essi vengano coperti, come se fossero temporaneamente cancellati dalla dotazione organica. 104

105 Tale disposizione ha chiaramente come soggetti destinatari le Amministrazioni Centrali dello Stato, tuttavia sembrerebbe che alcune interpretazioni più restrittive (la Cosfel in atto è su questa posizione) e che lasciano molte perplessità, vedrebbero, nella disposizione, un blocco totale delle assunzioni dei dirigenti che interesserebbe anche gli Enti Locali. In realtà la legge, disponendo nei confronti dei dirigenti di prima e seconda fascia, si riferisce alle Amministrazioni Centrali dello Stato (stante che negli Enti Locali c è la dirigenza unica). Inoltre, poichè la norma fa espresso rinvio ai posti dirigenziali come rideterminati in applicazione dell art. 2 del D.L. 95/2012, se ne potrebbe concludere che la stessa non si applica agli enti locali esprimendosi testualmente l art. 2, comma 1, in questi termini: Art. 2 Riduzione delle dotazioni organiche delle pubbliche amministrazioni 1. Gli uffici dirigenziali e le dotazioni organiche delle amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, delle agenzie, degli enti pubblici non economici, degli enti di ricerca, nonchè degli enti pubblici di cui all art. 70, comma 4, del Decreto Legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni ed integrazioni sono ridotti, con le modalità previste dal comma 5... (risulta chiaro che l ambito di riferimento ne esclude l applicabilità agli Enti Locali). Un interpretazione di tipo diverso oltre a contrastare con la lettura della disposizione, risulterebbe ancora una volta fortemente lesiva dei principi Costituzionali di autonomia degli enti territoriali, peraltro già stigmatizzati dalla Corte Costituzionale, per altra fattispecie impositiva di vincoli (tempi di pagamento) nella sentenza della Corte Costituzionale n. 272/2015. Allo stesso tempo la crescita motivazionale del capitale umano può costituire un punto di forza straordinario per il processo di riqualificazione dei servizi erogati e per il ruolo di leader territoriale che il governo della Città sta interpretando. La riorganizzazione delle Partecipate è un altro punto che può trasformarsi da criticità finanziaria a opportunità di migliore soddisfacimento dei bisogni dei cittadini. 105

106 Si tratta tuttavia di un processo complesso il cui buon esito passa per il risanamento dell Ente, la riqualificazione professionale e motivazionale del capitale umano, la presa di coscienza del senso di appartenenza di tutti ad una organizzazione pubblica che è, anche grazie alla sua leadership politica, sta vivendo un momento di grande opportunità. 106

107 3. GLI INDIRIZZI GENERALI AGLI ORGANISMI ED ENTI STRUMENTALI E SOCIETA CONTROLLATE E PARTECIPATE 3.1 Organizzazione e modalità di gestione dei servizi pubblici locali Organismi Gestionali L allegato 4/1 del D.Lgs. 118/2011 e successive modifiche e integrazioni, con riferimento alle condizioni interne del contesto, richiede che la sezione strategica del DUP, contenga, tra l altro, una descrizione dell organizzazione e modalità dei servizi pubblici locali. In tale sede devono essere definiti anche gli indirizzi generali sul ruolo degli organismi ed enti strumentali e società controllate e partecipate. SCHEDA 2.2 Società ed Organismi Controllati e/o Partecipati DENOMINAZIONE ESERCIZIO IN CORSO PROGRAMMAZIONE PLURIENNALE Anno 2015 Anno 2016 Anno 2017 Anno 2018 Consorzi N 7 N 5 N 5 N 5 Aziende N 1 N 1 N 1 N 1 Istituzioni N 2 N 2 N 2 N 2 Società di capitali N 13 N 8 N 8 N 8 Concessioni N 5 N 4 N 4 N 4 Unione di comuni N // N // N // N // Altro N 1 N 1 N 1 N 1 Il Gruppo pubblico locale del Comune di Catania è ad oggi costituito come da superiore prospetto Dati forniti dalla Direzione Partecipate dell Ente. 107

108 Nello specifico, con particolare riferimento alle società cui l ente partecipa, si danno di seguito le denominazioni e le ragioni sociali 22 : Consorzi Aziende Istituzioni Società capitali Altro Consorzio ASI Azienda Municipale Trasporti (in liquidazione dal 30 giugno 2011) Biblioteca Civica e Antonio Ursino Recupero Consorzio ATO 2 Fondazione Verga ACOSET S.p.A. Consorzio CO.CE.TER. Asec S.p.A. Azienda Metropolitana Trasporti Catania S.p.A. Consorzio Autostrade Siciliane Asec Trade s.r.l. Consorzio Etneo per la Legalità e lo Sviluppo Catania Ambiente S.p.A. in liquidazione Teatro Stabile Consorzio Ripopolamento Ittico Catania Multiservizi S.p.A. Consorzio Musicale Vincenzo Bellini Investi a catania s.c.p.a. in Liquidazione Marcati Agro Alimentari Sicilia s.c.p.a. Sidra S.p.A. S.I.E. S.p.A. Società Interporti Siciliani S.p.A. Sostare s.r.l.; S.R.R. s.c.p.a.. Prima di entrare nel merito degli indirizzi da fornire alle società dell ente, si ritiene utile premettere il quadro normativo di riferimento. 22 Dati forniti dalla Direzione Partecipate dell Ente. 108

109 3.2 Quadro Normativo Il Decreto Legge 10 ottobre 2012, n.174, recante: Disposizioni urgenti in materia di finanza e funzionamento degli Enti territoriali, nonché ulteriori disposizioni in favore delle zone terremotate nel maggio 2012, ha previsto un rafforzamento dei controlli negli Enti Locali anche con riferimento alle società predette con l introduzione dell art.147-quater, nel T.U. degli Enti Locali. Il Comune di Catania con deliberazione di Consiglio Comunale n.123, del , ha adottato, in attuazione del citato art.147 quater, il Regolamento Comunale del sistema integrato dei controlli sulle Società Partecipate, rendendolo, altresì, coerente con il disposto della L.190/2012, del D.Lgs. 33/2013 e 39/2013. In merito ai controlli, le amministrazione hanno piena autonomia organizzativa, dovendo comunque partire dal presupposto che i controlli sono esercitati dalle strutture proprie dell Ente Locale che ne sono responsabili. Il quadro normativo definisce la metodologia di base per l attività di verifica, fermo restando che ogni Ente, in ragione delle proprie peculiarità del sistema di relazioni con i soggetti gestori di servizi pubblici e strumentali, deve modularlo in modo da rispondere alle finalità della legge. Come sopra cennato, il principio di programmazione prevede che una apposita sezione del DUP, contenga e declini gli obiettivi che si ritiene assegnare alle Società partecipate, con la finalità, soprattutto per le società in house providing, ovvero quelle che svolgono funzioni ed erogano servizi diretti all Ente, di ottenere un netto miglioramento di performance in quanto verrebbe consentito loro di realizzare una migliore programmazione operativa e di ottimizzare l uso delle risorse a disposizione. Va specificato, peraltro, con riferimento alla definizione degli indirizzi generali a cui deve tendere la società partecipata, che tale locuzione è da intendersi non come avocazione all Ente socio delle decisioni gestionali o amministrative della società, bensì come definizione di obiettivi di strumentalità della Partecipata rispetto alla pianificazione strategica ed operativa del socio pubblico, che ne giustifica il mantenimento delle quote/partecipazioni. Non a caso la sezione relativa agli indirizzi generali è allocata nell ambito dell organizzazione dei servizi. 109

110 In questo senso viene a ridefinirsi anche il sistema integrato dei controlli, per cui l ufficio partecipate dovrà attivare il monitoraggio e il controllo anche con riferimento al contenuto della specifica sezione del DUP. Non vi è dubbio che l incertezza delle risorse finanziarie rendono più complesso l elaborazione dell atto di indirizzo che dovrà tenere conto oltre che dei vincoli normativi, anche degli importi contrattuali e dei limiti di bilancio. Altro elemento del quale tenere conto e che, con la legge n. 190/2014 (Legge di Stabilità per il 2015), si compie l ennesimo cambio di strategia rispetto all obiettivo, da tempo esplicitato, di ridurre drasticamente le partecipazioni degli Enti Locali, con l esclusione delle società emittenti strumenti finanziari quotati e le loro controllate. Il legislatore non interviene attraverso l imposizione puntuale di singoli obblighi, vincoli o divieti ma compie una consistente abrogazione di norme (ivi comprese quelle di cui al D.L. 95/2012 già dichiarate illegittima dalla Corte Costituzionale) che proibivano la costituzione o il mantenimento di partecipazioni in Società o altri Enti. La nuova strategia si realizza con coerenza anticipatrice della logica di gruppo pubblico locale e di consolidamento dei conti di bilancio, mediante una diretta correlazione tra bilanci degli Enti Locali e i risultati d esercizio delle Società. Si dovrà, infatti, procedere ad un graduale e progressivo vincolo di somme disponibili nella parte corrente dei bilanci, nel caso in cui società, istituzioni e/o partecipate registrino risultati negativi. Tale accantonamento si dovrà realizzare pro-quota di partecipazione detenuta e proporzionalmente alle perdite risultanti nel triennio precedente. L applicazione della norma in questione viene graduata attraverso un algoritmo che fa riferimento a valori medi. La introdotta disposizione non fa venir meno il divieto di ripiano delle perdite (ex D.L. 78/2010, art.6, co. 19), ma tende solo a congelare una quota di risorse dell Ente, al fine di evitare che si inneschino tentativi di portare diseconomie al di fuori del bilancio comunale, anche in considerazione del fatto che ci si avvia velocemente verso il bilancio consolidato del gruppo pubblico locale. 110

111 Per le società in house, inoltre, la norma prevede, nel caso di reiterate perdite per successivi esercizi, una riduzione dei compensi degli amministratori e un riconoscimento di automatica giusta causa per la loro revoca nonché un obbligo di liquidazione (con danno erariale a carico dei soci che omettono). La legge di stabilità interviene anche a fare chiarezza sui vincoli in materia di personale cui debbono conformarsi i soggetti a partecipazione pubblica locale totale o di controllo, titolari di affidamento diretto senza gara, ovvero le società in house, nonché, per espressa estensione, alle aziende speciali e alle istituzioni: viene infatti parzialmente modificato l art. 118, del D.L. n. 112/2008 come convertito in Legge n. 133 del 6 agosto 2008, ribadendo che i soggetti partecipati sono sottoposti ai vincoli o ai divieti vigenti per l Ente controllante che dovrà esplicitare, in appositi atti di indirizzo, come il soggetto partecipato debba concretamente realizzare, l estensione al proprio personale (previa contrattazione di secondo livello) degli obblighi di contenimento contrattuale e delle altre voci di natura retributiva o indennitaria e per consulenze, che la vigente normativa pone ai dipendenti dell Ente controllante in tema di vincoli alla retribuzione individuale e alla retribuzione accessoria. La norma ha opportunamente chiarito che il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro non può essere disapplicato. Nel caso in cui l Ente partecipa con posizione non di controllo ma in posizione minoritario/paritetica con altri Enti pubblici è opportuno procedere d intesa tra Enti. Il concorso alla realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica, in cui la legge coinvolge tutte le Società Partecipate, le Aziende Speciali e le Istituzioni, può ricondursi (comma 553), invece, per i servizi pubblici locali, al contenimento dei costi standard risultanti dalla banca dati delle amministrazioni pubbliche, di cui all art. 13, della L. 31/12/2009 n. 196 e per i servizi strumentali all adeguamento ai prezzi di mercato. Il comma 553 dell art.1 della L. 27/12/2013 n.147 ha stabilito che i soggetti di cui al comma 550 (aziende speciali, istituzioni, società partecipate di cui all elenco dell art. 1, comma 3 della Legge 196/2009) a partecipazione di maggioranza, diretta e indiretta delle amministrazioni locali, concorrono alla realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica, perseguendo la sana gestione dei servizi secondo criteri di economicità e di efficienza. 111

112 Per i servizi pubblici locali sono individuati parametri standard dei costi e del rendimento. Per i servizi strumentali i parametri standard di riferimento sono costituiti dai prezzi di mercato ai quali è stato adeguato, per la società Multiservizi S.p.A., il contratto di servizio. Con riferimento al tema dei costi standard le Direzioni comunali che per materia sono competenti per i servizi pubblici locali affidate ai soggetti di cui sopra o che procedono a detti affidamenti, devono verificare il rispetto della norma in questione in caso di nuovo affidamento o di rinnovo del contratto di servizio. Come è noto, la banca dati non è ancora operativa e non offre le informazioni necessarie per effettuare i controlli necessari sui servizi pubblici locali. Per quanto concerne il confronto con i prezzi di mercato dei servizi resi dalle Società strumentali in house, in occasione dell adozione del nuovo contratto di servizio con la Società Multiservizi S.p.A. di cui alla delibera di Consiglio Comunale n. 29 del 15/09/2015 si è già provveduto all adeguamento, utilizzando il confronto con i prezzi di mercato per i servizi non presenti in Consip, mentre, per il resto, il contratto di servizio è stato stipulato con prezzi inferiori a quelli praticati da Consip. 112

