Corso Base. Convulsioni Crisi convulsiva isterica Ipotermia Ipertermia Avvelenamenti Intossicazioni
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- Cristoforo Rocca
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1 Corso Base Convulsioni Crisi convulsiva isterica Ipotermia Ipertermia Avvelenamenti Intossicazioni
2 Convulsioni Sono movimenti involontari, scoordinati e violenti degli arti, della testa o dell intero corpo associati a perdita di coscienza. Sono causati dalla sofferenza delle cellule cerebrali (neuroni) che si manifesta con un anormale attività elettrica.
3 Possono manifestarsi in chiunque: In caso di febbre alta, soprattutto nei bambini In seguito a traumi cranici In seguito ad ictus cerebrali In seguito a tumori cerebrali In seguito ad avvelenamenti
4 Nei soggetti epilettici alcuni stimoli possono scatenare la crisi: Lampi di luce Videogiochi Odori particolari (ad es. incenso) Stimoli dolorosi Febbre Ipoglicemia
5 Alcuni pazienti epilettici riescono ad avvertire il sopraggiungere della crisi. La crisi ha un inizio piuttosto brusco. Il paziente cade a terra perdendo coscienza, con la possibilità di procurarsi traumi conseguenti alla caduta. In questa fase, detta fase tonica, si ha la contrazione intensa dei muscoli, l arresto momentaneo della respirazione (apnea), colorazione bluastra della pelle (cianosi) Dura circa 20 secondi.
6 Segue la fase clonica caratterizzata da scosse brusche involontarie, bava alla bocca, ed eventualmente morsicatura della lingua, tachicardia e ipertensione arteriosa. Questa fase può durare anche alcuni minuti. La crisi si conclude con la fase di risoluzione; si ha un rilassamento muscolare, perdita di urina e feci, stato comatoso, respiro rumoroso. Questa fase può durare alcune decine di minuti. In seguito il paziente può trovarsi in stato confusionale e non ricordare l accaduto.
7 COSA FARE La crisi passa da sola. Proteggete il paziente allontanando oggetti pericolosi, per evitare che si procuri ferite. Non trattenete il paziente fino ad impedirne i movimenti. Si può impedire la morsicatura della lingua infilando, per esempio, un tovagliolo pulito nella bocca del paziente. Attenzione alle vostre dita.
8 Non forzare l apertura della bocca se c è ancora contrattura. Attendere il termine della crisi per effettuare il trasporto in ambulanza. Se il paziente è cosciente, trasportarlo nel modo per lui più confortevole. Se è incosciente o confuso, trasportarlo in posizione laterale di sicurezza. Tenere controllati i parametri vitali. Se necessario, somministrare ossigeno.
9 CRISI CONVULSIVA ISTERICA Si distingue da una crisi convulsiva vera e propria per: Mancanza di perdita di coscienza. Il paziente non cade a terra violentemente, ma si accascia. Teatralità della manifestazione, accompagnata da urla e gemiti
10 Contrazioni muscolari che non seguono la progressione della crisi epilettica Durata eccessiva della crisi Assenza di lesioni della lingua Assenza di perdita d urina e feci Manifestazioni neurologiche come cecità, tremori, paralisi
11 COSA FARE Allontanare parenti o spettatori occasionali Non mostrarsi impressionati dall atteggiamento del paziente Convincere il paziente dell utilità degli accertamenti medici, ma non obbligarlo a salire in ambulanza.
12 IPOTERMIA- IPERTERMIA Il nostro organismo è in grado di mantenere una temperatura corporea costante di circa 37, anche in condizioni climatiche di basse o alte temperature, mediante meccanismi di termoregolazione.
13 Se la temperatura ambientale è bassa il corpo reagisce con vasocostrizione e brivido. La temperatura corporea non deve salire sopra i 42, ne scendere sotto i 32. Se si oltrepassa questi limiti si avrà come conseguenza una sofferenza tissutale irreversibile degli organi vitali (cuore, cervello e reni).
14 IPOTERMIA Con IPOTERMIA si intende un abbassamento della temperatura corporea sotto i 35 gradi con conseguente compromissione progressiva delle funzioni vitali.
15 Le cause possono essere: Prolungata esposizione a temperature basse (incidenti stradali, incidenti di montagna, temperature invernali) Prolungata immersione in acqua fredda Assunzione di droghe che alterano il meccanismo di termoregolazione L alta gravità delle condizioni del ferito, anche a temperature climatiche non particolarmente basse, e specialmente in bambini, anziani, ustionati. Se l esposizione al freddo è localizzata ad una parte del corpo si chiama CONGELAMENTO. Se interessa l intero organismo ASSIDERAMENTO.