113 3.2.1 Gli scenari del cambiamento normativo La legge 7 agosto 2015 n. 124 recante Deleghe al governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche, oltre ad intervenire sulla riforma complessiva della P.A. e ad avviare un poderoso processo di semplificazione, ha delle refluenze dirette sulla materia delle partecipazioni pubbliche e della gestione dei servizi pubblici locali. Infatti: L art. 16 delega al governo l adozione, entro dodici mesi, di decreti legislativi di semplificazione dei settori dei servizi pubblici locali di interesse economico generale e partecipazioni societarie delle amministrazioni previo: l elaborazione di un testo unico delle disposizioni in ciascuna materia; il coordinamento formale e sostanziale del testo delle disposizioni legislative vigenti; risoluzione delle antinomie in base ai principi dell ordinamento e alle discipline generali regolatrici della materia: indicazione esplicita delle norme abrogate, fatta salva l applicazione dell articolo 15 delle disposizioni sulla legge in generale premesse al Codice Civile. L art. 18 esplicita i criteri direttivi per il riordino della disciplina delle partecipazioni societarie delle amministrazioni pubbliche: distinzione tra tipi di società in relazione alle attività svolte, agli interessi pubblici di riferimento, alla misura e qualità della partecipazione e alla sua natura diretta o indiretta, alla modalità diretta o mediante procedura ad evidenza pubblica dell affidamento, nonché alla quotazione in borsa o all emissione di strumenti finanziari quotati nei mercati regolamentati, e individuazione della relativa disciplina anche in base al principio di proporzionalità delle deroghe rispetto alla disciplina privatistica, ivi compresa quella in materia di organizzazione e crisi d impresa; 113

114 ai fini della razionalizzazione e riduzione delle partecipazioni pubbliche secondo criteri di efficienza, efficacia ed economicità, ridefinizione della disciplina, delle condizioni e dei limiti per la costituzione di società, l assunzione e il mantenimento di partecipazioni societarie da parte di amministrazioni pubbliche entro il perimetro dei compiti istituzionali o di ambiti strategici per la tutela di interessi pubblici rilevanti, quale la gestione di servizi di interesse economico generale, con esplicita previsione dell applicazione dei principi anche alle partecipazioni pubbliche già in essere; precisa definizione del regime di responsabilità degli amministratori delle amministrazioni partecipanti nonché dei dipendenti e degli organi di gestione e di controllo delle società partecipate; definizione dei requisiti e della garanzia di onorabilità dei candidati e dei componenti degli organi di amministrazione e controllo delle società, anche al fine di garantirne l autonomia rispetto agli enti proprietari; razionalizzazione dei criteri pubblicistici per gli acquisti e il reclutamento del personale, per i vincoli alle assunzioni e le politiche retributive, finalizzati al contenimento dei costi, tenendo conto delle distinzioni tra tipi di società e introducendo criteri di valutazione oggettivi, rapportati al valore anche economico dei risultati; previsione che i risultati economici positivi o negativi ottenuti assumano rilievo ai fini del compenso economico variabile degli amministratori in considerazione dell obiettivo di migliorare la qualità del servizio offerto ai cittadini e tenuto conto della congruità della tariffa e del costo del servizio; promozione della trasparenza e dell efficienza attraverso l unificazione, la completezza e la massima intelligibilità dei dati economicopatrimoniali e dei principali indicatori di efficienza, nonché la loro pubblicità e accessibilità; attuazione dell obbligo di consolidamento delle partecipazioni nei bilanci degli enti proprietari; eliminazione di sovrapposizione tra regole e istituti pubblicistici e privatistici ispirati alle medesime esigenze di disciplina e controllo; possibilità di piani di rientro per le società con bilanci in disavanzo con eventuale commissariamento; 114

115 regolazione dei flussi finanziari, sotto qualsiasi forma, tra amministrazione pubblica e società partecipate secondo i criteri di parità di trattamento tra imprese pubbliche e private e operatori di mercato: Con specifico riferimento alle società partecipate degli enti locali: per le società che gestiscono servizi strumentali e funzioni amministrative, definizione di criteri e procedure per la scelta del modello societario e per l internalizzazione nonché di procedure, limiti e condizioni per l assunzione, la conservazione e la razionalizzazione di partecipazione anche in relazione al numero dei dipendenti, al fatturato e ai risultati di gestione; per le società che gestiscono servizi pubblici di interesse economico generale, individuazione di un numero massimo di esercizi con perdite di bilancio che comportino obblighi di liquidazione delle società, nonché definizione, in conformità con la disciplina dell Unione Europea, di criteri e strumenti di gestione volti ad assicurare il perseguimento dell interesse pubblico e ad evitare effetti distortivi sulla concorrenza, anche attraverso la disciplina dei contratti di servizio e delle carte dei diritti degli utenti e attraverso forme di controllo sulla gestione e sulla qualità dei servizi; rafforzamento delle misure volte a garantire il raggiungimento degli obiettivi, anche attraverso la riduzione dell entità e del numero delle partecipazioni e l incentivazione dei processi di aggregazione, intervenendo sulla disciplina dei rapporti finanziari tra ente locale e società partecipate nel rispetto degli equilibri di finanza pubblica e al fine di una maggiore trasparenza; promozione della trasparenza mediante pubblicazione sul sito internet degli enti locali e delle società partecipate interessate, dei dati economico-patrimoniali e di indicatori di efficienza, sulla base dei modelli generali che consentono il confronto, anche ai fini del rafforzamento e della semplificazione dei processi di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio degli enti locali e delle società partecipate; 115

116 introduzione di un sistema sanzionatorio per la mancata attuazione dei principi di razionalizzazione e riduzione, basato anche sulla riduzione dei trasferimenti dello stato alle amministrazioni che non ottemperano alle disposizioni in materia; introduzione di strumenti, anche contrattuali, volti a favorire la tutela dei livelli occupazionali nei processi di ristrutturazione e privatizzazione relativi alle società partecipate; ai fini del rafforzamento del sistema dei controlli interni previsto dal D. Lgs. 267/00, revisione degli obblighi di trasparenza e di rendicontazione delle società partecipate nei confronti degli enti locali soci, attraverso specifici flussi informativi che rendano analizzabili e confrontabili i dati economici e industriali del servizio, gli obblighi di servizio pubblico e gli standard di qualità, per ciascun servizio o attività svolta dalle società medesime nell esecuzione dei compiti affidati, anche attraverso l adozione e la predisposizione di appositi schemi di contabilità separati. L art. 19 esplicita i criteri direttivi per il riordino della disciplina dei servizi pubblici locali di interesse economico generale: riconoscimento, quale funzione fondamentale dei comuni e delle città metropolitane, da esercitare nel rispetto dei principi e dei criteri dettati dalla normativa europea e dalla legge statale, dell individuazione dell attività di interesse generale il cui svolgimento è necessario al fine di assicurare la soddisfazione dei bisogni degli appartenenti alle comunità locali, in condizioni di accessibilità fisica ed economica, di continuità e non discriminazione, e ai migliori livelli di qualità e sicurezza, così da garantire l omogeneità dello sviluppo e la coesione sociale; soppressione, previa ricognizione, dei regimi di esclusiva, comunque denominati, non conformi ai principi generali in materia di concorrenza e comunque non indispensabili per assicurare la qualità e l efficienza del servizio; individuazione della disciplina generale in materia di regolazione e organizzazione dei servizi di interesse economico generale di ambito locale, compresa la definizione dei criteri per l attribuzione di diritti speciali o esclusivi, in base ai principi di adeguatezza, sussidiarietà e 116

117 professionalità e in conformità alle direttive europee; con particolare riferimento alle società in partecipazione pubblica operanti nei servizi idrici; definizione, anche mediante rinvio alle normative di settore e armonizzazione delle stesse, dei criteri per l organizzazione territoriale ottimale dei servizi pubblici di rilevanza economica; individuazione, anche per tutti i casi in cui non sussistono i presupposti della concorrenza nel mercato, delle modalità di gestione o di conferimento della gestione dei servizi nel rispetto dei principi europei, ivi compresi quelli in materia di auto-produzione, e dei principi generali relativi ai contratti pubblici e, in particolare, dei principi di autonomia organizzativa, economicità, efficacia, imparzialità, trasparenza, adeguata pubblicità, non discriminazione, parità di trattamento, mutuo riconoscimento, proporzionalità; introduzione di incentivi e meccanismi di premialità o di riequilibrio economico-finanziario nei rapporti con i gestori per gli enti locali che favoriscono l aggregazione di attività e delle gestioni secondo criteri di economicità, ovvero l eliminazione del controllo pubblico; individuazione dei criteri per la definizione dei regimi tariffari che tengano conto degli incrementi di produttività al fine di ridurre l aggravio sui cittadini e sulle imprese; definizione delle modalità di tutela degli utenti dei servizi pubblici locali; revisione delle discipline settoriali ai fini della loro armonizzazione e coordinamento con la disciplina generale in materia di modalità di affidamento dei servizi; previsione di una netta distinzione tra le funzioni di regolazione e controllo e le funzioni di gestione dei servizi, anche attraverso la modifica della disciplina sulle incompatibilità o sull inconferibilità di incarichi o cariche; 117

118 revisione della disciplina dei regimi di proprietà e gestione delle reti, degli impianti e delle altre dotazioni, nonché di cessione dei beni in caso di subentri in base a principi di tutela e valorizzazione della proprietà pubblica, di efficienza, di promozione della concorrenza, di contenimento dei costi di gestione, di semplificazione; individuazione e allocazione dei poteri di regolazione e controllo tra i diversi livelli di governo e le autorità indipendenti, al fine di assicurare la trasparenza nella gestione e nell erogazione dei servizi, di garantire l eliminazione degli sprechi, di tendere al continuo contenimento dei costi aumentando, nel contempo, gli standard dei servizi; previsione di adeguati strumenti di tutela non giurisdizionali per gli utenti dei servizi; introduzione e potenziamento di forme di consultazione dei cittadini e di partecipazione diretta alla formulazione di direttive alle amministrazioni pubbliche e alle società di servizi sulla qualità e sui costi degli stessi; promozione di strumenti per supportare gli enti proprietari nelle attività previste all art. 18, per favorire investimenti nel settore dei servizi pubblici locali e agevolare i processi di razionalizzazione; previsione di termini e modalità per l adeguamento alla nuova disciplina; definizione del regime delle sanzioni e degli interventi sostitutivi, in caso di violazione della disciplina in materia; armonizzazione con la disciplina generale delle disposizioni speciali vigenti nei servizi pubblici locali, relative alla disciplina giuridica dei rapporti di lavoro; definizione di strumenti per la trasparenza e la pubblicizzazione dei contratti di servizio, relativi a servizi pubblici locali di interesse economico generale, da parte degli enti affidanti anche attraverso la definizione di contratti di servizio tipo per ciascun servizio pubblico locale di interesse economico generale. 118

119 Si tratta di un intervento normativo poderoso che, ove i decreti attuativi vengano emanati nel rispetto dei tempi fissati dalla legge delega, introdurrà cambiamenti epocali sulla materia dei servizi pubblici e nella gestione delle relazioni con le partecipate. È evidente che questo scenario normativo, non ancora definito, porta con sè forti connotazioni di incertezza sulla stessa formulazione degli indirizzi generali che quasi sicuramente saranno oggetto di futuri interventi per il loro adeguamento alla sopravvenuta normativa. In tal senso, gli indirizzi generali si riferiscono al quadro normativo oggi vigente, nella consapevolezza che la legge delega introdurrà a breve nuovi cambiamenti. 119

120 3.3 Il Piano di razionalizzazione La Legge 190/2014 (legge di stabilità per il 2015) ha introdotto l obbligo per i Comuni di adottare un piano di razionalizzazione che attui: a) eliminazione delle società e delle partecipazioni societarie non indispensabili al perseguimento delle proprie finalità istituzionali, anche mediante messa in liquidazione o cessione; b) soppressione delle società che risultino composte da soli amministratori o da un numero di amministratori superiore a quello dei dipendenti; c) eliminazione delle partecipazioni detenute in società che svolgono attività analoghe o similari a quelle svolte da altre società partecipate o da enti pubblici strumentali, anche mediante operazioni di fusioni o di internalizzazioni di funzioni; d) aggregazioni di società di servizi pubblici locali di rilevanza economica; e) contenimento dei costi di funzionamento, anche mediante riorganizzazione degli organi amministrativi e di controllo e delle strutture aziendali, nonché attraverso la riduzione delle relative remunerazioni. Questo Ente ha adottato il piano di razionalizzazione con deliberazione di Giunta Municipale N. 33 del 30/03/2015 e il prospetto di cui alla scheda 2.2, dà evidenza della riduzione di partecipazioni nel corso del triennio di riferimento. In particolare il piano determina: 1) Di confermare il disposto della delibera di Consiglio Comunale n. 49/2012 nella parte in cui dismette la totalità delle partecipazioni: a. della Società Asec Trade S.r.l.; b. del CO.C.E.TER. Consorzio Comunale Espropri Territoriali; c. del MAAS Mercati Agro Alimentari Sicilia s.c.p.a.; d. della S.I.S. Società degli Interporti Siciliani S.p.A.; 120