16 CONGELAMENTO Le zone più comunemente colpite sono le estremità: naso, orecchie, mani, piedi. I tessuti congelati sono freddi al tatto, pallidi, grigiastri, duri alla pressione, tanto più quanto il congelamento interessa anche gli strati più profondi. Il paziente lamenta intorpidimento, sensazione di punture, bruciore e formicolio.
17 ASSIDERAMENTO Il paziente assiderato è quasi invariabilmente confuso, incoerente, agitato nelle prime fasi, poi soporoso fino al coma grave. Presenta la cute grigiastra, le labbra e le unghie cianotiche. Brividi nella fase iniziale. Respirazione e polso rallentati. Facoltà visive ridotte Incombe il rischio d arresto circolatorio e respiratorio.
18 COSA FARE Prevenire l insorgenza dell ipotermia nei pazienti vittime d incidenti stradali, evitando dispersioni di calore (coperte, mantelline, berretti) Controllare i parametri vitali Non frizionare la cute Non riscaldare troppo o troppo bruscamente Non somministrare alcolici
19 Somministrare ossigeno se necessario Spostare il paziente evitando movimenti bruschi: si corre il rischio che il sangue periferico, più freddo e immobilizzato negli arti, si mescoli a quello centrale, più caldo, provocando un brusco abbassamento della temperatura del cuore con conseguente fibrillazione ventricolare e arresto cardiaco
20 IPERTERMIA Il soccorritore non è in grado di valutare la temperatura corporea, quindi per riconoscere la patologia da calore deve valutare le condizioni ambientali in cui si trova ad operare. In ordine di gravità, esistono tre urgenze causate dell esposizione al calore eccessivo.
21 CRAMPI DA CALORE, dovuti a perdita eccessiva d acqua e sali minerali con la sudorazione. Si manifestano con crampi muscolari forti alle gambe e all addome, spossatezza e vertigine, pelle umida e calda.
22 COLLASSO DA CALORE dovuto anch esso a perdita d acqua e sali. Si manifesta con respirazione rapida e superficiale, polso debole, pelle fredda e appiccicosa, sudorazione abbondante, vertigini e perdita di coscienza
23 COLPO DI CALORE causato da una lesione dei meccanismi che regolano la temperatura corporea con conseguente impossibilità di disperdere il calore in eccesso. Si manifesta con respirazione superficiale, polso rapido e debole, pelle SECCA e molto calda, pupille dilatate, perdita di coscienza, convulsioni.
24 COSA FARE Trasportare il paziente in luogo fresco e ventilato Posizione distesa o anti shock Se non cosciente, posizione laterale di sicurezza Somministrargli, se cosciente, acqua e sali (vanno bene succhi di frutta o acqua con l aggiunta di un pizzico di sale) Togliere i vestiti e raffreddare il corpo con acqua (va bene un lenzuolo bagnato o l applicazione di ghiaccio a livello delle ascelle, inguine, collo, polsi) Tenere controllati i parametri vitali Se necessario somministrare ossigeno.
25 Avvelenamento per ingestione Sintomi Odori insoliti dell alito, del corpo, sui vestiti o sul luogo dell incidente Respirazione e frequenza cardiaca anomali Sudorazione abbondante Salivazione eccessiva e schiuma alla bocca Dolore alla bocca, alla gola e deglutizione dolorosa con eventuali lesioni Dolore addominale Nausea, vomito e diarrea Stato di coscienza alterato
26 Avvelenamento per ingestione Raccogliere più informazioni e campioni possibili Trattamento Non indurre il vomito e non somministrare nulla per via orale Monitorizzare Somministrare ossigeno In caso di paziente non cosciente metterlo in posizione di sicurezza controllando la pervietà delle vie aeree e i parametri vitali
27 Avvelenamento per inalazione Raccogliere più informazioni e campioni possibili Sintomi Respiro superficiale e frequente Tosse Tachicardia o Bradicardia Irritazione e bruciore agli occhi Sensazione di bruciore al naso, alla bocca e al torace Nausea, vomito e cefalea Colorito cianotico Disturbi al comportamento Trattamento Allontanare il paziente dalla fonte del veleno Somministrare ossigeno ad alta concentrazione Monitorizzare In caso di paziente non cosciente metterlo in posizione di sicurezza controllando la pervietà delle vie aeree
28 Avvelenamento da Monossido di Sintomi precoci Cefalea Nausea Vomito Astenia Carbonio (CO) Sintomi tardivi Neurologici Confusione mentale Convulsioni Perdita di coscienza Coma Cardiologici Aritmie Arresto cardiaco Polmonari Dispnea Ipoventilazione
29 Avvelenamento da Monossido di Comportamento Carbonio (CO) Aerare il locale (aprire le finestre) Portare il paziente in altri locali Somministrare ossigeno ad alta concentrazione Trasportare nella posizione a lui più comoda Monitorizzare In caso di paziente NON cosciente metterlo in posizione di sicurezza controllando la pervietà delle vie aeree ed i parametri vitali
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