121 e. del Consorzio Sicilia al passo. 2) Di procedere: a. Alla cessione parziale delle partecipazioni alla Società Asec S.p.A. secondo le disposizioni vigenti in materia di gas. b. Alla fusione della Società Sostare s.r.l. con la Società AMT S.p.A. 3) Di mantenere: a. la Società Multiservizi S.p.A.; b. la Società Acoset S.p.A.; c. parzialmente l Asec S.p.A.; d. le quote nella Fondazione Verga; e. le quote nell Istituto musicale V. Bellini; f. la partecipazione totalitaria in Sidra S.p.A. 4) Di dismettere: a. la quota di partecipazione nella Società C.A.S. Consorzio Autostrade Siciliane; b. la quota di partecipazione nella Società S.I.E. S.p.A. Servizi Idrici Etnei. 121

122 3.4 Conciliazione dei rapporti creditori/debitori: indirizzi generali L art. 6, comma 4, del D.L. n.95 del 6 luglio 2012, come convertito nella legge n. 35 del 7 agosto 2012, dispone che i comuni sono tenuti ad allegare al rendiconto della gestione, una nota informativa contenente la verifica dei rapporti reciproci di debito e credito intercorrenti con le proprie società partecipate. Tale norma risulta abrogata dal 2015 ad opera dell art. 77, comma 1, lett. e), del D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118, aggiunto dall art. 1, comma 1, lett. a), del D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126, fatta salva la sua applicazione ai fini della rendicontazione dell esercizio Dal 2015 la materia risulta disciplinata dall art. 11. Comma 6, lett. j, del D.Lgs. 23 giugno 2011 n. 118 e s.m.i. La nota informativa, asseverata dei rispettivi Collegi dei Revisori, deve porre in evidenza la conciliazione delle poste debitorie/creditorie o le eventuali discordanze fra le due contabilità e deve fornire un adeguata motivazione. Nel caso di discordanze, senza indugio e comunque non oltre il termine dell esercizio finanziario in corso, devono essere adottati tutti i provvedimenti necessari ai fini della riconciliazione delle poste debitorie e creditorie. Si tratta di una nuova metodologia di revisione aziendale identificata, nel settore privato, con il termine di circolarizzazione o conferma esterna. Dal punto di vista contabile significa che i rapporti finanziari fra Ente Locale e soggetti a vario titolo partecipati dovrebbero essere caratterizzati da un perfetto allineamento fra le poste debitorie e creditorie iscritte nei rispettivi bilanci. Per allineamento delle reciproche poste debitorie e creditorie s intende: 1) i debiti dell Ente Locale nei confronti del soggetto partecipato; 2) i crediti dell Ente Locale nei confronti del soggetto partecipato; 122

123 3) i debiti del soggetto partecipato nei confronti dell Ente Locale; 4) i crediti del soggetto partecipato nei confronti dell Ente Locale. Debbono essere iscritti e rappresentati in eguale misura nei documenti contabili dell Ente Locale e del soggetto partecipato ai fini del rispetto dei principi contabili di cui all art. 162 del TUEL. La preliminare attività di conciliazione delle poste è un adempimento obbligatorio e prodromico all adozione del Rendiconto e va preceduta da verifiche in itinere in corso d esercizio. Le disposizioni normative in materia impongono l obbligatoria conciliazione delle poste creditorie e debitorie reciproche soltanto fra Ente Locale e Società partecipata, escludendo in diritto dalla portata applicativa della norma i soggetti organizzati in forma non societaria. Il Comune di Catania, nell esercizio delle proprie prerogative, si determina, a mezzo delle presenti linee di indirizzo, al fine di rafforzare la veridicità e trasparenza dei propri documenti contabili, di operare la conciliazione reciproca con tutte le tipologie di soggetti ai quali partecipa, anche se organizzati in forma non societaria e sia per le partecipazioni dirette che per quelle indirette. Tale indirizzo risulta, peraltro, conforme ad alcune significative pronunce del giudice contabile (Sezione di Controllo per la Regione Siciliana, deliberazione n. 394/2013/PAR; Sezione di Controllo Lombardia, deliberazione n.429/2013/par; Corte dei Conti, Sezione Autonomie, delibera 20/01/2016 n. 2/Sez. Aut./2016/QMIG) A tal fine: 1) Il Direttore delle Partecipate in uno al Dirigente competente per materia e alla Ragioneria Generale, in sede di redazione dell elenco dei residui attivi e passivi preliminare al rendiconto,elaborano ed estraggono dal conto residui dell Ente tutte le voci conservate avente ad oggetto i debiti e i crediti nei confronti dei soggetti partecipati con riferimento alla data del 31 dicembre dell ultimo esercizio. 123

124 2) L elenco deve essere accompagnato da schede contabili analitiche riportanti oltre al capitolo di bilancio d imputazione e all annualità, tutte le informazioni necessarie ad identificare in modo specifico la natura dell obbligazione (fattura, causale del debito o del credito il suo ammontare, il titolo giuridico che supporta il debito/credito, il tipo di fornitura/servizio, numero d ordine, la causale del contratto, la scadenza etc ) e trasmesso all organo di revisione. 3) A detto elenco vanno allegate eventuali poste debitorie e creditorie che potrebbero trovare allocazione (ai fini della conciliazione) nel bilancio di competenza e non solo in conto residui. 4) Sempre ai fini della conciliazione il bilancio degli Enti Partecipati come certificato dai Revisori deve riportare la chiara e analitica evidenziazione delle singole poste debitorie/creditorie. 5) Ove l Organo di Revisione del Comune rileva nel bilancio certificato dell organismo partecipato la chiara e analitica rappresentazione delle singole poste debitorie/creditorie procede all asseverazione. 6) Ove, ai sensi dell art del codice civile, il soggetto partecipato non abbia ancora approvato il proprio bilancio, l asseverazione della nota contenente il ricongiungimento delle reciproche posizioni di credito o di debito sarà fatto sulla base dei documenti provvisori. In tal caso, in assenza di bilancio certificato, l organismo di revisione del soggetto partecipato ha l obbligo di asseverare il documento provvisorio, dando atto della sussistenza di tale situazione. Ciò al fine di consentire al comune il rispetto dei tempi di cui all art.227, comma 2, del Dlgs 267/2000; 7) Nei casi in cui tale riscontro non è possibile l organo di revisione procede a: a. Asseverare i dati rilevabili dalla contabilità dell Ente. 124

125 b. Inviare i dati asseverati agli organismi partecipati oggetto dell attività di conciliazione, per il confronto con le risultanze presenti nel bilancio dell Ente e nelle relative schede contabili analitiche per ogni singola posta debitoria/creditoria. c. L organo di revisione dell organismo partecipato assevera i dati e li trasmette al Comune fornendo analitico riscontro dell eventuale concordanza o discordanza con le risultanze presenti nel bilancio dell Ente. d. Nel caso di concordanza gli atti contabili come asseverati vengono allegati al rendiconto del Comune. e. In caso di mancata concordanza il Comune effettua un ulteriore analisi volta ad identificare le cause determinanti la divergenza dei risultati e per effetto assume le proprie determinazioni. Qualora le cause della mancata conciliazione siano di natura puramente formale o dovute ad errore o ritardate iscrizioni contabili si deve provvedere alla rettifica della relativa documentazione. Qualora fondatamente e con idonea documentazione il Comune non ritiene legittimi i crediti vantati dalla società, attraverso il proprio potere di indirizzo e controllo e a mezzo dei propri rappresentanti provvede a far rettificare i bilanci societari e ad assumere gli opportuni provvedimenti consequenziali. In caso di discordanza, si procede ai sensi dell art. 11, comma 6, lettera j) del D.Lgs. 118/2011 e s.m.i. Qualora si accerti che il soggetto partecipato vanti legittimi maggiori corrispettivi per le prestazioni rese al Comune, l Ente provvede nel corso dell esercizio finanziario in cui avviene l accertamento a reperire le risorse necessarie per garantire le legittime pretese societarie. Ai fini di una celere conclusione della procedura di conciliazione gli organismi partecipati e i loro organi di revisione sono tenuti a mantenere un rapporto di leale collaborazione e fornire ogni informazione, documentazione, dato richiesto dall ente e dal proprio organo di revisione, e a tal uopo a partecipare ad eventuali incontri e confronti che l Amministrazione ritiene opportuno indire. In caso di mancata collaborazione l Ente provvederà ad effettuare le opportune segnalazioni alla Corte dei Conti e agli Ordini professionali, fatte salve più gravi provvedimenti sanzionatori. 125

126 Monitoraggio Al fine di rendere più agevole le procedure di conciliazione, annualmente i soggetti partecipati dal Comune di Catania sono tenuti, entro il 30 luglio con riferimento al 1 di semestre dell anno, a produrre un report analitico sulle singole poste debitorie/creditorie nei confronti dell Ente. Il Direttore delle partecipate in uno al dirigente competente per materia e alla Ragioneria Generale effettueranno il confronto con le proprie partite contabili e ove riscontrino delle discrasie proporranno all Amministrazione i necessari provvedimenti. 126

127 3.5 Il Bilancio consolidato del Gruppo Pubblico Locale: Indirizzi Preliminarmente alla piena attuazione della normativa sull armonizzazione dei principi contabili, ai sensi dell art. 11 bis del D.Lgs. 118/2011, come introdotto dall art. 1, comma 1, lett. a, del D.Lgs. 10 Agosto 2014 n. 126, occorre procedere ad una nuova ricognizione per individuare anche ai fini dell inclusione nel bilancio consolidato, a quale tipologia di Enti si applica l articolo in questione e quali invece ne sono esclusi. Sovviene a tal uopo il principio contabile 4/4 allegato al decreto che chiarisce chi sono i soggetti componenti del gruppo amministrazione pubblica : 1. gli organismi strumentali dell amministrazione pubblica capogruppo come definiti dall articolo 1 comma 2, lettera b) del decreto, in quanto trattasi delle articolazioni organizzative della capogruppo stessa e, di conseguenza, già compresi nel rendiconto consolidato della capogruppo; 2. gli enti strumentali controllati dell amministrazione pubblica capogruppo, come definiti dall art. 11-ter, comma 1, costituiti dagli enti pubblici e privati e dalle aziende nei cui confronti la capogruppo: 2.a) ha il possesso diretto o indiretto, della maggioranza dei voti esercitabili nell ente o nell azienda; 2.b) ha il potere assegnato da legge, statuto o convenzione di nominare o rimuovere la maggioranza dei componenti degli organi decisionali, competenti a definire le scelte strategiche e le politiche di settore, nonché a decidere in ordine all indirizzo, alla pianificazione ed alla programmazione dell attività di un ente o di un azienda; 2.c) esercita direttamente o indirettamente la maggioranza dei diritti di voto nelle sedute degli organi decisionali, competenti a definire le scelte strategiche e le politiche di settore, nonché a decidere in ordine all indirizzo, alla pianificazione ed alla programmazione dell attività dell ente o dell azienda; 127

128 2.d) ha l obbligo di ripianare i disavanzi nei casi consentiti dalla legge, per percentuali superiori alla quota di partecipazione; 2.e) esercita un influenza dominante in virtù di contratti o clausole statutarie, nei casi in cui la legge consente tali contratti o clausole. I contratti di servizio pubblico e di concessione stipulati con enti o aziende che svolgono prevalentemente l attività oggetto di tali contratti presuppongono l esercizio di influenza dominante. 3. Gli enti strumentali partecipati di un amministrazione pubblica, come definiti dall articolo 11-ter, comma 2, costituiti dagli enti pubblici e privati e dalle aziende nei cui confronti la capogruppo ha una partecipazione in assenza delle condizioni di cui al punto Le società controllate dell amministrazione pubblica capogruppo, nei cui confronti la capogruppo: 4.a) ha il possesso diretto o indiretto anche sulla scorta di patti parasociali,della maggioranza dei voti esercitabili nell assemblea ordinaria o dispone di voti sufficienti per esercitare una influenza dominante sull assemblea ordinaria; 4.b) ha il diritto, in virtù di un contratto o di una clausola statutaria, di esercitare un influenza dominante, quando la legge consente tali contratti o clausole. I contratti di servizio pubblico e di concessione stipulati con società che svolgono prevalentemente l attività oggetto di tali contratti presuppongono l esercizio di influenza dominante. In fase di prima applicazione del presente decreto, con riferimento agli esercizi , non sono considerate le società quotate e quelle da esse controllate ai sensi dell art del codice civile. A tal fine, per società quotate si intendono le società emittenti strumenti finanziari quotati in mercati regolamentati. 5. Le società partecipate dell amministrazione pubblica capogruppo, costituite dalle società a totale partecipazione pubblica affidatarie dirette di servizi pubblici locali della regione o dell ente locale indipendentemente dalla quota di partecipazione. A decorrere dal 2018, con riferimento all esercizio 2017 la definizione di società partecipate è estesa alle società nelle quali la regione o l ente locale, direttamente o 128

129 indirettamente, dispone di una quota significativa di voti, esercitabili in assemblea, pari o superiore al 20 per cento, o al 10 per cento se trattasi di società quotata. Ai fini dell inclusione nel gruppo dell amministrazione pubblica non rileva la forma giuridica né la differente natura dell attività svolta dall ente strumentale o dalla società. Il gruppo amministrazione pubblica può comprendere anche gruppi intermedi di amministrazioni pubbliche o di imprese. In tal caso il bilancio consolidato è predisposto aggregando anche i bilanci consolidati dei gruppi intermedi. Dal 2016 l Ente procederà ad avviare le attività preliminari all avvio del bilancio consolidato, in modo da individuare preliminarmente al Conto Consuntivo 2015, i soggetti che partecipano al bilancio consolidato da effettuarsi con il Rendiconto Nel valutare le informazioni contenute nel presente documento occorre tenere presente che molti processi di cui al piano di razionalizzazione e al vigente regolamento del Sistema Integrato dei Controlli, sono in corso di implementazione e solo quando il processo sarà compiuto saranno visibili le conseguenze positive del nuovo sistema di relazioni con le società. A ciò va aggiunto che il continuo mutamento normativo sulle partecipate, in uno all incertezza sulle risorse finanziarie contribuiscono a limitare la congruità di implementazione di una politica programmatica di medio/lungo periodo sulla materia. Al fine di consentire la predisposizione del bilancio consolidato la Direzione Partecipate dovrà predisporre, sulla scorta dei contenuti del principio contabile 4/4, due distinti elenchi contenenti: a) Gli enti, le aziende e le società che compongono il gruppo amministrazione pubblica, evidenziando quelli che, a loro volta, sono a capo di un gruppo di amministrazioni pubbliche o di imprese. b) Gli enti, le aziende e le società componenti del gruppo da comprendere nel bilancio consolidato. I due elenchi e i relativi aggiornamenti devono essere sottoposti alla G.M. per la relativa approvazione. 129

130 La stessa Direzione Partecipate, dopo l adozione della delibera, comunica a ciascuno di tali enti l elenco degli enti compresi nel consolidato e impartisce le relative direttive. In particolare devono essere fissati. 1) Le modalità e i tempi di trasmissione dei bilanci di esercizio dei rendiconti o dei bilanci consolidati e delle informazioni integrative (per esempio le schede contabili analitiche delle posizioni debitorie e/o creditorie nei confronti dell ente, il costo del personale, il rispetto dei vincoli retributivi e assunzionali, etc ) necessarie all elaborazione del consolidato. Se alla scadenza i bilanci dei componenti del gruppo non sono stati ancora approvati, deve essere trasmesso il pre-consuntivo o il bilancio predisposto ai fini dell approvazione. 2) I documenti che le società devono trasmettere, e almeno: lo stato patrimoniale; il conto economico; le informazioni di dettaglio riguardanti crediti, debiti, proventi e oneri, utili e perdite conseguenti a operazioni effettuate tra le componenti del gruppo e che devono essere contenute nella nota integrativa del bilancio consolidato. 3) Le direttive per adeguare i bilanci al principio contabile 4/4 e, in particolare: a) per gli enti in contabilità finanziaria, la conformità alle disposizioni del D.Lgs. 118/2011; b) per gli enti in contabilità civilistica, l uniformità deve essere garantita attraverso: b1) il criterio del patrimonio netto per contabilizzare le partecipazioni al capitale di componenti del gruppo eccetto quando la partecipazione è acquistata e posseduta esclusivamente in vista di una dismissione entro l anno. In quest ultimo caso, la partecipazione è contabilizzata in base al criterio del costo. 130

131 Per le operazioni di consolidamento vanno rispettati il principio contabile 4/4 e, per quanto non previsto, i principi contabili generali civilistici e quelli emanati dall OIC (Organismo Italiano di Contabilità). 131

132 3.6 Il costo del personale e gli indirizzi generali In conformità alle disposizioni del D.L. 90/2014 convertito in Legge 11 agosto 2014, n. 114 che hanno modificato l art.18, comma 2 bis, del D.L. 112/2008, convertito dalla Legge n. 133/2008, si emana, nella materia del personale, il seguente atto di indirizzo agli organi amministrativi delle società, anche in coerenza con precedenti direttive, al fine di orientare la contrattazione aziendale. Gli indirizzi rivolti a tutte le società controllate riguardano: Assunzioni: al fine di valorizzare le professionalità esistenti e di ottenere risparmi di spesa, prima di avviare nuove procedure di reclutamento di personale, occorre attivare le apposite procedure di mobilità previste dall art. 1, commi da 563 a 568 della legge n. 147/2013 (procedure di mobilità tra partecipate), nonché dagli artt. 10 e 11 del vigente Regolamento sul Sistema Integrato dei Controlli sulle Società Partecipate. Assunzioni di pensionati: al fine di favorire il ricambio generazionale occorre rispettare il divieto di assumere o conferire incarichi a soggetti in stato di quiescenza. Spese di personale: le società controllate sono tenute a presentare al Comune di Catania, in allegato al bilancio di esercizio, una relazione dell organo amministrativo che indichi l andamento generale delle spese di personale, le azioni attuate e quelle da attuare per garantire il contenimento della spesa del personale. In ogni caso, non devono essere adottati provvedimenti di aumento del livello di inquadramento contrattuale per lo svolgimento delle medesime funzioni e attività; non devono essere applicati aumenti retributivi o corrispondere nuove o maggiori indennità non previste o eccedenti i minimi previsti dai contratti collettivi nazionali per la posizione ricoperta; deve essere limitato l uso del lavoro straordinario, salvo che per eventi imprevedibili o picchi documentati di produzione. 132

133 Il monte ore pro-capite deve essere mantenuto al di sotto del limite massimo consentito dal CCNL di comparto. Ove possibile, al fine del contenimento della spesa, si può invitare il dipendente a mettere a recupero le ore svolte, istituendo apposito servizio di banca delle ore. Premi e incentivi del personale: devono essere correlati agli obiettivi raggiunti e al risultato di bilancio, con particolare attenzione, in caso di risultato negativo. Al fine di mettere il Comune nelle condizioni di verificare il rispetto dei presenti indirizzi generali e di quelli particolari e ulteriori impartiti a seconda della natura della società, la Direzione Partecipate e la Direzione Risorse Umane, di concerto con le società controllate, dovranno: 1) Effettuare annualmente una ricognizione delle disposizioni normative che si applicano al gruppo pubblico locale; 2) Compiere, sulla scorta delle informazioni che ogni società è tenuta a rendere all Ente, l analisi analitica degli istituti contrattuali (di primo e di secondo livello) adottati nelle società controllate, ponendoli a confronto con gli analoghi istituti applicati ai dipendenti comunali. 3) I dati e le informazioni così ottenuti devono essere misurati e confrontati anche con riferimento al contesto organizzativo di ciascuna società, alle peculiarità produttive e alla qualità e quantità del servizio da erogare. Sulla scorta di tali analisi verranno impartiti gli indirizzi generali validi per l anno successivo. Per l anno 2016 gli indirizzi sono quelli impartiti con il presente documento che, a cura della Direzione Partecipate, dovrà essere notificato in stralcio alle società e monitorato nella sua attuazione. 133

134 3.7 Gli indirizzi in materia di Trasparenza e Prevenzione della Corruzione Su questa materia e sugli obblighi a carico delle Società Partecipate l Ente è già intervenuto con i seguenti atti: deliberazione di G.M. n. 8 del 30/01/2015 di approvazione del Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e del Programma della Trasparenza 2015/2017; sono state emanate, per la sua attuazione, opportune direttive sia alla Direzione Partecipate che alle Società dal Responsabile per la Trasparenza e la Prevenzione della Corruzione e in particolare: Direttiva n. 6, prot. n del 10/02/2015: Approvazione Piano Triennale di Prevenzione della corruzione e dell Illegalità e Programma Triennale per la Trasparenza e l Integrità 2015/2017. Direttiva n. 24, prot. n del 29/07/2015 esplicativa della Deliberazione ANAC n.8 del 17/06/2015. Direttiva prot. n del 16/12/2015: Attuazione della normativa in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza da parte delle società e degli enti di diritto privato controllati e partecipati dalle pubbliche amministrazioni e degli enti pubblici economici. con deliberazione di Consiglio Comunale n. 123 del 21/10/2014 di approvazione del Sistema Integrato dei controlli interni alle Società Partecipate, sono stati puntualmente disciplinati gli obblighi del gruppo pubblico locale in materia di Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza; Con determinazione n. 8 del 17/06/2015 l ANAC ha adottato le Linee Guida per l attuazione della normativa in materia di Prevenzione della Corruzione e Trasparenza da parte delle Società e degli Enti di diritto privato controllati e partecipati dalle Pubbliche Amministrazioni e degli Enti Pubblici Economici. 134

135 Le linee guida incidono sulla disciplina già prevista dal PNA (oggi ampiamente superata dalla determinazione ANAC n.12/2015) e ne hanno comportato una profonda rivisitazione, ovvero integrano e sostituiscono, laddove non compatibili, i contenuti del PNA in materia di misure di prevenzione della corruzione e di trasparenza che devono essere adottati dagli enti pubblici economici, dagli enti di diritto privato in controllo pubblico e dalle società a partecipazione pubblica e sono indirizzati alle società e agli enti di diritto privato controllati e partecipati dalle Pubbliche Amministrazioni, nonché agli enti pubblici economici. È sospesa l applicazione alle Società con strumenti finanziari quotati in mercati regolamentari e per le loro controllate (che saranno oggetto di Linee Guida specifiche in esito alle risultanze del tavolo di lavoro che l ANAC e il MEF hanno avviato con la Consob). Le linee guida non sono rivolte solo alle Società che ne devono attuare le disposizioni ma soprattutto sono rivolte alle Amministrazioni Pubbliche che li vigilano, partecipano e controllano. Ad avviso dell Autorità, infatti, spetta, in primo luogo a dette amministrazioni promuovere l applicazione della normativa in materia di Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza da parte di tali Enti. Ciò in ragione dei poteri che le Amministrazioni Pubbliche esercitano nei confronti degli stessi ovvero del legame organizzativo, funzionale o finanziario che li regola. L Autorità rileva, innanzitutto, che il quadro normativo che emerge dalla Legge n. 190 del 2012 e dai Decreti di Attuazione è particolarmente complesso e soprattutto non tiene in debito conto le esigenze di differenzazione in relazione ai soggetti, pubblici e privati, a cui si applica. In tal senso, come già chiarito nel paragrafo l esigenza di una revisione normativa è fortemente sentita anche dal legislatore che ha inserito questa materia tra quelle oggetto di delega previste dalla L. 124/2015. L ANAC nella definizione dell ambito oggettivo di applicazione della normativa opera una distinzione tra le Società direttamente o indirettamente controllate dalle Amministrazioni Pubbliche individuate ai sensi dell art. 2359, comma 1, numeri 1 e 2, del Codice Civile, e quelle come definite all art. 11, comma 3, del D.Lgs. n. 33/2013, a partecipazione pubblica non maggioritaria, in cui, cioè, la partecipazione pubblica non è idonea a determinare una situazione di controllo (detta pertanto Società a partecipazione pubblica non di controllo), nonché ad escludere, in via interpretativa, 135

136 dal novero delle Società controllate la fattispecie di cui al n. 3 del c.1 dell art del Codice Civile (c.d. controllo contrattuale) che non presuppone alcuna partecipazione di Pubbliche Amministrazioni al capitale di una Società. In considerazione della peculiare configurazione del rapporto di controllo che le Amministrazioni hanno con le Società in house, queste ultime, ovviamente, rientrano nell ambito delle Società controllate a cui si applicano le norme di Prevenzione della Corruzione e di Trasparenza. La distinzione tra Società in controllo pubblico e Società a partecipazione pubblica non di controllo non ha carattere meramente formale bensì conferma, in modo differenziato, l applicazione della normativa anticorruzione, in ragione del diverso grado di coinvolgimento delle Pubbliche Amministrazioni all interno delle due diverse tipologie di Società. Queste stesse esigenze si ravvisano anche quando il controllo sulle Società sia esercitato congiuntamente da una pluralità di amministrazioni, cioè in caso di partecipazione frazionata fra più amministrazioni in grado di determinare una situazione in cui la Società sia in mano pubblica. Allo stato, gli indirizzi che vengono dati alle Società sono contenuti tutti nella determinazione ANAC n. 8/2015 e nella direttiva di attuazione del Responsabile di Prevenzione della Corruzione del Comune di Catania n. 24 del 29/07/2015. Ovviamente l emanazione dei decreti attuativi di cui alla Legge Delega n. 124/2015, comporterà un adeguamento dei presenti indirizzi alle sopravvenute disposizioni normative. Per effetto delle modifiche dell art. 11 del D.Lgs. 33/2013 intervenute con l art. 24 bis del D.L. n. 90/2014 convertito in Legge 11 agosto 2014, n. 114, la disciplina del D.Lgs. 33/2013 si applica anche aggi enti di diritto pubblico non territoriali, nazionali, regionali o locali comunque denominati, istituiti, vigilati, finanziati dalla pubblica amministrazione nonché, limitatamente all attività di pubblico interesse disciplinata dal diritto nazionale o dall Unione europea, agli enti di diritto privato in controllo pubblico, ossia alle società e agli altri enti di diritto privato che esercitano funzioni amministrative, attività di produzione di beni e servizi a favore delle amministrazioni pubbliche o di gestione di servizi pubblici, sottoposti a controllo ai sensi dell articolo 2359 del codice civile da parte di pubbliche amministrazioni, oppure agli enti nei quali siano riconosciuti alle pubbliche amministrazioni, anche in assenza di una partecipazione azionaria, poteri di nomina dei vertici o dei componenti degli organi. 136

137 Inoltre, in caso di partecipazione non maggioritaria, a dette società si applicano, limitatamente all attività di pubblico interesse, le disposizioni dell articolo 1, commi da 15 a 33, della legge 6 novembre 2012, n L ANAC evidenzia e prende atto, preliminarmente, delle incertezze interpretative derivanti da un quadro normativo molto complesso e ancora disorganico, solo in parte risolto dalla modifica dell art. 11 del D.Lgs. 33/2013 ad opera dell art. 24 bis del D.L. 90/2014 che interviene a fare chiarezza proprio sull ambito soggettivo di applicazione, per cui le linee guida, che si ricorda essere vincolanti per i soggetti destinatari, intervengono a fare chiarezza e a supportare la corretta applicazione delle norme. Si riportano qui di seguito, in sintesi, gli obblighi a cui sono tenute le Società dell Ente, in conformità alla più volte citata determinazione. I SOGGETTI DESTINATARI Le Linee Guida sono rivolte alle società e agli enti di diritto privato controllati e partecipati dalle pubbliche amministrazioni e agli enti pubblici economici. Si allarga, quindi, per effetto dell art. 24 bis citato, l ambito soggettivo di applicazione delle norme, seppure con differenziazioni e intensità diverse a seconda della natura degli organismi, di cui si dirà in seguito. Sono altresì rivolte alle Pubbliche Amministrazioni che, in ragione dei poteri che esercitano su tali organismi o del legame organizzativo, funzionale o finanziario hanno il dovere di promuovere, vigilare e controllare la corretta applicazione della normativa di che trattasi. Non sfugge che le Linee Guida valorizzano in maniera stringente le pubbliche Amministrazioni circa la responsabilità in vigilando sui propri enti anche in materia di trasparenza e anticorruzione. La deliberazione ANAC, pur in un quadro normativo complesso e con l auspicio di un intervento normativo organico, cerca di fare chiarezza circa l ambito soggettivo e oggettivo delle norme con la finalità di favorire una più efficace applicazione delle misure di trasparenza e anticorruzione in tutto il gruppo pubblico ampiamente inteso. 137

138 Al fine di fare chiarezza circa l ambito soggettivo di applicazione delle norme come meglio delineato dall art. 24 bis del D.L. 90/2014, l ANAC, opportunamente distingue: A. SOCIETÀ IN CONTROLLO PUBBLICO E SOCIETÀ A PARTECIPAZIONE PUBBLICA NON DI CONTROLLO 1. Società direttamente o indirettamente controllate dalle Amministrazioni ai sensi dell art. 2359, co. 1, numeri 1 e 2 del c.c. 2. Società a partecipazione pubblica non maggioritaria in cui, cioè, la partecipazione pubblica non è idonea a determinare una posizione di controllo, detta per ciò società a partecipazione pubblica non di controllo. B. ENTI DI DIRITTO PRIVATO IN CONTROLLO PUBBLICO E ALTRI ENTI DI DIRITTO PRIVATO PARTECIPATI 1. Enti di diritto privato in controllo pubblico. 2. Altri Enti di diritto privato partecipati. C. ENTI PUBBLICI ECONOMICI Ai sensi dell art. 22, co.1, del D.Lgs. 33/2013, l ente è tenuto, come è noto, a pubblicare sul proprio sito istituzionale e nell apposita sezione la lista delle società a cui partecipa o controlla, con le funzioni attribuite, il servizio pubblico affidato, le attività svolte in favore del Comune. Ai fini della vigilanza dell ANAC, ma anche della corretta individuazione delle norme applicabili in materia di trasparenza e anticorruzione, la Direzione Partecipate deve provvedere all individuazione puntuale, per ogni organismo, del tipo di società, secondo l elencazione sopra data. Di seguito, si espone, adesso, una sintesi circa l applicabilità delle norme in materia di trasparenza a seconda del tipo di società, rinviando, ai fini dell applicazione puntuale delle Linee Guida, i soggetti destinatari della presente direttiva, ad una doverosa approfondita lettura della delibera ANAC. 138

139 A. SOCIETÀ IN CONTROLLO PUBBLICO E SOCIETÀ A PARTECIPAZIONE PUBBLICA NON DI CONTROLLO 1. Società in controllo pubblico Sono definite società in controllo pubblico quelle direttamente o indirettamente controllate dalle pubbliche Amministrazioni ai sensi dell art. 2359, co. 1, numeri 1 e 2 del c.c. e cioè: a) Le società in cui l ente dispone della maggioranza dei voti esercitabili nell assemblea ordinaria. b) Le società in cui l ente dispone di voti sufficienti per esercitare un influenza dominante nell assemblea ordinaria. Ovviamente rientrano in questa tipologia le società in house, anzi in questo caso può parlarsi di controllo totale. Per queste società vi è l obbligo di applicazione di tutte le misure introdotte dalle leggi di riferimento e le relative sanzioni in caso di inadempimento, in materia di trasparenza e anticorruzione. Anche nei casi in cui la Società abbia adottato il modello di cui al D.Lgs. 231/01, essa ha l obbligo di integrare il proprio modello di gestione del rischio alle disposizioni di cui alla L. 190/2012 e relativi decreti attuativi. Pertanto, dette società devono: Nominare il Responsabile della Prevenzione della corruzione e della Trasparenza. Adottare il Piano triennale di prevenzione della corruzione. Adottare il Piano triennale della Trasparenza che può costituire una sezione del PTPC come per l ente controllante. Adottare un Codice di Comportamento. 139

140 Effettuare all interno del PTPC l analisi di contesto e la mappatura dei processi di cui all art. 1, co. 9, della L. 190/2012 e all art. 6, co. 2, del D.Lgs. n. 231/01 e adottare le relative misure obbligatorie e ulteriori. Disciplinare l accesso civico. Redigere la relazione sui risultati del contrasto alla corruzione entro il 15 dicembre di ogni anno. Si ricorda che per espressa previsione normativa l elaborazione del Piano di prevenzione della corruzione e la relativa analisi del rischio e progettazione delle misure, non può essere affidata a soggetti estranei alla società, pertanto, una scelta di tipo diverso comporta responsabilità per danno erariale da parte degli organi societari responsabili, da accertarsi a cura della Direzione delle Partecipate, in sede di esercizio del controllo analogo, che deve anche valutare la possibilità di non liquidare una spesa effettuata in violazione di legge. In tale senso, al fine della necessaria vigilanza, l Ufficio per il controllo analogo acquisirà dalle società apposita attestazione che il Piano è stato redatto da soggetti interni alla società e che non ha comportato spesa. Si ricorda ancora che, in considerazione della natura delle Società, il Responsabile della Prevenzione della corruzione (al quale non va riconosciuto alcun compenso aggiuntivo, fatta salva eventuale retribuzione di risultato connessa al conseguimento di specifici obiettivi nella materia) deve operare in costante coordinamento con l organismo deputato alla vigilanza sull attuazione del modello di cui al D.Lgs. 231/01. In caso di società indirettamente controllate, la capogruppo assicura che le stesse adottino le misure di prevenzione della corruzione ex lege 190/12 in coerenza con quelle della cap ogruppo. Laddove la società sia di ridotte dimensioni compete alla società capogruppo, con delibera motivata e in base a ragioni oggettive, introdurre le misure di prevenzione della corruzione nel proprio piano. In tal caso, il RPC della capogruppo responsabile dell attuazione delle misure anche all interno delle società di ridotte dimensioni. La società indirettamente controllata deve nominare all interno della propria organizzazione un referente del responsabile della prevenzione della corruzione della capogruppo (per il Comune di catania un esempio di questa fattispecie può essere quello del rapporto tra l ASEC S.p.A. e l ASEC Trade). 140

141 Trasparenza In materia di trasparenza, le Società delle quali si sta trattando, devono applicare, ai sensi del combinato disposto dell art. 11, co. 2 del D.Lgs 33/2013 e dell art. 1, co. 34, della L. 190/2012, la normativa sulla trasparenza. Ciò anche per effetto di quanto disposto dall art. 24 bis del D.L. 90/2014 che ha novellato l art. 11, co. 2, del D.Lgs. 33/2013 disponendo che la disciplina sulla trasparenza di cui al D.Lgs. 33/2013 sia applicata anche a dette Società, tenendo conto, ovviamente, del tipo di peculiarità organizzativa, il tipo di attività e il regime privatistico che richiedono alcuni necessari adattamenti. Le Linee Guida, all allegato 1, esplicitano i principali adattamenti che le società devono effettuare per assolvere comunque agli obblighi di trasparenza di competenza. Si precisa che le società in house sono invece tenute ad osservare gli stessi obblighi di trasparenza cui è tenuto il Comune, senza alcun adattamento. 2. Società a partecipazione pubblica non di controllo Sono definite così le Società a partecipazione pubblica non maggioritaria, ovvero quelle in cui il Comune detiene una partecipazione non idonea a determinare una situazione di controllo. In tal caso, l attuazione della normativa comporta minori oneri come peraltro previsto dalla stessa L. 190/2012 e dal D.Lgs. 33/2013. Queste Società devono: Adottare il modello di organizzazione e gestione di cui al D.Lgs. 231/01 integrato, con apposita sezione contenente le misure di organizzazione e gestione idonee a prevenire i rischi da eventi corruttivi in danno alla società (il modello di cui al 231 prevede soltanto quelli a vantaggio). Rispettare le norme sulle incompatibilità di cui al D.Lgs. 39/2013 con particolare attenzione agli artt. 9 e

142 Tali Società non sono tenute a nominare il Responsabile della Prevenzione della corruzione anche se sarebbe auspicabile che tale ruolo venisse svolto dallo stesso soggetto deputato alla vigilanza sul modello della 231. Si precisa che il ruolo delle Amministrazioni partecipanti è quello di promuovere iniziative, voti, azioni idonee acchè queste società adottino, prioritariamente, il modello 231 integrato con le disposizioni della L. 190/2012 per i reati a danno delle società. Trasparenza Le Società non di controllo ai sensi dell art. 1, co. 34, e dell art. 11, co. 3, del D.Lgs. 33/2013 sono tenuti ad applicare le norme di trasparenza di cui all art. 1, commi da 15 a 33 della L. 190/2012, limitatamente all attività di pubblico interesse. Per attività di pubblico interesse, ai fini dell applicazione delle normative richiamate, devono considerarsi quelle qualificate come tali da una norma di legge o dagli atti costitutivi e dagli statuti degli enti e delle società e quelle previste dall art. 11, comma 2, del d.lgs. n. 33 del 2013, ovvero le attività di esercizio di funzioni amministrative, di produzione di beni e servizi a favore delle amministrazioni pubbliche, di gestione di servizi pubblici. Restano dunque escluse dall applicazione della normativa in argomento le attività che non siano riconducibili al perseguimento di interessi pubblici. Come orientamento di carattere generale, sarà onere dei singoli enti o società indicare, all interno del piano della trasparenza, quali attività non sono di pubblico interesse regolate dal diritto nazionale o dell Unione europea. Data la natura di alcune attività espressione di funzioni strumentali, ad esempio di acquisto di beni e servizi ovvero di svolgimento di lavori e di gestione di risorse umane e finanziarie, si presume che le stesse siano volte a soddisfare anche esigenze connesse allo svolgimento di attività di pubblico interesse. Dette attività, pertanto, sono da ritenersi sottoposte alla normativa di prevenzione della corruzione e di trasparenza, salvo specifiche indicazioni, motivate, contrarie da parte dell ente o società interessata. Quindi, limitatamente a dette attività come sopra definite, le società non di controllo devono: Istituire un apposita sezione sul proprio sito web. 142

143 Pubblicare in essa tutti gli atti, i dati e le informazioni analiticamente elencati ai commi da 15 a 33 dell art. 1 della L. 190/2012. Pubblicare i dati sull organizzazione. Pubblicare i dati di cui agli artt. 14 e 15 del D.Lgs. 33/2013 con gli opportuni adattamenti suggeriti dall ANAC nell allegato 1 alla deliberazione n. 8/2015. Organizzare, per i dati oggetto di pubblicazione obbligatoria ai sensi della normativa sopracitata, l istituto dell accesso civico e pubblicare nell apposita sezione le modalità di esercizio di tale diritto. Tali Società non sono tenute alla redazione del Programma triennale della Trasparenza né a nominare il Responsabile. E sufficiente che esse rendano noto all esterno le modalità di pubblicazione dei dati e individuino all interno, un soggetto con funzioni di monitoraggio e controllo anche al fine di attestare il rispetto degli obblighi. Ove non dispongano di un sito internet, così come per le società controllate, il Comune deve rendere disponibile, nelle more della costruzione di un proprio sito web, una sezione del proprio sito per l assolvimento degli obblighi di trasparenza. Sarebbe opportuno ancora una volta effettuare a cura della Direzione Partecipate, con il supporto del servizio Sistemi Informativi, una ricognizione sulla esistenza dei siti, sulla qualità e quantità di informazioni pubblicate, al fine di vigilare sul corretto adempimento anche da parte delle società a partecipazione pubblica non di controllo. B. ENTI DI DIRITTO PRIVATO IN CONTROLLO PUBBLICO E ALTRI ENTI DI DIRITTO PRIVATO PARTECIPATI 1. Enti di diritto privato in controllo pubblico Sono enti di diritto privato in controllo pubblico gli enti costituiti ai sensi del Libro I, Titolo II, Capo II del c.c. e cioè quelli costituiti dall ente in forma di fondazione di cui agli artt. da 14 a 35 del c.c. e di associazioni di cui agli artt. da 36 a 42 del c.c. 143

144 L art. 1, co. 2, lett. c) del D.Lgs. 39/2013 aggiunge che per enti di diritto privato in controllo pubblico devono intendersi le società e gli altri enti di diritto privato che esercitano funzioni amministrative, attività di produzione di beni e servizi o di gestione di servizi pubblici sottoposti a controllo ai sensi dell art del c.c. da parte delle amministrazioni pubbliche, o gli enti nei quali siano riconosciuti alle pubbliche amministrazioni, anche in assenza di partecipazione azionaria, poteri di nomina dei vertici o dei componenti degli organi. Analogamente si esprime l art. 11 del D.Lgs. 33/2013 nel testo novellato dall art. 24 bis, co. 1, del D.L. 90/2014, precisando che per questi enti la normativa si applica limitatamente all attività di pubblico interesse disciplinata dal diritto nazionale ed europeo. Gli enti come sopra definiti coprono fattispecie molto eterogenee che non sono quindi riconducibili ad una disciplina unitaria. Per qualificare tali enti, l ANAC suggerisce di utilizzare il metodo di individuare alcuni indici e parametri, la cui ricorrenza nel caso concreto può considerarsi sintomatica della sussistenza di un controllo pubblico. Fermo restando che rientrano sicuramente, come sopra cennato, in questa fattispecie le associazioni e fondazioni non necessariamente con personalità giuridica, per gli indicatori di valutazione della sussistenza del controllo pubblico si rinvia a pagg. 25 e 26 della deliberazione ANAC n. 8/2015. In presenza di tali elementi sintomatici, le amministrazioni controllanti devono garantire l applicazione di tutte le misure, nessuna esclusa, che valgono per lo stesso ente. In buona sostanza gli enti di diritto privato in controllo pubblico hanno l obbligo di adeguarsi in toto alla normativa sulla prevenzione della corruzione e sulla trasparenza alla stregua di una società controllata. Quindi devono: Nominare il Responsabile della Prevenzione della corruzione; Dotarsi di un Piano di prevenzione della corruzione; Adottare un Codice di comportamento; 144

145 Rispettare le norme di cui al D.Lgs. 39/2013 Redigere e pubblicare la relazione sulla trasparenza entro il 15 dicembre di ogni anno Trasparenza Per quanto sopra detto, questa tipologia di enti è soggetta a tutti gli obblighi di trasparenza previsti dall art. 11, co. 2, lett. b) del D.Lgs. 33/2013. Quindi: Nominano il Responsabile della Trasparenza; Adottano un programma triennale per la trasparenza e l integrità anche come sezione del PTPC; Istituiscono sui propri siti o, in mancanza, sul sito dell ente controllante, la sezione Amministrazione Trasparente. 2. Altri Enti di diritto privato partecipati Si tratta di quegli enti di natura privatistica diversi dalle società non sottoposti a controllo pubblico. La partecipazione pubblica e le finalità istituzionali rendono comunque questi enti soggetti al rispetto della normativa di prevenzione della corruzione mediante l adozione del modello del D.Lgs. 231/01 e attraverso l adozione di protocolli che disciplinano l adozione di misure di trasparenza e di prevenzione della corruzione, soprattutto con riferimento all uso di risorse pubbliche. Trasparenza Tali enti non sono soggetti alla disciplina di cui al D.Lgs. 33/2013, tuttavia l ANAC suggerisce che l ente pubblico partecipante si faccia promotore di protocolli che sottopongano gli stessi alle regole di trasparenza individuate per le società a partecipazione pubblica non di controllo. 145

146 C. ENTI PUBBLICI ECONOMICI Gli enti pubblici economici sono enti che hanno per oggetto esclusivo o principale un attività economica e attraverso l attività imprenditoriale perseguono comunque un fine pubblico. Questi enti sono tenuti ad applicare la disciplina di prevenzione della corruzione e della trasparenza. Quindi questi enti devono adottare, sia in materia di prevenzione della corruzione che in materia di trasparenza, tutte le misure stabilite per le società in controllo pubblico. LE COMPETENZE DELL ANAC Sugli adempimenti come sopra sintetizzati, l ANAC svolge attività di vigilanza e controllo, direttamente sugli enti in questione, indirettamente attraverso il controllo delle attività poste in essere dall ente pubblico circa la corretta applicazione da parte degli organismi che in via generale compongono il gruppo pubblico. In tal senso, l ente pubblico ha il dovere di responsabilizzare i propri organismi anche introducendo sanzioni a carico degli amministratori inadempienti. La stessa ANAC ha competenza ad irrogare sanzioni sia agli organismi di che trattasi, sia all ente pubblico che non abbia attivato opportune azioni di vigilanza e controllo. Con comunicato del 25/11/2015, l ANAC, trascorso il regime transitorio per consentire il graduale adeguamento delle società e degli enti considerati alle novità introdotte dalla legge in materia di prevenzione della corruzione e di trasparenza, ha richiamato l attenzione sulle prossime scadenze quali, sinteticamente: 146

147 le società e gli enti in controllo pubblico e gli enti pubblici economici, qualora non l abbiano già fatto, debbono nominare tempestivamente il Responsabile della prevenzione della corruzione; il RPC deve predisporre entro il 15 gennaio 2016 una relazione recante i risultati dell attività di prevenzione svolta sulla base di quanto già previsto dal PNA e dando conto delle misure già adottate in attuazione delle Linee guida; il completo adeguamento alle Linee guida, con l adozione di misure di organizzazione e gestione per la prevenzione della corruzione, dovrà avvenire entro il 31 gennaio 2016; le società e gli enti destinatari delle Linee guida debbono adeguare tempestivamente i propri siti web con i dati e le informazioni da pubblicare, tenuto conto che le disposizioni in materia di trasparenza di cui al d.lgs. n. 33/2013 si applicano a tali soggetti già in virtù di quanto previsto dall art. 24 bis del d.l. n. 90/2014. La Legge Regionale n. 11 del 26 giugno 2015, intervenendo in materia di trasparenza e pubblicità, all art. 6, con il quale sostituisce l art. 18 della L.R. 16 dicembre 2008, n. 22, comma 2, fermi restando gli obblighi di pubblicità e trasparenza previsti dalla legge statale, pone, a carico delle aziende pubbliche ex municipalizzate, l obbligo aggiuntivo di pubblicare nei rispettivi siti internet, tutti gli atti adottati dal Consiglio d Amministrazione e le determinazioni presidenziali e dirigenziali, entro sette giorni. 147

148 3.8 Gli indirizzi specifici e ulteriori Determinati nei paragrafi precedenti gli indirizzi generali per tutte le società partecipate e/o controllate dall ente qui di seguito si passa alla disamina delle società che, per la pregnante posizione di controllo esercitata da Comune, è opportuno dare indirizzi specifici a seconda della natura della Società. Per le restanti società in cui l ente ha una posizione minoritaria o paritaria con altri enti, così come previsto dalla norma, gli eventuali indirizzi generali devono essere preceduti da intese tra gli enti soci. 148

149 3.8.1 Società Multiservizi S.p.A.: modello organizzativo e gestionale in house providing. Società Strumentale del Comune di Catania detenuta al 100% con capitale sociale di ,00. Costituita con atto notarile del 7 Agosto 1997 Rep. N.69935/18086 in attività dal Personale dipendente al 31/12/2014 suddiviso per qualifiche e mansioni: Categoria N Profilo professionale 2 livello 341 operaio 3 livello 84 operaio 4 livello 32 operaio 5 livello 4 operaio 4 livello 7 impiegato 5 livello 6 impiegato 6 livello 13 impiegato 7 livello 12 Impiegato Quadro 4 // Dirigente 3 // TOTALE PERSONALE 506 // 149

150 Conto Economico 2014 VALORE DELLA PRODUZIONE 31 DIC DIC 2013 RICAVI DELLE VENDITE E DELLE PRESTAZIONI ) VARIAZIONE DEI LAVORI IN CORSO SU ORDINAZIONE 5) ALTRI RICAVI E PROVENTI TOTALE VALORE DELLA PRODUZIONE COSTI DELLA PRODUZIONE 6) COSTI PER MATERIE PRIME, SUSSIDIARIE, DI CONSUMO E DI MERCI ) COSTI PER SERVIZI ) COSTI PER GODIMENTO DI BENI DI TERZI ) COSTI PER IL PERSONALE: a) SALARI E STIPENDI b) ONERI SOCIALI c) TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO e) ALTRI COSTI PER IL PERSONALE ) AMMORTAMENTI E SVALUTAZIONI a) AMMORTAMENTO DELLE IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI b) AMMORTAMENTO DELLE IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI d) SVALUTAZIONE CREDITI COMPRESI NELL ATTIVO CIRCOLANTE E DELLE DIPONIBILITA LIQUIDE ) ACCANTONAMENTI PER RISCHI ) ONERI DIVERSI DI GESTIONE TOTALE COSTI DELLA PRODUZIONE DIFFERENZA TRA VALORE E COSTI DELLA PRODUZIONE

151 PROVENTI E ONERI FINANZIARI 16) ALTRI PROVENTI FINANZIARI: d) PROVENTI DIVERSI DAI PRECEDENTI 3) PROVENTI DIVERSI DAI PRECEDENTI DA ALTRE IMPRESE CONTROLLANTI ) PROVENTI DIVERSI DAI PRECEDENTI DA ALTRE IMPRESE ) INTERESSI ED ALTRI ONERI FINANZIARI D) INTERESSI ED ALTRI ONERI FINANZIARI VERSO ALTRI ( ) ( ) TOTALE PROVENTI E ONERI FINANZIARI ( ) ( ) PROVENTI E ONERI STRAORDINARI 20) PROVENTI STRAORDINARI: a) PLUSVALENZA DA ALIENAZIONE b) ALTRI PROVENTI STRAORDINARI ) ONERI STRAORDINARI b) IMPOSTE RELATIVE A ESERCIZI PRECEDENTI (2.455) c) ALTRI ONERI STRAORDINARI (2.695) (923) TOTALE PROVENTI E ONERI STRAORDINARI (1.233) (923) RISULTATO PRIMA DELLE IMPOSTE ) IMPOSTE SUL REDDITO DELL ESERCIZIO CORRENTI, DIFFERITE E ANTICIPATE a) IMPOSTE CORRENTI SUL REDDITO D ESERCIZIO ( ) ( ) b) IMPOSTE DIFFERITE SUL REDDITO D ESERCIZIO ( ) c) IMPOSTE ANTICIPATE SUL REDDITO D ESERCIZIO ( ) UTILE (PERDITA) DELL ESERCIZIO (62.270) =========================================== 151

152 Il bilancio relativo all esercizio chiuso al 31 dicembre 2014 espone un risultato in miglioramento presentando un utile, al netto delle imposte, di , rispetto ad una perdita nella gestione dell anno precedente di L andamento della gestione aziendale è passato da 986 mila a 677 mila: tale risultato è dovuto in parte all introduzione di un contratto di solidarietà, resosi necessario a seguito delle sentenze di reintegra dei lavoratori licenziati nel Altra variabile che ha influenzato positivamente il bilancio è stato il pagamento da parte del Comune dei debiti fuori bilancio della Società. Gran parte dell attività del 2014 è stata influenzata dal contenzioso con i lavoratori di cui 125 sono stati reintegrati, mentre 12 si sono avvalsi della facoltà di cui all art. 18 dello Statuto dei lavoratori. Al 31 dicembre risulta in corso un solo contenzioso. 152

153 Principali attività svolte nel 2014 e risultati conseguenti con riferimento al budget Attestazione di avvenuta pubblicazione sul sito web ai sensi degli artt. 14, 15 e 22 comma 3 del D.Lgs. 33/2013 e dell art. 1 commi 15 e 33 della L. 190/2012 Adempimenti ai sensi della L. 190/2012 relativi al Piano di Prevenzione della Corruzione Attestazione del rispetto dei vincoli assunzionali e del trattamento individuale Voci di costo del personale sostenute nell anno 2014 Il 2014 è stato per la Società un anno di assestamento dopo i timori conseguenti al disposto dell art. 4 del D.L. 95/2012 che avrebbe dovuto portare alla dismissione del 100% delle azioni da parte del Comune di Catania. L intervenuta sentenza della Corte Costituzionale e la conseguente Legge di Stabilità per il 2014 che ha abrogato l art. 4 del citato decreto ha riaperto scenari nuovi per la Società. Il Piano di Razionalizzazione adottato dalla G.M. con deliberazione n. 33 del 30/03/2015 ha disposto il mantenimento della Multiservizi S.p.A. e, per effetto, si è predisposto il nuovo contratto di servizio. L attività gestionale più rilevante ha riguardato l organizzazione dei servizi contrattuali nelle more del nuovo contratto di servizio e il contenzioso con i lavoratori licenziati nel La Società ha implementato un piano di razionalizzazione delle spese di gestione. La Società ha organizzato sul sito istituzionale la sezione Amministrazione Trasparente e ha attestato il rispetto della normativa in materia. La Società ha adottato il Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione. Il Responsabile della prevenzione della corruzione è il dott. Scilletta Giuseppe Direttore Amministrativo - La Società attesta di non avere proceduto ad alcuna assunzione e che gli incrementi sono dovuti a sentenze di reintegra emesse dal Tribunale di Catania di n. 125 lavoratori. Non è stato concesso ed erogato alcun incremento retributivo. Salari e Stipendi Oneri Sociali Trattamento di Fine Rapporto

154 Il contratto di servizio è stato rinnovato in data 27/10/2015 Rep. N.327 per la durata di anni 5 dalla data di consegna dei servizi avvenuta in data 31/12/2015. Importo Contrattuale ,61 IVA esclusa. I servizi strumentali oggetto del Contratto sono: a) Pulizia e igiene ambientale degli edifici comunali e degli uffici giudiziari fatte salve le disposizioni normative in materia. b) Pulizia degli impianti sportivi comunali a gestione diretta. c) Custodia e vigilanza non armata di locali e aree comunali, di impianti sportivi e di uffici giudiziari (fatte salve le disposizioni normative in materia) e scuole di competenza comunale dotate di abitazione per custode. d) Manutenzione e gestione delle aree verdi, delle strade alberate e dei parchi gioco comunali. e) Pulizia e custodia dei servizi igienici pubblici. f) Trasloco e facchinaggio. g) Manutenzione integrata edifici. h) Manutenzione stradale. i) Manutenzione segnaletica orizzontale. j) Assistenza tecnica per iniziative finalizzate allo sviluppo locale. k) Assistenza tecnica per la valorizzazione del patrimonio immobiliare. Gli standard di servizio risultano declinate nelle schede tecniche e con le specifiche di cui all art. 3 del Contratto di servizio. 154

155 Indirizzi specifici e ulteriori Oltre agli Indirizzi Generali contenuti nei paragrafi precedenti e a quanto stabilito nel vigente Regolamento Comunale sul sistema integrato dei controlli alle partecipate, la Società deve: 1. In materia di personale: rispettare tutti i vincoli e i limiti vigenti per il Comune di Catania. 2. Dotarsi di apposita carta dei servizi in condivisione con l Ente contenente anche indicatori di efficacia e di impatto dei servizi erogati. 3. Introdurre specifiche misure di riduzione di lavoro straordinario. 155

156 3.8.2 Sidra S.p.A.: Gestione del servizio idrico integrato nel Comune di Catania (fatta eccezione per la porzione servita da Acoset). Personale dipendente al 31/12/2014 suddiviso per qualifiche e mansioni IMPIEGATI Dati al 31/12/2014 N dipendenti Tipo rapporto Qualifica Trattamento Economico 12 Indeterminato Impiegato 3 livello CCNL 15 Indeterminato Impiegato 4 livello CCNL 11 Indeterminato Impiegato 5 livello CCNL 12 Indeterminato Impiegato 6 livello CCNL 12 Indeterminato Impiegato 7 livello CCNL 9 Indeterminato Impiegato 8 livello CCNL 4 Indeterminato Impiegato Quadro 2 Indeterminato Impiegato Dirigente 77 TOTALE IMPIEGATI 156

157 OPERAI Dati al 31/12/2014 N dipendenti Tipo rapporto Qualifica Trattamento Economico 48 Indeterminato Operaio 3 livello CCNL 13 Indeterminato Operaio 4 livello CCNL 8 Indeterminato Operaio 5 livello CCNL 69 TOTALE OPERAI TOTALE COMPLESSIVO Dati al 31/12/2014 N dipendenti Tipo rapporto Qualifica Trattamento Economico 60 Indeterminato Tutti 3 livello CCNL 28 Indeterminato Tutti 4 livello CCNL 19 Indeterminato Tutti 5 livello CCNL 12 Indeterminato Tutti 6 livello CCNL 12 Indeterminato Tutti 7 livello CCNL 9 Indeterminato Tutti 8 livello CCNL 4 Indeterminato Tutti Quadro 2 Indeterminato Tutti Dirigente 146 TOTALE GENERALE 157

158 Ripartizione Costi del Personale Sidra SpA al 31/12/2014 N Dipendenti Tipo Rapporto Qualifica Trattamento Economico Retribuzione fissa Contrattuale per Livello Retribuzione variabile per straordinari e indennità da CCNL Oneri C/Azienda TFR Totale Costo Costo medio annuo per Unità IMPIEGATI 12 Indeterminato Impiegato 3 Livello CCNL , , , , , ,24 15 Indeterminato Impiegato 4 Livello CCNL , , , , , ,30 11 Indeterminato Impiegato 5 Livello CCNL , , , , , ,96 12 Indeterminato Impiegato 6 Livello CCNL , , , , , ,43 12 Indeterminato Impiegato 7 Livello CCNL , , , , , ,46 9 Indeterminato Impiegato 8 Livello CCNL , , , , , ,36 71 TOTALE IMPIEGATI , ,07 4 Indeterminato Quadro Quadro , , , , , ,07 4 TOTALE QUADRI , ,07 Quadri cessati nel 2014 : 1 2 Indeterminato Dirigente Dirigente , , , , , ,87 2 TOTALE DIRIGENTI , ,87 Assunzione Direttore Generale maggio 2014: 1 158

159 OPERAI Dati al 31/12/ Indeterminato Operaio 3 Livello CCNL , , , , , ,58 13 Indeterminato Operaio 4 Livello CCNL , , , , , ,47 8 Indeterminato Operaio 5 Livello CCNL , , , , , ,94 Indeterminato Operaio 6 Livello CCNL Indeterminato Operaio 7 Livello CCNL Indeterminato Operaio 8 Livello CCNL 69 TOTALE OPERAI , ,27 Dipendenti cessati nel corso del 2014: 1 TOTALE RIEPILOGO GENERALE Dati al 31/12/ Indeterminato Tutti 3 Livello CCNL , , , , , ,51 28 Indeterminato Tutti 4 Livello CCNL , , , , , ,06 19 Indeterminato Tutti 5 Livello CCNL , , , , , ,79 12 Indeterminato Tutti 6 Livello CCNL , , , , , ,43 12 Indeterminato Tutti 7 Livello CCNL , , , , , ,46 9 Indeterminato Tutti 8 Livello CCNL , , , , , ,36 4 Indeterminato Tutti Quadro , , , , , ,07 2 Indeterminato Tutti Dirigente , , , , , , TOTALE GENERALE , , , , , ,71 Dipendenti cessati nel corso del 2014: 2 Assunzione Direttore Generale maggio 2014: 1 159

160 CONTO ECONOMICO (al 31/12/2014) A) Valore della produzione 1) Ricavi delle vendite e delle prestazioni ) Variazione delle rimanenze di prodotti in lavorazione, semilavorati e finiti 0 0 3) Variazione dei lavori in corso su ordinazione 0 0 4) Incrementi di immob. Per lavori interni ) Altri ricavi e proventi: vari contributi in conto esercizio contributi in conto capitale (quote esercizio) Totale valore della produzione B) Costi della produzione 6) Per materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci ) Per servizi ) Per godimento di beni di terzi ) Per il Personale a) Salari e stipendi b) Oneri sociali c) Trattamento di fine rapporto d) Trattamento di quiescenza e simili e) Altri costi

161 10) Ammortamenti e svalutazioni a) Ammortamento delle immobilizzazioni immateriali b) Ammortamento delle immobilizzazioni materiali c) Altra svalutazioni delle immobilizzazioni d) Svalutazioni dei crediti compresi nell attivo circolante e delle disponibilità liquide ) Variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci 12) Accantonamento per rischi 13) Altri accantonamenti 14) Oneri diversi di gestione Totale costi della produzione Differenza tra valore e costi di produzione (A-B) ( ) ( ) C) Proventi e oneri finanziari 15) Proventi da partecipazioni: da imprese controllate da imprese collegate altri 16) Altri proventi finanziari: a) da crediti iscritti nelle immobilizzazioni da imprese controllate da imprese collegate da controllanti altri b) da titoli iscritti nelle immobilizzazioni c) da titoli iscritti nell attivo circolante

162 d) proventi diversi dai precedenti: da imprese controllate da imprese collegate da controllanti altri ) Interessi e altri oneri finanziari: da imprese controllate da imprese collegate da controllanti altri Totale proventi e oneri finanziari D) Rettifiche di valore di attività finanziarie 18) Rivalutazioni: a) di partecipazioni b) di immobilizzazioni finanziarie c) di totale iscritti nell attivo circolante ) Svalutazioni: a) di partecipazioni b) di immobilizzazioni finanziarie c) di titoli nell attivo circolante Totale rettifiche di valore di attività finanziarie (84.024) 162

163 E) Proventi e oneri straordinari 20) Proventi: plusvalenze da alienazioni varie 21) Oneri: minusvalenze da alienazioni imposte esercizi precedenti varie 1 3 arrotondamenti Euro Totale delle partite straordinarie ( ) Risultato prima delle imposte (A-B+C+D+E) ( ) 22) Imposte sul reddito dell esercizio a) Imposte correnti ( ) b) Imposte differite c) Imposte anticipate Utile (Perdita) dell esercizio ( ) 163

164 Risultati di budget al 31/12/2014 Costi di produzione (pari al 53,66% della produzione ottenuta) e in diminuzione rispetto all esercizio 2013 di Gestione Straordinaria Valore aggiunto Marginalità Operativa Lorda (M.O.L.) Il reddito operativo netto La gestione finanziaria (risultato positivo a fronte di un risultato negativo del 2013 di determinato dalla ristrutturazione del debito pregresso con il fornitore EON con una riduzione dello stesso di per sorte capitale e interessi) (pari al 46,34% del valore della produzione dell esercizio e in aumento di rispetto al 2013, dovuto essenzialmente alla riduzione dei costi esterni e all incremento di fatturato) (22,46% della produzione migliorata rispetto al risultato d esercizio 2013 pari a soprattutto grazie all effetto dell incremento delle tariffe di cui alla delibera AEEGSI n. 66/2015; ma anche per la riduzione dei costi di personale che per il 2014 incide per il 23,88% della produzione rispetto al 26,52% nel (- 6,60% della produzione, il risultato negativo è dovuto agli ammortamenti e alle svalutazioni, ma è comunque in miglioramento rispetto al 2013 del 5,24%) Saldo Positivo in miglioramento rispetto all esercizio 2013 di L incremento scaturisce da calcoli di interessi di mora degli utenti e del Socio. 164

165 Principali attività svolte nel 2014 e risultati conseguenti con riferimento al budget Attestazione di avvenuta pubblicazione sul sito web ai sensi degli artt. 14, 15 e 22 comma 3 del D.Lgs. 33/2013 e dell art. 1 commi 15 e 33 della L. 190/2012 Adempimenti ai sensi della L. 190/2012 relativi al Piano di Prevenzione della Corruzione Rispetto dei vincoli in materia di personale Le attività principali delle società sono state orientate: alla riformulazione del piano industriale per renderlo coerente ai principi regolatori dettati dall AEEGSI in materia di Servizio Idrico Integrato. Al rafforzamento dell assetto economico-finanziario agendo sulla leva tariffaria per apportare un progressivo apporto di autofinanziamento. Permangono criticità sul fronte della carenza di risorse finanziarie, anche se il 2014 registra una prima inversione di tendenza. La società ha già implementato la sezione Amministrazione Trasparente e ha comunicato che ultimerà l applicazione di tutta la normativa in materia entro il 15/01/2016. La società è dotata di un Piano di Prevenzione della Corruzione. Il Responsabile è L Ing. Osvaldo De Gregoris. Nel corso del 2014 sono cessati 2 unità di personale. A Maggio del 2014 si è dotato di Direttore Generale. Non ha erogato aumenti contributivi o modifiche di trattamento economico. 165

166 Indirizzi specifici e ulteriori Oltre agli indirizzi generali la società, in ragione della specificità del suo oggetto statutario, deve: 1. Dare attuazione alle modifiche statutarie di cui alla delibera ci Consiglio comunale n. 38 del 30/12/ Il gruppo di lavoro misto per la realizzazione del depuratore di cui alla delibera CIPE n. 60/2012, presieduto n.q. di RUP dall ing. Osvaldo De Gregoris, dovrà, nel corso del 2016, procedere, una volta espletata la gara da parte dell Urega, alla consegna del 1 lotto e alla progettazione esecutiva del lotto di completamento. 3. Confermare tutti gli indirizzi già dati dal Consiglio Comunale alla società Sidra S.p.A. con la sopracitata deliberazione di Consiglio Comunale n. 38 del 30/12/2015 con particolare riferimento a tutte le obbligazioni scaturenti dalla delibera CIPE n. 60/2012, dall APQ rafforzato del gennaio 2013 al p. 6 del dispositivo della citata delibera consiliare. 4. Confermare gli obiettivi fissati nella delibera di G.M. n. 33 del 30/03/2015 di razionalizzazione delle Partecipate. 5. Invitare la Società ad un generale contenimento delle spese di personale, fatte salve le necessità connesse ad ampliamento dei servizi e nel rispetto dell equilibrio economico di bilancio. Nuovi e ulteriori indirizzi verranno impartiti alla società non appena la regione Siciliana porterà a completamento e attenzione la normativa in materia di servizio idrico integrato. 166

167 3.8.3 AMT S.p.A.: organizzazione e gestione della mobilità nelle aree urbane ed extraurbane. RAFFRONTO PERSONALE E COSTI ANNI GIUGNO giu-15 parametro qualifica N i (31/12/2012) N f (31/12/2013) Δ Costo N i (31/12/2013) N f (31/12/2014) Δ Costo Δ costo Ni (31/12/2014) N f (30/06/2015) Δ Costo 0 DIRIGENTI , , , , RESPONSABILE UNITA AMM.VA/TECNICA COMP , , , ,69 CAPO UNITA' ORGANIZZATIVA AMM.VA/TECNICA , , , , COORDINATORE D'UFFICIO , , , , ASSISTENTE DI 1^ CON PARAMETRO AD ESAUR , , , , COLLABORATORE D'UFFICIO , , , , OPERATORE QUALIFICATO D'UFFICIO (Pos.2) , , , , OPERATORE D'UFFICIO , , , , ADDETTO ALL'ESERCIZIO , , , , OPERATORE DI ESERCIZIO (Pos.4) , , , , OPERATORE DI ESERCIZIO (Pos. 3) , , , , OPERATORE DI ESERCIZIO (Pos.2) , , , ,54 167

168 140 OPERATORE DI ESERCIZIO (Pos.1) , , , , COLLABORATORE DI ESERCIZIO , , , , CAPO UNITA' TECNICA , , , , CAPO OPERATORI , , , , OPERATORE TECNICO , , , , OPERATORE QUALIFICATO (Pos.2) , , , , OPERATORE QUALIFICATO (Pos.1) , , , , OPERATORE DI MANUTENZIONE , , , , CAPO SQUADRA AUSILIARI , ,00-525, , OPERATORE GENERICO , , , , OPERATORE QUALIFICATO DELLA MOBILITA' , , , , OPERATORE DELLA MOBILITA' , , , , AUSILIARIO , , , , AUSILIARIO GENERICO , , , ,77 Totale dirigenti + dipendenti , , , ,66 N i=numero iniziale N f=numero finale Δ=N f-n i 168

169 Budget sintetico 2014 tratto dal Conto Economico /migliaia VALORE DELLA PRODUZIONE Corrispettivi regionali Corrispettivi comunali Vendite Titoli di viaggio Integrazioni e agevolazioni Servizi integrativi e speciali Altri ricavi commerciali 500 COSTI OPERATIVI Costo del lavoro Costi di trazione e manutenzione Costi generali Ammortamenti RISULTATO OPERATIVO Il budget 2014 chiude con un risultato operativo pari a circa 6 Euro/Mil. 169

170 Principali attività svolte nel 2014 e risultati conseguenti con riferimento al budget Attestazione di avvenuta pubblicazione sul sito web ai sensi degli artt. 14, 15 e 22 comma 3 del D.Lgs. 33/2013 e dell art. 1 commi 15 e 33 della L. 190/2012 Adempimenti ai sensi della L. 190/2012 relativi al Piano di Prevenzione della Corruzione Rispetto vincoli assunzionali e retributivi La principale criticità dell attività gestionale riguarda il parco mezzi che necessita di un forte ammodernamento. Nel corso del 2014 è stato avviato un significativo programma di interventi per l acquisto di nuovi bus. E stata quasi completata la rimessa di Pantano d Arci, pronta per il 2015, e avviate tutte le attività per il Parcheggio Fontanarossa e Borsellino. Si ravvisa la necessità di avviare un piano di contenimento del tasso di evasione. La Società oltre ad assolvere agli obblighi di trasparenza e ad aver implementato la Sezione Amministrazione Trasparente si è dotata del Programma Triennale per la Trasparenza e il Responsabile è lo stesso Funzionario Responsabile della Prevenzione della Corruzione. La Società è dotata di Codice Etico e della Carta dei servizi della Mobilità. La Società è dotata di Piano della Prevenzione della Corruzione. Il responsabile è il dott. Paolo Aranzulla Responsabile Servizio Amministrazione del Personale. I vincoli assunzionali e retributivi sono stati rispettati trattandosi di Società che svolge servizi pubblici locali di interesse generale. Nell insieme sono stati garantiti, pur in una situazione di forte tensione finanziaria, soprattutto con riferimento al contributo regionale, servizi in forte miglioramento rispetto al 2013 e al contempo si intravede la possibilità di stabilizzare il quadro finanziario. La produzione chilometrica prevista per il 2014 è di circa 10, 1 Mvett.Km a fronte di un affidamento massimo di circa 10,6 milioni (contrattuali). La produzione chilometrica prevista per il solo TPL è di 9,9 Mvett.Km. 170

171 Sintesi: dalle Linee Generali di intervento per il 2014 LINEE DI INTERVENTO OBIETTIVI 2014 OBIETTIVI PLURIENNALI Stabilizzazione del quadro finanziario Consolidamento dell assetto produttivo Investimenti per lo sviluppo Interventi per lo sviluppo dei ricavi da traffico Nel corso del 2014 si è intervenuto per assicurare un maggiore equilibrio nelle scadenze dell attivo e del passivo aziendale determinando così un più elevato grado di agibilità finanziaria corrente. Nel corso del 2014 sono stati avviati i lavori di completamento della rimessa aziendale (Pantano d Arci). Si prevede di completare entro metà È in corso la verifica della costruzione di una palazzina presso la rimessa di Pantano d Arci. Sotto il profilo produttivo si è intervenuto per il rinnovo del parco veicolare utilizzando il supporto finanziario della CEE, Regionale attraverso le risorse dello Stato ed in subordine mobilitando parte dell attivo aziendale. L obiettivo strategico è stato quello di mitigare il tasso di evasione tariffaria ottenendo così un incremento degli introiti tariffari. In prospettiva occorrerà verificare gli spazi disponibili per un ottimale utilizzo delle fonti patrimoniali consolidate, a supporto dei programmi di investimento produttivo. Il completamento della rimessa aziendale consentirà di intervenire per la valorizzazione della rimessa Plebiscito e, contestualmente, per la definitiva localizzazione dei siti aziendali. La realizzazione dei parcheggi di scambio se accompagnati dalla realizzazione di interventi strutturali sulla mobilità cittadina consentirà di incrementare i flussi di utenza. È in corso l aggiornamento dell attuale rete e la progettazione della nuova con 4 linee veloci. Nel medio termine, anche grazie alla realizzazione degli investimenti specifici, si potrà agire sulla struttura tariffaria ed ottenere effetti sul grado di fidelizzazione dell utenza. È in corso di studio la scelta del sistema di bigliettazione elettronica a porre in essere per il futuro. 171

172 Per effetto degli esiti della sentenza della Corte Costituzionale n. 199/2012 e la dichiarazione di incostituzionalità dell art. 4 della L. 148/2011, il quadro normativo di riferimento per l affidamento dei servizi di trasporto pubblico locale, deve essere reso coerente con la disciplina comunitaria vigente nel settore. Il regolamento CE 1370/2007 conferma l obbligatorietà dell adozione di strumenti contrattuali da parte dei soggetti affidatari e stabilisce che gli attuali regimi di affidamento possono essere mantenuti sino alla data prevista nella normativa comunitaria (3 dicembre 2019). La legge regionale n. 19/2005 e successivo decreto Assessoriale 1 agosto 2009 fissa la scadenza dei contratti di affidamento provvisorio alla data del 10 agosto In data 10 maggio, a seguito della delibera del Consiglio Comunale n. 13 del 17 aprile 2012 il Comune di Catania stipula il contratto per i servizi di trasporto pubblico locale con l AMT S.p.A. sino al 31 dicembre 2012 e lo estende, con delibera di Consiglio Comunale n.49, alla data del 10 agosto Non avendo, nel frattempo, la Regione Siciliana emanate le nuove disposizioni in materia di trasporto pubblico locale e residuando, nelle more, la piena vigenza della Direttiva Comunitaria CE 1370/2007, il contratto de quo, viene prorogato al 31/12/2015 con le rimodulazioni (riduzione del 7% del costo del contratto di servizio di cui alla delibera del Consiglio Comunale n. 14 del 02/02/2013) operate, per effetto della riduzione dei trasferimenti regionali, con L.R. n.26 del 9 maggio 2012 e successiva L.R. 27/2012. Il servizio svolto dall AMT S.p.A. è un servizio di interesse generale e indispensabile per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali sul quale si attende una disciplina organica. Il Piano di Razionalizzazione adottato dalla G.M. con deliberazione n. 33 del 30/03/2015 ha disposto il mantenimento dell AMT S.p.A. Il contratto di servizio prevede una forma di finanziamento indiretto all utenza in forma di integrazione e agevolazioni dei ricavi da tariffa: le integrazioni compensano la differenza tra il valore del titolo di viaggio ordinario stabilito dalla Regione ed il valore nominale del titolo stabilito dal Consiglio Comunale per la città di Catania. Tali integrazioni, si applicano a tutti gli altri titoli di viaggio (abbonamenti, convenzioni, 172

173 etc.) le agevolazioni compensano la differenza tra il valore nominale dei titoli ordinari ed il minor valore nominale di alcuni titoli riservati a specifici segmenti di utenza, ivi comprese le gratuità. Le agevolazioni compensano la differenza tra il valore nominale dei titoli ordinari ed il minor valore nominale di alcuni titoli riservati a specifici segmenti di utenza. All interno delle agevolazioni sono ricomprese anche le gratuità. Indirizzi specifici e ulteriori Oltre agli indirizzi generali di cui ai paragrafi precedenti si determinano qui di seguito i seguenti indirizzi specifici: 1. Attuare di concerto all ente proprietario tutte le azioni previste nel Piano di Razionalizzazione delle Società Partecipate con particolare riferimento alla fusione con la società Sostare s.r.l. garantendo la tutela dei lavoratori. 2. Assumere come priorità la gestione del contenzioso con la regione ai fini di evitare eventuali perdite alle società scaturenti dal contributo Regionale. 3. Procedere ad eventuali assunzioni nei limiti del turnover solo con riferimento ad ampliamenti di servizi o alla gestione di nuovi servizi e comunque nel rispetto dell equilibrio economico. Nuovi e ulteriori indirizzi verranno impartiti alla società non appena emanate dalla regione Siciliana le nuove disposizioni in materia di trasporto pubblico locale. 173

174 3.8.4 Sostare s.r.l.: Gestione aree di sosta e rimozione forzata auto. Personale in servizio e relativo costo al 31/12/2014 N Stipendi e salari Oneri sociali T.F.R. Altri costi per il personale Dirigenti (fino al 15/09/2014) Quadri + Impiegati // Operari // Totale

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